Àbbuonamento annuo fiorini 4 semestre f.r 2. Pagamenti antecipati. Per un solo numero soldi 20. Birolgersi per gli annunzi alVÀmminis. Redazione ed Amministrazione Tia EUGENIA casa N.ro 334 pianterreno. Il periodico esce ai 10 e 25 d’ogni mese. Lettere e denaro devono dirigersi franchi alVAmininistrazione Si stampano gratuitamente articoli d’interesse generale. Avvisi in IV. pagina a prezzi da convenirsi e da pagarsi antecipatamente. Non si restituiscono i manoscritti. Excelsior____ Capodistria, 10 marzo 1885. Siamo alla vigilia delle elezioni comunali. Nei giorni 12, 14 e 16 del corrente verranno aperte le urne, dalle quali deve uscire il nuovo consiglio mu nicipale. Il Comitato chiamato dall’ unanime voce di molti tra i migliori cittadini ad ordinare e dirigere il movimento elettorale ha già publicato in apposito manifesto le liste de’ suoi candidati accompagnandole di brevi ma eloquenti parole, onde ora spetta agli elettori l’esercizio del più sacro dei loro diritti, del più serio dei loro doveri in conformità alle più care aspirazioni, ai più vitali interessi del paese. E gli elettori non mancheranno certo alla fiducia che in loro riponiamo. Noi siamo sicuri ch’essi mostreranno una volta ancora come sappiano volere, fortemente volere ove si tratti di questioni supreme d’ onore. Vi sarà chi opina diversamente ma, per carità di patria farà — ci è lecito sperarlo — atto meritorio di abnegazione ed unirà la sua alla voce de’ fratelli, coi quali s’anco dissente riguardo ad una od all’ altra delle poste candidature, ha pur comuni i principi, comuni gli intendimenti. Ecco il manifesto del Comitato che noi caldamente appoggiamo. Reca nomi prescelti ed associati da quello spirito salutare di concordia, a cui non indarno abbiam fatto fervidissimo appello. TERZO CORPO a Rappresentanti Almerigogna Ant. di Ant. Cobol Giorgio De Mori Nazario De Rin Francesco Fontanot Biagio Furlanich Giov. fu Matteo Gallo dottor Augusto Gravisi marchese Giuseppe Madonizza dottor Pietro Marsich Andrea fu Giamm. a Sostituti Manzoni dottor Domenico II Bullo Andrea fu Giovanni D’Andri Pietro fu Giuseppe || Utel Luigi Basman Pietro fu Nazario PRIMO CORPO a Rappresentanti Babuder cavalier Giacomo Bratti Andrea Cadamuro-Morgante Marco Gavardo Antonio Lion dottor Zaccaria Orbanich Antonio Petronio don Francesco Poli Luigi Totto conte Gregorio Zetto dottor Antonio a Sostituti Bullo Antonio II Rigo Paolo Flego Antonio fu Biagio || Vascon Giovanni Battista Visentini Francesco »*0*2« a Sostituti Basman Pietro di Matteo II Baseggio Nicolò fu Bortolo Venuti Leonardo || Padovan Giovanni Battista Stradi Antonio fu Nazario SECONDO CORPO a Rappresentanti Bratti ingegn. Alessandro Calogiorgio ingegn. Gregor. Gambini dottor Pier’Antonio Gravisi marchese Antonio Bongo dottor Pietro Martissa-Carbonaio Giovanni Marsich Andrea fu Domenico Pizzarello Paolo Sandrin dottor Antonio Zetto Guido ZE^O ITALIA Egli è un fatto che, dal giorno in cui 1’ I-talia progettò la spedizione militare nel Mar Rosso, la stampa europea pretese ingerirsi con un certo qual diritto di supremazia nella politica del giovane Regno. La stampa italiana non se ne diede per intesa, nè si curò mai di appagare quella curiosità indagatrice che ad ogni costo voleva sapere dove si andava ed a che fare ci si andava. La sola Italia Militare, l’autorevole organo dell’ esercito italiano, s’ è creduta in dovere di dire una franca parola in argomento e, giorni sono, pu blicò il seguente articolo del più alto significato politico. „Si trova naturale — così si scrive all’Italia militare — che la Francia conquisti il Toncliino, si pigli l’Annam, si pianti a Tunisi, blocchi Madagascar ed i porti della China. „Si trova naturale che l’Inghilterra acquisti Cipro, governi 1’ Egitto, e si spinga nel Sudan ; si applaude di cuore, e sopratutto in Italia, alle vittorie dei suoi eserciti e si deplorano i suoi insuccessi. „Si trova naturale che l’Austria abbia occupato la Bosnia e 1’ Erzegovina. „Si trova naturale che i russi si stendano in largo e in lungo nell’Asia centrale, e si applaudirebbe ad ogni loro marcia in avanti, se non si temesse la possibilità di un urto coll’ Inghilterra. „Si trova infine naturalissimo che la Germania abbia voluto portare il suo concorso a quest’opera della civiltà, e prenda possesso, in Africa, di quei territori che crede di poter colonizzare. Di operaie poeta e legislatore (dall’ „Operaio11 di Trieste) Vi presentiamo Antonio Maffi. Non è un fenomeno : è un semplice lavoratore che le proprie virtù e gli avvenimenti trassero dalla turba dei suoi compagni legando al suo nome la vittoria d’ un principio, che, sebbene nuovo, ha le sue tradizioni in secoli molto anteiiori al nostro. Egli si è rilevato dalla numerosa e forte schiera come si rilevarono molti altri operai, quali, ad esempio, quell’ Antonio Maschio, gondoliere, innamorato interprete di Dante, che noi abbiamo udito pochi anni addietro in una conferenza al nostro Gabinetto di Minerva ; quel facchino Giambattista Vigo, che portando a scaricare i sacchi di carbone nel porto di Genova, compone versi e tragedie; il pasticciere Ioacchini, che scrive di filosofia e disputa profondamente con uomini che sono vere illustrazione del-l’Italia moderna ; il contadino S. di Collatto, che descrive in squisitissimo stile i dolori de’suoi compagni di fatica.... Il Maffi, adunque, non è un fenomeno, ma è la personificazione del popolano moderno che mercè l’istruzione si migliora, si affina e si rende capace di partecipare al governo della cosa publica. *** La fonderia di caratteri dello Stabilimento Ci velli di Milano accolse il Maffi nel '64 giovinetto di 14 anni, ed applicando al lavoro la sua ardente volontà di studiare, divenne uno dei migliori nell’ arte. Egli fu ed è tutt’ ora uno dei più fervidi apostoli dell’ associazione ; e quando, nel ’74, si istituì in Milano la Società dei fonditori di caratteri, il Maffi ne fu eletto a segretario. Dotò di scuole quella Società, che prese il nome di Panfilo Castaldi — l’inventore dei caratteri mobili — applicò ad essa migliori statuti, una regolare e chiara amministrazione, sicché il Giurì dell' Esposizione dell’ 81 ebbe a premiarla di medaglia. E quando il Consolato operaio d’Italia istituì le Scuole operaie, nelle quali furono assorbite le scuole di parecchie altre società, il Maffi fu eletto a segretario della Commissione tecnica e poi maestro per parecchi anni. Il Consolato stesso affidò al Maffi parecchi incarichi delicati, che sarebbe lungo 1’ enumerare. Ma come poteva il Maffi accudire a tante cariche? — Sapeva dividere il tempo —- ecco tutto : dal sorger al cader del sole nell’ officina, la sera nelle Società operaie e nelle scuole, poi a casa, a leggere, a studiare, e. .. . a far versi ; sì anche a far versi, giacche il poetare fu in ogni tempo il conforto più caro del nostro Maffi. — E una debolezza come un’ altra questa di scrivere versi — dice il Maffi, — Ma che male faccio se consacro ai versi il tempo che altri dedica ad una partita a briscola o alle bocce ? - ** Poetò fino al giorno in cui la politica entrò nella sua modesta casuccia, scrivendo, più che per scrivere, per dar sfogo alla piena del cuore ed alla folla di pensieri, per far conoscere ed amare i deboli, j buoni, la verità e la giustizia; e toccò anche felicemente la corda della satira, sdegnato dalla moderna ipocrisia, che nasconde sotto la maschera del sentimentalismo e della filantropia il più profondo egoismo. Studiò, perchè n’ era innamora- „ Perchè dunque, se l’Italia muove un passo per entrare, stando sempre a rispettosa distanza, nella via percorsa dalle sorelle maggiori, queste dovrebbero volgersi addietro inarcando le ciglia e, con un atteggiamento e un tono di voce, diverso secondo il carattere e 1’ educazione, domandare in coro : Che vuole costei? „Ciò sarebbe semplicemente ingiusto, forse anche malaccorto ; ma quale potrebbe esserne la cagione ? Diffidenza verso la nazione rivoluzionaria ? Disdegno verso la nazione parvenue? „Non è più il tempo, in cui l’Italia provocava deliberatamente guerre europee, dava il suo contingente ad ogni insurrezione, andava spiando in Europa le spaccature per mettervi il cuneo. Oggi la grande mendica ha raccolto il suo retaggio naturale ; ha cucito gli abiti in brandelli, ha messo un po’ d’ordine in casa ; ha qualcosa da lasciare ai figli ; è divenuta guardinga ; da quasi venti anni ha scritto sulla bandiera : prudenza, pazienza. Ma tutto ha un limite e tutti i tempi vengono, basta poterli aspettare. „L’Italia non è una parvenue che si siede, non invitata, al convitto delle nazioni. Era già grande per dirla col poeta, e le altre non erano nate. Se appena ieri ha restaurato il suo palazzo, le fonda-menta di questo e le mura maestre hanno sfidato i secoli. Dopo che i bisogni più stringenti le hanno lasciato un po’ di tempo, ha frugato nelle rovine e trovato le sue memorie, le sue tradizioni; i suoi titoli. Accettatela pure in vostra compagnia, che non ci perdete nulla. Un poco di storia e di geografia 1’ ha studiata anch’ essa : certe strade quasi se le ricorda. „A fare la missionaria della civiltà si sente chiamata quanto qualunque altra nazione. Lasciatela andare, che ha gli stessi diritti di voi e saprà, quanto voi, rispettare quelli del sultano. Non può nè vuole dar ombra a nessuno ; schiva le brighe per indole e per interesse ; ma un passo 1’ ha fatto e non tornerà indietro. „Oh, benedetto il tempo in cui 15 mila uomini partivano per la Crimea, senza che ai banchieri del piccolo paese appiè dell’ Alpi venisse la febbre gialla, ai giornalisti 1’ itterizia, ai deputati la palpitazione. E si che i soldati austriaci si lavavano nel Ticino e nel Po ! “ „Benedetto il tempo, in cui tutti sapevano che la linea retta è la più breve soltanto in geometria, in cui la fede nei destini d’Italia era tanta da far parere impossibile che la strada da Torino a Milano passasse per Sebastopoli ! Benedetto il tempo in cui tissimo, il Parini — il più arguto poeta del principio del secolo nostro — e volle imitarne quella satira acutissima che si è il Giorno, scrivendo un poemetto satirico intitolato Giorni nostri, dove con fine e profonda ironia sferza il gaudente che si atteggia a filantropo. Però questo poemetto, diviso in tre cauti, restò incompiuto, causa le sopravvenute elezioni dell’ 82, che dall’ officina lo balzarono a Montecitorio. E cosi, incompleta, questa satira fa parte della raccolta de’ suoi scritti, che il Comitato elettorale permanente dei lavoratori in Milano ebbe la felice idea di publicare non ha guari sotto il titolo Versi e Prose di Antonio Maffi, corredandola di una bellissima biografia, che ci offre 1’ opportunità di riassumere questi appunti. * * * L’uomo dà il carattere allo scrittore , ed il Maffi ci si rivela una delle più savie, delle più care persone del mondo ; e si capisce che i versi lui non li ha scritti per 1’ altrui passatempo, bensì per mostrare le piaghe della società, per migliorarne gli istinti, affratellando la sua musa alle miserie del popolo, all’ idea sociale, a quegli intimi^affetti a cui brucia il più caro domestico incenso. È un libro che si legge volentieri, che fa pensare, che si ammira per la squisitezza del pensiero, per una certa impronta di franchezza che rivela un animo aperto e leale. Oltre a parecchie poesie satiriche, patriottiche, intime e d’ occasione, vi si legge una graziosa novella medioevale, un racconto storico di indole sociale narrato con maestrevole forma e stile spigliato, infine un estratto dalle memorie parlamentari dell’ autore. La politica rapi il Maffi alla poesia — e cosi dal- si aveva o no fiducia in chi teneva in mano, ma non si affacciava la sciocca pretesa che le mettesse in tavola. Benedetto il tempo in cui, quando i soldati partivano per la guerra non si faceva il calcolo dei loro anni di servizio e delle grandi manovre a cui si erano trovati, per dedurne il grado di resistenza. 0 signori, che non mettete in bilancia il morale, perchè ne avete poco, quale risultato avrebbe dato il vostro calcolo applicato ai Mille di Marsala? „Ma il paese ha realmente cambiato ? Quel tempo benedetto appartiene già alla storia antica ? Noi noi crediamo. Il lungo sonno ha ristorato il fisico all’ Italia senza danneggiarne il morale. Non è più. bambina come vogliono gli uni, ma non è neppure invecchiata come vorrebbero gli altri. Gl’ invecchiati pur troppo vi sono e vi sono quelli a cui, per usare una frase dantesca, „il ventre si assiepa davanti agli occhi" e pigliano la propria obesità per impotenza del paese, le cui sorti credono tutte racchiuse nel listino della Borsa. Essi allibiscono ad ogni soffio che viene d’ oltr’ alpe, ma il paese non teme la tramontana, nè gli scirocchi ; è sempre svelto e spigliato e, su qualunque strada si metta, vi camminerà di buon passo. „II canto della patria che si espande, commuove sempre le nostre popolazioni. La musica militare fa sempre il medesimo effetto, suoni la Marcia Reale o l’Inno di Garibaldi. I soldati partono oggi pel Mar Rosso vispi ed allegri, come trenta anni fa partivano pel Mar Nero, ed il popolo, adesso come allora, si accalca festoso e plaudente sul loro passaggio." IL PRIMO ANNO d’ AZIONE DELLA SOCIETÀ POLITICA ISTRIANA (Continuazione, vedi N. 3) Una delle prime manifestazioni di attività della nostra Società Politica si fu 1’ adunanza presidenziale tenuta a Pisino li 2 Febbraio 1884. In quel tempo, era imminente la nomina di un nuovo Titolare alla vacante sede episcopale di Parenzo-Pola; e la Presidenza, in quella seduta, con saggio provvedimento votava l’invio di un Memoriale al Ministero del Culto e dell’Istruzione, esprimendo il ragionevole desiderio „che a Vescovo di Parenzo venisse nominata persona alla quale stesse a cuore esclusivamente il benessere spirituale della diocesi, e per conseguenza si mantenesse estranea ai raggiri di parte, frenando in questi sensi l’intemperanza del clero subalterno". Con ciò la Società ha fatto sentire . per la prima volta la sua voce nelle alte sfere politiche, e crediamo non andar errati ritenendo che non poca parte abbia avuto l’autorevole sua parola, esprimente il vero voto del paese, nella determinazione presa dall’ Eccelso Ministero di dotare la Chiesa parentina di una persona che, a quanto ce ne dicono, fa sperare voglia prendere sul serio il suo ministero. — Nella stessa adunanza, per reagire all’ agitazione ostile alla Società fomentata dagli arruffa- 1’ 82 egli non scrisse più un verso. * * * * * I II Come divenne il Maffi deputato ? Fra i più ardenti e costanti nel chiedere la riforma elettorale erano stati i membri di quel Consolato operaio, ed una volta promulgata la riforma elettorale — il che fu nel gennaio dell’ 82 — si costituì un Comitato allo scopo di organizzare le forze operaie e scegliere in esse il loro candidato. Vi fu dapprima un gran dire su queste intenzioni del Consolato operaio ; i moderati cercarono gettare il ridicolo sul deputato operaio. „Sarà egli — chiedevano ironicamente — il rappresentante dei parrucchieri, oppure dei calzolai, o dei falegnami, o dei fabbri?"— „Sarà — rispodevano gli operai, fermi nella loro giusti-ficatissima idea — sarà il rappresentante di tutti quelli che lavorano, di tutti quelli che soffrono". E la sera del 26 ottobre, il teatro della Canobbiana era gremito di cittadini ; e migliaia e migliaia rumoreggiavano alla porta, ansiosi di penetrare in teatro per vedere e udire il candidato dei lavoratori. Fu un susurro generale. La figura rozza e gagliarda d' un atleta che tutti s’ attendevano, si presentava in un omino pallido, con una testa riucciutella, fronte ampia e due occhi splendenti d’intelligenza. Cominciò a parlare, e la sua parola fu una rivelazione. La battaglia era vinta, ed il suo discorso fu ascoltato con attenzione sempre più viva, con applausi sempre più crescenti. E tre giorni dopo, 10,408 voti portavano a Montecitorio il primo operaio deputato. *•*-«- - * * * popoli clericali-croati, i quali tentavano di insinuare nei facili cuori della gente del contado la infame idea, che la Società fosse sorta per danneggiare la classe dei contadini, la Presidenza decretava la pu-blicazione di un caloroso appello alla popolazione delle campagne; il quale, esposto il vero scopo per cui la Società s’ era costituita, ed enumerati i vantaggi che il paese giustamente se ne riprometteva, chiudevasi con queste belle parole : „Adunque smettete ogni sospetto contro la „Società politica Istriana" ed anzi approfittate della stessa per stringere vieppiù i legami di unione, di quell’ unione di cui nei tempi addietro — ed allora le cose andavano molto meglio che oggidì — abbiamo dato tante prove ; imperocché allora appena la Società politica potrà essere utile a tutti. Se adunque taluno tenta di scuscitare in voi dei dubbi, se vi si dice che i signori si sono u-niti in società per danneggiarvi, non gli credete — questi tali cercano di seminare la discordia, perchè sanno benissimo che in tale caso chi dominerebbe su voi, sarebbero loro e pei loro scopi tut-t’altro che d’interesse provinciale .... In vece tenetevi bene in mente, che coloro che voi dite signori hanno bisogno di voi, quanto voi avete bisogno di loro, e quindi che un disaccordo non potrebbe che recar danno agli uni e agli altri." Questi adunque sono i veri intendimenti della nostra Società politica, fatta oggetto fin dal suo nascere delle ire bieche altrettanto che impotenti di quel pugno di gente, che senza posa agita tra i nostri contadini per impennarli a dimostrazioni di cui non comprendono il significato ; queste le basi di un reciproco accordo tendente al miglioramento delle sorti politiche ed economiche della provincia, di fronte ai non mai a bastanza biasimati agitatori i quali, propagando a squarciagola le più abiette teorie di un comuniSmo finora tra noi sconosciuto, allettano i pochi illusi con promesse ognora impossibili finché la legge avrà forza di tutelare i diritti rettamente acquisiti. — Per la publicazione degli atti sociali fu scelto in quella adunanza il periodico parentino „Fistila"; scelta questa che, sebben determinata dalla considerazione ch’esse è il giornale maggiormente diffuso in provincia, specie nella campagna, non ci parve la più opportuna. Non facciamo qui questione di merito o di demerito, chè, il periodico parentino è sotto ogni riguardo degnissimo della scelta ; vogliamo soltanto dir francamente la nostra opinione, tanto più che ci siamo riservati il diritto di farlo, quando ci proponemmo di esaminare in questo articolo 1’ operato della Società politica Istriana. Si sa che „l’Istria", se non di fatto, è dall’opinione publica ritenuta 1’ organo della Giunta Provinciale. Appunto per ciò ci sembrava inconsulto Un episodio. Alle 9 di quella sera un vecchio si precipitò nella casetta del Maffi, e stringendogli la mano, gridò con voce tronca dall’ emozione : „Eletto ! comincia il trionfo del popolo ! Voi non mi conoscete, ma volli venire a darvi la notizia pel primo, perchè siete il rappresentante dei deboli e dei lavoratori ! .... Per me posso dire d’ essere vissuto abbastanza. “ * * * E giunsero telegrammi ed auguri da Napoli, da Genova, da Torino, da Roma : e le adulazioni scivolarono giù come aqua sul marmo levigato, porò non vi lasciarono nel Maffi la minima traccia. Alla vigilia della sua partenza per Roma così concluse il suo dire agli operai elettori che si recarono a salutarlo nella sede del Consolato operaio : „Da una parte stanno le sconfinate speranze e lo scetticismo più sconfortante, stanno gli scherni e gli incoraggiamenti — dall’altra vi sono io, povero operaio, sul quale stanno rivolti gli sguardi di tutto il paese. Se non posso assicurarvi, o compagni, che adempirò all’ ufficio con valore ed ingegno, vi posso assicurare che nessuna debolezza, nessuna transazione mi renderà mai indegno della vostra stima. “ * * * e Appena entrato in Montecitorio fu presentato a Varò, allora presidente provvisorio. „Così piccolo e fa tanto rumore" — esclamò il Varò nel vederlo ; ma fin dalle prime sedute, tutti trovarono in lui un giovane serio, grave, di brevi parole, che sapeva rispondere sempre con senno, schivando ogni esagerazione ch’essa fosse ad un tempo Porgano di una Società, la quale, libera, assolutamente libera nello svolgimento del suo programma, poteva in casi speciali trovarsi in disaccordo colle vedute di quella Autorità di cui, l’Istria" è creduta il porta voce. Ed avverandosi un tal disaccordo, qual poteva essere il contegno di un giornale che fosse l’organo d’ entrambe ? — Quando la Presidenza della nostra Società politica, studiata l’ardua questione di una eventuale unione delle tre provincie litoranee, publi-cava la „Relazione del Comitato sulla questione di una più intima unione dell’ Istria con Trieste", „l’Istria", che non ne era punto persuasa, nello scambio di idee che s’ebbe coll’ Indipendente di Trieste, chiuse la sua partita con questa dichiarazione, che cioè „prima d’ assumere la veste di organo della Società politica Istriana, aveva inalberata una bandiera, che è quella del grande partito italiano della provincia" e che non era sua colpa „se l’opuscolo della Società politica la metteva in diretta opposizione col suo primo programma, che è quello che ha giurato in primo luogo di mantenere. “ Noi reputiamo fermamente che “F Istria „ non abbia fatto con ciò allusione a vedute diverse della nostra Giunta, ma non possiamo non riconoscere che essa può talora, in forza d’impegni anteriori, trovarsi vincolata alla manifestazione di idee differenti da quelle, cui è chiamato a sostenere il sodalizio residente a Pisino. Or bene, ad evitare tali inconvenienti, che influiscono sinistramente sull’opinione publica e pònno suscitar malumori tra quei corpi morali, tra i quali, a conseguire lo scopo finale, vorremmo sussistesse l’accordo più perfetto, noi avremmo desiderato che ad organo della nostra Società politica fosse scelto o piuttosto creato un giornale, il quale, per sè indipendente da estranee influenze, fosse sempre ed in tutto solidale colle idee della stessa, manifestando senza ambagi e senza timore di trovarsi in opposizione con un anteriore programma il vero pensiero sociale. Ecco ciò che avremmo desiderato. — Nella seconda seduta della Presidenza, tenuta a Pisino li 30 Marzo 1884, si portò a speciale disamina l’importante questione di un’ ampia investigazione sull’ istruzione publica popolare, affine di notarne gli eventuali difetti e di avvisare ai miglioramenti. All’uopo fu determinata la nomina di delegati, uno per ciascun distretto giudiziario, autorizzato ogni delegato di associarsi quante altre persone ritenesse necessarie per agevolarsi il compito. Ai quali delegati noi raccomandiamo con vivo interesse di spingersi mediante i membri dei consigli locali nei recessi delle scuole e vedere che vi si faccia. Argomento di speciale sorveglianza devono essere le scuole bilingui o miste, 1’ atto dell’ iscrizione nell’ una sezione piuttosto che nell’ altra, la lingua usata dal Catechista, e simili altre cose di momento. E si di pensiero e di forma. I moderati tentarono subito farne uno dei loro, ma s’incontrarono in persona più di loro scaltra e di fede incrollabilmente radicale. Maffi in Parlamento non prende mai la parola per soddisfare la vanità personale di fare un discorso : è però sempre il portavoce coraggioso degli oppressi e dei diseredati, ed è sempre ascoltato con profonda attenzione. La sua presenza alla Camera dissipò molti pregiudizi! che alcune classi ripetono, anche in buona fede, contro gli operai ; fu il più eloquente rimprovero per la trascuranza nella quale gli operai vennero tenuti dalle classi fin qui dominanti ; foce sentire la necessità d’ una giustizia sociale riparatrice dei torti della vecchia società, facendo conoscere che la libertà — speranza degli uni e timore degli altri — può diventare senza pericolo il bene di tutti. * * * II Maffi è nel Parlamento lavoratore instancabile come nell’ officina ; egli tenne dopo 1’ 82 conferenze in Milano, in Roma, in Terni ; partecipò a diversi Comizi, ed avendo il Consolato Milanese fondato il giornale Za Rivista Operaia, egli ne assunse la direzione, esercitandola con amore ed attività. Quando la Camera ha le grandi vacanze, il Maffi riveste il camiciotto e torna, modesto, nell’ officina a fondere caretteri. E versi ne farà più ? Sarebbe proprio un peccato se il parlamentarismo avesse in lui affievolito 1’ estro. badi in ispecialità, dacché ne abbiamo il diritto noi, alla scelta dei maestri per le scuole bilingui. Incoraggiando l’istruzione coi mezzi già tentati e con altri ancora che andrà studiando, e con una scrupolosa sorveglianza delle scuole, la Società politica riuscirà certamente a migliorare lo stato miserando in cui si trova questo importantissimo ramo della puhlica azienda, e ad impedire i mai troppo deplorati abusi, che tramutarono una istituzione tanto benefica e tanto dispendiosa in palestra di agitazioni politiche. (iContinua) --------- RELAZIONE dell’ Istituto di Credito fondiario Istriano. Come abbiamo promesso nell’ antecedente numero, riportiamo qui dall’ accurato reso-conto che abbiamo sott’ occhio, alcuni dati sommari sull’ attività spiegata da codesto nostro Istituto di Credito nell’anno 1884, quarto di sua esistenza. Cassa. Civanzo in denaro contante li 31 Dicembre 1883 . . f. 9739, Introitati nel 1884 . „ 135016,951|2 Assieme f. 144756,80 Esitati „ „ 129714,86 Rimanenza f. 15041,94 L’Inventario chiudevasi alla fine del 1883 con f. 938,05, ed al 31 Dicembre 1884 con f. 903,83 tenuto calcolo de’nuovi acquisti per f. 16,60 e di f. 50,82 dedotti per naturale deperimento. Mutui ipotecari. Estradati 169 per f. 387600; per numero tengono il primo posto quelli sopra terreni (89); per importo quelli sopra caseggiati (148600). Fatta deduzione di 5 mutui restituiti per f. 2619,21, e di altre restituzioni in f. 23350,33 a titolo di pagamenti parziali di capitale e rate di ammortizzazione, nel 1884 conseguivasi un aumento di 164 mutui per f. 360730,46 ai quali aggiugendo i 1097 „ „ „ 1525069,47 degli anni anteriori si hanno 1261 mutui per f. 188579,93 che ci rappresentano lo stato de’ mutui ipotecari alla fine del-l’anno 1884. Fondo di ammortizzazione. Importava alla fine del 1883 ..........................f- 24730,53 le rate di annualità introitate nel 1884 sommarono.....................„ 25969,54 Assieme f. 50700,07 de’ quali f. 47100 dènno servire a coprimento delle lettere di pegno già estratte ma non ancora ritirate, e f. 3600,07 restano disponibili per la prossima terza estrazione. Lettere di pegno. Ne circolavano alla fine del 1883 N. 3967 per f. 1549800. Emesse nel 1884 per nuovi mutui erogati...........N. 670 per f. 387600 per cambio „ 11 „ „ 10500 Ritirate per N. 681 „ „ 398100 cambio. N. 11 per f. 10500 e rimbors. „ 5 „ 900 16 11400 In aumento nel 1884 N. 665 f. 386700 a cui aggiungendo l’anteriore circolazione in . 3967 „ 1549800 al 31 Dicembre 1884 ne circolavano................N. 4632 per f. 1936500 di cui N. 4507 per f. 1889400 non ancora estratte e „125 „ 47100 estratte e non ritirate Effetti. I civanzi investiti in proprie lettere di pegno risultavano alla fine dell’ anno anteriore in f. 68000, nominali f. 68680, al tasso di 101 °j0; gli acquisti durante 1’ anno ascesero a f. 39000, nominali f. 37771,67, al 96,72223 °|0 Tenuto calcolo degli interessi relativi a tutto il 1884 (4850) ad un utile sul corso di borsa (1763,33) con diffalco d’ interessi realizzati (3875) aline d’anno, lo stato degli effetti risulta in f. 107000, nominali computati a f. 109140 (102 °]0), i quali nel bilancio generale, come vedremo in seguito, sono valutati in f. 106465 cioè in ragione del 991[2 °|0 per deduzione degli interessi scadibili al 1 Gennajo successivo. Conto prò diversi. (Depositi) Riporto dal 31 Dicembre 1883 ......................f, 1019,52 versati durante 1’ anno 1884 dai mu- tuatarj..................................... 4912,88 Assieme f. 5932,40 di questi vennero restituiti nel corso dell’anno...............................f. 5041,75 Rimanenza f. 890,65 più f. 800, valore nominale in lettere di pegno, tenute in deposito per conto di terzi. Interessi. Fatto fronte a tutte le esigenze, questo conto da ultimo si chiude al 31 Dicembre 1884 con un beneficio di f. 3049.24. Conto Regìa. Le spese reali di regìa prò 1884 figurano per f. 6020,19 laonde, tenuto conto degl’ introiti statutari, questa partita si chiude con un utile netto di f. 7399,80 destinato in aumento del Fondo di Riserva, cui prò 1881 veniva assegnato l’importo di............... fi 1003,62 I|2 a cui prò 1882 veniva assegnato l’importo di „ 6727,07 a cui prò 1883 veniva assegnato l’importo di „ 3078,80 a cui prò 1884 veniva assegnato l’importo di........................ 7399,80 alla fine dell’anno 1884 resta perciò costituito dalla somma di . . . fi 18209,291|2 Utili e danni è il conto che segue ed illustra i precedenti, chiudendosi con una eccedenza d’introito di fi 7399,80 da riesportarsi, come s’ è detto, al fondo di riserva. Lo stesso dicasi del Bilancio al 31 Dicembre 1884 il quale, naturalmente, chiudesi colle stesse risultanze finali, dianzi avvertite. Nell’esame di tale bilancio, con vera compiacenza la nostra attenzione viene richiamata dalle seguenti due cifre, la disparità delle quali a nostro avviso, non è priva di significato. L’Istituto alla fine del-1’ anno rimaneva debitore, a titolo d’interessi, di fi 1190; e viceversa, per lo stesso titolo rimaneva creditore di f. 674,11 — differenza f. 515,89 a suo favore — ; d’ onde è lecito dedurre, che i mutuatari, in tesi generale, e nei loro rapporti col-l’Istituto di credito in parola, mettono maggior premura nel pagargli in tempo utile gl’ interessi passivi di mutui da essi contratti, di quello che ne mettano i possessori delle lettere di pegno nel ritirare dall’ Istituto stesso gl’ importi de’ relativi coupons scaduti. In soli quattro anni adunque, che ponno dirsi i primi quattro passi di sua esistenza, l’Istituto di Credito fondiario Istriano potè mettere assieme la cospicua somma di f. 18209,29 ^ quale fondo di riserva. Noi ripetiamo il voto che tale fondo possa, quanto prima possibile, essere costituito da somma ancor più ragguardevole e ciò sopratutto nel-1’ interesse della provincia. Ter norma, facciamo da ultimo presente ai possessori delle lettere di pegno di tale Istituto di credito, che per analoga decisione Ministeriale 31 Marzo 1883 N. 2430—455 i detti effetti vanno esenti per legge da qualsiasi trattenuta a titolo d’imposta rendita ; e così restano esonerati i detentori delle lettere stesse di comprendere nelle eventuali annue fassioni gli interessi relativi. ----------------------------------------------------- Pregiatissimo sig. Redattore, Parlando di codesto Periodico, è il Patria che si deve dire, o la Patria? La questione non mi pare oziosa, specie per quei postini e per quelle librerie che volessero annunziarne la vendita con un cartello. Pensate che sconcio ! „Qui si vende la Patria per quattro soldi! “Ne avrebbe scandalo Giuda che pur mercanteggiava a prezzi molto bassi. Dall’ altra parte a dire il Patria stonerebbe, massime perchè non tutti si avvisano della elisione della voce periodico, della quale andrebbe inteso 1’ articolo maschile. La questione va rimessa al Gherardini, se alla sua Appendice alle Grammatiche ne aggiunga un’ altra. Pare del rimanente che il signor Redattore sia molto tenero dei sottintesi : a farlo apposta, c’ è un’ altra elisione nel titolo del Periodico. Patria, piuttosto che un nome, è un aggettivo, e nel caso concreto si riferisce al sostantivo terra che vien taciuto. Dunque terra patria, terra del padre, luogo dove è nato il padre. È strano come titolo di un giornale ! Oltre di ciò cresce da un lato l’inconvenienza dell’ articolo maschile, e dall’ altro la tentazione di vendere la patria a un prezzo così ineschino. Siamo tra Scilla e Cariddi, ed è prudente di non si muovere nè verso 1’ una parte nè verso l’altra. Quant’ è a me, da molto tempo chiamo il periodico in discorso dal nome del Redattore, ora p. e. il periodico di Pietro Marin, ed esco pel rotto della cuffia. Quando presi in mano la penna, non aveva in mente di parlarvi di questo, ma di un’ altra cosa che dirò subito ; ma essendomi bisognato di nominare il periodico, mi sono avvenuto alla difficoltà che ho ragionata. Ed ora vengo al mio primo proposto. Nella così detta questione nazionale che da qualche tempo si agita nella nostra provincia, fra le innumerevoli sentenze e dizioni che si adoperano a sproposito ce n’ è una, della quale vorrei che co-desto periodico si occupasse un tantino, io dico del senso delle parole lingua materna. Da molti si crede che lingua materna di uno sia la lingua nazionale della madre, i quali non pensano che se qualche influsso potesse avere sulla nazionalità del figlio la lingua nativa dell’ uno o dell’ altro dei genitori, la prevalenza la dovrebbe avere senza meno il padre. Ma nè il padre nè la madre. Emilio Zola è figlio di genitori italiani, e intanto d’ italiano non sa nè seppe mai una parola ; or chi dirà che la sua madre lingua sia l’italiana ? Madre si dice quella lingua, la quale in certo modo ha partorito l’intelligenza di un uomo. Questa intelligenza esiste nel bambino come potenza, in quello stesso modo che l’uomo esiste potenzialmente nell’ uovo materno prima della fecondazione ; ora perchè l’intelligenza potenziale divenga intelligenza attuosa, è necessaria la parola, la quale può venire, indifferentemente pe’ suoi effetti, o dalla madre, o dal padre, o vuoi da qualunque altro, come occorre dei bambini che per qualunque siasi motivo non fruiscono dell’ assistenza dei genitori. Può accadere benissimo pertanto che per il figlio di genitori slavi la madre lingua sia l’italiana o la tedesca, se cioè questi genitori svegliarono l’intelligenza del loro figlio colla lingua tedesca o italiana ; come per converso un figlio di genitori italiani avrebbe pèr madre lingua la lingua slava, se i genitori, o chi per essi, gli avessero parlato per prima in questa lingua. E se nella famiglia si parlassero promiscuamente due o più lingue differenti ? In tal caso i figli di quella famiglia avrebbero due o più lingue madri. Ciò però avviene di rado, e quando avviene, una lingua ha sempre la preminenza. A dirimere la questione, rifletta, chi si trovasse nel dubbio, in qual lingua egli pensi, e quella è la sua madre lingua. Va solo eccepito il caso che uno per le vicissitudini della vita avesse dimenticato la lingua della sua fanciullezza, la qual lingua rimarrebbe pur sempre la sua lingua materna, anche quando non ne ricordasse più una parola. Su queste tracce vorrei che una penna più abile della mia elaborasse un articolo per le colonne di codesto periodico. Sarebbe prezzo dell’ opera. Il signor Redattore gradisca la mia buona volontà, e mi tenga per uno de’ suoi ammiratori. VA-IŠTIT^-S i. Or che l’aria s’imbruna e vien la sera la testa chino, e della mamma mia bisbiglio involontario la preghiera d’ affetto piena e di melanconia. Ah, senza il riso della primavera, senza carezze d’ una mano pia anche questa giornata passò via, come le altre sconsolata e nera ! Ma di gaudi le ore, i dì perduti o nell’ ira o nel riso sul sentiero, pria di svoltar, m’accennano i saluti: Ma ostinati, implacabili al pensiero passando mi susurrauo i minuti : il passato, il passato è un cimitero. . . II. Un cimitero ! — e quanti stan sepolti là degli affetti che nutriva il core; nella fossa comun son là raccolti, canti di gioia e canti di dolore. Or li riveggo quegli usati volti, ma sì affilati che ne provo orrore : ahi ! son essi, son essi i sogni stolti che mi frodaron le più dolci ore. Eppur seguendo quell’ imagin vana che dal suo seno un falso lume sferra, cieca folleggia questa creta umana ; E nell’ insano vaneggiar la terra oblia la folle, e quella voce arcana del nulla immenso che 1’ abbraccia e serra. VITTORE MATEIOICH. Sunto del Verbale della 64.a seduta della Giunta provinciale Parendo 5 Gennaio 1885. Viene nominato il signor Giuseppe Bvadicich da Pedona a membro delegato nell’ i. r. Consiglio scolastico distrettuale di Eisino, in sostituzione del defunto Ferdinando Dr. Segher, pel rimanente periodo di funzione del Consiglio medesimo. Si accorda ai Comuni di Lipa e Podgraje la sovvenzione di fior 200 per la provvista del mobilare di quelle scuole popolari. Sulla domanda del Consiglio d’Amministrazione di San Vincenti si accorda che vengano introdotte nei Comuni censuari da esso dipendenti, durante l’anno 1885, le addizionali comunali occorrenti al coprimento della deficienza risultante dai rispettivi bilanci. Si comunica all’ i. r. Direzione di finanza un nuovo rettificato prospetto e calcolo riguardo al conteggio degli incassi sulle restanze pel fondo provinciale, per quello d’ esonero e pei fondi stradali. Sopra ricorso della Deputazione comunale viene annullata la deliberazione 15 decembre p. p. della Rappresentanza comunale di Gimino, modificante le modalità fissate per la divisione e vendita del bosco comunale Presica nell’ anteriore seduta 26 maggio 1884. Approvato il risultato dell’asta per l’affittanza della cava di saldarne nel fondo Loquizza, si rimette il Consiglio d’ Amministrazione di San Vincenti a stipulare il relativo contratto col deliberatario. Vengono liquidati ed assegnati al Magistrato civico di Trieste complessivamente fior. 23,096:50 a pagamento di spese arretrate per orfanelli istriani pegli anni 1877, 78 e I semestre 1879. Seduta 65.a. — Parenzo li Gennaio 1885. Vengono nominati i signori Marco Cadamuro-Mor-gante, ingegnere Francesco De Rir, Avvoc. Augusto D.r Gal’o ed Antonio D.r Zetto a membri della Commissione per la decisione degli eventuali reclami contro le liste elettorali communali di Capodistria a sensi del § 17 del Reg. E. C. Si delibera V acquisto di 38 copie del Manuale di Geografia, Storia e Statistica del Litorale, teste edito dal prof. Bernardo D.r Benussi, per essere distribuite in regalo alle biblioteche distrettuali dei maestri, ai Ginnasi di Capodistria e di Pisino ed alla Scuola nautica di Lus-sinpiccolo, nonché ad alcuni più distinti allievi degli Istituti summenzionati. Accogliendosi le proposte del Direttore della stazione eno-pomologica provinciale, viene deliberato di sopprimere col mese corrente la continuazione della stazione succursale di Pisino, sostituendo alla medesima un Osservatorio d’Agricoltura pratica. Viene presa a notizia la comunicazione dell’ i. r. Autorità scolastica provinciale, che l’i. r. Ministero del culto ed istruzione con decisione 29 novembre p. p. N°. 22732, accogliendo il ricorso della Giunta provinciale, ha ordinato che la scuola di Lovrana sia divisa in due sezioni, 1’ una con lingua d’istruzione italiana, e 1’ altra con lingua d’istruzione slava. Si dispone per l’incasso di fior. 700 assegnati dai fondi dello Stato quale primo quartale della sovvenzione per la Stazione eno-pomologica provinciale e per la Scuola pratica di enologia. Si aderisce alla proposta ricostituzione del Consiglio scolastico locale di Fiamma, Tacendosi in pari tempo cessare dalle sue funzioni il temperano amministratore scolastico. Si trasmette alla Podesteria di Pinguente lo schizzo, descrizione e calcolo sommario di spesa della progettata strada Salise-Sdregna, per le ulteriori deliberazioni della Rappresentanza comunale. Fatto, in base alla legge provinciale 8 novembre 1881, il riparto della spesa occorsa per la costruzione della strada di accesso alla stazione di Lupoglao, s’ invitano le podesterie di Pinguente e di Rozzo a versare entro il mese di settembre le relative quote, la prima di fior. 43 :29 la seconda di fior. 246:60. Si accordano fior. 100 alla podesteria di Dobrigno a titolo di sovvenzione pel compimento dei lavori di costruzione della cisterna in Suzana. Sopra proposta della Rappresentanza comunale di Parenzo, e del Consiglio civico di Rovigno si accorda 1’ attivazione nei comuni censuari dello stesso nome, durante 1’ anno 1885, delle addizionali comunali occorrente al coprimento della deficienza risultante dai relativi conti di previsione. Viene presa a notizia la comunicazione dell' avvenuta costituzione della nuova Rappresentanza comunale di Filano. Vengono accolte trenta istanze per frazionamento di debito d’ esonero verso pagamento del rispettivo quoto di debito, proporzionato alla rendita catastale delle particelle liberate. Si comunicano ai Comitati stradali i stabiliti percenti, secondo i quali verranno attribuiti ai singoli fondi stradali gli incassi a titolo addizionali arretrate durante l’anno 1885. —----------------(ogXXS0*1— --------------------- Varia. Addì 1 corr. la Congregazione di Carità con ottimo intendimento volle ricordare la memoria del compianto prof. Combi, tanto benemerito della veneziana beneficenza, specialmente educativa. Ha perciò deliberato di inaugurare una lapide che Io ricordi nell’ Orfanatrofio maschile, al quale 1’ ottimo prof. Combi dedicò affettuose e diligenti cure, riforman- do specialmente la istruzione professionale, rendendo quelle scuole veramente proficue ai poveri fanciulli ricoverati ed all’Amministrazione della sostanza dei derelitti dalla fortuna. Oggi alle ore 2 pom. venne, nell’ Istituto Manin, alla presenza di tutte le autorità cittadine e col concorso di amici ed ammiratori del compianto Combi, nonché degli orfani dell’ Istituto stesso, inaugurata la lapide di cui ci piace riportare l’iscrizione : CARLO PROF. COMBI IN CUI l’elevatezza della mente gareggiava con l’affetto generoso di cittadino E LA SOMMA OPEROSITÀ E INTEGRITÀ DELLA VITA DEI PII ISTITUTI MASCHILI EDUCATIVI AFFIDATI ALLA CONGREGAZIONE DI CARITÀ ORGANIZZATORE SAPIENTE INDEFESSO CH’ EGLI AMÒ COME PADRE IMMATURAMENTE RAPITO ADDÌ XI SETTEMBRE MDCCCLXXXIV % * * . . Con vivo rincrescimento abbiamo appresa la notizia dell’ improvvisa morte del Dr. Angelo Zenatti, assessore municipale di Trieste. Uomo di bell’ ingegno e di cuor generoso, godeva 1’ estimazione e 1’ ammirazione di tutti per le sue virtù cittadine. Agli afflitti figli, Dr. Albino e Oddone le nostre vivissime condoglianze. * * * Tutti i giornali italiani dedicano lunghi articoli al primo centenario della nascita di Alessandro Manzoni che ricorreva il giorno 7 corr. Marzo. * * * x Nel febbraio decorso scese nel sepolcro una delle più spiccate individualità triestine, il barone Carlo Rittmeyer. Uomo di gran cuore, di fina intelligenza, di carattere franco e leale visse stimato da tutti i partiti, morì da tutti i partiti rimpianto. La nostra consorella perdette in lui un valido difensore de’ suoi diritti nazionali ed auto- nomici, il povero un instancabile generoso benefattore. * * * Torbidi anzi addirittura rivolte a Castua a Veprinaz a Lovrana in causa dell’ agitazione croata, che si lascia spargere a piene mani in que’ poveri paesi, i quali, fidi alla nostra vecchia Istria, alla sua civiltà e coltura italiana, non vogliono saperne d’ unione al grande regno di Zvonimiro. E il Governo che fa? Il Governo impone per l’istruzione nelle nostre scuole medie un Atlante di certo Trampler, in cui Trieste ed il Goriziano appariscono abitati da Sloveni, e l’Istria tutta da Promontore in su da Serbi - Croati, eccettuata una striscia lungo la costa occidentale da Pirano a Pola, che pietosamente viene accordata agli Italiani. Ecco come v’ insegna la geografia ! * * * Il Conte Coronini ha proposto al parlamento l’istituzione di un Tribunale per la verifica delle elezioni politiche. Dovrebbe essere composto di membri della Suprema Corte di Giustizia, del Tribunale dell’ Impero e del Tribunale Amministrativo. * * * I nostri cordiali saluti a quell’ amico del popolo eh’ è il Conte Valentinis, nuovo presidente della Società operaia di Monfalcone. --------------------------------------------------------- La Direzione della Società di mutuo soccorso coope-ratrice di Grisignana ha dato la seguente relazione sul-1’ operosità sociale durante il 1884. : Consoci ! E un IV anno è passato di esistenza della Mutua Grisignanese: essa ora cammina al compimento del primo lustro. — La Società fin’ ora non ha mancato al suo scopo, e con tutti quei mezzi che sono stati a sua disposizione, legalmente ha procurato il benessere morale e materiale dei propri membri. — La sociale Sezione Musica procede soddisfacentemente, e col suo sviluppo fa emergere maggiormente la nostra istituzione. — Il mutuo soccorso, 1’ unione e la solidarietà degli operai ed agricoltori — base fondamentale della Società — non vennero meno; ed il paese ha potuto vedere i frutti della concordia, dell’ affetto alla patria, della fratellanza e del buon volere. — Al 31 dicembre 1884 la Società contava N. 73 soci effettivi, N. 6 soci protettori e N. 2 soci onorari.— Pur troppo, onde mantenere regolare il cammino della Società, la Direzione in seguito dovrà procedere rigorosamente contro i soci morosi, nei sensi delle disposizioni statutarie. — E la morosità di alcuni soci e-merge chiaramente del Reso-Conto che vi si comunica, poiché con 73 soci effettivi potevasi avere un maggior introito di contributi settimanali. — Come indica appunto il Reso-Conto, approvato dai revisori, lo stato della sostanza sociale al 31 dicembre 1884, ammontava a fior. 605.74. — In tutto 1’ anno 1884, si introitarono complessivamente fior. 231.49, che col civanzo cassa prò anno 1883 di fior. 133.48 V» formano un introito generale di fior. 364.97 V2, da cui risulta un civanzo cassa alla fine di dicembre 1884 di fior. 100.51.— Durante 1’ anno 1884, vennero soccorsi N. 10 soci in malattia, con un importo di fior. 52. — Vennero date pure a soci bisognosi delle gratuite antecipazioni, ed assunti dei mutui al 6 °/0. — La vostra Direzione ha’ la coscienza di aver adempiuto il proprio dovere ; ma pel progrediente sviluppo della Società, devono concorrere le forze unite di tutti i soci, precipuamente mediante il diligente, e regolare ver- samento, o pagamento dei canoni settimanali : 8 soldi sono ben pochi ! — La sociale Direzione spera non pertanto che alla chiusa dell’ anno 1885, le condizioni finanziarie della Società, saranno migliori ; — e lo scopo, ed i principi suoi, troveranno largo appoggio nell’ amore, nell' unione, e nella concordia di tutti i soci. — Esaurito con ciò il suo compito, la Vostra Direzione, carissimi consoci, vi porge un fraterno saluto. ESPOSIZIONE PERMANENTE dell’ Arte e dell’ Industria TRIESTE Corsia Stadion N°. 29 I fratelli Falzari di Connons si fanno obbligo di avvisare cotesto rispettabile pubblico, che nei locali di questa Esposizione essi tengono un copioso assortimento di mobili a lustro d’ ogni genere di propria fabbrica a prezzi da non temere alcuna concorrenza. Franco di Dazio in tutta la Monarchia. PUBLICO RINGRAZIAMENTO Profondamente commossa, porgo i più sentiti ringraziamenti a tutti coloro che resero tributo di omaggio al defunto mio marito Michele accompagnandone la salma all’ estrema dimora. Capodistria, li 10 Maggio 1885 Carolina Vedova Rupnich N. 353 Avviso di concorso a quindici stipendi per la frequentazione dei Corso agronomo primaverile 1885 in PARENZO. Viene aperto il concorso a numero quindici stipendi da fiorini trenta l’uno, da conferirsi sui fondi dello stato, all’ oggetto di agevolare l’intervento degli agricoltori, meno provveduti di mezzi, al Corso agronomico primaverile, che si terrà presso questa stazione eno - pomologica sperimentale, nel prossimo venturo mese di marzo. I concorrenti dovranno inoltrare la propria istanza a questa Giunta provinciale, entro il giorno 20 febbraio a. c., corredandola della indicazione dell’ età, della dichiarazione di sapere leggere e scrivere, e di un certificato dell’ Autorità comunale del luogo, che dichiari essere il petente di condizione agricola e possidente di fondi, e trovarsi il medesimo in circostanze economiche, che giustifichino il bisogno del chiesto sussidio. Dalla Giunta provinciale dell’ Istria SOCIETÀ CITTADINA NAVIGAZIONE A VAPORE fra Capotta e Trieste --------*»(E§Ì)«=--- Col giorno 1 Marzo p. v. i piroscafi Ulti 8 filili» faranno (tempo permettendo) le gite giornaliere, fino a nuovo avviso, col seguente ORARIO NEI GIORNI FERIALI: da Capodistria per Trieste da Trieste per Capodistria I. Corsa . . ore 7 ‘/2 ant. II. „ . . . „ 3 V, pom. I. Corsa . . . ore 11 ant. II- v........v 5 poni. NEI GIORNI FESTIVI: I. Corsa. . . ore 7 ’/, ant. II. 4 ’/jpom. I. Corsa . . . ore 11 ant. II. „ . „ 53/,pom. Prezzo di passaggio soldi 30 indistintamente; per fanciulli sotto ai 12 anni soldi 20. Nolo delle merci da convenirsi col capitano. Il punto d’approdo a Capodistria è il Porto, a Trieste la ggBF* Riva della Sanità "3M3 Capodistria, 20 Febbraio 1885. 81» a>iec$;o»e. METEO MABIX Editore e Redattori mpomiibli# CAP0DI8TBU Tipografia di CABLO PBIOBA