ANNALES • Ser. hist. sociol. • 12 • 2002 • 1 original scientific paper UDC 81'373 (497.5) ricevuto: 2001-06-28 STRATIFICAZIONI ADRIATICHE E IL TRIESTINO Jasna GAClC Universita di Fiume, Facolta di Filosofia di Pola, HR-52100 Pola, Via Mateti c Ronjgov 1 SINTESI Nel lavoro viene approfondito il contribute del triestino ai contatti glottologici croato-italiani (parlate ciacave della Dalmazia centrale). La ricerca muove da un'indagine svolta negli anni settanta tra i contadini e i pescatori del Borgo Grande di Spalato. La classificazione dei romanismi secondo la loro possibile origine rivela che nella maggior parte dei casi il corrispondente viene attestato in piu di un idioma neoromanzo e che il triestino stesso rientra nella maggioranza dei casi nelle categorie miste. Il numero dei lemmi attestati soltanto nel dialetto triestino e esiguo, il che permette di concludere che il triestino non ha avuto un influsso cos) importante sulla formazione dei romanismi dalmati (area centrale) come avrebbero suggerito le condizioni storico-culturali e quelle geografiche. Parole chiave: lingue in contatto, lingua franca, triestino, romanismi, Dalmazia THE ADRIATIC STRATIFICATION AND THE TRIESTE DIALECT ABSTRACT The paper deals with the contribution of the Trieste dialect to linguistics' contacts between the Croatian and Romance languages on the central Dalmatian coast. The research was based on the material collected in the early 1970's within the population of elderly inhabitants of Veli Varos, a district of Split. The classification of Romanic words according to their origin reveals that in most cases the correspondent is found in more than one neo-Romanic layer. The Trieste dialect is also part of these mixed categories. The number of the headwords evidenced only in the Trieste dialect is very limited, which brings us to the conclusion that this dialect has not had such an important impact on the creation of Romanic words in the ciacavian dialect of Split as the historical, cultural and geographical conditions would have suggested. Key words: languages in contact, lingua franca, Trieste dialect, Romanic words, Dalmatia 87 ANNALES • Ser. hist. sociol. • 12 • 2002 • 1 Jasna GACIC: STRATIFICAZIONI ADRIATICHE E IL TRIESTINO, 87-94 Il lavoro si propone di approfondire lo studio délia lingua franca délia Dalmazia, regione la cui storia lingüistica fu giustamente definita da Metzeltin "un campo privilegiato per lo studio esemplare di tutti gli aspetti delle lingue in contatto" (Metzeltin, 1988, 568). Le situazioni diglossiche di lingue diverse in questa zona, infatti, sono continue. Si sovrappongono l'una all'altra le stratificazioni croato-dalmatica, croato-veneziana, croato-italiana, con l'immissione, durante il periodo della dominazione asburgica, della cultura mittel-europea. Il risultato ne e - per dirla con Ursini - "un tes-suto cangiante di variazioni, la cui originalitj linguistica e ancora largamente sconosciuta" (Ursini, 1989, 357). Questo lavoro rappresenta un tentativo di penetrare nell'originalità linguistica delle parlate croato-dalmate, con l'obiettivo di discernere la fonte ispiratrice degli elementi alloglotti di origine romanza. Infatti, troppo spesso nei lavori degli studiosi, sia croati sia italiani, quando si tratta la problematica delle interferenze lin-guistiche e dei prestiti romanzi1 la romanitj viene espressa col termine generico "italiano" o "veneziano". Queste espressioni, e in particolare l'ultima, andrebbero definite con più precisione visto che il termine generico potrebbe includere - almeno per i prestiti che risalgono al periodo successivo al 1797 e vanno fino al 1918 - il triestino quale variante autonoma di un veneziano di posizione marginale, ma importante per il momento storico mitteleuropeo della Dalmazia. Le discussioni sulla lingua franca parlata nell'Adri-atico hanno - come ben sappiamo - fornito notevoli contributi come quelli - per citare solo i più rilevanti -del Bidwell (1967), del Folena (1968-70), del Cortelazzo (1977), nonché quelli di Metzeltin (1988) e di Ursini (1987). Il Bidwell suggeri l'ipotesi del "veneziano coloniale" quale lingua franca usata in Dalmazia, mentre Cortelazzo preferí parlare dell'italiano (veneziano) "regionale" anziché di quello "coloniale" (Cortelazzo, 1977, 525). Comunque, per quanto divergenti nella terminologia, gli autori si riferiscono a quello che Vianello definí un "italiano parlato più o meno bene e con inevitabili adattamenti (dalmatico-veneti), ma spedita-mente dagli abitanti alloglotti del litorale e delle isole di Dalmazia" (Vianello, 1955, 68). Nel considerare il bilinguismo specifico dei ceti po-polari della Dalmazia Gacic rileva che i parlanti del croato conoscevano ben poco la lingua da cui pren-devano in prestito gli elementi alloglotti (Gacic, 1991, 218). Si tratta del cosiddetto "bilinguismo funzionale" (Havranek, 1964, 180), chiamato anche "passive or receptive bilinguism", "semibilinguism" o "rudimentary bilinguism" (Kalodera, 1991-1992, 71). Diverso invece e il bilinguismo cittadino, caratteristico del ceto borghese, che funse da intermediario nell'importazione degli elementi romanzi nella parlata autoctona dei contadini e dei pescatori spalatini. Del tutto contrarie le osser-vazioni di Vidos (Folena, 1968-1970, 555) secondo cui "città dalmate come Ragusa, Spalato e Zara erano centri culturali di prim'ordine, i cui abitanti croati erano sempre bilingui nel più perfetto senso della parola". Vista la scarsezza di fonti sicure in grado di confer-mare teorie sul "bilinguismo perfetto" o "funzionale" nelle regioni descritte, ci limitiamo ad affermare che il bilinguismo perfetto, almeno negli ultimi cento anni (cioe dal 1918, e in particolar modo dopo il 1943-44), si e visto estinguere e sostituire da un bilinguismo molto più passivo. Quest'ultimo si e mantenuto in quanto ne-cessario alla convivenza croato-romanza permettendo ai parlanti di madrelingua croata la comprensione del veneto-dalmata, ma poca abilitj di produzione lingui-stica. Tornando al discorso delle stratificazioni romanze tra cui anche il triestino, mettiamo in rilievo che quest'ultimo e considerato da Canepari "l'irradiatore predominante dei dialetti italiani a cui s'ispirano varietj istriane e giuliane nonché quelle dalmate" (Canepari, 1984, 88). La tesi e confermata anche da Chiaroni che accenna alla coloritura triestina assunta dal dialetto di Zara dopo il 1866, periodo in cui Trieste sostituisce Venezia come punto di riferimento amministrativo, commerciale e culturale (Chiaroni, 1985, 146). Per quanto concerne l'identitj glottologica del triestino moderno, va sottolineato che esso rappresenta il continuatore del tergestino, sostrato di origine friulaneggiante dal quale con l'andar del tempo si e distaccato. Per i suoi tratti fonici oggi viene annoverato tra le parlate venete di base veneziana settecentesca2 anche se il suo lessico e secondo Pellegrini carat-terizzato da "particolari filoni rari o ignoti nelle altre parlate, pur strettamente affini delle Venezie" (Pellegrini, 1987, 6). L'autore si riferisce all'antico tergestino al quale aggiunge importanti elementi alloglotti sloveni e tedeschi sottolineando che non vanno trascurati gli elementi lessicali penetrati dalle parlate istriane romanze. Oltre all'influsso del veneziano il triestino avrebbe anche risentito di un forte influsso del toscano il quale secondo Pinguentini penetro nel tessuto lin-guistico di quest'idioma grazie a numerose famiglie fiorentine vissute a Trieste tra il XII e il XV sec. (Pinguentini, 1969, 5). Le impronte toscane sarebbero in particolare presenti nel lessico e nella fraseologia. Secondo Canepari, le particolaritj foniche del triestino (Canepari, 1980, 90-91) sono: 1 Non essendo ¡I caso di citare in questa sede la completa bibliografía sui romanismi in Dalmazia, rinviamo a Muljacic, 1968, 1981, 1988 e a Ursini, 1987. 2 Per la "venetizzazione" del triestino rinviamo a Devoto, Giacomelli, 1972, 60. 88 ANNALES • Ser. hist. sociol. • 12 • 2002 • 1 Jasna GACIC: STRATIFICAZIONI ADRIATICHE E IL TRIESTINO, 87-94 - la neutralizzazione delle vocali /e e, o d/, - l'articolazione alveoprepalatale (o alveopalatale) di /C/ e /d/, - /ts dz/ possono esser affricati, ma per lo più sono sequenze dentali; in posizione iniziale /ts/ resta spesso sordo, - /s z/ sono alveolari; tra vocali si ha generalmente il sonoro, salvo casi di composizione ancora sentita, - la velarizzazione di /N/ finale di parola e di sillaba seguita da altra consonante, - l'articolazione prevelarizzata di /l/ in tutti i contesti. Nel periodo asburgico Trieste si sviluppo come un importante centro dell'lmpero, diventando agli inizi del Settecento porto franco. La fisionomia del dialetto si formo in modo autonomo nel corso dell'Ottocento (Doria, 1987, 545) e sulla costa orientale dell'Adriatico il triestino3 sostituï il "veneziano coloniale" in un momento storico particolare, ovvero quello successivo alla caduta della Serenissima. Sposando felicemente elementi tedeschi, sloveni e croati il triestino divento - se non lingua franca - almeno lingua di prestigio4 nelle terre dalmate orientate amministrativamente verso Vienna, ma culturalmente e tradizionalmente legate alla costa occidentale del Golfo. Il campionamento scelto per l'indagine sulle varietà romanze soggiacenti al termine "italiano" o "veneziano"5 in Dalmazia, e il glossario delle voci romanze ap-partenenti al dialetto ciacavo di Spalato, incluso in Gacic (Gacic, 1979, 107-155) e rivisto dopo la pub-blicazione del Vocabolario del veneto-dalmata di L. Miotto (Miotto, 1984). Si tratta di 1091 voci di origine romanza (inclusi i doppioni) raccolte in un'indagine effettuata negli anni settanta presso i contadini e i pescatori di Veli Varos (Borgo Grande), rione più vec-chio di Spalato. Il corpus e stato diviso in 19 categorie: 1. voci dal-matiche; 2. etimologie non risolte;6 3. derivazioni, 4. altro (composti); 5. voci attestate in un dizionario dell'italiano; 6. voci attestate nel dizionario del vene-ziano; 7. voci attestate nel dizionario veneto-dalmata; 8. voci attestate soltanto in uno dei dizionari del dialetto triestino; 9. categoria mista di lemmi sia di provenienza veneziana sia veneto-dalmata; 10. categoria mista di lemmi attestati nel veneziano e nell'italiano; 11. categoria mista di voci di provenienza triestina e veneziana; 12. categoria mista di voci attestate nel dialetto triestino e veneto-dalmata; 13. categoria mista di voci attestate nel dialetto triestino e nella lingua italiana; 14. categoria mista di voci attestate in italiano e nel veneto-dalmata; 15. categoria mista di voci attestate in italiano, nel triestino e nel veneto-dalmata; 16. categoria mista di voci attestate in italiano, nel veneziano, nel veneto-dalmata; 17. categoria mista di voci attestate nel dizionario del triestino, del veneziano e dell'italiano; 18. categoria mista di voci attestate nel triestino, nel veneziano e nel veneto-dalmata e infine 19. categoria mista di voci attestate sia in italiano sia nel veneziano, nel triestino e nel veneto-dalmata. LE CATEGORIE DEI ROMANISMI 9. Relitti dalmato-romanzi Etimologie non risolte Voci derivate da una radice neoromanza mediante suffissi croati Altro Voci il cui corrispondente e attestato in un dizionario della lingua italiana 119 Voci il cui corrispondente e attestato nel dizionario del dialetto veneziano Voci il cui corrispondente e attestato nel dizionario del veneto-dalmata Voci il cui corrispondente e attestato in uno dei dizionari del triestino Voci il cui corrispondente e attestato nei dizionari dei dialetti veneziano e veneto-dalmata lO.Voci il cui corrispondente e attestato nei dizionari del dialetto veneziano e della lingua standard 11 .Voci il cui corrispondente e attestato nei dizionari del dialetto veneziano e del triestino 12.Voci il cui corrispondente e attestato in un dizionario del dialetto triestino e del veneto-dalmata 13.Voci il cui corrispondente e attestato in un dizionario della lingua standard e nel dialetto triestino 14.Voci il cui corrispondente e attestato in un dizionario della lingua standard e nel dialetto veneto-dalmata 15.Voci il cui corrispondente e attestato in un dizionario della lingua standard nonché nei dizionari del dialetto veneto-dalmata e di quello triestino 16.Voci il cui corrispondente e attestato nei dizionari dell'italiano, del veneziano e del veneto-dalmata 50 39 53 2 54 18 10 19 50 63 22 59 10 25 10 3 Per il carattere ibrido del triestino si consulti Vidossich, 1987-1988, 258. 4 Per la triestinita del veneto-dalmata usato come lingua del bordo si veda Metzeltin, 1990, 59-73. 5 Per un tentativo di classificazione e di stratificazione dei prestiti italiani del XVI secolo cfr. Hyrkkanen, 1971-1975, 41 -44. 6 Si tratta della categoria composta da voci la cui etimologia incerta risulta dal disaccordo tra gli autori dei rispettivi dizionari: per es. arbun 'pesce, Pagellus Erythrinus' che per i suoi tratti fonici e semantici potrebbe risalire al ven.d. arbon, o al ven. arbon /ribon, ma per il quale Vinja non esclude l'origine dalmatica (JE, I, 21). 89 ANNALES • Ser. hist. sociol. • 12 • 2002 • 1 Jasna GACIC: STRATIFICAZIONI ADRIATICHE E IL TRIESTINO, 87-94 17.Voci ¡I cui corrispondente e attestato nei dizionari delI'italiano, del dialetto veneziano e del triestino 123 18.Voci il cui corrispondente e attestato nei dizionari dei dialetti veneziano, triestino e veneto-dalmata 225 19.Voci il cui corrispondente e attestato nei dizionari della lingua standard, nonché in quelli dei dialetti veneziano, triestino e veneto-dalmata 140 In chiave statistica, tra gli strati neoromanzi, 119 lemmi risulterebbero italianismi7 (12,6%), 54 voci sarebbero attestate soltanto in una fonte veneziana (5,7%) (non confermate, quindi, nei dizionari del dialetto triestino o in quelli dell'italiano), 18 voci la cui etimologia risalirebbe soltanto al veneto-dalmata (1,9%) e 10 voci (1,1%) riconducibili soltanto alla matrice triestina. Riteniamo, tuttavia, opportuno trattare con cautela i dati statistici che rivelano un numero cosí importante di elementi italiani e la loro consecutiva alta percentuale visto che essi potrebbero anche esser dovuti in parte all' "imperfezione", cioe all'incompletezza dei dizionari dialettali (Boerio, 1856; Kosovitz, 1889; Pin-guentini, 1957, 1969; Doria, 1987; Miotto, 1984). Molto spesso, infatti, i dizionari si limitano a segnare soltanto elementi di distacco dalla lingua standard trascurando magari elementi in cui il dialetto concorda con lo standard. Procedendo con l'analisi abbiamo deciso di appli-care due criteri possibili. Il primo e quello dei dizionari che - per quanto limitati siano come fonte - sono l'unica prova che abbiamo a disposizione. Ricordiamo di nuovo che questo criterio rappresenta in un certo senso anche i limiti del nostro lavoro. Il fatto che una voce non sia attestata da un dizionario non significa ne-cessariamente che essa non esiste in un determinato idioma (ci riferiamo a uno dei tanti esempi come briscóla, voce veneziana assente dal Boerio). E appunto per questo che abbiamo aggiunto all'analisi anche un secondo criterio - quello dell'ubicazione temporale e della diffusione geografica del termine. La prima es-clude - nel nostro caso - tutti i lemmi che potrebbero risalire a una fonte neo-romanza, ma la cui presenza e attestata in un dizionario di lingua croata prima del periodo asburgico8 cioe prima della fine del Settecento. Per quanto invece concerne la diffusione geografica, quella era seguita come criterio di riserva per scartare ossia includere una determinata fonte neo-romanza. Applicando i criteri menzionati abbiamo proceduto innanzitutto mettendo da parte i relitti del dalmatico come appartenenti allo strato pre-neoromanzo. Sono in tutto 50 romanismi (Tab. 1). In seguito sono state scar-tate anche le voci la cui etimologia non e stata completamente chiarita sia per motivi formali che semantici, o ancora per il disaccordo tra autori di interpretazioni etimologiche (Tab. 2, 39 in tutto). A questo elenco di voci eliminate abbiamo accluso anche quello delle voci derivate, quindi voci la cui radice e romanza, ma sono state formate con elementi croati e rappresentano di conseguenza prestiti completamente adattati (Tab. 3, 53 in tutto). Dai 1091 lemmi di partenza, siamo cosí scesi a un numero piu ristretto di 947 lemmi da sottoporre all'analisi. Proseguendo con l'eliminazione abbiamo sottratto a questo numero 119 voci attestate solo in uno dei dizionari di lingua italiana. Si tratta quindi di lemmi che non figurano - almeno non nella forma o nel significato corrispondente - nei dizionari dialettali. In seguito sono state sottratte le voci veneziane (Tab. 6, 54 lemmi in totale) e quelle attestate soltanto nel veneto-dalmata (Tab. 7, 18 lemmi). Abbiamo aggiunto al-l'elenco dei lemmi eliminati anche quello delle voci attestate in un dizionario dell'italiano o del veneziano (Tab. 10, 50 lemma in tutto), quello delle voci attestate in un dizionario del veneziano o del veneto-dalmata (Tab. 9, 19 lemmi), quello delle voci attestate nel dizionario dell'italiano e del veneto-dalmata (Tab. 14, 10 lemmi) e infine quello delle voci attestate in un dizionario dell'italiano, del veneziano e del veneto-dalmata (Tab. 16, 10 lemmi). Rimanevano i 10 lemmi (Tab. 8) attestati soltanto in uno dei tre dizionari dialettali del triestino (Kosovitz, 1889; Pinguentini, 1957, 1969; Doria, 1987) numero al quale abbiamo aggiunto anche le categorie miste e con le quali si e arrivati a un totale di 567 lemmi (70,4%) attestati in uno dei tre dizionari del dialetto triestino. Queste voci sono state spartite in otto categorie: VOCI IL CUI CORRISPONDENTE É ATTESTATO IN UNO DEI DIZIONARI DEL DIALETTO TRIESTINO Lemmi/Tab: 1. Il triestino 10 (Tab. 8) 2. Il veneziano e il triestino 63 (Tab. 11) 3. Il veneto-dalmata e il triestino 22 (Tab. 12) 4. L'italiano e il triestino 59 (Tab. 13) 5. L'italiano, il veneto-dalmata, il triestino 25 (Tab. 15) 6. L'italiano, il veneziano, il triestino 123 (Tab. 17) 7. Il veneziano, il veneto-dalmata, il triestino 225 (Tab. 18) 8. L'italiano, il veneziano, il veneto- dalmata, il triestino 140 (Tab. 19) Totale: 667 7 In questo lavoro chiameremo italianismi, venezianismi e triestinismi voci attestate in uno dei dizionari dei rispettivi idiomi. 8 Ci siamo serviti innanzitutto dell'ARJ, 1880 e dell'ERHSJ, 1971-1974. 90 ANNALES • Ser. hist. sociol. • 12 • 2002 • 1 Jasna GACIC: STRATIFICAZIONI ADRIATICHE E IL TRIESTINO, 87-94 La tavola mette ¡n evidenza che tra le otto categorie che racchiudono la matrice triestina quelle piu numeróse sono le categorie miste che comprendono almeno uno, se non due altri idiomi oltre al triestino: il veneziano/il triestino (63 lemmi), il veneziano/il veneto-dalmata/il triestino (225); l'italiano/il triestino (59 lemmi). Sottolineiamo, tuttavia, che nell'analisi di questi gruppi va tenuto conto del fatto che in queste categorie il triestino anziché un vero e proprio fornitore di prestiti si presenta piuttosto come il tramite degli elementi appartenenti a un altro idioma, prevalentemente il veneziano oppure l'italiano. Ricordiamo in questa sede che, per quanto concerne l'affiliazione del triestino al veneziano, esso presenta sostanzialmente - a differenza dell'antico tergestino - una variante del veneziano, per cui e piu che logico che la possibile fonte di molti romanismi venga attestata sia in uno dei dizionari del triestino sia nel Boerio - fonte per il veneziano. Per quanto, invece, concerne l'italiano, ricordiamo da una parte l'osservazione di Pinguentini sull'emigrazione massiccia tra il XII e il XV sec. di molte famiglie fioren-tine e la conseguente toscanizzazione del triestino. D'altra parte e da tener presente l'influenza dell'italiano dovuta al suo uso negli enti pubblici. Rimangono a questo punto le categorie miste che includono l'italiano/il veneziano/il triestino (123 lemmi), e l'italiano/il veneziano/il veneto-dalmata/il triestino (140) come pos-sibili fornitori di prestiti. Anche qui c'e da sottolineare il fatto che negli esempi appartenenti a queste categorie il triestino ha il ruolo di un idioma minore all'interno della grande famiglia in cui l'elemento maggiore e costituito dall'italiano, o dal veneziano. Si tratta quindi di fonti che potremmo denominare come 'panromanze' o meglio ancora 'panitaliane'. Restano la categoria dei 10 lemmi attestati soltanto in uno dei dizionari del dialetto triestino nonché quella dei 22 lemmi attestati nel veneto-dalmata e nel triestino. VOCI IL CUI CORRISPONDENTE E ATTESTATO IN UNO DEI DIZIONARI DEL DIALETTO TRIESTINO (Ko., Do., Pin.) 1. büf9 s.f. 'T. delle sarte, sboffo, sgonfio' < tr. bufo 'id.' (Do.) /att. a Pola, significato affine al friul. buf 'refolo di vento', it. buffo 'soffio impetuoso, folata di vento', da una radice onomatopeica *buff, ben rappre-sentata in tutto il dominio romanzo occidentale. 2. figurózast agg. 'di bella figura' < tr. figuroso 'id.' (Do.) / non att. in it. 3. forketa s.f. 'forcina' - tr. forcheta / parola tipicamente veneta (Pin., Do.). 4. kântara s.f. 'pesce, Cantharus lineatus' < tr. cantara 'id.' (Do., Pin.) (it. cantaro) / att. in Istria. Secondo Do. voce dotta < lat. cantharus. 5. kanjëta s.f. 'specie di cappello rígido' < tr. cañeta 'id.' / il ven. caneta 'cannuccia' (Pin., Do., Bo.) / att. a Cherso. 6. kavadür s.m. 'operaio che lavora in cava' < tr. cavador 'id.' (Do., Pin.) / cava (Bo.) / att. a Parenzo e a Orsera. 7. plis s.m. 'felpa, tessuto simile al velluto' < tr. plis 'id.' (Pin., Do.) (prestito francese tramite o no il ted. Plusch, da cui il cr. plis). 8. spasêj s.m. 'carruccio, sostegno di legno che si usa per far imparare a camminare ai bambini' < tr. spa-seggio 'id.' / ven.d. spasegiar (Pin., Do., Mi.) / att. secondo Do. in tutto il Veneto. 9. timunávat v. 'reggere il timone, timoneggiare' < tr. timonar(e) 'id.' / ven. timon, it. timone (Do., Bo., G.) / secondo Do. voce veneta. 10.tumêra s.f. 'tomaia' < tr. tomera 'tomaia' (Pin., Do.) Secondo Do. presente anche nel venez., chiogg., trev. Negli esempi della prima categoria l'ubicazione geografica ha fatto scartare forketa, spasej, timunavat e tu-mera visto che, nonostante la loro assenza dal dizio-nario di Boerio, l'etimologia fornita dal dizionario di Doria ne attesta la presenza o nel veneziano o ad-dirittura in tutto il Veneto. Per quanto concerne kavadur anche qui potrebbe trattarsi di una voce veneziana non confermata nel dizionario di Boerio dove comunque figurano cava e cavada ecc. Sempre secondo Doria nel caso di plis si tratterebbe di un prestito tedesco per la lingua croata, e non di un romanismo. Il triestino plis deriverebbe direttamente dalla stessa voce. Restano buf < tr. bufo (che potrebbe, tuttavia, anche derivare dalla voce italiana buffo 'soffio impetuoso, folata di vento'), fígurozast < tr. figuroso, kantara < tr. cantara e kanjeta < tr. caneta. Per kantara - che tra l'altro appare anche in altre forme in Dalmazia - sia Skok (ERHSJ) che Doria confermano l'etimologia dotta derivante < lat. cantharus. Per quanto invece concerne kanjeta il lemma e presente sotto la forma di caneta anche nel veneziano, ma con il significato di 'cannuccia, cannuccina'. Una categoria invece che ci e sembrata di interesse particolare e quella che trova equivalenti per i romanismi della Dalmazia nei dizionari del triestino e del veneto-dalmata. Si tratta di un gruppo di lemmi (22 lemmi in totale) che potrebbero esser ricondotti a una matrice doppia, composta dai due dialetti i quali potevano aver influito da piu vicino di qualsiasi altro idioma italiano sui romanismi dalmati. 9 Per motivi tecnici in questo lavoro l'accento croato breve discendente sovrastante le vocali a, e, i, o, u sara segnato: a, ë, 'i, o, ü. 91 ANNALES • Ser. hist. sociol. • 12 • 2002 • 1 Jasna GACIC: STRATIFICAZIONI ADRIATICHE E IL TRIESTINO, 87-94 VOCI IL CUI CORRISPONDENTE È ATTESTATO NEI DIZIONARI DEL VENETO-DALMATA E DEL TRIESTINO (Mi., Ko., Pin., Do.) 1. bonkúlovic s.m. 'buongustaio' < ven.d. bonculo-vich, tr. bonculovic' 'id.' (Mi., Do.) (bon culo + -ovic'). 2. civetUn s.m. 'persona amorale' < ven.d., tr. ziveton 'civettone' (Mi., Do.) /att. ad Alb., Fiume, Lussingr., Che. 3. cakulân s.m. 'chiacchierone' < ven.d., tr. ciacolon 'id.' (Mi., Do.) / (diff. nel Veneto e in Istria: ven. ciacola) (Bo.). 4. diletîn s.m. ' panciotto' < ven.d., tr. gilé (Mi., Do., Ko., JE) / (diff. nel Veneto). 5. flocUn s.m. 'frottolone' < ven.d. flocion 'bugiardo', tr. flocion 'frottolone' (Mi., Do., Pin., Ko.). 6. fôtan agg. 'adirato' < ven.d. fotarse, fotado, tr. fota 'ira', foterse 'infischiarsi' (Mi., Do.) (< tosc. fotta). Per Skok dall'it. fotta da fottere (ERHSJ). 7. klapa s.f. 'combriccola, brigata' < tr., ven.d. clapa 'id.'(Mi., Do.) (< friul. clape 'combriccola'). 8. laštik s.m. 'elastico' < ven., tr. lastico 'id. (Mi., Do.) (diff. nel Veneto, < it. elastico). 9. lazanjUr s.m. 'materello' < ven.d., tr. lasagnol 'id' (Mi., Do.). Skok deriva lazanjar 'id.' (Smokvica) da lazanja (ERHSJ). 10. macakâni s.m. 'canicida' < tr., ven.d. mazacani 'id.'/att. a Pir., roman. ammazzacani (Do., Pin., Mi.). Per Skok si tratta di un venezianismo (ERHSJ). 11. mušula s.m. 'muscolo, mollusco' < tr. musolo 'id.', ven.d. musolo 'mollusco, Arca di Noe, ven. mussolo 'mitilo' (Do., Pin., Mi., Bo.) (< it. muscolo). Per Skok si tratta di un venezianismo (ERHSJ). 12. očeta s.f. 'anello di ferro del cancello' < tr., ven.d. oceto 'gancetto, asola' (Mi., Do.) /att. anche nel fium., it. occhietto (G.). 13.pašabrod s.m. 'colabrodo' < ven.d., tr. pasabrodo 'id.' (Mi., Do., ERHSJ) /diff. in Istria, e nel friul. pasebrut. 14.pedôca s.f. 'mollusco, mitilo' < tr., ven.d. pedocio 'id.'(Mi., Pin., Do.) (< lat. tardo peduculus), ven. pe-ochio (de mar) (Bo.). 15.pôt s.m. 'recipiente metallico per attingere a bere, remaiuolo' < ven.d., tr. poto 'id.' (Mi., Pin., Do.) /e possibile una matrice veneta o italiana: it. potto 'bicchiere' (G.). Per Skok trattasi del grecismo diffuso in tutta la Dalmazia e le Bocche di Cattaro (ERHSJ). 16. reloj s.m. 'orologio' (anche leroj) < ven.d., tr. reloio 'id.' (Mi., Do.) /ven. relogio (Bo.). 17. škafetm s.m. 'cassetto' < ven.d., tr. scafetin 'id.' (Mi., Do., Pin.) /att. anche per il fium. Per Skok < scaffa (Lucca), skafeta (Bologna) dal longob. skafa (ERHSJ). 18. škovace s.f.pl. 'spazzatura, rifiuti' < tr., ven.d. sco-vaza 'id.' (Mi., Do., Pin.) /ven. scoasa. 19. škovacera s.f. 'pattumiera' < tr., ven.d. scovazera 'id.' (Pin., Do., Mi.) /ven. scoazera, squasera. Per Skok trattasi di un elemento ven.-friul. (ERHSJ). 20. štruca s.f. 'pane di forma allungata, filone' < ven.d., tr. struz(z)a 'id.' (Pin., Do., Mi.) /att. a Canf., Fiume, bis., friul. di Gor., Istria. Per Do. < slov. struca a sua volta dal ted. Strutz. 21. šumpreš s.m. 'ferro da stiro' < ven.d., tr. sopreso 'id.'/ven. fero de sopressar (Mi., Do., Bo.) /il v. sopresar e comune a tutto il Veneto. 22. terllš s.m. 'tessuto pesante per fare le tute da lavoro' < tr. terlis 'id.', ven.d. terlis 'tuta da lavoro' < furl. (Do., Mi., ERHSJ) /Capod., Buie, Pola, Fiume, Lussingr., anaun.e trent., rover., bis., mugl. Voce diffusa nel Veneto, nel Friuli, in Istria. /a Brač e a Pelješac il sign. 'abito fatto di tela pesante' (ERHSJ). Analizzando questo elenco di romanismi ci ac- corgiamo che per alcuni di loro l'equivalente neo-romanzo - seppur non attestato nel dizionario di Boerio - trova la conferma della propria presenza nelle etimologie fornite dal dizionario di Doria (la presenza a volte confermata per tutto il Veneto). Si tratta dei casi come: cakulon, diletin, laštik, mušula (dal punto di vista formale), šumpreš, trliš. Da aggiungere a questi anche macakani e škovacera per i quali Skok afferma una provenienza veneziana (la consonantizzazione del dittongo in škovacera < scoazera non presenterebbe un problema in quanto questo mutamento e frequente nell'adattamento delle voci romanze alla matrice fonica del croato). Anche škovace si potrebbero accludere a questa serie di venezianismi non attestati con l'osser-vazione che il Boerio conferma per il veneziano la forma scoase. Nel caso di reloj, il corrispondente attestato e relogio. Per gli esempi di pot e di fotan ab-biamo lasciato spazio a un'interpretazione skokiana secondo la quale pot (applicando il criterio dell'ubi-cazione temporale) sarebbe un grecismo diffuso su tutta la costa adriatica orientale, mentre fotan sarebbe da collegare con il toscano fotta e da inserire quindi nella categoria italiano/triestino/veneto-dalmata. Per štruca, diffuso in Istria, nel Veneto, e nel Friuli lo stesso Doria prevede - citando Vidossi - una fonte slovena. Il caso di bonculovic non e molto chiaro in quanto e difficile discernere con precisione se sia stato lo sloveno a ispirare la forma triestina o viceversa. D'altra parte nell'esempio di klapa il triestino rivela il suo ruolo di mediatore che veicola elementi friulani al veneto-dalmata. Rimangono allora: civetun, flocun, lazanjur, oceta, pašabrod, pedoca e škafetin quali elementi con una possibile derivazione triestina e veneto-dalmata, un gruppo dialettale che sostanzialmente potremmo chia-mare una variante orientale del veneziano. Nella conclusione si puo evidenziare - sempre te-nendo conto delle limitazioni di un lavoro basato su dati forniti dai dizionari - che il maggior numero dei romanismi nella parlata ciacava di Spalato appartiene ai 92 ANNALES • Ser. hist. sociol. • 12 • 2002 • 1 Jasna GACIC: STRATIFICAZIONI ADRIATICHE E IL TRIESTINO, 87-94 gruppi misti veneziano-triestino-veneto-dalmata (225), italiano-veneziano-triestino (123) e italiano-triestino-ve-neziano-veneto-dalmata (140) denominati come panita-liano o panveneziano. Seguono i lemmi con il cor-rispondente attestato in un dizionario della lingua standard (119 su 947). Un po' più moderato e il numero dei gruppi veneziano/triestino (63) e italiano/triestino (59), in cui il triestino rappresenta piuttosto il ricevitore degli elementi alloglotti che il loro fornitore. Il numero dei venezianismi ammonta a 54, i veneto-dalmatismi sono 18, i triestinismi sono 10 di cui - tolti i lemmi di origine veneziana non confermati da Boerio - soltanto tre risulterebbero dei triestinismi. D'altra parte nella categoría mista dei 22 lemmi di possibile discendenza mista triestino/veneto-dalmata sette sarebbero i lemmi la cui origine potrebbe esser ricondotta a un gruppo di dialetti del veneziano orientale. Tutto sommato i risultati dell'analisi sono, se non scarsi, almeno sorprendenti per una supposizione di partenza che sembrava valida, anche perché confermata da fatti storico-geografici e culturali. Il triestino non sembra aver avuto un'ascendenza rilevante sui prestiti romanzi della parlata ciacava di Spalato, e molto pro-babilmente neanche su quelli delle altre località lungo la costa dalmata, supposizione che, comunque, resta ancora da confermare. JADRANSKA STRATIFIKACIJA IN TRŽAŠČINA Jasna GACIC Sveučilište u Rijeci, Filozofski fakultet u Puli, HR-52100 Pula, ulica I. Matetica Ronjgova 1 POVZETEK Raziskava je namenjena poglobljenemu preučevanju prostega jezika ("lingua franca") na jadranski obali kot osnovnega vira za romanske elemente v govoricah južne Hrvaške. V že obstoječih raziskavah, ki se ukvarjajo s to tematiko, opazimo težnjo po uporabi splošnih izrazov 'italijanska' ali 'beneška', ko poimenujejo romanske lingvistične interference v Dalmaciji. Izhajajoč iz predpostavke, da bi v beneškem segmentu lahko prepoznali segmente tržaščine (v smislu avtonomne različice beneščine z obrobnega položaja) vsaj kar zadeva habsburško obdobje v zgodovini Dalmacije, sem z raziskavo nameravala preveriti možnost, ali je tržaščina morda imela vlogo takega lingvističnega elementa, ki je bil bistvenega pomena v zgodovini Dalmacije v obdobju od leta 1798 dalje. Analiza 1091. slovarskih gesel, ki so bila zbrana med anketiranjem ribičev in kmetov v Splitu, je pokazala, da tržaščina ni predstavljala pomembne vloge za romanske izposojenke v čakavskem narečju tega mesta, če ne le kot posrednik med italijanščino ali beneščino in med hrvaščino. Iz raziskave namreč izhaja, da bi tržaščino lahko označili kot mogoč vir za romanske elemente 667. gesel, vendar pa si pri večini romanskih izrazov tržaščina deli to možnost z drugimi romanskimi narečji. Večji del romanizmov, katerim bi lahko pripisali tržaški izvor, spada torej v okvir mešanih skupin in morda izhaja iz nekega drugega neoromanskega dialekta: v beneško-tržaško-venetsko-dalmatinsko (225), v italijansko-beneško-tržaško (123) in italijansko-tržaško-beneško-venetsko-dalmatinsko (140), v beneško-tržaško (63), v italijansko-tržaško (59) ter v venetsko-dalmatinsko-tržaško (22). V teh primerih (z izjemo tržaško-venetsko-dalmatinske mešane kategorije, ki je bila deležna samostojne obravnave) se je tržaščina izkazala predvsem kot posrednik drugojezičnih elementov med italijanščino in beneščino in med čakavskimi govoricami in ne kot njihov dejanski izvor. [tevilo gesel, ki jih lahko navežemo izključno na tržaščino, je namreč 10. Ce pa iz teh 10. izločimo tudi tista gesla beneškega izvora, ki jih Boerio (op. prev. avtor Slovarja beneškega narečja) ne navaja v svojem delu, se le 3 izkažejo kot dejansko tržaški izrazi. Znotraj tržaško-venetsko-dalmatinske mešane skupine pa bi od 22. gesel le izvor 7. gesel lahko uvrstili v eno izmed skupin narečij vzhodne beneščine. Gre torej za dokaj presentljive rezultate predvsem upoštevajoč izhodiščno predpostavko, ki se je sicer zdela zadostno utemeljena, saj jo potrjujejo številna zgodovinsko-geografska in kulturna dejstva. Ključne besede: jeziki v stiku, lingua franca, tržaščina, romanske besede, Dalmacija 93 ANNALES • Ser. hist. sociol. • 12 • 2002 • 1 Jasna GACIC: STRATIFICAZIONI ADRIATICHE E IL TRIESTINO, 87-94 BIBLIOGRAFIA ARJ (1880): Rječnik hrvatskoga ¡l¡ srpskoga jezika. Zagreb, Jugoslavenska Akademija znanosti i umjetnosti. Bidwell, C. E. (1967): Colonial Venetian and Serbo-croatian in the eastern Adriatic. General Linguistics, VII. Pittsbourgh. The Pennsylvania University Press, 13-30. Boerio, G. (19982): Dizionario del dialetto veneziano. Ristampa anastatica. Firenze, Giunti. Canepari, L. (1980): Italiano standard e pronunce regionali. 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