Anno VII. - Leto VII. ÌI <9296 .Z2vÖu^ ’ ^хи. -^x>. TRIESTE, 23 maggio 1912 - TRST, dne 23. maja 1912^^^N. 100 - Štev. 100. 1/ INTERNATIONAL 7 Sl pubblica II Giovedì di ogni terza settimana. Izhaja v Trstu vsaki tretji četrtek. Organo professionale degli operai fornai delle province meridionali. Glasilo pekovskih delavcev južnih pokrajin. Red. Amiti.: Via Madonnina N. 15. — Ured. in uprav.: ulica Madonnina št. 15. r Abbonamento annuo C. 2.40 Estero più le spese postali. Naročnina znaša za celo leto 2.40 Kr. Izven Avstrije poštnina več. La borghesia rivoluzionaria ...? Osserviamo che la borghesia, in ispecie quella che la sua funzione sociale è quella di esercitare l’industria o il commercio, diciamo quindi che quella parte della borghesia sta per passare sul campo dei... rivoluzionari ma a parole però, coi fatti invece è la più grande e la più forte soste- j nitrico di tutti i governi austriaci. Questa nuova borghesia che sorge1, si perita perfino di criticare ; l’opera del governo per ciò che concerne l’econo- I mia politica e sociale dello Stato, ma d’altro canto j non ha una parola di biasimo e di deplorazione j per quei deputati clic al Parlamento fanno il bel e brutto tempo, votando per tutte quelle spese mi- ; litari che un ministro della guerra qualunque ne j fa la domanda. Peggio di tutto è però questo, che un cav. Weiss de Wallenstein qualunque, il quale appar- | tiene al ceto della grande industria, e che viene a raccontarci che le finanze dello Stato austriaco, si sono notevolmente peggiorate. Nè noi oscuri proleteri, nè la media borghesia, che fra parentesi in certi momenti potrebbe appoggiarci, abbiamo il bisogno di sentire cose che non sono per noi una novità, poiché noi abbiamo già pagato il nostro tributo prima che certi commedianti di Vienna lo vengano a raccontarci. Gli industriali, che a parole sembrano i grandi .'1 M ! ÙC! iiffìuetr’'1 — »...■ ■ m- . xwAtwt,—I- j coraggio di imprecare contro gli agrari, ma quando si tratta dell' importazione di carne argentina, tutti i loro deputati votano le proposte dei deputati amicissimi dello Stiirchg e contro le proposte dei socialisti. Nè questi grandi signori si dimenticano che l’Austria non è più uno Stato agrario, ma in prevalenza uno Stato industriale, perciò occorre — dicono quei signori — che l’Austria abbia dei convenienti contratti commerciali con quei Stati che | sono in grado di darci la maggior quantità di quei prodotti che l’Austria, come paese in prevalenza industriale, non nc possiede. La classe lavoratrice più intelligente non può ritenere per sincere le affermazioni di questa borghesia.... rivoluzionaria, che ha in mano il panno e le forbici ed ha quindi largo il campo di poter disporre a suo talento, di vita e di morte, della sorte insomma delle popolazioni di questo Stato che si chiama Austria. Fingere d’essere democratici è una cosa, ma da questo sentimento democratico deve scaturire dall’azione e dalla volontà dei vari Weiss de Wallen-stein e Brunner. Tanto meno si deve prestar fede a questi pretesi democratici, perchè quando si tratta di attaccare gli operai da tergo, questi, pretesementc moderni industriali, si alleano ai cristiano-sociali ed anche agli agrari, contro i quali quando loro fa comodo scatenano tutti gli anatemi del loro galateo borghese. Perciò la classe lavoratrice, che controlla giorno per giorno le azioni delittuose, che la classe capitalistica di tutte le nazionalità e di tutte le gradazioni politiche compie, a danno delle popolazioni nullatenenti dell’Austria. I piccoli padroni non hanno voluto mai comprendere che l’operaio bene nutrito si trova nella condizione di produrre molto di più, che non l’operaio affamato e spossato da un lungo orario di lavoro. Ebbene, quello che non compresero i piccoli industriali e i piccoli commercianti lo disse il cav. Leopoldo Brunner che afferma : «E’ necessario «rendere il paese accessibile ad una larga importa-«zione di generi alimentari per diminuire la spa-«ventevole carestia ed affinchè le masse popolari «e quindi i nostri operai possono sotto il regime «di una sufficente nutrizione affrontare con mag-«giorc facilità l’eccessivo costo dei bisogni della vita.» Domandiamo noi : Quanti padroni acconsen- tiranno ad aumentare volontariamente le mercedi ai loro operai, quando questi costretti dalla «spaventevole carestia » si decideranno a chiederle? Ma pure il cav. Brunner è un’autorità nel campo commerciale e nessuno ha smentito le suo affermazioni. Ci sono al mondo degli uomini autorevoli, che si stimano e che si ha per lori, la maggior venerazione, ma le affermazioni di questi uomini, ognuno le prende secondo il proprio tornaconto. La borghesia magari applaude tali sortite, ma nel medesimo tempo nega il diritto all’ esistenza della classe operaia, quando questa trovasi indotta a difendersi dalla fame e dalla miseria. Pertanto noi non ci illudiamo che le parole degli economisti trovino l’eco nelle piccole menti dei nostri piccoli e grandi industriali e commercianti. Noi quindi dobbiamo continuare l’opera nostra di organizzazione e di agitazione fra le masse lavoratrici, non prestando fede a nessuno che non sia l’uomo che abbia dimostrato di essere un sincero combattente contro l’attuale sistema sociale. Il prelevite ninnerò consta di ti pai/ine. I Gruppi della Federazione noi 4 I. Nel numero precedente abbiamo fatta la rela- , zione riassuntiva della Federazione come tale e della I Cassa generale. Questa volta parleremo dei Gruppi, della loro attività é della situazione finanziaria. Interessante è conoscere il risultato del contributo di 8 cent, che i Gruppi si trattengono su ogni quota pagata. Contributi questi che servono a pa- , gare le spese di agitazione e di organizzazione. Alla fine del 1911 risulta che i 52 Gruppi avevano un civanzo di cor. 10.398.71, oltre alle spese sostenute col ricavato dei suaccennati contributi di 8 cent, per quota settimanale. D’altra parte risulta che 11 Gruppi avevano un deficit di corone 142.40. Ciò dimostra che una piccola parte dei Gruppi non riesce a coprire le spese locali con il contributo di 8 cent, ma per questi Gruppi venne introdotta una tassa speciale. Questa tassa è già in vigore a Vienna, Bernsdorf, Pottendorf, Wiener-Neustadt, Marburgo, Villaco, Klagenfurt, Innsbruck, Cracovia, Leopoli, Tarnow, Cernowitz e Spalato. Ci sono poi dei Gruppi, come Innsbruck e Cracovia, che oltre alla suddetta tassa ne riscuotono un’altra di 20 cent.; cosichè il Gruppo di Innsbruck potè risparmiare cor. 2.494.22 per il fondo locale, mentre il Gruppo di Cracovia ha un deficit di corone 63.15, ma ciò lo si deve alle grandi spese d’affitto cui deve sostenere per i locali sociali, mentre che il Gruppo di Innsbruck non ha alcuna spesa di affitto. Ma mentre constatiamo un miglioramento nelle condizioni dei Gruppi, osserviamo che la Cassa principale ebbe nel 1911 soltanto cor. 1.16Š.86 di civanzo. Il conto per i movimenti e scioperi (fondo di riserva) e stampa professionale viene amministrato separatamente dal conto generale. La base per i sussidi, la divisione dei contributi e le buone entrate, a sensi del deliberato federale, su proposta della Direzione centrale dd. 11 gennaio 1907, si divide come I segue Classi II III in jiiìi III cl. % Conto generale (org. uscite) 11 14 14 — — Conto generale (sussidi) 23 23 34 11 47.8 Conto sussidio malattia — 17 26 9 53 — Stampa professionale 6 6 6 — — Fondo di riserva 20 20 20 — — 60 80 100 20 50 Con ciò si riversano su ogni singolo conto di tutte e tre le classi i seguenti importi : ( 'onto generale, organizzazione• cor. 47.719.93 „ ., sussidi „ 87.868.10 „ „ „ malattia „ 55.898.93 Conto di delegazione ,. 1.302.60 Confrontando quindi gli esborsi per vari sussidi, ne risulta il piccolo civanzo di coi-. 8.185.55, mentre il conto generale della Federazione ha nello scorso anno un deficit di corone 14.686.10, quello della delegazione ha un deficit di cor. 5.547.90. I Gruppi quindi vanno di anno in anno migliorando, non così invece il conto generale. Nel 1910 avevamo la speranza che il deficit andrà di anno in anno diminuendo, ma nel 1911 questo aumentò. Noi invece dobbiamo procurare che le entrate si bilancino alle uscite, perchè se no Un giorno finiremo nello sbilancio. Tale procedere è seguito nell’industria e nel commercio e lo si deve seguire anche nella moderna organizzazione operaia. Quello che è certo si è che se la situazione finanziaria nei prossimi anni non migliora, la Direzione centrale sarà costretta a proporre un aumento dei contributi. In genere però progrediamo. Nello scorso anno avemmo parecchi movimenti di mercede e special-mente vanno notate le rinnovazioni dei contratti di lavoro a Fola, Trieste, Marburgo, Innsbruck, Wie-•v.r X*iiivfvrlt a T ,mv.: глпзча in mupoo.ni ivini- fiel cooperativi nella Boemia uel Nord s introdussero nuove tariffe di mercede. Soltanto a Lubiana Io-sciopero ebbe esito parziale; era però il primo passo verso la regolazione delle condizioni di mercede e d’orario. — Anche i padroni di Lubiana verranno prossimamente a più miti pretese. In 40 località - cioè per 11.080 lavoranti fornai - esistono di già i contratti di lavoro rispettivamente per un milione e duecentomila corone di mercedi all’anno di più. Vergognoso è soltanto questo, che mentre oltre 11 mila operai godono dei miglioramenti procurati dalla nostra organizzazione, ne sono organizzati soltanto poco più di 9 mila. Sino alla fine del 1911 la nostra Federazione ha esborsato per vari sussidi cor. 779.698.16 ; se poi aggiungiamo circa 300 mila corone esborsate per il sussidio di sciopero, ne risulta che la Federazione ha esborsato nel periodo della sua esistenza cor. 1.079.698.16, che equivale al 76 per cento dei totali incassi nel periodo suaccennato. La nostra Federazione ha dunque fatto per i suoi soci più di (pianto aveva promesso. Se poi dobbiamo ancora constatare gli enormi esborsi per vari sussidi, v’è un motivo di più di impegnare tutta la nostra forza per introdurre una più razionale condizione nel complesso della nostra industria, cioè limitare il numero degli apprendisti e così diminuire la disoccupazione, migliorare le condizioni di mercede e d’orario, non dimenticando di far migliorare anche le condizioni sanitarie degli ambienti adibiti a lavoratorio. 1 padroni fornai dell’Austria più di una volta avranno pensato in cuor loro se non fosse il caso di disgregare, se non distruggere, questo nostro baluardo di difesa ; e non solo lo avranno pensato anzi hanno commesso degli attentati in proposito, ma le loro armi s’infransero contro la solida muraglia della nostra Federazione. A Boia, Klagenfurt, Innsbruck e Merano i nostri colleghi sono stati sconfitti, è vero, ma oggi, eccettuato Klagenfurt, essi hanno nuovamente stipulato con i loro padroni dei contratti di lavoro vantaggiosi. La sconfitta subita fu loro benefica, poiché presto tentarono la rivincita, riuscendo vittoriosi. Così la nostra Federazione esercita la funzione di elevamento morale e materiale dei propri soci. Già siamo in 9 mila, ora dobbiamo fare il possibile ■ acchè per la fine dell’anno la cifra si arrotondi a IO mila soci. E nostro dovere di scuotere gli indifferenti, gli apatici. La nostra parola d’ordine sia: Ogni fornaio dev’essere socio dell’ Unione ilei lavoranti fornai dell’Austria! rvoi... Un anonimo mi invia gentilmente da Trento il «Numero unico» del Primo Maggio, dedicato agli aderenti della Camera del lavoro di Trento. Nel detto «Numero unico» trovo un articolo intitolato Fornai e firmato Noi. Siccome non sono abituato a nascondermi dietro la firma della Reda- | zione, se anche non fossi il direttore, compilatore I e redattore responsabile del nostro « International », dirò tutto il imo pensiero apertamente e senza sottintesi, in risposta al suaccennato articolo. Anzitutto dirò che io avrei risparmiato di accennare in quell’articolo la crisi fra i fornai di Trento, poiché ciò è stato ripetuto dal W arner più di un centinaio di volte. Il perdurare della crisi i fra i compagni fornai di Trento è un cattivissimo | attestato per un organizzatore quale è il Warner, j sempre secondo il parere degli scrittori del < Nu- I mero unico* di Trento. Non creda mica il W arner ! cd i suoi amici che noi non abbiamo provato delle crisi, che avevano motivi ben maggiori di sussistere? j Ma queste crisi in capo a un anno si sono risolte | e l’organizzazione è risorta più forte e più gagliarda di prima. Ma la crisi fra i fornai di Trento perdura da tre o quattro anni senza mai risolversi. Le cause di questa crisi, che i redattori del «Numero ! unico» accennano, sono così piccine, clic gli uomini seri e gli organizzatori non possono prenderle in considerazione, lo invece sostengo che, le cause stanno nell’impotenza, oppure nel fatto che la crisi non si è voluta mai risolverla da chi doveva risolverle, e se egli si sentiva incapace a questa operazione, doveva prendere armi e bagagli ed andarsene. 1 redattori del «Numero unico piangono sulle rovine: «Si eccita il Warner a fare il passo decisivo» — esclama il numero unico — «e allora a Trento non resteranno nemmeno i dieci volonterosi » ? —Io rispondo eha i dieci volonterosi nulla fanno nell’interesse dei fornai di Trento ! Sempre secondo i redattori del «Numero unico» il Warner è un superuomo. Se domani muore il podestà di Trento, questa città resterà in eterno senza il suo capo-comune? — Andate là, o egregi amici del «Numero unico», che nessuno vi prende sul serio. Quando si scrive si deve pensare a priori che non si scrive soltanto per gli imbecilli, ma che un giornale può capitare in mano anche a chi sa leggere e comprendere. I direttori della Camera del lavoro dichiarano di fare atto di solidarietà col W arner. Si accomodino ; ma io mi vergognerei di essere il presidente di dieci fornai di Trento, mentre il Warner si sente orgoglioso di avere una così grande mass dietro di sé ! — E poi esclama il «Numero unico» : «Per nulla non è stato chiamato a dirigere le sorti dello organizzazioni che fanno capo alla Camera del lavoro ! » Anche quella dei fornai fa capo alla Camera dal lavoro, ma questi non si lasciano dirigere dal Warner, per quanto siano suoi colleghi di professione... e debbo venire quindi alla conclusione che, dal momento che il Warner non è capace di dirigere e far prosperare la propria organizzazione, non è credibile che sappia dirigere le altre, delle quali egli non conosce la psiche, gli usi, e non ha le necessarie cognizioni tecniche delle categorie di operai a lui estranee. I redattori del «Numero unico» tentano il salvataggio del Warner dicendo che i fornai trentini fanno i sordi ; ma la mia opinione è ben diversa in proposito. E poi è inutile voler cercare i diversivi, perchè gli uomini camminano, ma la città di Trento trovasi sempre nel Trentino. All’adunanza che la nostra Federazione aveva indetto - e non io - non intervenne nessuno, perchè le circolari d’invito, anziché essere diramate fra i colleghi, hanno finito chi sa dove, poiché quel collega tedesco, che qualche settimana fa aveva lasciato Trento, mi assicurò, sotto il vincolo del giuramento, che a Trento nulla si sapeva di quella adunanza. La verità è venuta a galla prima che il Warner e gli amici se ne accorgessero. Altro che il Warner ha fatto il regolare invito ! II Warner ha sempre difeso la Centrale — continuano a filosofare gli scrittori del «Numero unico ». Ma di che si è resa colpevole la Centrale per aver bisogno della difesa del Warner? — Non credo opportuno di svegliare i morti, ma il Warner lo sa meglio di me, che per ben tre anni i Gruppi del Trentino, e specialmente quello di Trento, furono amministrati col «manico della granata» e fatto sperpero di danaro per le continue spese di viaggi in provincia, per avere oggi il bel risultato di veder andare in isfacelo le organizzazioni a Tergine, Levico e Borgo. Sarà questa la colpa che si vuole addossare alla Centrale : di aver impedito la continuazione di quell’andazzo di cose. Finalmente gli amici della Camera del lavoro di Trento mi invitano a ricredermi, sostenendo che il W arner ha fatto il possibile per i fornai di Trento. Crcpi l’avarizia, ma io non posso essere generoso nel caso concreto, quindi non è possibile che mi ricreda. E lo dico subito il perchè: O il Warner è impotente di ricondurre i fornai di Trento sulla via da cui li ha deviati e di fronteggiare le situa- zioni difficili e scabrose, e allora se ne vada ; oppure il W arner teme che una volta spodestato lui, i fornai di Trento potrebbero cambiare indirizzo. Se fosse vera quest’ultimo ipotesi, il Warner si renderebbe doppiamente traditore degli interessi dei fornai di Trento. Badi dunque il Warner di non essere un giorno tacciato di traditore e di venduto. Il Warner in apparenza si preoccupa di quei dieci volonterosi. Quei volonterosi, se sono coscienti, resteranno fedeli all’organizzazione se anche non ci sarà più presidente della stessa il W arner. Ma io ho tutto il diritto di dubitare che sotto quella appariscente preoccupazione ci siano dei fini reconditi poiché se così non fosse, il Warner avrebbe già abbandonato il suo crollante dominio, il quale è ormai inutile puntellarlo. I incepxo Iver molj. IL NUOVO CONTOmO 1LETT1 DI LAVORO OOlBfliO A ROVERETO. La posizione degli operai fornai del Trentino, perciò che concerne i loro rapporti di lavoro e di mercede con i propri datori di lavoro, è del tutto diversa in confronto agli operai di altre province. I loro miglioramenti sono in certo qual modo dipendenti dai Municipi, quando non lo sono dalla Luogotenenza stessa. — Questo stato di cose si è testé verificato con la stipulazione del contratto di lavoro a Rovereto fra i padroni di questa città e la nostra Federazione. Noi domandiamo delle migliorie ai nostri padroni e questi, a lor volta, le trasmettono al Municipio, il quale vi risponde : <■ Noi siamo disposti a farvi delle concessioni, purché la Luogotenènza ci dia il «nulla osta». Dinanzi a questa babellica confusione si trovano dunque quei lavoranti fornai che sono alle dipendenze dei padroni privati. Il calmiere e la tassa sul pane. I padroni fornai del Trentino sono soggetti al calmiere e alla tassa sul pane. Del primo non vogliamo occuparci, poiché non siamo chiamati a far questo, essendo di esclusiva competenza dei padroni, i quali sanno tutelare i propri interessi anche senza di noi. Ma non possiamo tacere per ciò che riguarda la famigerata c vergognosa lassa sul pane, che colpisce ed affama la popolazione direttamente e i lavoranti fornai indirettamente. Ma su questo argomento parleremo più diffusamente nel prossimo numero. Entriamo ora in merito alla stipulazione del Contratto di In-.voro fra i padroni fornai di Rovereto e la nostra Federazione. Mercoledì 15 corr. convennero al Municipio i rappresentanti delle parti contraenti. Il Municipio, come parte mediatrice, era rappresentato dal cons. dott. Sartorei li ; rappresentavano i padroni : il sig. Piccolrovazzi per il Panificio Consorziale, il comp. dott. Piscel per il Forno Cooperativo, l’ispettore sig. Letner per il Panificio provinciale e il sig. Giuseppe Lorenzi. I comp. V, Kermolj e Giov. Marchi, con a capo la Commissione operaia, per la parte degli operai. Si inizia la discussione con la proposta da parte padronale, che cioè i padroni accettano tutte le richieste degli operai, però in via provvisoria, j per dare così il tempo al Municipio di studiare i miglioramenti da accordarsi ai padroni. Secondo la proposta di questi ultimi le mercedi andrebbero in vigore domenica 19. maggio a, c., l’orario e gli altri miglioramenti invece il 27 maggio a. c. II comp. Marchi dichiara di non essere d’accordo con questa differenziazione. V. Kermolj dice di non preoccuparsi più che tanto sulla andata in vigore del contratto una settimana prima o una dopo, ma ciò che lo meraviglia si è la provvisorietà che i padroni propongono. Noi non possiamo interpretare questa provvisorietà se non come un tranello, ma una condizione oscura, che poi, alla scadenza ci troveremo nelle medesime condizioni di oggi. Il dott. Sartorei li risponde che il Municipio non può deliberare «ipso facto» i miglioramenti da accordarsi ai padroni, promette di adoperare tutta la sua influenza che ciò avvenga ; dichiara di non temere lo sciopero dei fornai e deplora che il rappresentante della Federazione dei fornai, Kermolj, I metta in dubbio gli onesti intendimenti del Muni-! cipio, come se questo tendesse trarre gli operai in ' un inganno. Gli replica tosto il Kermolj dicendo che i miglioramenti da accordarsi ai lavoranti fornai non possono dipendere nè dal Municipio, nè dalla Luogotenenza, poiché se così fosse, noi dovremmo considerare gli operai come impiegati dello Stato, tanto più se è la Luogotenenza quella che ostacola la soluzione della vertenza. Dichiara infine, a nome ' della Federazione, di non temere imo sciopero, essendo la Federazione stessa disposta a concedere centomila corone se fossero necessarie. Osserva inoltre che il suo dubbio sulla provvisorietà è giustificato, poiché in ogni evenienza gii operai sono stati sempre ingannati, per quanto buone e oneste possano essere le intenzioni del rappresentante del Municipio, Il comp. dott. Pisce! dichiara puro che non si tratta d’inganni di nessuna specie, gli operai possono quindi accettare con animo tranquillo la pro-posta padronale e, rivolgendosi verso il Kermolj, si appella alla sua coscienza di socialista, che può servire agli operai di garanzia. Il Kermolj dichiara di non poter accettare la proposta così su due piedi, senza prima discuterla con la Commissione degli operai. Questa allora si ritira iti una sala attigua e dopo un’esauriente disamina decide di accettare la proposta padronale, con la modificazione che tutte lo richieste debbano entrare in vigore il 19 maggio, di essere libera da ogni impegno e d’intraprendere, senza preavviso, quell’azione che crederà più opportuna qualora i padroni avessero da mancare ai patti stabiliti fra le due parti. Dopo breve discussione tanto i padroni quanto il rappresentante del Municipio accettano il punto di vista della Commissione operaia. Ecco ora il nuovo Contratto collettivo per la regolazione delle condizioni di lavoro nell" industria del pane a Rovereto. Atto assunto nella sede municipale addì 15 maggio 1912, avanti il sig. dott. Augusto Salterelli, I consigliere del Magistrato civico in rappresentanza del Comune quale autorità mediatrice. ’ Parti contraenti : 1. 1 sottoscritti proprietari o rappresentanti di forni nel territorio civico di Rovereto. 2. I sottoscritti rappresentanti della Federazione dei fornai in Austria (Centrale e Gruppo di Rovereto). Allo scopo di stabilire un contratto collettivo che definisca per il tempo sottoindicato le condizioni di lavoro di questa industria nel territorio di Rovereto, le parti intestate addivennero oggi alle seguenti PATTUIZIONI : 1. Organixzaxione. 1 proprierari di forni nel territorio di Rovereto continueranno a. riconoscere la organizzazione federale del fornai in Austria (gruppo di Rovereto) in rappresentanza degli interessi collettivi degli operai. Gli operai fornai di Rovereto manifestano la loro volontà di non lavorare che con uomini organizzati nelle loro Federazioni professionali. 2. Orario. Con l’entrata in vigore del presente contratto vorrà introdotto in tutti i panifici l’orario di lavoro di 9 ore, interrotto dalla solita pausa. 3. Mercedi. Vengono mantenute ferme le tre categorie di paga fissate nel contratto collettivo del 9 aprile 1909, stabilindo però come minimo settimanale per ciascuna di tali categorie l’importo di cor. 32 per la prima, cor. 30 per la seconda e co- 1 rone 27 per la terza. Li nuova regolazione delle mercedi avverrà in maniera che ciascuno degli operai attualmente impiegati godrà di un aumento sulla paga attuale di almeno il 10 p. e., comprendendo però in (ale miglioramento, per il forno di S, 1 lario, gli aumenti accordati m gli ultimi 5 mesi. D’ora innanzi non potranno essere messi nelle singole categorie di lavoranti quegli apprendisti che non avessero assolto regolarmente gli esami di lavorante. 4. Sostituti. I sostituti avventizi avranno la i stessa mercede proporzionale dell’operaio nel posto I del quale lavorano. ì 5. Ore straordinarie. Ambo le parti si trovano d’accordo nel dichiarare che le ore straordinarie dovranno essere limitate quanto piò possibile. 8’intende per ora straordinaria ogni sorpasso di lavoro eccedente1 la mezz’ora sull’orario normale e causato da casi di forza maggiore, da aumento della produzione o da limitazione del personale consueto per assenza dal lavoro. Viene stabilito che l’operaio per colpa della cui assenza od ubbriachezza fosse provocata una spesa per ore straordinarie, ò tenuto a rifondere la medesima al panificio mediante trattenuta sulla mercede indipendentemente dall’eventuale multa per tale mancanza contemplata dal regolamento del lavoro. Le ore straordinarie verranno pagate col 30 per cento in più della mercede dell’ora ordinaria nella confezione del pane militare e col 50 p. c. in più nella confezione di altro pane. (i. Pane gratuito. Ogni operaio avrà diritto giornalmente alla consegna di 48 centesimi di pane fresco, compresa in tale distribuzione quella quantità che crede di consumare durante il lavoro. 7. Igiene. Per tutte le pistone dove ancora non esistono, verranno forniti cassettoni o armadi per riporre i vestiti durante il lavoro e fornito per ciascun operaio un asciugamano netto ogni settimana. 8. Il numero di apprendisti per ogni lavora-torio viene fissato entro i seguenti limiti : fino a 5 lavoranti verrà impiegato un apprendista, fino a 10 due e dai 10 in poi non più di 4. 9. Riposo suppletorio. Per riposo settimanale vale quanto prescritto dal regolamento industriale. 10. Disposi.) ioni generali. Gli apprendisti dovranno essere istruiti nel lavoro industriale sotto la direzione di abili operai. Il presente contratto sarà esposto in ogni la-voratorio di pistoria durante tutta la durata del medesimo. Il giorno 1° maggio verrà applicato in tutte le pistone l’orario domenicale. 11. Durata del contratto. Il presente contratto collettivo durerà fino al 15 maggio 1915. S’intenderà prolungato per un altro anno c così di seguito se dall’ima o dall’altra parte non verrà data disdetta tre mesi prima della scadenza, indicando a quali condizioni si sarebbe pronti a rinnovare il contratto collettivo. 12. Per l'osservanza del contratto. Gli operai si riservano piena libertà d’azione nel caso di violazione, di qualunque clausola del contratto. Il presente contratto avrà valore di contratto individuale fra i proprietari di forni e tutti gli .operai attualmente da essi occupati, come pure gli operai che venissero assunti durante la durata del medesimo. I proprietari s’impegnano a non licenziare i loro operai in dipendenza del presente movimento e in genere a non licenziarli prima di ti settimane dalla data odierna, salvo i motivi di licenziamento immediato previsti dalla legge. Disposizioni transitorie. I proprietari si riservano la facoltà entro il 10 giugno di disdire il presente contratto, che entrerà in vigore con domenica 19 coir., quando ottenessero entro .questo mese la concessione definitiva dei miglioramenti del calmiere accordati in via di prova, cioè che venga tenuto calcolo del prezzo della farina N. 4 nella confezione del pane comune e di poter fare il pane comune in pezzi da 8 cent, l’uno divisibili in quattro pezzi minori per il pane da «buffet» c in due peile altre qualità, e quando inoltre entro il suddetto termine non ottenessero mediante riduzione della tassa sul pane o da evoluzione ad essi delle economie ottenibili sulle spese di controllo un compenso sufficiente a pareggiare l’onere del presente miglioramento. Nel caso di tale disdetta padronale gli operai si riservano piena libertà d’azione. Letto ed in conferma sottoscritto, osservando che l’originale del presente contratto verrà conservato dal Municipio, che viene pregato di fornire copia con la sua autenticazione al Gruppo localo di Rovereto, alla Centrale della Federazione dei fornai in Austria ed a ciascuno dei panifici firmatari del presente contratto. Doti. Augusto SartorelU pel Municipio. Antonio Letner per il Panificio di 8. Ilario. Guido Piccolrova?. zi poi Panificio consorziale dei fornai. Giuseppe Lorenzi. Dr. Antonio Piscel per il Forno cooperativo. Per la Federazione centrale dei lavoranti fornai in Austria c Gruppo locale in Rovereto: Vincenzo Kermolj — Giovanni Marchi. *** Giovedì Iti corr. alle 9 ant. ebbe luogo alla Casa del popolo un’adunanza di fornai, alla (piale parteciparono oltre agli operai fornai anche operai . d’altre categorie. Qui riferirono sulla conclusione del nuovo contratto di lavoro i comp. Marchi e Kermolj, spiegando l’importanza del medesimo, che segna un altro passo avanti fatto dai fornai di Rovereto mediante la loro organizzazione, la disciplina c la Compattezza Da questa nuova conquista potranno prendere degli ammaestramenti non solo i fornai del Trentino — e specialmente quelli di Trento — dissero gli oratori, ma anche gli operai di altre categorie, i quali sono ben lontani dalle condizioni conseguite dai fornai di Rovereto negli ultimi tre anni. I due oratori misero però sull’attenti i compagni di Rovereto osservando non essere del tutto finita la battaglia, pei- quanto vi siano 90 su 100 le probabilità che il contratto da provvisorio rimanga definitivo, e che a loro incombe di essere sempre pronti in ogni evenienza. II Kermolj rammenta ai presenti che, sebbene il rappresentante del Municipio si abbia scandalizzato della nostra poca fiducia nella parola d’onore dei signori padroni e nell’autorità municipale, noi, abbiamo la sincerità di dirlo, affiliamo le armi e serriamo le file, pronti alla lotta qualora (pici signori avessero a mancare di parola. 1 presenti accolsero con entusiasmo e con un applauso la lettura del nuovo contratto di lavoro, ma si leggeva sui loro volti quel sorriso ribelle che significava la ferrea volontà d’azione se il 10 giugno p. v. il contratto non avesse ad essere un fatto definito. **h 1 fornai di Rovereto, per festeggiare la loro vittoria organizzeranno una gita alla volta di Trento, dove ci sarà un fraterno convegno, al quale saranno invitati anche i colleglli sparsi nella vallata della Valsugana, che negli ultimi tempi si sono dimenticati — come quelli di Trento — dell’organizzazione. Vale più un fatto compiuto, come quello di oggi — disse il comp. Marchi — che cento anni di chiacchiere sul, sindacalismo e sul separatismo, che in pratica significa il tradimento della classe lavoratrice, la quale si trova nella dura necessità di dover stringersi sempre più e non separarsi o dividersi. L’adunanza quindi si scioglie con un frenetico applauso agli oratori. TRIESTE Il Comizio per la legge di tutela. Domenica scorsa ebbe luogo nella sala terrena delle Sedi riunite un numeroso Comizio per la nostra legge di tutela. Il presidente coll. Milost, dopo aver fatto all’assemblea alcune comunicazioni, dà la parola al coll. V..Kermolj, il quale riferisce sulle ultime peripezie del nuovo progetto di legge, che dopo ben quattro anni è sempre un... progetto. Ricorda gli ultimi tentativi dei padroni cristiano-sociali di Vienna i quali, per quanto il progetto fosse peggiore del primo, ostacolarono con tutti i mezzi l’attuazione j anche di questo. Si diffonde a spiegare l’importanza della limitazione dell’orario di lavoro mediante una legge dello Stato; enumera i difetti del progetto in presentazione, che istessamente apporterà ai lavoranti fornai immensi benefizi, Milost spiega dettagliatamente il progetto di legge e ne commenta il valore reale una volta diventato legge. Continua rammentando ai presenti che soltanto con una forte e combattiva organizzazione i fattori legislativi ed il Governo stesso si decideranno finalmente a portare all’attuazione questa da noi tanto desiderata legge di tutela. Esorta i presenti a fare la massima agitazione, affinchè anche quei pochi colleglli che non sono ancora organizzati entrino al loro posto di combattimento, acciocché non si possa dire che la no-tra organizzazione non sia completa. Alle «eventuali» il Kermolj raccomanda ai preseliti di compiere fino all’ultimo il proprio dovere, ora che avranno luogo le elezioni degli assessori per il Tribunale industriale. Quindi il presidente, ringraziando i numerosi intervenuti, dichiara chiuso il comizio. COOPERATIVE OPERAIE di TRIESTE, ISTRIA e FRIULI Consorzio registrato a garanzia limitata. Kfiregi Con sari ! L’andamento degli affari nell’anno sociale 1911-1912, che si chiuderà col 30 Giugno, e finora molto incoraggiante c fa prevedere un buon bilancio. Tutti i magazzini sociali sono in aumento. Quest’anno si raggiungerà un milione e un quarto di vendite. Sotto ottimi auspici è stata incorporata l’Unione Cooperativa di Capodistria, ma durante l’anno non sono stati aperti altri nuovi ‘magazzini, perchè la nostra attività e le nostre forze finanziarie furono rivolte al consolidamento dei magazzini esistenti e a un intenso lavoro di preparazione per la prossima fusione di altre Cooperative esistenti e per la fondazione di nuovi magazzini. Si trova in via di attuazione l’introduzione delle macchine nel Panificio sociale c in via di preparazione una centrale con impianto meccanico per la lavorazione e per la fornitura del latte a tutti i magazzini di Trieste, mia centrale per la lavorazione della carne suina, un magazzino di calzature c oggetti di vestiario. Se l’anno sociale in corso sarà stato un anno di consolidamento, di studio e di preparazione, l’anno venturo dovrebbe essere un anno di grande espansione, diligentemente preparata. Se la Direzione troverà sufficente appoggio finanziario da parte dei soci per poter attuare nei prossimi mesi tutti i suoi progetti, le Cooperative Operaie di Trieste, Istria e Friuli potrebbero avvicinarsi nell’anno 1912-1913 al secondo milione di vendite. Noi vi invitiamo a cooperare con tutte le vostre forze al raggiungimento di questo brillante risultato. Il miglior appoggio che potete darci — oltre alla costante propaganda per acquistare nuovi soci è il versamento del saldo (lidia vostra quota di 20 Corone e l’affidamento dei vostri risparmi alla nostra Sezione Risparmio. Seguendo l’esempio delle maggiori cooperative, che hanno raccolto milioni nella Sezione Risparmio, portando un enorme impulso al loro movimento, accorderemo anche noi col 1" Maggio 1912 Г interesse del 5 per cento su tutti i depositi a risparmio. In tal modo noi vi assicuriamo, non soltanto la massima speditezza, scevra da ogni inutile pratica burocratica, ciò che nessuna Banca e nessuna Cassa di risparmio vi può offrire, ma vi procuriamo anche un maggior utile. E voi, pur ritraendo dalla nostra Sezione Risparmio maggiori vantaggi, apporterete alle Cooperative Operaie grandissimo utile, se preferirete impiegare i vostri risparmi in una fiorente istituzione proletaria, piuttostochè affidarli ad istituzioni estranee. Nessuno di voi è ricco; noi siamo una cooperativa di lavoratori ; ma le vostre piccole forze individuali fuse insieme e rivolte ad un comune intento possono produrre dei miracoli. Già oggi potete guardare con giustificato orgoglio a queste vostre Cooperative Operaie. Aiutateci a farle più grandi e, così, sempre più forti ! Ne ritrarrete vantaggi materiali sempre crescenti c la soddisfazione morale di aver contribuito a far prosperare la cooperazione. TRIESTE, Aprile 1912. LA DIREZIONE. Versamenti a risparmio e preleva/ioni sui propri risparmi si effettuano non soltanto nella Cancelleria sociale, ma anche in ogni Magazzino cooperativo. Oltrediciò sono state introdotte le Cartoline-risparmio da 5 corone per il risparmio piccolissimo con marchette da 10 centesimi. Cartoline e marchette si possono avere in tutti i magazzini. Cartoline-risparmio riempite di 50 marchette vengono scambiate prontamente in qualunque magazzino delle Cooperative Operaie con cinque corone in contanti. Importi da 5 corone i in ]x)i sono da consegnarsi, assieme al libretto, in ogni ma-i : zzino verso ricevuta provvisoria del primo Agente. CORRISPONDENZE MONFALCONE. Un’adunanza. Martedì 2 cori-, ebbe luogo qui un’adunanza di fornai, alla quale parteciparono, meno uno, tutti lavoranti qui occupati. All’adunanza intervenne il collega V. Ker-molj di Trieste, che ricordò ai presenti di essere vicini ad un grande centro commerciale ed industriale, cioè Trieste, e che quindi non può essere loro permesso di rimanere disorganizzati e privi di quei benefici che solo mediante l’organizzazione si possono conquistare. Il Kermolj fa inoltre presente a quei colleghi, che essi devono lavorare tutti i sette giorni della settimana, mentre abbiamo da ben 17 anni la legge che dà all’operaio fornaio il diritto di godere una giornata alla settimana di li-brrta e di riposo. L’oratore infine ricorda ancora agli intervenuti che Mònfalcone sta diventando un grande centro industriale, perciò gli operai attualmente qui occupati non devono pensare soltanto per il presente, ma necessita preoccuparsi anche del futuro, quando cioè in questa città ci sarà un maggior numero di operai. Parlano poi tutti i presenti, dopodiché si stabilisce di istituire per ora una piazza di pagamento aderente alla Federazione dei lavoranti fornai dell’Austria. Venne inoltre deciso che la Direzione del Gruppo di Trieste rimetta ai ]ladroni pistori di Monfalcone, Ronchi e Sistiana una lettera con la quale si diffida quei padroni a provvedere affinchè gli operai a loro dipendenti abbiano a godere di un giorno di riposo durante tutte le settimane dell’anno. Si discusse poi di altri problemi da risolversi, i quali vennero rimessi a tempo opportuno, quindi l’adunanza si scioglie. GORIZIA. — La risposta dei padroni. I nostri padroni dunque, si sono affrettati a rispondere alle richieste di miglioramenti da noi avanzate con la deliberazione dd. 23 aprile u. s. Ma sentite* quale è la risposta : «La firmata direzione ha trovato di respingere «il memoriale presentatogli dal Comitato degli atti-«nenti pistori di Gorizia dd. 23 apode 1912, per «il motivo ehe questi non sono ancora legalmente costituiti e per conseguenza un contratto di lavoro «stipulato fra il Consorzio goriziano dei pistori ed «il Comitato degli attinenti, non avrebbe alcuna «forza legale. «L’or firmata entrerà in trattative quando gli «attinenti saranno legalmente costituiti.» Per la Direzione: Gì or. Gorìnp, presidente. Noi prendiamo nota di questa così affrettata risposta e domandiamo ai signori del Consorzio: Su chi ricade la colpa se gli attinenti non sotto legalmente costituiti? Noi rispondiamo : Se gli attinenti non sono legalmente costituiti nemmeno il Consorzio lo è, dal momento che vi manca la costituzione dell’Adunanza degli attinenti, poiché, secondo lo spirito della legge, sulla base della quale si costituiscono i Consorzi industriali, per essere legalmente costituito un Consorzio vi debbono esistere tutte e due le parti di cui il Consorzio stesso si compone. Ebbene, ora che siamo ricorsi a voi chiedendovi miglioramenti e che sapevate che non siamo legalmente costituiti, era dovere del presidente del Consorzio di provvedere affinchè l’Adunanza degli attinenti [rossa esplicare la propria attività voluta dalla legge in seno allo stesso. Da quando avanzammo le dette richieste i nostri padroni sono diventati addirittura dei legislatori ! Chi ha loro detto che un contratto di lavoro, se stipulato con un Comitato di attinenti, non avrebbe la forza legale ? Quando un Comitato viene eletto in un’adunanza regolarmente convocata, questo diviene una rappresentanza degli attinenti come fosse la stessa Giunta. Un contratto di lavoro acquista forza legale se viene approvato con due terzi dei presenti delle due adunanze, cioè dei consortisti c degli attinenti. Il motivo emesso dai signori- del Consorzio altro non è che un comodo pretesto per prorogare la cosa ad avvenuta costituzione dell’Adunanza degli attinenti. Noi però procureremo che la cosa non si prolunghi all’infinito, come forse lo sperano i signori padroni. La mancata istituzione dell’Adunanza degli attinenti va dunque ancora una volta a vantaggio dei padroni ; ma ciò non sarebbe avvenuto se i nostri colleglli di Gorizia si sarebbero dati più cura dei loro interessi. Speriamo quindi che questo atto padronale servirà loro di lezione per l’avvenire! COOPERATIVE OPERAIE I ili T Iti IO STIL INTIMA e FRIULI ! (Consorzio registrato a garanzia limitata). Anno sociale Vili Soci 6364 1911-1912. ■ Ragguaglio delle vendite : Gewliimv ItHO-IIH I 1911-1912 Corone Corone Luglio . . . . 83.578.77 85.989.77 Agosto . . . . 78.953.25 83.176.99 Settembre . . . . 80.491.27 93.174.89 Ottobre . . . 93.785.93 99.190.41 Novembre . . . . 88.512.12 98.484.55 Dicembre . . . . 96.725.68 109.368.77 Gennaio . . . 87.554.39 110.449.27 F ebbraio . . . 83.685.07 104.572.98 Marzo . . . . 88.966.95 120.015.59 Aprile . . . . 96.225.46 125.516.95 878.478.89 1,029.940.17 Sussidi a vedove e soci ammalati : Furono consegnate, in merci, a titolo di sussidio a soci in caso di malattia, a vedove ed orfani, dal 1. luglio 1911 a tutto 30 aprile 1912 Corone 7259.26. Dividendi : Furono consegnate a tutto 30 aprile 1912, merci a titolo di dividendi per l’anno 1910-1911 Corone 7612.88; a soci partiti, in contanti Corone 105.56 e trattenute acconto quote consorziali Corone 6612.48. — Assieme Corone 14.330.92. INTERNATIONAL GLASILO PEKOVSKIH DELAVCEV JUŽNIH POKRAJIN. URED. IN UPRAV. V TRSTU Nekdaj in dane«! Se ni preteklo deset let, odkar se je pričelo med pekovskimi delavci v naših južnih pokrajinah tisto živo, pozitivno delo in življenje. Deset let nazaj jih je le malo bilo med pekovskimi delavci v Trstu, Puli, Gorici in Ljubljani, ki bi bili poznali pomen in namen bodisi strokovne ali politične organizacije. Pred desetimi leti je bila še večina pekovskih delavcev, ki je smatrala organizacijo kakor neko zavetišče inteligence, delavci so torej mislili, da je organizacija za njih nekaj previsokega in nedosegljivega. Tako je mislil tisti del delavstva, ki ni imel narodnih predsodkov. Popolnoma drugačen poj m je imela tista stran delavstva, ki je kar slepo sle- ULICA MADONNINA ŠTEV. 15 dila narodne kričače in meščanske politikante, ki so se v tistih časih povzdignili v javno življenje avstrijskih narodov. Takrat so delavci, ki so prvikrat slišali tako poetično govoriti o narodnih pravicah slovenskega naroda, smatrali naše — na razrednem boju stoječe organizacije — za nekake izdajalske in renegatske tvorišča, katere so, po njih mnenju, bile le v škodo ne pa v korist delavskega stanu. Ali temu se ni treba nič čuditi, saj je bila to vzgoja — ki smo jo dobivali od meščanskega časopisja, katero je obl j ubo vaio, da nas bo rešilo od narodnega, političnega in ekonomskega tiranstva — današnje na privilegiju sloneče družbe. Tudi mi nismo imeli takrat tiste prakse in zmožnosti, kakor danes. Tudi pokazati delavstvu, kaj smo zmožni, nam ni bilo mogoče, ker je bilo takrat vse naše delovanje kakor nekaka vojaška vaja, ali brez vojakov. Vse obljube meščanskih strank so ostale le obljube, izpolnile niso ničesar, kar se nam je pripovedovalo ; saj tudi niso mogle, ker so tudi one živele v dobi razrednega boja. Ako so meščanske stranke izvršile kaj v korist delodajalcem, potem je bilo to v škodo delavstva in delavstvo jc tekom dolgih let vse to opazovalo. Zgodovina nas uči, da je brezpravno in nič posedujoče ljudstvo živelo od samih idealov, hrepenelo je po zveličanju drugega in nepoznanega sveta. Ali novi časi, prihod strojev, moderniziranje industrije, nove iznajdbe, vse to, kar jc dobilo delavca nepripravljenega v hrambi proti novemu načinu izkoriščanja, je dovedlo delavstvo do drugih pojmov in do drugačnega mišljenja. In če je bila kakšna stroka, ki je slišala odmev novih časov, je bila to naša pekovska, katera posebno v naših . pokrajinah sestoji le iz male obilnije. Pekovski delavci torej, ki niso imeli v svojo hrambo druzega kot svojb lastno stanovsko organizacijo. Edina ta, če prav ni bila popolna, je bila zmožna ne samo braniti pekovske delavce — pred napadi starodavnih in nazadnjaških pekovskih gospodarjev —, marveč tudi pripeljati pekovske delavce na pot, po kateri sc pride do izobrazbe, do kulture in do višjega pojmovanja o človeški družbi. Med tem ko nam je meščansko časopisje pripovedovalo, kako se moramo klanj; ti, prositi, moliti in ubogati, smo mi spoznali, da vsega tega ni treba, smo prišli do prepričanja, da smo enakovredni in da moramo biti tudi enakopravni. — Vsekakor boj še ni končan ; kapitalističnim strankam gre za to, da se obdržijo na površju, meščanstvu gre, da si konzervira svojo n copra vi-vičeno jiosest. In res, da nismo bili pričujoči v v normalnem času še nikdar tako krutega boja med delom in kapitalom, kakor ravno sedaj. Kapitalističnim strankam preti nevarnost — saj one to to nevarnost vidijo, zato pa dajajo nalogo svojemu časopisju, da pobija vse, kar se pokaže v rdeči barvi, naj se pa nahaja pod to barvo strokovna ' ali politična organizacija. Mi kot strokovna skupina, sloneča na programu razrednega boja, smo v očeh meščanskega časopisja izdajalci naroda, škodljivci slovenskih delavcev. A vendar v teku našega življenja smo privedli tudi slovenskega delavca do narodne, politične in gospodarske zavednosti. Dokler je še nezavedno delavstvo tavalo za meščanskimi narodnimi trobojnicami, nas je meščansko časopisje ignoriralo; takrat smo bili brezpomembna stvarca, a danes, ko smo odrasli, ko smo postali močni in bolj živi, danes nas narodna meščanska gospoda sramoti, obrekuje in žali. Ampak vse to ne bo meščanstvu ničesar pomagalo, delavstvo je enkrat za vselej spoznalo, kje je njen prostor in kje si lahko pribori boljše in srečnejše življenje. Naša Zveza v letu 1911. u. Interesanten je tudi rezultat pristojbine 8 vinarjev, katere si obdržujejo podružnice za svoje organizacijske in agitacijske potrebe. Koncem leta 1911. izkazuje račun podružnic na lokalnih pristojbinah pri 52 podružnicah prebitka 10.398*71, med tem ko ima I 1 podružnic primanjkljaja vsega skupaj K 142*10. Iz tega sledi, da so podružnice zmožne izhajati z pristojbino 8 vinarjev od vsa-cega doneska, če se nekoliko ekonomično dela, in koder pa ni mogoče izhajati, pa pobirajo nekatere podružnice lokàlno doklado. 'Tako pobira: Dunaj, Berndorf, Bottendorf, Dunajsko Novomcsto, Maribor, Beljak, Celovec, Inomost, K rakovo, Lvow, Tarnow, Gérnowice in Spij it ; ta posebna doklada je za pokritje svojih lokalnih organizacijskih in agitacijskih potrebščin. Med temi je podružnica Inomost, ki pobira vrhu obligatnih doneskov še 20 vinarjev lokalne doklade. Podružnica Krakov I. pobira 14 vinarjev in Krakov II. 20 vinarjev posebne doklade. Ali med tem ko si je podružnica Inomost prihranila že K 2494*22, pa ima Krakov II. kljub temu da pobira 20 vinarjev posebne doklade, še deficita K 63*15. Kaj je uzrok tej razliki med Krakovom in I nomostom ? No, v Krakovu plačujejo za društveni lokal mesečno 150 kron, to znaša na leto 1800 kron, brez druzega. V Inomostu pa ne plačujejo nikako društvene stanarine. In podobno, kakor je v Krakovu, je v Lvowu in drugod po Galiciji. Saj je vendar karakteristično, da plača jedna sama podružnica v Krakovom samo na stanarini za 850 kron več na leto kot pa zvezina Centrala sama. To pa je ravno neracijonalno. Dokazuje pa tudi ta primer zadosti, da bi za Galicijo tudi trikrat višja kvota ne zadostovala. Ali jedno pa je treba konstatirati. Med tem, ko so si podružnice kar K 10.398"71 v svojih lokalnih blagajnah prihranile, pa ima glavna blagajna zveze koncem leta 1911. le K 1()()8"S() prebitka. Računi za bojni fond (rezervni sklad) in račun za strokovno časopisje se uporablja ločeno od splošnega računa. Za podlago podpor je razdelitev doneskov in upisnim V zmislu predloga Zvezinega prcdstojništva in sklepa Zvezinega zbora velja 11. januarija 1907. sledeča Razdelitev p r i s p e vanj a Razredi :ve. IH. razr. i. n. in. p. procent. Splošni račun (org. izdatki) 11 14 14 — — Splošni račun (podpore) 23 23 34 11 47'8 Račun za bolniško pod p. — 17 26 9 53'- Račun za delegacijo — — — — Strokovni list 6 6 6 — —, Rezervni sklad 20 20 20 ; — 60 80 100 20 ~ 50 Potemtakem odpade na posamezne račune od prispevkov vseh treh razredov sledeče : Splošni račun (organizacija) K 47.719'93 Splošni račun (podpore) . 87.8(58'10 Račun bolniške podpore . 8 55.898'93 Delegacijski račun ... 8 1.3024)0 Primerjajoč kaj sc je de facto izplačalo, rezultira pri podpornih napravah skromen prebitek K 8185"55, mod tem ko ima splošni račun organizacije samo v tem računskem letu za K 1 1.686" 10 in delegacij ski račun pa K 5.547 "90 deficita. Efektivno stanje v podružnicah veselo narašča, med tem ko efektivno stanje glavnega računa zveze jako upada. Je bila situacija leta 1910. že jako upa polna, da se deficit polagoma zniža in v par letih izgine, pa nam kaže ravno računsko leto 1911. zopet upadajočo tendenco. Naša naloga pa je uzdržati Zvezin budget v ravnotežju, to se pravi : mi moramo povsod glc- d-iti, (la ee izdatki lin glavni račun zmanjšajo, ne pa pomnože. Kdor več izdaja kot prejema, ta ravna ncracijonelno, neekonomično. Kar velja v trgovskem življenju, to velja tudi za moderno delavsko organizacijo, ako hoče ostati na strogo solidni podlagi. Ali kar je že danes gotova stvar, je to, da, ako se blagajniško ravnotežje ne bo dalo doseči, tedaj bo Predstojništvo zveze prisi-siljcno nastopiti za povišanje tedenskih doneskov. Vsekakor pa moramo reči, da v splošnem napredujemo. Leta 1911. smo imeli več plačilnih bojev, največ radi noveliranja plačilnih tarifov. V Puli, Trstu, Mariboru, luomostu, Dunajskem Novem-mestu, v Linču in še v raznih konzumnih pekarnah na severnem Češkem — smo dosegli plačilne tarife, samo v Ljubljani je bil uspeli le parcijalen, vendar je bil to prvi korak za dosego reguliranja delavnih in plačilnih razmer. Da so ljubljanski pekovski gospodarji še tako starokopitni ter nedostopni za višje socijalno-politično spoznanje, ni treba imeti prav nič straha. Organizacija združenega dela je znala priboriti socijalne reforme. Bika treba za roge prijeti — in z ljubljanskimi gospodarji bo tudi treba enkrat malo drugače govoriti. V 40 krajih Avstrije obstojijo že plačilne pogodbe. Za 11.080 pekovskih delavcev Avstrije obstoji že plačilna pogodba, to sc pravi toliko, kot da za okroglo 1 milijon 200.000 kron na leto iznašajo večje plače. Ali sramota je, da mod tem ko uživa sadove naše organizacije čez 11.000 pekovskih delavcev, pa je od teh le 9000 organiziranih. Naša organizacija je bojna organizacija, ali ona je tudi velika dobrodelna inštitucija. Od časa ustanovitve naše zveze pa do konca leta 1911. se je izdalo na raznih podporah — brez stavk — K 779.698" 16, ako postavimo zraven še K 300.000, katere se je izplačalo na podporah za časa stavk, tedaj sc izkaže, da je naša Zveza za časa svojega delovanja izplačala samo na raznih podporah K L079.698T6, to se pravi : j milijon in 79.000 kron. To je 76% od inkasiranih dohodkov. Kje so še tu izdatki za strokovno časopisje, knjižnice, izobraževalna sredstva ? Kje upravni stroški, tiskovine in agitacijski izdatki ? In vendar naša Zveza je storila več kakor je obljubila. Naša Zveza stoji danes kot neporušljiva skala, in že dostikrat sq skušali naši podjetniki uničiti, poteptati jo, pa sp ugriznili v granit. V posameznih krajih ali slučajih se lahko zgodi, da ne napredujemo in da lahko tudi zgubimo tu pa tam kakšno vojsko, recte plačilno gibanje, ali s tem še ni rečeno, da smo za večno poraženi. Ne! V Puli in Celovcu, Inomostu in Merami smo že zgubili stavke — in danes? Razim Celovca imamo že zopet povsod plačilne pogodbe. To je dokaz, da ima naša Zveza že tako široka in trda pleča, da lahko udarec sprejema, ali ona je pa tudi zmožna, koder to razmere zahtevajo, svojo moč uveljaviti. Kar se ne da enkrat doseči, se to doseže pri vstrajnosti drugikrat. Vse lahko dosežemo, ako združimo moči — to velja tudi tukaj. Tako vrši naša Zveza pravo kulturno delo med pekovskimi delavci vseh narodnosti Avstrije. Že smo prekoračili število 9000, sedaj moramo delati na to, da dosežemo število 10.000 članov. Se je veliko indiferentnih, omahljivcev ; te treba pridobiti za zvezino organizacijo. Veliko smo že dosegli, ali še več nam je treba. Vsak posamezen član bodi agitator za svojo zvezino organizacijo ! Plačilno gibanje. ROVERETO (Južno Tirolsko). Tudi tukaj se je dne 15. t. m. sklenila plačilna pogodba, ki bo imela veljavo do 15. maja 1915. Povišala se je plača za 10% na poprej obstoječi plačilni po- godbi, tako da se minimalna plača tako reasumira : Za delavce I. kategorije K 32"—, II. kategorije K 30'— in lil. kategorije K 27"—. Vsaki delavec dobi za 48 vin. kruha na dan. Delovni čas bo od sedaj naprej 9 ur na d a n, z v stari pogodbi določeno pavzo. Izredno delo bo plačano : Za izdelavo solda-škega kruha .30% več in za vsaki drugi kruh 50% več. Gospodarji bodo smeli sprejeti na delo le tiste pekovske delavce, ki so organizirani v Zvezi pekovskih delavcev » v Avstriji. To so poglavitne točke nove plačilne pogodbe. MOEDLING. — Tudi tukaj so stopili pekovski delavci v plačilno gibanje in sicer prvikrat in s popolnim vspehom. Dne 2. inajnika so se vršile obravnave med zastopniki delavcev in go-epotW'jev, Nu nuhtevo dolavoov su predlagali gospodarji sledeče ponudbe : Pekarne z štirimi pomočniki : Odgovorni delavci K 30, brez kave K 31 ; pekovski fico K 23, brez kave K 24 ; zadnji fico K 21, brez kave K 22. Pekarne do 7 pomočnikov : Predpečnik, mešač, nadomestnik K 32, brez kave K 33 ; črni mešač, vicemešač K 30, brez kave K .31 ; pekovski fice, Kleinjung K 24, brez kave K 25; zadnji fice K 22, brez kave K 23. Pekarne z 8 in več delavcev: Odgovorni pomočniki K .38—39; črni mešač, vicemešač K 35—3(5 ; Kleinjung, pekovski vice K 29—30; zadnji vice K 25—26. Delavni čas naj traja 10 Ur efektivno pri 12-urni navzočnosti. V petek, dne 18. maja so imeli gospodarji zadružni zbor, kjer so potem nekoliko modificirali svojo ponudbe ter so pri vseh kategorijah ponudili po eno krono manj. Ker je to prvo plačilno gibanje, je upati, da bo pomočniški zbor te ponudbe gospodarjev sprejel. ROR()VI>1 E (Koroško).— Tukaj so se vršile poravnave, dne 12. t. m. med zastopniki delavcev in gospodarjev. Doseglo se je plačilno pogodbo za dve leti in sicer tako : odgovorni delavci dobe po 2 kroni poviška na plači, ficeti, Kleinjung in mešač za črno pecivo pa po K 1 "50 teden več. Pomočniki so te ponudbe sprejeli. K RAKOVO. — Na L maja so sc vršila pogajanja med zastopniki gospodarjev in delavcev, a so se popolnoma razbila pri kristjanskih pekih, med tem ko se je z židovskimi pekarnami dosegel sporazum. Ali že na 3. maja so snedli besedo židovski gospodarji in so izprli vse židovske pekovske delavce. Tako je pričel boj z vsemi konsekvencami. Mojstri sp dali po vsem mestu plakatirati lepake, v katerih naznanjajo, da so delavce izprli. Vendar poleg vsega tega niso gospodarji prav nič delavce ustrašili, kajti pekovski delavci v K rakovem imajo izborno organizacijo, saj je 98% organiziranih. Kolektivne pogodbe ni bilo možno več doseči ; tedaj ni kazalo druzega kot se s posameznimi gospodarji jiobotati. Do 16. maja pa so že prišli skoraj vsi gospodarji po delavce, le še osem gospodarjev z 20 pomočniki se ni hotelo podpisati. Štrajk je bil s tem dosegel svoj namen in se pro- glasil končanim, z onimi osmimi pekarnami pa bodo znali Krakovčani že obračunati. — Nova plačilna pogodba prinese pekovskim delavcem v Krakovem po 5 do 6 kron poviška na plači — to se pravi po domače : mojstri niso hoteli potom obravnav plačati 3 krone poviška, kakor so bili že zastopniki delavcev pripravljeni popustiti, hoteli so boj, ali ta boj jih stane sedaj malo več. Organizacija gospodarjev je hotela kar pohrustati organizacijo delavcev, pa so ugriznili v granit — delavci so zmagali ! BUDIMPEŠTA. — Dne 15. aprila so bili pekovski delavci vnovič izpeti ; to se je zgodilo sedaj v šestih mesecih že tretjikrat. Na 26. aprila pa so gospodarji vendarle odnehali ter sklenili s svojimi delavci premirje za dobo 6 mesecev. Celi boj je nastal edino radi društvene posredovalnice. Pomočniki so si ustanovili svojo lastno društveno posredovalnico, kjer se posreduje delo le edino za organizirane. Mojstrom pa je ta posredovalnica trn v peti ter hočejo prisiliti organizacijo, da jo razpusti. Mojstri so ustanovili lastno posredovalnico, pa kaj vraga, noben dostojnih delavcev še ne povoha tja, le še kakšni razupiti, šnopsarski, defektno oblečeni indi-vidiji, notorični štrajkolomci strašijo v mojsterski posredovalnici. Ali mojstrom gre za avtoriteto nad pomočniki, kar se pa jim nikakor ne bo posrečilo doseči. Zato so se hoteli na kak način maščevati. Sklenili so izpreti vse delavce, računajoč, da bodo tako pekovsko organizacijo uničili in s tem razbili posredovalnico. Vse nič ne pomaga ! Budimpeštanski pekovski delavci se bore kakor levi za društveno posredovalnico. Mojstri Budimpešte uganjajo «donkižotarijo» — vidijo same strahove, pa jih jo groza v lastni vojski. Mi vstajamo in vas je strah ! Mi vstajamo in vas je strah ! — pravi neki slovenski pisatelj ; in res se sedaj na Slovenskem tako godi. Predolga bila je doba, dolgotrajna so bila leta, ko se je slovenskega delavca preziralo, ko sc ga je držalo v temi, ko sc mu ni nič druzega kazalo kot «ideal» naroda, domovine, in se mu je reklo : «Vse za dom, cesarja ! Tudi na Slovenskem se pričenja nova doba, tudi na Slovenskem se starejši bojevniki za svobodo, za rešitev delavstva iz krempljev izsesavalcev delavske krvi in emancipacije slov. nskega proletarijata, se bližajo zadoščenju, ki so ga po dolgem in truda-polnctn delu zaslužili. Slovensko delavstvo napreduje, na celi črti. Nekdaj smo sc bali povedati, da smo socialisti, ali meščanske stranke so nas pripravile do tega, da postanemo ne le kar smo hoteli postati, ampak da se proglasimo za to kar v resnici smo. Strokovne organizacije v resnici niso bile nikdar socialistične, ali meščanske stranke so hotele po vsej sili, da naše strokovne skupine postanejo res take kakšne so danes, namreč socialistične. Mi se moramo torej zahvaliti narodnjaškim strankam, če imamo danes socialistični pečat. In mi kot strokovne skupine — med tem ko smo se branili narodnjaških napadov, meščanskih insinuvacij vsake vrste — nismo pozabili naše naloge, smo nadaljevali delo, ki je začrtano v naših pravdah, smo torej nadaljevali delo za zboljšanje gmotnih in duševnih razmer delavstva, ne le tistega, ki se je nahajalo v naših vrstah, marveč tudi za oni del delavstva, ki je bil proti nam. Ampak vstrajni smo bili in nikdar nismo vrgli puško v koruzo, ker smo bili prepričani, da ni boga, ki bi nas bil kaznoval za vse to kar se u soj a mo delati proti bogu... kapitalu. In danes vidimo, da je naše delo rodilo sad, t. j. da kar smo žrtvovali ni bilo zaman. Pekovski delavci, ki so bili nekdaj zaničevani, ki se jih je smatralo kot srednjeveške sužnje, tvorijo danes med drugim delavstvom morda največji kontingent, pri vsem tem da nimajo prilike prisostvovati modernemu življenju v tisti meri kot delavstvo drugih branž. Pekovski delavec je še kaznovan živeti nasprotno življenje, on gre na delo ob tisti uri ko imajo delavci drugih strok priložnost iti v gledališče, na predavanje, na koncert in na razne druge zabave, katere moderna družba smatra za izobrazbo in višjo kulturo. Vsako leto prinaša pekovskim delavcem novih vspehov na bojišču za zboljšanje in osvoboditev pekovskega delavca iz srednjeveškega tiranstva. In med tem ko si pekovski delavec zboljša svoje gmotno stanje, je razumljivo, da se s tem povspeši tudi duševno, da prične misliti, da mora biti tudi on pristojen vsem lepotam in krasotam, naj bo udeležen tudi on tega na krivičnem principu ustanovljenega sveta. Na drugem mestu poročamo, kako si pekovski delavci v Avstriji pribojujejo boljše ekonomične razmere in to le potom svoje lastne stanovske strokovne organizacije. Jn to straši meščanstvo, katero ni hotelo priznati pekovskega delavca kot I človeka, ki naj ima ravno iste pravice kot delavec druge stroke. Ali to kar se ni hotelo dati in pri-poznati pekovskemu delavcu z lepim in mirnim potom, se mu mora pripoznati in privoliti s silo, s stavko, z bojkotom, ‘torej z vsemi onimi, sredstvi, katerim pravi meščan - kapitalist — nasilstvo. Ali nas prav malo briga, kaj poreče na vse to naš gospodar; mi vemo, da on brani svoj kapital, da si hoče ohraniti tisto kar je neopravičeno podedoval. Torej ako se on brani, ki ima s kom živeti, zakaj bi se ne branili mi, ki ne posedujemo nič druzega kot edino našo delavno moč. Meščanstvo se huduje na naš napredek, na razvoj vsega onega življa, ki ne pripada v njihov tabor, ali mi mu (meščanstvu) ne moremo pomagati, mi smo si vzeli v program razredni boj z vsemi konsekvencami. Doba suženjstva je minula in ker mi nočemo živeti od milosti posedujočih razredov, se moramo proti tem bojevati, če to je ali ne povoljno našim nasprotnikom; zato pa pravimo: Mi vstajamo in vas je strah ! i' t i v: o na. Na strankinem zboru .lugoslov. soc. dem. stranke se bode torej debatiralo o češkem separatizmu. Kakor slišimo in čitamo, na Slovenskem nimajo češki separatisti preveč simpatije, vsekakor je skoraj gotovo, da se bodo našli tudi med slovenskimi socialisti ljudje, ki se bodo postavili v hrambo čeških separatistov. Na vse zadnje pa smo vendar prepričani, da si slov. socialisti ne bodo morali privoščiti luksusa o kakšnem razdruževanju. Tembolj smo tega prepričanja, ker največji del strankinega zbora bodo tvorili delavci, ki poznajo in vedo, kaj sc pravi bojevati se napram sedaj organiziranim , delodajalcem in voditi danes strokovne organizacije. Tu pa tam bomo na strankinem zboru videli tudi kakega akademika, ki bo seveda imel morda drugačno mnenje o več ali manj opravičenem separa-ratizmu. — Več kot toliko danes ne rečemo, ker bomo imeli po strankinem zboru priliko kaj več za povedati. Nezmiselnost narodnega šovinizma. Peljal sem se z vlakom iz južnega Tirolskega. V vagonu sem imel za potnega tovariša človeka, ki sem ga, videč ga čitati neki nemški list, smatral za Nemca ter me je v tem jeziku on tudi nagovoril. Bil je to neki trgovski potnik, ki se je peljal v Benetke. Vprašal me je, ako poznam jaz to mesto, na kar sem mu odgovoril, da poznam Benetke le površno. Ali ker mi je bilo znano in ker sem nekje čital, da se v Benetkah nahaja en novi nemški hotel, sem mu naznanil to okolnost. Vidite — mi odgovori moj potni kolega — jaz sicer govorim z Vami v nemškem jeziku, ampak jaz sem Čeh, in sem najbolj zadovoljen, ako se mi o nemškem narodu niti ne govori. .laz bi z Nemci napravil to, kar se napravi s kosom drva : položil bi ga na koleno in ga prelomil. Tako torej govori in misli narodni šovinist. Ali nezmiselno je to, da sovraži tisti narod in jezik, katerega se poslužuje, od katerega je odvisna njegova ekzistenca, t. j. njegovo življenje. Narodni šovinisti pridejo do tako absurdnih dejanj, da jih človek ne more smatrati več za resne, posebno pa da takšni človek, ki gre po svetu, ki si s svojim materinskim jezikom ne more kruha prislužiti in ki je primoran sc posluževati ravno tistega jezika, drugače zavrača in sovraži. Po mojem mnenju takšni ljudje niso pri pravi tiamcti. In takih eksemplarjev ne dobite samo med (lehi, ampak jih je tudi — sicer v manjšem številu — med Slovenci in Italijani. Tisti Čeh mi je pravil, da je nekdaj poznal dobro italijanski jezik, ampak da je v zadnjem času že skoraj vse pozabil. Zato je bila njegova jeza tem večja, ker se je moral služiti jezika, ki ga zavida in ki ga razumejo povsod, kamor pride. To so stebri tistega češkega separatizma, katerega drevesa gotovo ne bodo do nebes zrastla, pač pa bo srečno upadel, kakor je nesrečno zrastel. V zmislu strankinega Statuta in sklepov strankinega zbora se vrši X I11. 1^<ж< I n i у:1><>1' jugoslovanske soc. dem. stranke za binkoštne praznike, to je dne 26., 27.. event. 28. maja v Ljubljano (Narodni dom). Provizorično predlagamo naslednji DNEVNI RED: 1. Poročila. 2. Politični položaj, 3. Organizacija. 4. Tisk. d. Jugoslovanska socialna demokracija in bratske stranke, (i. Agrarno vprašanje. 7. Volitev izvrševalnega odbora. 8. Raznoterosti. Zastopstvo na strankinem zboru določa strankin statut: krajne organizacije smejo poslati po enega delegata do 50 članov, na vsakih daljnih 100 članov še po enega; okrajne organizacije tudi po dva. Organizirani sodrugi posameznih industrijskih skupin smejo poslati iz vsake dežele po dva zastopnika. Kjer so organizirane ženske, imajo tudi te pravico do zastopstva. Uredniki listov imajo na zboru sedež in — v zadevah časopisja le posvetovalen — glas. Vse organizacije, ki imajo po teh določilih pravico do udeležbe oziroma do zastopstva, poživljamo, da pravočasno izvolijo svoje zastopnike in jih naznanijo izvrševalnemu odboru. Predloge, ki naj pridejo na strankinem zboru na razpravo, je treba nemudoma naznaniti izvrševalnemu odboru. v Vsak delegat sc mora na zboru izkazati z mandatom svoje organizacije. Formularji mandatov se lahko dobe pri izvrševalnem odboru. Vse organizacije opozarjamo na važnost strankinega zbora, ki se je vsled raznih volitev in nujnega dela nekoliko zakasnil, pa ima izpolniti naloge, ki so za razvoj stranke največjega pomena. Važnost tega zbora pojasnjuje splošni politični položaj in predlagani dnevni rod. Pričakovati je torej, da sc bodo vse organizacije poslužile svoje pravice in poslale na zbor svoje delegate. Internaci jcmalno. Napredek pekovskih delavcev v Svici. — Tudi v Švici so prišli pekovski delavci do spoznanja, da je treba odložiti tisto večno apatijo in brezbrižnost ter da je treba času primerne organi" zacije za dosego urejenih delovnih in plačilnih razmer. Povsod gibanje pekovskih delavcev, povsod snovanje podružnic. Lansko leto, meseca junija, je štela organizacija pekovskih delavcev 320, letos na prvega majnika pa zaznamujejo 700 članov, torej organizacija sc je podvojila. To je gotovo veselo znamenje, ali s tem se ne sme že ostati zadovoljen. Še je veliko indiferentnih, še veliko več mora storiti. Zadnji plačilni boji v Basel-u, Curihu in Genf-u so pokazali, da se da le edino potom čvrste organizacije kaj doseči. Internacijonalna misel prodira tudi tukaj. V mali Švici najdemo pekovske delavce Nemce, Francoze in Italijane. V treh jezikih se vrše zborovanja in nihče se ne spodtika na temu, ker radi jezika ne gre zapostavljati nikogar. Le na podlagi absolutne narodne tolerance je organizacija delavcev mogoča. V mnogojezični Švici so pekovski delavci spoznali potrebo inter-nacijonalne organizacije, v to jih je privedla sila razmer — kakor povsod. Delavstvo jedne stroke je le potem močno in nepremagljivo, ako se isto združuje — brez ozira na jezikovne in verske razlike — v mednarodni in medkonfesijonalni organizaciji. * * * Pariz. — Francoski pekovski delavci so se pričeli v zadnjih dveh letih bolj živahno gibati. V Parizu samem ima Sindikat (to je francoski izraz za strokovno organizacijo) 23 podružnic. Dolgo časa ni bilo možno spraviti pekovskih delavcev v organizacijo. Na 25. februarija šc le se je posrečilo spraviti več tisoč kolegov na shod, kar je znamenje, da tudi tukaj prodira misel krepke, vse delavce jedne stroke obsegajoče, organizacije. Na 30. aprila se je izročilo zahteve vsem pekovskim gospodarjem v Parizu. Na ta dan so se sešli tudi zaupniki iz dežele, da se posvetujejo o potrebnih skupnih korakih. Sklenilo se je, da se tudi po deželi povsod predlože zahteve gospodarjem, da se zboljšanje položaja pekovskih delavcev doseže kontrakt. Izdal se je na vse pekovske or- ganizacije razglas, da se vsi pekovski delavci snidejo dne 9. maja na shod, da slišijo odgovor gospodarjev, ter da se na ta dan zjedinijo glede nadaljnih korakov. V vrstah delavcev vlada velikansko navdušenje, ali gospodarji kažejo veliko nevoljo napram zahtevam delavcev. Organizacija delavcev ima trdno voljo nastopiti z vso silo za zboljšanje razmer, da se enkrat tudi v pekovski obrti dosežejo za delavce človeka dostojne razmere. * * * Četrti kongres Zveva- mlinarskih delavcev Avstrije se vrši dno 2<). in 27. majnika t. 1. na Dunaju. Organizacija mlinarjev se le počasi razvija — vendar se napreduje. Po južnih pokrajinah ni čuti ničesar o kakih organiziranih mlinarjih. Ali zadnja številka «Müller Zeitnng-e» je objavila predloge za Zvezni zbor in med temi se nahaja tudi predlog, da se naj «Zveza mlinarskih delavcev» združi z «Zvezo pekovskih delavcev» Avstrije. To jc značilno. — Naša Zveza odpošlje na ta Zvezin zbor mlinarjev svojega zastopnika. ŠVEDSKO. — Sedanja situacija plačilnega gibanja je taka-le : Delodajalci hočejo upcljati 'plačilni cenik ,xa celo dr taro, kakeršnega pa organizacija delavcev vsled obstoječih kolosalnih krajevnih razlik ni voljna na noben način sprejeti. Tam, koder je ponočno delo že odpravljeno, ga hočejo mojstri zopet nazaj upeljati. Delovni čas naj bi se za dve uri (!) na dan podaljšal. Vsled tega skoro gotovo pride do stavke po celi državi in sicer na 1. junija. Plačilne pogodbe so že večinoma odpovedane, če že ne od strani delavcev, tedaj pa od strani gospodarjev. Le kraji, kakor : Köping, Solefteil ter Jstand ostanejo od tega gibanja priza-nešeni, med tem ko so v krajih : Stromstad. Norr-telje, Trelleborg in Kirnna že nove plačilne pogodbe sklenjene in sicer za delavce v jako ugodnem zmislu. Povsod drugod pa ni mogoče doseči sporazuma, ker je organizacija gospodarjev prepovedala se spuščati v posamezna (lokalna) pogajanja, kor hočejo imeti državni plačilni cenik. Naši švedski tovariši računajo na simpatije vsega delavstva v deželi, ali oni smejo računati ravnotako na simpatije organiziranih pekovskih delavcev vseh dežel. NEMČIJA. — Vi) nogih krajih Nemčije stoje pekovski delavci v boju za regulacijo delovnih in plačilnih razmer. V Magdeburgu, Semnic, Lipskem, Halle a. d. S. in v Küstringen-Wilchelmshaven je prišlo do stavke. Editrice la Federazione dei lavoranti fornai dell’Austria. Vincenzo Kermolj redattore responsabile. Tipogra ia Moderna M. Susmel