UDK 821.131.1.09-312.9 Landolfi T. "[ ... ] IN UN GIARDINO D' ARMIDA": IL RACCONTO D'AUTUNNO DI LANDOLFI. ESEMPIO DI METAMORFOSI NOVECENTESCA DEL FANTASTICO Patrizia Farinelli Abstract The issues however typical of 191h-century fantastic narrative which mark Landolfi's Racco- nto d'autunno are not sufficient reference for fitting his work with the label of this literary genre. As elsewhere, Landolfi's rhetorical and discursive procedures (breech of illusion complicity, contamina- tion of genres) produce a radical twisting of fantastic narrative's defining features at the peak of the genre's ~uccess in 19th century as determined by the 20th-century post-war critics including Todorov. The structuring ambiguity of an event apparently inexplicable by the logic of the action's setting is shifted by Landolfi from the level of the story to that of the language (i. e. a fantastic event is no longer experienced by the subject as an epistemological challenge), quite in keeping with the author's poetics set on revealing the unreliability of language. Tommaso Landolfi (1908-1979) e uno , con sembianze abbruttite rispetto al ritratto della stessa da lui notato in una sala della casa, ritratto nel quale la donna gli appariva di una bellezza ammaliante. Con un gesto imprudente egli fa scoprire la propria presenza e i1 vecchio, sentitosi tradito, lo fulmina con uno sguardo pieno di'ira e poi, fiaccato, cade a terra, mentre l'altro lascia velocemente la casa per sfuggire alla supposta vendetta. Ritoma sugli stessi luoghi poco tempo dopo trovando ad attenderlo, viva, quella che crede sia la donna del ritratto e che si rivelera irtvece esseme la figlia. La ragazza si esprime in modo sconnesso, con una logica difficile da seguire, ma nel suo vaneggiare finisce per svelare i segreti di casa: la malignita di una madre maga, le azioni macabre e perverse che si svolgevano fra i suoi genitori e su di lei, la decisione di costoro di tenerla isolata dal mondo. Fra i due nasce un amore che si conclude in modo tragico con l'arrivo di soldati e la morte della giovane sotto il loro tiro. La conclusione, di tono tragico-patetico, narra infine della visita del giovane alla tomba della ragazza ad un anno di distanza, quando la casa e ormai sventrata. E opera tipicamente landolfiana il Racconto d'autunno, gonfia di temi poco compatibili fra loro, come guerra e magia, amore salvifico ed erotismo sadico, costru- ita per intersezioni inattese di generi diversi, dal fantastico al magico-esoterico fino all'avventuroso ed erotico e tale da presentare una storia il cui protagonista si connota (come sempre) per un irrefrenabile fantasticare. Anche qui, dunque, a caratterizzare il testo sono le svolte narrative inattese, con un incipit e un explicit che richiamano vagamente alla memoria i fatti storici degli anni immediatamente precedenti al periodo in cui fu scritta ( quelli del secondo conflitto mondiale ), mentre gli episodi centrali ne restano del tutto impermeabili. E proprio questo richiamo attualizzante alla guerra nella mera funzione di generatore di una storia inverosimile, disseminata di motivi oscuri e inquietanti tipici di una nar- rativa di tradizione romantica, non resta senza effetti di provocazione se si considera il contesto storico-letterario italiano in cui il Racconto fu scritto, che era quello del N eorealismo. A livello elocutivo l'opera presenta poi un linguaggio colorato d'una patina antica e libresca che s 'impone, non meno della vicenda narrata, come sfacciatamente anacronistico in un'epoca in cui la narrativa italiana aveva sete di rinnovare i suoi re- 155 gistri espressivi7. Landolfiano, insomma, il Racconto d 'autunno tanto peril gusto della dissonanza che l'attraversa, quanta per l'inattualita dei registri espressivi e tematici prescelti. E landolfiano ancor di piu per la centralita assegnata alla parola, piuttosto che ai suoi referenti. Si tratta di una parola che si autorifiette, si ascolta, si contraddice, si meraviglia delle proprie potenzialita creative come dei suoi risvolti incontrollabili e che conduce il soggetto parlante non si sa dove, fino a far perdersi o a farsi so:ffocare nelle spire di cio che viene affermando. Un tale approccio alla parola, tutto novecen- tesco, emerge nel Racconto d'autunno soprattutto nel modo in cui si esprime la figura vaneggiante della giovane Lucia, la cui modalita espressiva, sconnessa e contraddit- toria, tipica di chi segue una logica attorcigliata su se stessa, ritomera in forma piu ostentata anche nelle figure del protagonista di Cancroregina (1950) ed era gia stata del protagonista vagamente autobiografico di un racconto d' esordio come Maria Giu- seppa (1937). 11 modo di esprimersi di Lucia e, piu in generale, analogo a quello di tutte le figure centrali dell' opus landolfiano, non esclusa quella che rappresenta una stilizzazione dell'autore, il che testimonia una volta di piu la fedelta di Landolfi a se stesso come scrittore. Quanta al genere, i critici ascrivono l' opera di cui ci stiamo occupando per lo piu al fantastico e FerdinandoAmigoni, in uno studio di pochi anni fa, la definisce "perfetta- mente fantastica". 8 Una tale affermazione non lascia tuttavia privi di dub bi. Del resto cosa si puo asserire di non problematico su questo genere o modalita narrativa9 considerando in primo luogo quanta sia ·labile il concerto di fantastico dal punto di vista della teoria letteraria, 10 e quanti pochi criteri, in secondo luogo, esistano per circoscrivere l'identita del fantastico modemo e contemporaneo? A partire dalla constatazione secondo cui la creazione di una sovrarealta e operazione letteraria per eccellenza, alcuni ritengono infatti ( e Manganelli in Italia e uno degli esempi piu autorevoli) che l' essenza del fantastico, di creare mondi altemativi, non sia dal punto di vista teorico distinguibile da quella della letteratura in generale. D'altra parte ben pochi negherebbero l'imporsi sull'orizzonte letterario, a partire dalla fine del XVIII secolo e poi per tutto il XIX secolo, di una produzione narrativa che, per una determinata tipologia discorsiva e tematica, si lascia circoscrivere specificatamente come fantastica. Tale produzione ha subito successiva- mente un vero tracollo in Europa, ad eccezione di certe aree geografiche. Scomparso e certamente dalla letteratura piu ambiziosa un fantastico nelle strutture narrative rilevate 7 Un paio di esempi. Nel raccontare la scelta del cammino, il protagonista si esprime in questi termini: "Ma mentre cosl, tristemente, mi consigliavo meco, l'occhio mi cadde su qualcosa che poteva esser giu- dicato un sentiero [ ... ]."Landolfi, 1991: 439; e nel descrivere il ritratto che lo attrae: "Le di lei fattezze, delicate e chiare, recavano l'impronta inequivocabile della nobilta di sangue e di carattere, e quel minimo di sdegnosita che l'accompagna sovente." Ibid. 460. 8 Amigoni, 2004: 74. 9 Preferiscono riferirsi al fantastico in termini di "modo narrativo" o "modalita narrativa" diversi studiosi, fra cui Ceserani e Lazzarin. 10 Di buon orientamento, per distinguere ii discorso teorico da quello genetico sul fantastico, sono le osservazioni di Secchieri. Lo studioso sostiene l'indefinibilita del fantastico da un punto di vista teorico, senza disconoscere, tuttavia, che nella storia della letteratura e certamente possibile riconoscere un genere fantastico. Questo avrebbe tuttavia un codice piuttosto mobile e mal definito poiche lo scarto fra due logi- che (suo elemento qualificante) e una grandezza relativa e non quantificabile, dipendente in gran parte da una percezione soggettiva e leggibile solo rispetto ad un referente intemo al testo. Cfr. Secchieri, 1995: in particolare 147. 156 da Todorov sull'esempio di un ristretto corpus di opere ottocentesche. Nei casi in cui il fantastico trova ancora un seguito nella produzione con qualita letterarie, si mostra contaminato, rovesciato nelle situazioni narrate come nelle strutture discorsive. In certi casi perde l'elemento dell'inquietante. Se in epoca contemporanea siano presenti nella letteratura non epigona opere di genere fantastico e dunque una questione aperta. E se esistono, quali caratteristiche strutturali le identificano? Parte della critica recente (ricorderei i contributi di Erdal Jordan 1998, Campra 2000, Fametti 2000) ne rintraccia ancora le peculiarita salienti nel fenomeno di sovrapposizione di logiche incompatibili e nel relativo effetto perturbante prodotto sul lettore, per rilevare pero che si tratterebbe ora, a differenza di quanto accadeva nella produzione del XIX secolo, di fenomeni di natura puramente discorsiva, presenti cioe a livello di enunciazione e non di enunciato. Il che, come gia segnalato in altro contesto, 11 e illuminante e coglie certamente il caso di Landolfi, ma finisce per inglobare sotto l'etichetta di fantastico una vastissima pro- duzione letteraria novecentesca, in special modo di gusto postmodemo. Sul fatto se il fantastico trovi realizzazione nell'opera landolfiana, i critici sono divisi fra chi non ha remore ad ammetterlo e vede anzi la sua produzione come decisamente ancorata a tale genere, e chi dubita invece che il suo opus si possa ricondurre al fantastico senza una qualche problematizzazione. Gli uni, come Barberi-Squarotti ed Amigoni, fondano le proprie posizioni per lo piu attraverso letture che guardano ai significati della scrittura landolfiana sul piano esistenziale e biografico, mentre gli altri (come Cecchini, Carlino, Lazzarln e Secchieti) arrivano alle loro conclusiohi atttaverso metodologie piu legafe all'analisi .. dei dispositivi testuali e all'estetica della ricezione. Lazzarin, ad esempio, rileva neH'opera dello scrittore "un percorso che conduce[ ... ] dal fantastico classico, al meta-fantastico al silenzio."12 E specifica che la produzione fantastica della prima fase, fino alle soglie degli anni '50, puo al piu essere intesa come 'classica' in quanto ripropone molti motivi presenti in quella ottocentesca di questo genere; esclude pero che si tratti di testi epigoni essendo essi costruiti con altre tecniche narrative, che preve- dono tra l'altro un discorso ironico e una riflessione metanarrativa13• Mentre Secchieri (2005), richiamando da una parte l'attenzione sulla vaghezza del concerto letterario di fantastico e analizzando dall'altra quali sono gli specifici dispositivi discorsivi usati dallo scrittore, e piuttosto cauto a riconosceme la presenza, precisando che l'opera di Landolfi propone al piu un "fantastico di parola". Ede una posizione a mio avviso hen convincente. Anche limitandosi a considerare il solo caso del Racconto d'autunno non si puo non constatare che le operazioni discorsive effettuatevi indicano piuttosto una volonta di corrosione di quel genere piuttosto che di adesione, 14 a meno di non ridefinire i fenomeni che individuano un testo come fantastico e abbandonare come termine di orientamento la produzione del XIX secolo, la quale appunto con i primi studi teorici sul genere fini per imporsi come canonica. 11 Cfr. Farinelli, 2008: 78-80 12 Lazzarin, 2002: 233. 13 E proprio in ragione di questi aspetti escluderei, personalmente, di considerarli come realizzazioni di un fantastico 'classico'. 14 Per un'analisi de! fenomeno indicato in altri racconti landolfiani si rimanda a Carlino, 2008; Cecchini, 2001; Lazzarin, 2002 e Farinelli, 2008. 157 Del fantastico piu noto i1 racconto in questione non ricalca che alcuni aspetti superficiali concementi motivi, personaggi e ambientazione: l'edificio isolato buio e labirintico in cui succedono accadimenti strani15, la presenza di un personaggio enig- matico nella figura del vecchio proprietario della casa, il motivo del ritratto seducente/ inquietante nonche quello dello spettro. Anche nella dispositio Landolfi segue, nella prima parte del testo, una struttura attesa in racconti di genere fantastico, inserendo dei segnali premonitori dell'evento sovrannaturale e tali da preparame la possibilit:a del suo accadere. 16 Certamente l'episodio dell'apparizione dello spettro mette in crisi la logica verosimile della realta in cui ha luogo la storia, in quanta trasgredisce il principio vigente in natura di impermeabilita fra la sfera dell'animato e dell'inanimato. E proprio un fenomeno simile, ovvero i1 sopravvenire di un fatto incompatibile con la real ta data, aprirebbe lo spazio del fantastico, se creasse allo stesso tempo esitazione nel soggetto che si trova a confrontarvisi (rispettivamente lettore e narratore e/o protagonista). Per- ch6 il genere in questione, secondo Todorov e i teorici che seguono le sue posizioni, si distinguerebbe da altre modalita narrative che pure creano una sovrapposizione di mondi incompatibili, quando l'evento inspiegabile fosse avvertito come logicamente "spiazzante" e diventasse momenta di una sfida epistemologica17• Mae proprio cio che non accade nel Racconto d'autunno. I1 narratore e protagonista none preso, se non sul momenta, da dub bi, ne si misura successivamente con una ricerca di spiegazioni. In sostituzione del canonico momenta dell'esitazione l'autore introduce l'episodio del-ritomo del-protagonista-sugli-stessi luoghi dell'evento singolare, dove incontra Lucia, la figlia della morta. I1 racconto della ragazza fara comprendere al giovane la ragione degli strani movimenti avvertiti nella casa, ma non certo la natura del fatto inverosimile cui ha assistito, che non sembra occuparlo piu e che nella logica narrativa resta un episodio senza soluzione, del tutto isolato da quelli che seguono. I dubbi, i ragionamenti e le indagini del protagonista appaiono solo nei primi episodi e si rivolgono a fatti strani ma non illogici (come dei rumori inquietanti) avvertiti nell'ambiente; essi terminano invece, piuttosto che intensificarsi, proprio con l'accadere dell'evento logicamente paradossale, quasi in un ribaltamento della dispotio tipica di un testo fantastico, mentre ci si attenderebbe che fosse proprio l' apparizione dello spettro a imporsi come perturbante e doverosa di inda- gine. Ecco dunque un ulteriore caso di narrazione condotta secondo una certa strategia retorico-discorsiva e vicina per alcuni aspetti (non ultimo una disposizione a climax degli avvenimenti) a quella del fantastico ottocentesco, la quale viene interrotta poi ad un preciso punto ( alla fine del cap. XIV) a partire dal quale, con una svolta depistante, il testo presenta un epilogo inatteso rispetto alle premesse. Di esempi simili ce ne sono 15 "[ ••• ] ebbene, come tollerare una sia pur occasionale convivenza con creatura tanto enigmatica, estranea, secondo pareva, al mondo degli uomini?" Landolfi, 1991: 452. 16 Su questo aspetto cfr. Farinelli 2007. 17 L'operazione tesa a individuare la specificita genetica di un'opera misurandone l'aderenza che al canone, ovvero a norme ideali e puramente orientative, e certo questionabile. E tuttavia senza un qualche criterio orientativo e difficile affrontare qualsiasi discorso genetico. Pensiamo che cio valga anche per un genere dalle caratteristiche cosi poco codificate come quello fantastico ( che e una posizione sostenuta tra altri da Lugnani, 1983). Per ii genere in questione ci si rifa qui ai due principali criteri strutturali indicati da Todorov (1970) e riproposti da Durst (2002): sovrapposizione di logiche incompatibili ed effetto perturbante sul lettore e narratore e/o protagonista. 158 diversi nell'opera dello scrittore; basterebbe ricordare quelli de La pietra lunare e La donna nella pozzanghera. La traccia appena abbozzata di discorso fantastico non solo non trova sviluppo nel Racconto d'autunno, ma sparisce del tutto e ii testo continua nei modi di un racconto d'amore e follia, ii quale si carica poi di senso metaletterario. Gli ultimi tre capitoli, infatti, attraverso ii vaneggiare della ragazza, mettono in scena proprio l'ambiguita della parola. Se non e coinvolto in una sfida epistemologica ii narratore e protagonista, tan- to meno lo e ii lettore, non collaborando ii discorso a sostenere ii patto d'illusione. Questo si incrina prima di tutto per un'iperletterarieta del testo; la presenza di motivi tramandati ha infatti l'effetto di ostentare la natura finzionale della storia e l'artificio che la sostiene. Gia ii titolo allude chiaramente al Racconto d'inverno di Shakespeare, in cui, attraverso I' episodio della statua che prende vita, e presente un analogo caso di sovrapposizione di animato e inanimato; senza contare i riferimenti precisi, nel testo, alla letteratura magico-esoterica (l'invocazione della morta e una traduzione letterale della Preghiera delle silfidi) e i rimandi piu sporadici a Dante connessi al motivo de Ila donna quale spirito di luce18, o ancora i richiami alla letteratura fantastica del XIX secolo e in particolare a Casa Usher di Poe. II patto d'illusione e inoltre minato sia dalla vaghezza generale in cui sono presentati gli avvenimenti (restano assenti indi- cazioni su tempi, luoghi e identita), sia dalla poca attendibilita del narratore. Questi e pronto, ad esempio, a dichiarare l'apparizione della morta un inganno