ANNO XV. Capodistria, 1 Dicembre 1881. N. 23 LÀ PROVINCIA DELL' ISTRIA Esce il 1° ed il 16 d'ogni mese. ASSOCIAZIONK per un anno fior. 3; semestre e quadrimestre iu proporzione. — Gli abbonamenti si ricevono presso 1» Redazione. ANNALI ISTRIANI del Secolo deciinoterzo. *) l;!3ft, — Presso Anagni, settembre. L'Imperatore Federico 11 conferma in seguito ad istanza di Corrado, vescovo di Trieste, non solo le donazioni fatte da' suoi predecessori alla Chiesa triestina, ma vi aggiunge Sipar, Umago, Fontana Geòrgie a, il Castello di Vermes e l'isola Panziana. Min. Acta et diplom. - To. I, p. 16, - e Scussa St. Cronogr. di Trieste. - Pag. 59. 230. — Trieste, 1 ] novembre. Il vescovo Corrado Boiani della Pertica muore in odore di santità e vieue sepolto nella cattedrale ; i suoi funerali furono onorati dalla presenza del patriarca Bertoldo. Scus. St. Cronogr. di Tr. - Pag. .59, - e Capp. Le Ch. d'It. - To. Vili, p. 751. !230. — Avanti la chiesa di San Pietro di Liceto, 19 novembre. Ser Federico de Brazago induce i fratelli Vidotto e Fabiano, signori del castello di S. Giorgio alla destra del Quieto (detto anche Castion, Castiglione), ad un concordio con Gerardo vescovo di Emonia riguardo l'abazia di S. Martino di Tripoli presso Orteneglio, donata dai suoi predecessori al convento di San Daniele in Venezia. I due fratelli nel restituire al vescovo la chiave di detta Chiesa promettono di voler continuare nella protezione di quel monastero di Benedettini (Ci-sterciensi?) Il priore di San Martino era irà Giovanni Bono. Cod. Dipi. Istr., - ICand. Indie, ecc. - Pag. 28, -Capp. Le Ch. d'It. - To. Vili, p. 751. 1230. — 20 novembre. Bertoldo patriarca di Aquileia permette al comune di Pola di eleggersi il podestà. Carli. Antieh. Ital. - To. V, p. 221. 1231. — 20 novembre. Bertoldo, patriarca di Aquileia, stringe pace col comune di Parenzo. (Cont.) Carli. Antich. Ital. - To. V, p. 182. Articoli comunicati d'interesse generale si stampano gratuitamente. — Lettere e denaro franco alla Redazione. — Un numero separato soldi 15. — Pagamenti anticipati. L'inchiesta sulle condizioni dell' agricoltura in PROVINCIA La proposta fatta dall'onorevole corrispondente di Parenzo nell'ultimo numero della Provincia, svolta con tanta copia di buone ragioni, è di grave importanza, e, osiamo dire, è la manifestazione di una necessità, se non bene definita oramai sentita da tutti; è il tema la cui soluzione deve oggi diventare il programma di azione del nostro paese. — Non è da dubitarsi quindi che la proposta inchiesta sulle condizioni dell' agricoltura, quando sia bene compresa, sia anche accettata da tutti con la viva soddisfazione, che si sente nel mettersi all' opera con una speranza non vaga di ricavarne buon frutto, animati da quel gran bisogno di muoversi per progredire. Il progetto di affidare l'operato dell'inchiesta alla nostra Società agraria è il più giusto che si possa pensare. Difatti non è forse la Società agraria quella che unisce in un fascio tutti gli agricoltori della provincia ? E lo scopo dell'unione, non è forse quello di migliorare le condizioni agrarie del paese? Con tutta ragione la nostra Società agraria, che si è assunta l'incarico di indirizzare il progresso rurale dell' Istria, ha il diritto di iniziare, e l'obbligo di sopportare un' opera di tanta importanza per cui occorre la sua autorevole direttiva, e di tanta difficoltà per cui si domanda il concorso di uomini desiderosi del bene, pratici delle cose agrarie. „ Ricercare diligentemente e determinare „ quale sia lo stato generale della nostra rustica „ economia, quali i suoi veri ed effettivi bisogni, „ quali le movenze miglioratrici, affine di prov-, vedere a quelli, e di aiutar queste, cou i suoi 178 ■ A ■ > /! A. „ incoraggiamenti, con i suoi consigli, ed altresì „ con lo proprie ricerche. „ Ecco in poche parole il programma dell'inchiesta che deve proporsi la Società agraria; lo abbiamo trascritto da cpiel savio programma che si ò imposto molti e molti anni or sono la insigne accademia dei Georgoili, eli' ebbe tanta parte nel miglioramento delle condizioni agrarie della Toscana. Lo abbiamo trascritto perchè nella sua brevità racchiude tutto il vasto campo delle ricerche ed accenna ad ogni via che si deve percorrere, ed ai risultati che si devono raggiungere; lo abbiamo trascritto anche per ricordare in qualche modo, come quel sodalizio bene organizzato ha saputo corripondere allo scopo per cui fu istituito, e che la via prescelta per arrivarvi fu quella, che oggi noi ci proponiamo di seguire. Lo scopo dunque, intendiamoci bene, di questo lavoro che dobbiamo intraprendere, non sarà già quello già tentato coi sussidi governativi, come molti si ricorderanno, ancora nei primordi della vita sociale ; scopo che non sapremo bene definire e clic esigeva la compilazione in epoche fisse, di lunghe liste di cifre che dovevano rappresentare lo produzioni medie delle varie colture; cifre sempre lontane dalla verità e per la grande difficoltà di desumerle, e per la ritrosia innata nell'agricoltore, di far'conoscere i fatti suoi per tema di nuovi aggravj. Non ci proponiamo già di compilare una statistica agraria, ma di conoscere le condizioni attuali della nostra economia rurale; perchè da questa conoscenza si possano avere i dati onde risolvere i molti quesiti per il miglioramento delle condizioni stesse. E per poco che ci azzardiamo a gettare l'occhio su questo vasto campo di ricerche vedremo come ci si affolleranno intorno i numerosi temi che domandano uno scioglimento. E incomincie-remo dal considerare la gente rurale, e primi i proprietarj, sia che appartengano alla grande possidenza o che da per loro coltivino la terra che devo sostentarli. E tosto ci si farà davanti la scarsa istruzione, e più assai la scarsa attività dei proprietari così detti signori ; la mancanza, per quelli che sono volonterosi di riforme, del personale necessario per iniziarle e condurle a buon fine. Come mai intraprendere la trasformazione degli aratorj passivi, in vigneti e frutteti, se non si disponga di fattori, e operanti che sappiano condurre queste coltivazioni? Lo studio intorno ai piccoli proprietarj coltivatori, ci farà vedere quali miracoli di produzione si possano ottenere coli'assiduo lavoro; in altri luoghi ci farà persuasi che a torto si getta l'accusa di infingardaggine per dimostrare la miseria, la quale invece dipende o da mancanza assoluta d'istruzione o da mancanza di strade, o dalle pessime condizioni igieniche e morali. Vedremo come sia necessario studiare una riforma del patto colonico dove esiste la mezzadria, dei. contratti di soccide per 1' allevamento degli animali. Ed a proposito dell' allevamento degli animali ricorderemo che la nostra Società agraria aveva posto mente con savio intendimento, al miglioramento dello razze bovine, ed ebbe campo anche di constatare i buoni effetti dei provvedimenti presi, e che per fatalità furono sospesi. Le condizioni dell'allevamento degli animali formeranno argomento di accurate ricerche, e ritorneremo tosto sulla buona via incominciata, per procacciarci vere e legittime razze che corrispondano alle esigenze del clima e dei lavori. I provvedimenti d'acqua, il miglioramento delle condizioni igieniche nei luoghi più infestati dalle febbri ; l'introduzione delle piccole industrie agrarie ecc., saranno altrettanti temi che ci si presenteranno ordinati e forniti di tutti i dati necessarii per uno scioglimento esauriente e pratico. Ed è appunto questo il .frutto che speriamo ; ricavare da una bene organizzata .inchiesta sulle condizioni agrarie. I buoni amici ci hanno avvertito in varie occasioni, che noi ci lasciamo trascinare all' entusiasmo con molta facilità, ogni volta che ci si parla di miglioramenti delle nostre condizioni, j ma appena appena tentata l'aspra via per arrivare a conseguirli, le forze ci vengono meno. Stiamo in guardia, non illudiamoci sul tocca el sana dei nostri studj ; ma abbiamo sempre pre-I sente che il progresso agrario di un paese non è che un caso particolare del progresso generale di cui è forza che segua le leggi. L'Istria pro-I gredisce, e ce lo hanno dimostrato se non altro,] gli ultimi risultati dell' anagrafe. Exccìsior! nessuno manchi all' appello quando saremo chia-j mati a rispondere ai quesiti che ci saranno pre-j sentati, e che attendiamo con la piena fiducia che la direzione di questi studj sarà fatta con abilità, con energia e perseveranza. Il commercio di Trieste e la nuova linea doganale Riportiamo per intero il rapporto della spettabile Carne ra di commercio e d' industria di Trieste, alla I. R. Luogotenenza che ce aveva fatta richiesta in seguito a deliberato della Camera dei deputati (1 giugno a. c.). sugli effetti derivanti al commercio di Trieste dall'incorporazione dell'Istria e della Dalmazia nel nesso daziario generale. Ecc. ». r. Luogotenenza! „Cou ossequialo decreto 28 p. p. N. 13061-—111, codesta eccelsa Carica invitava la scrivente, in base a decreto dell'eccelso i. r. Ministero del commercio dd. 23 p. p. N. 20677 ad esternarsi con tutta sollecitudine sugli effetti dell'incorporazione dell'Istria e della Dalmazia nel territorio daziario generale, sul commercio di Trieste, e ciò onde fornire il materiale necessario per corrispondere ad analoga risoluzione presa fino dal 20 giugno a. c. (recte 1. giugno a. c.) dall' eccelsa Camera dei deputati in Vienna, secondo la quale l'imp. Governo veniva incaricato di presentare sollecitamente alla Camera stessa un rapporto sugli effetti in discorso. È perfettamente nota alla scrivente tale risoluzione della eccelsa Cambra dei Deputati, e dossa rammenta benissimo, com' emèrge altresì dai relativi protocolli stenografati, eh' essa fu presa in seguito a Memoriale e Petizione di questo Municipio e della Camera di commercio e d'industria dd. 12 novembre 1880. Anzi a Completamento di tale proposta giova qui rilevare che la sudtfeltan risoluzione1 delia Camera dei deputati, oltre al stodd^to córriptòo ueghato col N. 1, ne conteneva anchfc un secondo punto che formava parte integrale della risoluzione stessa, e che incaricava altresì il Governo a prender cura che, col mutato ordine di cose, la posizione di Trieste, quale emporio mercantile, venga il meno che sia possibile pregiudicata, incarico questo, che qui si rammenta con riconoscenza. Passando ora ad evadere il preciso incarico avuto, la sottoscritta uon può diseonoscere essere alquanto difficile di pronunciarsi fin d'ora con precisione sugE effetti dell'iucoi poi azione dall'Istria e Dalmazia nel nesso doganale, poiché i dati statistici che costituiscono comunemente la base più sicura per simili argomentazioni. riescono sbilanciati dalla circostanza che in limino a tale incorporazione e cioè sullo scorcio dell' anno 1879, vennero , per quelle parti spedite uua insolita quantità di merci, onde fruire dell'esenzione daziaria, per cui la diminuzione che si riscontra nell'anno successivo, cioè nel 1880, non può essere messa tutta a càrico dell'incorporazioTie in discorso, ma in parte va attribuita ai depositi formatisi per tal modo eccezionalmente ueH'lsijja e jiell^ Dalmazia, e quindi pel minorato bisogno'di ritirarne!'sì tostò altre proviste. Non pori,auto,'.ciò premesso:, uon saranno qui fuor di luogo alcuni dati statistici rilevati dal proprio Ufficio: Le importazioni a Trieste dall' Istria ascesero nel 1877 ad un valore di f. 3,327,414 „ 1878 „ „ „ „ 3,381.410 „ 1879 „ „ „ 3.418,241 , 1880 „ „. , , 3,011,902 quindi una diminuzione nel 1880 in confronto degli finui anteriori di circa 3 a 400,000 fiorini ossia circa 10 per cento. Le importazioni a Trieste dalla Dalmazia furono come segue: , nel 1877 valore f. 0,277,1G0 „ 1878 „ „ 3,561,380 „ 1879 , „ 4,910,489 „ J880 „ „ 5,107,009 quindi nel 1880 una diminuzione di circa 1,100,000 in confronto al 1877, cioè di circa 20 per cento, ed un lieve aumento di 200,000 f. circa il 4 per ceuto in confronto del 1879. Passando ora all'esportazione da Trieste per quelle provincie, locchè costituisce l'elemento principale per rapporto al nostro quesito, ecco il loro andamento : L'esportazione da Trieste per l'Istria fu nel 1877 pel valore di f. 6,523,352 „ 1878 „ „ , 5,693,924 v 1879 „ „ ), 6,784,138 * „ 1880 „ „ „ 5,145,-510 Queste cifre sono interessanti. Esse dimostrano che malgrado le preaccennate forti spedizioni nel 1879 per fruire dell'esenzione del dazio, pure i valori uon superarono che di circa 200,000 i consimili valori esportati da qui per l'Istria nel 1877, cioè di circa 3 per ceuto, quando nel 1880 diminuirono di circa mezzo milione di fiorini in rapporto al 1878, ossia circa del dieci per cento. Le esportazioni da Trieste per la Dalmazia furono nel 1877 pel valore di f. 14,577,466 „ 1878 „ n , 16,574,205 „ 1879 „ „ „ 18,356,979 „ 1880 „ „ „ 14,537,626 Si vede da ciò che l'anno 1880 preseuta una diminuzione di quasi 4 milioni di fiorini in confronto del 1879, diminuzione questa che si potrà benissimo ascrivere in gran parte, come già si è detto, all'eccezionale accumulamento di merci nel 1879; ma ciò nou toglie che sa vogliasi prendere per anno normale p. e. il 1878, abbiamo anche in confronto al 1878 un decadimento nel 1880 di circa 2 milioni di fiorini, ossia circa 11 per cento, e siamo ricaduti sulla cifra minima del 1877, auzicchè progredire come sarebbe desiderabile. Dunque noi abbiamo da registrare pur troppo una decadenza su tutta la linea sia nelle importazioni dall'Istria e dalla Dalmazia, sia nelle esportazioni per quelle provincia; e qui giova osservare cha so anche com'è chiaro, l'incorporazione delle medesime al nesso doganale non può esercitare per ragioni di dazi alcuna diretta influenza sulle importazioni a Trieste, pure non solo le esportazioni da Trieste, ma pur anche le importazioni stesse ne subiscono una sfavorevole influenza indiretta per quest'ultime, ma pur tuttavia dannosa pel nostro commercio. E ciò è perfettamente consentaneo al naturalo andamento del commercio iu genere che costituisce uu nesso, un equilibrio, negli scambi delle derrate, di modo che ove si alteri il coefficeute delle esportazioni, anche quello della importazioni deve per naturale conseguenza subirne analoga alterazione. E giacché in via incidentale abbiamo fatto cenno delle rilevanti quantità di merci spedite in limino della clausura in Dalmazia e in Istria, giova soggiungere, a scanso di illusorie interpretazioni, elio coloro elio si sono lasciali adescare a suo tempo da questo genere di speculazione, anziché intascare lauti guadagni come si lusingavano, subirono non lievi perdite per il soverchio aumento dei depositi in quelle provincie di limitato consumo e pel conseguente ribasso nei prezzi delle rispettive derrate. Esaurita con ciò quella parte statistica che poteva ui trovar applicazione, la scrivente per non arrestarsi a semplici cifre, le quali, per quanto indiscutibili siano nella loro essenza assoluta, pure possono dar adito a differenti interpretazioni secondo il relativo punto di vista dal quale si contemplano, non ha maucato di sviscerare la cosa anche dal lato pratico per quanto la imposta brevità del tempo lo ha permesso. Ella ha cioè in via breve interpellato parecchi signori negozianti che lavorano in manifatture, coloniali petrolio, ed altri generi per quelle parti, e tutti ad una voce si sono espressi nel senso che essi ne risentirono grave danno, e rilevante diminuzione d'affari dopo l'anzidetta incorporazione; specialmente il commercio di dettaglio ne è assai pregiudicato, talché se non vi fosse il cosidetto Losuugs - Verfahren, cioè la speculazione, le loro operazioni, diminuite oramai di circa una terza parte, andrebbero incontro ad una leuta forse ma letale consunzione. E che la cosa non possa essere altrimenti lo si ravvisa nel fatto che il consumatore dell'Istria e della Dalmazia che da tempi immemorabili trovava sulla nestra piazza per abitudinaria consuetudine gli oggetti a lui occorrenti, oggi invece si pone in diretta comunicazione coll'industriale dell'interno che mediante i suoi agenti gli fa le sue offerte, con danno manifesto della nostra piazza. E qui giova rilevare qualmente anche le cifre statistiche poc'anzi accennate vadano interpretate con ispe-ciale criterio, inquautochè esse comprendano altresì quelle spedizioni che dall'interno passano per Trieste, di transito, e sulle quali il commerciante di Trieste non ha che il piacere di vederle passare sotto ai propri oechi senza profitto alcuno. La merce estera poi è pressoché esclusa per le alte posizioni tariffali, e quindi in sostanza tutta la innovazione si riduce ad un aperto protezionismo fin negli ultimi dettagli a favore dell'industriale dell' interno, e a scapito del commercio di Trieste. Aggiungansi le formalità doganali, le bollette, i piombi, la perdita di tempo e le spese inerenti, e si avrà un quadro completo dei disavautaggi che ci derivano, le quali formalità e manipolazioni bollettario e di controllo, se anche costituiscono un cómpito. speciale degli organi di finanza, non cessa siano gli ognor deplorati inceppamenti del commercio, il quale nella piena libertà delle franchigie portu\rie ravvisa e ravviserà sempre il reale e razionale elemento del suo benessere e del suo sviluppo. Ed è perciò che infine la rispettosa sottoscritta non può anche in quest'incontro che confermare tutte le anteriori sue aspirazioni nel senso della libertà commerciale, pregando codesta eccelsa i. r. Luogoteneuza, la quale nella sua alta assennatezza e reale pratica cognizione del paese è più che altri mai in grado di giudicare le tristi sorti cui i nostri destini commerciali vanno pur troppo incontro, voglia, nell'accompagnare all' eccelso Ministero quest' ossequioso rapporto, illustrarlo di benevole luce ed affettuoso appoggio non senza raccomandare altresì la miglior soluzione della seconda parte dell' anzidetta risoluzione, vale a dire quella per noi vitalissima, di provvedere cioè efficacemente e sollecitamente, affinchè col pur troppo mutato ordine di cose, la posizione di Trieste quale emporio mercantile venga opportuuemente favorita e alacremente coltivata, a vantaggio non solo di questa piazza ma pur auco a beneficio della Monarchia. CORRISPONDENZE Istituto di credito fondiario provinciale Faremo, 24 Novembre Neil' ottava seduta dell'Istituto di credito fondiario istriano, tenutasi li 9 Novembre a. c., dopo avute alcune comunicazioni dalla Presidenza, e prese delle disposizioni d'ordine interno, il Consiglio occupavasi dell'esame e deliberazione sopra N. 69 istanze per concessione di prestiti, nella somma complessiva di f. 95,000. Ne furono accordate 43, pel capitale di f. 70,400, e respinte 26 per f. 24,600. I mutui accordati si ripartiscono fra i vari distretti nelle seguenti proporzioni : distretto di Capodistria, mutui 7 per fiorini 21,000 20,000 17,000 4.000 2,700 1,400 1,000 1,000 700 600 „ 300 Assieme mutui 43 per fiorini 70,400 Dal principio dell'attività dell'Istituto fino ad oggi le domande per aprimento di credito ascesero a 480, pel capitale complessivo di f. 721,900, II numero totale dei mutui accordati è di 249, per f. 397.500, cautati da un valore ipotecario in case e terreni campestri di f. 997,960.38, rilevato dai propri periti fiduciari colle norme dell'apposita istruzione. Il mutuo massimo fu di f. 35,000; il minimo di fior. 200. Dei 294 mutui accordati, ne vennero fiuora estradati 177, per la somma di 269,000. (G.) LA MOSTRA AGRARIA all'Esposizione Industriale di Milano*) Y Della meccanica agraria, mentre non forma un gruppo a sè, credo necessario di parlarne, massime perchè in oggi tutto vuol andare a macchina. Questa parte dell'esposizione meccanica, piitt* tosto che rappresentare una generalità, manifesta un ideale italiano, un progresso ambito ed ottenuto, quantunque su piccola scala, una promessa per l'avvenire. Difatti, mentre in alcune macchine n Pola w 4 r> Pisino 1) 9 r> Albona n 2 » Veglia n 9 i» Moutona 1) 3 » Dignano ■ 3 » Castelnuovo n 2 » Cherso » 2 * Buje » 1 » Parenzo n 1 si trova quasi la perfezione del lavoro, in altre si osserva uno studio quasi primitivo. Interrogato 1' anno scorso uno dei primi costruttori regnicoli, perchè nelle macchine italiane non si ha perfezione di lavoro, finitezza di linee che distinguono tanto le macchine inglesi, tedesche ed americane, mi rispose, che tutto ciò potrebbero fare anche gl'italiani, ma che una tale accurata costruzione non verrebbe ricercata, perchè quello che domandano tutti si è il prezzo mite. Questa rir sposta è molto eloquente, ed i commenti quindi al lettore. Le prime macchine che si presentano al visitatore sono le trebbiatrici a vapore, di cui alcune sono veramente mirabili. Quantunque sia azzardato ogni giudizio sulle macchine prima di vederle in azione, pure mi pare che degna d'encomio sia la trebbiatrice losimini di Grossetto (Toscana). Egli infatti nulla la trascurato per rendere questa macchina perfetta, sia dal lato del meccanismo, sia pel modo vera-nente finito con cui è stata lavorata. Gli encomii icevuti in varie esposizioni e le medaglie d'oro Ielle quali una anche a Vienna nel 1S73, dimo-Irano nel signor Cosimini un egregio costruttore. L'officina meccanica e fonderia de Morsier di ÉMogna espone, oltre a delle macchine verticali 1 vapore che agiscono in altro gruppo, 2 treb-latriei; di cui una della forza ili S cavalli e «Iti prezzo di 1. -1500, ed un' altra economica Itila forza di 2 cavalli, molto raccomandabile |w piccole aziende del valore di 1. 1500. Fra i molti altri costruttori, quelli che si Ifctinguono sono: Rattazzi Giuseppe di Spinetta Ikengo (Alessandria) per un trebbiatojo a -i ■tote con un pulitore da grano; Dell' Era Bat-ijtiita di Belgiojoso (Pavia) per due trebbiatoi, Imo della forza di S cavalli, l'altro di 3; Locami Ipseppè di Vercelli per una trebbiatrice di 7 avalli a vapore. Il Sig. Lorenzo Àrbicò di Torino presenta |u arpice seminatore. Questi non contento di \\ ostruire imperfettamente una seminatrice a 2 < traili, volle apporvi dietro anche un arpice. Così i dica del sig. Costante Menin di Pressana (Verna) per la seminatrice a cucchiai coi tubi con-| littori di caoutschouk. Alle trebbiatrici seguono degli importantissimi | itiitori di grano turco, dei quali merita nominare aello esposto da Emilio Panocchia di Livorno ® un suo nuovo sistema ad elica, e quello di elio Giovanni da Udine, In fatto di trebbiatrici, ventilatori e di vaglio, tenitori a mano ed a maneggi, si distingue la fabbrica dei fratelli Mure di Torino, di cui vidi principalmente uno svecciatore molto perfezionato;-il ventilatore dei fratelli Orini di Milano, e quelli esposti da Baie e Edward» pure di Milano, col sistema Corbetta, sono pure dégni d'elogio.: Anderlini Giuseppe di Modena espone di rimarchevole un trinciaforaggi ad elica e 2 amniof-statoj a cilindri scanellati; così pure/,meritai: da menzionare un bellissimo trinciaforaggi, e buono in specie per tagliare la foglia gelsi, di Ca];iti Giovanni di Canpgrate (Milano). .. Con -1 aratri dei fratelli Cornili di Treviso cominciano gli attrezzi per la lavorazione del terreno. Questi si distinguouo per una bella curva ben trovata, dell'orecchio. Sono destinati per lavori profondi; la bure però è in legno, ciò che rende forse l'aratro di forma troppo goffa. Il Sig. Abeni-Guareneri di Brescia espone dei bellissimi aratri tutti in ferro e per tutti i terreni, ed è uno dei migliori espositori d'aratri. ffon così si può dire del costruttore Sala Francesco di Pavia, che quantunque la curva degli aratri esposti sia bene indovinata, sulla costruzione lascia alcunché a desiderare. 11 più volte premiato costruttore Tomaselli Giacomo di Cremona espone degli aratri di bella costruzione, la cui bure è in legno. La sua mostra però non si limita a questo; egli espone anche 4 seminatrici per cavalli, ma credo che il Tomaselli riesca meglio nella costruzione degli aratri. La ditta Biggi Giovanni e Comp. di Piacenza espone molte cose, ma quantunque in altre esposizioni abbia riportate delle medaglie, in quello che qui presenta non vedo niente di eccezionale, anzi ne trovo trascurata la costruzione. I signori Broggi e Castiglioni all' incontro lavorano con cura, e tutte le cose esposte, fra le quali delle seminatrici in linee ed una falciatrice, meritano speciale considerazione. I concimi chimici occupano un posto modesto nella esposizione industriale di Milano, pure non sarà discaro intrattenersi qualche pò, visto il rapido progresso che ha fatto anche in questa parte l'Italia. La società Vespasiana di Milano è una delle più floride in questo genere che sono in Europa, di quelle cioè che hanno lo scopo di utilizzare le fecci delle città. A Vienna, a Berlino, a Parigi se ne sono fondate parecchie ; ma tutte fallirono ; questa all' incontro, come si rileva dai dati statistici esposti, conta già parecchi anni d'esercizio, ed il credito che vanno acquistando ognor più i suoi concimi, fa promettere ancora lunghi anni di vita. Questa società importante espone dei campioni di fosfati in polvere, torba, fuligine, cenere satura d'urina, perfosfati e del fondo naturale d'urine. Nè questa è la sola delle società che hanno questo scopo a Milano, ma c' è anche quella „Dei pozzi neri," la quale espone oltreché dei dati statistici, del concime in polvere a base di materie fecali. Lo stabilimento Pino Luigi e Comp. di Torino con filiale a Milano si distingue per concimi specializzati di cereali, ortaggi, fiori con rispettive analisi fatte dal prof, di chimica Vincenzo Fino che dirige questa fabbrica. Il Dr. Giuseppe Borella di Novara presenta i disegni del suo stabilimento, ove manipola il sangue, le ossa, le urine e lo solfo da cui estrae l'albumina, la colla, il solfato ammoniaco, tutte le varie specie di concimi e delle polveri antisettiche ed enologiche. Passata questa, ci si trova dinanzi ad» una bella vetrina in cui vi stanno in vasi posti elegantemente, non già dei conditi, ma dei campioni di concimi. La ditta è di Genova, Massa Solari, ed espone delle ossa sgelatinate, polverizzate, del concime per viti, del fosfato guano, del sangue in polvere e secco, delle unghie in polvere e del superfosfato. La fabbrica di nitro e prodotti chimici di Vigevano (Pavia) espone dei solfocarbonati anti-lìllosserici ; Kluzer Magugliani di Abbiategrasso (Milano) espone fra i concimi artificiali del Guano disciolto ed artificiale, che da quanto si legge nelle analisi esposte è molto raccomandabile. La mostra del fabbricatore Gambini Pollenghi e C. di Lodi è una delle migliori, dopo quella già accennata di Massa Solari. Espone del concime chimico a base di perfosfato e di materie prime rese atte alla concimazione come polvere di pesce, sangue ecc. Importante è la mostra di Candiani Ercole di Sesto Calende (Milano), che lavora i prodotti ottenibili dagli equini ; e qui grasso, gelatina, sangue, ossa ecc. Cavalca Martinotti di Casalmonferrato (Alessandria) lavora specialmente in guano originario e ne mostra i relativi campioni. Rossi Carlo di Torino espone fra gli altri concimi uno da lui chiamato Stella, il quale oltrecchè avere in sè tutti i materiali concimanti, è anche insetticida. Egli da ultimo presenta degli estratti di materiali vegetali ed animali. La società italiana per le latrine esportabili e per la fabbricazione dei concimi, colla sede in Firenze, presenta un assortimento, di concimi per usi diversi, dei concimi economici; di più i disegni delle latrine esportabili inodore. Il Sig. Fiumi di Napoli ha esposto un bel j campionario di concimi artificiali completi ed in-1 completi, e una sua specialità: il guano napoletano. L'Inson di Mantova presenta pure dei concimi artificiali a base di materie fecali e di avanzi di animali morti. Paolo Vergnanini di Reggio Emilia fa vedere i prodotti dell' elaborazione dell' ossa ; così pure fa il Cavazzutti Pasquale di Padova esponendo anche dello spodio. Chiudo questa bella ed interessante sessione, di cui ho procurato di nominare i principali, con la vetrina di C. Airaghi di Milano, dove sono esposti dei varii concimi ed un liquido suo speciale anticrittogamico, delle cui tante proprietà esposte dal' inventore noto quella, che 1 Litro eli questo liquido allungato con acqua fa l'effetto di 50 G. di solfo. Milano, 8 Settembre 1881. Z>. Dr. T. \ Uotizie La stazione provinciale di viticultura e pomologia venne premiata con medaglia d'argento alla esposizione enologica internazionale di Conegliano. L'„Eco Industriale" di Trieste N. 21 contiene al-! cuni cenni sul progetto di una fabbrica di laterizi a Cittauova. I signori Alberti Poja conte Emilio, possidente — Berlam Giovanni, ingegnere — Cosolo Giovanni, possidente — Mingueei Paolo, industriante — Biglietti cav. Dr. Giovanni, ingegnere, hanno pubblicato un programma per la costituzione di una ^Società Anonima" con un capitale di 200,000 fior. V. A. in azioni di fior. 200 l'una al portatore per la fabbricazione di mattoni ed altre specie di laterizi. 11 succitato periodico offre alcune analisi dei terreni e conclude coli'assicurare che l'argilla di Cittauova si avvicina per il contenuto di allumina alle qualità figuline, e siccome il contenuto di cloruri ètenuissimo, risulta fuori di ogui dubbio che dessa è attissima per la fabbricazione nou solo di mattoni e terre cotte, ma pur anco di stoviglie comuni. La linea di ferrovia istriana ha reso dal 1 Gennaio al 30 Settembre dell'anno corrente fiorini 117,199; cioè fiorini 6,613 meno dell'introito incassato nell'uguale limite di tempo nel 1880. Gl'incassi del Settembre decorso sommarono 14,096 fiorini, di confronto i fiorini 17,090 incassati nello stesso mese dell' anni decorso. 1H3 L' I. R. ministero del commercio ba ordinato la introduzione eli un esercizio secondario sulla linea Canfauaro - Rovigno della ferrovia istriana dello Stato. ----- Si è costituita una nuova società di mutuo soccorso in Pola col titolo „La fratellanza Poleuse". 11 prof. Santo Garovaglio, direttore del laboratorio crittogamico di Pavia, dietro risultati felici che egli ottenne, propone, di applicare la calce ai vigneti ammalati di peronospora, e di applicarla o con soffietti o sospesa nell'acqua mercè Iavamenti col pennello; per tal maniera si riescirebbe a distruggere i macchietti conili-feri della peronospota. (Econ. Rurale). La spettabile Amministrazione del Lloyd ba reso pago uu desiderio manifestato da lungo tempo dagli Albouesi, col fare che il vapore che da Fiume si conduco a Trieste e viceversa tocchi il porto Rabaz nou più una ma due vclte per settimana. Di che vengono a sentire non piccolo vantaggio oltre il comune locale di Albona anche i dodici comuni a lei censuari. Appunti bibliografici Poesie (li Giuseppe Giusti annotate per cura dei non toscani da Pietro Fanfani. Quarta edizione illustrata riveduta e postillata da Giuseppe Frizzi. Milano. Libreria di educazione e d'istruzione di Paolo Carrara. Si avvicinano le feste di famiglia: san Nicolò, il Natale, il capo d'anno; è la stagione delle strenue. È giusto adunque che il Ser Appuntino scenda un po' dalle nuvole, e parli anche di libri alla mano. Così si soddisfa pure ad un giusto desiderio del rispettabile pubblico, e si dà varietà agli appunti. Vogliono i babbi, gli sposi, gli amici fare un bel regalo, e introdurre in famiglia uno di quei libri che elegantemente legati si collocano poi dalle signore sul tavolo del salotto fra cento altri ninnoli, e formano l'ammirazióne di due o tre generazioni? Si associno alla poesie illustrate del Giusti. 11 solerte editore Paolo Carrara di Milano, compiuta l'illustrazione del Fusinato ba dato subito mano a rendere popolare il più difficile, il più grande de'poeti satirici. Ala se al primo comparire dell'edizione illustrata del Fusinato, fu detto, trent'anni or sono, che erano uscite — le incisioni di Osvaldo Monti illustrate da Arnaldo Fusinato — non così si può dire di questa. Le incisioni non sopraffano il testo, e sono di una nitidezza e precisione ammirabile. Difficile cosa però l'illustrare il Giusti. Il grande poeta non iscopre il fianco; ma vuol essere spesso indovinato; i suoi personaggi fanno ridere, ma anche fremere; il mesto riso, come egli stesso ha cantato, viene dallo sdegno. L'artista deve adunque indovinare il pensiero del poeta, segnare con correttezza e temperanza; qui non ha luogo la caricatura sbracata, facile, chiassona. Non dirò che l'artista abbia sempre colto nel segno; il dise- gnatore e il poeta potrebbero però spesso dirsi a viceuda „ Pur mo venieno i tuoi peusier tra' miei Con simil atto e con simile faccia." (Iaf. 18) È troppo noto poi come il Giusti sia poeta qualche volta oscuro ai non Toscani per P uso frequente di locuzioni vive, e allusioni a fatti locali ; e ai Toscani stessi pe' suoi modi stringenti coi quali per desiderio di concisione, più che addensare nasconde il concetto; quindi il bisogno di molti commenti. A ciò provvide, per commissione del Carrara, prima di tutti il Fanfani. Ma il Fanfani, Dio lo riposi, con cento affari sulle braccia, pigliò un po' a ^abbo l'impresa; e tirò giù pagine sopra pagine con quel suo stile atrobiliare, ora diluendo il pensiero del poeta in un mar di parole dove non c'era bisogno alcuno di commenti, come se il libro dovesse cadere nelle mani di un Turco; ed ora saltando a pie' pari le difficoltà seuza apporre neppure una parola di schiarimento, dove il testo oscuro richiede veramente una nota. Il Carrara, fatto avvertito di queste imperfezioni, affidò al professor Frizzi l'incarico di «arricchire di postille e di appunti questa quarta edizione. Ed io non ho parole che bastino a lodare l'egregio professore per la diligenza posta in questo suo lavoro e pei nobili intendimenti. E infatti due cose doveva proporsi il nuovo commentatore; spiegare il testo e collocare il poeta in più degna cornice, affinchè le note non stuonassero coi nobili e patriottici sentimenti «lei poeta civile. 11 lettore vedrà subito di quanta borra riempisse il Fanfani le sue note. Veggasi per esempio a pagina 138 la stupida e invereconda storiella di un frate che sarebbe stato mandato da un ministro italiano a diffondere tra il popolo tre numeri sicuri per rovinare così il governo usurpatore, e impinguare invece il tesoro dello Stato. Frequenti poi gli accenni, benché velati, al buon tempo passato; così a spiegare la fina e patriottica satira del Giusti, lui, il Fanfani, viene coram populo ad aprirci il suo quadernaccio del dare e dell' avere, e ci sa dire quanti ha da consegnare all'esattore, ed altre simili fanfaluche che farebbero fremere l'iraconda musa del Giusti. Lode adunque all'egregio Frizzi che ha salvato, per quanto stava in lui, il poeta da una vera profanazione. E più ancora sarà provveduto all' onore delle lettere italiane se in una nuova edizione, che non mancherà certo, avrà il Frizzi carta bianca per adoperare ben bene le forbici. Ho detto che il secondo commeutatore ha supplito pure alle lacune del primo. Ha fatto di più, lo ha auche in più luoghi e sempre opportunamente corretto. Veggasi per esempio a pagina 124. Nota 12 e 13. Il Giusti, toccando di quel signore che invitava gli amici ad un desinare alla buona cautò così uel Brindisi : Non ci solletica Con cibi strani, Sì che lo stomaco Senta domani Fastidio insolito Di stare in briglia Neil' ordinario Della famiglia. 11 Pantani ci appose il seguente commento — Di astenersi, per gravezza di stomaco, quando il giorno dopo va all'ordinario e frugale pasto di casa sua — E il frizzi. — Stolto meglio intendere: Cosicché il giorno dopo lo stomaco si senta inalcoltento dell' ordinaria parsimonia del desinare casalingo. Moltissimi i versi che presentano corno ho detto gravi difficoltà, e ai quali il Fan fan i non ha apposto una parola di commento. Iìeco un solo brano del Giusti ad esempio, tolto dal componimento — La Vestizione. Il poeta, vedendo certe oose da populo barbaro comincia a cantare alla buona, E proruppe da matto in questi accenti, Ai retori lasciando, e a' burattini Grammaticali ed altri complimenti. Il signor Frizzi ci appose la seguente no ta (pag. 165). — „Nè il Fanfani, né l'annotatore della edizione fiorentina del 1868 appongono veruna chiosa a questi versi che mi paiono difficilissimi. L'espressione certo non è ehiara, e quindi nessuna interpretazione può essere sicura. Pure, ritenendo che a cagione dell' ed, non può il grammaticali riferirsi a burattini, nè considerarsi come sostantivo, l'unico senso possibile a cavarsi mi pare il seguente: — E uscì come un matto in queste parole, lasciando da parte ogni leccatura grammaticale e di qualunque altro genere chè son roba da scrittori retorici e da marionette. Interpretati così questi versi risponderebbero in certo modo a quelli delle tre terzine precedenti — ove dice congerie i versi che gli ronzavano pel capo, e che uou baderà a leggi di formo e di materie mescolando cose sacre e profane, ridicole e serie e parole abburattate e popolane. Neanche l'accozzo de' rettori e de burattini mi riesce chiaro in testa, se non pensaudo che il poeta considera retori e burattini una cosa medesima, poiché nò i primi nè i secondi sentono quello che dicono o pajono dire, -t-Confesso che la mia interpretazione non mi appaga pienamente, e elio anzi mi pare molto stiracchiata, così come sono (sit venia verbo) i versi del poeta. A me basta averne tentata una. Altri ci mediti su e m'illumini, che gliene sarò gratissimo. Ed io pure ci ho peusato su, e non ho già la pretesa d'illuminare la gente col mio moccolino. Solo dirò che il Frizzi ha ragione da vendere, e che ha benissimo interpretato gli oscuri versi del poeta, e non c' è altra via di mezzo per uscirne, Il mio debole papere sarebbe che il Giusti, con una delle sue licenze, di cui si faceva bello attestando di non sapere scrivere che ad orecchio, abbia adoperato la parola grammaticali sostantivamente nelsense di grammaticherie, come juvenilia ecc. ecc. alla latina. E vuol dire che tira giù alla buona senza la falsariga dei precetti che lascia ai retori e ai burattini, che per lui sono lo stesso. Anzi, .se male non mi appongo, io credo che il Giusti abbia usato appositamente di quella licenza per dimostrare così col fatto il suo profondo disprezzo (a torto o a ragione qui non è luogo discutere) pei colibeti della grammatica, e reso così più efficace lo stile. In ogni ca^o è uu esempio da citarsi in tutti i trattati presenti e futuri al capitolo —• Della chiarezza della locuzione •— ed i pieno titillo signori professori avranno così occasione di farci sopra una disertazione. Anche vuol essere lodato il commentatore per la sua moderazione pel buon gusto e le rette idee in fatto di lingua. Invece di andare in visibilio per qualche I ribobolo fiorentino di raro usato dal Giusti, e quasi sempre per buone ragioni di stile, sentite come pettina bene gli stenterelli del giorno —^Stroppio, idiotismo per storpio; uno di quegli idiotismi, dei quali si mostrano vaghi i manzoniani in diciottesimo i quali se ne fanno belli come di gemme al dito. Ciò noto pei giovani che son troppo facili ad abboccar tutto, massime se l'esempio di qualche grande scrittore dia ad essi la spinta. Oggi che tanti e tanti pajono essersi proposti, fraintendeudo il Manzoni di imbecerire la lingua, non credo oziose simili osservazioni, e lo farò sempre senza temere la taccia di pedante, ogni volta che me se ne porga 1' opportunità, (pag. 82 Nota 3). Comperine adunque gl'Istriani, e i miei Triestini, nei quali è così vivo l'amore alla patria lingua, questo bellissimo Giusti illustrato e annotato per cura del Carrara che fornisce di ottimi libri la sua biblioteca di educazione. — Oli che! dirà forse qualche giovanotto del liceo, anche il Giusti si ha a leggere adesso con ie note come Dante? Dopo tutto, non è poi sì difficile. — Si eh? Favorisca adunque di leggere questa strota nel Dies irae: Il Chiappini si dispera E grattandosi le pera t> n t j ■ Pensa a Carlo decimo. Echi è questo signor Chiappini? Olii non Io sa? Glielo dirà il Fanfani. E non creda che tutte le sue note, siano poi tutte da buttar via. — Per Chiappini s'intende Luigi Filippo, allora re cittadino di Francia, perchè si dice, che fuggendo suo padre di Francia nel 1791 con la moglie, si fermassero verso Man-adi in Toscana, e che avendo partorito questa una bambina, mentre la moglie di un birro di casato Chiappini avea partorito uu maschio, a prezzo d'oro si tacesse il baratto. La cosa era creduta per modo che una donna, per nome Maria Stella, la quale diceva d'essere la bambina barattata, mosse una lite contro la famiglia di Orleans (pag. 47 Nota 16). Si vende a dispense di quindici centesimi l'una. P. T. PUBBLICAZIONI Sommario della Storia d'Italia di Giovanni De Castro, ad uso delle scuole Normali e Tecniche. (P. I. Tempi antichi. L. 2.50). Il libro è ben fitto, scritto anco bene, e senza faticare la memoria dei ragazzi, dice tutto quanto è da sapersi di quella porzione di tempi e di avvenimenti che discorre, e si estende dalle remote antichità d'Italia, fino alla divisione dell' Impero Romano. (III. It.) Annunciamo con molto piacere un nuovo recentissimo lavoro dell'illustre scienziato Capitano Riccardo Francesco Burton, col titolo Le terme di Monfalcone (Aqua Dei et vitae). raccolto in opuscolo e tratto dal periodico iuglese The Fhidd. Speriamo quanto prima di poterne dar jquì la traduzione, toccando l'argomento anche di Trieste e della nostra provincia. Primo studio delle piante, elementi di botanica, compilati dai professori Lirenzo Camera no e Mario Lessona (figlio dell' illustre Michele). Rn volume di 200 pagine con cento e cinquanta incisioni.