ORGANO DHU.' UNIONE ANTIFASCISTA STAIO-SLAVA PER IL CIRCONDARIO DELL'ISTRIA ' ,'i" ... Ili " Direzione - Redazione - Ammin. R. Castelleone 2 - Capodistria tei. 170 Capodistria. Venerdì, 5 gennaio 1951 3 Din. - 15 LIRE I SINDACATI CLASSISTI Eb UNA SITUAZIONE INSOSTENIBILE Sono ormai due anni dacché stiamo denunciando le gravi, condizioni economiche dei lavoratori dell’industria di Trieste, che sono, grosso modo, le condizioni economiche dei lavoratori dell’industria della Repubblica it-liana. Gli estremi di queste condizioni li vogliamo indicare ancora una volta: una media di 24 mila lire al mese per i lavoratori dell’industria occupati permanentemente. A Trieste come in Italia. Infatti il segretario della C.G.IL. di Vittorio proprio in questi giorni caratterizza la situazione dei lavoratori italiani con questi impressionanti dati ufficiati: «salario medio per la sformata lavorativa 1.100 lirf, due .milioni di disoccupati totali, tre milioni di disoccupati parziali, tre milioni di iscritti alle liste dei .poveri, un milione e mezzo di pensionati con pensioni miserabili, altri milioni di vecchi ed invalidi senza pensioné; su cento persone atte al lavoro diciasette sono disoccupate completamente e venti parzialmente; mentre, dimostra Di Vittorio, il costo della vita della famiglia tipo in Italia si aggira sulle 60.000 lire; e per Trieste il sig. Viđali, a conclusione del cosiddetto sciopero dei lavoratori dell’industria dello scorso febbraio, sotto il titolo «Una grande battaglia vìnta», scriveva tra l’altro: «Le paghe medie dei lavoratori dell’industria di Trieste ammontano a 22, 24 26 mila lire al mese e questo in una città dove l’indice costo vita indica quale mi-■nptmo necessario per una famjiglia tipo la somma di lire 60.000 mensili.» Come ognuno vede, il salario medio dell’operaio deH’iindustrià non copre nemmeno metà delle spese necessarie alla vita per una famiglia di lavoratori. Di fronte ad una tale situazione, una richiesta di revisione sostanziale del trattamento economico ai lavoratori dell’imdustria dovrebbe essere l’argomento centrale detrazione sindacale. Che cosa si sta facendo invece? Lo abbiamo per, più volte denunciato, e abbiamo messo sull’attenti i lavoratori. Si sta «lavorando» per l’adattamento, per il riconoscimento ufficiale sindacale ideila attuali con-aizioni di fame idei lavoratori dell’Italia e di Trieste. E che sia cosi 10 dimostreremo com molta facilità. La strategia e la tattica della Confederazione Generale Italiana del Lavoro puntano su obiettivi di partecipazione al Governo, sul compromesso politico con le organizzazioni sindacali social-democratiche e clericali, sulla latta perciò per minime richieste in favore dei lavoratori, previa la distensione sindacare. La recente conferenza, stampa del segretario della C. G. I. L. Di Vittorio conferma una volta di più questa linea opportunistica della Confederazione Sindacale Italiana. Da questa conferenza si apprende che la grande organizzazione cindacale del lavoratori dell’Italia, nel corso dell’anno 1951, lotterà «per lo sviluppo pacifico dell’Italia». Tutto qui, in questa oscura formulazione, nemmeno una parola delle 36.000 lire mensili che mancano ai lavoratori d’Italia e a quelli di Trieste per fare .le 60.000 lire che occorrono per vivere. Questa politica di cristallizzazione delle attuali miserabili paghe dei lavoratori è stata già preannunciata. da uno che ne sa qualche cosa sulla linea della C. G. I. L., da Vittorio Viidali, il -quale, sul «Lavoratore» del 22 febbraio 1950, proclamava altamente che: «La quota di 48 lire strappata agli industriali di Trieste rappresenta una conquista che avrà i suoi effetti su tutta la situazione italiana.» 11 senso di queste frasi è chiaro: anche i lavoratori italiani, come quelli di Trieste, si batteranno per ottenere qualche cosa di simile, cioè 48 io pache più lire. Tante infatti ne hanno in media ottenute con il famoso accordo di rivalutazione salariale. Ora vediamo che cosa succede a Trieste. I lavoratori dell’industria sono in agitazione. La segreteria della Camera del Lavoro e quella. del Sindacati Unici hanno deciso la convocazione dei loro attivi sindacali e questi hanno deliberato di inserire l’agitazione nel. piano generale e nei limiti .delle rivendicazioni su accennate. Niente denuncia delle bassissime retribuzioni, niente revisione del tratamento economico di tutti i lavoratori sulla »base delle esigenze minime del costo vita, niente *“et-tazione delle proposte del Comitato di azione sindacale e del Sindacato Unico classista lavoratori dell -stria per un’azione unitaria con o-biettivo di un aumento sulle retri u-zioni del 30 %. Assolutamente niente di tutto ciò. La comune dichiarazione, votata nei due attivi sindacali, afferma tra l’altro che: «Per .giungere ad una soluzione conciliativa atta ad evitare gravi danni all’economia ecc, si richiama i datori dii lavoro alle loro responsabilità,» e si chiede in effetti che al posto di 26.000 lire in piu che occorrerebbero ai lavoratori dell’industria per vivere si conceda ad. essi, se non/ tutto, almeno in parte, .l’ammontan-te della rivalutazione stabilita nella R. I. che, come ogni lavoratore sa, si aggira sulla media di 40 lire al giorno d,i aumento. Il valore di quattro sigarette, da aggiungersi alle quattro sigarette «conquistate«) in febbraio, dopo 20 giorni di sciopero! La linea di Viđali, tracciata nel .febbraio scorso, è difatti confermata oggi all’azione dei Sindacati Unici, da quella della Camera del Lavoro ziOnie, fatta votare dai due plenum sindacali, è, a tale scopo, esplicita. Si minaccia demagogicamente di intraprèndere una lotta, non per colmare il tremendo divario tra le paghe e costo vità, ma per difendere i risultati «della grande vittoria di febbraio». L’organo della Camera del Lavoro, infatti, sotto il titolo «Il mercato delle vacche», così qualifica le trattative in corso per l’estensione o mena a Trieste della rivalutazione salariale stabilita in Italia: «Ci si azzarda a decurtare le percezioni dei lavoratori.» Per la Camera del Lavoro il problema, dunque, è questo: lottare affinchè gli industriali rispettino le attuali insopportabili percezioni dei lavoratori. La linea vidalista «Il Lavoratore» ricalca l’argomento, proclamando rumorosamente: «la lezione del febbraio. E’ facile prevedere che anche questa volta gli industriali avranno la lezione». Il che significa, che se gli industriali non rispetteranno le 48 lire, concesse allora e magari si rifiuteranno di concederne altre 30— 40, avranno la ripetizione della severa lezione del febbraio scorso. I lavoratori possono facilmente immaginare quale potrebbe essere questa lezione. Ne hanno già fatto severa e amara esperienza. I dirigenti della Camera del Lavoro, che hanno condotto in febbraio e stanno còn-ducendo oggi l’agitazione, hanno questa opinione della situazione sindacale, opinione espressa nel loro organo ufficiale «Il lavoro» di data 24 dicembre Scorso: «Il periodo aureo è ritornato. Questa è la netta con-, vinzione di cui gli industriali sembrano permeati.» II periodo aureo, ovviamente, non può essere, per gli industriali, che quello fascista; che sarebbe ritornata. E’ facile immaginare perciò quale prospettiva dì lotta e di vittoria può avere un’organizzazione sedicente sindacale ohe veda la situazione in questo modo. Ma non è così che la vedono quelli della Camera del Lavoro e dei Sindacati Unici, loro associati. E’ questa la solita musica del «qui non si può far niente o poco, perchè gli .Industriali e loro alleati hanno conquistato posizioni uguali a quelle del tempo fascista,» e, pertanto, i lavoratori devono accontentarsi, secondo questa gente, degli spiccioli servizi e dei minuti aumenti dei salari nominali. Il Comitato idi azione sindacale e i sindacati classisti non accettano questo atteggiamento di capitolazione, di sottomissione sindacale. La Camera del Lavoro e i-Sindacati Unici agiscono così soltanto per sottfarsi alla loro responsabilità, per liberarsi della pressione dei lavoratori, ponendo loro davanti l’impotenza sindacale e la forza padronale. Non è questo il momento di porre il quesito a chi vada la responsabilità di una presunta simile situazione. Quello che conta ora è che i lavo-(Continua in IV. pagina) Domenica prossima le conferenze cittadine dei S.U. Fervono in tutto il distretto di Capodistria i preparativi per il prossimo Congresso dei S. U. classisti chp avrà luogo il 20—21 gennaio a Trieste. Domenica prossima ad Isola, Pirano e Caipoidistria avranno luogo le conferenze cittadine dei S. U. nelle quali verranno eletti i delegati per il Congresso. Nel frattempo nei collettivi di lavoro del nostro distretto, gli operai hanno ingaggiato la gara d’emulazione in onore al Congresso. Essi gareggiano per Televamento della produttività del lavoro, per migliorare i rapporti con il lavoro. Sono già state costituite varie brigate che gareggiano l’una con l’altra. Massima cura viene posta pure per Televamento politicò-oulturale degli organizzati dei S. U. e ciò con la costituzione di circoli di studio, lettura ecc. Il prossimo congresso costitutivo dei S. U. troverà la classe lavoratrice del nostro circondario tesa nella lotta per il potenziamento economico. In IV pagina il discorso del compagno Tito all'Assemblea Popolare, FESTEGGIATO IN TUTTE LE LOCALITÀ’ IL CAPODANO DEL BAMBINO NELLA TRADIZIONALE RICORRENZA 1 FI6LI DEI LAVORATORI hanno trascorso ore liete grazie alla solidarietà popolare Nei maggiori centri le bambini. I ricchi pacchi A Capodistria Nonno Inverno, il classico vecchio con la lunga barba bianca e col suo prezioso carico di doni, è arrivato domenica mattina a Capodistria, atteso da centinaia di bambini impazienti. Per riceverlo degnamente tutti i migliori cittadini si sano messi d’impegno e gli hanno, preparato, uri,accoglienza speciale. Alberi ben addobbati dappertutto: nelle vetrine dei negozi e nelle basi che hanno fatto a gara per avere il migliore albero e i migliori pacchi-dono. Già nelle prime ore del mattino si incrociavano carri carichi di dolci e giocattoli che venivano portati nelle sale destinate alla distribuzione, mentre i bimbi, córrevano nella Piazza Tito, per l’occasione trasformata in un bel bosco. Lo spettacolo che si offriva ai loro occhi era inscenato dalla Associazione Partigiani Giuliani che, con il suo angolo tra gli abeti, è riuscita a dare al bimbo ignaro, , l’idea della vita di sacrificio dèi nostri partigiani per il conseguimento della nostra liberazione. Il centro della piazza era trasformato in un fitto bosco di abeti, in mezzo ai quali si scorgeva una casetta dove entravano edj'uscivano, come tanti nanetti, i nostri bimbi. Ad un lato della piazza, la LI-PA vendeva gli articoli scolastici piazze erano trasformate in boschi animati dai dono sono stati distribuiti dalle basi dell' U.A.I.S. Le sedi delle basi dell’UAIS erano gremite di bimbi irrequieti «Nonno Inverno», tradizionale amico dei bimbi, ha portato loro ricchi doni mentre, in un altro lato, TOM'NIA richiamava i bimbi con i suoi migliori giocattoli. “Ma la maggiore attrattiva era il grande albero, carico di doni, che si innalzava accanto alla casetta dei nani. _E dopo aver tentato di indovinare cosa si celasse nei pacchi appesi, i bimbi felici correvano al padiglione del Comitato Popolare Cittadino dove, oltre ai giocattoli, si vendevano anche le note «fortune». All’ora stabilita per la distribuzione dei pacchi-dono, i bimbi abbandonarono la piazza, avviandosi verso il luogo, dove erano stati invitati. Essendo il numero dei bimbi rilevante, le basi si erano divise in due turni: sette basi alla mattina alle ore 10, e cinque nel pomeriggio alle ore 15. Esse avevano preparato le sale con grande cura. In ognuna si notava un albero ben addobbato, un piccolo palcoscenico preparato per l’occasione e tanti giocattoli chè facevano spalancare gli occhi ai .nostri bambini. Diamo ora uno sguardo alla varie basi. Versò le 10 i pionieri delle basi X. il. e III. si trovavano nella sala maggiore del Circolo di Cultura Italiana in numero dii circa 80. Essi avevano già consumata la colazione alla «Loggia» ed, impazienti, attendevano l’arrivo di Nonno Inverno, personificato da Renato .Sergi. Risero alle sue facezie, risposero affermativamente alle sue raccomandazioni e applaudirono la «Diligenza dei 12», rappresentata dall’Organizzazione dei Pionieri. Allo spettacolo presero parte Rosetta Bussani, Brurto Radivo, Rosa Forza, Bruno Padovan, Sergio Deponte, Fulvia e Silva Surian, Bruno Marion, Bruna Zucca, Guido Bratto; Silvano Varni, Nevia Gregor!, Nino Luglio e Reana Scherian. Due pioniere delia Scuola idi Ballo, Adriana Pertusi e Serena Suselj, eseguirono un balletto prima della distribuzione dei doni che venne fatta da Nonnò Inverno. Uguale entusiasmo nella Sala del G. S. «Aurora» dove i pionieri della X. è XI. base, 200 circa, applaudirono, i tre scherzi «Giacinta», «Carletto» e «La classe degli asini», rappresentati dalla Casa dello Studente Italiano. Interpreti principali: Gianola Graziella, Braico Rita, Perossa Nerina, Radin Silva e Vascotto Mercedes. Nel conservificio Delanglade i bimbi erano 130, tutti delia XII. base. Nonno Inverno era raffigurato dal comp. Borisi Giuseppe. Fra i pionieri della V. e VI. base, che hanno eseguito lo spettacolo, si distinsero Lucia Grandusio, Amina Scher, Gianni Surian, Grazia Pizza-rello, Franca Riccobon, Flora Dandri, e le allieve della Scuola di Ballo. Tra i più piccoli si notarono le pioniere Padovan e Tullia Dobrigna che raffigurarono, dispettivamente, Tanno vecchio e Tanno nuovo. La distribuzione dei pacchi fu accolta con <• ìtusiasmo e i piccoli uscirono felici. Nella sala deila «Trattoria allo Stadio» gli alberi erano numeroshuno ogni tavolo. I bimbi erano circa un centinaio e potevano ammirare tutti i personaggi della fiabe che adornavano la sala. Nonno Inverno, nella, persona di Maraspin Giorgio, provocò qualche pianto; difatti qualcuno, tra i piu piccoli, si nascose sotto il tavolo, facendosi però coraggio quando gli alunni della Scuola Ottennale intonarono alcuni cori. Calorosi applausi ebbero pure i Pionieri Italiani e Sloveni che recitarono alcune poesie per la IX. base. Sì distinsero Gioia Pizza-rello, Sergio Scomersich, Novel Nerina, Stradi Marino, Sturman, Rico e Adamic, i doni vennero distribuiti da alcuni nanetti. Già alle 14 davanti al Comitato Popolare Cittadino si poteva vedere qualche gruppetto che chiedeva di entrare. Alle 15 la sala era al completo. I bimbi delle basi V. e VI. erano 80 circa e assistettero allo spettacolo offerto dai pionieri delle basi stesse. Anche qui Nonno Inverno era personificato dal comp. Borisi il quale distribuì i doni. 6 Alla stessa ora si trovavano alla mensa N. 1. i bimbi delia VII. base. Venne ripetuta la rappresentazione fatta alla mattina dalla scuola Ottennale nella IX. base. I bambini in numero di 79 simpatizzarono subito con Nonno Inverno nella persona di Francesco Lanza che raccontò loro la Storia dell’abete. I pacchi, ben forniti, furono accolti da battimani. Nella nuova Pescheria si trovarono le basi IV. e Vili, con un numero di 128 bambini. Qui Nonno Inverno era raffigurato da Santo Comiuzzo e lo spettacolo era dato dall'organizzazione dei Pionieri che rappresentò «La bimba sperduta nel bosco». Alle 15 i 250 pionieri che erano stati invitati dalla VUJA quali rappresentanti di tutte le località del Circondario Istriano, arrivavano a Capo-di.stria. L’accoglienza che ebbero questi bimbi alla VUJA è stata meravigliosa. La sala era addobbata splendidamente e Nonno Inverno, sorridente e bonario, li rallegrò cori qualche scherzo. I bimbi furono divisi in tre gruppi: uno italiano; uno sloveno ed uno croato. Ciascuno ebbe la fiaba raccontata nella propria lingua, ognuno recitò quella che aveva preparato per l’occasione e all’invito di Nonno Inverno si precipitarono a prendere ì doni. Questa la giornata del Capodanno del Bambino a Capodistria: intensa e movimentata. 11 successo è dovuto al Potere Popolare che riuscì quest’anno meglio a dimostrare le sue infinite capacità e possibilità, rendendo memorabile questo giorno ai tutti i bambini che certamente non scorderanno le ore trascorse ed i doni ricevuti. D. S. II Capodanno ad Isola Grandi e piccini di Isola, hanno festeggiato in modo degno il Capodanno del Bambino 1951. Il 31 dicembre, ha avuto luogo nelle singole basi, addobbate con il tradizionale abete, la ristribuzione dei pacchi dono. Ben 1.300 bambini di Isola hanno così ricevuto il loro pacco. La distribuzione si è conclusa alle ore 12. • Alle ore 15 tutta Isola si assiepava nelle vie principali ed in piazza Garibaldi, per assistere alla sfilata dei carri allegorici, costruiti ed addobbati dai lavoratori delle nostre fabbriche per allietare i nostri piccini. La piàzza Tito di Capodistria era un vero giardino brulicante di gente Un’anno di grandi ed importanti avvenimenti su tutto lo scacchiere, internazionale è terminato. Un nuovo anno inizia per l’umanità, che con ansia e preoccupazione guarda ai prossimi mesi, nei quali dovranno trovare una soluzione tutti i problemi e tutte le difficili situazioni, che il vecchio 1950 ha lasciato in eredità, senza beneficio d’inventario, come un pesante fardello, al nuovo 1951. La storia politica dell’anno che è ormai terminato è la storia del sempre maggior acutizzarsi dei rapporti internazionali, della sempre maggiore tensione tra le due più grandi potenze, la storia del manifestarsi di conflitti politici, diplomatici, ed, in alcuni casi, come in Corea e in _ Indocina, anche militari, su tutti i punti più delicati della linea che divide il mondo in sfere di interesse, stabilita alla fine dell’ultimo conflitto mondiale tra i grandi partners della politica internazionale. La storia del 1950 è la ■storia della lotta per l’estensione deliri propria sfera di interesse da parte delTegemonismo moscovita, attraverso lo sfruttamento dei movimenti popolari di liberazione nazionale. Questa lotta, che ha strappato la maschera ipocritamente pacifista dal volto del LA RASSEGNA POLITICA DELLA SETTIMANA Dall 1 al 7 gennaio |- carattere egemonico ed antisocialista della sua politica, ha facilitato ed accelerato lo sviluppo nel mondo delle forze veramente progressiste ed amanti della pace. Questa ipolitica del Cremlino ha fornito, d’altra parte, sempre .maggiori argomenti e sempre .più serie giustificazioni all imperialismo capitalista internazionale, che ha potuto così identificare la sua lotta contro i movimenti progressisti, con l’esigenza della sua difesa dall’aggressività idell’avversario di Mosca. Gli avvenimenti dello scorso anno hanno messo in evidenza l’importanza fondamentale assunta dal settore asiatico nello scacchiere internazionale, e la stretta interdipendenza, esistente ormai in moido 'definitivo e .permanente, tra tutti i problemi politici ed economici dei vari paesi. Questa stessa interdipendenza dà un carattere universale a tutte le esperienze e consente di generalizzare qualsiasi avve- quadro dello sviluppo dialetico del divenire umana. Cosi mentre da Berlino alla Corea, dai pozzi petroliferi dell’Iran, alTIn-docina, la situazione internazionale diviene sempre più acu,ta. e difficile, un, piccolo paese, la Repubblica Jugoslavia, sulla base delle proprie esperienze, ha potuto esprimere nel corso dell’ultimo anno una linea politica internazionale indipendente, che è nello stesso tempo di ammonimento e di insegnamento per tutti i popoli, e dimostrazione concreta di come tutti i piccoli paesi devono tutelare la propria indipendenza e la propria libertà. Gli avvenimenti più importanti sul piano internazionale dello scorso1 anno, sono indubbiamente la guerra in Corea, la quinta sessione dell’Assemblea generale dell’ONU, l’intervento militare della Cina nella questione coreana e le varie sessioni del Consiglio Atlantico. In tutti questi avveni- IODI Militare dell’A. J. alla popolazione del Circondario In un messaggio, indirizzato alla popolazione del Circondario istriano, TAmministrazione militare della zona jugoslava del JLT in occasione del Capodanno, dice: «Felicitandosi con gli abitanti di questa zona io occasione dell’inizio dell’anno 1951, l’Amministrazione Militare dell’Armata jugoslava esprime la propria' gratitudine a tutti coloro che hanno, in un modo o nell’altro, esternato la loro fiducia e l’attaccamento al nostro Partito, alla nostra Armata ed al nostro \Paese nell’anniversario della costituzione della Repubblica, come pure in occasione del Capodanno. 11 1950 è stato un anno in cui gli abitanti di questo territorio hanno conseguito indiscutìbili successi. L’amministrazione militare è lieta di constatare che nel corso dii tale anno molto si è fatto nel campo dell’economia, della cultura ed, in genere, in ciò che si riferisce all’elevazione del livello di vital della popolazione del Circondario. Rappresenta pure un motivo di soddisfazione il fatto che durante Tanno scorso la partecipazione dei popolo alla realizzazione dei compiti è stata totale, superando, in molti casi, i risultati conseguiti la percentuale prestabilita. Un esame generale di quanto è stato fatto dimostra ii rilevante aiuto materiale che il nostro paese, la Jugoslavia, ha offerto a questa zona. Infatti non vi è città o villaggio dove non sia stato costruito qualche cosa di nuovo. Sono state erette nuove scuole, nuove case cooperativistiche, è stata attuata la bonifica della Valle del Quieto, della Dragogna e del Risano ed in molte cittadine sono stati eseguiti, su vasta scala, lavori di canalizzazione, di conduttura dell’acqua, molti villaggi hanno ottenuto l’illuminazione elettrica. Si tratta di opere costruite con le braccia dei lavoratori di questo Circondario, secondo un piano, pacificamente, e senza scosse. Mentre qui da noi si lavora in piena tranquillità, altrove molto tempo prezioso è andato perduto causa la paura della guerra. Come non chiederci le ragioni di questa tranquillità, di questo slancio lavorativo? La risposta è chiara: Primo, la popolazione si amministra da se ed ha il proprio Potere Popolare; secondo, la fratellanza fra gli sloveni, croati ed italiani poggia su basi granitiche ed offre le garanzie per una solidale cooperazione di tutta la popolazione di questo territorio per l’esecuzione dei compiti prestabiliti. Ma il fattore di primaria importanza è la consapevolezza dej lavoratori di questa zona che, dietro loro, è il nostro Paese, sempre pronto ad offrire il suo disinteressato aiuto a questo Territorio. Di ciò abbiamo prova nell’aumentato slancio lavorativo, Dell’elevata produttività del lavoro e nella partecipazione in massa dei lavoratori alla esecuzione dei compiti che si pongono dinanzi al Potere Popolare. E’ in questo modo che gli abitanti dj questo territorio ricambiano, in parte, i fraterni aiuti ricevuti dal nostro Paese. Se nel nuovo anno gli sforzi del Potere Popolare saranno ancora più appoggiati dalla popolazione, possiamo già ora affermare, con sicurezza, che tutti I lavori previsti per quest’anno saranno senz’altro portati a termine, con il conseguente miglioramento del tenore di vita della popolazione lavoratrice. L’Amministrazione delTArmata Jugoslava è convinta che l’anno 1951 rappresenterà un nuovo passo in avanti di tutte ie attività progressive di questa zona. Di ciò sono garanzia il Potere Popolare e ie organizzazioni di massa, in specie il Partito Comunista e l’Unione Antifascista italo,slava, che non mancheranno di offrire il proprio aiuto disinteressato. L’Amministrazione militare, a sua volta, intende salvaguardare le conquiste della lotta di liberazione, spiegando una particolare cura per il rafforzamento del Potere Popolare, della fratellanza ed unità fra gli sloveni, italiani e croati. Come ha fatto finora, così anche per il futuro TAmministrazione militare intende dedicare tutti i suoi sforzi per appoggiare il Potere Popolare nell’esecuzione di tutti i compiti che si riferiscono allo sviluppo dell’economia, della cultura e della vita sociale in genere. 'JfeÄ idi : , w ÉrnBlSi I nostri pìccoli con i doni ricevuti Migliaia di occhioni sgranati dei più piccoli, sorpresa lieta per i più grandi, hanno accolto l’apparizione del corteo, aperto da uri carro, portante il trono sui quale siede ((Nonno Inverna». Segue un carro sul quale, animati meccanicamente, ballano quattro pola dei nanetti, uccellimi cinguet-strina di topolino. Questo carro atti-' ra tutta l’attenzione dei bambini, ma le sorprese non sono finite. Ecco apparire un camion portante la casupola dei nannetti, uccellini cinguettanti sul tetto, e, nella parte retrostante, pionieri isolani, rappresentanti «Biancaneve» e.d «i sette nani». L’uomo di neve, seduto sul suo trono bianco, mette un brivido di freddo fra tutti gli astanti. Chiude il corteo un carro portante alcuni abitatori dei boschi, dal coniglietto, al capriolo ecc. La sfilata si è conclusa in piazza Garibaldi, ove «Nonno Inverno» ha parlato brevemente ai presenti, indi si è aperta la fiera del bambino. Nel distretto di Buie La popolazione del distretto di Buie ha festeggiato quest’anno, in maniera solenne, il «Capodanno del Bambino», considerandolo ormai come una festa tradizionale. Tutti i cittadini hanno contribuito, anche col lavoro volontario alla riuscita della festa dei nostri bambini. Ingenti somme di denaro e rilevanti quantitativi di doni e generi .sono stati raccolti. All’ultimo momento si è lavorato sodo, per rimediare alla passività iniziale. A Buie, nella sala della Casa del Cooperatore, «Nonno Inverno» na distribuito i doni ai ' figli dei lavoratori della cittadina. Oltre 700 pacchi dono sono stati distribuiti. In conclusione alla distribuzione dei pacchi ha avuto luogo una rappresentazione culturale data dai pionieri della scuole italiane e croate. Sabato pomeriggio, nella sala Arri-goni ad Umago è stata pure effettuata la consegna dei doni. In mezzo alla sala figurava l’albero di Capodanno adorno di giocattoli. Attorno ad e.sso sciamavano i piccini. Conclusa la distribuzione, i piccoli si sono appressati all’albero e con le loro manine, tra trilli di gioia hanno raccolto tutti L giocattoli. In Piazza Libertà a Cittanova, Nonno Inverno ha distribuito i doni ai bambini della cittadina. Nel bosco allestito per l’occasione altre 200 bambini della cittadina hanno avuto ,il loro pacico. ginale, sóno chiari 1 motivi informatori della politica delle due maggiori potenze, fondata sugli stessi presupposti che al Cairo,, a Jalta ed a Potsdam presiedettero agli accordi intervenuti tra gli ex alleati, per la sud-divisione del mondo in sfere di interesse. Gli stessi avvenimenti dello scorso anno hanno dimostrato suffi-centemente la fragilità delTequilibrio che con quegli accordi si volle artificiosamente creare, al di fuori della volontà dei popoli, e contro i loro interessi immediati e futuri. La sessione delTONU, che si è chiusa solamente da poche settimane, per il sabotaiggio dell’Unione Sovietica e per lo sfruttamento della maggioranza da parte degli Stati Uniti per scopi particolari, non ha potuto risolvere, come era nelle aspettative dell’opinione pubblica internazionale, i gravi problemi dell’Estremo Oriente, cosi come insoluta è rimasta anche la questione del disarmo generale. Un risultato positivo è stato invece raggiunto nella determinazione di un sistema di sicurezza collettivo, che condanna. ed, esclude l’aggressione quale mezzo di soluzione delle divergenze tra paesi. Va sottolineato che contro la rei» .iva risoluzione hanno votato solamente 1 delegati sovietici e dei paesi satelliti, .mentre un notevole contributo è stato dato dalla delegazione jugoslava, con ia definizione sui doveri degli stati in caso d’aggressione. Fin qui la situazione che il nuovo anno riceve in eredità .dal vecchio 1950. Le prospettive che si aprono nel futuro deli-umanità sono indubbiamente molto gravi e preoccupanti, ma non per questo vanno perdute la fiducia e la speranza nel mantenimento della pace. Sarebbe un .gravissiomo errore se le prospettive di un’eventuale conflitto distogliessero i popoli dalla .lotta, dal foro pacifico lavoro e li gettassero in una atmosfera di psicosi prebellica. Questo tuttavia non esonera dal dovere di una, vigile e preparata attesa dello sviluppo degli avvenimenti. Lo stesso ministro degli esteri jugoslavo, Kardelj, parlando all’Assemblea popolare jugoslava ha detto: «Abbiamo molti motivi per nutrire forti spettanze che la pace sarà salva. Il motivo principale sta nel fatto che i popoli non desiderano la guerra. Tuttavia tali speranze non devono addormentarci e farci smobilitare. Al contrario dobbiamo rafforzare al massimo .la nostra capacità difensiva.» Renzo Franchi Le elezioni dell'U. G. Ä. a Capodistria Sano in pieno svolgimento le elezioni negli attivi dell’U. G. A. della città di Capodistria. Nei riguardi delTattivizzazione dell’organizzazione giovanile antifascista della cittadina, e considerato che oggi TU. G. A. svolge un ruolo di primaria importanza in tutta la vita sociale dei Circondario, le elezioni degli attivi dell’U. G. A. esulano, per la loro .importanza, dal campo della vita organizzativa-., interna dell’organizzazione stessa. Esse infatti rafforzeranno gli organismi dirigenti alla base, ponendoli di fronte alla responsabilità versa i giovani elettori e verso i compiti che la gioventù ha nell’edi-cazione socialista. Finora si sono tenute le elezioni nei seguenti attivi: Istra Benz-Gorivo, Acquedotti, Invalidi, Vino-Corrado, Jadran, Pecchiari-Giuliani, Cement, Adria, OMNIA, Fructus, Delanglade, Coop. Agricola, Taverna, Loggia, Latteria centrale, Posta-VUJA, C. P. Citt., C. P. D„ C. P. C., per l’Istria, Affari Interni, Giudizio, Pubblica accusa, Coop, di Consumo, Radiofonia, Banca d’Istria, Entro il 10 gennaio corr. si effettueranno le elezioni degli attivi nelle altre imprese ed istituzioni di Capodistria. Nel periodo fra il 15 ed il 20 corr. si terrà poi la conferenza cittadina, che concluderà l’attività elettorale dell’U. G. A. a Capodistria. Rimane però ancora il problema delTattivizzazione dell’U. G. A., in particolare fra la gioventù studentesca e fra gli strati di giovani che ancora non sono inclusi nella produzione. E’ questo un compito cui TU. G. A., in particolare, e l’UAIS in linea di principio, dovranno dedicare le massime cure ed il più grande impegno al fine di creare un fronte largo di tutti i giovani onesti ed antifascisti, che, realizzato nell’U. G. A. stessa, educhi e diriga i nostri gio-yani sulla via di un migliore avvenire per le giovani generazioni. DM ©BIH€©N©ARD© Per la cultura dei nostri lavoratori O- ITALIA Allo seopo di tutelare i diritti del popolo lavoratore e per migliorare il lavoro desìi organi del Potere popolare, già all’inizio dell* scorso anno, l'Assemblea Popolare Circondariale emanava il decreto «Sull’istituzione delle Commissioni Distrettuali di Controllo e degli organi di Ispezione Popolare». Tale decreto, venne salutato con entusiasmo dai lavoratori i quali, consci che con esso veniva legalizzata una delle aspirazioni delle larghe masse lavoratrici, attraverso le organizzazioni di massa e sindacali, elessero 101 gruppi di ispezione popolare nelle cittadine, nei paesi e nei collettivi di lacoro. Fra questi il gruppo di Unsa&o Ha svolto, indubbiamente, un ottimo lavoro, controllando tutti -i negozi, facendo osservare le norme igieniche negli stessi, accertando che dei quan-, illativi di generi alimentari e di -me-dicihaiì sono andati a rmle, causa l'incuria di certe persone e che nes-*uno si -curava di segnalare ciò agli organi -del Potere -popolare. L’ispezione popolare di Corte d’isola ha pure rilevato e risolto vari problemi interessanti la popolazione lavoratrice letale, come quelli del latte e della farina; essa controlla e colla-bora con il Comitato Popolare di Isola. L’attività degli altri, gruppi di ispettori popolari è risultata invece molto relativa e, nella generalità dei casi, nulla. Non si può dire che ciò dipenda dalla mancata eonoacenza, da parte dei neo eletti ispettori, dei loro compiti,, perchè nel corso delle riunioni preelettorali sia gli attivisti delle organizzazioni di massa, che quelli -sindacali hanno ben chiarito i compiti e le funzioni degli ispettori pop »lari. Per quali motivi, quindi, l’ispezione popolare non ha svolto maggiore attività? Numerosi ispettori popolari, specialmente quelli del distretto di Cape,distria, rispondono che: a) nessuno ha mai riunito il gruppo ed eletto il capogruppo, b) la Commissioni distrettuali di Controllo non hanno provveduto ad emettere le «tonferai« deil’avvenuta eiezione, c) le Commissioni Distrettuali dì Controllo non hanno evaso, con sollecitudine, le problematiche presentate dag i ispettori popolari ecc. eoe. Importante vittoria nel campo del lavoro ELETTO il CONSIGLIO OPER AIO all5Amministrazione Acquedotti e Bonifiche I migliori operai premiati per i loro meriti nell edificazione socialista ; : D’altronde, sia ]« organizzazioni di rndtea che quelle sindacali nulla, o quasi, fecero per dare vita all’iape-zione po-polare, ritenendo eh# il proprio compito si limitasse e riducesse unicamente alle elezioni. Da ciò chiaro emerge pertanto che, sia le filiali sindacali coma gli organi del Potere Popolare, non hanno attribuito là dovuta impr -tanza alla ispezione popolare, motivando con ciò, in gran parta, l’inattività di questa. Giovedì 28 -dicembre, nell’officina deli’Amministrazione Acquedotti e Bonifiche, adornata dal ritratto del eom-pag-no Tito, di bandiere, festoni sempreverde e scritte inneggianti al Consiglio Operaio, ai lavoratori d’assalto, alla fratellanza -italo-slava, si sono svolte le -elezioni per il Consiglio Operaio. : Abbiamo ritenuto doviroso accennare ih questi giorni al problema degli ispettori popolari affinchè còl nuovo anno -essi possano bene assolver« i loro compiti. I compiti dei gruppi di ispezione popolare nei collettivi di lavoro sono: Il controllo delle mens« e dei ristoranti, dei magazzini. e dei negozi di vendita, degli spacci cooperativistici, dei nidi d’infanzia funzionanti presso la Ditta o azienda. Controllare la distribuzione e l’uso delie tessere annonarie, rendere edotta la direzione sull’uso e risparmiò dei materiale, sulla qualità dei prodotti ecc. Perclić non si mantengono gli impegni? Molti sono i compagni residenti a Ga-podistria ohe per ia lavatura dei. propri indumenti devono ricorrere a persone private, se hanno la fortuna di trovarle, dove*do altrimenti provvedere da se stessi. Considerato un tanto, >la Delegazione Circondariale Affari Comunali approvava nel 1948, su -proposta della Delegazione Cittadina, ia costruzione in Caipodistria di una lavanderia i cui lavori -dovevano essere ultimati entro il febbraio 1950. Tale iniziativa veniva approvata anche dal Consiglio P. C'itt., e salutata con viva soddisfazione dalla cittadina» za. Ora siamo nel gennaio 1951 e certamente -non risulterà un compito -piacevole nè facile al Comitato Cittadino giustificare il perchè la lavanderia non sia pronta. Infatti, se è vero che difficoltà esistono, è altrettanto vero che ben poco si è fatto per superarle. I locali sono stati costruiti, ma per i serramenti nulla si è fatto. Non vale la scusante della mancanza dB divise estere per certi acquisti, quando l’impianto idrico ste-sso procede troppo a rilento. Nelle cittadine a paesi l’ispezione -popolare ha il compito di accertare come gli organi del Potete Popolare realizzano éd eseguiscano le direttive, i provvedimenti, ecc. emanati per migliorare le condizioni di vita della nostra popolazione lavoratrice. Di -lottare coinseguentemeate contro il burocratismo che ancora predomina nei nostri uffici, agendo decisamente contro le tendenze a procrastinare la risoluzione dei problemi che interessano • nostri lavoratori. Bi lottare, senza soste, contro cugini dissipazione ed altre forme di danneggiamento dei beni popolari. Di accogliere le proposte o -proteste per un miglior funzionamento, oppure per irregolarità commesse da funzionari non coscienti. In vista delle nuove elezioni per gli ispettori ipopolari, necessita, già ora, -procedere a tutti i preparativi occorrenti -per la bucina riuscita delle stesse. Tali preparativi richiedono l’appoggio -costamte degli organi del Potere Popolane e di tutte le organizzazioni di massa sindacali. Solamente con il lavoro concreto-, niell’interesse del nostro popolo, la nostra ispezione popolare potrà assolvere con successo il -ruolo ad essa affidato nel nostro Circondario. A quando la sistemazione di piazza Broli Fino a due anni fa esisteva in piazza Brollo un parco della rimembranza di quella guerra che ci ha fruttato 25 anni della più obbrobriosa, crudele ed opprimente tirannia. Fu in considerazione di questi nefasti ricordi che, nella gara bimestrale aprile-maggio 1949, due fra le migliori filiali sindacali, assumevano l’impegno di trasformare tale piazza, e, mentre i pittori e muratori abbellivano l’aspetto degli edifici prospicienti, i lavoratori volontari, eliminato il parco, davano forma, in mezao alla piazza, ad un giardino. Nel contempo l’Amm. Acquedotti costruiva nel centro una fontana. All’inizio del 1950 la Edilit procedeva alla asfaltatura dei rimanenti spiazzi, ultimando i propri lavori nel maggia Ciò dimostra che le organizzazioni'’, e le Imprese hanno assolto ì propri impegni coi dcwuto senso di responsabilità. Senso di responsabilità che, vice-versai, è mancato negli incaricati della Sistemazione definitiva del giardino con fiori ed altre piantine da giardinàggio. Da un anno e mezzo ad oggi, di tanto in tanto-, vediamo degli operai che estraggono -le erbe cattive. Ci è stato dichiarato dai ben informati che .le cause di questo ritardo risalivano prima la Centro Commerciala ed ora al -Servizio Agricolo Distrettuale che hanno rinviato di mese in mese, gli acquisti delle -piantine. Premesso quanto sopra, formuliamo una domanda: «A quando- la sistemazione dei giardino dì piazza Brolo?» G. M. DITTANO VA Giusta condanna - Qualche tempo fa è comparso din-; . namizi ài tribunale -popolare distrettuale tale Siega Antonio da Ca-podistria proprie!ario di una gelateria in via Sa-rrtorio. Lo Siega era accusato di sabotaggio economico, avemido egli, a -più riprese, praticato il cambio illegale di valuta in rapporto di -din 0,80 e di 1 dinaro -per una lira e eiò per*un importo complessivo di din 14.000, nonché di aver Contrabbandato a Trieste, per poi cambiare allo stesso prezzo, altri 260.000 dinari, arrecando così u-n danno notevole alla nostra economia ed ai nostro popolo lavoratore, teso nell’o-pera di edificazione -socialista. Dinnanzi ai giudici popolari l’imputato ha riconosciuto pienamente it fatto commesso, aidlducenido a sua discolpa scuse puerili. Il tribunale popolare tenuto conto dèi precedenti -dell’imputato e del fatto che lo stesso aveva ammesso la colpa, lo ha condannato alla pena della IÉ ? - restrizione della libertà uersonale per Già all’inizio delle operazioni, elettorali, decine e decine di operai, commentando l’importanza di un tale avvenimento, attendevano il proprio turno per dare il loro voto ai migliori lavoratori, che, per un anno, li rappresenteranno. Sul volto di ognuno poteva notarsi il legittimo orgoglio e la responsabilità cui erano chiamati, confermando ancora una volta — attraverso i successi ed i risultati raggiunti, nel campo della .-produzione — il loro- attaccamento al Potere Popolare e la volontà di contribuire -per una più rapida edificazione del socialismo, anche nel nostro circondario. Significativa la partecipazìo-ne di diversi operai, come Bergamasco Mario da Isola e Battaglia Fiorindo da Ancara-no, ed altri, che, pur essendo in ferie, hanno voluto essere vicini anche i-n questa giornata] ai compagni di -lavoro. Ultimate le votazioni, il direttore dell’Impresa ha proceduto alla premiazione in denaro di quei lavoratori che maggiormente si sono distinti nell’operosità, nel corso -delTanno. Tra questi primeggiavano il eomip. Fragia-co-mo Marco, capo della -Centrale di Risano (l’obiettivo più importante dell’Amministrazione) c-he, benché in località distante e senza operai specializzati, risolve sempre i propri problemi e la Centrale può essere addi-• tata quale modello per ordine, pulizia ed igiene, il camp. Paro-vel Erminio, lavoratore d'assalto, capo della squadra manutenzione e bonifiche, il quale risolve sempre da solo ì propri problemi-, certe vol-te anche molto importanti, superando le difficoltà con entusiasmo e volontà, aiutando pure le altre squadre a portare a termine i compiti affidati. Bisiak Pietro, lavoratore d’assalto, operaio instancabile, sempre presente a tutte le azioni di lavoro volontario, come pure nell’espletamento del proprio servizio. Battaglia Florinda, lavoratore d’assalto, manovale, il quale, con la -sua volontà ed iniziativa, ha contribuito allo sviluppo dei Cantiere Cementisti, avviandolo alla produzione di nuovi prodotti. Altri si sono contraddistinti, come Primosic e Cavalic, Favento, Don-zar, lavoratori dfassalto pure eesi. La commissione elettorale ha dato, quindi, lettura degli esiti delle elezioni, dai quali risulta che, a stragrande maggioranza, sono stati eletti i compagni -proposti -dall’o-rganizzazione sindacale, ex combattenti della Lotta di Liberazione, la-voratori d’assalto, operai più volte premiati ed elogiati per il loro attaccamento al lavoro ed al Potere Popolare. Quindi un compagno, a -nome del Consiglio Operaio neo eletto, ha rin- graziato i compagni di lavoro per la fiducia riposta, promettendo che il neo : eletto Consiglio prodigherà tutte le forze per una maggior produzione e per il miglioramento organizzativo interno, lanciando una sfida ai Consigli O-perai dell’ex Am-pelea, Adria e Naridone di Isola. Siamo certi ch-e questa iniziativa dei compagini degli acquedotti e bonifiche sarà di sprone ai lavoratori delle altre imprese ed il nostro giornale sarà ben lieto di informare i suoi lettori sui risultati, i successi e le difficoltà che si incontrano nella lotta per una più alta produttività. Inosservanze alla coop, acquisti e vendite di Vanganello VćAtkl... Uno fra i problemi delle cooperative di acquisti e vendite è quello della disponibilità immediata di (Jenaro liquido e ciò per po-te-r effettuare i pagamenti dei generi e delle merci aU’atto degli acquisti. La grande maggioranza diei produttori che cedono le loro merci alle cooperative, non possiedono -capitali di riserva ed attendono perciò il pagamento di quelle merci per fronteggiare col ricavato i loro fabbisogni. Dato poi che neppure le cooperative abbondano di fondi, dai quali attingere per i pagamenti, n-e deriva la necessità di utilizzare, nel più breve giro, le disponibilità di denaro realizzate con le vendite, dimodoochè, nei limiti del possibile, si raggiunga quasi una perequazio-ne fra gli introiti per le vendite e le spese per gli acquisiti. Ne-lTInte-nto di risolvere nel migliore dei modi questo problema, la Federazione delle cooperative ha impartito- tassative disposizioni alle cooperative affinchè ogni sera gli spacci di ogni singola cooperativa, dopo la chiusura-, effettuino il versamento degli incassi, realizzati nella giornata, al cassiere. Quanto l’osise-rvanza di tali disposizioni risulti di pratica utilità per il buon andamento economico — finanziario delle cooperative di acquisti e vendite, appare evidente ad o-gnuno- e così Tiranno compreso, nella loro generalità, le cooperative che si attengono alle stesse. Altrettanto non possiamo dire della cooperativa di acquisti e vendite di Vanga-n-ello li cui spaccio attende un mese e più per effettuare il versamento degli incassi giornalieri. Dal s-uo libro cassa risulta infatti che lo spaccio ha versato in data 9 agosto 1950 din. 75 mila; in data 30 sett. 1950 (cioè con l’intervallo di 52 giorni) din 156 mila e in data 6. XI. 1950 (con altro intervallo di 38) din 172 mila 660. Parallelamente al ritmo accelerato dei -nostro sviluppo economico, si eleva pure la cultura del nostro popolo lavoratore. Il Potere popolare ha dato il suo incondizionato appoggio acche la nostra popolazione possa sviluppare liberamente la sua cultura e contribuire co-sì, in misura an-cor maggiore, al risolvimento -dei problemi economici ed alTammi-nistrazione della co-sa pubblica. Decime e decine di scuole costruite in questo cinquennio ne sono la più ampia comprova. I-n centinaia di corsi di carattere generale e -professionale, migliaia di partecipanti hanno appreso le cognizioni basilari per lo sviluppo della loro cultura. E’ -precisamente in questo periodo dell’ anno, quando nelle campagne vengono sospesi i lavori agricoli, e nelle cittadine .i lavoratori amano rinchiudersi nelle proprie case e nei locali pubblici, che si dovrebbe fare il massimo sforzo per lo sviluppo della cultura. Qualcosa si è fatto già. Nelle cittadine l’università popolare desta un grande interesse -fra i lavoratori che vi accorrono numerosi. In ambedue i distretti vengono tenuti corsi di cultura generale e per analfabeti frequentati da centinaia e centinaia di -compagni. Così a Kmeti, S. Giovanni, S. Antonio, Šmarje, Borst, Hervoi, Padena e Porto-rose numerosi membri -delTUAIS frequentano regolarmente tali corsi. Abbiamo pure esem-pi luminosi di coscienza collettiva e -di senso altruistico, offertici a Ma-lio da un pioniere il quale insegna con successo a degli analfabeti adulti le prime nozioni della cultura. A Manza-no il compì Gu-njac sostituisce la maestra, che è oberata dal lavorò, nell’insegna-re al corso per analfabeti. Altri esempi si registrano un pò dovunque. Quest’azione però dovrà essere allargata. Ma, no-noista-nte tutto ciò che è stato fatto, il livello di cultura dei -nostri lavoratori della città e della campagna non è ancora alla’altezza desiderata. Deve essere quindi uno dei compiti precipui delle organizzazioni di base del’UAIS quello di dedicare una maggiore cura all’organizzazione di corsi per analfabeti e di perfezionamento, alla costituzione di circoli di lettura, di circoli -di studio, cicli di conferenze e così via. Ciò in rapporto alle particolari situazioni delle -basi. Una cura particolare dovranno dedicare all’elevamento culturale ed ideologico dei propri membri le filiali sindacali, affinchè ogni operaio acquisti la coscienza di essere membro attivo della collettività e conseguentemente si sviluppi l’auto disciplina spontanea che avrà come effetto la regolazione dei giusti rapporti verso il lavoro da -parte del produttore. Assolvendo questo campito realizzeremo un'altra tappa della -nostra, edificazione -socialista. o JUGOSLAVIA o ■O Avvenuto nel giorno di Natale .... l’Amministrazione Distrettuale Acquedotti -e Bonifiche di Capodistria non si decide a sistemare come si conviene la Via Gian Rinaldo Carli di Capodistria, che, per la verità, non fa onore alTa-mministrazione stessa? .... a Buie nella sala da pranzo dell’Albergo mancano gli attaccapanni? .... nel cortile dell’Albergo adiacente alla sala da pranzo, si trovano mucchi di immondizie ed altro materiale vario in vista di tutti i -commensali? Ira chiusa delia stagione peschereccia .... alle ore 10,30 del mattino in Calleg-aria a Ca-podistria sosta il carro-che raccoglie le immondizie per le case ciò che provoca un ingorgo al traffico dei passanti che vengono inol- Lo scorso anno la direzione della «Sardella» ha saputo impostare giustamente ii problema della pesca, e risolverlo nel miglior modo, grazie alla riorganizzazione del sistema della pesca e la fattiva collaborazione fra i pescatori e direzione. Con la loro volonterosità i pescatori hann-o oltrepassato il piano annuale della pesca delle sardelle dell’ll,9 %. Centinaia di quintali di sardelle sono state pescate, una parte hanno rifornito i mercati del nostro distretto, un’altra parte consegnata ai conservifici di U-mago, Isola e Ca-po-distria per la lavorazione, e il rimanente è stato esportato per ottenere in cambio articoli e materiali che noi non abbiamo. Nel 1946 la situazione della pesca era diversa da quella attuale. Allora il pescato veniva portato a Trieste, il guadagno gonfiava le tasche di qu-ei signori che se ne servivano per fare una politica contraria agli interessi dei lavoratori, mentre nella nostra zona gli stabilimenti era-no chiusi e gli operai disoccupati. Oggi i pescatori hanno -ben compreso il loro compito di incrementare la pesca per aumentare la produzione dei nostri conservifici. Fra breve i pescatori inizieranno la nuova pesca invernale, a strascico (chiocce) Si impegneranno con] la volontà dimostrata nella pasca delle sardelle e il ricavato sarà di certo soddisfacente. Nel pia-no annuale il miglior equipaggio è risultato quello della RIBA N. 2 che ha oltrepassato il piano del 54 %. Anche le altre barche hanno superato il piano. Tutti i pescatori delle quattro barche sono soddisfatti del pescato e del contratto con la «Sardella« perchè, oltre -disporre di una buona attrezzatura dei pescherecci, -sono assicurati come tutti gli altri lavoratori, , e. i-n . caso di malattia,_ j £epudta fmdtMa j La produzione delle frutta è sempre stata considerata co-me la più economica e facile. Sebbene certi agricoltori la ritengono troppo facile, essa in ogni caso è la più economica. Un tempo le frutta erano uno dei rami principali dell’attività economica -del nostro- circondario, soipratutto del distretto -di Ca-podistria, quando se ne esportavano molti vagoni. Anche oggi vengono esportate in grandi quantità. Le pesche di Capodistria erano pregiate sui mercati di Lubiana, Graz* Vienna, Praga, Budapest e su altri. Le prime ciliegie istriane, che inondavano quei mercati, portavano anche l’an-nun-cio della primavera in quelle città. Lo stesso dicasi delle altre frutta nostre che davano l’impronta stagionale, a seconda della maturazione delle vari-e qualità. La coltura degli alberi da frutta è molto importante per la nostra economia, ma sapratutto interessano il modo di coltivarli, la scelta delle varietà che meglio si addicono alla nostra zona ed i diversi usi. Le cure dedicate alla frutticoltura sono sempre vantaggiose e redditizie. La frutticoltura si rende vantaggiosa già coi primi fiori dai quali le api traggono il nettare che poi si trasforma -nel miel-e i cui pregi nutritivi e medicinali sono a tutti noti. Le frutta mature sono il migliore e più s'aino alimento, sia per i ragazzi che p-er gli adulti. Quando le frutta so-no giunte a maturazione, allora il -coltiv, itore esperto ed accorto procede allji_ Ioro_cctj-_ N-elle tradizioni cristiane il giorno di Natale dovrebbe -essere dedicato all’amore verso il prossimo. Questa tradizione -che si trascina da secoli resta però una -parola astratta che mai è stata* messa ii pratica. Del resto tante altre belle frasi vengano dette e ripetute proprio da coloro che si arrogano il diritto di essere i depositari dell’amore e della -carità verso butti gli esseri umani. Sono le frasi a cui nessuno crede più, po-ichè la realtà è ben diversa i-n quei paesi ove si svol-ge la lotta per la vita, ove il più forte sopraffa -il più -debole, ove la sete di guadagno ha distrutto la -moralità. Proprio nella «Citta Eterna», qualche giorno prima delle feste natalizie, la popolazione è rimasta inorridita da un avvenimento- che riconferma come il Governo -clerical-fascista è in tutt’altre facende affacendato e non g-ià nel porgere aiuto a chi soffre e m-uore di fame. All’alba del 22 dicembre nella borgata Tormara-ncio, alla periferia di Roma, -due bambine sono morte assiderate. Davanti ad una baracca di legno. sconnessa, una piccola folla sostava, sotto una fitta e gelida pioggia. Dentro uno spettacolo di squallo^ re. Una madre con il viso pieno di lacrime, attorniata da una nidiata di bambini, laceri e scarmigliati, guardava per l’ultima volta la sua ultima nata, Vincenzina di 21 giorni, trovata ass,derata nella sua culla. L’altra bambina, Giuseppina Gian-duglio, di mesi 6, dormiva con i genitori in una casa in mattoni i cui muri erano impregnati da secolare u- midità. Anche questa è morta, uccisa da quella società ch-e si proclama democratica, cristiana, caritatevole, tee. Questo è avvenuto in Roma sede delia cristianità, in quella Roma ove il Vaticano durante l’Anno Santo, testé, trascorse, ha incassato, -succhiandoli dalle migliaia di pellegrini, centinaia e centinaia di milioni. Lotta per il lavoro Ci scrivono i lettori Non riteniamo di dover spender parole per dimostrare il danno economico derivante alla cooperativa col trattenere, in tal mo-go, i-1 denaro morto. Purtroppo la cooperativa in argomento si contraddistingue anche per altri motivi non certamente lodevoli. Prova ne sia cl-e il s-uo consiglio d’amimiinistrazi-one mai sii è riunito in assemblea da quando è stato eletto e cioè dal 10 settembre u. s. nel mentre, in base allo statuto, dovrebbe riunirsi ogni quindici giorni. Nu-lla quindi da meravigliarsi se il presidente ed il gerente della cooperativa acquisti di Vanganello risultino assenti quando, co-n preavviso, la-commissione di revisione e di controllo effettua un sopral-uogo. come recentemente è avvenuto. Tali,- inosservanze ed un simile comportamento non possano che pregiudicare i-1 buon f-u-nzionamento della cooperativa, con danni per la -suca economia e -di ciò devono rendersi conto per primi i -responsabili cui risalgono le .cause. tre ricoperti di polvere e da rifiuti? iiiimiiiiiinmiiiiiiiiimiiiiiiiimiimiiiiiiMiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiuiiiiiiiMmiiiiiiiimiiiitiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiMiiiiiiiimiiiiiMm iiiiiiiiiiiiiiiiininji miiiiiiiiiiiiiiimiii ............................................................................. usi industriali. Anche le frutta scarte possono utilizzarsi co-n vantaggio poiché servono d’alimentazione per i suini. Alcune piante da frutta, come il ciliegio, il noce, il castagno ecc. danno ottimo e pregiato legname da ope- i%. Dove esiste abbondanza di frutta, c’è salute e benessere. Considerato il reddito, i vantaggi e benefici che si ottengono con la frutticoltura e tenuto conto che il nostro territorio per le sue caratteristiche, soprattuto climatiche, è particolarmente indicato per la frutticoltura, i-n specie delle varietà prima-ticcie, appare evidente l’i-ntereSse che la coltivazione delle piante da frutto sia curata e sviluppata quanto più possibile. Tutte le cooperative di produzione agricole ed ogni singolo agricoltore dei nastro circondario dovrebbero perciò, nell’interesse proprio e della collettività, utilizzare tutti i tratti di terreno, a-ll’uopo disponibili, per piantare alberi da frutta. Da noi, lungo ogni strada principale e secondaria ed ai margini di ogni appezzamento di terreno coltivato, dovrebbero spargere la loro ombra gli alberi da frutta, sostituendo gli altri improduttivi. L’obiezione che la raccolta delle frutta di tali alberi possa essere effettuata dai non aventi diritto, o comunque sottratta, non vale poiché l’esperienza ed i fatti dimostrano che, nelle località in cui le piante da frutta sono generalizzate dovunque, nessuna approfitta Spiacenti che lo spazio no-n consenta per tutta, pubblichiamo i seguenti passi più salienti della interessante lettera -pervenutaci dal comp. Urbac Herman. «Sono nato in un freddo inverno fra quattro squallide mura dove tutto mancava, anche il pane. — Mio padre doveva percorrere a piedi 15 Km. di strada pe-r recarsi al' lavoro giornaliero, da cui venne poi scacciato perchè rifiutò di iscriversi al fascio. Nel 1937, non potendo altrimenti sfamare se e la famiglia, dovette iscriversi alle organizzazioni della tirannia e venne spedito -nella lontana Africa per sottrarre il pane ad altri del posto che pure difettavano. Rimasi così con la mamma e quattro fratelli, tre più piccoli ed uno nato -due anni prima di -me. Avevo 7 anni e -tutti soffrivamo ia fame, nessuno ci aiutava. Mio padre ritornò do-po un ànno dall’Africa e la vita in famiglia peggiorò poiché egli, amareggiato e disgustato, trascurò la ma-mima e noi suoi figli. — La mamma, resa triste e sconfortata dalla miseria, ammalò, finendo in un sanatorio, inguarìbile. Il più grandicello dei fratelli venne preso da una zia e noi ricoverati in una casa di povertà. Ma poiché mio padre rifiutava il pagamento della modesta spesa ed il fascismo si disinteressava degli organi e della infanzia abbandonata, venni dimesso. Rientrato in casa, trovai una donna a me sconosciuta e a soli dodici anni, soffrendo la mancanza della mamma, cercai lavoro per guadagnarmi il pane. Per due anni, dal 1942 al 44, fui schiavo dei kulak, cominciando a comprendere che còsa significasse lo sfruttamento e a chi risalisse la causa della mia vita disgraziata al pari di tanti altri. Con l’odio contro il fascismo ed insofferente della schiavità, a soli 14 anni presi il fucile, passando nelle formazioni partigiane. -Dopo la liberazione, il Potere popolare mi offarse ogni possibilità educativa e di lavoro. Non po-sso comprendere come oggi, dopo quanto è successo e contrariamente ad ogni principio etnico ed economico, ci sia della gente che parla di diritto dell’Italia alla Dalmazia ed all’Istria. Vorrei chiedere a tutte le mamme della nostra zona se i loro figli devono attendere che il pastore porti il mangiare al cane per dividere con lui la polenta vecchia di tre giorni per sfamarsi come ero -costretto fare io. Non dobbiamo dimenticare mai il passato e se è qualcuno che si lamenta e protesta, bisogna ricordargli i bei tempi, sotto l’Italia, quando i capi famiglia non avevano Una lira in tasca per comperare u-n pacchetto di sigarette ed attendevano l’uovo della gallina per comperare 5 sigarette in luogo di un pacchetto di 10. Il Polesine terra di miseria dove nei «casoni», marciscono da generazioni migliaia e migliaia di italiani è in fermento. La fame, la malaria infieriscono su quelle povere popolazioni assecondando per rendere la vita ancor più insopportabile l’opera della Celere che selvaggiamente carica qu-ei lavoratori che occupano terreni incoiti per farli produrre il pane per le loro famiglie. Non passa settimana che la Polizia, nel suo feroce tentativo, di repressione non esegua qualche rastrellamento indiscriminato, come è successo una decina di giorni fa a Contarina arrestando sulle piazze e nelle vie uomini e donne. La -lotta^ per il pane ed il lavoro prosegue nel Polesine e nelle altre zone del Delta Padano. La più elementari leggi umane veagono calpestate dagli sbirri di De Gasperi. Uomini e donne nel fango e sotto la pioggia invernale eseguono quei lavori che daranno la vita ai loro figli, eseguono quei lavori che il Governo non vuole s-iano ultimati poiché ai clero-fascisti non interessa il benessere del popolo ma il riarmo per assecondare i disegni delTimperialismo. Ih Ossistenza sociale Nel campo della cultura L’attuale assicurazione sociale degli operai in Jugoslavia, -dimostra pienamente la cura dei-io stato verso i lavoratori e le loro famiglie, e al 1949 infatti lo stato si è assunto la cura e la tutela sanitaria- e sociale degli operai, impiegati, pensionati e loro famiglie. I lavoratori -della Jugoslavia non pagano contributo per l’assicurazione sociale. In -caso di malattia o di inabilità al lavoro, lo stato assicura all’operaio uq tenore di vita simile a quelo che aveva quando lavorava. Gli operai che, per -l’impegno dimostrato al lavoro-, hanno ottenuto la qualifica di lavoratore d’assalto, percepiscono in tal caso (invalidità o malattia) il io, opputfe il 20 % in piu del salario. il compositore jugoslavo Vlastimir Pericic ha ottenuto uno dei quattro premi al concorsp internazionale di musica che ha avuto luogo a Vercelli. Egli ha composto alcune suonate e variazioni per pianoforte; attualmente stà completando una composizione per orchestra. All’Università di Sara-ievo, è stata aperta una nuova facoltà, la quinta dell’istituto superiore, cioè la facoltà di veterinaria. Questa facoltà ha una grande importanza, date la -caratteristiche della RP della Bosnia Erzegovina, per lo sviluppo dèll’allevamentò del bestiame. Nello scorso mese di novembre è stata a-perta anche la facoltà di filosofia. Contro l’analfabetismo Ai lavoratori della RPFJ è pure assicurata la pensione di invalidità e vecchiaia e famigliare. Per il godimento di questi diritti si prende i-n considerazione il periodo trascorso nel lavoro, indipendentemente dal fatto se l’operaio era prima assicurato o -no. Le pensioni dei lavoratori Jugoslavi ammontano a regolari stipendi con assegni permanenti. Hanno diritto alia pensione i lavoratori che hanno 35 anni di servizio attivo, mentre -per le donne i termini sono ridotti di 5 anni. Se l’operaio a causa di infortunio sul lavoro, rimane inabile, gli spetta la pensione di invalido nella misura del suo stipendio regolare, indipendentemente dal periodo di lavoro prestato. Di tali conquiste del lavoro non godono però in pieno gli operai del-l’URSS nè quelli -delle democrazie popolari. Nell’Unione Sovietica la pensione massima è inferiore allo stipendio regolare, percepito durante il lavoro dell’operaio. In Cecoslovacchia la -pensione -non può essere superiore dell’85 % del salario medio. Nella Polonia, Ungheria e Bulgaria gli assicurati pagano tutt’ora i contributi sociali. Nella R. P. della Bosnia Erzegovina, all’epoca della liberazione il 50 % della popolapione risultava analfabeta. Il potere po-polare ha ingaggiato una serrata lotta per combattere questa piaga. Sono state a-perte e costruite centinaia di scuole, indetti corsi ecc. Attualmente funziòna-no 1.400 scuole. Altre 200 sono in costruzione, mentre 89 sono state completate, nello scorso anno. Queste scuole potranno accogliere 15.000 alunni. A cfBést’o-pera hanno contribuito in modo notevole i membri del Fronte popolare che hanno lavorato d’assalto, compiendo un lavoro valutato a oltre 25,000.000 di dinari. La percentuale dell’analfabetismo è stata ridotta ai -minimi termini nella Bosnia. Nella R. P. Macedone, a sua vo-lta, esistevano d-oipo la guerra circa 300 mila analfabeti. Durante questi cinque anni di lavoro di edificazione socialista hanno appreso a leggere ed a scrivere oltre 200.000 macedoni e skipetari. Giovoni scrittori premiati LA CURA PER L’INFANZIA A Belgrado circa 30.000 bambini fruiscono giornalmente dei ristoranti per l’infanzia nei quali i bambini, sino ai 14 anni di età, ricevono a prezzi bassissimi, vari alimenti. A Belgrado sono aperti finora 46 di questi ristoranti, che si trovano in vicinanza alle scuole, nei parchi, nei giordini d’infanzia ecc. Il concorso letterario, organizzato dall’Unione degli italiani dell’Istria e di Fiume, ha avuto la sua conclusione. Sono stati premiati vari scrittori italiani che vi hanno partecipato. Sergio T-urconi e Lucifero Martini sono stati premiati con 10.000 din. per l’opera teatrale «Questa nostra terra» nella quale si descrive un episodio -della lotta per la trasformazione socialista della campagna nell’Istria. Lucifero Martini è stato altresì premiato per la poesia «Impressioni», tratta -da motivi della vita del porto di Fiume. Altri scrittori sono stati premiati e precisamente: Otello Soiati Giacomo Scotti e Salvatore Cristaudo. PREZZI ELASTICISSIMI Da parte mia li ricordo bene, perchè, da piccolo, gli zii mi mandavano appunto a comperare le 5 -sigarette con l’uovo.» •* Urbac Herman Non riteniamo di dover aggiungere A ciascuno- secando, it mo- tavolo" La classifica professionale degli operai secondo le loro capacità di specializzazione La Jugoslavia è il primo paese al mondo che abbia adottato questo principio marxista nelle retribuzioni dei lavoratori Quattro mesi sono trascorsi datì che il Parlamento Jugoslavo ha dis-i cusso in merito alla nuova legge per effetto della quale la direzione delle. imprese in Jugoslavia passa nella mani dei produttori diretti. Il maresciallo Tito, aprendo le pagine del suo espostoi, tra il silenzio solenne ohe regnava nella grande sala dei Parlamento, ha chiarito l’essenza della nuova legge e nel contempo ha aperto le nuove pagine della storia e della vita della classe operaia jugoslava. Dal momento che i lavoratori jugoslavi ebbero in mano la direzione delle imprese nelle quali davano la loro opera, nelle officine, nelle miniere, nelle imprese forestali e nelle economie dello stato cominciò un’azione importante che non può essere separata dal sistema j|i direzione del l’ec on ami a da parte dei lavoratori:- la classificazione professionale degli operai secondo le loro -capacità professionali. In cosa consiste l’importanza di tale azione? Con il regolamento dell’istruzione nel mestiere e nella professione degli operai, in Jugoslavia si è introdotto e sviluppato scientificamente il sistema dei rami di specialità professionali. Il posto nella produzione che viene dato ad ogni operaio è fissato secondo il grado della sua capacità professionale. Questo è un fattore importante per li miglioramento di ogni operaio, un fo-rte stimolo affinchè ogni individuo sviluppi le sue capacità creatrici e perfezioni le sue capa-cità professionali. Aiuto manovale, manovale, operaio, specialista, artigiano, ecc. sono i gradi di classificazione che riceverà ogni operaio secondo la sua capacità. Gli organi dello stato decidono delle professioni e rami diversi. Gli operai senza capa-cità professionale che eseguono lavori manuali sono classificati quali semplici operai. Il sistema dei salari, che sarà adottato dopo la classificazione, sarà basato sulla capacità professionale dell’operaio. Appunto per questo, tale classificazione ha una grande importanza per la futura applicazione e sviluppo del principio socialista «a ciascuno secondo il suo la-vo-ro». Questo principio esiste anche oggi ed offre la base per il computo dei salari. Gli operai sono divisi in qualificati, semiqualificati e non qualificati. Tale ristretta classificazione è risultata però un frenò allo sviluppo e specializzazione degli operài. Vogliamo dare un esempio: I-n una miniera u-ri bravo minatore rifiuta di svolgere le funzioni di sorvegliante, che d’altronde corrispondono alle sue -capacità professionali- e dove egli può essere -molto più utile all’impresa che non come semplice minatore. -Ciò avviene .per la'semplice ragione che anche se il s-uo salario come sorvegliante è superiore a, quel-, lo -dii semplice minatore, la nuova funzione non gli dà la possibilità di sorpassare le -norme -di godere i -corrispondenti benefici finanziari. Se a questo poi sì aggiunge -che le direzioni di certe imprese per assumere nuovi operai offrono salari maggiorati o maggiorano i salari per trattenere chi desidera andarsene, derivava che la capacità -professionale individuale, rap-plicazione sul lavoro -de-fili operai ecc. vensono messe ‘in se-condo -piano con le conseguenze immaginabili dato che l'attuale sistema dì classificazione è incompleto. Il nuovo regolamento estirperà totalmente tutte queste deficenze. Il salario più elevato sarà regolato alla superiore capacità. L'operaio non sarà più disinteressato inel raggiungere una superiore capa-cità e si perfezionerà per il completamento della sua capacità professionale. Il regolamento delia ciassifica-zione degli operai e dèlia loro istruzione professionale, avrà come logica conseguenza la creazióne di un operàio con un’alto livello .-.professionale, un operaio istruito al -quale l^.s^ato fa-‘cilita lo sviluppo e l’istruzione e che da questo viene rimunerato secondo il suo contributo alla comunità. Si può senz’altro dichiarare che sino ad oggi nel mondo non si trova una legge uguale, basata su un tale giusto principio. E’ noto che lo sviluppo dell’industria capitalista e -nel medesinf-o tempo il processo- di «liberazione» dell’operaio dalla specializzazione, è il processo della sua trasformà-zione in una semplice leva di una immune paesi suoi satelliti viene applicato questo concetto marxista, giacche il salario del produttore viene stabilito divèrsamente. Nell’URSS ’la società si divide sempre più in operai salariati da una parte ed in, casta privilegiata, senza scrupoli, di capitalisti di uno Stato burocratico 'dall’altra». OvTbjilas) Questa casta, senza alcun controllo e senza alcuna misura-, dispone dell’eccedenza del lavoro della classe operaia. Non si fa neppure il minimo accenno ai Consigli O-perai ad ai Comitati dirigenti e, m-e-n che meno, alla partecipazione degli o-perai, sotto una forma qualsiasi, nella ripartizione dei prodotti dei lavoro. E’ alla luce di questi fatti che bisogna esaminare l’essenza ed il significato -dell’attuale classificazione degli operai jugoslavi, in quanto questa contribuirà affinché in Jugoslavia venga applicato ancor più giustamente il principo di retribuzione secondo il proprio làvoro. ..T» - ;.o’ v; Un gruppo di studenti indocinesi a Zagabria * ■ ’ ll.COltfcÄHIb'O LE MMTE fòÉI ä ZämIIM * c u 'on sè hanno portato al moni in messaggio di pace e fratellam io sa * 24 EDIFICI DI PIETRA E MATTONI SONO SORTI DALlO SFORZO COMUNE DELLA GIOVENTÙ JUGOSLAVA E DEGLI ALTRI PAESI * macchina. In queste condizioni non solamente^ l’operaio noti sviluppa la sua capa-cità professionàta' ma, questa . diventa superflua. Attualmente neppure certi paesi, i quali sostengono, che i '.tiro lavoratori ricevono un trattamento economico secando- i basilari principi' socialisti, reàlizza-no il sistema di rimunerazione «a ciascuno secondo- il suo lavoro»). Si può dichiarare che neanche nell’URSS e nei Con la morte di FRANCESCO CILE A è scomparsa l'ultima figura ottocentesca del mondo musicale operistico Con la morte di Francesco Cilea, avvenuta il 20 novembre dello scorso anno, è scomparsa l’ultima figura ottocentesca del mondo musicale operistico, che, assieme a Botto, Leoncavallo, Mascagni e Puccini, furono, dopo la morte del cigno di Bus-seto (gennaio 1901), gli esaltatori dei valori musicali dell’Italia. Il maestro Francesco Cilea era na- suc-cesso. In questa opera l’espressione musicale è sempre nobile, spesso fortemente sentita e aderente alle parole, .se non all’interna vita spirituale dei personaggi. Àjl’«Ad-riana» tenne dietro l’opera «Gloria», su libretto del Colautti e rappresentata per la prima volta alla Scala di Milano, la sera del 15 aprile 1907, ma sia dal pubblico come dalla critica non ottenne grande favore. Della musica di Cilea, si può dire che lo spirito rimanga sotto l’influenza della scuola, mentre la forma aderisce al crepuscolare decadentismo die ha imperato nell’ultimo ottocento italiano e francese. , In questi primi giorni del 1951, fra i tanti ricordi dell’anno scorso, è rimasto -partic-olanmente impresso nella mia mente: quello della visita a Zagabria dove, col settembre, il piano delle costruzioni della Città Universitaria a Dubrava, nei pressi della grande e beila città, era stato realizzato al 100 %. Ventiquattro edifici in pietra e mattini erano sorti dallo- sforzo comune dei giovani della Jugoslavia e delle brigate straniere, giunte dalle varie parti del mondo. Con queste opere la storia ha registrato, um messaggio di pace e di fratellanza, nel mentre lo sviluppo della cultura ha ricevuto un grande contributo. Ricordo co-n gioia il festival finale al quale ho assistito e che chiudeva la campagna estiva dei lavori, festival al quale partecipavano tutte le brigate. Nella notte alta attorno ai grandi falò, tutti danzavamo emozionanti «kolo» è partirono frettolosi e commossi nella pioggia che cadeva lenta sul campo. Le baracche ohe ospitarono- a Pionirski grad le brigate straniere sono rimaste certamente con i segni della loro presenza. Cosi la brigata francese «Sparta-cus» dipinse sulla facciata esterna del fabbricato-, ad es.sa assegnato, un’allegoria decorativa, raffigurante tutte le facoltà universitarie, legarti ed i mestieri esercitati dai membri della brigata stessa. Altre decorazioni m-urali eseguite dalle altre brigate rappresentano fantasie moderne, elaborazioni simboliche e scene di lavoro. Rievocando ora quei ricordi, reputo op-portuno aggiungere qualche cenno relativo alla varie brigate, dopo aver a suo tempo parlato dì quelle francesi. La brigata inglese, che si distinse subito per la pubblicazione del giornale murale umoristico «The Daily Shirker», nel quale frustava col solito mordace Humor britannico la ridicola campagna com-i-nformista, annoverò tra le sue file lo studente in medicina Joe Zi-Hiatus, figlio del noto scrittore e uomo politico, -progressista, Kon-ny Zilliacu-s, valoroso combattente per la pace e per la verità sulla Jugoslavia. La brigata olandese, raggruppante giovani operai, studenti ed impiegati di Haag, Rotterdam e Antwerpen, fra cui 16 ragazze, ai dedicò assiduamente allo studio della storia della lotta popolare di liberazione in Jugoslavia. Aggregato alla brigata olandese un gruppo di studenti di G.iava e dell’Indonesia. Diversi giovani olandesi s-i sono trattenuti al lavoro oltre il termine previsto per studiare a fondo la situazione e conoscere i sistemi di lavoro e l’organizzazione -della Gioventù Popolare Jugoslava. Nella prima giornata di lavoro a Dubrava, la brigata norvegese conquistò la qualifica dii migliore brigata straniera. I norvegési svolsero un buon lavoro con i compagni jugoslavi per stringere amichevoli rapporti e stabilire scambi culturali. La bionda Ditte Hasling, si è fatta portavoce dell’ammirazione dei sudi connazio- nali per lo sforzo sostenuto dai popoli jugoslavi nella realizzazione del Piano-. Nel gruppo scandinavo erano rappresentate anche la Svezia e la Danimarca. La «Garcia Lorca», brigata di 16 ex-combattenti repubblicani spagnoli, esuli in Francia, è stata più volte elogiata. Un ex-ufficiale repubblicano ha temuto precisare che, come i compagni jugoslavi accorsero in difesa del popolo spagnolo, così -oggi essi sono venuti qui per aiutare i popoli jugo- “BARUFFE CIZZ011,, prossimo successo dei diamma itatiauo dei TieaUo dei Boleto di fiume Dopo il successo della commedia «La Dodicesima Notte» di Shakespeare, il -dramma italiano, sta preparandosi -per una nuova edizione goldoniana della brillante commedia «Baruffe chiozzotte» eie è attesa da tutta la minoranza italiana di. Fiume. «Baruffe chiozzotte» segnerà un’affluenza di pubblico superiore ad ogni altro lavorai sia pure di alto livello artistico, poiché per il nostro pubblico Goldoni resta e resterà il beniamino, il più atteso, il più ascoltato, il più applaudito, e sarà anche questa volta , la migliore interpretazione del dramma italiano, interpretazione superiore a qualsiasi altra. Questa, commedia del fecondo autore veneziano è stata sempre un avvenimento artistico indimenticabile, e Osvaldo Ramous ha dato sèmpre nei lavori goldoniani un saggio di regia che era un modello. Osvaldo Ramous pone la commedia goldoniana nella sua vera luce. Nel quadro suggestivo i dialoghi di Paro-n Fortunato, di Lu-cietta, di donna Pasqua, di donna Libera, di Orsetta, di Checca, di Agonia, di Titta Nane e di To-ffolo, sino al venditore di zucca barucca, hanno un rilievo scintillante. Il difficile consiste, co-me ebbe una volta a scrivere Eligio Possenti, riferendosi al Goldoni, nell’avvertire la musica di diversi dialoghi e per questo bisogna possedere una particolare e rara sensibilità. Ogni autore ha la sua. Quella di Goldoni è tutta squittii e cinguettìi, ora calda, a volte allegra, mossa, andante, -piano, forte, fortissimo-. Mettere in scena una copi-media di Gol-doni,, è co-me -dirigere un’orchestra nella quale i suoni, invece che dagli strumenti, sono dati dagli accenti delle parole e dalla sonorità delle vocali. All’arte del commediografo deve corrispondere un’arte pari da parte del regista. Molti critici italiani affermano che la regia moderna -tenta a- trasformare Goldoni in una panjjomina o in balletto, confessando con -ciò di non capire la vera essenza del Gol-doini, slavi ad edificare il socialismo . nel loro- paese. I brigatierii Josè Barritot di Levider e Simon Augustin di Ta-ragoma sono stati proclamati lavoratori d’assalto. L’enco-miaibile brigata austriaca, -sempre occupatissima nei ritagli di tempo libero, dimostrò un interesse speciale per il sistema universitario jugoslavo-. In pàrtico-lare, lo studente in veterinaria Walter Sc-houmann e sua sorella Erika, si sono incaricati di presentare una relazione in merito ai loro compagni di studio, al ritorno in Austria. I giovani e le ragazze che varcarono l’Atlantico per portare ai coetanei jugoslavi il contributo fattivo dei democratici statunitensi e la solidarietà dell’«altra America», si sono dichiarati soddisfatti dei risultati pratici constatati durante il loro sog- nesi, il cui complicato nome ci sfugge, dichiarò che i popoli coloniali non possono rimanere insensibili di fronte a ciò che accade in Jugoslavia, sia nella lotta per l’edificazione socialista che i-n quelle per la parità dei diritti fra -i popoli. «Per questo, — ha precisato il vivace giavanese — perchè sentiamo T, importanza della vostra, battaglia, siamo venuti qui al vostro fianco.» I quarantun -studenti vietnamiti che tanto fecero parlare di se a Dubrava e Pionirski grad per la loro vitalità (Continua in IV pagina) Rappresentazioni del Capodanno del Bambino I brigadieri ai lavoro giorno nella R. P. F. J. Anche dalla Martinica e dalle isole Trinidad, un gruppo di lavoratori negri ha voluto porgere un aiuto appassionato alla gioventù jugoslava nella- costruzione della Città Universitaria. Come già accennato, assieme alle brigate olandese, inglese e francese vennero i-nclusi gruppi di studenti di G.iava, dellTn-doci-na e Indonesia, dei Vietnam, d-elTAfrica. del Nord- e del Senegai. Il più giovane degli studenti giava- Quest’anno il Patere Popolare ha voluto festeggiare la festa dedicata ai più piccoli figli del -popolo con una fioritura di belle iniziative, quali le manifestazioni culturali al Teatro Ristori, e con bei spettacoli, dedicati principalmente ai bambini, ma gustati anche dai grandi. Così venerdì e sabato si sono alternati i complessi del Circolo di' Cultura Italianfe e le Scuole Ottennali Italiane, con «La Bella Addormentata-», fiaba in due tempi di Lucia Seher, e Cenerentola, oltre al balletto -del maestro Kity. Dire che ambedue gli spettacoli abbiano avuto pieno successo è cosa superflua, perchè il piccolo pubblico accorso, stipando ogni ordine di posti, ha calorosamente applaudito i piccoli e i grandi attori. Una cosa però dobbiamo rimarcare e -necessariamente: la poca educazione riscontrata nei ragazzi che, sebbene accompagnati dai loro insegnanti, sono rimasti senza sorveglianza e freno alcuno, comportandosi in modo che certamente non si addice in un teatro che, volenti o nolenti, è palestra d-i elevamento culturale co-mie la scuola. Non possiamo supporre che certi abusi e scorrettezze vengano tollerate nelle scuole perchè, in tal caso, la cosa sarebbe veramente riprovevole. Confidiamo che in avvenire non si ripeta un tanto, basterà che l’insegnante sorvegli direttamente il proprio gruppo, per individuare il maleducato. Di quanto è successo non attribuiamo la colpa agli insegnanti, ma una maggior sorveglianza avrebbe certamente evitato il comportamento ineducato dei bambini. I maggiori compositori dell’ottocento wiiiiiiiiiuiiiniiiiiiiiiiiiiiimiiiiiiiiiiimimiimuiiiimulHiiimidHHiimmiiiiiiiHniiiiniiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiuiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiwiuuiiiimuiiiiHM iiiiiiiiiiiiiiiw^iiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiMiiiiiiiiiiiiinMiiii^AiiiiiiuiiittiiiifHiitfiiimiiiiiiiiiifHRfiiiiiiiiiiiiiiiiHiiiiiHiiiHiiiifnHiHiifiiiiiiiwiuiiiiiiHiiiiiiiiiiiiiiiiiHiimiiiiHiiiiHiiiiiiiiiiiHiiiiiiiiiiiinw il. to a Palmi, in provincia di Catanzaro, il 26 luglio 1886. Sin dall’infanzia dimostri inclinazione per la -musica. SLudić) al Conservatorio di San Pietro a Maiella (Napoli), avendo per maestri, il Cesi per il pianoforte ed il Serrao per la composizione. Già durante il suo alunnato aveva fatto eseguire, nei 1886, uin trio per violino, violoncello è -pianoforte e nel 1887 una «suite» per orchestra, premiata dail’àllòra Ministero della Pubblica Istruzione. Il 9 febbraio 1889, aveva esordito come compositore, rappresentando il melodramma idilliaco, in tre a-tti, «Gina», su un libretto del Gol-isciani, che, per la originalità della melodia, fu molto apprezzato. Diplomatosi in quel medesimo anno, nel 1890 iniziava una fortunata carriera didattica che lo conduceva alla cattedra d armonia e contrappunto all’Istituto musicale di Firenze dal . 1896 al 1904. Cilea passò alla direzione del Conservatorio di Palermo dal 1913 al 1916. indi quale direttore del Conservato-rio d-i Napoli, -carica che tenne per oltre vent’anni e cioè sino al 1936. Cilea ha svolto una fervida attività di compositore, da una pregevole sonata per violoncello e pianoforte, all’opera «Tilde», su libretto dello Za-nardini, rappresentata con buon successo nel 1892 a Firenze e poi a Vienna-. Nel 1897 il pubblico di Milano accolse con scarso favore l’opera «l’Ar-lesiana», su libretto del Marenco, tanto che dovette poi, in un secondo tempo, essere modificata. L’opera che rese celebre il nome di Cilea, fu indubbiamente «Adriana Lecouvrer», commedia drammatica di Scribe e Legou-vè, ridotta in quattro Sulla terrazza dell’albergo »Neboder» i compagni greci, a mia richiesi a, raccontano episodi della loro o-dissea. Trenta di assi, compresa una donna, sono stati partigiani. Altri nove, giovanissimi, hanno -trovato rifugio nella Jugoslavia già nel 1948, ed allora erano ancora dei ragazzi. In seguito , solgo...stati.. educati e curati nelle Case del Bambino della gro.ee Rossa Jugoslava. Il comandante della brigata, Avra-midis, riprende il discorso: «Noi combattenti greci sappiamo l’aiuto ricevuto dai popoli jugoslavi. E fino a quando il Partito comunista greco era diretto da Markos non si parlava di tradimento jugoslavo. Solo nel 1949 i nuovi -diri-geriti del, P.C. greco,, dopo . aver portato il nostro movimento alia rdvinar' cominciarono ad accusare il popolo jugoslavo, facendo eco alle calùnnie del Comin-fem » Gli,-avvenimenti dell’estate — autunno. 1949 sono caratterizzati dalla sempre, più accanita campagna calunniosa dì Zahariades cotltro la Jugoslavia. Mentre i feriti ied i profughi greci trovavano accotglienza nel territorio jugoslavo, ed ) monarcofa-scisti allungavano il tiro dei loro cannoni proprio verso il territorio jugoslavo, il Governo della R. P. F. J. inviava al Governo monarchico greco una nota di protesta ( luglio) per «le violazioni armate di confine», ohe non erano certamente causali, -ma «la logica conseguenza della lotta che da 4 anni veniva condotta contro il popolo g-reco.» L’atteggiamento della -, Jugoslavia era chiaro a-n-cora una volta. E venne chiarito meglio: più tardi, il 10 luglio, da Tito nel suo discorso a Pola, Testimonianze sulla storia della lotta in Grecia Ho padalo cost i padigiani di Mankos ra disse che la Jugoslavia non avrebbe sopportato mai le provocazioni mo-narcofasciste e, d’altro canto, non avrebbe neppure permesso -che i dirigenti cominformiisti del P. C. greco calunniassero ingiustamente la Jugoslavia. Riaffermò infine la simpatia dei popoli della Jugoslavia verso il popolo greco in lotta per la libertà. Il 25 luglio dello stesso an-no il Ministro jugoslavo per gli Esteri, Edvard Kardelji dichiarava ad un giornalista: «E’ universalmente noto che la Jugoslavia guardava con simpatia al movimento di liberazione greco (disse «guardava» perchè già in quel tempo il movimento greco era quasi inesistente e smobilitato.) E’ risaputo anche che la nuova Jugoslavia ha accolto e curato gratuitamente, co-me cura oggi, un gran numero di feriti greci; che ha dato asilo a numerosi profughi e bambini delle regioni greche ove si svolgono i combattimenti. E’ noto infine che per il suo atteggiamento democratico in relazione agli..eventi bellici in Grecia, la Jugoslavia è stata oggetto di continui attacchi da parte della reazione internazionale.» del movimento di liberazione da essi stessi destinato alla liquidazione. * I compagni greci mi parlano sopra-tutto di errori tattici commessi dai nuovi dirigenti del movimento, dopo l’eUmi-na-zione di Markos, nella lotta parti-gianai. «La stessa cosa — mi hanno risposto — diceva allora anche la Radio della Grecia fascista. Nel calunniare la Jugoslavia i fascisti ed i comin ferir: isti andavano sempre d’accordq. La verità invece è che gli jugoslavi., come vedi, ci hanno accolto -con simpatia e -con amore.» Tutti mi parlano. Ognuno vuol dire la sua. Alcuni mi narrano la,-loro frase ripetono spesso: «Quando c’era Mar-ko-s era meglio.» Gkikas Teofilo-s, di C-o-rfù, ha lasciato la sua isola da 8 anni e per 7 anni ha fatto il partigiano. E’ stato uno dei primi. La famiglia è stata distrutta ed un suo fratello minore vi-ve in Slovenia, curato in una Casa d’infanzia. Sabas Karadukas ha visto, ha vissuto ed ha combattuto con Mankos. E’ nato nella Regione di Kavala. Ha fatto tre anni il partigiano. E’ stato sul Grammo-s nei giorni delle più sanguinose battaglie per la difesa di quel monte. «Settanta giorni — egli racconta — ho visto morire intorno a vita. Le regioni d’origine? Eccole:: me i compagni.» Per. settanta giorni Evro-s, E-piro, Tessaglia, Corfu, Mace- ha combattuto come un lupo, accanto domia,' Egea... • a, Markos. E’ passato dai monte Ha- ff chiaro però, fanno capire i compagni greci -che mi parlano, che le calunnie lanciate attraverso «Grecia-liberà» dai dirigenti comin-for-misti del P. C. G. contro la Jugoslavia, -circa «un accordo» con la Grecia fascista e di «aiuti» della Jugoslavia ai mo-narco-fascisti, ecc. si dovevano in-■ ----------------------=—------------------ Molti hanno lasciato le loro case 0 ; capanne quando i tedeschi e gli italiani hanno occupato le loro regióni, distrùggendo le loro case ed i loro greggi, saccheggiando i cam-pi e ammazzando la gente. Hanno girato da un fronte all’altro. Da soldati dell’esercito regolare, sono divenuti ribelli e poi partigiani, inquadrati in un nuovo Esercito, l’Esèrcito Popolare. Hanno perduto le famiglie, hanno percorso da un monte all’altro, da una vallata all’altra, da un capo all’altro, la Grecia. Hanno avuto momenti dì demoralizzazione e momenti di esaltazione. Markos esaltava tutti, con la s-ua parola, con il suo fare amico e bonario. Ricordano la batta- ras , al Grammo-s e dal Grammes a vVJitsi, a Malimadi ed a Prespa. Da , Prespa ,-è riuscito poi a rifugiarsi in Jugoslavia nel 1949. Egli prova soddisfazione a fare la descrizione fisica e morale di Markos. «Era un uomo di media statura, sui 45 a-n-ni, un uomo forte e sano, energico e buono. Era amato da tutti i combattenti. Era amato da noi perchè era uno dei nostri, e rimaneva sempre insieme a noi, là dove il pericolo era più grave, là dove la lotta era più cruenta, là dove la -sua parola confortava, animava, incitava, entusiasmava. Durante tutto -il periodo in-cui 'Sono durati i combattimenti sul Grammos, Markos non ha lasciato il la quale è nel succo delle parole, nel gioco delle battute, néli’incro-cio delle botte e delle risposte, per cui il regista deve esipriiptre -tutto il contenuto m-usicalé e' quindi quello psicologico, poiché Goldoni ha mejsso l’anima del valore nel colore dèi vocaboli. Per questo «Baruffe chiozzotte» rimarrà come il - ricordo di. una mirabile regia e interpretazione dei tipi, figure e caratteri, : creati dall’autore. Il gruppo di attori, capitanati dallo stesso Ramous, darà questa volta la sua.migliore interpretazione creando l’illusione non della scena, ma della vita. mo , oiiuà Così risentiremo Maria Piró nella indimenticabile figura di Checca, Gianna Depoli, graziosa e cinguettante Lucietta, e poi Ada Mascheroni, Adelaide Gobbi, "Sandro Bianchi, Carlo Montini, Flavio Della Noce, ' Angelo Benetelli, Nereo Scaglia, Alessando Damiani -e tutti gli altri noti interpreti. «Baruffe Chiozzotte» sarà ia commedia che ci farà gassare due ore di schietto e sano umorismo. B. P. ...Ci moUpMsewza i DI SPIRITO-, Hanno -più presenza di spirito gli uomini e le donne? A questo proposito si racconta una vecchia storia, forse inventata. Curante un pranzo in India, la conversazione cadde sulla calma, sulla presenza di spirito e sulla -questione se, in caso di pericolo, dia più affidamento un uomo o una donna. Gli uomini presenti, ufficiali dell’esercito e funzionari civili, convenivano che le dorine erano il capolavoro della creazione, ma che il loro unico difetto stava nel fatto che, nei momenti di pericolo, Si facevano prendere dail’iSterismo. Proprio allora erano necessari gli uomini. Tutte le signore acconsentivano placidamente, salvo la padrona di casa. Nel bel mezzo della discussione, questa chiamò un servo indiano. — Ali — disse — và subito a prendere una scodella di latte, e posala per terra! Roteando gii occhi -dal -terrore, il servo corse via e tornò con una scodella di latte, che -posò per terra, vicino alla padrona. Poi si ritrasse, stringendo in mano uno staffile a -noidf E allora, di sotto la tavola, scivolò -fuori qualcosa di lungo e di turgido, d’un colore bruno giallastro, a chiazze -nere e bianche, Il cobra si avvicinò al latte e i servi indiani gli furono sopra e lo uccisero. — Anche questa è passata! — ansimò un -colonnèllo, paonazzo i-n volto. Ma come diavolo sapevate che c’era- un serpènte a sonagli sotto la tavola? — Mi si era attorcigliato intorno a .una caviglia — rispose, -calma, la padrona di casa. IlVlet-I2am Leli Fraudi Anche se il conflitto coreano mette nell’ombra gli avvenimenti -che si svolgono nel Viet-Nam, vaie la .pena di .dare uno sguardo generale su questo particolare settore dell’Estremo Oriente. Nei preciso momento ih cui le unità della Corea del Nord avevano incominciato a ritirarsi sotto la pressione delle forze deH’ONU, l’attività delle unità di Ho -Chi Mi-n ha assunto una tale ampiezza ohe attualmente costituisce un serio pericolo per le posizioni dpi governo di Bao-Dai e per quelle del governo francese in Indocina. rancio, quando questo c’era, era lui stesso, Markos a fare le razioni e -porgerle ad ogni combattente. Se abbiamo potuto resistere per tanto tempo sul Grammos è stato perchè con -noi era Markos. Quando Markos non era più, allora perdemmo la nostra energia. Il suo genio e la sua volontà hanno saputo far miracoli.» Un altro partigiano, che ha combattuto gli ultimi giorni sul Kaima-cila, quando Marko-s non era più, ha avuto mc-do di assistere, quando era nascosto nel bosco per non arrendersi ai monarcofascisti, alle violenze effettuate dai monarcofascisti contro la popolazione inerme, accusata di aver dato asilo ed aiutato i partigiani, Le persecuzioni erano alfordine del giorno, i combattenti venivano imprigionati, torturati, fucilati, le donne violentate. . . Anche il comandante della brigata, Dimitrije Avramidis, nato nell’Unione Sovietica e vissuto nella Regione del Mindo, ha com-battuto fino dal 1943, prima contro i fedesci, nella divisione di Macedonia, comandata dallo stesso generale Markos e poi contro i monarcofascisti, sempre sotto la guida di Markos, negli anni della guerra parLigia-na. Prima a Salonicco nel 1944 e poi sul Grammos, nel 1946, ha avuto modo di stringere la mano a Markos. La mamma e suo padre .sono stati internati durante la guerra, appena le autorità fasciste seppero che Dimitrije era un partigiano. Ora sono ritornati a vivere sul Min-dò ed appena un mese fa -hanno avuto il permesso di scrivere ai loro -figlio in Jugoslavia la prima lettera per comunicargli «Siamo vivi e viviamo -co-me puoi immaginare. Ricordati sempre del po- Circoli responsabili francesi confessano che la situazione non è mai stata così critica da cinque anni a questa -parte. Battaglie furiose si svolgono nella -regione del Delta del fiume Rosso, -nelle -montagne ài sud-ovest di Hanoi e Haifong e negli stessi pressi di queste due città. Sempre secondo le dichiarazioni francesi, le forze di Ho Chi Min -non sono più dei semplici -distaccamenti di partigiani, ma delle unità militari, bene esercitate e bene equipa-ggia-te, che posseggono perfino delle nuove armi di produzione locale. Sotto la pressione d-i queste unità le truppe francési, e quelle di Bao-Dai si ritirano senza -nessuna possibilità di prevedere il termine di questa ritirata. Co-mie è naturale, il problema del Vie-t-Nam rappresenta- per la Francia, in questo particolare momento internazionale, un -problema militare inquietante ed intricato-, di difficile soluzione, considerati gli impegni francesi in Europa. La. Fraq-c-ia cerca di risolverlo stringendo i suo legami con Bao-i-ai. Ma, data l’esperienza passata, questa tattica ha poca prospettiva di successo. D’altra parte, la situazione internazionale attuale è tale che la Francia è obbligata ad impegnare nel Vi-et-Na-m delle forze che, in rapporto al loro compito — e questo è stato più vo-lte sottolineato da circoli francesi competenti — sono insufficenti e non offrono alcuna garanzia, -non soltanto di riportare un qualche successo, ma neanctie di essere capaci di resistere sino in fondo. Osservando la situazione dalla parte vietnamita i problemi sono di diversa natura e si riassumono in un unico Interrogativ»: Sii riporterà o no la- vittoria finale? La risposta non è facile a darsi. Se si tratta di un movimento basato sulla coscienza e gli interessi del popolo vietnamita, cioè se non si ha alcuna influenza estranea le probabilità d,i successo sopo- pp-teyoli. Ma se questo movimento è ispirato e guidato dall’esterno, se fa parte cioè di un piano straniero, allora si, può senz’ai- ■MitfnMtfMtiir 1 CAMPIONATI DELL V CET A META' STRADA CONCLUSO IL GIRONE ASCENDENTE DOMINIO DELL’ARRIGONI Il discorso del Maresciallo TITO aWAssemblea Pùpolare I! MAGGIOR STANZIAMENTO DI FONDI PER L'ARMATA è indispensabile per la difesa dell'esitazione socialista Nella Giornata dei ricuperi: Vistosa vittoria piranese, rinascita dell'Umago e rinuncia cittanovese AL GIRO DI BOA Con le partite di ricupero giocate domenica scorsa, il campionato calcìstico del TLT, girone A, è giunto alla sua fase culminarne per quanto riguarda il girone di andata. Questa ultima giornata, di ;gare, era ritenuta di assestamento, e giornata di assestamento è stata. Anche se il fango ha tolto dal programma l’i-nteressante numero AURORA—STRUGGANO (giocatosi la vigilia dii Natale), non -per altro le rimanenti tre gare hanno destato di soprassalto la platea. Tutto-si è svolto nella normalità, proprio come la giornata di fine d’anno comportava. Ma se proprio vogliamo trovare per forza di cose un motivo di Interesse che abbia dato carattere alla giornata dei ricuperi, (che sarebbe in ultima analisi la giornata di compie-, tamento della nona tappa idei girone ascendente), possiamo ritenere una sorpresa quella scodellata dall’Umago che, dopo ben 5 domeniche dii magra, ha voluto chiudere Tanno conquistando una vittoria ih casa propria, battendo con deciso coraggio il Buie. Possiamo quindi ritenere questa vittoria degli umaghesi la sorpresa di fine d’anno, anche se gli sportivi del luogo si erano fatti il palato tanto diffiéilè dalle sconfitte a catena dei ragazzi di Ceppi. E’ da suppore quindi che per l’U-mago il campionato cominci con il 1951, il che, sarebbe anche ora. poiché fa male vedere um’Umago relegato al penultimo posto in classifica, ombra dello Strugnano. Ed, a proposito dello Struignano, giova ricordare la bella prova di questa risorta compagine che, opposta la vigilia di Natale all’Aurora, per poco con coglieva, lil primo frutto della stagione. Evidentemente per queste due squadre di coda, cioè per lo Strugnano e per l’Umago, il buzzo buono l’hanno trovato con l’anno nuovo. Chi ben comincia . . . Per ora le fantasie galoppano negli ambienti sportivi delle due cittadine, le speranze anche, 1 ragionamenti pure. Tutti sentimenti che la, cabala assiste con fortunate coincidenze e con segni fausti. Buon 1951, dunque! Di domenica scorsa, dicevamo, ordinaria amministrazione anche la vittoria del Pirano sul Verteneglio che nulla ha potuto contro il brio, e la classe dei tartiniani vincitori per 0 a 4. Soprende ancora, ma poco per la verità, il forfait dato dal Cittanova ai Campioni delTArrigoini. Si trattava di un caso di forza maggiore o della paura di prenderle sode? Comunque sia, Sarebbe ora di finirla una Jauona volta con questi forfait e che le autorità sportive, prepóste alla disciplina delle squadre cominciassero a stringere un pò la vite e punire quelle squadre che non si presentano in campo per lealtà sportiva. Il giróne di ritorno, che comincia proprio con il 1951, dovrebbe dar vita nuova allo svolgersi del campionato. La prima giornata di quésto girone di ritorno, la decima in ordine cronologico, presenta l’Aurora in riposo, mentre il Medusa ospiterà il Cittano-va, da esso battuto per 3 a 1 nella prima partita dii campionato. Da allora il Cittanova inon ha fatto migliorie degne di rilievo per cui, la carta gli assegna di già la sconfitta di prammatica. Poi se qualche cosa può contare a suo vantaggio, come ad esemplo la volontà; nulla da meravigliarsi se dal campo capodistriano po-, trebbe' uscire indenne o addirittura vincitore. Per quanto riguarda.il Medusa molta acqua è passata sotto i ponti dalla prima partita di campionato alla prima partita del girone di ritorno! Il ponostico lo favorisce vincitore, nulla da dire in contrario, ma c’entra anche la sportività di cui il Medusa i,n questi ultimi giorni ha dato prova dii averne ben poca. Evitiamo il commento su un fatto antisportivo e maleducato che ci riguarda personalmente. X personalismi esulano dalla causa sportiva cui noi siamo chiamati a lottare. A noi interessa lo sport e ben poco ce ne importa dei mugugni altrui. Differenzia però molto la sportività dalla mala educazione. Punto e basta. L’Arrigoni ospiterà il Buie, già capitolato in casa propria per 3 a 0. Anche per i buiesi la trasferta non gli si aididii.ee, ma la loro difesa, che al posto della tecnica può mettere il cuore, potrà in qualche modo arginare il rullo isolano. I tartiniani ospitano un risorto Strugnano. La partita di andata si è risolta con la vittòria dei pirànesì per un striminzito 1 a 0. Ora la facendo cambia, e molto anche! Lo Strugnano è in ripresa; sembra anzi che abbia finalmente trovato l’acme, se si tìen conto della partita maiuscola fornita 15 giorni fa contro l’Aurora. Il Pirano sarà quindi certamente impegnato a fondo a dovrà guardarsi bene ai lati se vorrà far mutare quella «X)> che il pronostico gli affibbia. Ai ferri corti UMAGO - VERTENEGLIO per la ragione già esposta. Veramente anche la partita di andata è rimasta insoluta per l'uno a uno tinaie. Ora la bilancia pende un pò per l’Umago ,se tanto mi dà tanto. (Domenica scorsa 3 a 2 col Buie.) Vedremo quincli se le squadre che hanno festeggiato Capodanno festeg-géranno anche la prima partita del 1951. Gino Volpato VORATORI! Ascoltate ogni ve-i alle ore 19.45 il «Panorama: cale» di B. Petronio che verrà trasmesso da radio Trieste —* Jugoslava sulla lunghezza d’on- PIRANO k VERTENEGLIO 0 (2-0) EVIDENTE SUPERIORITÀ' CAMirolaW Tir AD ISOLA MARCATORI: Tagliapietra al 31, Fiumi al 40 su rigore, del primo tempo; Dapretto al 25, Remor al 44 della ripresa,. PIRANO: Dapretto, Bernandls, Stole, Contento, Kerioh, Parovel, Dapretto II, Tagliapietra, Remor, Fiumi, Crìs-man. VERTENEGLIO: Bernetti, Spiz, Sauro, Sturmann, Pettocelli, Bernardis, Barnaba, Motrca, Balos, Millo, Sain. PIRANO 31. — Sin dall’inizio dei-rincontro, e dopo le prime battute degli attaccanti bianco-rossi, non risultava difficile il pronosticare da quale parte la vittoria avrebbe arriso. Infatti i piramesl si sono sbizzarriti in virtuosismi personali prima di arrivare ad un gioco positivo e concludente. Dopo la mezz’ora di gioco, è Tagliapietra che sparava diritto sul bersaglio, sorprendendo Fernetti che non accennava nemmeno a muoversi. Spianata così la strada, i pirànesì continuavno a premere, racchiudendo nella loro area gli ospiti. Al 40 avanza Remor tutto solo in area. Carne al solito, Pettocelli usa modi poco urbani . . . per fermarlo. L’arbitro Lonzar, ch’era lì a due passi, non ha, difficoltà a rilevare il fallo, decretando la massima punizione che Fiumi si incarica di reailizzirè. 2 a 0 e fine del primo tempo; Nella ripresa, il tono idi gioco non calava. Vale a dire la superiorità tecnica dei tartiniani era lì a portata di mano e non richiedeva fatica ad accorgersene. Il Verteneglio si trovava quindi alla ,mercè dei padroni di casa e non gli restava che potersi difendere, cosa, per la' verità, egregiamente fatta. Gli ospiti hanno anche attaccato, ma senza frutto, come rivela il risultato finale della gara. E’ facile quindi tessere lodi per i vincitori. Comunque, sugli scudi Ke-ric, Remor e Fiumi ed anche il por- tiere piranese che, se anche chiamato al lavoro poche volte, si è disimpegnato sempre bene. Al 25 della ripresa, Fernetti capitolava per la terza voltai, su in tiro fortissimo di Dapretto, presentatosi in Àrrigoni Umago T Buie Pirano - Verteneglio GIRONE A I RISULTATI Cittanova (forfait) 2-0, 3- 2 4- 0 LA CLASSIFICA Là S.C. JELK S,, Una notizia che certamente riempirà di entusiasmo gli sportivi ci è pervenuta questi giorni. Si tratta della costituzione della nuova Società Canottieri, con le tradizioni vetuste locali che i tenaci sportivi isolani mai potranno dimen- area -dopo aver giocato abilmente Pet- Àrrigoni S 8 G 0 28 1 16 ticare, essendosi nel passato -i suol su- to-celli e Spiz. Termina la quaterna Pirano 8 7 0 l 28 19 14 perbi atleti imposti all’amm-iraizio-ne di Remor che, allo scadere del tempo Aurora 8 5 1 2 17 8 11 tutte le folle sportive del mondo, mie- (44), benché sgambettato in area, rea- Medusa S 4 Z 2 15 12 10 tendo allori in tutte le competizioni lizzava-. Verteneglio 8 2 2 4 S3 17 6_ nazionali ed internazionali, ultima Nulla da dire sull’operato dell’arbi- Umago 8 Z; 1 5 11 23 5 delle quali la prodigiosa impresa- del- tro Lonzar, anzi una lode per il pron- Cittanova 8 Z. 1 5 11 25 5 la conquista' -del titolo mondiale che to e deciso- intervento ad ogni minimo Buie 8 1 3 4 1G 19 5 giustamente premiava ta’nto generoso accenno al gioco falloso. Strugnano 8 0 0 8 5 25 9 entusiasmo» »MS® 3 BUJE 2 (3-1) RISORGE rUMAGO DOMANDO IL BUIE MARCATORI: Lenarduzzi ai 9, Berne ai 14, Pianella al 17, Lenarduzzi al 20 del primo tempo; Pianella al 33 della ripresa. BUIE: Bertolini, Pavlov, Bertolin; Kerocrfica, Manzin I, Manizin II, Pianella, Potleka, Vidal, Furlan, Vascotto. UMAGO: Berme, Zuonaz, Lenarduzzi I, Draghi, Lenarduzzi II, Bose, Čardaš, Benne, Lenarduzzi III, Giràldl, Zacchigna. ARBITRO: Suplina di Capodistria. UMAGO 31. — Sul campo dell’Uma-go aleggiava oggi, indimenticabile, Tamaro ricordo delle 5 sconfitte consecutive che la squadra. Umaghese a-veva subito. Più di tutto bruciava il ricordo del 4 a 0 inflitto dall’Arrigo-ni. La squadra di Ceppi, ben conoscendo la rivale con la quale doveva lottare era scesa in campo alquanto guardinga, ma decisa a riscatare l’onta di quelle Sconfìtte a catena. E non tardava a darne le pro- CAMPIONATO DI ZONA Il Nar zza in ve Lenarduzzi che, al 9 minuto di gioco, impegnava Bertolini in una difficilissima parata, andata a vuoto per iil portiere ospite. Il Buie, umiliato da questo scossone iniziale, non solo controllava l’avversario decisissimo, ma tentava più volte la riscossa senza concludere. Si lasciava invece nuovamente imbrigliare dal gioco umaghese, ed, al 14, Berne segnava ancora per i colori Umaghesi. Di contropiede scatta il Buie che con Pianella al 17 accorcia la distanza. Chimerica illusione poiché l’Uma-go>, oggi in splendida forma, passava ancora al 20 minuto con Lenarduzzi. La ripresa sì inizia a forte andatura e la contesa si fa accanita per la forte reazione dei buiesi. L’arbitro Suplina di Capodistria, mettendo in mostra un fine Intuito, ferma ogni accenno al gioco pesante e controlla egregiamente le sfuriate dei buiesi, decisi a raccorciare le distanze. Per logica conseguenza riescono a segnare ancora con Pianella al 33, ma l’U-màgo, fattosi accorto, neutrallizza-va ogni altra azione che poteva portare ad uri successo gli ospiti. Le guerre e le disavventure non sono riuscite a fiaccare la volontà di questi generosi atleti, ed oggi si accingono con ardore maggiore a seguire la; strada dei predecessori, assistiti da una più sana e comprensibile disciplina sportiva, in un paese libero e sempre presente nell’aiutare ed incoraggiare le sane iniziative in tutti i campì e settori della vita. La neo costituita Società Canottieri di Isola — che si! intitolerà del nome di un benemerito sportivo, Delise Giovanni — ha già varato il suo programma, e nella Assemblea Generale che si terrà ad Isola il giorno 7 corr. darà gli ultimi ritocchi al un complesso e svariato programma di gare, con la ferma volontà di difendere ed! uguagliare le gesta memorabili dei suoi figli migliori. Nel quadro del dibattito che si è svolto alTAssemblea popolare jugoslava sul bilancio statale per Tanno 1951, ha parlato il 28 dicembre il maresciallo Tito, in qualità di ministro della difesa nazionale del paese. Egli ha illustrato diffusamente le ragioni per le quali sono stati aumentati di 300 milioni di dinari gli stanziamenti previsti per il bilancio della difesa. Tale aumento rappresenta un onere non lieve per il paese, che tuttavia saprà far fronte al nuovo sacrificio, cosciente della funzione importantissima assegnata all’Esercito popolare della Jugoslavia, in difesa della pace e della edificazione del socialismo nel paese. «Gli stanziamenti — ha dichiarato il compagno Tito — sono destinati in primo luogo' ai re-* golare mantenimento dell’Armata, in secondo luogo alla produzione di .armi di varie specie ed in terzo luogo per tutte le altre necessità della difesa nazionale.» Il maggior stanziamento di fondi è indispensabile per il rafforzamento dell’Armata Jugoslava, affinchè sia posta maggiormente in condizione di assolvere al suo specifico compito, che è quello di difendere Nardone-Medusa B 3-2 MARCATORI: Dagri al 18, Seminich al 30, Giovannimi al 35 del pi imo tempo; Gio-vamnini al 32, Bologna al 43 della ripresa. NARDONE: Jurissevich, Musìzza, Vascotto, Stor, Dudine, Grego, Zaro, Bologna, Seminich, Degrassi, Dagri. MEDUSA B: Cernwani, Zucca, Co-efeni, ‘Mele, Stradi, Clementi, Sabadin II, Giovannini, Sabadin I, Valenti, S-padaro. ARBITRO: Penso di Capodistria. ISOLA 31. — Il Nardone è riuscito a superare il coriaceo! Medusa B, sceso in campo con fermi propositi di far crollare Timbattibilìtà degli isolani, padroni assoluti ne! mondo dei Cadetti. E oggi iì Medusa ha lottato assai per raglgiungere lo scopo, ma invece non è riuscito nei suo intento, poiché il Nardone si è magistralmente impósto ed ancora una volta ha dettato la legge del più forte. La vittoria definitiva degli isolani è venuta verso lo scadere del tempo, e, precisamente al 43 della ripresa, per oipéra di Bologna che sorprendeva da pòchi passi il portiere eapoidistria.io. Le altre reti sono state segnate nell’ordine: al 18 di gioco da Dagri su papera della difesa ospite. Al 30 da Seminich di testa. Al 35 segnava il Medusa con Giova-nnini su tiro dalia bandierina. Nella ripresa, realizzava ancora per primo il Medusa al 32 con Giovannini, Dia, dopo 11 minuti di pressione isolana, il Nardone coglieva la vittoria con l’azione descritta. Ottima la direzione di Penso. Strugnano Partizan 2-1 MARCATORI: Lavrencich al 13, del p. t., Gedo al 14 autorete, Grauber al 29 delia ripresa. STRUGNANO B: Derossi, Prelaz, Mascolin, Carboni III, Vascello, Sau, Mesich, Feìluga, Cansi’cóla, Grauber, Giorgini. PARTIZAN: Sagina, Panni, Glavina, Cadenaro, Gedo, Kocich, Antonoieh, Vlachov, Lavrencich, Ilich, Mitrpv.ich. ARBITRO: Mazzuccato di Capodistria. STRUGNANO 31. — Sceso in campo largamente ri-maneggia't'o, il Partizan ha dovuto soccombere ai più forti dello Struignaino. Pur tuttavia gli uomfeii di Lavrenčič riuscivano per primi a realizzare al 13 minuto di gioco e tgnendo testa al più forte avversario per tutto il primo tempo. Nella ripresa i locali deveffèro sudare le proverbiali sette camice per raggiungere il pareggio (ai 14 autorete di Gedo) e poi conseguentemente la vittoria al 29 con Grauber. Per ■ concludere, la difesa del Partizan ha giocato bene, resistendo alle folate degli avversari. La partita, povera di gioco, si è svolta sotto la direzione dell’arbitro Maz-zucato di Capodistria che, tra il fondo melmoso idei campo, ha trovato modo di dirigere bene. Stella Rossa-Àrrigoni B 0-0 .STELLA ROSSA: Loren,zetti, Kla-rich, Carraro I, Apollonio, Pelli-zzar, Carraro li, Zanella, Colombin, Crego-rich, Apollonio II, Ccciam-cich. ÀRRIGONI B: Degrassi, Bernardi, Dagri I, Viezzoli, Dagri II, Depase, Ulcigrai, Marchesa,n, Dagri III, Drioli, Russoni. ARBITRO: Schiavon di Capodistria. S. NICOLO’: Solo la bravura di ,De-grassi, Bernardi e Dagri, ha fatto, sì che l’Arrigo-ni chiudesse in pareggio un incontro che lo Stella Rossa doveva vincere. Il gioco si inizia veloce, da parte dei padroni dii casa, ma gli ospiti reagiscono, sia pure debolmente, insidiando poi la difesa dello Stella Ressa. Nella ripresa, l’attaccò dello Stella Rossa prima,, e quello dell’Arrigo,ni poi, sono stati incapaci di realizzare. In tale periodo molte azioni di contropiede, per la maggioranza della Stella Ressa, hanno messo in serio pericolo le opposte difese, li. 90 immuto dii gioco, .coglie le compagini sul nulla di fatto. Buono l’arbitraggio del capodistriano Schiavon. Gli’ umaghesi tenevano quindi duro e terminavano in bellezza la partita e l’anno 1950 dando a! loro appassionato pubblico e dirigenti il premio più ambito dì.fine d’ainno. Coraggio quindi; per il. 1951! ll!!l][lil!lf;iim!Ì(ll!limil!HlMMII!ll!llll!IIUIII[llllinitll|l|lllll!ll!!lUIIIIUlUUUll|]IIIll!!l!II!millU!llinillllIIIIIIII![llllllliHÌÌ!llllllliUllllimjj|{IIMI Smarrimenti La comp. Babic Anna Maria, da Giusterna, ha smarrito il g. 10. die. u. s. a Trieste il portamonete_con la sua carta d’identità. Il rinvenitore è pregato di recapitare presso la nostra redazione tale documento che, non sarà più valido, se non restituito alla sua proprietaria. La comp. Cortese Silvana ha smarrito giorni or sono il portafogli contenente la sua carta d’identità e denaro. Naturalmente tale documento, se ritrovato, non è più valido se non restituito alla sua proprietaria. 1 COMUNI AVVISO La Segreteria dell’UCEF Distrettuale, avverte tutti gli Ènti o Ditte che avessero conti, fatture, ece. da riscuotere, dii presentarli entro il giorno 7 gennaio 1951 per il pagamento. Scaduto tate termine, sarà sospeso il pagamento di fatture arretrate. OFFERTA DI LAVORO Cercasi parruchiera per Birano, possibilmente àbile, con stipendio, vitto ed alloggio. Rivolgersi Salone Pirano, via Matteotti. ............ ....... IL TALLONE DI FERRO " " “ DI JACK LONDON Allora tmi accadde una cosà sorpren-dente: una trasformazione si operò in me. La paura della morte, per me o per gli altri, mi aveva abbandonata. In una strana esaltazione, mi sentivo come un essere nuovo in una nuova vita. Nulla aveva importanza. La causa era perduta per questa volta, ma rivivrebbe domani, sempre la medesima, sempre giovane e ardente. E ormai potei interessarmi con calma agli orrori scatenati nelle ore seguenti. La morte non significava nulla, nè la vita significava qualche cosa dì più. Talora osservavo gli avvenimenti da spettatrice attenta, talora, trascinata nel loro vortice, prendevo parte ad essi con eguale curicr-sità. Il mio spirito era balzato alia fredda altezza delle stelle, e aveva preso, impassibile, una nuova scala di apprezzamento dei valori. Sej non mi fossi aggrappata a quella tàvola di salvezza, credo che sarei morta. La folla era passata per la lunghezza di mezzo miglio quando noi fummo scoperti. Una donna vestita di cenci inverosimili, con guance cavernose e occhi neri simili a buchi scavati eoi succhiello, ci vide, Hartman e me. Gettò un vagito acuto e si precipitò contro noi, trascinando una parte della folla. Mi sembra ancora di vederla, saltare, un passo davanti n agli altri, mentre i suoi capelli grigi si agitavano in piccole trecce frammischiate: il sangue !e colava dalla fronte, provenendo da una ferita al cuoio eàpeliuto. Brandiva un’accetta: l’altra mano, secca e grinzosa, abbrancava convulsamente il vuoto come un artiglio d’uccello da preda. Hartman si slanciò davanti a me. Non era il momento di spiegazioni. Noi eravamo vestiti decentemente, e questo bastava. Il pugno di Hartman colpi la Gonna fra gli occhi: la forza del colpo la ricacciò indietro, ma essa incontrò il muro mobile della folla e rimbalzò in avanti, stordita e confusa, mentre l’accetta scendeva senza forza Sulla spalla di Hartman. Un’istante dopo, perdetti la nozione di quello che succedeva. Ero sommersa dalla folla. Lo stretto spazio dove ci trovavamo era pieno di grida, di urli e eri bestemmie. I colpi piovevana su me. Mani strappavano e laceravano i miei abiti e la mia carne. Stavo per essere atterrata, soffocata. Mentre ero più fortemente premuta, un pugno solido mi afferrò alla spalla e mi tirò con violenza. Vinta dalla sofferenza e dallo schiacciamento, io svenni. Hartman non doveva ..uscir vivo da quel vicolo. Per difendermi, egli ave-^^^ff^ntato il primo urto. Questo mi aveva salvata, perchè, subito dopo, l’af-foll amento e l’ingomtoro erano diventati troppo densi per permettere altro che strette e tiramenti ciechi. Ripresi i sensi in mezzo ad una sfrenata agitazione; attorno a me, tutto era trascinato nel medesimo movimento che mi recava via còme una mostruosa inondazione, che mi portava non sapevo dove. L’aria fresca mi carezzava la l’accia e mi raschiava alquanto i polmoni. Languida e stordita, sentivo vagamente che un braccio solido mi circondava il corpo, mi sollevava a metà e mi tirava in avanti. Mi aiutavo debolmente con le gambe. Vedevo agitarsi davanti a me il dorso di un soprabito d'uoaio. Tagliato dall’alto in basso lungo la cucitura/di mezzo, esso batteva come un. polso regolare; la fessura si apriva e si chiudeva al ritmo dell’uomo che camminava, Questo fenomeno mi attivò un buon momento, mentre ricuperavo i sensi Poi sentii mille punture di aghi nelle gote e neh naso, e mi avvidi che sulla mia faccia colava sangue. Il miq cappello era sparito, la mia capigliatura disfatta ondeggiava al vento. Un cocente dolore alia testa mi ricordò una, mano che mi aveva strappato i capelli nei tumulto Il mio petto e le mie braccia erano; coperti COSTITUITA A FIUME una squadra di pallamano Si è costituitola Fiume, alla metà di questo mese di -dicembre, il club di pallamano il quale avrà il campito di raccogliere le fOBze sportive esistenti in questo campo ed incrementare fra i giovani questo interessante ramo dello sport. Al neoformato club è stato dato il nome «FIUME». Stella Eossa-Diiamo 3-0 L’incontro calcistico di finale per la «Coppa Maresciallo Tito», svoltosi alla presenza di oltre 50.000 spettatori tra la «Stella Rossa» di Belgrado e l’undici della «Dinamo» di Zagabria, si è concluso con la vittoria dei biancorossi belgradesi per 3 reti a 0 (0-0). Con questa nuova vittoria la «Stella Rossa» ha vinto la coppa per la terza volta consecutiva» Leggete e diffondete LA GIOSTRA LOTTA Mile TMESIS ioni jmmiàm bel tlt Lunghezza d'onda m 212 Notiziario ogni giorno alle 6.45 (la domenica alle 7.15), 12.45, 19.15 e 23. Attualità politiche, ogni martedì, mercoledì e venerdì aite ore 17.30. SABATO 6. I. 1951 12.30 Canti popolari sloveni; 13.15 Concerto del violinista Carlo Rupel; 13.45 Panorami culturali: Grandi Istriani — Pierpaolo Vergerlo, il «vecchio»; 14.00 Orchestra divertente di Radio Ljubljana; 17.30 Rassegna economica; 17.45 Suona l’orchestra Ketel-by; 13.00 II giornale dei ragazzi; 21.30 Suona il quintetto allegro; 22.00 Le grandi figuri della Jugoslavia: Dimitrije Tuco-vič. DOMENICA 7. I. 1951 8.30 Mezz’ora tra i campi; 20.15 Racconti musicali; 20.45 Rassegna polìtica; 21.00 Dal mondo operistico; 22.00 Notiziario sportivo; 23.15' Musica per la buona notte. GENIBiJAZIONATI TESSERA Ria: Sapone.gr. 450 sul tagliando 01, gr. 25£ di biscotti sul tagliando 02, gr. 100 di sapone da toeletta sul tagliando 03, 2 scatole di sardine sul tagliando 04. TESSERA R 1: Sapone gr. 300 sul tagliando 101, gr. 250 di biscotti sul tagliando 102,. gr. 100 di sapone da toeletta sul tagliando 103, una scatola di sardine sul tagliando 104. TESSERA R 2: Sapone gr. 300 sul tagliando 20, gr. 250 dii biscotti sul tagliando 202, gr. 100 di sapone da toeletta sul tagliando 203, una scatola di sardine sul tagliando 204. TESSERA R 3: Sapone gr. 300 sul tagliando 301, gr. 250 di biscotti sul tagliando 302, gr. 100 di sapone da toeletta sul tagliando 303, una scatola di sardine sul tagliando 304. TESSERA D 1: Sapone gr. 300 sul tagliando 401, gr. 250 di biscotti sul tagliando 402, gr. 100 idi sapone da toeletta sul tagliando 403. TESSERA D 2: Sapone gr. 150 sul tagliando 501, gr. 250 di biscotti sul tagliando 502, gr. 100 di sapone da toeletta sul tagliando 503. TESSERA D 3: Sapone -gr. 150 -sul tagliando 601, gr. 250 di biscotti sul tagliando 602, gr. 100 di sapone da toeletta Sul tagliando 603. TESSERA G: Sapone gr. 150 sul tagliando 701, gr. 100 di sapone da toeletta sul tagliando 703. TESSERA MD: Sul tagliando 1101 gr. 300 di sapone da bucato, gr. 100 di sapone da toeletta sui tagliando 1102. TESSERE ANNONARIE A PREZZI COLLEGATI TESSERA VC—R: Sapone gr. 150' sul tagliando 101, gr. 800 di zucchero sul tagliando 102, gr. 100 di sapone da toeletta sui tagliando 103. TESSERA VC—M: Gr. 800 di grassosi tagliando 101, gr. 150 di carne l’i-mmenso cantiere nel quale i popoli jugoslavi stanno costruendo il socialismo per il loro benessere, mentre il paese è minacciato dalla politica delle vicine nazioni cominformistè, asservite alla burocrazia del Cremlino, e sul potenziamento militare delle quali, il maresciallo Tito ha fornito dati interessati. Secondo tali dati, l’esercito ungherese è attualmente forte di 165.000 soldati, cioè 90.000 più di quanto stabilito dal trattato al pace; l’esercito bulgaro conta 195.000 uomini, vale dire 129.500 oltre il limite fissato dal trattato di -pace e l’esercito rumeno 300.000 soldati contro i 130.000 permessi sempre dal trattato di pace. Il maresciallo Tito ha così proseguito il suo discorso: «I nostri confini terrestri si estendono per una lunghezzal di 2.800 k-m, -dei quali 1.990 sò-no direttamente minacciati. Le provocazioni lungo i confini con il così detto blocco cominformisto aumentano giornalmente: i tentativi di provocare le nostre guardie di confine e la popolazione confinaria, l'infiltrazione clandestina di spie e di terroristi, il lancio di razzi ed altre azioni ostili contro la Jugoslavia, sono diventati sistema comune e prassi -delle direzioni di tutti : paesi cominfor-misti e degli appartenenti alle loro forze armate». Il maresciallo Tito ha quindi rilevato come dal luglio 1948 al Vi dicembre 1950 si siano verin-cati, al confini bulgaro, ungherese, romeno-, et) albanese, ben 1.397 incidenti di frontiera. Questa è la situazione creata mie frontiere della Jugoslavia socialista dai governi dei paesi satelliti dell’U-nio-ne Sovietica, con i quali il governo jugoslavo, alla fine della scorsa guerra, nell’intento di aiutarli net loro sviluppo,, aveva cercato di stabilire rapporti di amicizia e fratellanza, quando ancora in terra jugoslava erano fresche le tragiche trac-eie lasciate da eserciti invasori pio-venienti proprio da quegli stessi paesi. Fu proprio in considerazione del supposto carattere -duraturo di questi rapporti -che il governo -della nuova Jugoslavia,, che contava anche sull’aiuto fraterno delTUnion-e Sovietica, I SINDACATI CLASSISTI ED UNA SITUfiZ. INSOSTENIBILE (Continuazione dalla I. pagina) ratori devono im-porre alle organizzazioni sindacali di Trieste una azio-ne seria, decisa, -unitaria, senza discriminazione, senza preconcetti di qualsiasi -natura, una azione sulla linea-e per gli obiettivi sostenuti da meisi e mesi -dal Comitato di azione sindacale e dai sindacati classisti; -obiettivi d-i co-n-creti miglioramenti delle condizioni economiche dei lavoratori, da ottenersi, a Trieste, con una agitazione e con una lotta fatta a Trieste, dai lavoratori di Trieste. I lavoratori dell’industria devono parlar -chiaro ai propri esponenti sindacali; tutti i lavoratori di Trieste devono far ca-pire alle segreterie camerali e co-mi-nforimiste che non si scende in lotta -per ripetere la commedia del febbraio scorso; non si. scende in dotta per poche miserabili lire, non si scende in lotta sulla base della linea del compromesso politico e della Astensione sindacale della C. G. L L., sulla linea degli interessi -della segreteria- del Comin-forrn, o dei sindacati cosidetti liberi. Non -ci può essere ormai questione di 40 lire. Una lotta- per poche lire significa entrare nelFo-rdine di idee degli industriali e far si che i lavoratori stringano le catene ai propri polsi da se stessi, rendano cioè ufficiali e definitive per molto tempo le attuali paghe di fame. I lavoratori di Trieste devono rifiutare di muoversi in lòtta per vedersi ris-pettata la miseria, ma devono muoversi invece aid esser condotti alla lotta per spazzare via l’insostenibile trattamento salariale. Sappiamo -che lq Camera del Lavoro e i Sindacati Unici, j loro dirigenti, hanno bisogno ogni tanto di un pò -di oss-igeno, di prestigetto, di apparire ciio-è qualche cosa, co-mlin-que sia, -nella situazione sindacale. E’ inevitabile, da parte di loro, il tentativo di girare attorno alla questione centrale, di tentare Tinganno. Ma i lavoratori di Trieste sapranno questa volta impedire che si ripeta il tradimento. I sindacati classisti si stanno ricostituendo, e vigilano. Ciò è della massima importanza; ed è anche la condizione indispensabile affinchè il famoso «periodo aureo per gli industriali di Trieste» volga alla fine, ed il peso della forza sindacale si faccia sentire ancora una volta. non -prevedeva -nel 1947, all’atto dell’elaibaraziane -del piano quinquennale, gli sta-rfzia-menti per la industria militare pesante, ed anzi nel primo periodo la piccola industria militare, già esistente, lavorava più per le necessità del consumo interno, -che per quelle dell’Armato. L’aiuto che si, attendeva dall’Unione Sovietina, non tardò a rivelarsi come una vera e -propria truffa. Il materiale bellico proveniente da Mosca veniva pagato a carissimo prezzo, non solo, ma le armi, le attrezzature e gli impianti ricevuti erano pressoché, inutilizzabili, o perchè logori dall’uso o perchè costruiti, con materiali scadenti. Dopo avere esposto i numerosi- e-sempi di eroico comportamento delle guardie di frontiera jugoslaye, pronte a rinnovare le imprese leggendarie della guerra popolari di liberazione per difendere l’edificazione socialista nel loro paese, il maresciallo Tito ha parlato diffusamente dei tentativi compiuti da parte del governo di Belgrado per stabilire una situazione di normalità alle frontiere con i paesi del -blocco cominformista. La vanità dii questi tentativi dimostrò in modo più che eloquente che l’ipocrita propaganda di pace dei dirigenti di questi paesi, è soltanto un miserabile mezzo per nascondere di fronte ai propri popoli le loro tendenze aggressive. Venendo a parlare -poi del problema della pace e della sicurezza internazionale, il maresciallo Tito ha così proseguito: «Vi sono due specie di pace: la pace del più forte, cv-verossia la pace dell’aggressore la pace ad ogni costo, la cosidetta pace di Monaco a spese dell’assoggettamento di uno o più popoli, con la speranza che l’eventuale aggressore sì accontenti di ciò, e dall’altra parte la pace giusta, -più o meno, per tutti i popoli. La prima -pace è soltanto un’ingan-nÖT Quella non è la pace, ma soltanto calma provvisoria, in quanto nel mondo continua a dominare il diritto del più forte. La pace vera e duratura può essere sólo quella per la quale lottano egualmente tutti I piccoli e grandi popoli, quella per la quale i .grandi sono disposti a rinunciare alle loro pretese sui piccoli pae-. si.» Qui il mare-scialla Tito si è rivelato ancora una volta come uno strenuo difensore dei diritti dei piccoli popoli, e le sue parole non possono mancare -di incontrare l’approvazione entusiastica di tutti i popoli in lotta per la loro libertà e la loro indipendenza. «Per noi la pace è necessaria oltre ogni altra cosa — ha proseguita il maresciallo Tito — oggi però non accetteremmo la pace a qualsiasi prez-ZO-. Il nostro esercito non m-inac-cerä mai nessun paese vicino o lontano. Da questa tribuna io posso dichiarare a tutti -i nastri vicini: «Cessate le minacce di guerra verso il nostro paese, ritornate- sulla strada della collaborazione amichevole, non per-miettete che di voi si faccia lo »strumento di una politica straniera, non socialista, ma imperialista.» Concludendo il suo discorso, il maresciallo Tito ha detto: «Le grandi potenze hanno cercato troppo poco la possibilità di trovare delle vie pacifiche -per la com-prensione internazionale, pensando di più al momentaneo rapporto delle rispettive forze. Questo basarsi sulla propria forza si è manifestato s-pecialmente .nell’Unione Sovietica, che è oggi la più forte potenza armata del mondo e che sfrutta questa sua prerogativa nella sua politica estera, specialmente per quanto riguarda i -piccoli paesi ed anzitutto il nostro paese, sotto forma di continue mina-ccie. Tenere i nervi a posto" e badare tranquillamente al proprio lavoro, significa oggi dare un forte colpo a tutti coloro che pensano all’aggressione. L’unità del nostro popolo, la nostra decisione di difendere la nostra indipendenza e la nostra libertà, la nostra ferma decisione di perseverare nella lotta per la pace, la forza del nostro esercito rivoluzionario sono la garanzia del nostro pacifico sviluppo.» Le brigale giovanili a Zagabria (Continuazione dalla III pagina) e le più disparate iniziative, gareggiarono cori successo -coi giavanesi e i marocchini, sfidando quindi le ragazze americane. Nel nostro servizio fotografico presentiamo alcuni momenti della vita di queste brigate straniere durante i lavori a Dubrava, nel loro soggiorno a Pionirski grad' e -durante le visite a Zagabria e nei dintorni. Ed ora, -dopo aver assolto al doveré dell’ospitalità, parliamo un pò delle nostre brigate: quella del TL-T e la Paolo Morgan degli emigrati italiani in Slovenia, organizzata d-a-1 circola di cultura italiano di Lubiana. In ques-t’ulti-ma brigata tutte le regioni d’Italia erano rappresentate: dal lombardo al siciliano, dal friulano al piemontese, al romano. Il primo giorno -di lavoro, questi «ragazzi» superarono la norma del 212 %, mantenendola poi costantemente aita. I 90 giovani triestini — quelli del «250 %» — lottarono sodo per mantenere il primata Ci riuscirono! Dopo il periodo di lavoro ai Dubrava, tutte- le -brigate straniere hanno visitato la Jugoslavia, entrando in diretto contatto col popolo, visitando collettivi di lavoro, fabbriche, cantieri e cooperative agricole. Tra gli altri, i vietnamiti visitarono la Macedonia, la sua capitale Skoplje, e una centrale elettrica in costruzione. Ora tutti questi giovani sono ritornati al loro lavoro o agli -studi, alle loro case. Con sè hanno portato al mondo un messaggio dii pace e di fratellanza, che squilla come tromba argentina in. questo fracasso bellicista e brilla quasi stella adamantina nei cieli tempestosi. m. I. Direttore responsabile CLEMENTE SABATI Stampato presso lo stabil, tipograf. «JADRAN» Capodistria