ANNO XIX. Capodistria, 16 Marzo 1885. N. 6. ■ 0Ja9miu«Mi lab alila «ila« oiqmaj oJ«uv cu ©nomi * i1"«1«» i A n n ah i il A i A I M 1 JP «..Ji B B li I h| i 1 Ji| vi B^ B §1 WS fi BlB pj_.fi fi JUb 1 ™fP W I iìS lUS I IMI ,r ,„.,: j > , , -fa&fli ihiiiu» ^noisiiii.tgos y.ai o >iol ni ot»%«7/ì sna oliniu DELL ISTRIA £ 0 .i'Iß'Sß 0*101 -ti f> -J.!». jI £ ijfloiom I OOtTA -ToO Ion ; l fi j ; . ; nnn : " -, ini- «llJiq fiull .gfilfiiiv 9fll0'j a .ßfxileui« sm^iioi ig«'i ■> iiil ai 91ola9bìb ojfljSÜ ton p er -itn j- -.» . b*> ; muivoig ui oJiiamcaof -— - - - Esce il 1° ed il 16 d'ogni mese. 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Domanda ingenua, quando si pensi che in tempi più vicini ì Veneziani fecero levare le colonne di preziosi marmi dalla basilica di Santa Maria Formosa di Pola, sostituendovi altre di pietra cotta; e che quattro colonne della antica basilica di Ca-podistria si veggono oggi uel campanile di Mon-falcone. Così anche le colonne di Muggia saranno andate disperse, 0 rubate 0 vendute ; e nella riedificazione del XII secolo 1' architetto, 0 meglio il muratore, alzò invece i pilastri di quella tettoja, solo conservando l'ambone e gli altri dettagli, per una fortunata combinazione rimasti sempre sul luogo. Rimane a sciogliere il rebus di que' santi dipinti sui piedritti ; il primo è certo un vescovo, ma, come ho già detto, le forme greche degl' indumenti non autorizzano a credere all' esistenza di monaci basiliani; chè in tutto il 1300 così si veggono dipinti e scolpiti vescovi e preti. Gli altri due potrebbero essere — evangelisti ; specialmente, se, come suppongo, altri due simili si vedono sui piedritti di riscontro. Nou so decifrare l'ultima con l'iscrizione . . . OTA . . . TERIPA. Ma forse è un errore, e si può leggere Sancta . . . Caterina. Basilio e Caterina indicherebbero le tradizioni e le influenze della chiesa bizantina, in tempi in cui Venezia e le città istriane al mare accoglievano il culto di molti santi della chiesa orientale. Anche è probabile che tali santi fossero uell' antica basilica in mosaico, sopra le colonne, in forma di una specie di architrave come anche oggi si vede in sant' Apollinare in Classe di Ravenna. Adunque, così ridotta e deformata com' è, la basilica di Muggia, nella pianta, nelle proporzioni e negli accessori è uu monumento rispettabilissimo ; è un avanzo dei tempi bizantini, riedificata nel XII secolo, senza alcuna influenza dello stile lombardo, 0 romanico. Il Signor Pulgher che nel suo opuscolo — L' architettura nel Medio Evo — ed in altri suoi scrtti, dimostra senso gentile di artista, e di essere vero architetto, e non solo ingegnere di ponti e di strade, come ne sono troppi oggi, avrà occasione di studiare sul luogo, meglio di me lontano, e che, come i semplici dilettanti, più tiro ad indovinare. E all' egregio architetto qui mi unisco per deplorare 1' incuria e 1' abbandono in cui si lascia il monumento, anche dopo la visita infruttuosa, e gli scritti accademici dell' Eitelberger. La chiesa di Muggia Vecchia sussiste oggi, perchè al luogo dell' altare isolato c' è un altare con immagine della Madonna; e per l'olio delia lampada provvedono i devoti. Neil' ambone forse il santese vi riporrà i suoi cenci, e le quattro colonne sono sempre coperte di molti strati di calce; e perciò qui finisco con una considerazione di ordine generale. Nei primi secoli del cristianesimo, nei tempi della decadenza dell' architettura romana la chiesa accoglie 1' arte, e la salva da una totale rovina. La basilica è un felice connubio dell' arte pagana e cristiana. Succedono secoli di ferro; ed ecco i maestri comacini coi tozzi pilieri, e con le colonne sopra a questi innalzate e i cordoni preludere alle arditezze del gotico. I vescovi baroni alzano quindi il trono dinanzi all' altare ; non più abside ; ma il misticismo medioevale pianta la cattedrale in forma di croce, alza il coro con una leggera deviazione dall' asse a significare l'inclinato capite del redentore morente e circonda di mistiche ombre la chiesa, e su su con i fasci di colonne, di lesene, di cordoni, di guglie solleva i cuori dei fedeli al cielo. Altri tempi ; altri costumi ; il paganesimo risorto trionfa ; ma spiritns ubi vult spirat ; l'arco a tutto sesto si piega armonico sul capo del credente e lo riconcilia alla terrena bellezza, mentre Michelangelo inonda di luce piovente dall' alto il nuovo tempio classico cristiano. E oggi ? Di recente visitai una chiesa di Milano. Davanti ad un gruppo in marmo di celebre scultore italiano vidi un Sacro Cuore — che copriva per metà il gruppo e impediva di cogliere 1' assieme. Additai ad un sacerdote quella profanazione dell' arte. Mi rispose con un sogghigno : e non sa lei che l'arte non ha più nulla a fare in chiesa? Un nuovo feticismo, l'ignoranza la più grossa; ogni cura rivolta ben ad altro ; ecco 1' oggi ! Ma basta un pò di venticello a dissipare la nebbia ; e lo spirito vive. Aspettiamo. E forse quei di Muggia, dopo aver provveduto all' olio della lampada penserano a raspare la calce da quelle quattro povere colonne. DIGRESSIONI*) Pietro Vergerio Favonio, Giuseppe Verona, giustinopolitani. c. Ili v. — Die 28 Aprilis 1555, podestà Andrea Morosini. Sono scelti prouisores Fontici : 1). Marcus Ingahleus, D. Aloysius de Fola, et D. lacobus Fc-tronius. Ma quest' ultimo sendo fatto nel giorno stesso comunitatis cancellariiis e dovendosi anche allontanare dalla città, a sua istanza, dal sindico D.nus lacobus de Othatius gli è sostituita in quella carica ecc.s d. d. To-seph Verona. c. 118 v. — Die 7 ìuriij 1555. D.nus lossipus Verona Doctor si legge fra i 43 consiglieri che votano in favore di questa parte: „sia tolto danarj sì de monte „come fontico, et de ogni altro deposito posto sì nel „fontico come nel sacro monte da esser ristorado con „gli modi posti s.a di ciò nei conselij passati," posta dal sunnominato podestà, dai sindici D.nus lacobus Otha-cius e D.nus Hieronymus Vergerius e dal giudice D.nus Sanctus Musetta per poter provvedere a che la peste ormai serpeggiante nella città non si diffonda più oltre. Voti contrari uno, quello di s.r Nicolaus Martissa. c. 124 v. — Die 18 augustij 1555. D. Isippus Verona D. è scelto prouisor fonticji insieme con D. Franciscus Bonzaninus, D. Hieronymus Grisonius. c. 144 v. — i ie 27 M.is Xbris 1555, podestà Giam-pietro Bembo. D. Petrus Vergerius D — non è detto Fauonius — è fatto judex insieme con s.r Man-ferdinus Lugnanus, s.r Ioannes Paulus Hyarotus, s.r lacobus Fetronius. c. 149 r. e v. — Die 19 M.is aprilis 1556. D. Petrus Vergerius è fatto uno dei quatro reuisori, „i quali „habiano con diligentia et sotto juramento a ueder ben „i contj non solamente di ministri del fontico et monte, ,i quali fin hora hanno tenuto i contj de essi, ma ancho *) Vedi i numeri 20 e 21 — La colonna di Santa Giustina e i nuin. 22, 23, 24 an. XVIII, 2 e 3 an. XIX. — Digressioni. „de tutj, che fin hora han manezado, o tenuto alcun „conto de danaro di Co.ita, et di ogni off.o pub.o et .principalmente di for.tj datj dalla 111.ma S.ria et di cia-„scüdun, ha manezado ouer dispensato danari o cose di „ciascuda qualità che esser si u o glia, et essi reuissori „stiano in off.o per anno uno*. — Secondo la deliberazione presa con voti favorevoli 159, contrari 17. Gli altri tre sono : s.r lacobus Othacius, s.r Fabritius Thar-sia, s.r Dominicus Bello. c. 150 r. — Die dieta. D. Ioseph Verona Doctor è eletto sindicus insieme con s. Aloysius Vertijs. c. 156 r. — Si legge quosta nota: Die 7 maij 1556. Gum sit, quod ab hac ciuitate excellens doctor D. ioseph Verona discedere intendit, et quia est sindichus co.is con licentia cl.mi p.ttis tocco sui posuit D. nicolaum Sabini, quociescunque poterit exercere off.m syndicatus, et uero cum non poterit ob eius inualitudinen dictus D. Ioseph s.a dictus substituit D. Franciscun Gauardo usque ad eins redittum, et sic iussit michi scribe syndicatus a-notari debere. — Chi sa mai dove allora si sia recato il nostro lseppo ? c. 163 r. — Die 30 augusti 1556. Excellens D. Petrus Vergerius è creato orator, „il quale habbia com-„parer alli piedj della Illustrissima Signoria et à nome „di questa pouera et conquassatta Città babbi di presentar Litere in risposta di Sua Serenità et far etiam „dio tutte quelle bone expositione à Sua Serenità che „dallj ludici et Syndici li sarano date in comisione.. Parte che ottiene balle in favore 99, contrarie 8. c. 167 v. — losipus Verona èindicco — dunque è già ritornato — e insieme il suo collega trovo so-scritti alla seguente parte presa nel maggior consiglio Die 26 Xbris 1556, podestà Nicolò Salomon, con balle favorevoli 189 contrarie 8: „che li cancillieri delli sp.li „syndici, che per tempo sarano, siano obligati al finir „deli Cl.mi Rettori, Castellani, et sp.li C.p.i alla piazza, „farsi da ministri de quelli adimpir li inuentari, che al „p.nte si fanno de tute le cosse della sp.l Co.ita tenute, „et godute per detti regimenti, off.ali, et soldati, et trovando manchar cossa alcuna, debbino dar notitia ali „suoi sp.li sindici, acioche possino far le debitte proui-„sioni, altramente uadino loro debitori de tute le predette cosse ..." c. 172 v. — Si legge quest'altra nota: Die 26 februarij 1557, sed fuit per antea. Conparuit Cor am Cl.mo D. Nic.o Salamono Dig.mo pot.e et Cap.o Ius.p.s Exc.s Iuris utriusque doctor D. Ioseph Verona syndicus Ordinarius kuius Mag.ce co.itatis et exposuit quod cum nauigaturus est Venetias uersus ob negotia sua peragenda icirco eius Mag.a uelit eius tocco elìgere alium ciuem qui officio syndicatus fongi ualeat una cum alio syndicco ordinario I). Allouisio de Vertiis. Qua expositione intel-leta tanquam lionestati consona jdem CI.s D. Rettor el-legit deputauit atque substituit D. Ioanem de ottacho q. D. Vitti Ant.i in v. syndicum substitutum in tocco s.a scriptj Exc.tis D. Ioseph syndici ordinari] Donec ipse ex venetis redierit. Et hoc con omni meliori modo pre-sentib . . . (sic). — Dove si vede il nostro Verona, dottore in ambo, nuovamente in viaggio. cc. 188 v. e 189 v. — Die XXIV Augusti 1557. S.r Ioseph Verona Doc.r — dunque è già di ritorno — appare vicesyndico, in luogo di D. Angellus de Pola, a canto a s. Nicolaus de Ucrtijs sindico ordinario. Si tratta, nel maggior consiglio, di condurre altro fisico, perchè Leandro Zarotti chiamato da sue famigliari faccende a Venezia rinuncia però a quell' ufficio — v. digressione 12 —, e, nel collegio delle biade, si manda nell'Istria a comperar frumenti Sebastiano Baroncini. Libro O — 27 ottobre 1557 — 1 maggio 1566; mancano alcune carte alla fine del Libro precedente —. c. 16 v. — Die 18 m.is Anglisti 1558, podestà Francesco Moro. Si tratta di creare un oratore presso il S.mo Ducal Dominio iu luogo di s.r Antonius Sereni cap.o de schiavi, il quale adducendo giusti motivi non volle recarsi a Venezia con gli altri colleghi „nella malteria importantissima de sali., E s.r Joseph Verona Doctor è dei cinque eletti fra cui si debba creare l'ambasciatore. Ma resta s.r Francisms del Bello con voti favorevoli 73, contrari 16, mentre il nostro ne à favorevoli 42 e 44 contro. cc. 18 v. e 19 v. — Die dieta. Iseppo Verona Dottor appare sindico sostituto a s.r Ioannes Victorius e assieme col sindico ordinario Paolo Brathi e coi giudici affida gl' incarichi da eseguire a' piedi dell' Illustrissima Signoria agli ambasciatori, uno dei quali è appunto m.r Zuanne Vittorio. c. 22 r. — 1558 Die 29 Aug.ti. Iseppo Uerona Dott. trovasi tuttavia ad occupare detta carica e dà con il suo collega e coi giudici altra commissione agli ambasciatori. c. 29 v. — Die XXVII Xnibris 1559 a natiui-tate. S.r Iseppo Verona Dott. è scelto proueditor del fontico insieme con s.r Aluise de Verzi, s.r Zitan Paulo de Pola. c. 38 v. — Die XXIII Aprilis 1559. S.r Isepo Verona dott. è dei dodici nobelli ellettì in consiglieri del monte. c. 58 r. e v. — Die 22 Nouembris 1559. podestà Vito Morosini. Congregato bladorum colleggio, habito longo coloquio super re frimentaria, favorevoli tutte le balle — 11 — meno una, dei cinque eletti, che sono D.nus Ioseph Verona d., D.nus loseph Febeo d., D.nus Ioanes Andreas Vergerlo, D.nus Aloisius de Pola et D .nus Ioanes Paulus de Pola, resta oratore il primo e dovrebbe come tale recarsi a Venezia con la commissione che dirò qui sotto ; ma scusandosi egli di non potersi ivi trasferire a nessun patto, si fa nuova elezione e resta oratore iu luogo di lui D.nus loseph Febeus. c. 59 r. e v. — Die 23 dieta. Nello stesso collegio, Giuseppe Febeo adducendo a sua volta plausibili ragioni del non potersi recare a Venezia, dopo vari scrutini e varie ballotazioni avvenute, come pare inutilmente, in fine tagliasi corto: „quello tale che sara rimasto non „possi reffutar ne alegar excusatione alcuna in pena de „ducatj cinquanta, da esserli jmmediate tolta, et apli-„cata al fontico de questa citta.. La qual parte à in favore ballotte 10. contro 1. Sono quindi nuovamente eletti i cinque sovranominati e resta oratore D.nus Ioseph Verona d. nè adduce più altre scuse. E la commissione datagli dai giudici, dai sindici e dai provveditori del fontico è questa: „Cometemo à voi Ecc.teD.no „Iseppo Verona orator Eletto, che «Ori ogni solecitudine „juuiate il viaggio Vostro verso 1' alma citta di Veuetia „doue ariuato fatto che harete prima le debite pratiche'' „et hauuto il parer et conseglio delli cl.mi Rettori Padroni et Amoreuoli nostri, ui presentarete ai piedi della „111.ma S.a Nostra dei cl.mi S.ri del Ex.mo cons. di X „et delli cl.mi sopra proueditori alle biaue, et doue ui „parera bisogno à Nome di questa citta con quelle accomodate parole che furano al bisogno et desiderio „nostro, exponerete il grauame et preiudicio che sente „questa sua citte della licencia concessa al bon' homo „mercadante de jncaneuar for.ti, trattj da lochi cesarij, „nel loco de s. Clemente territorio di muggia jnstando „per suspensione, di tal licentia per ciò che questa sua „fidelissima citta per la pouerta sua non aspetta di potersi souenir per il lor viuer saluo con il mezo dellj „stessi for.ti quallj per giornata lambicano jn questa „citta et cosi stintamente ne passe et peggio ancho si „spera nel auenir a che la bontà de Iddio ci proueda „per quello si vede accenar da tergestiui vedendo ancho „I' oro il pregiudicio che per tal causa sentono nel predio li qualli minaciano di proueder il che potrà ressutar „à nostra mina et de luochi circonstanti sotto le alle „de uno Istesso dominio et con podio auantagio et co-„modo di quella alma citta, In questo voi osarete quella „desterita et quella prudeutia che sete vso et che ui „parerà far bisogno à tanto beneficio nel qual si tratta „del viuer nostro.„ c. 77 v. — Die 25 Aug.ti 1560. Si legge questa, deliberazione: "Essendo per ordine del Ecc.ma S.ria „Nostra dato principio alla cauation del fiumesino et „essendo già peruenuto alla casa della coIona, etessendo „per ciò necessario il seguir l'opera incominciata sara „da esser distrutta essa coIona, la qual farà bisogno a „comodo, et benefficio di questo populo riffarla Però „L'andara parte che ogni uolta che cosi habbia dà esser „meute, et volunta della ill.ma S.ria nostra, che con le „borse particular nostre habbia da esser rifiata essa casa, „il che non si crede per esser nota la miseria a sua. „sub.ta di questo suo fìdeliss.mo populo siano eletti tre „per_ questo spet. conseio, che con li spet. s.ri sindici „habino authorita di trouar il danaro con quel meglior „mezo che gli pàtera., — E — quantunque la parte cada, per non avere favorevoli che balle 41. contrarie 83 — sono eletti V ecc.s Doct. D. Joseph Verona, D. Ioannes Brathius, D. Ioannes Victorius. (Continua) Per debito d'imparzialità, accogliamo la risposta del chiarissimo signor Zaccaria Maver, alla recensione pubblicata nel penultimo numero sulla sua opera: Profili filosofico - morali ; associandoci anche noi a quanto disse 1' egregio nostro critico negli Appunti bibliografici ; — che, cioè, il libro del signor Maver, distinto per dialettica non comune e robusta — può fare eli molto bene. Questo è il più grande elogio, dovuto da un onesto critico istriano ad uno scrittore, suo conterraneo, coltissimo e galantuomo. Ecco la risposta del sig. Maver: AUDIATUR ET ALTERA PARS Nel il. 5 del giornale La Provincia stampato a Capodistria, sotto la rubrica Appunti bibliografici, trovo un articolo firmato P. T. che parla del mio libro Profili filosofico-morali. Il critico, girando largo ai canti si diverte -tratto tratto colla cerbottana, lanciando delle frecciucce, non però avvelenate. In complesso ei mi usa cortesia, .oltre ogni mio merito, sicché devo sapergliene grado. Ma egli mi fa anche degli appunti, o meglio, delle censure, eh' io del pari non credo di meritarmi. Permetta adunque che me ne scolpi. Il censore sì propone di dare la fisonomia del libro, e per farlo va a pescare i lineamenti nel-V Indice, nella Prefazione, e tutt' al più nelle pri-me pagine e nelle ultime. Il maschio rimase sotto chiave. Se avesse letto tutto, impossibile non accorgersi che l'intemperante analisi per P appunto, la parte puramente intellettiva, la scienza razionale divorziata dal sentimento, era quella eh' io m' ingegnava di combattere, considerandola insufficiente a darci la prova di Dio, della libertà e responsabilità dell' anima ecc. Non vorrei che la scienza arida mettesse piede in un campo, dove non può che incespicare. ma s' applicasse di buon viso il detto d' Apelle : Sutor, ne ultra crepidam. SO anch' io che quel cenno stille religioni è manchevole come tutto; nè io mi proposi altro che un cenno fuggevole. Il titolo Profili, lo dice abbastanza. Ma non è poi vero che io mi sia dato della zappa sul piede, ed abbia messo buono in mano a' miei avversarj, se mi sforzo di dimostrare che 1' analisi ci allontanava da Dio. Si è questo l'assunto del mio libro, di cui nota fondamentale è il sentimento, in opposizione all' intelletto. L'intelletto, dico io, abbandonato a se stesso conduce al dubbio, allo scetticismo, alla miscredenza, all' idolatria, intendo materiale e intellettuale, ai falsi idoli. Ma dove il signor P. T. ini fece ridere si fu, quando, sull' autorità di tutte le religioni, delle credenze popolari e delle macchine poetiche, dà la sentenza che dove il diavolo non ci fosse converrebbe crearlo; sentenza, che tradotta in volgare, verrebbe a dire che bisognava continuare fino alla consumazione de' secoli quel gioco siffatto di cui faccio menzione nelle uitime linee del mio libro, affinchè P uomo invece di cercare nelle proprie inclinazioni le cause del male e correggersene, potesse buttarne la colpa sul diavolo. Dante, teologo ortodosso, vissuto a' bei tempi delle commedie sacre, che le donnette di Firenze s' additavano dicendo : vedi là colui che fu all' Inferno — Dante, dico, poteva ben assegnare un posto nel Purgatorio a Buonconte di Montefeltro per una lagrimuccia e P invocazione di un nome. Ma da quel tempo molta, molta acqua corse giù per il Mugnone, e molte ma molte ciarpe se ne portò seco per sempre. Via coda, piede bifido e cornucci : Scettro e corona a te Satan si spetta Tu Re dell' Universo, tu vendetta .... Canta sul plettro Giosuè Carducci. Mefistofele, che dalla strega si fa chiamare Sor Barone — Giacché son Cavalier quant' altri mai — c' informa che — La civiltà che liscia — Tutto il mondo, è pur giunta a casa mia. — Quel setten-trional orrido spettro — Sparì .... — Da lunga pezza — Nel libro delle fole è registrato ; — Nè 1' uom per questo migliorò. Dal tristo — Liberato s'è P uom, ma non dai tristi.— Ciò che vince lui ed i suoi manigoldi, non sono le spade a croce nè le lagrime di Margherita, ma la pioggia di fiori convertiti in fiammelle co*-centi più della pece e dello zolfo d'Inferno. Non più — Consuma dentro sè con la sua rabbia — ma (incredibile dictu !) — Amor, non più la pena — Consueta d'Inferno — Que' reprobi avvelena ; — Satana stesso, l'inimico eterno — Del ben, prova la dura — Stretta di tal tortura (Angeli giovanili). La Ghita e le altre martiri pregano la Mater Gloriosa, di perdonare: Chi errò solo una volta e non s' avvide — D' errar, la sventurata . . . Torna chi sulla terra ho tanto amato — E gli angeli (si badi bene) —Queste immortali rose — Che le amorose — Mani ne dièr di sacre penitenti, — Sono valenti — A far gli eterni cori — Trionfatori, — A compir la grand' opra e di quest' alma, — Tesoro immenso, a conseguir la palma. — Tolta al regno — Degli spiriti rei la nobil parte — Potenza Iddio ne imparte — Di salvar chi fatica e tende al segno .... ma costui di vasta Sapienza è nudrito. A noi cortese — Sarà di quanto apprese -- (V. scena della lotta tra Mefistofele e gli angeli e P ascensione di Fausto.) Parlando dal sentimento, il critico dice che la discrizioue si sperda e sfuma. Sarà come dice, perocché il sentimento è, nè più nè meno — il sentimento. Che nell' immensità non vi sieno porti, ma solo dentro la costa, è un' opinione ... Lo scherzo del critico a questo proposito, che tira in ballo l'i. r. capitano di porto di Trieste e i piloti, per cavare il risolino, non mi sembra del miglior gusto e mi pare ini po' troppo trasparente. Ohi è qui quello che casca e dà uno scappellotto, pazienza alla logica, ma .... ? Non credo che il Leopardi assaporasse il dolce della morte dei suicidi, di quelli, dico, che credono tutto finito col cessare dei loro dolori, chè altri potrebbero movere altri motivi, come p. e. Catone, che per la libertà vita rifiuta, e legge il Fedone prima di uccidersi. Credo auzi che dal "fondo aell' anima sua gentile e sventurata sorgesse una voce promettitrice di quanto il mondo gli avea negato. Il nulla non è nè dolce nè amaro; nè il cuore si lascia rapire i suoi diritti. La parola è bensì in nostro potere, ma non già il sentimento. il Z. M. UST o tizi e ->Y± - L'ultimo numero della Patria venne sequestrato dall' i. r. Autorità politica locale. Addì 1 corr. la Congregazione di Carità con ottimo intendimento volle ricordare la memoria del compianto prof. Combi, tanto benemerito della veneziana beneficenza, specialmente educativa. Ha perciò deliberato di inaugurare una lapide che lo ricordi nell' Orfanatrofio maschile, al quale 1' ottimo prof. Combi dedicò affettuose e diligenti cure, riformando specialmente la istruzione professionale, rendendo quelle scuole veramente proficue ai poveri fanciulli ricoverati ed all'Amministrazione della sostanza dei derelitti dalla fortuna. Oggi alle ore 2 pom. venne, nell' Istituto Manin, alla presenza di tutte le autorità cittadine e col concorso di amici' ed ammiratori del compianto Combi, nonché degli orfani dell' Istituto stesso, inaugurata la lapide di cui ci piace riportare l'iscrizione : CARLO PROF. COMBI ■ IN CUI v il ' j i. .,«,!• L ELEVATEZZA DELLA MENTE GAREGGIAVA CON I. AFFETTO GENEROSO DI CITTADINO E LÀ SOMMA OPEROSITÀ E INTEGRITÀ DELLA VITA DEI PII ISTITUTI MASCHILI EDUCATIVI AFFIDATI ALLA CONGREGAZIONE DI CARITÀ ORGANIZZATORE SAPIENTE INDEFESSO 1 i!» oflotfoaaw • . UM-naJT« A al -TO') fsh ■'!•>[ ČH' EGLI AMÒ COME PADRE IMMATURAMENTE RAPITO Bhßl ADDI XI SETTEMBRE MDCCCLXXXIV Cose locali ' ! 1 -;>■>—. (■. i . . . !U . ..' ':<::•■ ... , v,\ • Nelle elezipni comunali del III0, 11° e 1° corpo riuscirono eletti i seguenti : TERZO CORPO a Rappresentanti Almerigogna Ant. di A nt. Cobol Giorgio De Mori Nazario De Rin Francesco Fontanot Biagio Furlanich Giov. fu Matteo Gallo dottor Augusto Gravisi marchese Giuseppe Madonizza dottor Pietro Marsich Andrea fu Giamm. ! ; a Sostituti — t r i Rasman Pietro di Matteo I! Baseggio Nicolò fu Bortolo Venuti Leonardo || Padovan Giovanni Battista Stradi Antonio fu Nazario ■ ! ! O SECONDO CORPO a Rappresentanti Bratti ingegn. Alessandro ' Calogiorgio ingegn. Gregor. Gambini dottor Pier'Antonio Gravisi marchese Antonio Longo dottor Pietro >!i;ü: t:.in ut <> -/fi '::. - Oli Martissa-Carbonaio Giovanni Marsich Andrea fu Domenic» Pizzarello Paolo Sandkin dottor Antonio Zetto Guido tfC a Sostituti Manzoni dottor Domenico II Bullo Andrea fu Giovanni D'Andri Pietro fu Giuseppe l| Utel Luigi Rasmaìv Pietro fu Nazario PRIMO CORPO "! i'.'ìifj H a Rappresentanti K Babuder dir. Giacomo Bellussich Giuseppe Cadamuro - Morgante Marco Maier prof. Francesco Petronio mons. Francesco Radoicovich Dottor Cesare Ri mer Vittorio Steffamjtti Antonio Totto conte Gregorio Zetto dottor Antonio -eli n a Sostituti _ Luches Luigi .|| Vasootti Simeone Orbanich Antonio ^ |j Visentin! Francesco Zanella Augusto ,tfir- ■ ■ i r - Gli eletti del III" e del II0 corpo furono proposti dal comitato elettorale cittadino e riuscirono quasi a unanimità. L'esito delle elezioni del I" corpo, quasi tutto composto per leg&e di i. r. impiegati, riuscì, com'era da attendersi, meno alcuni nomi, conforme ai desideri di quei signori, sempre contrari alle aspirazioni dei cittadini, che sono quelle di amministrare da sè gli interessi propri ; quei signori però ne sentiranno le conseguenze in seno alla eletta rappresentanza e davanti l'intera città. P ÜBBLICAZIONI Un saluto cordiale alla Scolta, periodico che si stampa a Rovigno, sotto la direzione del signor Gr. Trorn-ba. — Prezzo annuo fior. 2.40; semestre fior. 1.20. CA^ODìS'IBia, Tipografia di Cario i-riora. i'ietro ilauouizza — Ameo Gravisi edit. e redat. rešponsabii*