ANNO XXIII. Capodistria, 16 Febbraio 1889. N. 4 LA PROVINCIA DELL'ISTRIA Esce il 1° ed il 16 d'ogni mese. ASSOCIAZIONE per un anno fior. 3; semestre e qua-jrimestre in proporzione. — Gli abbonamenti si ricevono presso la Sedazione. Articoli comunicati d'interesse generale si stampano gratuitamente. — Lettere e denaro franco alla Redazione. — Un numero separato soldi 15. — Pagamenti anticipati. Il sentimento nazionale degl' Istriani studiato nella storia1) Della vita comunale nell' Istria la più splendida prova sarebbe la battaglia di Salvore (1177) vinta dai Veneti contro le galere genovesi e pisane comandate da Ottone tiglio del Barbarossa. Nell'armata navale veneta, secondo una costante tradizione, avrebbero preso parte largamente le città libere istriane. Il fatto è ammesso dal Cantù, dal Romanin in base alla cronaca. magna di Andrea Dandolo ; da tutti gli scrittori istriani; posto in dubbio dal Muratori e da altri critici moderni tedeschi. Anche l'Istria avrebbe adunque avuto la sua battaglia di Legnano. Quale splendida prova di vita italiana! Noi non abbiamo però nuovi documenti da addurre. Una sola cosa diciamo : la esistenza della costante tradizione del fatto in provincia, tradizione non vaga, ma sostenuta da monumenti e abbellita dall' arte. Sia o no avvenuta la battaglia di Salvore (e in quanto a me la credo certa) gli è un fatto che una tale tradizione ha sempre esistito ed esiste in provincia ; e che gì' Istriani hanno avuto comune con i fratelli Veneti questa illusione, hanno sognato come essi; hanno sentito come essi il bisogno di credere ad una vittoria, sia pure immaginaria, della lega per la libertà contro la prepotenza imperiale. E un sogno, è un illusione, grideranno i critici tedeschi! Non importa; abbiamo sognato, ci siamo illusi; con la nostra meridionale fantasia abbiamo fabbricato una bella leggenda : segno evidente di comunanza di aspirazioni e di affetti con tutti gli altri Italiani della lega lombarda ; questo solo ci basta di porre in sodo. E non fu per Iddio! solo un favoleggiare di Fiesole e di Roma, nò le storielle dell' orco narrate dal nonno ai figli intenti sotto il paterno focolare. Papa Alessandro terzo concesse nell'anno 1177 indulgenza in memoria del fatto alla chiesa di San Giovanni in Salvore, indulgenza confermata da Innocenzo terzo nel 1207, da Eugenio IV nel 1437, da Pio II nel 1459; e di questa indulgenza rimane memoria in ua lapide già posta sulla facciata di detta chiesa, lapide che secondo il giudizio del Tomasini vescovo di Cittanova, presenta nei caratteri, nello stile e nell' ornato, indubbie prove di essere fattura del secolo XII. *) Nè ciò basta. A perpetuare memoria del fatto o leggenda, i Veneziani commisero al famoso Gian Bèllino di dipingere la battaglia di Salvore, e distrutta la tela per incendio del palazzo ducale, ordinarono al Tintoretto di eseguire un nuovo quadro che anche oggi si ammira nella sala del Gran Consiglio del Palazzo Ducale, con la prospettiva delle acque e rive di Salvore; ed i Piranesi, tanto per fare anche essi qualche cosa, e illudersi come i fratelli veneziani, vollero una copia di detto quadro, il quale in un epoca di massimo decadimento della provincia, per istigazione del barone Cornea Stefaneo fu donato dal comune all' Imperatore Francesco I d'Austria. Ed ora sentite questa. Per quante diligenti ricerche siano state fatte dagli Istriani a Vienna, non fu mai possibile di trovare questa benedetta tela nel museo imperiale. E probabile che, trattandosi di una copia gli ordinatori del museo, non abbiano stimato degna di figurare tra tanti capolavori, una tela che pel famoso Stefaneo non aveva che il merito di dargli occasione ad un atto di cortigianeria. Io azzardo però un' altra ipotesi. Non avrebbe forse la tela turbato i sonni a qualche buon critico tedesco incaponito a negare il fatto della battaglia di Salvore? E non l'avrebbe perciò relegata in qualche soffitta ? Quando penso ai cavilli, alle alzate d'ingegno e a tutti i mezzucci dei critici tedeschi di pochi anni or sono per negare 1' autenticità della cronaca di Dino Compagni, di balla in questa faccenda col Fanfani, ed all' ostinata negazione anche dopo le splendide prove del Dal Lungo, l'ipotesi diventa quasi certezza. Neil' epoca poi del trasferimento del quadro a Vienna, ogni memoria storica di resistenza all'autorità si credette necessario rimuovere, benché casa d'Austria non ci entrasse per nulla. 0 per una ragione o per l'altra, la tela doveva adunque sparire, e spari. Ed ora tiriamo le somme. Una tradizione così costante e comprovata da documenti che misteriosamente si ha interesse di sopprimere, è per noi prova storica: sì, gl'Istriani hanno avuta coi Veneti la loro battaglia di Legnano. Che se ciò si vuol negare, neghino gli avversari, se loro è possibile, l'esistenza di questa bella tradizione, di questa leggenda in provincia; neghino a noi il diritto di valercene quale una prova del nostro sentimento nazionale. Oh sì ! le leggende, le favole, i sogni, ci congiungono a Venezia, e con Venezia alla vita italiana. Fuori le vostre tradizioni, o Croati! Chi mai ha saputo nulla in provincia delle vostre vittorie sui Veneziani in Dalmazia, dove i fasti del Re Lodovico? Quali sassi ce li ricordano? In quali tele. >n quali libri se ne serba tra noi mi. moria? Se qualche errante morlacco intuona, roncando tra i sassi del Carso, la mesta canzone di Marco Cragliovicio, la sua voce si perde come in un deserto; nessun monumento la ripercuote, e solo si sposa ai belati delle magre pecore, e ai muggiti de' buoi fiutanti nell' aria, e sospiranti forse la stalla lontana del legittimo padrone. La storia o leggenda di Salvore, è dunque per noi documento di vita nazionale italiana. Stipulata la pace di Costanza, 1183, e raffermati quindi i privilegi dei singoli comuni nell'Istria come nelle altre città della lega lombarda, la vita comunale si manifestò da noi non altrimenti che altrove. Quindi le guerricciuole tra città e città, e tra quelli serrati dallo stesso muro e dalla stessa fossa, quindi i partiti ed il destreggiarsi cercando ajuti da qualunque parte potessero venire. E perchè in tutto la storia nostra andasse di un passo con l'istoria generale italiana, ecco di qua e di là dal golfo Guelfi e Ghibellini ; e al paro di Firenze straziata da Bianchi e Neri, ecco anche Pola, la principale città dell'Istria allora, partita tra Sergi e Gionatasi ; di famiglia antica romana i primi, aspiranti alla signoria, e resi potenti dai patriarchi di Aquileja di cui dicevansi vicari; a capo del partito popolare i secondi, e so- stenitori delle antiche libertà. I Sergi s'impadroniscono del castello, onde il nome di Castropola loro aggiunto ; i Gionatasi non si danno per vinti ; scoppia nel venerdì santo, durante la processione, la congiura lungamente ordita; il popolo dà addosso ai Sergi, e gli massacra tutti, ad eccezione di un fanciullo salvato dalla pietà di un frate francescano. Abbiamo adunque comuni le virtù ed i vizi con gli altri Italiani; non ci manca neppure il dramma, il soggetto d' obbligo per romanzi, novelle e libretti d'opera '). Aggiungi le baruffe tra cittadella e cittadella; note tra le altre nella storia le secolari liti tra Pirano e Capodistria; e il destreggiarsi di Capodistria, alla quale, come bene osserva il De Franceschi, balenò l'idea di mettersi a capo di tutta la provincia, onde forse allora il nuovo nome, appoggiandosi ai patriarchi; tutti avvenimenti propri del tempo, e fatali esplicazioni del sentimento nazionale ristretto..E ciò avveniva in Istria, mentre i Croati continuavano a baciare basso dove volevano i loro bani e i re d'Ungheria, i Croati affatto ignari delle libertà comunali. Ma durante l'epoca dei comuni la maggior prova d'italianità 1' abbiamo data pur troppo nella secolare resistenza contro Venezia. Finché si trattò di protettorato le cose andarono liscie, non così poi. Perchè anche questa è una verità storica: l'Istria fu soggiogata da Venezia, non ottenuta per spontanee dedizioni. Una tale verità, compresa negli scritti del Kandler, traveduta poi dall'egregio Luciani, fu da me predicata super teda, e dopo gli ultimi studi del Cesca 2) e di altri valenti 3) non si può più dubitarne. !) Mi meraviglio come nessun maestro di musica, oggi come oggi che sono di moda le opere mastodontiche con balli, processioni, diavoli e frati, cataclismi ecc. ecc. con relative cennamelle, nessun maestro di musica, dico abbia beccato all' amo del soggettane — I Sergi e i Gionatasi, ossia il Venerdì Santo di Pola. Che cosa ne dicono i nostri maestri di musica, Giovannini e Smareglia, capodistriano il primo, polese il secondo. Molti anni or sono fu scritta in provincia su questo argomento dal Sig. Nazario Gallo una tragedia, che è tutta un venerdì santo dell' arte. s) Cesca. La sollevazione di Capodistria. In questa lotta contro Venezia presero parte molto tempo innanzi anche le città minori che prima si diedero a Venezia. Così Isola che si ribellò al pagamento del tributo a Venezia 1145. 1150, e fu costretta ripetutamente a giurare fedeltà ed obbedienza alla repubblica. Vedi il bel lavoro del Prof. Morteani — Isola e i suoi statuti — pag. 364. Si consulti pure la buona monografia del Vesnaver — Grisignana d'Istria, Notizie storiche — negli — Atti e Memorie della Società istriana di Archeologia e Storia patria — voi. III fascicolo 1 e 2 pag. 192; e il mio studio — Sul Decadimento dell' Istria. La lotta fu più che mai viva a Pola, a Capo-distria ed a Trieste le tre principali città dell'Istria. La prima osteggiò i Veneti fin nell' anno 933. Nel 1150 il Doge Morosini l'assedia, la prende, e l'abbandona al saccheggio. Nel 1193, caduta in mano dei Pisani, è ripresa dai Veneti. Nuova guerra nel 1243. capitani Giacomo Tiepolo e Leonardo Querini '). E quando nel 1318 i cittadini, pensando alla loro salvezza, alla chetichella tentarono di rialzare una parte delle mura abbattute, i Veneziani con ammirabile costanza ed avvedutezza trovarono due vecchi più che centenari, prodigi di salute e memoria, i quali seppero testimoniare che quelle mura non si dovevano rifare per i patti del 1243, e che coi loro occhi le avevano vedute abbattere 2). Di Capodistria sono note le molte defezioni, e specialmente la ribellione del 1348 :f) ; diede più volte nella fata di cozzo e n' ebbe rovine di mura e di porte come ancor appare intorno al Belvedere. Sono fatti oggi alla luce del giorno, e che pietosamente si vollero e con ottime ragioni, in un certo tempo dissimulare. Ma nessuna scusa addur possono oggi alcuni recenti scrittori di cose istriane, e tra questi Paulo Fambri, i quali sognano nell' Istria una pacifica calata di . . . scudi; e tenerezze di fratelli che sono un a-nacronismo. Si, ottimi sudditi fummo poi fino all'ultimo respiro della grande vecchia; veneziani fino all'osso, benché in tempi remoti conquistati, perchè la voce del sangue e il filiale rispetto ci consigliavano di gettare un velo sulle colpe materne. Ma per provare il sentimento nazionale italiano non occorre falsare oggi la storia, e meno che meno poi se l'opposizione a San Marco è anzi prova storica del sentimento nostro nazionale, e la più bella patente d'italianità. Tanti fratelli, tanti castelli; ecco la triste parola d'ordine del medio evo italiano. E noi veneti ci siamo picchiati tra noi per bene, come Milanesi e Lodigiani, Genovesi e Pisani, Fiorentini e Pisani, come le città vicine o rivali in tutta Italia. Sta a vedere che l'Istria del secolo XIII e XIV ha fatto eccezione? No, no, siamo Italiani e negli odi e negli amori. I nostri passati rancori, dimenticati dopo secoli di fratellevole concordia, nulla hanno a fare con le antipatie e le ingiuste accuse dei Croati contro Venezia. Con i Croati nulla abbiamo noi a partire; con essi nella storia nè odi, nè amori. (Continua) p, T. ') Kandler. Vedi Epoche Memorabili nelle Notizie storiche di Pola. 2) Cesca. «VII Documenti sulle relazioni tra Pola e Venezia nel 1318». Arezzo 1888. 3) Vedi Cesca op. cit. «La sollevazione di Capodistria». Seminario o Collegio di Capodistria (Continuazione vedi N. 7 e seg.) giorni di studio, senza spetial parte presa da q.sto Coll.o ed in caso di mancanza resti sospeso il stipendio, e presi quegl' espedienti, che fossero conosciuti proprj come sopra. Ballottata hebbe P. 9 C. — Cittadini eletti giusto alla parte sud.a X S. Dr. Bortolo Petronio P. 8 0. — x S. Dr. Cristoforo Grauise P. 7 C. 1 x S. Dr. Mattio Barbabianca P. 8 C. — Hauendo il M. K. P.re Gio : Maria Foresti Rettore di q.sto pub.o Seminario suplito al seru.o non solo della propria Scuola, mà anco di quella d'humauità, che ue-niua sostenuta dal R.do P.re Zurletti attesa la morte del med.mo è conueniente che il stipendio ueniua assegnato allo stesso Zurletti habbia a ridondare a prò del sud.o Pre Foresti p. quel tempo che si è impiegato alla scola sud.a ; Che però comettemo al Cane.re del Sind.to che leuar debba Coll.a al pred.o Pre Giovi Maria Foresti del giorno eh' è stata uacante la pred.a Scola p. la morte del sud.o Pre Zurletti sino all'arriuo del Pre Ger.mo Sartorio, e poi da quel g.no in dietro sino al p.nte al sud.o Sartorio che subentrò nell'impiego della Scola med.a e tanto donerà esseguire mandans Capo d'Istria li 29 Ap.le 1696 Polo Loredano Pod.a e Cap.o addi 27 maggio 1698 Radunatosi il Sp.le Coleggio del Seminario oue compresa la p.sona di S. E. furono al n.o d' undeci, e fu fatto come segue Andarà scrotinio à torno p. elletione di bas.o al Seminario in luoco del già S. D. Raimondo Fini S. Nicolò Gauardo P. 6 C. 4 x S. Giacomo del Tacco P. 8 C. 4 S. C. Francesco Sabini P. 6 C. 3 Ballottati rimasto il segnato Deputati alla reuisione delle scuole x S. D. Aurelio de Belli P. 10. C — x S. D. Bortolo Petronio P. 10. C — Rimasti li sopras.ti Ill.mo, et Ecc.mo Sig. Pod.à, e Cap.o Con qual impegno di genio diuoto habbia io D. Gio. Maria Foresti C. R.S. intrapreso, e proseguito l'o-noreuole seruiggio di questa Noblissima Città, lo possono attestare i sudori letterarii de noue anni sparsi con tutta attentione a profitto di questa spritosa giouentù. Ne qui si fermerebbe l'ambizione del mio impiego, se la morte eh' ultimamente in pochi mesi mi rapì due cognati, non obbligasse p. legge di natura la tenerezza del mio cuore appassionato ad assistere a domestici affari le due uedove sorelle unico avanzo di mia sfortunata famiglia. Però necessitato a portarmi alla Dominante supplico con tutto ossequio la generosa bontà di V. E. presentare a gì' 111.mi Sig.i Sindici le smanie dalla mia devotione obligata ad abbandonare la seruitù di questa riuerita Città, p.chè dessi Sig.i uogliano oportunam.te prouedere il loro Seminario, e le scuole di nouo sogetto che con mag.re abilità suplisca alla debolezza de miei poueri talenti. Son sicuro, clie questa rinùntia estorta dalla uiolenza della fatalità incontrerà tutto il compatimento, autenticava specialm.te dall' adorata uoce di V. E. che col-T arco amoroso dell' Iride gentilizia incorona di luce gl'auspitij fortunati del suo gloriosissimo Eeggim.to. Grafie adi 22 8.bre 1698 presentata da me med.mo all' lll.mo et Ecc.mo S. Nicolò Morosini Pod.a e Cap.o di Capod.a adi 24 8.bre 1698 fu la sopra.ta Rifluita accettata dalli Sp.li S.i Sindici adi 15 gen.o 1699 Radunato il Sp.le Coll.o del Seminario, furono al n.o de undeci e fu stabilito quanto segue. Fu andato scrotinio à torno per 1' elettone di due deputati ch'habbino l'incombenza di proueder de Maestro (carte 41) di Rettorica p. modum prouisionis, stanté la rifiuta fatta dal D. Gio. Maria Foresti. x S. Co. Francesco Sabini P. 7 C. 3 S. Co. Marin Borisi P. 5 C. 5 S. D. Innocente del Bello P. 4 C. 6 x S. Andrea Fini P. 6 C. 4 adì 17 gen.o 1699 Radunato il Sp.le Coll.o al n.o di dieci, e fu posta la sottos.ta parte. Essendo necessità di ritrouare sogetto al Seminario che sino a noua prouisione de Maestri assista alle Scuola prouedute de Maestri Vada parte di condure ex modum prouisionis il sig. D. Gerolamo Grauisi soggetto decorato di tutte ìe mag.ri uirtù, quale assisterà alle scole di Rettorica et Vmanità col stipendio de D. 250 all' anno dichiarando che le prossime uacanze di Carneuale non s'intederanno, che di 8 giorni, douendosi sperare dalla sutficenza d'esso Sig. Dr. Grauisi tutto il maggior possibile profitto. Ballotata P. 10 C. — però fu presa (Coni.) --— ---- INDICE DELLE CARTE DI RASPO Filza 1.a anno 1512 pag. 1-40 Capitano Francesco Marcello Preceptorum liber primus Registro di precetti, termini e sentenze in affari per lo più civili. anni 1512 e 1513 pag. 41-132 Capitano Francesco Marcello Preceptorum ac terminorum secundus Registro ecc. come sopra anni 1513 e 1514 pag. 133-198 Capitano Francesco Marcello Praceptorum ac terminorum tertius Registro ecc. come sopra anno 1514 pag. 199-208 Capitano Francesco Marcello Preceptorum ac terminorum quartus Registro ecc. come sopra anni 1512 e 1513 pag..209-266 Capitano Francesco Marcello Extraordinariorum liber primus Registro di atti di procura, di ricupera, di fideiussione, di sequestro d' oggetti dati in pegno per debiti, di stime fatte dagli stimatori di Pinguente. Stride di testamenti, compromessi, tutele di minori. anni 1513 e 1514 pag. 267-288 Capitano Francesco Marcello Extraordinariorum secundus Presentazione di strumenti per essere stridati, procure, fideiussioni, compromessi, decisioni di arbitri, pignorazioni. anni 1512. 1513 e 1514 pag. 289-318 Capitano Francesco Marcello Intentionum et dieta testium liber primus Deposizioni testimoniali in cause diverse. anni 1512, 1513 e 1514 pag. 319-350 Capitano Francesco Marcello Instrumentorum liber primus Instrumenti di affittanza, di ricupera, di vendita, di permuta stipulati in Pinguente. anni 1512, 1513 e 1514 pag. 351-380 Capitano Francesco Marcello Liber stridorum, instrumentorum primus Proclami di alienazioni fatte per istrumento in Pinguente. anni 1512, 1513 e 1514 pag. 381-400 Capitano Francesco Marcello Liber instrumentorum fratalearum Presentazione dei conti da parte dei gastaldi delle scole di Pinguente uscenti di carica nelle mani del capitano. anni 1513 e 1514 pag. 401-416 Capitano Francesco Marcello Primus testamentorum Presentazione di testamenti da parte del notaio nell' officio del capitano e loro publicazione. anni 1512, 1513 e 1514 pag. 417-430 Capitano Francesco Marcello Inventaria defunctorum Inventari di beni lasciati da individui morti, inventario della chiesa maggiore di Pinguente. anni 1512 e 1513 pag. 431-480 Capitano Francesco Marcello Pignorum liber primus Registro di pegni dati in assicurazione di sentenze e incanti. anni 1513 e 1514 pag. 481-510 Capitano Francesco Marcello Pignorum secundus Registro ecc.. come sopra anno 1512 pag. 511-538 Capitano Francesco Marcello Processus inter s. Georgium Sotilicli et Paulum Cramer Lite per due buoi e due vacche di proprietà del S. di Pinguente che il C. tenne insieme coi suoi animali al proprio cortivo per circa due mesi, dopo i quali fu preso lui e le sue bestie dai crovati inimici. Il S. domanda ma non ottiene la restituzione di dette bestie nè il valore delle medesime. anno 1512 pag. 589-542 Capitano. Francesco Marcello Processus inter Iagodam et Helenam sorores et fdias q. Francisci Crebam (?) de rotio et Iacobum Ceresnich de rotio. Lite per certa successione di cui è appena enunciato il soggetto. anni 1512 e 1513 pag. 543-602 Capitano Francesco Marcello Processus inter heredes q. Simonis Corvatini dicti berberio ac dominam Caterinam Cornana et Iacobum Ceresnich, Franciscunv Badagno et Simonem Greblo (di Rozzo) Questione per un cavallo. anno 1512 pag. 603-608 Capitano Francesco Marcello I'rocessus inter Mateuni Raspolich et Petrum Cocevarum (di Pinguente) Per furto di due cuori di bove (Processo non espedito) anni 1512 e 1513 pag. 609-622 Capitano Francesco Marcello Processus inter Gasparum ferie et in.in Georgium Sotilich tanquam proc. eius uxoris E contrastato il testamento di Bartolomeo Romano da Rozzo. (Proc. non esped.) anno 1512 pag. 623-626 Capitano Francesco Marcello Processus inter Gregorium Goles et Ursiara Possedilizain de villa Slum Per la restituzione di vestimenta avute in custodia (Proc. non esped.) anno 1512 pag. 627-635 Capitano Francesco Marcello Processus inter Petrum sarlorem et Georgium Mergonum dietro domanda il pagamento di una veste dimenticata in casa del Mergone. (Proc. non esped.) anni 1512 e 1513 pag. 637-654 Capitano Francesco Marcello Processus inter lacobum q. Ioannis Lovo et Helenam matrem suam I tutori del minore Iacopo, figlio del fu Giovanni Lupo, domandano alla madre di lui Elena che s' era maritata all' uso istriano (ora passata a secondi voti) la metà de' beni spettanti al detto Iacopo. (Proc. non esped.) anno 1512 pag. 655-664 Capitano Francesco Marcello Exemplum relevationis testamenti q. Valentis Macor de Rachitui II cappellano del conte Cristoforo Frangepani signore di Castel-nuovo sul Carso scrive il testamento a V. Macor fatto ivi prigioniero e dove anche muore. Codesto testamento, perchè abbia valore, gli eredi fanno, come dicevasi, relevare in publica e autentica forma. anni 1513 e 1514 pag. 665-720 Capitani F. Marcello e N. Zorzi Processus inter Caterinam filiam zupani Marci Culmi ex una et Primum de Praporchie ex altera Primo è condannato a pagare per tre anni quindici ducati in oro a Caterina da cui ebbe un figlio. anni 1513 e 1514 pag. 721-739 Capitano Francesco Marcello Processus inter Andream Mazaruol de draguchii ex una et Iagodam Cramarizam ex alia. Andrea quale erede di suo padre vuol riavere da Iagoda un bove eh' essa ebbe in governo e pel quale pagava un affitto. (Proc. non esped.) anno 1513 pag. 741-757 Capitano Francesco Marcello Processus inter dominimi Andream Ferro et Mare r.m q. Ioannis Iancovich Sancii Sirgi 11 Ferro chiede la restituzione di due tazze d'argento od il valore delle medesime. (Proc. non esped.) (Continua) G. V. — Portole --—------ IST o tìzi e L' illustre filologo Graziadio T. Ascoli, nostro egregio comprovinciale venne nominato senatore del regno d'Italia. Noi esultiamo assieme con Gorizia sua patria, per quest' alta onorificenza coferitagli, e inviamo all' illustre professore con reverenza le nostre più calde felicitazioni. Una corrispondenza da Lussiupiccolo, stampata nel Giovine Pensiero del 7 con-., narra la profonda impressione destata in quella città dalla morte del suo figlio prediletto, il dott. Vidulich. Per tre giorni il Municipio battè bandiera abbrunata a mezz'asta in segno di lutto, e così fecero le Società ,, Unione" ed "Artieri,. La prima di quest' ultime sospese eziandio una festa sociale che doveva aver luogo addì 27 gennaio. E soggiunge la corrispondenza : „È desiderio espresso universalmente da ogni ceto della popolazione, che i resti mortali dell' illustre defunto vengano trasportati a Lussiupiccolo, che, come fu orgogliosa di avergli dati i natali, sarebbe superba e gelosa custode delle sue ceneri." Abbiamo fatto cenno del congresso dei frutticultori veneti tenutosi in Treviso nello scorso settembre; in quel congresso venne presa 1' unanime deliberazione di istituire una società pomologica veneta ; la prima società italiana che si prefìggesse lo scopo esclusivo di studiare le frutta coltivate e promuovere la diffusione delle migliori varietà. La società ha già cominciato a funzionare col primo dell' anno corrente, ed ora la direzione rivolge caldo appello a tutte le rappresentanze, ai frutticultori perchè s' inscrivino nella nuova società, onde questa numerosa e forte di mezzi, abbia vita florida ed attiva, e contribuisca efficacemente a sollevare la patria frutticoltura. Le domande d'inscrizione si rivolgono alla direzione della società pomologica veneta in Treviso, accompagnate da lire sei o fiorini tre, quota annua pel 1889 fissata dallo statuto. I soci riceveranno gratuitamente il periodico, organo ufficiale della società ; e potrauno chiedere alla direzione informazioni, consigli e notizie. Come abbiamo già annunziato i triestini, istriani e goriziani residenti a Milano hanno costituito una so-cità di beneficenza allo scopo di sovvenire quelli tra i loro comprovinciali, sia colà residenti, sia anche soltanto di passaggio, i quali versassero in bisogno. Rileviamo ora che il comitato è stato nominato nelle persone dei signori avv. Baseggio, prof. De Castro, dott. Piazza e architetto Tabai. Esso si è già messo all' opera per raccogliere i fondi ; i sussidi non si accorderanno che a persone conosciute, o che si presentino munite di regolari recapiti. I giornali di Milano raccomandano caldamente la nuova istituzione. - , La società delle regate di Trieste ha bandito per il giorno 7 aprile p. v. una gara internazionale di imbarcazioni a vela; in caso di insufficenza di vento o di tempo decisamente contrario, la regata avrà luogo nella prossima giornata con tempo proprizio. Sono invitati a prendervi parte i dilettanti in quattro corse, ed i profes- sionisti in due; 1 dilettanti hanno tempo d'inscriversi fino il 21 marzo, ed i professionisti fino il 26 dello stesso mese. Il 20 giugno poi, sempre tempo permettendo avrà luogo la solita gara locale privata d'imbarcazioni a remi, lungo la riviera di Barcola. La società di navigazione a vapore Istria-Trieste è invitata al congresso generale a Eovigno il giorno 20 del corrente mese. A proposito degli ultimi scavi ai lati del duomo di Parenzo, il nostro Paolo Tedeschi ha scritto una lettera all' onorevole collega redattore dell' Istria, pubblicata nel numero 2 febbrajo di quel periodico ; nella lettera sono svolte alcune ipotesi che meritano serio riflesso. Gli scavi continuano, e, come scrive V Istria, il mosaico si fa sempre più interessante e bello ; furono rinvenute due altre iscrizioni cristiane perfettamente conservate, preziosissime. La Società Pro Patria apre 4 stipendj da fior. 100 1' uno per quelle allieve maestre dell' Istria e del Goriziano che intendono abilitarsi quali maestre giardiniere. Le concorrenti dovranno comprovare : a) di avere compiuto il 17.° anno di età. b) di essere di forte costituzione fisica; ed obbligarsi di prestare i propri servigi almeno per 5 anni alla Società Pro Patria. 11 concorso resta aperto fino al 20 corrente e le istanze corredate anche con gli attestati degli studi fatti sono da prodursi alla Direzione della Società (Trieste Via del Pesce N. 4). Ci venne gentilmente trasmesso un esemplare a stampa del „piauo economico e dell'itinerario pel servizio 1889 dei potatori di olivi del Pisano, diramato dal nostro consiglio agrario provinciale. Si è incominciato già da due anni a far venire gli agricoltori toscani per la potatura degli olivi nell' Istria, affine di migliorare i metodi di coltura della pianta tanto proficua e produttiva, ed in seguito al favorevole resultato ottenuto il consiglio agrario provinciale chiama anche quest' anno i potatori del Pisano, con una spesa all' uopo di mille fiorini. Gli agricoltori toscani assoldati sono sei ed il loro servizio pubblico pel 1889 è ripartito nelle seguenti due sezioni: sezione 1. Rimondatura dei campioni allestiti nel 1888 nei distretti giudiziari di Rovigno, Pola, Pisino, Pinguentt2, Albona, Volosca, Veglia, Cherso e Lussino ; sezione 2. Allestimento di olivi modello nei distretti giudiziari di Capodistria, Pirano, Buje, Montona, Parenzo, Rovigno, Dignano e Pola. Anche per l'itinerario prò 1889 venne assunta a base la ripartizione dell' area occupata dagli olivi nei singoli distretti giudiziari compresi nel turno, e 1' entità della superficie olivata nei rispettivi comuni locali, quale risulta dalla statistica officiale della provincia. Il numero, la posizione e lo sviluppo delle singole stazioni di prova per ogni distretto giudiziario furono fissati in funzione di cotali elementi statistici positivi, salvo le opportune considerazioni circa alle condizioni più o meno propizie agli spostamenti del personale da stazione a stazione ed entro il raggio delle singole stazioni di prova. Tutto il piano economico e tecnico del servizio dovette essere coordinato entro ai limiti della dotazione: disponibile, e del numero di persone che si riuscì di assoldare perla ventura primavera, che come nell'anno scorso non supera il numero di 6 persone. Il piano diramato dal consiglio agrario provinciale contiene poi numerose e dettagliate indicazioni riguardo all' opera ed all' itinerario dei potatori. VINCENZO DE CASTRO letterato pedagogista professore dell' università patavina servì gli studi il paese con sacrifizio intero di se nell' amare nel beneficare infaticabile affrontò travagli persecuzioni sereno invitto la famiglia sconsolata amici ed estimatori posero nato a pirano nel 1808 morto a milano mel 1886 Questa iscrizione fu collocata nel cimitero monumentale di Milano, sotto il ritratto a bassorilievo eseguito dallo scultore Giovanni Spertini; un ritratto simile dello stesso autore fu collocato nell' aula consigliare del municipio di Pirano, in occasione del secondo anniversario della morte dell' illustre nostro comprovinciale. (18 gennaio 1887). Togliamo questa notizia da un opuscolo testé pubblicato in commemorazione del terzo anniversario della morte, e che ci venne gentilmente rimesso. L' opuscolo contiene i discorsi funebri pronunziati davanti la bara, la descrizione delle dimostrazione di stima e d' affetto fatte in quell' occasione luttuosa, le condoglianze della stampa, gli onori tributati in seguito. Infine il reso-conto del comitato composto dal Comm. Bernardi — Prof. Francesco Gazzetti — Prof. Germano Candido — Ignazio Cav. Passovalli — Cav. Vincenzo Boldrini — Cav. Giacomo Spargella — Ing. Felice Fagoboli; per raccogliere le sottoscrizioni affine di onorare di pubblico ricordo in Milano e a Pirano il defunto. Furono raccolte L. 1200, prezzo dei due ritratti in bassorilievo. -—-- Cose locali Al nostro ottimo parroco monsignore Francesco Petronio, cavaliere della corona ferrea, preposito mitrato e protonotario apostolico, venne conferito dalla Pontificia e Regia Università teologica di Firenze la laurea dottorale in sacra teologia ed a voti unanimi dei dottori venne aggregato al Collegio accademico della stessa Università teologica fiorentina. Appena ritornato Monsignore da Firenze 1' ill.mo nostro Podestà si è recato a presentargli le congratulazioni; ì gli diresse dopo a nome della deputazione comunale a seguente lettera della quale venne data lettura nella leduta della rappreseutauza comunale del 14 corr. Monsignore Ill.mo e Rev.mo Le doti preclare di mente, che iu Y. S. Ill.ma e iev.ma risplendono a lustro del clero istriano e della ìostra Chiesa Concattedrale, ottennero in questi giorni nsigne attestazione nella dotta Firenze, ove la fama di Sua dottrina chiamò la S. V. a nobilissimo aringo. Onde quella Pontificia e Regia Università Teologica conferì a V. S. Ill.ma e Rev.ma la laurea dottorale in sacra Teologia, e a pieni voti L1 aggregò a quell' Illustre Collegio Accademico. La notizia della cospicua onorificenza, onde S. V. fu insignito, destò in tutti i cittadini un sentimento di sincera compiacenza, poiché con affetto ed orgoglio di figli devoti apprendano altamente riaffermata la loro stima e venerazione per Lei sulle classiche rive dell'Arno. Di questi sentimenti e delle più vive congratulazioni la Deputazione Comunale è lieta di farsi interprete presso la S. V. Ill.ma e Rev.ma a nome di questa città, che da lunghi anni apprezza le zelanti cure di V. S. nell' esercizio del sacro ministero e al sapiente governo della parrocchia. Gradisca, Monsignore Ill.mo e Rev.mo, le particolari mie felicitazioni e gli atti della maggiore mia stima ed ossequio. Capodistria, li 11 Febbraio 1889. il Podestà €r. Cobol AlV Ill.mo e Rev.mo Monsignore Francesco Petronio, protono-tario apostolico, Cav. della Corona Ferrea di III classe, preposito-parroco ecc. ecc. Loco Il 31 decorso gennaio riceveva la laura dottorale in giure alla università di Innsbruk il concittadino Giorgio nob. Baseggio di Nicolò ; 1' ottavo della nobile famiglia laureato in legge da un secolo e mezzo in qua ; e non tarderà, speriamo, a riceverla il nonno, attualmente occupato ad assolvere gli studi dell' ultimo anno nel regno d'Italia. Le nostre più cordiali congratulazioni col nuovo dottore e con la egregia famiglia tutta. La sera del 9 corrente ebbe luogo il ballo della società di mutuo soccorso fra gli artieri ed operai, a benefizio del pio fondo vedove ed orfani. La festa riuscì veramente splendida, e considerevole fu l'incasso. Nel teatro sociale recita la compagnia Micheletti-Pezzaglia con discreto successo. Bollettino statistico municipale di Genuaio 1889 Anagrafe: nati battezzati 25; fanciulli 19, fanciulle 6: morti 89, maschi 15 (dei quali 3 carcerati), femmine 4, fanciulli 13 fanciulle 6 al di sotto di 7 anni ; una femmina nata morta. Trapassati : 4 Viola Giuseppe fu Simone d' anni 82 ; 4 Lonzar Antonio fu Benedetto d'anni 86; 5 Umer Francesco fu Stefano d'anni 78; 7 Lonzar Giovanni fu Antonio d'anni 78; 8 Olnich Marco fu Giorgio g'anni 24; 8 Urbanaz Maria fu Giacomo d'anni 64; 10 Grio Domenico fu Matteo d'anni 85; 11 Zetto Nazario fu Domenico d'anni 49; 12 F. N. (carcerato) da Zara d'anni 36 ; 13 Marsich Nicolosa fu Alessandro d'anni 88; V. A. (carcerato) da Trieste d'anni 35; Marussich Pietro fu Bernardo d'anni 75; 20 Pechiarich Domenico fu Giuseppe d'anni 80; 28 Luis Pietro fu Antonio d'anni 86; 29 Tamplenizza Giovanni fu Nazario d'anni 72. Più fanciulli 1.3, fanciulle 6 al di sotto di 7 anni, nonché una femmina nata morta. Matrimonii : 7 Signoretto Giuseppe di Vincenzo — Filomena Almerigogna di Antonio 8 Conte Gregorio de Totto — Giuseppina Bolle di Francesco 12 Vascon Michele di Luigi — Caterina Almerigogna di Giacomo; 26 Dreuzzi Giovanni di Leonardo — Giuseppina Sambuco fu Giovanni ; 27 Vat-tovaz Andrea di Andrea — Maria Gonich fu Bortolo; 30 Derin Francesco fu Nicolò — Antonia de Posarelli fu Giuseppe. — Polizia: denunzie per furto 1; per danneggiamento 1 ; peri insulti agli organi di pub. s. 3; arresti per ferimento 1 ; per r ssa 1 ; per vagabondaggio 3. — Sfrattati 17. Usciti dall'i, r. Carcere 11, dei quali dalmati 5, istriani 1, triestini 4, goriziani 1. — Insinuazioni di possidenti per vendere al minuto vino delle proprie campagne 1 per Ettol. 1 e litri 13 prezzo al litro sol. 28. Certificati per spedizione di vino 2 per Ettol. 353 ; di rnaglioli di viti 2 per pezzi 600 ; per spedizione di sardelle salate 4 per barili 52 del peso di chil. 2117; di sardoni 2 per mastelle 53 del peso di chil. 967; di salamora due per barili 2 del peso di chil. 135; di olio d'oliva 2 per amasi 38 del peso di chil 5299 ; di buona condotta 4 ; rilascio di nulla osta pel permesso di viaggio marittimo 7; per rinnovazioni del permesso di viaggio marittimo 31; passaporti per animali bovini 4 per capi 6. — Animali macellati: buoi 53; del peso di chil. 12405 con chil. 765 di sego; vacche 13 del peso di chil. 2047 con chil. 233 di sego: vitelli 31, a-gnelli 0, castrati 0. — Licenze industriali 6, di cui per vendita al minuto di commestibili 1, per vendita al minuto di vino e cibarie 4, per industria di falegname 1. Bollettino mensile delle malattie zimotiche Capodistria — Angina cruposa: colpiti 1 e morto; Vajuolo: rimasti dal mese precedente 1, colpiti in gennaio 2, assieme 3, dei quali morti 1, rimasti in curr 2. Vajuoloide: colpiti 1 e rimasto in cura. — Lazzaretto 0. --------—-— Appunti bibliografici Giovanni Bennati. Malinconie. Versi. Trieste Tipografia triestina 1888. Ecco fra tanti eleganti volumetti di Farfalle, di Sogni, di Momenti, di Illusioni ecc. ecc. (poiché è oggi fatale che non si possano scrivere semplicemente dei versi senza appiccicarvi un epiteto) un modesto fascicolo con un nome indovinato — Malinconie. E sono veramente tali, perchè questa è la nota dominante, e ritraggono lo stato d'animo del buon prete, che vive solingo rarus nans in gurgite vasto; che romito pensa l'ideale; che desidera un bene che non gli è dato raggiungere, e con tanta ricchezza di sentimenti si trova spostato in mezzo a molti che ne ridono, perchè hanno già letto e riletto l'ultima pagina del libro della vita. Ed io ho meditato questi versi con tanto piìi amore, perchè in essi ho trovato un riflesso dell'anima mia, quando ancor giovane sentiva le stesse aspirazioni, i medesimi conforti e dolori. Felice Ini che ha fibra più forte della mia, e potrà certo durare nella lotta. Ma lasciamo da parte il soggettivismo. Quello importa rilevare subito si è che il signor Bennati si è formato ad un' ottima scuola : Dante, Giusti, Manzoni sono i suoi esemplari da lui trattati con mano diurna e notturna. Dimostra una coltura di primo ordine, una squisitezza di sentimenti rara oggi in tanto gavazzare della materia; ed è quindi testimonio della nostra cultura, e prova che i buoni studi e l'italianità non sono del tutto soffocati nel giovane clero. Il Giusti specialmente è il suo esemplare, il Giusti nella sua seconda maniera più lirica che satirica. Uomnis homo mendax per esempio, e nel movimento del pensiero, e nel metro stesso arieggia una canzone del poeta toscano. E in tutte T altezza dei concetti. Che il dannato romanticismo poi non snervi, ma anzi insegni a poggiare alto lo provano molti versi del Bennati, e tra questi la strofa nella sopra lodata poesia: Solingo sempre disdegnoso e mesto Senza speranze, ma senza viltà, Liberamente abbraccerò 1' onesto, Muto alle lodi l'iniquo m' avrà. Via dolorosa e scura Ma contenta e sicura. 0 cari sogni, d'un tempo che fu Oh si vedrovvi avverati lassù ! E nel sonetto — Illusioni — alla chiusa: 0 una speme più alta e rnen fallace. Belli quindi più o meno i suoi canti ; cito tra i più belli: — All' Ideale — Illusioni — lustitia, e il sonetto — Vanitas vanitatum ; che non è, come si potrebbe credere, uno squarcio di morale, ma una nota sentita, profonda dell'anima; una malinconia gentile, quasi di fanciullo che non intende ancora il mistero della vita ; un pudore che ignora sè stesso, direbbe il Manzoni, somigliante alla paura del fanciullo che trema nelle tenebre senza sapere di che : sentimenti questi e concetti che le anime sfiorate, i cuori sfondati e spalancati a quindici anni non capiranno ; ma i pochi gentili intendono sempre, e pochissimi sanno rendere oggi. Altrove vedo ben riprodotto e vestito a nuovo un concetto del Manzoni (cito a memoria e non risponderei delle singole parole) : Allor veggo che il più divin s'invola Ne può il giogo soffrir della parola. E ciò precisamente nella strofa seguente : E ciò, perchè il visibile Soverchio della mente L' acie gli ottunde e il misero Faticato, demente, Ritorna miserabile Mostro agli umani d'un soverchio ardir. Se anche questi canti non emergono per im peti arditi, per potenza drammatica di passione sono immuni da intemperanze di forme e da quelli nevrosi di stile con cui molti credono di ostentar novità. Il cor desioso è il leitmotif; la speranza pii alta e nien fallace la meta, e una dolce malinconia senza svenevolezze e cormentalismi, vi spira; li nota dominante risponde al titolo. Se il cor desiose è motivo spesso ripetuto, se il poeta troppo è sog gettivo qualche volta, fino a scoprire il fianco, vedri il discreto lettore. Nè anche mi occuperò a rilevar» qua e là alcun neo come nel sonetto — Di sera — alquanto contorto nella seconda quartina, ma nel quali il poeta si prende una bella rivincita alla chiusa ; ( nell'altro — Altalena — dove l'anima semplicetti accesa dell' antico ardore, non mi pare rispondi all' anima semplicetta di Dante, che è ben altri cosa. Ma ripeto sono nei ; a me giova presentar* nell' attuale miseria questo modello di giovane gregio che modesto e solo percorre nell' Istria i fiorito sentiero delle muse. Ancora un consiglio e un voto. Sia più oggettivo quindi innanzi, e ci renda con più vigoros( note P eterne armonie del bello. Maturando con gl anni P ingegno, egli durerà, ne son certo nelli lotta, e senza altalena mirerà sempre alla più alti vetta del sacro monte. Cerchi il Bennati, come l'ab< bate Zanella, un rifugio nella scienza, e ce ne cant le glorie presenti, e armonizzi la scienza con la fede la civiltà con la patria : ecco, poiché a lui nor difettano le forze fisiche, una fonte di nuovi cant; e un placido recesso ai desideri del cuore. P. T. ------- PUBBLICAZIONI La direzione centrale di Trieste della società Pro Patria ha pubblicato il Resoconto stenografico del 11 congresso generale della società tenutosi a Trieste il giorno 18 novembre 1888. (Trieste, tip. Triestina). Il nostro prof. Domenico dott. Lovisato ha pubblicato un nuovo lavoro di Paletnologia nei Rendiconti della R. Accademia dei Lincei (classe di scienze morali, storiche e filologiche. V. IV, f. 12, II semestre) sotto il titolo nota III ad una pagina di preistoria sarda, lavoro che fu presentato all' illustre Accademia da quella celebrità che è il prof. Pigorini. Altro bravissimo nostro comprovinciale, il prof G. B. Negri, ha pubblicato nella „Rivista di Mineralogia e Cristallografia italiana" (voi. IV), tre suoi nuovi lavori.