Esce una volta per settimana il Sabbato. — Prezzo anticipato d'abbonamento annui fiorini 5. Semestre in proporzione.— L' abbonsmento non va pagato ad altri che alla fiedazione. architettura sacra ibell' istria. Nell'anno 1849, imprendendosi dal religiosissimo vescovo di Trieste la consacrazione della chiesa parocchiale di S. Antonio nuovo in Trieste, usciva per suo ordine un opuscolo nel quale contengonsi tutie le ora-zioni in latino ed in italiano e tutto il rituale usato nella consacrazione di chiese cattoliche. Alla quale esposi-zione di riti precedono alcuni capitoli = Cenni storici deli' architettura cristiana = Esposizione dei beneftzi di redenzione impartiti nelle chiese == Antichita della consacrazione dei templi. Dal capitolo I che discorre le vicende deli' architettura cristiana, leviamo il passo che in brevi parole tocca la storia deli' architettura nel-1' Istria. "A chiudimento di questi cenni somraari sull' architettura generale ecclesiaslica diremo alcune cose (sulle vicende in questa provincia ecclesiastica, per cio che ri-guarda 1'attuale diocesi di Trieste cui fu unita quella di Capodistria, e nella quale si fusero le diocesi di Cittanova e di Pedena, e frazioni tolte alle diocesi di Pola e di Parenzo; per cui di tutta la penisola ne viene di parlare. Bandito il vangelo per opera del Protoepisco-po di Aquileja, S. Ermagora, e mediante presbiteri da lui inviati, fino d' allora formaronsi comunita ecclesiastiche; pero non sembra che avessero edifizi propri, poiche dagli atti dei Santi Martiri di Trieste d noto che si raccogliessero i fedeli agli atti di culto sulle tombe dei Martiri; ed intornq la meta del secolo secondo, i nostri Cristiani dovevano rifuggire nei boschi e nelle spelonche per evitare le persecuzioni. Vuole tradizione che intorno la meta del III secolo (256) nella časa di illustre famiglia, della quale furono le Sante Martiri Eufemia e Tecla, fosse la prima sala di riunione, la prima chiesa materiale, che poi si disse di S. Silveslro Papa, e sulla quale sta ancora leggenda che ricorda tale fatto. In sulla line del terzo secolo, durando ancora 1' ultima e la piu feroce delle persecuzioni, quella di Diocleziano, vi erano comunita ecclesiastiche gia formate, ed e a supporsi che avessero propri luoghi di riunione, sebbene privati e celati. Data la pace e la liberta alla Chiesa, sursero pubblici templi, nel 348 quello di Aquileja, centro allora diocesano di queste regioni, e dopo dati nel 380 ai Cristiani i templi pagani, in Trieste surse chiesa nel Campidoglio antico sugli avanzi del tempio delle divinita capitoline, ed in Capodistria pure sugli avanzi del tempio idolalrico di divinita non bene accer-tata, P una e P altra chiesa sotto invocazione della Beata Vergine Assunta in Cielo; ambedue con disposizione di basiliche romane, a tre navi, con porticato dinanzi. Nel 456 alzossi chiesa nell' isola di Grado intitolata a S. Eufemia, opera del Vescovo S. Niceta, tuttor esistente, poco stante quella insigne del Monastero della Beligna, non prima fra le chiese dei monaci in queste nostre regioni. Fondati i Vescovati Istriani nel 524, Io spirito di Giustiniano si propagč anche fra noi; novelli templi sursero dappertutto, in Trieste la chiesetta destinata a raccogliere gli avanzi dei Santi Giusto e Servolo, opera del Vescovo Frugifero; in Parenzo la Basilica di S. Maria e S. Mauro opera di Eufrasio; in Pola la chiesa di S. Maria Formosa opera di Santo Massimiano Arcivescovo di Ravenna, che era nativo di Pola; ed altre chiese mi-nori venuste per forme e per ricchezze di mosaici che le decoravano nell' interno e nell' esterno. La Basilica Eufrasiana di Parenzo, modellata sui tipo perfetto di Basilica romana, con trine navi, con porticato quadra-to, con battistero, con Mausoleo, rimase ancora testimonio della distribuzione perfetta delle antiche chiese; pfro la squisitezza dei marmi, e degli inta-gli nei capitelli, la sontuosita de'mosaici, nelle volte, sulle pareti, nel pavimento, le decorazioni del coro, nel quale si adoperarono il corallo, la madreperla e marmi rari, fu di assai superata dal lusso della chiesa di S. Maria Formosa, la quale ebbe non solo marmi variatis-simi e rari, ma abbondanza di porfido, di verde antico, colonne di marmo trasparente a scolture minute, porte di bronzo; lavori che passarono poi a decorare insigne basilica. Di quest' epoca sono i battisteri nelle citta ve-scovili, costrutti in appositi edifizi, dei quali sopravanza la vasca esagona del triestino, le muraglie del parentino, 1' edifizio pressoche completo del polense, che a diffe-renza degli altri era in forma di croce; e se nella seconda meta del secolo passato non fosse stato atterrato quello di Cittanova, se ne avrebbe modello perfetto di antico battistero non si facile a rinvenirsi. L' oltavo secolo, il nono, non mancarono di edifizi sacri: Pirano che aveva chiesa piu antica si forniva di battistero; 'altret-tanto avveniva di due Castelli, nell'857 s'alzava il secondo duomo di Pola opera del Vescovo Andegiso. Ap-pena varcato il 1000, il genio deli'architettura cristiana, si mostrava nella chiesa metropolitana di Aquileja opera del Patriarca Poppone,'del 1031; e poco stante quella di S. Michele di Pola, piu tardi poi la chiesa di S. Pe-tronilla dei Monaci presso Canfanaro. Dello stile gotico e Ia chiesa di S. Francesco di Pola opera inlorno il 1300; del XIV la formazione del Duomo di Trieste u-nendo le due chiese distinte, 1'una di S. Maria, 1'altra di S. Giusto. I Francescani nel secolo XIII, XIV, XV alzarono chiese, povere peraltro anzi che no; in sulde-chinare del secolo XIII sorse Ia chiesa prepositorale di Pisino. La deiezione in cui cadde la provincia, fu certainente causa che 1' architettura stesse oziosa nei secoli successivi, ma non si tosto le condizioni mutarono al meglio, che novelli edifizi sorsero dovunque. II secolo XVII vide la chiesa di Montona, 1600; la chiesa dei Ge-suiti di Trieste, opera del 1619 per liberalita del Principe Uldarico di Eggenberg, del comune e di divoti, sui disegno del Padre Giacomo Briani Modenese; grandiosa se guardisi ai tempi in cui surse, ed al popolo che non giungeva ai 6000. II secolo passato fu piu ricco di o-pere. Capodistria, Rovigno, Pisino, Dignano, Umago, Buje ed altre citta e terre rifecero le chiese loro, od altre ne aggiunsero, siccome Parenzo, sui tipo deli'architettura usitata in Venezia. Ne 1'odierno secolo fu a-varo; novelle chiese sorsero nelle borgate minori rim-piazzando le cadenti, o quelle fatte ormai troppo angu-ste. Ouesto tempio di S. Antonio di Padova, parrochiale della citta Teresiana di Trieste, il quale surrogo altro minore ed insufficente, sorse per liberalita del Munici-pio di Trieste, sui disegno del nostro Pietro Nobile, Consigliere alle costruzioni auliche; e se il concetto deli'Autore si scosto dai tipi consueti delle forme cri-stiane, per ravvicinarsi ali' antico, non puo scono-scersi una grandiosita del pensiero, il quale vince le difficolta della forma del suolo, mirabilmente celata. Insigni maestri deli' arte pittorica fornirono quadri loilati agli altari; le opere fusorie sono di bella esecuzione. La quale chiesa e cominciamento della nuova Era di Trieste; altri edifizi sacri sono in progetto ed in pros-simita di esecuzione. del vescovo di trieste PIETRO BONOMO. Pietro Bonomo nacque in Trieste nel 1458 da Giovanni Antonio Bonomo, comandante delle milizie civiche, e da Salomea Mirissa o Dornberg (cio che 6 incerto) oriundo da famiglia ascritta fra le 13 ed insignita di cariche municipali. Morto il padre nel di 16 agosto 1468 ingiustamente di morte ignominiosa, per sommossa tu-multuaria di cittadini, Pietro in eta di 10 anni, coi fra-telli Francesco e Giusto, eolla sorella Bartolomea e eolla madre Salomea ando al bando. Riammesso da li a poco, Pietro insieme a Giusto fu mandato di 12 o 13 anni allo studio in Bologna, Universita frequentata allora dai Triestini, (nella qUale un Giovanni Bonomo fu piu tardi Rettore), ove apprese umanita; fatto poi paggio deli'imperatore, ebbe la laurea, e si preparo allo stato eccle-siastico. Ma cangialo pensiero prese a moglie nel 1485 Margarila de Rosenberg, austriaca, e visse con lei 3 anni e 7 mesi, avutone un figlio solo che nome ebbe Lodovico, dato il quale in cura a Giov. Batt. Bonomo di Odorico, torno agli offici di corte, e nel 1491 lo si vede Segretario e Commensale di Federico III, mentre il fratello di lui Francesco era pure in sovrano servigio, fatto poi parroco di Dollina, e nel 1501 lasciata la chiesa, Segretario di Massimiliano ed Esattore Erariale in patria. Lo stesso Federico III il di 2 aprile 1492 da Neustadt alzava il nostro Bonomo insieme a Lorenzo zio di lui, ed al fratello Francesco, al rango di Conte Palatino. Ma gia nel 1493 determinavasi al servigio di chiesa, ed ascritto fra i Canonici di Trieste, ebbe la paroc-chia di Lubdingen, indi quella di Vipacco, piu tardi la Prepositura di Strasburg nella diocesi di Gurk insieme al titolo di Consigliere, nel 1591 la parocchia d'Illersberg nella diocesi di Augusta. Massimiliano nel 1497 lo in-caricava di missione al duca Lodovico Sforza di Milano, che destramente e con successo porto a fine; nel 1501 lo chiamava in Linz al carico di Cancelliere dell'Impe-ratrice Bianca Maria. Olfertagli dali'Imperatore la scelta fra le mitre di Vienna e di Trieste prescelse quella della patria, alla quale venne preconizzato il di 10 ottobre 1501, e con rescritto 13 ottobre 1501 annunciato al Capitolo ed alla Municipalita, alla quale solennemente si presento in pie-no consiglio il di 27 decembre 1501. Sennonche altri— menti volendosi dal S. Padre, il dotto e prudente Conte Luca di Iiinaldi eletto triestino, troned ogni questione facendo rinuncia del veseovato allo stesso Bonomo, il qualo nel di 5 aprile 1502 ebbe conferma pontificia, e governo saggiamente la sua diocesi per lungo tempo, in-caricandosi anche di pubbliche faccende; e le cose per lui fatte, in ordine dei tempi succintamente narreransi. II di 22 settembre 1504 dava investita del feudo di Calisedo presso Leme a Giov. Antonio Giraldi, il di 23 febbraro 1507 del feudo di Rizmagne a Gio. Batt. Bonomo. Scoppiata guerra fra I' impero e Venezia, nel di 16 maržo 1508 arringava il nostro vescovo il Consiglio municipale, proponendo le difese di guerra, ma co-minciato 1'assedio il di 1. maggio 1508, e caduta il di 6 in potere dei Veneti, i quali vi si tennero fino al 3 giugno 1509, il Bonomo si allontano dalla sua citla, tratte-nendosi ora in Gradišča, ora in Marano, ora in Lubiana secondo le esigenze della guerra, nella quale non fuin-attivo, avendo esso medesimo diroccato il castello di Montecavo o Mocco. Nel 1511 era governatore del Friuli in Gorizia, e nel 1514 conchiuse pace coi Veneti in nome del capitano di Trieste Nicolo Rauber, pace parziale che abbracciava soltanto alcuni vicini territorii. Cel 1515 fu in Roma al V. Concilio del 1517 ora-tore per la patria dinnanzi ali' Imperatore per chiedere rinnovazione di privilegii e grazie, che seppe anche ot-tenerne. Del 1518 lo troviamo in Innspruck, ed alla fine deli' anno diretto a Wels, sopra chiamata deli' Imperatore Massimiliano, che consultarlo voleva sui testamente, giuntovi dopo Pobito deli'imperatore; del 1519 in Roma, del 1520 in Augusta ed in Graz, ed in Colonia. Nello stesso 1520 cedette all'arciduca Ferdinando la muda di Trieste, antichissimo patrimonio veseovile, per annui fni. '250, ed il 7 luglio 1511 il ravvisiamo creato Gran Cancelliere, e Capo deli' aulico Consiglio secondo l'uso di Borgogna, risedendo per 1'offici o in Graz. Ri-masta allora vacante la sede veseovile di Vienna, funo-vellamenlo proferta al Bonomo e novellamente ricusata, pero nel 1522 assumeva 1' Amministrazione di quel veseovato fino ali' ottobre 1523, epoca nella quale deside-rando ridursi alla patria ebbe da Ferdinando I. 1'annua pensione di fiorini 400. Ampliava e ristaurava la sua residenza, ed il di 10 agosto 1525 concedeva il feudo di Rodig e Verchpolie al cugino suo Pietro Bonomo; nel seguente anno sitro-vava in Tiffer. Natogli un nipote nel maržo 1527, dal figlio suo Lodovico e da Orienda Ubaldini, il Vescovo lo battezzo, e fu il primo ad essere riportato nel libro dei battezzati che allora si istituiva; e fu tutore di questo ed altri 2 nipoti, quando Lodovico moriva nel 1537 gia stato de-corato di milizia equestre dali'Imperatore Carlo V. e la di cui discendenza s' estinse in Andrea Giuseppe di Bo-nomoaStettner nel 1797. Fu delto che il Bonomo fosse anche principe di Simp-ten, e lo asseri il Rapicio, ma fu questo equivoco nel leggere il nome di un suo cancelliere. Tempi difficili per movimenti di guerra e per no-vita di religione furono quelli in cui visse il Bonomo nostro, perche Venezia tentava allora appunto di ergersi a potenza di terra, e prendere voleva quanto al di qua d'Alpi volgevasi al mare; le ire e le diseordie cittadine gravi furono, a segno che il padre suo ne rimase vlitima ; le popolazioni movevansi a desiderio di riforma ecclesiastica. Ouesti medesimi Iitorali non an&arono da movimenti immuni e nella veneta dizione e nell'austriaca di modo che somma deve dirsi la prudenza sua, se in tante vicende ed in si lungo governo seppe tenere la vin sicura. Esso tenne in qualche considerazione quel Primus Truber Canonico di Trieste, predicatore carnio-lico, il quale piu tardi passd ai protestanti, e gettd qual-che sospetto, per nulla giustificato sul Vescovo nostro. Nell' anno 1545 il nostro Bonomo, insieme a Giovanni Barbo di Pedena, ed a Giovanni Battista Vergerio di Pola consecrava in Capodistria vescovo il celebrato Pietro Paolo Vergerio; quell' infelice che il desiderio di mondare la chiesa sua da male pratiche trasse al punto, che le persecuzioni di inalevoli, tentennare fecero la non ben ferma fede, e deposto, ineriminato, dovette darsi alla fuga, passare fra i protestanti, e condurre la vita di esule. Pietro Bonomo nelPela di 88 anni, dopo un governo di ben 46, moriva il di 4 luglio 1546, e veniva sepolto in duomo all'ingresso della navata di mezzo; la lapide che copriva la tomba si vide ora collocata nell'e-sterno del duomo, — Sul marmo leggesi: PRAESULIS HIC TUMULUS PETRI TEGIT OSSA BONOMI GRATA SUO C1VI PLEBS PIA VOTA BEFERT OUI OBUT M. D. XLVI — MENSE JULIO AETATIS LXXXVIIt EPISCOPAT XLV. Andrea Rapicio, dottore in legge, elegante poeta latino, suo compatriota, e piU tardi successore, Giure-consullo e Segretario di Cesare, dettava P epitafio, ed in Codicetto posseduto dal Museo di antichita vi ag-giungeva: Condidit hoc tumulo laclirymis te, Petre, supremis Patria decessu languida facta tuo. Quod tibi sincero deprompsi peetore carmen Accipe et absentis dona fuisse puta. alcuil podesta' veneti di rovigtlfo, Ed alcune memorie patrie contemporanee. RIEMPITURA dei precedenti mitlesimi. (Continuazione e fine V. N. antecedente). 1657......In quest'anno fu edificata la chiesetta di S. Antonio di Padova in Rovigno da Domenico da Brioni q. Lorenzo, il quale prima egli e poscia sua moglie la dotarono di beni, lasciandone 1' utile dominio ai loro eredi con vari obblighi da osser-varsi in perpetuo in onore del santo, e a benefizio dei poveri. Pero era lungo desiderio di quei che dirigevano il comune, bene sentito dalla parte intel-ligente della popolazione, ne contrariato inmassima dai compatroni, e da compiersi peraltro una volta, che questa chiesetta di privata ragione fosse di cola tolta; tanto perche frustrata di alcuni oneri ed o-nori per la mancanza in oggi del piu di sua dota-zione in forza di arbitrarie seguite alienazioni, quanto e sopratutto perche posta in un sito non punto a-datto, anzi incomodo ali'affluente popolo, e inde-coroso per le praticabili irriverenze. La carica di Capodistria in sequela a delibera-zione del senato 17 gennaio decretava li 2 susse-guente febbraio, che i nuovi abitanti della provincia, passati 20 anni, e che avessero infrattanto preso investitura di beni per detto tempo dai sudditi vec-chi origiuari, fossero sottoposti al foro dei primi tanto civile che eriminale, e a qualunque gravezza come quelli: vietato percio di rinnovar investiture dopo quel tempo di beni gia investiti, e doversi registrare nelle podesterie di volta in volta le ;as-segnazioni dei terreni: ritenendo in fine nullo ogni atto che fosse operato contro tale disposizione. 1658. Benetto Balbi. 1662. Oasparo Diedo. Dietro la parte posta da questo podesta, giudici e sindaco Ii 10 aprile, il consiglio municipale deliberava a grande maggioranza, che per P avvenire non si potesse ammettere alla carica di medico coinunale chi fosse nativo di Rovigno, o alcun altro che avesse congiunzione di parentela o affinita con alcuno dei cittadini od abitanti, onde togliere cosi i brogli e gl'interessi, che apportas-sero pregiudizio alla conservazione della salute e del bene degli stessi abitanti. 1665.....Acciocche non restasse d' avvantaggio defraudato il comune nel suo dazio pešce dalle persone forestiere, fu deliberato in consiglio li 10 maggio, che di tutto il pešce che si vendesse tanto in terra, quanto in mare fosse corrisposto il dazio sta-tuito, intendendosi anche di quello pescato in acque estere, sotto pena di contrabbando. 1676. . . . . La carica di Capodistria considerati gli aggravi del comune di Rovigno, fra' quali molti indebiti e degni di regola, con terminazione 26 decembre levava al Comandador (fante) il salario dei d.ti 20, perche ricavava molti utili incerti; e annul-lava la dispensa ai cittadini delle candele nella fe-sta dei 2 febbraio, importante la spesa di anuui d.ti 100, perche di niun giovamento allo stesso comune: come pure la spesa dei d.ti 50 soliti darsi a' sopra-stanti ai torchi, perche assistevano per 1'interesse dei particolari: nonche Faccrescimento dei d.ti 20 al chirurgo comunale, perche fatto contro 1' ordine delle leggi. Ora poi 1* annuale dispensa delle candele si pratica dalla sacristia di S. Eufemia, flnita la messa grande, al domicilio degli abitanti, e finora nel duomo. II perche e quando passo a carico della stessa ignoro, come eziandio quando cesso il salario dei soprastanti ai torchi, che durarono fino a recente ricordanza, col solo compenso di poco noc-chio per maccina. 1678. 79. Bernardo Barbaro. Ristauro il pubblico palazzo. 1680. Daniel Balbi. Pos'egli dietro P altare di S. Eufemia inscrizione di sua vcnuta. (V. i miei cenni nel citato n.ro sopra la Santa). Furono approvate dal Senato veneto con decreto 6 luglio le due parti del consiglio, P una risguar-dante la fabbrica d'una pubblica cisterna, 1'altra la ricostruzione del molo. In quanto a questo v. anno 1567. In quanto poi alla cisterna, čredo non se ne facesse piu n-iotto fino ali' epoca del governo franco-i-talico. II lago ch'era circondato di mura, pošto al limitare della citta, voleasi ridurre a pubblica cisterna. Ši demolirono le mura, si eressero tre muri interni, il comune vi spese 108,000 franchi, e P o-pera rimase imperfetta. Sarebbe desiderabile che fosse compita potendo, o turato, il ch' e piu facile, quello stagno indecoroso, insalubre. Nel giorno 10 ottobre moriva il medico Iseppo Sponza, ricorJevole per aver servito lungamente la patria con grande carita. II popolo mediante il consiglio decretavagli agli 8 settembre 1682 una i-scrizione, che fu posta nel tempio a perpetua cono-scenza. (V. i miei cenni sopra Rovigno nel citato N.) 1688......La carica di Capodistria nella sua visita in dicembre, accertatasi dello stato del fru- mento esistente allora nel fondaco, e del pericolo che andasse a male, ordinava li 10 del sud.o, che fosse dispensato alle casate, e che ne seguisse pro-vigione di altra congrua quantita, abilitando i per-cepienti alla soddisfazione in tre annue rate: proi-biva i fondaci privati, lo scarico delle farine per mercanzia, restando solamente permesso alle casate poterne comperare per loro particolar uso dalle barche approdate in porto, e che le pancogole (pa-natiere) dovessero comperar dal fondaco e non altrimenti, sotto pena ai contraffacenti di essere cri-minalmente castigati ad arbitrio. 1691.....In relazione si al decreto del 1680 della carica di Capodistria, con cui fu proveduto ad un secondo medico comunale col salario di d.ti 200 ricavabili dal bezzo per quartaruolo imposto a tal effetto sopra le farine vendute nel fondaco, come ali' altro della stessa carica del 1689 col quale venne ristabilita 1' interrotta condotta, ed al medico asse-gnato il suddetto salario dali' introito dei terratici del fondaco medesimo. Zaccaria Bondumier podesta e capitanio, veduta la relativa supplica del comune, decretava li 23 maggio la ricondotta d' un secondo medico con P istesso assegnamento, e ricavato dai terratici. Anche in presente abbiamo due medici comunali con P annuo salario di f. 250, oltre un chirurgo con f. 150. 1692.....II senato con ducale 31 maggio onde toglier la difficolta dimostrata da questo comune in aver sali per 1' uso delle famiglie, e massime per insalar le sardelle e le olive, decretava fossero som-ministrati allo stesso comune dai magazzini di Capodistria 50 moggia alPanno a d.ti 6, per essere venduti agli abitanti con le debite cautele d' inte-resse pubblico e privato. La qual somministrazione nel 1707 per ducale 5 maggio crebbe di altri annui 50 moggia per essersi fatto maggiore il bisogno per la pešca accresciuta delle sardelle e impianta-gione degli olivi; il qual bisogno pero facendosi in seguito sempre piu maggiore stante Paumento di questa popolazione sino al N. di 8000 persone, nel 1712 per altra ducale 21 oitobre crebbe di altri 80 moggia ali' anno. . 1693. Giov. Batt.a Grimani. Fu presa parte nel consiglio dei 7 aprile affinche, trovandosi esausto il comune, fossero allo stesso retrocesse le terre del fondaco, ch'erangli state assegnate nei suoi pri-mordi, stanteche il fondaco stesso avea a quell'e-poca moltiplicati i suoi capitali, e si trovava in fr stato fiorente. In quel giorno medesimo Rovigno "tuttoche ,po-vero nell'essere, altreltanto per6 dovizioso di animi generosi„ offriva alla Repubblica veneta L. 3982: 19 di ragione del fondaco, per la guerra col Turco. 1695. Giov. Paolo Balbi.