UISITA APOSTOLICA DEL NUNZIO Dl 6RAZ 610. BATTISTA 6ALUA60 AD AQUILEIA E NEL GORIZIANO NELL'ANNO 1608 Estratto dagli « STUDI GORIZIANI » - Voi. V m 1927 Tipografia Sociale Gorizia VISITA APOSTOLICA DEL NUNZIO Dl 6RAZ 610. BATTISTA 6ALUA60 AD AQUILEIA E NEL GORIZIANO NELL'ANNO 1608 Estratto dagli «STUDI GORIZIANI» - Voi. V 1927 Tipografia Sociale Gorizia PROPRIETÀ RISERVATA VISITA APOSTOLICA DEL NUNZIO DI GRAZ GIO, BATTISTA SALVAGO AD AQUILEIA E NEL GORIZIANO NELL'ANNO 1608 Documenti dell'archivio segreto vaticano Nell'antecedente volume IV degli Studi Goriziani ò pubblicato a pag. 161-166 «La visita apostolica del nunzio di Graz..,, a Gorizia____» Nel presente volume porgo la corrispondenza dello stesso nunzio col card. Borghese, la quale si riferisce al territorio goriziano - gradiscano inclusa Aquileia^). La pubblicazione dei documenti segue lo stesso metodo dell'antecedente articolo nel volume IV sopracitato. 1. Aquiléia, 1608. 9, L (f. Borghese II. 189. f. 8.). Il nunzio^ al cardinale B."). Parti giovedi^a) da Trieste per mare e gionsi con felicissimo passaggio a Duino*) luogo del conte Raimondo della Torre®), che hà però in pegno da S. A.®) per 120.000 talari é ne cava 12,000 r anno ; molti Castelli ancora di questo stato sono a questo segno, ed il povero Prencipe^) si consuma, e sempre sta in debito. ') Anche il conte de Renaldis Girolamo menziona questa visita del vescovo di Sarzana ad Aquileia a pag. 381 del suo libro : Memorie storiche dei tre ultimi secoli del Patriarcato d'Aquileia léll-1251. Udine 1888. ^ cf. nota') pg. 162 del voi. IV. S. G. ■) Borghese, cf. nota") pg. 162 del voi. IV. S. G. 'o) 3. I. 1608. cf. Archeografo Triestino 1924. pg. 308, documento LXXXIX. ') Di Duino cf Pichler Rodolfo : Il castello di Duino. Memorie. Trento, 1882. Di Raimondo della Torre cf. Morelli C. : Istoria di Gorizia, Gorizia, 1855, III. 363-365. — Czoernig C. : Das Land Görz und Gradisca, Wien, 1873, 681. — Pichler 1. c. 347 sq. Sua Altezza. O Ferdinando arciduca d'Austria, poi imperatore dell' impero Germanico col nome Ferdinando II. Il Piovano è huomo da bene, et governa la Chiesa sua assai honoratamente, quello che mi è spiaciuto di vedere è, che in un epitafio della suocera di detto Conte vi sono queste, tra molte parole: Conjugi sanctissimae, le quali hò determinato di far accomodare, non parendomi, che si convengano a chi non è canonizzato. Si fabrica un Convento') già sono molti anni essendo la Chiesa finita, per la religione de' Servi, vicino al Castello, dove staranno due frati, et hora ve ne sta uno, che per la relatione, che ho havuta, è huomo molto da bene. A me non piaquero mai i Monasteri in luoghi cosi remoti di due frati soU, perchè, oltre che non si può osservare la regola, vi sono sempre per ordinario delÜ scandali, massime che non sogliono andarvi frati de mighori, pure ü Conte ha ottenuto il Breve da Papa Clemente, nè sò, che dire altro, ne dò parte a V. S. L perche sappia quanto passa. Seguitai il viaggio domenica^) da S. Giovanni di Duino per questa Città distante XV. miglia; et hebbi ad affogare per un vento repentino, che si mosse; e con gran fatica, per gratia particolare, che mi fece Iddio, potei ridurmi al fiume Sdobba in un mulino di Rondone, et tra quel fiume et un rivo de Slisonzo sono stato tre dì, con incomodi di vivere et di dormire grandissimi, i quali non ho sentito, ne sentirò mai altri maggiori; mentre che si tratterà di Servire V. S. I. a Nostro Signore^) et alla S, Sede, Sono sano sebene le fatiche non sono ptoche et la stagione è cosi contraria. Sua Divina Maestà mi fa questo favore particolare, perche con servfre possi ogni giorno maggiormente mostrare la mia fede e la mia voluntà......r. 26. I. 1608. 2. Aquileia, 1608. 9. I. (f. Borgh. II. 189. f. 15.). Il nunzio al card. B. Le lettere dell' ordinario non ho havute per incuria del Vescovo di Trieste^) al quale essendo state mandate dal maestro delle Poste di Goritia, et havendone havuta notitia, e scritto ancor'io, che me le mandasse per huomo a posta, non l'ha ancor fatto, con tutto che le havesse sei giorni sono; doveró haverle, e se vi sarà occasione di servire V. S. I. et ubbidire à suoi commandamenti U esseguirò subito. Sono gionto in Aquileia^) hoggi al tardi pieno di freddo, essendo stata da quattro giorni in qua la più strana stagione, che si sia veduta trenta anni sono, et il capitolo mi ha mandato a ») cf. Pichler 1. c. 362, 371. = 6. I. 1608. cf. nota 3»), ■) Papa Paolo V, ') Ursino de Bertis cf. Premrou M.: Serie documentata dei vescovi triestini in Archeografo Triestino, 1924, pg. 245 sq. ■) cf. nota') dell'introduzione. ricevere a' suoi confini da due Canonici con termine di molta osservanza, et di molta humanità. Domani à matina mi riceveranno Pontificalmente et io poi attenderò alla visita per continuarla, già che sono à questo segno, sin che verso quaresima possi ritirarmi a Gratz, se non mi sarà comandato in contrario...... r. 26, L 1608. 3, Aquileia, 1608. 16. I. (f. Borgh. II. 189. f. 18.). Il nunzio al card. B. La visita di questa Città non è ancor fornita; spero sabbato di poter andar a Gradisca et continovare il mio viaggio, e co 1 seguente darò conto di quello, che haverò trovato cosi nel clero, come nelle Monache; dicendo solamente per adesso, che credo di dover dar relatione di questo Monastero tale, che Nostro Signore ne sentirà molto contento, come lo sento io grandissimo, vedendo bonissima dispositione nella maggior parte di loro di riforma, e di osservanza di regola; ne, occorrendomi altro, per fine, desidero a V. S, I....... r. 2. II. 1608. 4, Aquileia, 1608. 16. I. (f. Borgh, III. 43 ab. f. 190-195.). Il nunzio al card. B. Monsig, Patriarca^) ha mandato qua il suo Vicario, e sarebbe venuto egli stesso se non fusse stato assalito dalla solita Podagra e febbre, per pregarmi che io volessi da Cremons^) arrivar sino a Vdene^o.) a favorir la sua Casa, ha usato ogni sforzo, e tentato ogni via, per riddurmi a compiacerne Monsignor sudetto, ma io per quegU rispetti che mi mossero a non passar da Pinguente% l'ho risoluto di non poterlo fare, essendo necessitato a terminar la visita quanto più presto e ritirarmi a Gratz. Crederò che sarà conforme alla mente di Sua Beatitudine, 5, Roma, 1608. 19. I. (Nunz. Germ. 21. f. 178.). Il card. B. al nunzio. Vorrei che 1 Patriarca d'Aquilegia'') havesse sodisfattione nel particolare de la visita d'Aquilegia; ma non conviene anco dar occasione à l'Arciduca Ferdinando di far qualche doglienza, et disgustar Sua Altezza senza frutto. À la prudenza di V. S. si rimette U far quel che lei giudicherà più espediente in questo negotio. ') Franceso Barbaro patriarca d'Aquileia 1592-1616. ci. De Rubeis: Monumenta Eccl. Aquilqen. Argentorati, 1740, col 1099 sq. — De Renaldis 1, c. pg. 347 sq. = Cormons, — vedi De Renaldis 1. c. 381. ") Cittadina istriana, allora d. Rep. veneta. *) Francesco Barbaro cf, nota") del doc. 4. 6. Roma, 1608. 26. I. (Nunziatura Germanica, 21. f, 179.). Il card. B. al Nunzio. La salute di V. S. è desiderata da me principalitìente. Mi incresce del travaglio et pericolo corso nel passare in Aquilegia, et ne rendo molte gratie al Signore Dio, che la habbia liberata da l'infortunio. L'epitafio in Duino ha bisogno di Riforma. Sarà facile al Conte a commandar che si muti la parola, che offende, essendone avvertito, et la prudenza di V, S. la farà capace di quel che conviene. Nel particolare del Convento del medesimo luogo non so che dirle, havendo il Conte un Breve di Papa Clemente à suo favore, come lei avvisa. 7. Gorizia, 1608. 31. I. (f. Borghese II. 189. f. 27.). Il nunzio al cardinale B, Gionsi poi in Gradisca alli XIX, giorno di Domenica ricevuto dal Capitano che è cavaliero Teutonico chiamato ü sig. Francesco Formentini^), con molto honore, per quello che poteva fare, essendo afatto stroppiato dalla Podagra, mandò le sue carozze quattro miglia lontano, che tanto potevano gionger avanti, ed il sig. Vice Capitano con altri, e mi honorò molto, e certo, che delU Ministri, che ha Sua Altezza, mi pare il più prudente, e di maggior valore. Mi convenne per l'horridità del tempo fermarmi per tutto mercordì in casa sua, e molto carezzato-. Visitai la chiesa Paro-chiale, assai ben governata, e da un Prete di ottimi costumi, di buona ed essemplar vita, et vi hebbi poco che fare. Vi è un Convento di frati de Servi Priorato con tre sacerdoti, il quale, per la relatione de Testimoni, e per la visita, si governa assai bene, et essemplarmente, e ne sono stato molto sodisfatto. Arrivai poi a Cremons, Pieve assai ricca di monsig. Ragno^) Archidiacono di tutti questi paesi, dove pur ritrovai le cose molto bene disposte, da un Prete impoi, che sono XVIII anni e più, che tiene una concubina con tre figliuoli, e celebra molto spesso con tutto ciò, se bene altre volte è stato sospeso dal Patriarca per duoi anni, et castigato, gU ho dato ordine che venga qua, ma egli non hà voluto ubbidire, et io procederò alle pene, havendo ritrovato questo solo in tutta la visita disubbidiente ; e mi dispiace di esser necessitato à mutar il corso ordinario con lui ; ma non sarà ') Di Francesco Formentini cf. Czoernig 1. c. 778. ^ D. Pietro Ragno, udinese, paroco di Cormons dal 1591-1608, che però risiedeva a Mariano, mentre a Cormons vi era il vicario Mattia Cisilino 15951616. 11 Ragno fu nominato arcidiacono patriarcale di Gorizia il di 21. I. del 1602. - cf. CUMANO CONSTANTINO: Vecchi ricordi Cprmonesi, Trieste, 1868. 44 sq. con disgusto del Prencipe che vorrebbe che io facessi qualche condanna per il fine della fabrica del Monastero di Lubiana de Cappuccini; e tanto mi vieti scritto dal Casale per ordine dell'Altezza Sua...... r. 16. IL 1608. 8. Gorizia, 1608. 31. I. (1. c. f. 28.). Il nunzio al cardinale B, Da Cremons, et Medea mi sono state date molte suppliche per Matrimonj da contrahersi, e V. S. I. conforme alla sua pietà si degnarà di volerli consolare, con essergli cortese del suo favore. In questo proposito mi occorre dire a V. S. L, che, havendo Monsig. di Portia^), senza alcuna auttorità, dispensati molti in questa Nuntiatura, et à Passavia ancora, per sicurezza della conscienza di questi poveri, che sono in buona fede, è necessario si degni di haver da Nostro Signore un tacito consenso, a fine, che vivano senza peccato, et in gratia di Dio...... r. 16. IL 1608. 9. Gorizia, 1608. 31. L (1. c. f. 29.). Il nunzio al cardinale B. In Gradisca ricevei la lettera di V. S. L, nella quale mi diceva, che era mente di Nostro Signore, che io non visitassi adesso il Monastero delle Monache à'Aquilea; ma in tempo che non si poteva rivocar l'atto, perchè, havendo visitate le Monache in ogni luogo, dove sono stato, ne, havendo ordine in contrario, pregato ancora da loro con grand'instanza, già le havevo visitate. Haverei voluto potermi sognare questo pensiero, perche, sicome non ho altro oggetto doppo ü servitio di Dio, che di sodisfare ancora pienamente al desiderio di Nostro Signore, non haverei trascorso in questo, e non sentirei adesso il disgusto d'animo, che io sento, di esser stato cosi poco fortunato in ricever le commissioni, in tempo che era fuor di tempo. Ho visitato le Monache, che sono XXVII, e veramente sono rimasto assai sodisfatto in veder, che quelle, che per l'incentivo de gli anni si poteva dubitare, che fussero più contrarie alla EJi-forma, sono più ardenti de gl' altre, e maggiormente la desiderano, et à me ne hanno fatto maggior instanza, che sono le giovani; le vecchie sono più mal habituate, e di più dura volontà, ne possano sentire, che si viva diversamente dal passato. Quello che conosco esser di grandissimo pregiuditio al buon governo del Monastero, è, che l'estate si sta a Cividale, et ü verno in Aquilea, et in Ci- ') Monsig. Girolamo conte Porzia, vescovo d'Adria era nunzio apostolico a Graz dal 1592-1606. — cf. Biaudet H. : Nonciatures apostoUques, Helsinski, 1910, pg. 281. vidale le cose vanno peggio, che in Aquilea, et in somma levate due giovine alquanto sospette di pratiche, et due o tre vecchie, non vi è cosa di consideratione; vanno mettendo la regola in atto; fanno ogni matina oratione mentale, et vivono in Reffettorio, se-bene la proprietà dura, lamentandosi grandemente, che Monsig. Seneca non habbi mai prescritto loro forma di vivere, ne mandatogli decreto alcuno, ne tampoco data auttorità all'Abbadesa sufficiente di poter far esseguir quello, che conviene ; ne a Monsig. Arcano di farsi stimare. Io haverei creduto di ritrovare cose molto maggiori ; e sono sicurissimo, di non esser stato ingannato, perche liberissimamente ho inteso, quanto passa dalle giovani, che le vecchie non hanno mai voluto dir altro, se non che il Monastero sia in miglior esseré, che sia mai stato. Vi sono da far molti ordini, ne io gU tralascierò, se non mi sarà commandato in contrario. Riduco tutto questo negotio in due punti soü, e mi risolvo di dar il Monastero d'Aquilea riformatissimo ; che vi sia un vicario, che ne habbia cura, huomo di buon costumi, di zelo, e che ne vogli il carrico, et un jConfessore, huomo da bene, che in pochissimo tempo, senza altra difficoltà, il Monastero sarà in buonissima forma, e che il Confessore vadi à Cividale ancora, e sia sempre lo stesso, con dargU però il straordinario alle volte, conforme alla dispositione del S. Concilio. Monsig. Arcano^) e per bontà, e per Nobiltà, e per ogni altro rispetto è benissimo, ma è di 80 e più anni, mi basta di accennare, e rimettermi a chi sa più di me. Vi sono due monache spiritate, che sono di grandissima molestia alle altre, hebbero hcenza di andar alla Madonna Santissima di Barbana, e vi furono alcuni giorni, vorebbero ritornarvi sperandone la liberatione; vederà Nostro Signore quello, che vorrà; le monache spno giovani e non sono brutte, sono bene di gran bontà, e di buon esempio...... r. 16. II. 1608. 10. Gorizia, 1608. 31. I. c. f. 33.). Il nunzio al card. B. Visitai la chiesa Patriarcale^) assai bene governata, e con mia sodisfatione certo, osservai, che i Canonici si portano, in quel tempo che fanno residenza, molto bene, e nell'offitiarla, e nel bu^on esempio, e poco resta che ordinare, devo per non deffrau-dare quel capitolo, comendar la bontà de Canonici, e che particolarmente non vi è pratica con il Monastero delle Monache, e perciò dico che la Santità di Nostro Signore può haver questo ') Il nunzio di Graz notifica con lettera 26., V. 1608 che mons. Arcano si sia dimesso dalla «cura delle Monache d'Aquilea». A S. V. fondo Borghese II. 189, pg. 189. ') ad Aquileia. contento, che nello spürituale le cose d'Aquilea stiano assai bene j soggiongendo, che, per quanto io posso persuadermi, credo, che Monsig. Patriarca bavera conosciuto, che in tutto quello, che ho potuto, ho procurato di dargli ogni sodisfatione, conforme al commandamento di V. S. I.......r. 16. IL 1608. 11. Gorizia, 1608. 31. L (1. c. f. 34.). Il nunzio al card. B. (om.). Nel negotio di Aiéllo^) malamente si può bavere alcuna in-formatione, in quel luogo; ma, havendone trattato co '1 Capitano di Gradisca^), mi ha detto, che ha mandate à Gratz molte infor-mationi in questo proposito, dalle quali si conoscano le buone ragioni di Sua Altezza. Hò scritto al Casale, che me ne mandi copia, che subito inviarò a V. S. I. A Gratz si sta bene, e di Sua Altezza vi sono bonissime nuove, e la Dieta era già principiata. Tutto quello che potrò penetrare delle cose di Venetia lo scriverò per ubbidire a commandamenti di V. S. I., e l'haverei fatto in ogni modo....... r. 16. II. 1608. 12. Roma, 1608. 2. II. (Nunz. Germ. 21. f. 179. v.). Il card. B. al nunzio. Tre sono le lettere di V. S. de li 16 del passato. La visita de' Monasterij è conforme à la mente di Nostro Signore. Continui à fare il medemo che leverà ogni occasione di doglienze. ') Per schiarimento della vertenza, ecco una lettera del card. B. allo stesso nunzio, dd. Roma, 17. XI, 1607: «Il patriarca d'Aquilegia, d'ordine di Nostro Signore, fece Economo de la chiesa d'Aiello un tal Prete, che essercita oggidì la cura de l'animai et si trovò questo temperamento, perche et cotesta Altezza (se. r arciduca Ferdinando a Graz) pretende d' haver il lus praesentandi, et il Patriarca la collatione libera di quella cura. Altre volte, et se ben mi ricordo, r ultimo possessore del detto benefitio, hebbe qui l'Investitura, non essendosi potuti accordare il Prencipe, et Patriarca di quel tempo; ma non si trovano le Bolle ne si presentano da alcuno. Fa horà grande instanza il Patriarca, che si veda la causa, et che si venga à la speditlone. Perciò, desiderando Nostro Signore di dar soddisfattione a cotesta Altezza) in tutto quel che si può, commanda che V. S. ne tratti costi, 90' ministri di Sua Altezza. S'informi bene de le ragioni, che allegano, et persuada loro a pigliar qualche risolutione per terminare il negotio. Se si potessero veder le sudette Bolle, ò almeno haver notitia del tempo de la speditione, si sopirebbe forse ogni difficoltà. L'economo, che è hora in Aièllo, ne potrebbe dar lume. V. S. procuri con cotesti ministri d'intender quel più che può, et avvisi, che tanto commanda Sua Santità». (A S. V. Nunziat. Germanica 21, f. 170 v. + 171 r.). ^ cf. doc. 7.! Francesco Formentini. Con desiderio grande aspetto d'intendere, quel che lei accenna de la riforma de le Monache d'Aquilegia. Sarà opra di molta edificatione. om........ 13. Roma, 1608. 9. II. (Nunz. Germ. 21. f. 180, v.). Il card, al nunzio. Mi preme il male di V. S., non la dilatione de li avvisi, che lei promette col seguente dispaccio. Da lei non si desiderache quel che può far,j con risguardo de la sua salute. Si trattenga in luogo commodo, quando non si può far viaggio, che con la diUgenza, si ricompensi poi la perdita del tempo in abbondanza. 14. Vipao, 1608. 14. II. (f. Borgh. II. 189. f. 45.). Il nunzio al card. B. (om.). Finalmente si son havute, d'ordine di: Sua Altezza, dal Capitano di -Gradisca 0 tutte le informationi, che sono a parer loro necessarie per rimostrar la buona giustitia dell'Altezza Sua, in materia del benefitio d'Aiello e saranno con questa. Il Regimento conforme al suo solito, guidato dal vescovo di Lavanto^), che pur è sottoscritto neUa commissione; perchè Möns. Ragno®), Archidiacono Patriarcale,"hon ha voluto levar un interdetto alla Parochiale di Menano, messo da Monsig. Patriarca, e confìrmato poi da me, conforme all' ordine che gli era stato dato dal Regimento^) precettivamente, allegando, che, senza Ucenza del Patriarca, e mia, non poteva farla, ha ordinato al luogotenente di Goritia®), che li levi tutti i beni; alche non si è venuto, perche, visitando quella Chiesa, de consenso delli interessati, ho sospeso l'interdetto, dopo un mese che sarò ritornato à Gratz, nel quale potranno dedur le parti le loro ragioni, avanti che ussisse questo ordine del Regimento; mi sono doluto di questo mal modo, e )iù lo farò di presentia, che so non esser di mente di Sua Altezza, a quale, trattando io un giorno in questo proposito, mi disse: io sono Christiano e non Venetiano: il male viene da quel vescovo, che è più nemico della giurisditione ecclesiastica, che un laico stesso.......r. 8. III. 1608. ') Francesco Formentlni cf. doc. 7. "1 Giorgio Stobeo. Vedi nota') del doc. 7. *) Governo. ') Filippo de Cobenzl, cf. Morelli C. Istoria.....di Gorizia, II, 97, 15. Roma, 1608. 16. IL (Nunz. Germ. 21. f. 180. v.). Il card. B. al Nunzio. Le lettere di V. S. de l'ultimo passato portano la nuova, che io desideravo, de la sua salute, et mi sono care maggiormente per questa causa. Ho dato conto à nostro Signore de l'affetto cortese, che hanno mostrato verso la persona sua il capitano di Gradisca, il luogotenente di Goritia, et gl' altri Signori del medesimo luogo. Aspetto intender quel di più, che dovevano trattar seco li due Deputati in materia de 1' erettione del nuovo vescovato, et in tanto so che lei si sarà governata conforme' à la mente di Nostro Signore, avvisata con l'altre mie. S'intenderà da Monsig. Seneca, in che stato lasciò le monache d'Aquilegia, et si darà avviso di quanto occorrerà. La visita delle dette Monache hà dato lume di molti particolari, et gioverà à qualche cosa. 16. Vipaco, (1608. 21. IL (f. Borgh. II. 189. f. 48.). Il nunzio al card. B. Ho ritrovato le cose di Vipao in maUssimo essere, le Chiese malissimo tenute, i Preti concubinari), che vendono i sacramenti, e che lasciano senza quattrini sepellire i poveri come animali. Il Piovano^) sono da sei mesi, che essendogli cascata la goccia, non parla; ma però beve dalla matina alla sera, per dar comodità al male di compire a quanto a mancat-ò l'altra volta. Vi sono degli abusi non pochi, e le entrate dell'opera della Chiesa si mangiano, e bevano, per ;far quanto, come essi dicono, hanno sempre fatto i loro antichi; a tutto, se a Dio piacerà, purché il Prencipe voglia, e credo, che vorrà, si darà buon rimedio. Quello che più mi preme, è, che essendosi da anni in qua levate le heresie, par che di nuovo risorgano ; male sarebbe in ogni parte, ma peggio in questa assai vicina all'Italia, e confine alla Goritia. Mi sono stati deposti due principali, che mangiano carne in tempo di venerdi e sabbato, e che parlando del purgatorio lo negano assolutamente. Questo è negotio di farlo cadere in sicuro con destrezza, et è necessario far tocar con mano a Sua Altezza, quanto importi lasciar pigUar piede questa herba così nociva. Intenderò però la voluntà di Nostro Signore, conforme la quale devo regolarmi sempre....... r. 8. IIL 1608, ') Vedi nota') del doc. 18. 17. Vipaco, 1608. 21. IL (1. c. f. 49). Il nunzio al card. B. Visitai la Chiesa di Ramano^), nella quale il sig. Guglielmo dimostra tanta pietà, e cosi buon zelo, che non ho potuto a meno di ricevere il memoriale incluso (per un'indulgenza) e raccomandarlo a V. S. I.......r. 8. III. 1608. 18. Vipaco, 1608. 26. il. (f. Borgh. IL 189. f. 57.). 11 nunzio al card. B. Sono ancora senza le lettere dell'ordinario, che per li tempi sinistri non è sino adesso gionto. Il Piovano^) di qui è ridotto à tal segno, che non parla, e non ha senso altro, che nel bére. La Chiesa è mal governata per lo spirituale, e peggio per il temporale, dovendo molti danari il Prete per le steure, delle quali parlerò in altro tempo con V. S. L come pregiuditiale alle Chiese, e del rimedio, et hò pensato, di lasciar qui un economo, e Vicario in spirituaUbus, per ogni buon rispetto; sebene credo, che sarà necessario di fare un Coadjuttore, con futura successione, al che però non vogUono consentire i parenti del Piovano, poiché non si troverà persona atta a questo carico, senza la sudetta aspettativa. Ho osservato sin' adesso di non permettere, che i Preti ten-ghino appresso di se i figliuoli havuti dalle concubine, perche non siano in continuo testimonio della loro incontinenza; ma ve ne sono de quelli che hanno delle figlie, le quali vorrebbero ritener appresso di se per loro servitio; ne credo forse, che fusse mal fatto, perchè in ogni modo piglieranno altre donne in Casa, che saranno concubine co '1 tempo. Non mi sono voluto risolvere senza darne parte, e sentirne là voluntà di Nostro Signore....... r. 8. IH. 1608. 19. Roma, 1608. 1. HI. (Nunz. Germ. 21. f. 183.). Il card. B. al nunzio. L'ordinario di questa settimana non mi porta lettere di V. S., ne, per altra via, intendo cosa alcuna di coteste parti. Quel che mi occorre far sapere, con la presente, è che lei sopraseda in far ') Ranziano (Renče). Forse Matteo Forstner o Mattia Sponsor, cf. A. koblar : Drobtinice iz furlanskih arhivov in Izvestja muzejskega društva za Kranjsko. Ljubljana, 1894, IV. 24. 25. Decreti intorno al governo de le Monache d'Aquilegia, sin che se le scriverà quel che sarà resoluto in materia de la lor riforma. Non resti per ciò di dar conto di tutto quello che le parrà necessario, per rimediare a disordini et scandah, che tanto si desidera per hora, 20. Stičina, 1608, 4. IIT. (f. Borghese U. 189. f. 66.). Il nunzio al card. B. Al Vipacco ritrovai uno in habito di Prete, che però è stato frate del 3.° ordine di Dalmatia, chiamato Francesco Bacchia, e sono 4 anni, che fece professione, e doppo di esser stato 8 anni nelli Monastèri dell' ordine se ne uscì, et ha atteso a viver al solito costume di queste parti; tenendo la concubina; dalla quale, sono sei mesi, che ha havuto una creatura, ho visto l& sue patenti, e mostra un ordine del sig. card. Sta, Severina di buona memoria, in vigor del quale il vicario di monsig. Patriarca gli ha concesso licenza di star fuori, perchè i frati non lo vogliono, purché non amministri sacramenti, sin che sia richiamato. Io credo che il sig. Cardinale fusse ingannalo, e che questo buon frate, per continoare la sua mala vita, habbia estorta questa com-mendatione, l'ho ridotto a buona dispositione, e sarà pronto ; essendo richiamato dalli superiori, di andare. V. S. I. faci questa opera di carità di liberar questa povera anima dalle mani del demonio, ordinando al Vicario generale, che lo richiami, e gl'assegni qualche Monastero, facendo inviar l'ordine a me, che subito lo farò esseguire; e le faccio humilissima riverenza. (om.). (J1 resto è già pubblicato nel voi. IV. degli Studi Goriziani a pag. 165. N^ 8. estratto pag. 7.). 21. Roma, 1608. 8. III. (Nunz. Germ. 21. f. 183). Il card. B. al nunzio. Ricevo in un tempo medesimo le lettere di V. S. de li 14. 21. 26. et ^7. del passato et le scritture aggiunte de la causa d'Ajello. (om.). Dal Vescovo di Lavanto^) non si può aspettare altro che pre-giuditij à la giurisdittione ecclesiastica. Credo che sia bene a trattenere il negotio de l'Interdetto, quando il regimento non faccia altra novità contro l'Archidiacono Ragno, sin che l'Arciduca Ferdinando potrà dar altro ordine, conforme à la sua pietà. Procuri V. S., con la prudenza solita, di rimediare al disordine, con manco strepito che sia possibile. ') Giorgio Stobeo. 22. Roma, 1608. 8. III. (Nunz. Germ. 21. f. 183. v.). Il card, al nunzio. II dar licenza a' Preti di tenere in casa le figliuole farà la medesima testimonianza de la loro incontinenza, che farrebbono i figliuoli, ne è bene concedere espressamente, quel che si può dissimular con minor nocumento. Al'Arciduca metta in consideratione il pericolo manifesto che soprastà, se Theresia comincia di nuovo a pigliar piede ne' suoi stati, et la difficoltà, che troverà maggiore in rimediare, quando applicherà l'animo a farlo, con la pietà solita. 23 e 24. Roma, 1608. 29. HI. (Nunz. Germ. 21. f. 186. v.). 11 card, al nunzio. I. Farò sapere al vicario generale del terzo ordine di Dalmazia la pronta volontà del frate, che è in Vipacco, et l'obligo che tiene d'accettarfo, mentre egh è disposto ad obedire, ne per mio credere si troverà difficoltà in esseguire il ricordo di V. S. (11 resto della lettera è nel voi. IV. degli Studi Goriziani a pag. 166 N. 10 -, estratto pag. 8). IL Per terminare il negotio d'Ajello, una sola scrittura è necessaria, ricordata più volte à l'economo di qüella Pieve, et à l'Agente del Patriarca d'Aquilegia, et è la copia de la Bolla di Papa N., il quale confirmò la presentatione del Longis, come afferma anco il capitano di Gradisca con la sua lettera de li 25. d'Aprile 1605, scritta al Serenissimo Arciduca Ferdinando. Procuri V. S. che s'habbia, et quanto prima, perchè si possa farla risolutione, che conviene. ' A- v. i .i ^ -"i-^. «u H ■;(ALE