ANNO XXV. Capodistria, 1 Agosto 1891. N. 15 LA DELL'ISTRIA Esce il 1" ed i) 16 d'ogni uiese. ASSOCIAZIONE per un suino fior. 3; semestre e qua-triruestre in proporzione.— Gli abbonamenti si ricevono presso ia Ueiiaziout. Articoli comunicati d'interesse generale si stampano gratuitamente. — Lettere e denaro franco alla Redazione. — Un numero separato soldi 15. — Pagamenti anticipati Paralipomeni dei "Tempi andati,, di GIUSEPPE CAPRIN ') Dalla chiesuola dei Tre Tre siamo venuti giù giù fino al cenacolo di Tobia. Torniamo ora sui | nostri passi per ispigolare nei campi fortunosi del 1848. Il Caprili, se ha dovuto tacere di molte cose e si capisce il perchè, ha però con efficacia di stile | descritto i primi entusiasmi a Trieste alla nuova della costituzione proclamata a Vienna; e cedendo la penna a Leone Fortis ci ha fatto assistere su : su per la strada d'Opcina alla scena del corriere trattenuto dagli ardenti patriotti avidi di novelle. Eguale scena si ripetè poche sere dopo davanti all'albergo del Pellegrino in Via San Nicolò, all'arrivo della Corriera di Gorizia; scena in cui mi trovai imbarcato a fare la parte di protagonista. Era il Lunedi della Settimana Santa del 1848; rimpatriavo per le vacanze di Pasqua, dando per pochi giorni un addio al famoso Seminario di Gorizia, con pochi soldi in tasca, ma con una ressa d'idee nel cervello, e col cuore, col cuore poi che batteva la generale. Mi trovava pigiato nella così detta Diligenza tra vari compagni, tutti studenti di teologia. Tacevo, perchè i miei discorsi non avrebbero fatto presa; e quanto al prender parte alle chiacchiere degli altri proprio non mi sentiva; tacevo adunque e pensavo. Pensavo alle tante cose vedute i giorni prima ; avevo assistito da una fiuestra alla scena del povero pittore Caffi, legato come un manilgoldo, vilipeso, sputacchiato da certi barabba di Gorizia : il Caprili ha tirato un velo pietoso ; ed ha fatto sotto un aspetto benissimo; pure il velo mi permetto di alzarlo per un momento solo. Da quell'anno quanta strada si è fatta; a perseverare nel bene, e nelle idee di larga tolleranza giova però la memoria dei passati errori; e non occorre dire che la storia è storia. Attenuante da non dimenticarsi però la vecchia ruggine tra Gorizia e Udine ; lo stesso dicasi degli odi secolari tra Trieste e Venezia: così si spiegano molti: fatti. La resurrezione di San Marco (gli storici contemporanei già l'hanno notato) se potè giovare alla antica dominante, fu un errore, avuto riguardo agli interessi generali. Ma non ci perdiamo in disquisizioni. Avevo anche veduto la notte antecedente i tristi riflessi nella pianura friulana degli incendi di Visco e di .j;IÌYrti«t> avisvn sentila dal Rottom un paternale eoi fiocchi per essere uscito il giorno innanzi con lo Sponza (ora buon prete a Rovigno) con tanto di coccarda tricolore sul petto. Immaginarsi le furie di quel povero uomo. Dio lo riposi! L'avea già a morte con le coccarde in generale; tutti i Seminaristi erano usciti coi la coccarda rossa; la parola d'ordine era calata da Vienna; i liberali non erano contenti, aspirava®, come è noto, a qualche mutamento più radicale ; questi benedetti rossi sono da per tutto così. Ramiento sempre la parlata del Rettore durante la ceni lo vedo sempre bassotto, grassotto, tarchiato, pintato sugli stivali in mezzo al refettorio, riscontro al ritratto di Maria Teresa, brava e bella donna, ne parea lo guardasse a stracciasacco, spaventata ei lineamenti un po' grossolani di quel servo dDio. Reverendi domini diceva adunque il rettore i un latino maccheronico, e con la pronunzia cragnona «cosa è questa novità?» Il Concilio di Lione 1 decretato che solo i Cardinali, i vescovi ed i camici possono vestire di rosso, ad indicare che sono ronti a spargere il sangue per la chiesa. Quid sUt ista sighna rubra? Cosa sono questi segni ross: Ecce liumana superbia ! (era la sua idea fissa, il^o intercalare) totus mundus se episcopum et ca>nicum fazere? Oh! l'umana su- perbia. Tutto il mondo vuol diventare vescovo e canonico. — Oggi come oggi, mi dicono che questi siglino, rubra sono in certe occasioni permessi, per amor del bianco e del celeste che vi è inquartato : il bianco e il celeste riflessi del Mar bianco, e degli alti azzurri e mistici cieli dei beatissimi santi Cirillo e Metodio. Dunque, come diceva di sopra, con queste idee pel capo taceva. E i cavalli intanto andavano al trotto lento e regolare ; e i monelli slavi, visti tutti quei cosi infagottati in nero là dentro cominciarono la litania di tutte le possibili miserie per avere il carantano. Quando Dio volle si arrivò a Trieste. Ed ecco di subito in Piazza della Caserma una frotta di giovinotti prende d'assalto la corriera ; alcuni spiccano un salto sul predellino per sentire le novità. Numi! che versaccio quando videro con chi avevano a fare. Sentii un tuffo nel sangue, mi parve dovere di coscienza far subito loro capire che la sacrosanta Teologia non rinnegava la patria, e mi buttai fuori tenendo un dialogo rapido e vivo. — Cosa sono qnei fuochi di ieri sera? — I villaggi di Yisco e di Ialmico in fiamme. — E poi?... E poi?... E Caffi? È proprio vero? — Verissimo, l'ho visto io co' miei occhi.... E così via via botta e risposta. I miei compagni intanto fremevano, mi tiravano por lo falde, temevano di compromettersi. — È proprio vere» mi domandò un giovanotto da ultimo, che hanno preso la fortezza di Palma? — Oh che diavolo dice; risposi, le fortezze non si prendono con le mele cotte. È una verità sacrosanta, è il più innocente degli apprezzamenti, e per di più confermato poscia dai fatti. Pure, non so perchè, quelle quattro ed innocenti parole buttate là produssero due effetti contrari subito. Di fuori dai giovinetti, sorrisi, approvazioni, e da ultimo da parte di uao (pagherei qualche cosa di rivederlo, se è ancor viro, e si rammenta di ine, leggendo questo foglio) uta stretta di mano di quelle che lasciano il segne sull'epidermide; e di dentro dei compagni protesti, riprovazioni che parevano ciuciate, non senza umiche motto buttato là e che voleva dire — Ni riparleremo altrove. Ma questo è ancor nienie. Eccoci in Via San Nicolò. Che ressa ! Che mosaio di teste ! Un grano di miglio non sarebbe caduto in terra. A stento il vetturale movendo dolcemente la frusta di qua di là, può ottenere il passaggio. \ruovi curiosi saltano sul predellino ; e da capo io it ballo a ripetere la la scena del dialogo concitato.