ORGANO DELL’UNIONE SOCIALISTA DEI LAVORATORI Anno VUL — N® 367 Redazione e Amministrazione: CAPODISTRIA Via Santorio 26 - tei. 128 Un anno fà il mese di ottobre si apriva in un’atmosfera greve e pesante a causa delle divisioni italiane che «l’operazione Pelia» aveva schierato ai confini italo-jugo-slavi in un estremo tentativo di provocazione, inteso, forse, a preparare il terreno per l’applicazione della non certo commendevole nota bipartita dell’otto ottobre, alla cui gestazione nelle cancellerie an-glo-americane non era certo estraneo nè il consiglio nè la pressione di Palazzo Chigi. Poi le divisioni di Pelia tornarono alle loro sedi. Vi tornarono perchè la saggezza politica dei popoli jugoslavi non aveva consentito che la provocazione generasse il conflitto. Le divisioni rientrarono nelle caserme dopo che una ferma e responsabile iniziativa del governo della Jugoslavia dette l'avvio alla distensione per la quale il ritiro simultaneo delle truppe dal confine era la necessaria e prima condizione. Il sangue freddo, la volontà di pace e il realismo politico del governo jugoslavo avevano fatto fallire la speranza che la pressione militare ai confini potesse avere un valore politico o comunque potesse rappresentare, per chi l’aveva promossa, un vantaggio nel problema politico della questione triestina. La stessa decisione, lo stesso sangue freddo, la stessa volontà di pace e lo stesso realismo politico dei popoli e dei dirigenti jugoslavi soffocò sul nascere le assurde speranze che potevano esser state poste, nel tentato diktat dell’8 ottobre, dai suo autori e dai suoi ispiratori. L’opinione pubblica mondiale prese atto del fatto che, per opera della Jugoslavia, era rientrata la provocazione armata che aveva per alcuni giorni messo in pericolo la pace, ed era rietrata anche l’oltraggiosa mossa diplomatica che avrebbe trasformato la questione triestina in un pericolosissimo focolaio di tensioni a di odio fra i popoli interessati — direttamente od indirettamente — al problema di Trieste. Della reazione dei popoli jugoslavi e del giudizio dell’opinione pubblica mondiale era inevitabile dovessero tenerne conto le cancellerie che — cedendo a ricatti — avevano reso possibile la provocazione militare e, con il diktat, avevano commesso un grave errore politico oltre che un’ingiustizia. Fu così che l’iniziativa distensiva presa dal governo jugoslavo (unita alla decisione di difendere militarmente e diplomaticamente i diritti della Jugoslavia nella questione di Trieste) smascherando la provocazione e l’arbitrio, non solo chiarì la pesante atmosfera che gravava ai confini, ed attorno al problema triestino, ma impose quella revisione di posizioni che doveva aprire la via alla soluzione concordata della vertenza di Trieste, Fu così che una provocazione armata e un errore politico fecero trarre ai responsabili conseguenze che si stanno rivelando positive. Da questo punto di vista furono forse utili la provocazione armata di Fella e il diktat di Londra e Washington. Utili in quanto fecero cadere le ultime illusioni di chi credeva che si potesse agire con la Jugoslavia sulla base delle minace e delle imposizioni. Perchè il diritto e la ragione trionfino è spesso necessario lo scossone della realtà contro l’abuso e le assurde pretese. Prima che «l’operazione Pelia» dicesse al mondo dove era la saggezza e dove l’assurda pretesa, si ven filavano «soluzioni» del problema di Trieste sulla base di un «problema del TX.T.», e si parlava di cittadine della nostra zona che a-vrebbero «dovuto» tornare sotto la sovranità ed il dominio italiano. Si parlava di Pirano, isola. Capodistria, di assurde «linee etniche continue», ed erano ignorati gli interessi jugoslavi a Trieste, come pure si ignoravano i diritti della popolazione triestina — degli sloveni in particolare, ma non dei soli sloveni — a determinate garanzie. Si ignorava il diritto di Trieste! alla sua vita economica, inconcepibile se separata dai suoi naturali legami col suo retroterra, non soltanto jugoslavo ma anche, se non principalmente, jugoslavo. Prima del diktat dell’otto otto-bre l’incoraggiamento e la parzia * i, lità delle cancellerie occidentali verso Roma, tentando di mettere la Jugoslavia in condizioni di inferiorità diplomatica, non solo impedivano una soluzione concordata del problema di Trieste, ma faceva di esso un pretesto per aperte e sempre più accese mire romane verso territori jugoslavi. Trombata l’operazione Pelia. Morto prima di nascere il diktat. Acresciute le simpatie internazionali pei la giusta posizione jugoslava in difesa della pace e della dignità dei popoli dei Balcani, si sviluppava la base psicologica per l’alleanza di Bled che seppelliva ogni velleità di espansioni imperialiste verso i Balcani, Chi aveva finto di ignorare la Jugoslavia l’otto ottobre! ha dovuto tenerne conto dopo. Chi tentava la pressione della provocazione armata, ha dovuto piegarsi alle trattative su piede di parità. Chi sognava Capodistria e Pirano come un passo vtirso più avanzate pretese, ha dovuto riconoscere gli interessi territoriali, nazionali ed economici dei popoli jugoslavi a Trieste e nella zona «A». La forza ha dovuto cedere al diritto. L'arbitrio alla giusta causa. ' Il diktat alla soluzione concordata. Così oggi si può parlare di una soluzione del problema di Trieste come l’avvio a migliori rapporti fra Italia e Jugoslavia . Perchè a ciò si giungesse, i popoli jugoslavi si sono assunti il peso di nuovi sacrifici : nella loro coscienza nessun sacrificio — purché sia compatibile con la dignità a non umilii nessuno — è troppo grande quando è al servizio della pace. Ma il sacrificio nel nome della pace è pensabile solo dopo che si è dimostrato che esso è liberamente accettato. Non imposto da divisioni sferraglianti ai confini nè da strumenti diplomatici che sono semplici pezzi di carta quando violano il diritto dei popoli. L’ottobre 1953 fù foriero di minacce alla pace. Che l’ottobre 1954 porti promesse di pacifica collaborazione. Ma non si dimentichi, mai, che domani — come nell’ottobre 1953 — la violazione del diritto non porterebbe alla vittoria dell’arbitrio.- Esattamente come l'arbitrio, per volontà di popolo, non trionfò un anno or sono. L. V. Celebrando il X anniversario fdella liberazione della Bosnia sud-orientale „NOI LAVORIAMO PER L'AVVICINAMENTO DELLE FORZE DELLA PACE NEL MONDO" Nel suo discorso agli ex combattenti della Bosnia e a una grande folla, il Maresciallo Tito si é a lungo soffermato anche sulle questioni interne in Jugoslavia e sulla morale sociale Nel corso delle celebrazioni pei ranniversario delle liberazione della Bosnia sud-orientale, il Presidente della Repubblica Maresciallo Tito ha preso la parola dinanzi a 80 mila persone. La maggior parte del discorso del Maresciallo Tito è stata dedicata a una profonda analisi dei successi deH’edifioazdone socialista in Jugoslavia. Egli ha rilevato che nei prossimi anni la principale attenzione e le maggiori cure saranno rivolte all’lagmcoltura, per passare dalla coltura estensiva a quella in-, tensiva. Parlando dei prezzi dei prodotti agricoli, il Maresciallo Tito ha rilevato una tendenza all’aumento ed ha sottolineato che alcune imprese commerciali hanno un modo di agire inconcepibile con la concezione della democrazia socialista. «Se le leggi — ha detto il Presidente della Repubblica — non risolveranno da sole questi problemi, sarà allora necessario che intervenga l’opinio- Dopo una serie di inoontri tra i rappresentanti dell’organizzazione sovietica del commercio estero e della Camera del commercio jugoslava, è stato firmato sabato soorso un accordo che prevede lo scambio di alcuni prodotti. Seoondo le dichiarazioni del ministro Drašković alla recente conferenza stampa a Belgrado, la Jugoslavia riceverà nafta, ootone, antracite e carta da rotativa, in cambio di carni, tabacco, canapa e soda caustica. ne pubblica con la sua critica ed il suo controllo.» ■ Il Maresciallo Tito ha poi affermato che la popolazione ha pieno diritto e dovere di criticare e controllare ogni ramo della vita sociale e l’opera di ognuno. Il Presidente della Repubblica ha poi rilevato la completa normalità subentrata ormai nella vita interna jugoslava e ha posto in rilievo il fatto che alcuni elementi originariamente ostili hanno dovuto rendersi conto della realtà e hanno finito addirittura con l’apprezzare i successi raggiunti. «Coloro che mantengono ancora posizioni di ostilità sono ridotti ormai a singoli elementi senza prospettive di domani.» Ricordando alcuni commenti in inerito al suo prossimo viaggio in India e in Birmania, il Presidente della Repubblica ha dichiarato che la Jugoslavia non sta cercando di creare una terza forza nel mondo. «Quello che noi vogliamo e desideriamo — egli ha detto — è dare il nostro contributo all’avvicinamento di tutte le forze che nel mondo lavorano per la pace intemazionale.» Dopo aver sottolineato che l’invito a visitare l’India e la Birmania è stato da lui accolto molto volentieri, il Presidente della Repubblica ha spiegato come gli stretti contatti di—amicizia con questi due Paesi siano il risultato della conseguente politica di principio condotta dalla Jugoslavia, politioa ohe le ha fruttato grande prestigio e simpatia fra gli Stati africani, asiatici e dell’America Latina. «Si può dire — ha affermato il Maresciallo Tito — ohe non vi è un solo Paese in quelle regioni del mondo che non abbia dimostrato piena comprensione per la nostra politica estera.» Un particolare riferimento il Presidente della repubblica ha dedicato ai rapporti fra la Jugoslavia e i Paesi del vicino Oriente, esprimendo la propria soddisfazione pei Lancaster House ha chiuso i battenti. I ministri degli esteri dei sei paesi firmatari della fallita CED. assieme a Foster Dulles, Eden ed il canadase Pearson, sono riusciti a portare in porto la navicella della ricercata, e contrastata, alternativa alla Comunità difensiva europea, fallita pooo più di un mese fa al banco di prova dell’Assemblea Nazionale francese. A giudicare dal comunicato ufficiale e dalle dichiarazioni fatte dai capi delle varie delegazioni partecipanti alla conferenza, tutti sarebbero rimasti soddisfatti. Questo malgrado che a ventiquattro ore dalla firma del documento conclusivo, i nove ministri degli esteri si fossero trovati di fronte alla secca di una presa di posizione di Mendès-Fran-ce che li aveva non pooo allarmati e quasi fatti temere un naufragio. La secca era rappresentata concretamente dalla richiesta del primo ministro francese di maggiori garanzie di controllo del riarmo della Repùbblica di Bonn e dell’industria tedesca degli armamenti. Lo scoglio era grave e le divergenze non facili a superare. Pertanto sembra che i nove, almeno formalmente, le abbiano superate. Evidentemente Mendès-France, con la sua abituale franchezza deve aver detto ai suoi oolleghi ohe se si voleva concludere qualche cosa che non facesse la fine della CED bisognava tener conto del fatto che il parlamento francese non si sarebbe lascia to convincere da una copia conforme di quello che aveva bocciato un mese fa. Siccome senza la Francia, e meno ancora contro la Francia, Perdere i diritti «Sembrano cimai rassegnati a un a pur doloroso destino, quello ioè di trasferirsi al di quà della uova linea di confine. Meglio il ■aiferini enti)', dicono che restare laccati da Trieste, ossia dall’Italia, finire sotto la Jugoslavia. Essi ensano anche — come si sà si trat- i, al novantanove per cento di po-olazioni italiane che addirittura plorano la lingua slovena - che 1 am-linis trazione italiana prowederà a na loro sistemazione cosa del resto he pare prevista anche daU’aceor-o.»(Dal «Giornale di Trieste» del corr.). Se la mostruosa e mastodontica nacchina delle illusioni, delle lu-inghe, degli allettamenti, delle protesse, degli incubi, del terrore, ’olle minacce e dei ricatti — pri-ta azionata dai C. L. N. e poi dal-'Ufficio Terre di confine, con la profusione dei miliardi esporti al popolo italiano — ha funzionato così bene per la snazionalizzazione di Pola e della zona B, tutto lascia prevedere che altrettanto avvenga per i villaggi del maggesano cui si riferisce l’organo di Rino Alessi che, bontà sua, li ha italianizzati al 99%. C’è già infatti chi minaccia i ritardatari della zona B, rappresentando loro il pericolo della «perdita dei diritti» di farsi mantenere dal popolo italiano quali «martiri dell’italianità» a pagamento in natura e in contanti. Speriamo che la esperta e previdente burocrazia romana abbia già escogitata una nuova indennità per i suoi alti papaveri che, col «rientro di Trieste in grembo alla Madre Patria,» vengo-m a perdere la doviziosa «indennità di missione all’estero» finora da essi percepita per i loro viaggi * servizi nella «martoriata città.» non è possibile una comunità difensiva europea, Mendès-France si deve essere sentito in una botte di ferro. H compromesso raggiunto non sembra infatti differire gran che, nella sostanza, dalle richieste francesi. Soddisfatto anche il cancelliere Adenauer il quale, certamente, ha in -tasca il risultato della promessa restituzione della sovranità alla Repubblica Federale, nonché un sostanziale riconoscimento del diritto a riarmare ed a partecipare su un affermato principio di parità alla comunità europea. Il che vuol dire l’entrata della Germania Federale nel Patto Atlantico, sia pure per la porta del Patto di Bruxelles al quale è stato tolto il dente antiledesco. Certo al Cancelliere non sfugge che una pratica soddisfazione a Men dès-France è stata concessa a Londra. Però essa oonsiste in un impegno volontario (anche se condizione necessaria) a non produrre certe armi in Germania e a non disporre di bombardieri a laTgo raggio, e di sottomarini e navi da guerra di tonnellaggio molesto per la Francia. E non solo per la Francia. Signifi-oativa concessione fatta da Adenauer è quella rappresentata dagli impegni a non cercare nella forza un’unificazione della Germania c una revisione dei oonfini. Concessione importante, poiché è fatta non tanto, forse, in omaggio a Mendès-France, quanto alla realtà distensiva intemazionale che impone di non chiudere le porte per trattative fra est ed ovest sulla vessata questio dell’unificazione tedesca. Però «tutto sommato Adenauer si dice soddisfa-tissimo. Soddisfatto anche Dulles il quale — magari di ricambio — può portare qualcosa agli elettori americani che, votando il prossimo novembre, giudicheranno la sua politica estera non certo ricca di quei successi oltranzisti che aveva promesso in funzione di guerra fredda ideologica fra blocchi contrapposti, sia in Europa che in Asia. Soddisfatto Eden il quale all’impegno (il più atteso dal parlamento di Parigi!) che ha dovuto concedere a Mendès-France di mantenere sul continente le divisioni britanniche, può contrapporre il fatto che il ritorno della Gran Bretagna in Europa è un mezzo per evitare che il dipartimento di Stato americano finisca ool dominare il continente. Senza contare che un fallimento della conferenza di Londra avrebbe posto l’Inghilterra nella difficile situazione di scegliere fra Francia e Stati Uniti. Scelta che, qualunque fosse stata, avrebbe staccato la Gran Bretagna da un prezioso alleato. Soddisfatte anche le potenze mi- ri miglioramento delle relazioni con gli Stati arabi. «Questi paesi — egli ha detto — pur .non guardando in precedenza a noi con eccessiva simpatia, comprendevano anche allora la nostra situazione e noi possiamo oggi affermare tranquillamente di avere con essi ottimi rapporti di amicizia. Rapporti òhe d’altra parte abbiamo anche con lo Stato di Israele. Ottimi rapporti di amicizia e di comprensione — ha detto il Maresciallo Tito — ci legano allTndia e alla Birmania, Paesi che avendo raggiunto recentemente la propria indipendenza hanno difficoltà molto simili alle nostre. L’India è un paese pacifista che sotto la guida del saggio primo ministro Nehpi segue una politica estera che contribuisce al rafforzamento della pace, così come la sua politica interna contribuisce alla soluzione di molte difficoltà sociali.» Il Presidente della Repubblica ha concluso la sua rassegna dei rapporti della Jugoslavia in campo intemazionale, citando le relazioni e i rapporti amichevoli con l’Etiopia, il Brasile, il Cile, l’Argentina ed altri paesi dell’America Latina dove dappertutto il prestigio della nuova Jugoslavia è in forte ascesa. Alla conclusione del discorso del Presidente della Repubblica, la folla dei convenuti e la massa dei reduci della divisione d’assalto del-l’Erzegovina, della 12.esima e 13.esdma brigata «Erzegovina» hanno salutato il Maresciallo Tito con una imponente manifestazione per dimostrare il loro attaccamento all’uomo che con .saggezza e fermezza ha saputo guidare l’edificazione della nuova Jugoslavia socialista, tracciando inoltre una politica estera di principio e di coerenza che ha posto la Jugoslavia al centro dell’attenzione, del rispetto dei popoli progressisti ed amanti della pace. I venti anni della “Ljudska Pravica,, Soddisfatti i nove di Londra ma non si sa fino a che punto Dal convegno di Lancaster House é nata una specie di CED piu’ adeguata alle esigenze dei vari Paesi europei e forse piu’ aperta alla collaborazione nel mondo nori che hanno trovato modo di dire di si, salvando i propri interessi senza dispiacere a nessuno. Forse ad essere soddisfatto solo formalmente è stato Martino. Però avrà pensato che non ne ha colpa in quanto la politioa estera italiana (nei metodi e nei fini) in fondo lui la ha ereditata e non indirizzata. Ora il 21 ottobre i nove si ritroveranno a Parigi per vedere come gli esperti se la saranno cavata nel formulare -gli «accordi sui dettagli.» Cosa non facile e non scevra di pericoli. Se fra 16 giorni saranno contenti anche gli esperti, gli accordi passeranno alla ratifica dei Parlamenti. Se anche li tutto andrà bene, sarà nata una comunità europea, di compromesso si, ma non eccessivamente oltranzista. Una CED, insomma, più adeguata alle esigenze dei vari paesi e, a quel ohe sembra, forse più adeguata come primo passo al dima intemazionale che richiede oggi forme di collaborazione e di mutua difesa più aperte alla pacifica collaborazione fra i vari stati, anziché formazioni a coloritura — o maschera — ideologica in funzione di divisione del mondo in blocchi contrapposti. Riuscita rassegna di Vigili del fuoco Ha avuto luogo domenica scorsa a Capodistria la pTeaimuncialn rassegna del Vigili del fuoco del distretto. Alla manifestazione hanno preso parte anche rappresentanze di altri distretti della Slovenia, cosicché il numero dei partedpanti ha raggiunto la considerevole cifra di quasi 2.000 appartenenti al benemerito corpo. Il programma delle manifestazioni ha avuto inizio ndla tarda serata di sabato oon concerti bandistici in riva dell’A. P. J. e in piazza della Rivoluzione', 'trattenimenti danzanti e fuochi artifidali. Al mattino di domenica si è svolta allo stadio «I. Maggio» un’esibizione dei vari gruppi in una serie di esercizi, fra i quali quelli dei piccoli pionieri, aspiranti vigili del fuoco, hanno destato particolare simpatia. Ha avuto luogo, quindi, la parata dei reparti e degli automezzi, e l’ammassamento in piazza della Rivoluzione, dove sono stati tenuti discorsi d’occasione. Verso le 11.30, un’esercitazione di spegnimento e salvataggio, oompiuta sul costruendo edificio in riva dell’A. P. J. ha sollevato l’ammirazione e l’interesise della numerosa folla, che non ha mancato di esprimere la propria ammirazione per la perizia e il ooraggio dimostrati dai pravi pompieri. Il popolo della Slovenia ha celebrato la scorsa settimana il ventesimo anniversario della fondazione della «Ljudska Pravica». Nel quadro delle manifestazioni, hanno avuto luogo in molte località della Sloveìda rappresentazioni di ogni genere e conferenze politiche crii-minate quindi oon la grande ma-festazione di domenica a Dolnja Lendava. In questa zona del Prekmurje, famosa per i suoi pozzi petroliferi, si è riunita una folta massa di popolo alla quale ha porto il saluto Viktor Ilovar, direttore della tipografia della «Ljudska Pravica». Egli ha rievocato i particolari, difficili momenti nei quali questo combattivo giornale del Partito iniziò il suo fruttuoso lavoro. Nel suo discorso sono passati così i più duri momente della storia del popolo sloveno, le difficoltà e le lotte, le speranze ed i successi. E’ seguito un breve programma culturale, concluso il quale è stata scoperta una lapide commemorativa nella casa dello scrittore Miško Kranj, primo redattore della «Ljudska Pravica». Nella casa di questo scrittore, anch’egli presente alla manifestazione, fu tenuta nel 1938 una riunione nella quale venne costituita • l’organizzazione del partito per il Prekmurje. Un’altra lapide commemorativa è stata murata neH’edificio che accolse la prima redazione della «Ljudska Pravica». Per lo’ccasione il Maresciallo Tito ha voluto indirizzare al comitato re-pubblicano per le celebrazioni del ventesimo lannijvershrijo dell’oiì;ymo sloveno del Partito una lettera nella quale è detto fra l’altro: «Nel-rimpossibilità di associarmi di persóna .alla celebrazione di questo importante giubileo, colgo l’occasione per esprimere i miei migliori auguri al collettivo della «Ljudska Pravica», col desiderio ohe i suoi sforzi servano in avvenire, come fu già nel passato, a cimentare i postulati della rivoluzione e ad apportare un notevole contributo alla edificazione della nostra comunità socialista. «Come organo del Partito e del C. C. della Slovenia, la «Ljudska Pravica», allargando le idee progressiste tra le forze del lavoro, ha svolto un importantissimo ruolo, già all’inizio della sua attività', nella lot- ta contro gli anti-popolari regimi di Stojadinović, Gvetković e Maček. Questo giornale si assunse già allora il compito di formare quelle forze che nei momenti più difficili, quando il popolo sloveno era fatto oggetto dei più duri tentativi di distruzione da parte dell’implacabile occupatole, resero possibile il movimento di liberazione nazionale in questa parte del nostro Paese.» Sottolineando il contributo della «Ljudska Pravica» alla lotta, il Presidente della Repubblica scrive quindi che il suo compito non è ancora finito: «La «Ljudska Pravica» ha dato in questi anni, insieme al resto della nostra stampa, il suo contributo al rinnovamento e al rafforzamento economico del Paese, come pure alla formazione del lavoratore socialista. Nella convinzione che tutta la stampa slovena lavorerà, sull’esempio della «Ljudska Pravica», per gli interessi del popolo, invio a tutti i partecipanti a questa celebrazione cordiali saluti e al collettivo della «Ljudska Pravica» l’augurio di sempre maggiori successi». Anche il compagno Edvard Kardelj, vicepresidente del Comitato Esecutivo Federale, ha fatto pervenire al popolo del Prekmurje un messaggio nel quale rifà a grandi linee la storia di ventanni della «Ljudska Pravica». «L’idea di fondare il giornale che poi lsi chiamò «Ljudska Pravica» — dice il compagno Kardelj nel suo messaggio ■—- nacque, per quanto io ricordi, fra la fine del 1933 e l’inizio del 1934. Ricordo molte bene i motivi per i quali fondammo il giornale proprio nel Prekmurje: .si trattava di sfuggire all’attenzione della censura, che a Lubiana era molto severa, e quindi dd avere un centro dove il movimento popolare fosse forte, come era appunto a Lendava. Le aspettative non andarono deluse perchè il popolo del Prekmurje dette al giornale il pieno appoggio politico e materiale». Le manifestazioni a Lendava si sono concluse nel pomeriggio di domenica cun un grande comizio popolare nel quale ha parlato il Presidente della Assemblea Popolare slovena, compagno Miha Marinko. Al suo posto 44 «Venezia onorerà prossimamente la memoria di Nazario Sauro oon una significativa cerimonia che si concluderà oon l’offerta al sindaco doti. Spaino della colonna romana e di due massi dell’Arena di Pola, portati nella città lagunare dagli esuli nel 1947 col piroscafo «Toscana». La colonna era stata rizzata sul posto dove Sauro subì il mart! rio il 10 agosto del 1916.» (Dal «Giornale di Triesste» del 1 sett, n. s.). Una città più indicata di Venezù' per onorare la memoria di Nazari) Sauro non poteva essere scelta. In ■ fatti il Sauro non ha esitato ad affrontare «il martirio» per far sì che Venezia riprendesse Tincontrastate dominio su quel mare Adriatico che l’ex podestà Pelia e poi successore di Mussolini nell’impero dei sette fatidici colli, poteva proclamare dal l’alto del Campidoglio —appellar) ■ dosi ad un grossolano falso storici) — «lago di Venezia.» E il miglior frutto del suo «martirio» fu appunto l’eliminazione su quel mare e lo go della maggiore e pericolosa con ■ corrente a Venezia, di Trieste. Bei) fecero anche gli «esuli» portando ol loro seguito da Pola la colonna ro mana rievocante Nazario Sauro. Con la storica traslazione, ess i non solo onoravano la memoria di Nazario Sauro, ma attestavano an che la propria gratitudine al di lui degno figlio, Libero Sauro che, combattendo entusiasticamente soi ■ to le insegue di Hitler per hi «Adriatisches Küstenland» ha ere ■ ato le basi per la situazione che hi favorito il loro esodo con tutti I gialli più o meno sensazionali du cui è stato preceduto, accompagna to e seguito. E SE NE VANTANOI «Il Branoati sapeva ch’ero stato un entusiasta dell’impero di Abis sinia (e non me ne vergogno pun to), che mi ero arruolato volontario (e me ne vergogno ancora meno) K Fortunato, o anche no: gli artigli col capo all ingiù, jl(l ia possibilità di procu-_ ^ ... farsene uno. Avendolo, può stormire delle fronde, il mormorio del ruscello, lo SCrO- anni Prima c^e l’equipaggio sciare della- cascata, il rombo decidesse ad abbandonarla, non senza aver fatto utili scoperte , : • ' ' . - -, * racei, del fascino delil’usignolo, della soave capinera e della garnda rondine che hanno ispirato poeti e musicisti in opere immortali? E del merlo, del tordo, del fringuello, della cingallegra? Dobbiamo convenire che gli uccelli hanno una sensibilità musicale straordinaria t possono dare dei punti anche agli uomini, questi esseri quasi perfetti. I volatili, in genere, furono sempre oggetto di molti studi da parte dei oiù grandi naturalisti e tutti sono concordi nell’affermare le loro grandi doti canore c musicali. RAGNI MUSICISTI Tuttavia anche altri animali posseggono quello che, prosaicamente, potremmo definire il «bernoccolo della musica». I ragni escono dal bu- benissimo fare a meno del grammofono o della radio e, persino, della ... moglie! I 200 anni del parafulmine Anche questi Maribou amano la musica? come- Telefante, si mise a balla, molleggia, fa capriole dondolare ritmicamente lo e giravolte in una cadenza co, spinti sino alVorlo'della proboscide al suono di moti- perfetta^ con la sua voce e loro tela dalla semplice me- vi patetici e ad agitarla mi- con un abilita da far arrossi- lodia di un carillon. Si toc- nacciosamente a quelli mar- re il migliore degli acrobati, conta che il grande musicista ziali, trascendendo poi m fu- Ma chi lo supera e sen„ù Il parafulmine è ormai conosciuto da tutti, quale efficace mezzo di protezione dal le furie del cielo, ma non tutti sanino che quest’anno ricorrono duecento anni dalla sua scoperta. E se il nome di uno degli inventori è noto agli scolaretti — Beniamino Franklin — pochissimi conoscono il secondo a contendersi, con Franklin, l’onore dell’invenzione : Prokop Diviš, sacerdote della Moravia, che ha sperimentato il suo parafulmine nel 1754 (all’epoca stessa degli studi di Franklin), arrischiando di essere preso dai suoi rozzi parrocchiali per un invasato dal demonio, Con tutte le conseguenze Che intero arcipelago, cui fu dato il A bordo si commentava una curiosa coincidenza che sul morale di quei lupi di mare, rozzi e superstiziosi, ebbe un brutto effetto: il comitato promotore della spedizione si, era costituito1 il 13 gennaio, il 13 gennaio veniva terminata la chiglia della nave, il 13 giugno si varava, il 13 giugno partiva da Bremerhaven e, infine, ripartita dopo una breve sosta da Tromsö, il 13 luglio aveva incontrato i ghiacci, dopo 13 giorni di navigazione. Inoltre, il 13 ottobre — giorno in cui si commentava queste stranezze del caso — il termometro segnava 13 gradi Rea-mur sotto zero! Venne il Capodanno. Si trascorreva il tempo tentando di intraprendere qualche esplorazione. I) 22 gennaio7 la nave corse il pericolo di venir inghiottita dai ghiacci che premevano con tutta la loro potenza sui fianchi. Si provvide in fretta a puntellarla, mentre il mercurio e il petrolio s’era-no congelati. In seguitoci fu un periodo di relativa calma e si riusci anche a organizzare importanti esplorazioni. La prima portò alla scoperta . della cosidetta Terra di Francesco Giuseppe. Poi si scoprì un_ ma, sepolta dai compagni nei ghiacci nordici. Il 10 marzo 1874 un gruppo composto da Haeler, Klodtz, Payer, Lukjnovic, Katarinié, Popi-schill c Lette, con. i cani lapponi, lasciò la nave in direzione nord' ovest. Per giorni camminarono fra «iceberg», fosse, baratri, cumuli di neve c montagne di ghiaccio. Furono scoperte le isole Hall e Mac Glinto^k, numerose baie e fiordi. Al suo ritorno partì un altro gruppo con la promessa di un premio di mille fiorini se fosse riuscito a toccare F80° e duemila cinquecento fiorini per F820 di latitudine. Di questo gruppo facevano parte anche Susié, Lukinovié e Zaninovié. Furono scoperte nuove isole che presero il nome di Salm, Shönan, Wiener-Neustadt, Karn, Becker e la Terra del Principe Rodolfo. Si rilevò punti geografici di riferimento e si raccolse molto materiale sulla struttura geologica del terreno, sull’atmosfera, sulla fauna marina, ecc. Quegli uomini, all’estremo delle, forze, raggiunsero il 7 aprile 1*81031 di latitudine, molto più a nord, quindi, della spedizione Hayes del 1861. La marcia fu una delle più faticose. Tutti, o quasi si ammalarono di oftalmina o di scorbuto, ebbero gli arti congelati e soffrirono terribilmente della cosidetta «sete polare». Nonostante ciò continuarono ad avanzare e scoprirono la Terra di re Oscar, la TTerra di Petermann e le isole Coburgo. Raggiunsero così 1*8205’ di latitudine nord, superando ogni più lusinghiera aspettativa. Al ritorno si decise di ripartire per l’Europa. La nave fu abbandonata al proprio destino e l’equi paggio intraprese il viaggio che fu un vero calvario. E’ interessante notare che per le insistenti correnti dal sud i ghiacci si spostavano verso il polo, per cui la spedizione si trovò ad un certo momento allo stesso punto geografico di partenza, nonostante avesse percorso centinaia di miglia tra fatiche inenarrabili. Riuscì, comunque, a superare i ghiacci e imbarcarsi sulle scialuppe che aveva trascinato con se. Sulla costa della Terra delle oche, dietro un promontorio, gli uomini della spedizione incontrarono di notte due pescatori siberiani, che li guidarono fino all’imbarco su uno «scuner» russo, a bordo del quale si rifocillarono e furono curati. Il 3 settembre sbarcarono a Varda, smentendo lo tristi previsioni che s’erano fatte in tutta Europa sulla loro sorte Erano passati esattamente 812 giorni dalla loro partenza da Vienna. è interpretato dalla nota stella americana Joan Crawford assieme a Wendel, Corey, Lucile Watson, Allyn Joslyn c William Bishop, i quail sono stati ingaggiati per la casa di produzione Columbia dal regista Vincent ScheTman, i La signora Harriet si prepara a visitare la propria madre, ricoverata in un’ospedale per malattie nervose. Esrendo la prima volta che abbandona il marito dopo le nozze, dispone con una cocciuta pedanteria tutto il servizio che il persona1? alle sue dipendenza deve espletare nella sua assenza. Essa parte, accompagnata dalla cugina Clara da Idi allevata dopo la morte dei genitori. Essendo la visita durata meno del previsto, Harriet ritorna a casa un paio di giorni prima di quello fissato. Rimane colpita dal grande disordine trovato, fi marito infatti, un ricco ingegnere, approfittando dell’assenza della pedante e poco socievole moglie, ha invitato in casa un’allegra compagnia di amici, i quali non venivano mai a trovarlo, quando c’era la moglie, in casa. Harriet rimane molto male. Essa che ha dato tutto per far feSice il. marito non si è accorta di renderlo infelice. Per tenerselo sempre vicino Ite ha persino denunciato anonimamente di falso, quando la sua ditta volava mandarlo in Giappone a dirigere dei lavori molto importanti. Alla fine il marito scopre quanto ipocrita e piena di inganni essa sia, cosicché, deluso, abbandona la moglie. Sempre tua è un film messicano differente da quelli, ai quali siamo stati abituati. SPIGOLATURE «Mogućnosti» si la strada Beethoven, da giovanetto, ria rabbiosa- alle note del «Co dubbio il «poliglotta d’Ame- avesse per ascoltatore durali- ira». Un orso camminava, o te le ore di studio al violino passo grave e impacciato co-un ragno, il quale scendeva me un coscritto al suono i dal soffitto e gli si poggiava una marcia, mentrerascoltava sul braccio sinistro, rimanen- assorto, trattenendo persino do lì ad ascoltare in racco- ü fiato, le modulazioni di un giumento. Finita la lezione, violino, mostrando addmttu-rifaceva la strada alla pro- ra di irritarsi alle stonature, pria tela. Si racconta anche intercalate apposta dal snodi una ragazza di nome Ra- ruttore. I leoni di un circo bigot che, vistasi capitare scondizolavano ritmicamente dinanzi una tegenaria mentre con la musica strumentale stava suonando al pianoforte, che, invece, Il ' sulle prime ne ebbe paura dire na ma poi, a poco a poco, si fe- mare e uiuuirv cero amiche: l’animale si ca- Un cucciolo si as lava sullo strumento ogni- note brusche e acute con for- tica», emulo vittorioso delle nostra calandra. Egli fa della vera e propria musica imita- una simile accusa comportava ancora a quei tempi di fanatismo religioso e di superstizione nelle campagne arretrate dell’impero absbur-gico. ironie di Isole Hochestetter, e l’isola che porta oggi il nome, dì Wilczek. Nel frattempo alcuni si ammalarono di scorbuto, fra cui Večerina, Falesie e Palmié. Il macchinista Kirsch ne fu la vitti- ASTINENZA A LUBIANA «Mogućnosti» il bel periodico letterario di Spalato, è già giunto al suo ottavo numero, seguito con crescente simpatia dai circoli cui turali e dalla stampa jugoslava Sarà bene presentare «Mogučno sii» anche nella nostra zona. Que sta rivista, sorta a cura del sotto comitato della «Matica Hrvatska» di Spalato ai primi del corrente anno, già agli inizi ha avuto cura di non perdersi nel gioco, di solito sterile, delle polemiche e delle «correnti» letterarie. note qualvolta'la Vagazza'mo^sse Mostrava LUBIANA, ottobre — E’ aperta Camera del commercio e dell’in-nei locali esterni del Club del- dustria alberghiera, dalla Camera l’A.P.J. la prima mostra jugoslava dell’agricoltura, dalla Camera del-dell’Università di Lubiana, dall’I- la chimica, dalla Federazione tu-nizzata dalla Facoltà di agronomia ristica e dall’Istituto per lo svi-dell’Università di Lubiana, dall’U luppo dell’economia domestica del-stìtuto centrale delFjgicne, dal la R.p. Slovena. C.D. della Croce Rossa, dalla Fe- Vi partecipano, tra gli altri, derazione cooperativistica, dalia I’Arrigoni» di Isola, la «Flores» di atteggiamenti languidi, quanto mai comici. Wmm, TOPI CANTERINI Canticchiano anche, non senza varietà e vaghezza di e rimaneva lì, disciplinato, ad ascoltare finché terminasse, per ritornarsene poi al proprio nido in soffitta. PREDILIGONO W. A. MOZART Anche le locuste e i grilli, ---- -- - cari a poeti come Virgilio e note, le famiglie nidificanti a romanzieri come Dickens, dei topi. Certe specie di scansano sensibili alle melodie, mie danno in smanie al sen-Tra i pesci, proverbiai- tire accordi sbagliati. A Eoamente muti, non manca- dra fu àdito cantare un gioito quelli che, quando vanno bone senza che alcuno glielo in amore, lo esprimono con avesse insegnato. Interessante: mugolìi melodiosi. Lo offer- notare che la povera bestia, mano alcuni ittiologi ameri- spaesata com era, manifestava cani. A gola spiegata, anche la sua indisposizione d animo se non con ricchezza di mo- procedendo dal tono fonda-dulazioni, strillano o gorgo- mentale del» «do» per salire <• gliano in coro i battaci delle semitoni un’intera ottava con paludi e degli stagni nelle voce del tutto limpida e fa-notti romantiche di luna. Fra cendo precedere a ogni nota i rettili, gli ofidi più terribili seguente il do iniziale. Man e velenosi come il serpente a mano che andava salendo la sonagli e la vipera occhialuta, scala cromatica, aumentava si lasciano affascinare e di- gradatamente gli intervalli, vengono docili e mansueti al restringendoli, poi, e accele-suono del fiuto del fachiro, rondo uniformemente il ritmo C’è persino chi, fra gli ani- nel ridiscenderla. E tennina-mali, può distinguere stru- va, infine, la strofa come nei mento da strumento, motivo ritornelli giulivi dei canti da motivo. Questi sono i ra- contadini al tempo della ven-marri e le lucertole che, agli demmia con un grido alto a uni, si incantano, ad altri, ri- penetrante, lanciato nell aria mangono indifferenti e, ad a pieni polmoni. . ■ altri ancora, fuggono disgu- I galli di montagna danza-stati. Un naturalista francese, no spesso a gruppi, cantando . _ , , , il Fetis, parla di una lucer- come meglio possono e san- ris Papandopulo, mentre «Lakmè» ^ ^ (Wgva una partiCola- no, attorno alle loro femrni- c «Mignon» andranno in scena per predÜezione per V«Adagio ne: spiegano a ventaglio le la bacchetta del maestro Lovro in ^fl)> g ^gr d «Quartetto in loro code e le ali, sprofondo» di W. A. Mozart! Le dandosi in riverenze, come testuggini, note per la pro- fanno anche i colombi e le " ’rbiale lentezza,-e persino ì tortore. Talvolta esagerano voraci coccodrilli si lasciano tanto da stramazzare a terra sedurre da melodie cantate o stremati dallo sforzo, dopo suonate, abbandonandosi- a aver trasceso in frenesie qua-ioro volta a espressioni cano- si epilettiche. Così fanno aure che, magari, fanno male che i fagiani e i superbi uc- PERO BUDAK opera questa nuova per il nostro pubblico, ma che ha trionfato in tutta Europa e America, la «Lakmè» di Delibes, la «Mignon» di Thomas e la «Rona» di B. Papandopulo. Le prime due e l’ultima, in prima assoluta, saranno dirette dal valente maestro Bo- Matančić, attuale direttore dell’Opera di Lubiana che per l’occasione sarà ospite di Fiume. Un motivo di soddisfazione per il pubblico fiumano sarà la riconfermata presenza della sbprano Mica Glavačević, già ammirata lo scorso anno nel «Faust» e nella «Lu- Nuova Gorizia, la «Slovenia Vino», l’«Alko» e la «Medex» di Lubiana, la «Kalnik» di Varaždin, la «Marjan Badel» di Zagabria, la «Rado-nja di Sisak, la «Maraska» di Zara, ecc. Gli stabilimenti termali di Rogaška Slatina espongono acque minerali, mentre la «Feronia» — rappresentanze estere di Zagabria — presenta macchine e attrezzi di questi rami di produzione. Sono presenti pure le latterie di Sežana, Podnanos, Lu biana, Kranj, Kočevje e altre. Nei bars della mostra si offre gratuitamente in assaggio coctails anal-coolici, succhi di frutta e altre specialità poco conosciute dai consumatori, mentre al ristorante si può bere, anche gratuitamente, bibite a base di latte. La riduzione del ?5%, accordata dalle ferrovie, facilita grandemente l’afflusso di visitatori. Chi può si affretti a visitare la mostra, che rimarrà aperta tino all’ll c. m.! Il suo direttore, Živko Jeličić, ci ha detto di recente: «Intorno a «Mogućnosti» non si sono formate «correnti», «aperture» «posizioni» e quanto può giovare a cacciare un periodico nel vespaio delle discussioni d’indirizzo e d’accademia. Nostro interesse è per ora stampare scritti solidi e ben costrutti. Abbiamo iniziato dando al lettore concreti lavori, dalla prosa alla poesia, e a tutt’oggi battiamo questa strada unicamente preoccupati di allargare il cerchio delle firme, note o no, che ci hanno onorato della loro collaborazione». Abbiamo visto infatti da una rapida scorsa data all’intera collezione di «Mogućnosti» che il programma esposto da Jeličić è stato lodevolmente messo in pratica. La prima impressione che si ricava dalla lettura della rivista è d’una abbondanza di cose pesate e ben costrutte. Il numero «tipo» si presenta così: un racconto o una prosa in apertura, quindi liriche, saggi sul teatro o l’arte figurativa, un profilo di storia letteraria, recensioni c meno frequente qualche polemica. Finora la rivista ha spaziato nei campi più diversi della cultura e delle arti, sempre con autorità e misura. Certi scritti, e sono numerosi, si meriterebbero una recensione a parte. Scorrendo i vari fascicoli di «Mogućnosti» si incontrano i nomi di notissimi lavoratori culturali, da Vjekoslav Ka?eb a Danko Andjelinovié, da Grga Gamulin a Novak Simič, e altri meno noti o del tutto nuovi. «Mogućnosti», che in lingua croata può significare «a seconda delle possibilità», ha veramente la possibilità di fare molta strada ed irrobustire ancora la sua già autorevole voce. La trama è circoscritta a Ramon e Soledad, dovutisi trasferire in citta in cerca di lavoro, perchè, assieme a numerosi altri compagni di sventura, sono stati cacciati dalla già così, povera tfrra, dai padroni di grandi latifondi. Dura è pure la vita in città. Dopo molto vagare essi trovano finalmente lavoro in una fabbrica di mattoni. A prezzo di grandi fatiche si costruiscono una misera capanna nei pressi della fabbrica. Un bel giorno però il padrone fa spianare il terreno per allargare la fabbrica e fa demolire tutte !e capanne costruite nelle vicinanze. Rimasti nuovamente senza lavoro i due disperano. Ramon, che ha una voce calda ed anpas-sìonante, sì iscrive ad un concorso radiofonico e nc esce vincitore. Ricchezza, palazzi a una bella e comoda vita non tardano a venire, però l’ambiente equivoco, nel quale i due vivono, a pò-co a poco li divide, Ramon si infatua dell’amica dell’impresario, la quale Io spinge a divorziare da Sol-Uad. Dopo la separazione Ramon comprende quanto falso e vuoto sia l'ambiente che lo circonda e che errore abbia fatto abbandonando Soledad. Dopo un susseguirsi di fasi emozionanti -'I due si ricongiungono ed abbandonano la città, ritornando al duro ma quieto vivere della campagna; Jorge Negrete, Gloria Marin, Joan Page e Tito Jun-co sono i principali protagonisti, diretti da Emilio Fernandez, aiutato dal celebre operatore Gabriel Figeroa. Mare crudele è un colosso americano interpretato da Jack Hawkins, Donald Sinden, John Stratton e Denholm Elliott sotto la regia di Charles Fremd. La trama ci riporta ai primi giorni dulia seconda guerra mondia'e. In un porto inglese sta ormeggiato un vecchio vapore da carico adattato in una nave da guerra. Su di essa si stanno concentrando giovani marinai cadetti, i quali si preparano ad affrontare) la loro prima battaglia e forse la morte, cosi inizia il film «Mare Crudele», che ci riporta ai tempi nepi della lunga guerra sui mari dell’Atlantico Settentrionale, film realistico e pieno di episodi di crudelità, fatiche ed eroismi della gente di mare. BREZ ALKOHOLNIH PIJAČ lOHOVf . »Htlt.UlIVODI • Ml NI KINI VODI ■ MARMI. A* Dl Il manifesto della Mostra degli Anal-coolici di Lubiana eia di Lammermour». Collabora- ßg/; orecchi dei profani, celli paradiso con tanto calo- Lo scultore Oreste Dequel sta portando a termine a Capodislria l’ultima sua fatica: il monumento ai Caduti destinato a -Pirano. Prima egli era stato impegnato con il monumento ai Caduti di Isola e il busto di Pier Paolo Vergerlo innalzato a Capodistria, riscuotendo consensi ed approvazioni che quest’ultimo suo lavoro dovrebbe riconfermarei. La figura centrale del film è quella del capitano Ericson, il quale, secondo gli ordini ricevuti, non ha risparmiato nemmeno i marinai, lasciati morire, pur di portare a termine la missionej di guerra. Il film è stato tratto dal noto romanzo di Nicholas Motarrat. Al festival di Edin-burgo è stato premiato con «l’alloro d’oro». E’ senza dubbio uno dei migliori film, che si presentano sui nostri schermi nella corrente stagione o merita di essere veduto. Gli incontri tra le rappresentative austriache e jugoslave Pareggio sul Prater e a Zagabria Gli azzurri perdono l'occasione di una smagliante rivincita Stentato passaggio dell'Agrori sul Branik JUGOSLAVIA: Beara, Stankovič, Zeković, Ljubenovič, Horvat, Bo-škov, Peftakovič, (Mitič), Vukas, Veselinovič, Bobek, Herceg. AUSTRIA: Schmid, Hanappi, Koll-man, Barschand, Ocwirk, Koller, Menasse, Walzhofer, Wagner, Zeckmaister, (Körner I), Halim-mer, (Schleger). MARCATORI: al 3’ Walzhofer, al 19’ Stankovič, al 31’ Bobek e al 49’ Haummer. ARBITRO : Horn, della federazione olandese. NOTE: Terreno soffice, giornata ideale con qualche soffio di vento. La Jugoslavia sostituiva Petako-vić con Mitič al 32’ della ripresa, mentre l’Austria cambiava all’inizio della ripresa Zechmaister con Körner ed al 34’ Haummer lasciava il posto a Schleger. Sono stati battuti sei calci d’angolo, cinque a favore dell’Austria e uno a favore della Jugoslavia.. Spettatori presenti al Prater di Vienna 60.090. La Jugoslavia ha concluso domenica a Vienna la sua terza partita intemazionale consecutiva in tra-sferta nel breve spazio di dodici giorni, lasciando per ila prima volta imbattuta il Prater di Vienna e concludendo così la tournée estera Jugoslavia B-Austria B 1:1 Come a Vienna, anche rincontro fra le riserve jugoslave e austriache, svoltosi alio stadio Maksimir di Zagabria alla presenza di 15.000 speattori, si è concluso alla pari per una rete a una. Gli austriaci avevano la prima occasione di segnare già al 1’ di gioco con Malik che sorpassava čudo vic e si portava dinanzi la porta di Videnié, ma il suo tentativo falliva per il pronto e coraggioso intervento del portiere macedone. La Jugoslavia perveniva per prima alla segnatura ad opera di Li-pušinović. Dopo un’azione Jočić-Lipušinović, ohe portava quest’ultimo sino all’area, Lipušinović sorpassava due difensori austriaci e imparabilmente tirava in rete. Gli austriaci ottenevano il pareggio al 58’ per una fortunosa combinazione di Schweiger, che, ricevuto un pallone in mischia e non avendo a chi passarlo, saettava in porta, battendo l’inutilmente proteso Vide-nić. Il quintetto azzurro ha mancato varie occasioni per ottenere il vantaggio e la vittoria. CAMPIONATO ITALIANO DI CALCIO Napoli — - Bologna 3:1 Catania - — Udinese 5:0 Genoa — - Spai 1:1 Lazio — Fiorentina 2:1 Milan — Atalanta 3:1 Novara - - Juventus 2:2 Pro Patria — Roma 1:1 Torino - - Inter 1:1 . Triestina — Sampdoria 3:1 Catania, Roma; Torino e Novara hanno visto le più grosse sorprese di questa terza, movimentata giornata del Campionato italiano di calcio. A Roma la Fiorentina è stata battuta dalla Lazio. Andata in vantaggio all’16” con Vital su madornale errore di de Fazio, che si lasciava sfuggire la palla ormai diretta fuori bersaglio, la Fiorentina non ha saputo approfittare del disorientamento prodotto tra ;gli avversari. Virgili ha fallito tre occasioni al’32’ e al’35’. A1’19’ della ripresa, su fortissimo traversone di Burini, deviato di braccio da Cer-viato, l’arbitro accordava la massima punizione che Burini realizzava. Tre minuti dopo, la Lazio otteneva la vittoria. Su rimmessa laterale di Burini e passaggio di testa di Bredessen a J. Hansen, il tiro del danese veniva intercettato da Fon-tanesi che segnava. A Novara, proprio nett’ultimo minuto di gioco, la Juventus è riuscita, con una rete di Manente, a pareggiare una partita che per vivacità di azioni e spirito agonistico aveva rivelato la superiorità del Novara. Nel primo tempo la Juventus si era portata in vantaggio oon una rete segnata al’24’ da Bronee, su passaggio di Manucci. A1’34’ Arce fulminava in rete, alla sinistra di Viola, un pallone da lui battuto su punizione. Nella ripresa, !il Novara ha iniziato attaccandv e Manente al 2’, passato da Marzani, nel tentativo di passare il pallone al proprio portiere, provocava un’auto rete. All’ultimo minuto, su rimessa laterale in area novarese, Manente, che era passato tra gli attaccanti, con tiro diagonale batteva Pendi-bene. La neopromossa Catania ha subissato di reti l’Udinese. Dopo un’apertura un po’incerta, il Catania ha manovrato decisamente al-l’attacoo e si è installato nell’area udinese. Al 17’ la prima rete di Bravetti. Al 21’ il Catania ottiene il secondo punto.. Centrata di Cattaneo, Travagini fallisce la respinta e Ghiandi entra sul pallone e mette in rete. Nella ripresa, l’Udinese tenta invano di coordinare le sue azioni, ma è il Catania che consegue ancora tre punti. A Torino i campioni d’Italia no*- con due vittorie, contro il Galles e la Saar ed un pareggio. Bilancio più che positivo per una squadra, che ha dovuto affrontare gli incontri senza i due «continentali» Cajkoski e Zetoec, che costituiscono, assieme a Beara ed a Vukas, i punti idi forza della squadra, L’inclusione, almeno parziale, di elementi giovani quali Petaković, Ljubenovič e Veselinovič, per non parlare di Herceg, ha senza dubbio giovato alla squadra, ohe ha guadagnato in velocità e combattività, Da notare che ^allenatore non ha potuto far a meno di immettere in squadra nell’Ultima partita, oltre Bobek, in uno sitato di forma eccellente, pure l’anziano Mitič, il quale ha preso il posto di Petaković negli ultimi minuti di gioco, a risultato ormai acquisito. Con la partita contro l’Austria, Bobek ha raggiunto la 57-rSima presenza in nazionale, ciò che costituisce un primato assoluto, avendo egli superato il primato dell’asso dett’anteguerra Mo-ša Marianović. Il risultato della partita può soddisfare, anche se i compagni di Bobek hanno [subito la rete del pareggio per un malaugurato malinteso della difesa, rimasta ferma per un fallo di mano di Körner, non rilevato per disgrazia dalTar-bitro, nei primi minuti della ripresa. GLI AUSTRIACI VANNO IN VANTAGGIO AL 3’ CON WALZHOFER Si era appena all’inizio della partita, quando Ljubenovič intercettava male un pallone, mandandolo in fallo laterale. Menasse rimetteva in gioco, riprendeva Ljubenovič, che respingeva troppo debolmente. La palla cadeva sud piedi di Walz. hofer, che batteva Beara con una staffilata nell’angolino sinistro da 12 metri. Terzo minuto di gioco: Austria 1, Jugoslavia 0. STANKOVIČ PAREGGIA SU CALCIO PIAZZATO Come lanciati da una molla, i blu jugoslavi partono all’attacco, creando situazioni pericolose nell’area austriaca, dove domina il grande Hanapp. Al 19’ Vukas parte da metà campo, supera due avversari, ma, mentre si appresta al tiro dal limite dell’area, viene atterrato da un falloso intervento di Koller. Punizione dal limite. Tira Stankovič. Bete spettacolosa, senza che il pur bravo Schmid tenti la sono riusciti a superare il Torino. Partita vivace; con giooo non eccezionale, che ha però interessato per la foga e Timpegno. Specialmente nel primo tempo il Torino ha dimostrato un’aggressività che ha messo spesso in difficoltà Io schieramento difensivo nero-azzurro. L’In-ter è passato in vantaggio al 10’ della ripresa, per opera di Armano. Il Torino ha reagito immediatamente ed ha pareggiato appena un minuto dopo oon una discesa velocissima, conclusa da Buhtz che ha segnato raso terra. La Triestina ha saputo ben sfruttare le occasioni che le si sono presentate nell’incontro con la Samp-doria. Dopo aver segnato oon Secchi al 12’, ha raddoppiato alla mezz’ora con Sabbatella, su tiro di punizione battuto da Lucentini, che ha sorpreso (tutti i difensori blu-cerchiati. Nella ripresa, la Sampdo-ria ha migliorato il suo rendimento e all’ll’ Baldini ha segnato di testa, su traversone di Tortili. Al 32’ uno scambio perfetto tra Curri e Sabbatella, ha permesso a quest’ultimo di andare nuovamente a rete e di segnare a porta vuota. Dopo mezz’ora di gioco alterno, il Napoli segna due volte nel giro di 60 secondi. Al 33’ Jeppson allunga la palla in avanti in area, Greco manca nettamente ' l’intervento e Vitali, da pochi passi, mette in rete. Un -minuto dopo nuovo sbandamento della difesa bolognese. La palla va a Masoni, a Jeppson fino a Vitali che, in corsa, segna nuovamente. Al 7’ della ripresa, un tiro a rete di Pozzan viene deviato * i A Portorose si è iniziato il prime torneo scacchistico internazionale a squadre, al quale partecipano 36 squadre delle varie repubbliche jugoslave ed una squadra svizzera con complessivi 180 scacchisti. Tra i partecipanti al torneo figurano i maestri Vasja Pirc e Milan Vidmar junior. Ieri sera si sono svolte le finali del torneo i cui risultati non ci sono ancora pervenuti. Diamo intanto i risultati del secondo turno: GRUPPO A: Posta — železničar Ljublana: 2 — 2; Mladost — Srem 1: 2,5 — 1,5; Borac — Senta: 3,5 — 1,5; LUSK I Torpedo 4 — 0; Akademičar — Capođistria — 3,5 — 0’5 ; LUSK — Sisak 2,5 — 1,5 ; Branik — Žara 2,5 — 1,5 Sombor — LUSK II 2,5 — 1,5; Stari Bar — železničar 0 — 4; LUK II — Srem parata. SuUT:l la Jugoslavia insiste att’-attacco e passa in vantaggio ■al 31’. Horvat -respinge lungo un pallone dalla propria area. A metà campo Bobek riceve la palla, supera di slancio Hanappi e fugge solo verso la rete austriaca. Schmid esce dai pali, ma Bobek lo aggira e segna facilmente. Gioco alterno sino alla fine del primo tempo, con lieve predominio jugoslavo. PAREGGIO AUSTRIACO AL 4’ DELLA RIPRESA CON HAUMER Un inaspettato malinteso della difesa dona agli austriaci la rete del pareggio all 4’ della ripresa. Si. tuazione confusa nell’area jugoslava. Haumer tocca la palla con ia BUIE — ALBONA 4:1 Vista la vittoria sull’Avjatičar e il pareggio con l’Uma-go, il nostro pronostico all’inizio di questa partita, andava decisamente a favore dei bianchi albonesi. Invece . . . Stojič ha dovuto raccogliere ben quattro vo-lte la palla nel proprio sacco a confronto di una rete segnata dai suoi compagni di squadra. Però non riteniamo di aver sopravalutato l’Albo-na ; viceversa abbiamo sbagliato sottovalutando il Buie che è stato da noi misurato con il metro dello scorso anno, ormai anacronistico, poiché i bianco-verdi, rinforzati da alcuni nuovi uomini, sono diventati una squadra omogenea e sicura. Dal nervosismo che dominava un pò sovrano nel campo bianco, a partire dalla prima rete buiese, si poteva dedurre che l’Albona non era nella migliore giornata. Il suo quintetto non riusciva ad azzeccarne una, chè Vukovič, in gran giornata, ha saputo sventare ogni pericolo nella propria area, ben coadiuvato da Bonetti li e diai due mediani Degrassli e Cassio cihe hanno funzionato da ottimo collegamento e da precisi distributori alia linea avanzata. Qui, solo le due ali, per l’inesperienza di Man-zin e per la confusione di Vascotto, dal braccio di Tre Re; calcio di rigore, che i-1 terzino Bai-lacci realizza. Il Bologna si spinge poi all’attacco per riportare le sorti in parità, ma la sua pressione è sterile e al 31’ Jeppson, avuta la palla di Vinyei, ristabilisce le distanze. La Spai, benché rimaneggiata per l’assenza di quattro -titolari, è ap-parsja oompleslsàvaineriite superiore al Genoa, attaccando in prevalenza. Il Genoa è andato in vantaggio al 43’ del primo tempo con Firotto, su passaggio -di Corso. A-11’8’ della ripresa, la Spai ha pareggiato con Marin. Il Milan prosegue la sua marcia e -domenica ha battuto l’Atalanta che ha costituito un ostaoolo più duro de-1 previsto per il Milan, non molto in vena alTa-ttacco. I nero-azzurri -bergamaschi hanno mantenuto il risultato in parità per tutto il -primo tempo, subendo la prima rete al 2’ della ripresa. Per nulla demoralizzati, non hanno desistito dal portarsi all’attacco fino a che, al 16’1, uno scontro fra Nordahl e Boccardi aveva per conseguenza l’uscita di quest’ultimo. Boccardi veniva sostituito in porta da Villa, che, pure difendendosi abbastanza bene, non poteva evitare -le altre due reti. Il primo gol è stato segnato al 2’ della ripresa. Al 24’ il secondo punto per i rosso neri. Su centro dà Nordhal inavvertitamente Zanmex oolpiva la palla e la mandava in rete, producendo un’autorete. Il terzo punto veniva segnato da Schiaffino al 27’. A cinque minuti dalla fine, l’Attalanta otteneva la sua unica rete oon Bassetto. 11 2,5 — 1,5. GRUPPO B : Domžale — Modrič 4 — 0 ; Montažno — Zurigo 3 — 1 ; Kalnik — Ponikve 2,5 — 1,5 ; Jesenice — Dekani 3 — 1; Gradačac — Pirano 2,5 — 1,5; Bjelovar Jugopetirol 3,5 — 1,5; Anhovo — Travnik 2,5 — 1,5 ; Pola — Siccioie 4 — 0. Nelle finali del gruppo A si sono classificati per le gare dal 1 al 5. posto: Mladost di Zagabria, Branik di Maribor, LUSK I di Lubiana, LSKI di Lubiana e lo Železničar di Maribor. La prima squadra capodistriana si trova nel gruppo che si contende la supremazia dal 16.mo ail 20mo posto dal torneo. I premi che vanno da un massimo di 30 mila a un minimo di 2 mila dinari saranno assegnati alle prime 12 classificate. mano. La difesa jugoslava si ferma,, cosicché lo stesso Haumer piuò mettere in rete senza essere ostacolato. Proteste jugoslave senza esito. L’olandese Horn rimane irremovibile nella sua decisione. Risultato di -nuovo in parità 2:2. Gli austriaci, incitati a gran voce -dalla propria folla, insistono per ima decina idi minuti all’attacco, aggiudicandosi vari calci d’angolo, rimasti tutti senza esito. Verso la mezz’ora, la Jugoslavia riprende in mano le redini dell’incontro, ma prima Bobek, indi Herceg e Veselinovič sciupano varie ed ottime occasioni per riportare la propria squadra in vantaggio, sono state al disotto dei rendimento normale. Al centro, il militare iSumđač, senza essere una Classe, è un giocatore che non desiste dalla -palla ed è ciò che gli ha f ruttato l’onore di ben quattro reti. Chi ci ha però maggiormente impressionato, è stata la mezza destra Matkovič, un giocatore om-nipre-sente in tutti i settori del campo e nello stesso tempo mai fuori posto. I bianco-verdi pervengono i primi alla segnatura -ad opera di Sum-dač che, intercettato dalla destra un pallone di Mitrovič, manda raso terra in rete. E’ il 12’ di gioco Due minuti più tardi, gli albonesi mancano un’occasione con Forco che, a porta scoperta, tira nel petto di Vukovič, accorso sulla linea fatale. Al 26’ i bianchi pareggiano con un tiro di Stemberga da 16 metri ohe Bonetti I avrebbe potuto anche parare. Al 40’ V-ascotto, dai fondo campo centra un raso terra, tsiojić si piega -per raccogliere la palla, ma Sundac lo previene e porta la squadra in vantaggio. Al 9’ della ripresa, è nuovamente Sundaò che, di corsa sul cenuro, aumenta il vantaggio. Al 10’ Pešek viene espulso dal campo per aver reagito nei confronti di un giocatore avversario. Un minuto più tardi l’arbitro Kos adotta lo stesso provvedimento nei confronti di Poldrugo. -Ciò aumenta il nervosismo nel campo dei bianchi, che reagiscono malamente alle decisioni del direttore di gara e non sempre in modo proporzionato alle sue sviste, che non sono state poi tali da compromettere 1’auc.a-mento delia partita. Al 25’ Suniqaò, ricevuto un passaggio da Manzin, intercetta a voto e segna la più bella rete della giornata. Al 37’ un tiro di Stemberga colpisce l’interno del palo, ma viene respinto in campo. Poi gli albonesi inoliano del tutto. Il pallone è continuamen-te-te sotto porta di Stojič e i buie-si hanno tre occasioni tali ... da strappare le risate del pubblico per la madornalità con la quale sono state sciupate da Vascotto. M. B. La classifica Rovigno 3 3 0 0 11: 3 6 Buie 3 3 0 0 10: 5 6 Umago 3 2 1 0 10: 4 5 Albona 3 11 1 7: 9 3 Pisino 2 10 1 10: 3 2 Rudar 2 10 1 9: 5 2 Avjatićar 3 10 2 '1: 6 2 Parenzo 3 10 2 4:15 •s Dignano 3 0 0 3 3:12 Ü Cittanova 3 0 0 3 3:11 0 UM AGO - DIGNANO 4:1 I pr-onostici uditi girando per il campo prima deM incontro, ci predicevano il successo umaghese. dilatti i giudizi erano esatti e la vittoria c'è stata. Ma quella di domenica è ima vittoria poco confortante, se si pensa al gioco che la squadra azzura ha praticato e agli sterzi oon cui ha sconfitto una squadra azzurra ha praticato e agli tendavamo molto di più dagli uma-ghesi, sinceramente! Schierate -le formazioni, al trillo deli’ar-bitro inizia la contesa. Il corso della partita nel primo tempo è stato monotono, oon alterni batti e ribatti, passaggi a vuoto, calci d’angolo e azioni mancate. Nella ripresa, il bel gioco è apparso -a scacchi, dopo che le squadre avevano ambedue un pallone in rete all’attivo. D-op-o un inizio veloce, gli umaghesi al 7’ per poco non violano la rete avversaria con un forte tiro di Jensek che va a colpire la traversa. -Leggermente gli azzurri dominano e Lenarduzzi spreca una facilissima occasione. Vari sono i tentativi dei locali che, oon tiri di Laschizza, di Bemić e di Mauro, cercano di mettere in subbuglio la rete xosso-bleu. -Nervosismo e imprecisione regnano in ambedue gli attacchi1, dove nessuno sà trovare la giusta via. Al 33’ primo calcio d’angolo per gli ospiti. Il tiro della bandierina' di Krejcer fa nascere in area azzurra una mischia, presto sedata dall’attivissimo e onnipresente Giraldi. Al 41’ serio pericolo per la rete locale. Krejcer tira a rete e Irga devia. Il calcio d’angolo successivo è neutralizzato come sempre da Giraldi. Subito dopo, la fine. Nella ripresa, al 3’ una parata poco sicura di Irga, e Darbe insacca da pochi metri E’ la prima rete AURORA — BRANIK 1:0 (0:0) BRANIK : Furlan, Polak, Gorkič, Pertot, Černigoj, Koncut, Marušič, Brezigar, Dogano, Brajnik, Rustja- AURORA : Pecchiari, Turčinovič, Perini, Ramani, Santin, Orlati II, Cavalli, Favento, Della Valle, Carini, Zetto II. MARCATORE : al 68’ Ramani. ARBITRO: Kravanja, di Capodistria. E’ stata per i -tifosi dell’Aurora una partita da dimenticare molto presto. Potremmo ben definirla delle occasioni perdute e non per mera sfortuna. Dea resto non poteva essere altrimenti con un attacco capodistriano indeciso e confusionario come quello di domenica. Pur godendo di -una superiorità di gioco indiscussa, in fatto di aggressività e tecnica individuale (TAuro-r-a è stata all’attacco 73’ esatti) gli avanti neroverdi non hanno saputo indirizzare a rete che rari che -galvanizza i dignanesi, ma per poco però, perchè al 5 Jensek si ià luce in una furibonda mischia, battendo Chiavallon. Come già detto, sul pareggio le squadre fann-o un pò di -gioco. Al 7’ Bemić, per l’eccessiva lentezza, sciupa un pallone d’oro che colpirà il palo. La pressione umaghese si fà sempre -più forte, tettavia il Dignano non rallenta il suo -gioco. Al 21 Chiava-llon para di pugno un tiro di Mauro, il di cui corner è senza esito. La migliore azione umaghese scaturisce al 29’, dai piedi di Laschizza termina col passaggio di Ma-uro a Bemić e tiro di quest’ultimo a rete, che il portiere xosso-bleu ha difficoltà a parare. Al 33’ la seconda rete per l’Umago. Chiavallon respinge di pugno un tiro di Mauro. Il tiro dalla bandierina di Laschizza va a Mauro che di testa realizza. Quindi il risveglio umagh-ese che mette a repentaglio la rete del Dignano. Ai 35’ Bemić?, su azione personale di Angelov, segna la terza rete. Gli ospiti, non potendo affrontare gli attacchi azzurri, vanno alla deriva, ne approfitta Bemić che al 44, su azione personale, aumenta il bottino. ROVIGNO - AVIJATICAR 3:0 RO VIGNO: Veggian, Urbani, Garbin, Tonooni, Poropat, Malusà, Buratto, Cresina, Sioliis, Brunelli II, Bmnelli I. AVIJATICAR: Amičić, Stipetih, Vučkovič, Djiordjevic, Keiser, 'Te-pevčevič, Zemovski, Simonovič- Ma-ietić, Glavina e Knapec. ARBITRO: Fonovič di Pola. MARCATORI: Siolis al 2’ e al 21’ del I. tempo e al 6’ della ripresa. La partita disputata al comunale di Pola non è stata certamente bella per quanto riguarda il lato spettacolare del -gioco. Il Rovigno è passato con una secca tripletta del suo furbo e miglior uomo Siolis, lasciando un pò malamente gli avversari che hanno giocato una partita medi-ocre. I più scattanti rovi-gnesi, sempre primi sul pallone, si presentavano davanti ad Amičić impegnando seriamente i difensori, tanto da indurre Vučkovič a commettere un fallaccio su Cresina, appena fuori daU’area.. Il tiro, angolato dalla punizione di Siolis, si tramutava in gol. Rabbiosa sfuriata degli avieri, malcontenuta dai rovi-gnesi. Spintoni e calci vengono distribuiti senza parsimonia da entrambi i contendenti. La abulia viene però interrotta al 21’ da Siolis che, su allungo -di Bmnelli II, scarta il centro mediano, fa alcuni passi scaraventando diagonalmente in porta l’imparabile bollide. Monologo sino alla fine del I. tempo. Nella ripresa, al 6’ corner in -favore del Rovignd, calciato alto da Buratto, Keiser respinge di ites-ta corto, mandando La sfera ai piedi di Siolis. Stop di sinistra, e poderoso calcio di destra, 3:0. Insistono gli ospiti sempre con accanimento. Le casacche rosse si difendono e la partita vegeta così sino alla fine. L’unica cosa degna di rilievo è un rigore sprecato da Buratto al 25’ e concesso dall’arbitro per atterramento in area -di -Siolis, rimasto poi stordito per tutto il resto del-rinconrtro. In precedenza rincontro -tra i pulcini dello Scoglio Olivi e quelli di Rovigno si era concluso con 6:0 a favore dei primi. PISINO - PARENZO 8:0 (4:0) Parenzo. Con solo due uomini del vecchio «Jadran» d parentini sono stati largamente battuti in casa dagli intraprendenti calciatori del Polsino. Le otto reti, quattro per tempo, confermano la supremazia tecnica e territoriale dei pisinoti Lesiak, l’ala destra, ha messo a segno tre reti, Rra-jcer due, mentre Kuhar, Antoni e Ferenčić una per ciascuno. Ha arbitrato bene Jovan-čić di Pola. RUDAR - CITTANOVA 6:1 ARSIA. Il Ruda-r non ha faticato molto per superare il Cittanova. Un pò lento a mettersi in moto, ha chiuso il primo tempo con un vantaggio minimo, ma, sufficiente per accaparrarsi l’intera posta in palio. Il Ci-ttanova difatti non si era dimostrato fino allora molto pericoloso. A conferma di ciò stanno le altre quattro reti contro una, messe a segno dai minatori nella ripresa. Cirió di Pola è stato ottimo direttore di -gaTa. In precedenza le riserva del Rudar avevano battuto quelle del Cit-tanova per 11:1. palliloni, quasi tutti fiacchi e imprecisi, ohe ri valente Furlan ha potuto — a dire il vero con una buona dose di fortuna — controllare -efficacemente. Il vuoto all’attacco aurorino era avvertibile particolarmente al centro, mentre più di -qualcuno neigli altri reparti ha dimostrato chiaramente ai essere a corto di (preparazione. H Branik ha adottato una tattica intelligente. L’undici goriziano è partito in cerca -del pareggio, serrando la difesa e affidandosi a sole puntate in contropiede, veloci e improvvise che creavano serie difficoltà alla difesa capodistriana, spinta quasi sempre in avanti ad appoggiare l’attacco. La difesa goriziana ha retto abbastanza bene il confronto con l’attacco capodi-striano, in giornata veramente disgraziata, ma si è dimostrata molto vunerabile: se gli avanti neroverdi avessero tirato più in porta, tre o quattro palloni avrebbero potuto benissimo sigillare una superiorità indiscutibile. Il migliore reparto ospite si è dimostrato 1-a mediana con un Černigoj in giornata di vena, facilitato nel compito dalla mancanza di un suo diretto avversario : si può dire, infatti, che l’Aurora abbia giocato senza un centro attacco, tanto è stato il vuoto in queill-a zona ; come vuoto c’è stato del resto anche -alle ali. Probabilmente per que- CAMPIONATO REPUBBLICANO SLOVENO Krim 3 3 0 0 16: 1 6 železničar 3 3 0 0 20: 2 6 Grafičar 3 2 0 1 11: 8 4 Slovan 3 2 0 1 4: 7 4 Aurora 3 2 0 1 3: 4 4 Postojna 3 1 0 2 3: 7 2 Isola 3 10 2 4:10 2 Pirano 3 1 0 2 3: 9 2 Korotan 3 0 0 3 4:12 0 Branik 3 0 0 1 1:10 0 sta ragione la mediana goriziana non è stata molto impegnata. E ora alcuni fatti di cronaca. L’Aurora parte subito all’attacco e sfiora il successo. Verso il quarto d’ora fruisce di un rigore, decretato dall’arbitro per -una «cintura» di Obiak ai danni di Cavalli, ma .Ramami tira svogliatamente, sbagliando-bersaglio. Gli attacchi del- POLA, ottobre. — Da molto tempo, d-a sette anni a questa parte, un uomo ha fatto disperare migliaia di persone, un indefinibile numero di tifosi, oggi quasi tutti sofferenti per le palpitazioni che quest’uomo, con la sua scarsa avvedutezza, ha procurato- Non è che voglia prendermela com lui: lo stimo e lo ammiro pei ia rettitudine nella sua vita privai ta, ma non lo posso digerire quando (alia domenica schiera in campo una formazione che fà impazzire dalia rabbia per l’impossibile stravaganza della sua composizione. E' fatto così e non si lascia dii nulla l’allenatore deli’Ulj arnik di Fola, poiché è proprio di lui che parlo. Molte volte mi som chiesto se è possibile incappare in errori tanto elementari, specialmente quando- si ha un passato sportivo come lo ha Martinovich, Mi sforzavo, -tra me e me, di convincermi che ero ne) torto, ma poi, quando dal mio posto d'angolo in tribuna vedevo schierare un terzino all’ala, un portiere al centro deii’attaoco, il mio 10 si ribellava portandomi di nuovo lall’oposizione. Stramberie erano e si sà, da quando mondo è mondo, che queste servono a nulla o meglio servono solo per scoprire gli squilibri del loro artefice. L’ottusa tattica che spesso all-a squadra viene imposta in apertura di gioco, quella dei seconao centro mediamo o dei quarto «half» è una di queste. Arretrando un uomo, di sonito una mezz’ala, significa lasciare il mediano avversario senza preoccupazioni, libero di aiutare i suoi avanti protesi all’attacco. Niente da meravigliarsi dunque se l’Uljanik, l’ottanta per cento dette volte, subisce un punto di scarto dopo i primi minuti. Quello, il goal, specialmente fuori casa, i nostri giocato-ri non rimontano, anzi -diventano nervosi ed imprecisi in balia dett’awersa-rio, b alci ariosamente sorretto dai pubblico. Ed è qui, in queste occasioni che 11 trainer perde pure lui le staffe: spedisce il -terzino att’aia, l’esterno alla mediana, , U mediano a -centro avanti e quest’ultimo a ri-• coprire il posto del difensore. Il risultato di tale caos può, penso, essere a tutti chiaro. Al caffè «Jadram», in compagnia - di amici ed io stesso presente, l’allenatore reduce con 1-a sua squadra da im’ennesima sconfitta (in quei di Sebenico), riconobbe, sia pure laconicamente, l’errore di non -aver adottato una tattica prevalentemente difensiva simile al «catenaccio» svizzero. Nelle condizioni che SMARRIMENTO Belatić Josip — Il giorno 29 settembre sull’autoibus per Capodistria nel tratto tra Cittanova e Baiti, è stato smarrito un orologio marca «Phigied». Il rinvenitene è pregato di consegnarlo alla Stazione Difesa di Buie v Cittanova, verso mancia. l’Aurora continuano, ma non si conclude. I rari contropiede goriziani sono sempre pericolosi. Su -uno di questi il Branik riesce addirittura -a segnare, ma l’arbitro annulla per fuori, gioco. (Anche se non era). Il primo tempo si conclude con l’Aurora att’attaòco, ma sempre sterile. La superiorità capodistriana si fa ancor più marcata netta ripresa, ma il goal, anche se c’è nell’aria, tarda a venire. E’ soltanto verso la mezz’ora che Ramani trova uno spiraglio fra un groviglio di gambe e, da distanza ravvicinata fa rotolare la palla in rete. Il gioco .. .. jdimoia piu l’Lsiomomia e l’assedio atta rete di Furlan continua infruttuoso fino al fischio conclusivo dell’arbitro. Per il resto, rincontro è stato cavalleresco, e il direttore di gara non ha speso fatica a controllarlo. Calcio giovanile Jugoslavia-Grecia 2:0 Allo stadio «Partizan» di Belgrado ha avuto luogo domenica rincontro amichevole fra le rappresentative giovanili della -Grecia e della Jugoslavia. La rappresentativa azzurra era composta dai migliori pulcini del Partizan, Dinamo, Stella Rossa, BSK- Vardar e Odred. La partita è apparsa eccezionalmente interessante -per il gioco svolto da entrambi gli undici. Gli atleti greci erano di gran lunga più anziani dei componenti la squadra Jugoslava, tanto che non potevano essere considerati ragazzi, ma la riserva detta squadra nazionale. Già al primo minuto, Sekularec, giocatore della Stella Rossa, consegue le prima rete per -la Jugoslavia. Nel 71’ Popovič, già titolare detta Stella Rossa, ottiene la seconda re-te, assicurando la vittoria all’undici jugoslavo. Gli jugoslavi avrebbero potuto ottenere anche la terza rete con un rigore concesso dall’arbitro e sprecato da Caparev-ski. L’incontro’, svoltosi dinanzi a cinquemila spettatori, è stato diretto dall’arbitro jugoslavo Matančić. Le squadre si sono presentate in campo nelle seguenti formazioni: l’equipe polese versa, il «verroun» potrebbe essere un buon tonificante da ingerirsi pe-r le partite da disputare sul proprio terreno e fuori. Squadre di maggior calibro lo adottarono, e tuttora se ne servono -per rimediare i loro mali, perchè non lo fà suo pure lWilj-amik» che in tre partite fuori casa non è riuscito a rosicchiare nemmeno uno s-trimizito punticinoi' Chiedetelo -att’ailenatore, capace di ravvedersi per un momento come un -bambino colto in fatto e pauroso dett’-atto commesso, ma che sicuramente, passato l’àttimo di trepidazione, incorrerà nei -precedente o in peggior errore. Bisogna ^evitare assolutamente, ora che ci traviamo in un girone che si addice atta nostra dignità, il ripetersi degli anni passati: non vogliamo più vedere il nome detta nostra squadra a fanalino di coda come nel ’50, nè salvare capra e cavoli cambiando nome alla società- Dico, a quelli che guidano con così incerto passo il carro dal nostro calcio, di mettersi una mano sul petto e in meditazione fare un rapido esame idi coscienza. Non ba sta esse-re ap-passio-nati. Non serve a nulla aver assistito per trenta ainni -a partite quando di calcio non si capisce molto. E neppure a credersi intelligenti e saccenton-i, privi di educazione, può servire a rimediare gli acciacchi che affliggono il foot-ball nostrano. A Pola non si vuole che la squadra torni in una Lega inferiore. Le umiliazioni non piacciono a nessuno e tanto meno ai palesi, per natura sensibili e affezionati come ragazzi alle cose che sentono proprie. C.P. La questione del vino (Segue dalla II. pagina) stesse. Le retribuzioni non dipendono dall’utile, ma dal movimento d’affari. «Fintantoché nell’azienda esisterà il timore di avere a disposizione troppo poco denaro da distribuire — come l’articolista afferma — sarà difficile parlare di una collaborazione più stretta fra la cantina f i produttori. Non solo. L’articolo offre una serie di elementi, dai quali possiamo trarre la conclusione che l’azienda nor cerca la via dell’eliminazione delle defi-cenze, apparse negli ultimi tempi ne) commercio dei vini. Al contrario si può comprendere che intende proseguire nella passata prassi, già dimostratasi negativa. «L’affermazione che il conto aperto vada a rischio dell’azienda, non è esatta. Infatti, bisognerebbe pagare in base a) prezzo medio raggiunto nell’anno, qualora la cantina non si fosse accordata altrimenti con il produttore. E’ quindi comprensibile che non si tratta qui della semplice tendenza a forzare il conto aperto, ma di ricercare un sistema che contribuisca a eliminare l’instabilità del mercato vinicolo. Direttore LEO FUSILLI Vicedirettore responsabile MARIO BARAK Stampato presso lo stabil, tipograf. «JADRAN» Capođistria Pubblicazione autorizzata La terza giornata del campionato italiano di calcio El Milan solo capolista Pareggio della Juventus e dell# Inter mentre l'Udinese subisce una lezione a Catania AL TORNEO DI PORTOROSE Scacchisti di tutta la Jugoslavia cosicché il risultato rimane invariato sino atta fine. ____Il campionato della Sotfolega di Foia_ IROVIGNESI SEMPRE IN TESTA Colasso terribile^dei parentini e vittorie delFUmago e del Buie PER UN UOMO SOLO IL DOLOR DI TANTI...