ANNO VI—N. 2?. Sabbato 5 Luglio 1851. Esce una volta per settimana il SabbatO. — Prezzo anticipato d'abbonamento annui fiorini 5. Semestre in proporzione.- L'abbonamento non va pagato adaltri che alla Redazione. INSCRIZIONE CRISTIANA RA TTA DA S. MICHELE IN MONTE DI POLA. La leggenda che ricorda la tomba del Re d'Ungheria S. Salomone, e la quale annunciammo nel N. 24 di quest' anno, non fu la sola che vernsse tratta da S. Michele in Monte di Pola; di altra venimmo a conoscenza ed è il frammento di sepolcro che preparava a sè persona, della quale sgraziatamente manca il nome gentilizio. Di quella del Santo Re dissimo il tempo giudicandola contemporanea alla sua morte ; di questa non avendo veduta la pietra, non diremo più che un sospetto, ci sembra del YI e VII secolo. Eccola: f HINC IN PACE RE 0 VIE S TORVM • 0 • OC • SEPVLCRVM SVPME PONERIT ET • ABEAT DA CCC XE PORCIONlT CVIVD che noi leggiamo: HIC IN PACE REQVIESCIT . . . . . . . TORVM-QVI-OCCVPAVERIT-SEPVLCRVM • AVT ALIVD • CORPVS • SVPER • ME • PONERIT • DABIT • ccc • DENARIOS • ECCLESIAE • POLENSI • ET • HA-BEAT • PORTIONEM ■ CVM • IVDA • IN • IGNEM ♦ AE-TERNVM. Altra leggenda venne ricuperata scritta sulla pietra che copriva la tomba di un Abbate Paolo morto il di 25 Novembre del 1447, il quale ricostruì il Monastero. f M • CCCCXLVII • DIE • XXV • NOV//// il iacet-veinerabil/// rdnspavlvs-abbaset-refab RICATOR • HV1VS • MONAST R1I • ET • EIVS • PRESENTI Si/i/ CCLESIE // ILI// IS INSCRIZIONE DI C.1PODISTRI«. II Professore al Ginnasio di Trieste Sig. Loser ci ha gentilmente favorito copia di moltissime inscrizioni che si leggono apposte sui pubblici edilìzi di Capodistria, e che desso con grandissimo amore e diligenza ha raccolte, e che ci diè permesso di depositare in questo giornaletto ad incremento dei materiali di patria, storia. Bella impresa e di grandissimo giovamento sarebbelil lapidario di tutta la provincia, e di tutti i tempi, dai > più remoti fino a noi, e tale meritare 1' estimazione dei forestieri, e la soddisfazione dei proprii, che in quello vedrebbero come in questa penisola il sentimento di essere veramente famiglia durò costante, e nelle leggende tenne viva ai presenti e tramandò ai posteri la memoria di persone e di fatti, che erano cari perchè di famiglia; la soverchia adulazione medesima tornò in vantaggio. Tempo verrà in cui i materiali epigrafici negletti o dispersi, torneranno in onore ; la perdita di leggende cancellate senza tenerne memoria od infrante farà nascere desiderio maggiore di quelle che si hanno. Noi quantunque più inclinati alle cose dei tempi antichi e medii per trovarvi ragione dei moderni; noi volentieri apriamo le pagine del giornale alle inscrizioni del tempo moderno cioè dal 1500 impoi, e modestamente andremo inserendole, quasi a riempitura. E cominciamo con una in onore di Alvise Soriani del 1567, la quale ci avverte come desso rinovasse la Fontana, riattasse le strade rurali pressoché cancellate, restituisce il ponte di legno che univa la città al Ca-stelleone, riducesse a compimento le saline di Campo-marzo, e facesse quelle adjacenti al Trivoleo (Trivolco lessimo in carte) presso Canzano. La lapida sta sul pub-lieo palazzo. ALOISIO S VRI ANO PRAET QVI PRAETER SALVTEM ANNONAE EMPORII 0 • AC SACRO MONTI ALLATAM FONTEM PVBL QVI PROI'E PERIERAT AD PRISTIN ♦ VSVM REVOCAV1T VIAS AGRI HVIVS PLANE PERDITAS RESTITVIT POMTEM (sic) CITRA ARCEM LABENTEM RESTAVRAVIT SALIN. AD CAMPVM MART. INCHOATAS PERFECIT EASQVE TRIVOLEO AD/ACENT • AERE SVO MVTVO DATO AEDIFICAVIT IN PATR///ISTAM DENIQ TANTA ALIA BENEFIC • C0NTVL1T VT 1VRE OPTIMYS PATER APPELLANDVS SIT C • P. MDLXVII alicuilii PODESTÀ' veneti DI HOV1GIO ed alcune memorie patrie contemporanee. (Contili. V. N. 23, 26). Tomaso Morosini Podestà e Capitanio di Capodi-stria in visita con Terminazione 8 aprilo richiamava in vigore il dee. del suo antecessore Basadona, che le Case adattate in Provincia senzi incomodo dei proprie-tarj ad alloggiare essi Capitani, siano senz'altro in seguito all'occorrenza adoperate, per non aggravar di spesa i Comuni, sotto pena ai G udici e Sindaci di pagar del proprio quando provedessaro case per affitto. Trovandosi il Comune in bisogno di danaro, fu preso dal Consiglio Municipale li 25 Maggio di passare alla nomina del Csmerlingo invece che per tre mesi per un anno, col benefizio dei colmi del frumento, e senza salario. E nella Seduta dei 6 giugno che tutti i salariati dal Comune lasciassero il loro soldo per sostenere le liti del Comune medesimo. In quest'anno Antonella moglie del marinaro Domenico Marchesini legava una porzione di casa ai poveri dell'Ospitale. 1707. 08. Zuanne Minio. Antonio Smaco, povero ricovralo in quesl' Ospitale, donava con virtuoso esempio nei primordi del 1707 1. 100, prometteva donarne altrettante nella quaresima di quali'anno all'Ospitale medesimo, perchè fossero impiegate nella incominciata fabbrica della divisione degli uomini dalle donno, promettendo di dare tutto il civanzo delle sue questue a tale oggetto di pubblica morale. Per togliere 1' abuso dannoso ai poveri abitanti introdotto dall' avidità di alcuni speculatori, fu preso dal Consiglio municipale li 30 novembre 1707 di supplicare, perchè in ordine allo Statuto restasse inibita l'introduzione dei vini forestieri sino a che non fosse seguito l'esito dei vini terrieri ; la qual Parte fu bene rappresentata dal Podestà al Principe, ch'emanò analoga Ducale. 1709.. . . Avendo bisogno di ristauro la vecchia chiesa Collegiata, e in particolare le due navate che minacciavano di cadere, deliberò il Consiglio municipale li 24 aprile (qome quello che avea la sopraintendenza e governo della medesima) in seguito a supplica di quei Procuratori, di consegnar loro D.ti 500, perchè fossero impiegati a tal effetto, delli livelli che il Comune ogni tre anni incassava il giorno di S. Martino (e perciò detti livelli di S. Martino), però fino alla sudd.a somma, e non più. — La maggior parie finora di questi livelli furono francati, e il diritto di avvocazia del Comune su la Chiesa viene esercitato dal Governo, che sperasi, stanto il nuov'ordine di cose, fia per tutta giustizia al Comune restituito, del che il Comune n'abbia pensiero. Per mala cura essendo smarrite molte palle d' oro e di ottone, il che rendea difficoltà nel ballottare, fu presa parte dal Consiglio nella med.a Seduta, di provvederne in Venezia 200 di ottone, e 28 d'oro. — Queste d' oro servivano unicamente per dare il diritto di proposizione nei Consigli. — Ora si versa nel Consiglio sugli argomenti che sono all' Ordine del giorno, diggià proposti a voce nell'anteriore Seduta, od altrimenti per iscritto. Ogni rappresentante ha diritto di proposizione, ma il podestà n'ha sempre l'iniziativa della discussione. .— In mancanza di un regolamento interno, il Consiglio se ne formò uno mediante l'opera d'una Commissione, e segnatamente del rappresentante sig. Luigi D.r Barzan, della quale, riuscita di tutta soddisfazione, venn'anche deliberata la stampa. La Carica di Capodistria col suo proclama dei 22 settembre, in vista della perdita degli Olivi in tutta la Provincia, e volendo provvedere a quei mali che provengono dalla malizia degli uomini, e di quelli particolarmente che si fanno lecito di sradicare i germogli per l'avidità di poco lucro, proibiva tagliar Olivi, svangarli, o sradicar i germogli tanto negli stabili proprj, quanto negli slabili altrui, nonché pascolarvi dentro animali di qualunque sorta, sotto comminatoria ai contraffacenti di pene corporali e pecunarie ad arbitrio, e dava facoltà ai proprietari ritrovando animali in fragranti di poterli impunemente ammazzare, senza che dai padroni di questi si avesse potuto pretendere alcun risarcimento. Se questa ultima energica misura fosse stata compatibile colle legislazioni dei succeduti tempi, o la si potesse riattivare quando che sia col nuovo Statuto, si avrebbe sradicata affatto, o si toglierebbe in seguito al immorale abitudine, qui tuttora persistente, di danneggiare i campi altrui cogli animali. Da un Costituto fatto nella Cancelleria di questa Comune li 18 ottobre dal Zuppano e dal Giudice dello Villa rilevasi, che anche colà si rilasciavano Fedi di Sanità, ansi instavano perchè fosse mandata persona capace a tale disimpegno. CONTROVERSIE FRA austria e venezia per le cose d'Aquilej a alla fine del secolo XVI. (Continuazione V. N. 25.) Con tutto ciò si diceua nella med.a scrit.a. che Sua Altezza uolondo imitare la pietà dell'Imp.e Ferdinando Suo P.ne, quale sapeua ella di certo, che fin all'ultimo spirito haueua hauuto animo d'osseruare le Capito.oni di Bologna, e di Vuormazia con la sentenza di Trento allegate di sopra, purché 1' altra parte facesse il med.mo e uolendo insieme conformarsi quanto più le fosse possibile col uolere di Sua Beatitudine si risolueva di con-descendere alla desiderata ristitutione con le segue.ti condittioni. Che al Patriarca rimanesse il mero e misto Imperio nel modo, che l'Arc.vo di Salzburg, et li Vescoui di Bressinone, di Bamberga, di Frisinga l'hanno nelli slati loro posti Hell'Anstria, Stiria, Carintia, Carniola, e Gorilia, con riconoscenza del'alto Dominio uerso esso Arciduca, e che le sentenze del Patriarca, come quelle delli sodetti Prelati andassero alli Tribunali di sua Altezza come sourano Prencipe in quel Stato. Che in recogit.e di tqle superiorità restasse al Arciduca la Torre d' Aquileia con li datii et gabelle della Città, de quali s'hauessero a pagare li soldati del pres-sidio di essa Torre. Chu tanto li Canonici, quanto il Podestà, Officialie Habbitsnti d'Aquileia e del distretto riconoscessero i Cap.ni di Grad.ca come rapresentanti la persona di sua Altezza, nel modo, che riconosceuano p.ma il Luogot.e d* Vdine. Che a Sua Altezza, e suoi heredi si riseruasse ragione d'Auocatia di essa Chiesa con le regioni Regie di custodirei Cammini, che conducono alla Città e le Fierre, che ui si fanno nella settimana santa. Che tutto quello insieme, che i Villani sono solili di prestare al Cap.o di Grad.ca che conforme a la Costitute dcll'Imp.re Ferdinando i sudditi della Casa d'Austria non potessero essere escomeati dai luoghi, che dal Patriarca o dal Cap.lo tengono in affitto, mentre po paghino senza^fraude quel che beuono. Che il Patriarca et il Cap.lo s' obligassero di non mouere dalla Città d' Aquileia guerra ad alcuno, ma dipendere in questo assolutale dal arbitrio suo, et in specie d' aprire, e chiuderò le porte della città a tutti, conforme a quello, che parerà a Sua Altezza ecceluata sempre la Sede Apostolica. Che rimanessero sempre liberi a Sua Altezza li porti del Mare et per quelli potesse far condure legni, et ogn'altra sorte di mercanzia senza pagare Gabella alcuna. Fuori di queste condizioni aggiongeuano li Arciducali, che uenendo Sua Altezza per obedire sua Beatitudine ad una tale restit.e, ardirebbe anco di promettersi all' incontra da sua San.tà ogni sorte di honesta gracia, e che pò seguendone l'effetto, la supplicarla di tre cose. Primo:che concedesse al Capitolo d'Aquileia l'elet-tione libera del Patriarca nel modo che l'hanno tutti gli altri Capitoli d'Alemagna; 2.o Che si proibissero le continue renoncie o coadiutorie in quella Chiesa dalle quali, nascono molti inconuenienti; 3.0 che per la collaiione dei Canonicati riseruandone Sua S.tà quattro mesi per se, et quattro per il Cap.lo concedesse ne gli altri quattro la nominatione de Canoneci a Sua Altezza per potersi assicurare, che essi nou hauessero ad essere sempre tutti sudditti della Rep.ca Veneta, ma ue fossero anco degli Austriaci a fine, che cosi generasse fra di loro maggior unione d' animi a gloria di Dio. Hor mentre uentilnuano queste tali condicioni, e s'era data cura al Patriarca di considerarui sopra, e di rispondere, parendo elle ueram.te dure, piacque a Dio di chiamare a se Papa Gregorio XIII; e cosi fu sopito il negocio senza parlarne più; il quale ripigliandosi bora di nouo trouaria per auentura con la Diuitia gracia facilità maggiore di condursi a fine nel modo, che mi sforzerò uenir dechiarando. Modo