47 Kratki znanstveni prispevek/Article (1.03) Bogoslovni vestnik/Theological Quarterly 81 (2021) 1,47—56 Besedilo prejeto/Received:12/2020; sprejeto/Accepted:03/2021 UDK/UDC: 27-248.3-277 DOI: 10.34291/BV2021/01/Majtan © 2021 Majtán, CC BY 4.0 Ľubomír Majtán È vero che Timoteo sostituisce Paolo a Tessalonica in 1 Ts 3,1-10? Ali drži, da Timotej nadomesti Pavla v Tesalonikah v 1 Tes 3,1-10? Is It True that Timothy Substitutes Paul in Thessalo- nica in 1 Thess 3,1-10? Riassunto: Dopo la partenza di Paolo dalle comunità da lui fondate sorgono vari tipi di problemi. Preso atto delle varie difficoltà in cui vivono le comunità cristi- ane, Paolo manda Timoteo per risolvere situazioni pesanti. Avendo spesso ac- compagnato Paolo, Timoteo conosce bene situazioni e problemi. Il suo compi- to è di calmare la situazione, unire le fazioni che si sono divise, risanare il ra- pporto deteriorato tra l’ Apostolo e la comunità a Tessalonica. Per rafforzare l’autorità del suo collaboratore, Paolo lo propone ai fedeli come modello. Nel - la 1 Tessalonicesi, Timoteo sostituisce Paolo e compie quello che avrebbe fat - to l’ Apostolo se avesse potuto recarsi in quella città per incoraggiare ed esor - tare i fedeli (1 Ts 3,2). Timoteo, come alter Paulus, con l’autorità dell’ Apostolo deve incoraggiare la comunità, sconfortata dalla brusca e forzata separazione. L’assenza di Paolo è, dunque, colmata con l’arrivo di Timoteo. Parole chiave: Paolo, Timoteo, Tessalonica, rappresentante, alter Paulus, delegato Povzetek: Po Pavlovem odhodu iz skupnosti, ki jih je ustanovil, se med verniki po - kažejo različne vrste težav. Zaradi njih Pavel pošlje Timoteja, da reši kočljive spore. Ker je Timotej pogosto spremljal Pavla, je dobro poznal njihove razmere in težave. Njegovo poslanstvo je, umiriti dogajanje, združiti razdeljene strani, pozdraviti porušene odnose med apostolom in skupnostjo v Tesalonikah. Da bi poudaril avtoriteto svojega sodelavca, ga Pavel vernikom predstavi kot vzornika. V 1 Tes Timotej nadomešča Pavla in opravlja enako vlogo kakor sam apostol, ko bi bil lahko osebno navzoč v mestu, da bi okrepil in spodbudil vernike (1 Tes 3,2). Timotej kot alter Paulus z avtoriteto apostola krepi skupnost, oslabljeno z grenko in nasilno ločitvijo. Pavlovo odsotnost tako umiri Timotejev prihod. Ključne besede: Pavel, Timotej, Tesaloniki, predstavnik, alter Paulus , delegat 48 Bogoslovni vestnik 81 (2021) • 1 Abstract: After Paul departs from the communities founded by him, various pro- blems arise among believers. On this basis, Paul sends Timothy to resolve ten- se situations. Having often accompanied Paul, Timothy knows their circumstan- ces and problems well. His mission is to calm the situation, unite divided par - ties, and heal broken relations between the Apostle and community in Thes- salonica. To emphasize the authority of his co-worker, Paul presents him as a model to the community of believers. In 1 Thessalonians, Timothy represents Paul and does what the Apostle would have done if he had been able to go to the city – he encourages and exhorts the faithful (1Thess 3,2). Timothy, as alter Paulus, with the Apostle’s authority, must encourage the community, dishear - tened by the abrupt and forced separation. Paul’s absence is, therefore, com- pensated by Timothy’s arrival. Key words: Paul, Timothy, Thessalonica, representative, alter Paulus, delegate 1. Introduzione Il presente articolo propone un’analisi del testo di 1 Ts 3,1-10 dove si descrive il compito di Timoteo a Tessalonica. Quando non è possibile la visita di Paolo nella comunità, raggiunge i cristiani inviando uno dei suoi collaboratori. Timoteo non è sconosciuto ai Tessalonicesi e così può incoraggiare la comunità, sconfortata dalla brusca e forzata separazione. L’articolo analizza la situazione a Tessalonica dopo la separazione dei missionari e la consolazione dei fedeli dopo la visita di Timoteo nella città. Si descrive sia la missione di Timoteo a Tessalonica (1 Ts 3,1-5) che il suo ritorno (vv. 6-10). Poi si presentano alcune ipotesi se Timoteo è (o non è) co-fon- datore della comunità. Timoteo è decritto come il rappresentante dell’ Apostolo. Egli si sostituisce a Paolo, che non può essere fisicamente presente per dirimere le questioni di persona. Timoteo rappresenta dunque Paolo in sua assenza. 2. Paolo e i Tessalonicesi Durante il secondo viaggio missionario, Paolo con i suoi compagni lascia Filippi, dopo la prigionia e la liberazione miracolosa, e arriva a Tessalonica (At 17,1). Sor - prende come negli avvenimenti menzionati a Filippi e a Tessalonica non si faccia riferimento a Timoteo, ma si parli esclusivamente di Paolo e di Sila (Trevijano Et - cheverría 2002, 209). Paolo rimane a Tessalonica e per tre settimane 1 discute nella sinagoga dei giu- dei (At 17,2). 2 Benché la sua predicazione non abbia ottenuto il risultato aspetta- 1 È impossibile determinare quanto tempo Paolo e i suoi compagni siano rimasti a Tessalonica . Gli Atti dicono che ha discusso per tre settimane nella sinagoga, ma questo non vuole dire che il suo soggiorno sia durato tre settimane. Paolo avrebbe potuto restare a Tessalonica per diverse settimane, se non per mesi. (Fant and Reddish 2003, 135) 2 La discussione si apre sull’esistenza della sinagoga menzionata . Poiché sino ad oggi non sono stati trovati i resti di questa sinagoga, alcuni pensano che si tratti di una glossa (Fant and Reddish 2003, 134). Contro quest’ipotesi si pone il fatto che in varie città le sinagoghe erano istallate in abitazioni. In diver - 49 49 Ľubomír Majtán - È vero che Timoteo sostituisce Paolo... to, un piccolo gruppo di ebrei, compresi i greci credenti, aderisce al messaggio cristiano (v. 4). La loro missione, comunque, agita i giudei ingelositi che provoca- no il conflitto (v. 5). 3 Paolo è costretto a lasciare Tessalonica durante la notte e a partire verso Berea (v. 10). 4 I giudei da Tessalonica sono venuti, infatti, anche lì, a Berea, per agitare il popolo (v. 13). Paolo poi prosegue per Atene, da dove manda Timoteo per conoscere la situazione a Tessalonica. 5 A Corinto incontra di nuovo Sila e Timoteo, e ascolta le notizie riguardanti i Tessalonicesi (18,5). Gli abitanti di Tessalonica, in prevalenza gentili e in minoranza giudei della di - aspora, vissuti secondo la loro religione giudaica o le divinità che confessavano i greci, sono ora evangelizzati da Paolo e dai suoi compagni e pregati di lasciare il loro modus vivendi per cominciare a credere in Cristo (Brodeur 2013, 117–118; Pitta 2013, 78). Gli Atti menzionano l’attività di Paolo nella sinagoga solo per tre settimane. Infatti, solo nel caso della comunità di Tessalonica notiamo che la per - manenza e l’evangelizzazione di Paolo sono assai brevi (Smith 2000, 711). Paolo perde il contatto personale con gli abitanti della città. Ci sono delle do - mande nella comunità nascente che sono rimaste aperte: la santità di vita e la carità (1 Ts 4,1-12), la speranza nella risurrezione (vv. 13-18), l’attesa della parusia (5,1-11). Paolo non può rispondere personalmente a queste richieste e quindi in - via il suo collaboratore Timoteo. Paolo, con i suoi compagni, non solo fonda la comunità, ma si preoccupa anche della crescita di questa chiesa. Egli la invita a riprendere il contatto (Fabris 2014, 105). 3. Timoteo come delegato autorevole di Paolo: il testo (1 Ts 3,1-10) e la delimitazione del brano » 1 Per questo, non potendo più resistere, abbiamo deciso di restare soli ad Atene 2 e abbiamo inviato Timoteo, nostro fratello e collaboratore di Dio nel vangelo di Cristo, per rafforzarvi ed esortarvi nella vostra fede, 3 perché nessuno si disturbi in queste tribolazioni. Voi stessi, infatti, sapete che a questo siamo destinati; 4 infatti, quando eravamo tra voi, vi prean- si luoghi della 1 Tessalonicesi si rileva il retroterra semitico. Infine, non si può negare la presenza di una comunità giudaica a Tessalonica. Altrimenti non si può spiegare la costrizione alla fuga dalla città da parte dei missionari. (Pitta 2013, 74) 3 Si pensa al conflitto tra cristiani e non-cristiani . Tratta della tensione non solo verso Paolo, ma anche contro i fedeli di Tessalonica (1 Ts 1,6). I Tessalonicesi sono imitatori dei missionari e del Signore (Bar - clay 1993, 512–513). Oltre le tensioni outside, dunque i giudei ingelositi, si parla anche degli opposito - ri inside nella chiesa, cfr. Weima 2002, 210. 4 Paolo visita soprattutto le città di notevole importanza . Berea in tutta la Bibbia è menzionata solo due volte (proprio in At 17) per la sua importanza rimarchevole . Era una delle porte d’accesso alla Macedonia occidentale. (Brodeur 2013, 121) 5 Qui si dividono le informazioni tra la 1 Tessalonicesi e gli Atti degli Apostoli. Mentre 1 Tessalonicesi ci porta la testimonianza, che Paolo manda Timoteo da Atene (1 Ts 3,1), Luca menziona che Paolo s’isola già a Berea, e Sila, assieme a Timoteo, resta a Berea (At 17,14); Paolo prosegue verso Atene (vv. 15-16), dove si svolge il famoso discorso nell’ Areopago (vv. 22-31). Poi parte per Corinto (At 18,1), dove aspetta il ritor - no di Timoteo con le notizie dalla comunità di Tessalonica (v. 5). 50 Bogoslovni vestnik 81 (2021) • 1 nunziavamo che avremmo dovuto subire tribolazioni, come è accaduto e voi lo sapete. 5 Per questo motivo, non potendo più resistere, ho inviato [Timoteo] per avere le notizie sulla vostra fede, se il tentatore non vi aves- se tentati e così diventasse vana la nostra fatica. 6 Ma ora che Timoteo è tornato da voi a noi, e ci ha portato la buona notizia sulla vostra fede e sulla vostra carità e che sempre avete il buon ricordo di noi, desiderosi di vederci, come noi vogliamo [vedere] voi; 7 per questo siamo stati consolati, fratelli, a vostro riguardo, di tutta la nostra angoscia e tribolazione per la vostra fede, 8 perché ora, ci sentia- mo rivivere, se rimanete saldi nel Signore. 9 Infatti, quale ringraziamento possiamo rendere a Dio riguardo a voi, per tutta la gioia con la quale abbiamo gioito per voi davanti al nostro Dio, 10 noi che notte e giorno, con viva insistenza, chiediamo di poter vedere il vostro volto e completare ciò che ancora manca alla vostra fede?« (1 Ts 3,1-10) Mentre 1 Ts 2 descrive la separazione di Paolo dai Tessalonicesi e la successiva consolazione, con 1 Ts 3 si cambia clima, anche se ci sono termini che ritroviamo in ambedue i capitoli (»vedere il volto« in 1 Ts 2,17; 3,6.10; »io Paolo« in 1 Ts 2,18; 3,5). Paolo introduce un nuovo personaggio inviato come suo delegato autorevo- le. Dopo la separazione dei missionari, Paolo tenta di riprendere dei contatti con i Tessalonicesi (1 Ts 2,17-20). All’inizio di 1 Ts 3, l’ Apostolo decide di inviare a Tes- salonica Timoteo per avere notizie dei fedeli (1 Ts 3,1-5). In ciò che segue viene descritto il ritorno di Timoteo da Tessalonica: egli porta con sé buone notizie e un buon ricordo dei Tessalonicesi (vv. 6-10). 4. La separazione e la consolazione Dopo la fuga dei missionari da Tessalonica, la comunicazione personale è inter - rotta. Paolo stesso parla di una »separazione« (1 Ts 2,17). Lui esprime non solo il progetto di andare da loro più volte, ma anche il desiderio di vedere il loro volto. 6 Benché Paolo non ci informi della situazione dopo la partenza da Tessalonica, non cessa di preoccuparsi per la comunità: »Eravamo nell’impazienza di rivedere il vostro volto, tanto il nostro desiderio era vivo« (2,17); »Abbiamo desiderato una volta, anzi due volte, proprio io Paolo, di venire da voi« (v. 18); »Non potendo più resistere« (3,1); »Abbiamo inviato Timoteo« (v. 2); »Per confermarvi ed esortarvi nella vostra fede« (v. 2); »Chiediamo di poter vedere il vostro volto« (v. 10). Pao- lo non scrive per trasmettere le informazioni, ma per esprimere il proprio affetto e le proprie preoccupazioni (Gaventa 1998, 40). Non si può negare la connessione amichevole intrecciata tra i missionari e i Tes - salonicesi tanto che, dopo la partenza, Paolo dice: »eravamo separati.« (1 Ts 2,17) 6 Al desiderio di »rivedere il vostro volto« (1 Ts 2,17) corrisponde la risposta della comunità a Tessalonica : »Desiderosi di vederci come noi lo siamo di vedere voi« (3,6) . Per le altre somiglianze dell’analisi strutturale nella parte 2,17–3,13, cfr. Fee 2009, 124. 51 51 Ľubomír Majtán - È vero che Timoteo sostituisce Paolo... Il testo greco qui usa l’aoristo ἀπορφανισθέντες, che è un hapax nel NT. Nella ra- dice si scopre l’aggettivo ὀρφανός (orfano, senza i genitori). Letteralmente, qui Paolo dice che »siamo diventati orfani«. Separandosi dai Tessalonicesi, i missio - nari si sentivano come bambini senza genitori. L’eco del verbo ἀπορφανισθέντες la troviamo in 3,1 quando Paolo dice: »Abbiamo deciso di restare soli ad Atene.« Lui si sente come orfano. 7 Paolo e i suoi compagni non possono ritornare a Tessalonica perché »Satana ce lo ha impedito« (1 Ts 2,18). Pochi versetti dopo, per paura di vanificare la loro fede, ripete: »Per timore che il tentatore vi avesse tentati.« (3,5) Qui si apre la do- manda: perché Paolo si preoccupa tanto per la fede dei Tessalonicesi e non, per esempio, per la loro vita o il loro futuro? L’altra domanda che poniamo è: come mai Satana impedisce il ritorno di Paolo a Tessalonica, mentre il viaggio di Timo - teo non è bloccato? Cerchiamo di sviscerare le risposte in ciò che segue (Gaventa 1998, 42). Per due volte Paolo qui usa la parola ,tribolazione‘ (il sostantivo θλῖψις dei Tes- salonicesi in 1 Ts 3,3; il verbo θλίβω di Paolo in 3,4 8 ). Probabilmente non si tratta di attacchi fisici, anzi qui è presente il pericolo della defezione o dell’apostasia (εἰς κενὸν in 1 Ts 3,5 9 ). Secondo Smith, i credenti rischiano di tornare alla vita prece - dente, prima di essere evangelizzati da Paolo, perdendo i valori insegnati da Pao- lo durante l’evangelizzazione e l’ Apostolo si preoccupa della comunità, come emer - ge dall’intervento mediante Timoteo e dalla lettera, affinché i Tessalonicesi non continuino la loro prassi religiosa precedente, che non è conforme al vangelo annunciato. Ecco, le tribolazioni preannunciate e accadute in 3,4 (Smith 2000, 711). 5. La consolazione dei Tessalonicesi mediante la lettera La 1 Tessalonicesi è una lettera reale, non un discorso retorico (Pitta 2013, 79). Pa- olo esprime il proprio rallegramento personale, quando Timoteo ritorna portando con sé una buona notizia da Tessalonica. Alcuni studiosi pensano che la lettera sia stata scritta subito dopo l’arrivo di Timoteo a Corinto (1 Ts 3,6), dove Paolo era gi - unto e dove lavorò per un anno e mezzo (At 18,11). Fra l’evangelizzazione di Tessa- lonica da parte dei missionari e la stesura di 1 Tessalonicesi intercorre, dunque, un intervallo breve. La lettera risulterebbe databile all’inizio del 51 (Brodeur 2013, 122). Il compito di Timoteo si può dividere in due fasi principali: 7 Il senso di εὐδοκήσαμεν al plurale può esprimere Paolo insieme con Sila, la gente ad Atene, o plurale epistolare – plurale maiestatis (Malherbe 2000, 190). Però, secondo la versione in At 17,16-34, Paolo si reca ad Atene, senza Sila e Timoteo. Per la problematica di ,noi‘ in 1 Ts 3,1, cfr. Morris 1991, 93. 8 Nelle lettere paoline il termine θλῖψις si orienta verso la persecuzione escatologica, cioè la persecuzione dei credenti dagli aggressori o la sofferenza per la fede (Rm 8,35; Fil 1,17) . 9 L’espressione εἰς κενὸν (κενός) Polo la usa anche negli altri luoghi per indicare la stabilità del suo insegnamento o della resistenza delle comunità (1 Cor 15,58; Gal 2,2; Fil 2,16) . 52 Bogoslovni vestnik 81 (2021) • 1 5.1 La missione di Timoteo a Tessalonica (1 Ts 3,1-5) Per scoprire la situazione a Tessalonica, Paolo manda uno dei co-fondatori della comunità. In 1 Ts 3,2, Timoteo, chiamato ἀδελφός e συνεργός, sarà perfettamen- te riconosciuto e (come Paolo spera) accolto dai credenti di Tessalonica. Qual è il compito di Timoteo a Tessalonica? Innanzitutto, confortare i credenti. Paolo lo dice chiaramente: »Abbiamo inviato Timoteo /…/ per confermarvi ed esor - tarvi.« (1 Ts 3,2) Il secondo compito di Timoteo è verificare se vi è stabilità nella co - munità, a causa della brusca e forzata separazione (v. 5). I fondatori si preoccupano di quanto accaduto nella vita dei Tessalonicesi dopo la fuga dei missionari: μηδένα σαίνεσθαι (v. 3). L’hapax nel NT del verbo σαίνομαι si può tradurre come ‚turbare, disturbare, mescolare, accalappiare‘. Non è visibile solo la preoccupazione nel pre - sente, ma anche la continuazione delle azioni accadute durante la presenza di Pa- olo a Tessalonica (nel v. 4 si notano i verbi nell’imperfetto: ἦμεν e προελέγομεν). Con il v. 5 non si conclude solo questa prima parte (vv. 1-5), ma si ripete anche il motivo del v. 1 (μηκέτι στέγοντες nel v. 1 – μηκέτι στέγων nel v. 5). Mentre nel v. 1 vediamo il verbo al plurale (εὐδοκήσαμεν), nel v. 5 si usa al singolare: ἔπεμψα (κἀγώ distingue Paolo dagli altri). In sintesi, si può affermare che la missione di Timoteo ha lo scopo di testimo- niare la fede, l’amore nella comunità e il ricordo di Paolo. Non a caso Paolo sceglie in 1 Ts 3,2 due titoli per Timoteo. Lo fa per approfondire il tema dell’affetto dei fedeli (»nostro fratello«) e della fede in Dio (»collaboratore di Dio nel vangelo di Cristo«). 10 5.2 Il ritorno di Timoteo con la notizia (1 Ts 3,6-10) Eseguita la missione, Timoteo ritorna da Paolo e lo informa della situazione a Tes- salonica (Barclay 1993, 517). Non è importante parlare solo del movimento ‚da voi‘, ma sottolineare soprattutto la relazione ‚da voi – a noi‘. Timoteo lo informa su tre questioni: la fede dei Tessalonicesi, il loro amore e il loro ricordo di Paolo. Dal punto di vista sintattico, tutto il versetto di 1 Ts 3,6 è costruito come la frase subordinante e si riferisce alla frase principale nel v. 7: »Ci sentiamo consolati, fratelli.« Paolo non gioisce solo per le buone notizie portate da Timoteo, ma prin- cipalmente sente che la comunità da lui fondata rimane salda nel Signore (v. 8). Alla preoccupazione iniziale riguardo la perdita della fede dopo la partenza dei missionari, ora si sostituisce l’assicurazione finale: »rimanete saldi (στήκετε) nel Signore«. Il verbo στήκω mantiene in sé il senso militare, cioè rimanere forte, mantenere la posizione nella battaglia (Fabris 2014, 112). Con i versetti conclusivi (1 Ts 3,9-10), Paolo esprime il ringraziamento (1 Ts 1,2; 2,13) con cui nell’ Antichità si chiude di solito la lettera, glorificando gli dèi per la comunicazione avvenuta con successo. Nel nostro caso ciò significa che la missi - one di Timoteo ha portato buon frutto e che i contatti con i fedeli a Tessalonica 10 Anche negli altri luoghi Paolo usa l’idea della collaborazione per descrivere l’importanza della missione di una persona alla quale si attribuisce questo titolo (Iovino 1992, 165). 53 53 Ľubomír Majtán - È vero che Timoteo sostituisce Paolo... sono nuovamente riannodati. Il ringraziamento di Paolo, come reazione immedi - ata al ritorno di Timoteo, dura senza interruzione: »notte e giorno« nel v. 10 (Mal - herbe 2000, 203–204). 6. Il rapporto personale (ἡμεῖς – Timoteo – ὑμεῖς) È importante soffermarsi sulla massiccia presenza dei pronomi personali in 1 Ts 3,1- 10. 11 La loro frequenza misura l’intensità del dialogo epistolare (Fabris 2014, 103). Il gioco tra la prima e la seconda persona plurale esprime il rapporto profondo tra Paolo e i Tessalonicesi. Nel v. 2 Timoteo è mandato per confermare ὑμᾶς, nel v. 6 lui ritorna πρὸς ἡμᾶς. L’accento si pone ora sul ritorno; ciò tranquillizza la relazione personale di Paolo (vv. 1-4). La stessa funzione incoraggiante compie anche l’appel- lativo dei destinatari ἀδελφοί (v. 7), che esprime di nuovo la situazione pacificata e amichevole. Mentre non si può negare l’invio di Timoteo a Tessalonica, tra gli stu- diosi si discute circa la sua presenza nella città durante la fondazione della comunità. Crescono, dunque, due ipotesi: 6.1 Timoteo non è co-fondatore della comunità Quest’ipotesi si basa sull’assenza di Timoteo durante il secondo viaggio missiona- rio da Filippi fino a Berea. Non è coinvolto nell’agitazione nella piazza di Filippi, quando Paolo e Sila subiscono la punizione e sono messi in carcere (At 16,19-24), né a Tessalonica (Paolo e Sila in At 17,4-5), né a Berea (v. 10). 12 A questa ipotesi si oppone Luca, il quale non menziona tutti i dettagli dell’evangelizzazione, ma si con - centra sugli eventi più rilevanti. Così emerge la realtà, ovvero che Timoteo viene accettato agevolmente a Tessa- lonica. Se non è presente in città durante la prima evangelizzazione di Paolo e Sila, non viene dunque riconosciuto come un personaggio ,problematico‘ e quindi può tornare in città con facilità per rintrecciare la comunicazione, senza sollevare sospet - ti o reazioni pericolose nell’ambiente giudaico e fra la popolazione della città (Fabris 2014, 34). Satana ha impedito a Paolo di andare a Tessalonica (1 Ts 2,18); invece, il viaggio di Timoteo non è stato bloccato. 6.2 Timoteo è co-fondatore della comunità Nominare Timoteo come uno dei co-mittenti della Prima lettera ai Tessalonicesi in 1 Ts 1,1 (espressione genuina: »Paolo, Silvano e Timoteo«) significa conferma - re la sua sicura presenza nella città. In 3,2 Timoteo viene nominato con la descri- zione semplice di »nostro fratello e collaboratore di Dio«. Timoteo ritorna alla comunità, la quale lo riconosce subito e non è necessario attribuirgli altri termini (vedi »mio figlio diletto e fedele nel Signore« in 1 Cor 4,17; »Paolo e Timoteo, 11 Solo nella parte seconda (1 Ts 3,6-10) ἡμεῖς si ripete 7 volte e ὑμεῖς 10 volte . 12 Ci stupisce anche l’informazione di Sila . Al di fuori della menzione iniziale nel prescritto, nella 1 Tessa- lonicesi non si parla di Silvano-Sila, ma solo di Timoteo (Fabris 2014, 108). 54 Bogoslovni vestnik 81 (2021) • 1 servi di Cristo Gesù« in Fil 1,1; »mio vero figlio nella fede« in 1 Tm 1,2). Secondo Malherbe, Timoteo era con Paolo quando la chiesa di Tessalonica è stata fondata ed è appena ritornato lì dalla sua missione (1 Ts 3,6). Dunque per Paolo non c’è alcun bisogno di raccomandarlo ai suoi lettori. Timoteo mantiene contatti più vi- vaci con i Tessalonicesi dell’ Apostolo stesso (Malherbe 2000, 190–191). 7. Timoteo come rappresentante Luca non tratta del percorso di Timoteo verso Tessalonica. Tanto non ci informa del tempo trascorso da Paolo e Sila ad Atene, aspettando Timoteo. Timoteo è mandato a Tessalonica come il rappresentante di Paolo per esortare i fedeli (παρακαλέσαι in 1 Ts 3,2). Richard sostiene che Timoteo fu mandato a Tessalonica con le notizie di Paolo e Sila; e che ritorna, invece, con le notizie dei Tessalonicesi (Richard 1995, 157–158). Non solo: ritorna con lo scopo di consolare i missionari (παρεκλήθημεν nel v. 7). Adesso la stabilità della comunità dimostra il rapporto tra i fondatori e i credenti. Nella notizia di Timoteo è evidenziato che i Tessalonicesi ,sempre‘ (πάντοτε) li ricordano (v. 6). Lo stesso termine è usato nel ringraziamento epistolare: »Ringra- ziamo sempre (πάντοτε) Dio per tutti voi.« (1,2) Timoteo è descritto in 1 Ts 3,1-8 come il ministro fedele. Lui sostituisce Paolo e Sila e opera a Tessalonica mediante la sua responsabilità. È inviato come team- -worker a Tessalonica per continuare la missione dei fondatori che è stata inter - rotta. L’invio di Timoteo a Tessalonica significa la soluzione alternativa per rista- bilire i contatti con quella chiesa (Fabris 2014, 108). 8. Timoteo come alter Paulus Qualche volta, nella corrispondenza con i Tessalonicesi, Paolo parla di imitazione (1 Ts 1,6; 2,14) facendo riferimento alla parola τύπος (1,7). 13 Paolo presenta se stes- so come esempio: »Voi ricordate infatti, fratelli, la nostra fatica e il nostro travaglio: lavorando notte e giorno per non essere di peso ad alcuno vi abbiamo annunziato il vangelo di Dio.« (2,9) 14 Da Paolo, come modello concreto, si passa alla comunità di Tessalonica, che è diventata modello per tutti i credenti, nella Macedonia, nell’ Acaia, dappertutto (1 Ts 1,7). 15 La missione di Timoteo non si compie solo come conseguenza della situazione fastidiosa (vedi διὸ in 1 Ts 3,1), ma egli è visto anche come il sostituto di Paolo a 13 Più tardi nella Lettera agli Ebrei si esorta l’imitazione degli altri (6,12; 13,7) . 14 Contro l’opinione di Malherbe 2000, 188–211, che sottolinea l’approccio di Paolo di diventare modello per i Tessalonicesi, sta Kim (2005, 528–533), che parla dell’assenza di qualsiasi persona chiamata a imitare Paolo. 15 Le due province romane allargano la missione dell’esemplarità di Paolo . Poco prima lui è stato a Filippi (provincia della Macedonia), dove subisce la carcerazione (At 16,20-24). Partendo da Tessalonica Paolo punta la sua missione verso Corinto (18,1-17), capitale della provincia dell’Acaia (Pitta 2013, 95). 55 55 Ľubomír Majtán - È vero che Timoteo sostituisce Paolo... Tessalonica. Ciò che Paolo preannuncia, Timoteo lo fa (Malherbe 2000, 196). Timo- teo a Tessalonica fa quello che avrebbe fatto Paolo se avesse potuto rivedere i cri- stiani, cioè rafforzarli ed esortarli nella loro fede (Fabris 2014, 109). Se Paolo è co- lui che con coraggio annunzia il vangelo (εὐαγγέλιον in 2,2) in mezzo ai fedeli, Ti - moteo ritorna da Tessalonica portando il lieto messaggio (εὐαγγελισαμένου in 3,6). La missione di Timoteo non consiste solo nel consolare i Tessalonicesi (3,2), ma anche nel ricevere le notizie sulla loro fede (3,5). Timoteo rappresenta l’ Apostolo durante la sua assenza nella comunità. In nome di Paolo, Timoteo raggiunge i destinatari, li conferma ed esorta (1 Ts 3,2) e tenta di scoprire se nella comunità è vivo il ricordo di Paolo (v. 6). Timoteo arriva nella comunità ed è designato come »collaboratore« (v. 2) per esprimere la sua condi - zione – egli deve essere accettato come uno che è inviato dall’ Apostolo. Attraver - so la missione di Timoteo, il contatto tra Paolo e i Tessalonicesi è di nuovo rian - nodato. 9. Conclusione Timoteo è il fedele collaboratore di Paolo nel servizio del vangelo. L’ Apostolo lo pre - senta e lo raccomanda ai Tessalonicesi come suo delegato. Quando Paolo non può recarsi a Tessalonica, Timoteo fa da collegamento tra Paolo e la chiesa macedone. Quando Timoteo rientra da Tessalonica, Paolo si sente rivivere, perché gli reca buo - ne notizie. I Tessalonicesi conservano un buon ricordo di Paolo e dei suoi collabo- ratori nella predicazione del vangelo e restano saldi nel loro cammino di fede (Fabris 2014, 115). Paolo, dunque, manda Timoteo a Tessalonica come se mandasse se stesso. Egli svolge il compito dell’ Apostolo, cioè sostiene i credenti. Oltre a questo, Timoteo deve verificare la stabilità della comunità fondata da Paolo. Egli, come alter Pau- lus, con l’autorità dell’ Apostolo cresce nella responsabilità e deve incoraggiare la comunità, sconfortata dalla brusca e forzata separazione o a causa della morte di alcuni. 56 Bogoslovni vestnik 81 (2021) • 1 56 Riferimenti bibliografici Barclay, John M.G. 1993. Conflict in Thessalonica. Catholic Biblical Quarterly 55, num. 3:512–530. Brodeur, Scott Normand. 2013. Il cuore di Paolo è il cuore di Cristo: Studio introduttivo esegetico- -teologico delle lettere paoline. Theologia 2. Roma: Gregorian & Biblical Press. Fabris, Rinaldo. 2014. 1–2 Tessalonicesi: Nuova versione, introduzione e commento. I libri biblici: Nuovo Testamento 13. Milano: Paoline. Fant, Clyde E., e Reddish, Mitchell G. 2003. A Gui- de to Biblical Sites in Greece and Turkey. 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