ANNO Vili. Capodistria, 1 Luglio 1874. N. 13. giornale degli interessi civili, economici, amministrativi DELL' ISTRIA, ed organo ufficiale per gli atti della Società Agraria Istriana. Esce il lu ed il 16 d'ogni mese. ASSOCIAZIONE per un anno fior. 3; semestre e quadrimestre in proporzione. — Gli abbonamenti si ricevono presso la Redazione. Articoli comunicati d'interesse generale si stampano gratuitamente. — Lettere e denaro franco alla Eedazione. — Un numero separato soldi 15. — Pagamenti anticipati. Atti ufficiali della Società agraria istriana. Quinto Concorso ai premi dello Stato per le Società di Caseificio. 1. Per favorire nei paesi alpini della Monarchia Austriaca la fondazione delle Società di Caseificio, che hanno per iscopo di lavorare il latte ed utilizzarlo in comune, vengono messi a concorso i seguenti premi : A) Un premio di fior. aust. 500 per le Società di Caseificio, che lavorano giornalmente almeno 400 Mosse Vienn. di latte (litri 566), e la cui attività si estenda oltre l'inverno e l'estate, utilizzando in comune i loro prodotti, e indicando la manipolazione la più razionale come pure il miglior prodotto. B) Due premi ciascuno di fior. 400 per quelle Società di Caseificio le quali lavorano parimenti, in media, 400 Mosse di latte, indicando la manipolazione razionale ed il miglior prodotto, ma che sono in attività soltanto nell' estate o nell' inverno. C) Due premi ciascuno di fior. 300 per quelle Società, le quali, o lavorano giornalmente in media meno di 400 Mosse di latte, e non corrispondano pienamente alle condizioni poste pel conseguimento di un premio maggiore. 2. Possono insinuarsi a questi premi tanto le Società di Caseificio già esistenti nei paesi alpini della Monarchia austriaca, quanto quelle che saranno andate in attività al più tardi nell'estate 1874. Vengono tuttavia aggiudicati premi soltanto a quelle Società, le quali possono indicare in maniera piena di fede di aver utilizzati in comune i loro prodotti. Del resto, in parità di circostanze, si prenderanno in considerazione in prima linea i Caseifici che lavorano formaggi grassi. Le insinuazioni devonsi presentare all'I. II. Mi- nistero di Agricoltura a mezzo delle rispettive Autorità Politiche e Società Agrarie, al più tardi fino al 15 Novembre 1874. 3. Quelle Società che hanno già ricevuti negli anni decorsi i premi dello Stato, sono escluse da ricorsi ulteriori, a meno che le stesse, mediante interne rinnovazioni non abbiano acquistato un nuovo diritto. 4. Ognuna di queste Società deve comporsi almeno di 10 affigliati con eguali diritti. 5. Le insinuazioni da presentarsi devono evadere fedelmente ed in modo veritiero le seguenti domande: a) Da quanto tempo esiste la Società, e da chi fu fondata ? b) Quanti soci conta attualmente la Società ? c) A quali comuni appartengono le proprietà dei soci ? d) Di quale entità è lo stato degli animali da latte dei soci? e) S'impiega in comune solo il latte, o trovansi in conto comune anche i pascoli? f) Di che tenore è il contratto sociale ? (qui devesi presentare una copia autentica del contratto o Statuto esistente). g) Si fabbrica il formaggio in edifici propri, o presi in affitto? e come sono organizzati? h) S'impiega il termometro per precisare la temperatura del latte da trasformarsi in formaggio? i) Quale onorario ricevono e il casaro e i suoi eventuali addetti ? le) Quanto latte si lavora al giorno e quanto in totale? I) Quanti prodotti principali e secondari si preparano, e come si utilizzano gli avanzi? (siero ecc.) m) In qual maniera si utilizzano in comune i prodotti del latte, e quale prezzi se ne ricava ? n) A quanto ammontò negli auni passati, e nel-1' anno scorso, la quantità dei prodotti ottenuti dal latte, ed il denaro ricavato ? a quanto ascendono le spese dell'azienda, e quale importo di ■ guadagno netto fu ripartito fra i membri della Società ? 6. Le presentate insinuazioni saranno rimesse pel giudizio agli uomini competenti in materia dal Ministero dell' Agricoltura, e volendo il caso, sarà intrapreso dagli stessi una visita ai Caseifici delle Società insinuate. 7. L'aggiudicazione dei premi si farà dal Ministero d' Agricoltura. In caso d'insinuazione insufficiente, il Ministero dell'Agricoltura si riserva di distribuire soltanto in parte i premi annunciati. CORRISFOJTDEHXE Albona 20 Giugno 1874. L'interesse generale della maggior parte dell' Istria, e particolare di questo distretto politico, mi spinge a ritornare sull' argomento dei boschi, non fosse altro per tener desta l'attenzione di tutti, sopra una questione di tanta importanza, proponendomi di dimostrarvi l'erroneità della tariffa proposta dalla Commissione Provinciale. Ma prima di mettermi all' opera, devo invocare il compatimento dei benevoli lettori della Provincia per 1' abuso eh' io faccio della loro tolleranza. Cosa volete che vi dica, la lingua corre dove il dente duole. D'altronde abbiamo corso un grave pericolo, anzi dirò meglio che ancora non possiamo dire di averlo superato, e la sarà certo una bella ventura, se ne usciremo, senza la testa rotta. Non ridete del panico che si è impossessato di me, ma attendete per giudicarmi eh' io giunga alla fine. E perchè possiate acquistare un giusto apprezzamento della critica nostra posizione, vi dirò innanzi tutto, che l'ora cessato referente forestale, aveva trovato'che la produzione dei nostri boschi di prima classe ascendeva nientemeno che a trentasei stroppe per jugero per ogni taglio. E col suo calcolo alla mano, eh' egli sosteneva di aver fatto sul luogo, giunse a far salire la nostra rendita netta a f. 5 per jugero nei boschi di prima classe. Almeno siamo autorizzati a ritener ciò, dalla tariffa stabilita dalla Commissione Provinciale; sebbene pare che lo stesso referente in una seduta della Commissione distrettuale di Pisino, facesse ascendere l'annuo prodotto di un jugero nei nostri boschi di prima classe a O8/10 di clafter della Bassa Austria, equivalenti a stroppe 11/i circa, e quindi in otto anni a 12 stroppe circa. Come mai possa conciliarsi questo computo colle 36 stroppe e coi f. 5 di reddito, non saprei dirvelo. Quello che è certo si è, eh' egli sostenne a tutta oltranza di aver viste coi propri occhi e numerate le 36 stroppe per jugero ; e con questi dati raccolti in fretta da persona ignara delle locali condizioni, e che percorreva il nostro territorio colla velocità della locomotiva, pare che sieno stati tratti in errore alcuni fra i membri della Commissione Provinciale d'estimo radunata forse con troppa precipitazione. E qui mi farò lecito di chiedere a chi spetta, perchè gli esperimenti che appena ora post festum vengono iniziati, non furono eseguiti dalle Commis- sioni distrettuali, e per tutti i prodotti prima che fossero stabilite le malaugurate tariffe? A mio credere ai membri delle Commissioni distrettuali spettava l'iniziativa di tali pratiche, e se non si mossero prima, non trascurino di farlo almeno adesso prima della decisione dei reclami. Ma ora m' accorgo di essermi lasciato trascinare fuori di carreggiata dalla dolorosa sensazione dei f. 5 di reddito, dimentico di aver assunto il compito di dimostrarvi l'erroneità del calcolo suddetto. In seguito a discordanti pareri sorti sulla produzione di un jugero di terreno boschivo di prima classe nel seno della nostra Commissione distrettuale, in causa appunto degli erronei calcoli del referente forestale, si tenne ai 7 Maggio p. p. una Commissione sopraluogo, di cui fu riportato l'esito anche nel vostro giornale. Quell'esperimento riuscì assai soddisfacente e pienamente conforme alle opinioni emesse dalla maggioranza della Commissione, ed alle proposte fatte dal Comune di Albona nel suo reclamo contro la esorbitante stabilita tariffa, la quale giudicando dalla pratica da me fatta sopra piccoli boschi di mia proprietà, sale precisamente al doppio del reddito reale. Ora vi esporrò il calcolò tutto, colla maggior possibile brevità, premettendo alcune notizie riguardanti il metodo tenuto da noi nel taglio, e vendita delle legno da fuoco. I nostri boschi vengono coltivati a fasci, che si tagliano ogni otto anni quando sono di prima classe, ogni dieci, dodici, e quattordici nelle classi inferiori, e per fino ogni venti anni nei luoghi dove crescono stentatamente, e sono di infima qualità. Il pedale viene I calcolato maturo quando raggiunge pollici 3V2 di diametro equivalente alla grossezza del fascio mercantile. I Tagliate le legne, vengono divise in piccole cataste, dette stroppe, le quali misurano in lunghezza piedi di , Vienna ö'/g, iu altezza piedi 4, ed in larghezza piedi 2 e condotte alla spiaggia: sono custodite da appositi guardiani, per essere indi dopo legate a fasci divisi in caboni, di fasci 50 l'uno, vendute a un tanto al migliaio. Queste notizie del tutto inutili per quei pochi che hanno dedicate le loro cure alla coltura dei boschi e vendita delle legne, potranno forse riuscir profittevoli pei profani che sono il maggior numero. L' annuo prodotto riconosciuto da tutta la Commissione nella giornata dei 7 Maggio p. p. sopra un jugero di bosco di prima classe dei migliori del nostro distretto, fu di 1 l5/l00 claft. di 30" della Bassa Austria di massa solida di legna, compreso il frascume pari a piedi 78 di massa solida. Ora una delle nostre stroppe usuali, che come fu detto più sopra, è lungo piedi 6Va, alta piedi 4 e larga piedi 2, corrisponde a piedi cubi di massa solida 39, per cui avremo in un jugero di prima classe il reddito di due stroppe lorde all' anno, equivalenti a 12 caboni ossia 600 fasci mercantili di legne. Nel reclamo del Comune di Albona fu attribuito ad un migliaio di fasci il valore di f. 11 prezzo medio risultante dalla somma degli ultimi quindici anni, che variò dai 9 ai 13 fiorini corrispondenti a f. 6 circa al clafter della Bassa Austria. Il reddito lordo in denaro sarebbe adunque sopra un jugero di f. 6. 90 equivalente al valore di I15/ioo claft. di 30" della Bassa Austria. Devo notare che del pascolo non si può tener alcun conto ; e la stessa Commissione straordinaria si convinse che in quei boschi di prima classe, l'erba non poteva assolutamente attecchire sotto quelle ombrose e vigorose piante. Dal reddito lordo delle due stroppe, di f. 6. 90 devono essere dettrate le seguenti spese annue, cioè: a) Custodia del bosco a mezzo di un guardiano boschivo ammettendo anche (cosa da noi assai difficile) che un solo guardiano possa sorvegliare jugeri 300 di bosco, iu ragione di soldi 25 per stroppa e quindi per due stroppe . f. —. 50 b) Taglio delle stroppe in ragione di soldi 50 l'una, per due stroppe„ 1.— c) Condotta alla spiaggia del mare in ragione di soldi 80 per cadauna stroppa ; per due stroppe „ 1. 60 d) Legatura dei fasci a soldi 20 la stroppa, e quindi per due stroppe........„ —.40 e) Custodia e sorveglianza durante il taglio, condotta al mare, legatura accatastamento delle legno alla riva in ragione di soldi 30 per stroppa, e perciò per due stroppe ......... —.60 f) Raccolta e accatastamento delle frasche sparse nel bosco, e condotta a domicilio per due stroppe a soldi 15 l'una . . . . „ —.30 Spesa totale f. 4. 40 i quali dettratti dall' introito mi danno un reddito netto di soli . . . f. 2. 50 che è la metà appunto del reddito fissato dalla Commissione Provinciale pei boschi di prima classe. Ritengo che sulle spese proposte non vi sarà nulla a ridire, perchè desunte dai registri dei principali proprietari dei boschi e dalla pratica giornaliera, perciò conformi scrupolosamente al vero. Anzi dirò che in oggi tutti i prezzi proposti sono di molto aumentati. — Dovrei aggiungere qualche cosa anche sui pascoli la cui tariffa è forse. più gravosa che quella dei boschi; e per convincersene basterà riflettere che mentre le condizioni nostre in quanto ai pascoli si avvicinano a quelle delle isole del Quarnero, abbiamo una tariffa tre volte più elevata. Ma se incominciassi non potrei più finire, e perciò tiro innanzi nel desiderio di poter uu altra volta dar sfogo all' animo mio. Dall' esposizione fatta avrete visto come la Commissione Provinciale a dirittura raddoppiò il reddito dei nostri boschi. Lascio ora giudicare a chi ha fior di senno, quali e quanti incalcolabili danni non ne soffrirebbero i distretti montuosi e coperti per la maggior parte di boschi e pascoli, se la tariffa Provinciale non venisse modificata? Sono certo però che 1' attuale nuovo referente forestale sig. Enrico Honzich giovane assai istruito, -attivo, e fornito di vaste cognizioni nel suo ramo, in omaggio al vero, non potrà che riconoscerla per buona, e proporrà l'approvazione della tariffa secondo le nostre conclusioni. Il lavoro che si stà ora compiendo deve servire per lunghi anni, e per epoche venture, e perciò voglio sperare elio anche le Commissioni distrettuali prima, e la Provinciale di poi, si daranno le mani attorno per lasciare ai posteri grata memoria della loro operosità e buon volere. Capodistria 27 Giugno. I danni dell' uragano del 14 p. p. si limitarono ad alcune località più esposte alla furia della bora — tralci rotti — alberi svelti — rami spezzati — grani distesi. Tutto sommato non è gran cosa, e possiamo rallegrarcene. Speriamo bene. Dignano 23 Giugno. La burrasca del 14 corr. passò da noi senza recare gravi danni. Soltanto un vento impetuoso sollevatosi alle ore 4 del mattino, che per fortuna durò pochi minuti, ha svelto nel vicino territorio di Fasana, al mare, diversi olivi dalla radice, spezzato rami d'alberi e rotti molti tralci di viti. Siamo stati però contemporaneamente consolati di abbondante pioggia netta da gragnuola, che venne iu buon punto per le nostre campagne le quali sin'ora promettono bene. Montona 22 Giugno. Verso il tramontare del sole nel giorno 19 del corrente mese dal lato di Ponente-Tramontana si alzava lentamente una specie di nebbia di color cenericcio che andava addensandosi come si avvicinava la sera. Era 1' avviso che stava per irrompere uu uragano, e difatto oltre Grisignana e Piemonte nella direzione di Capodistria e Trieste si vedevano nerissimi nugoloni con striscie bianchiccie ed uno scintillare e guizzare d' elettricità, e lontano rumoreggiava il tuono da mettere negli animi l'allarme e la paura di più grandi sventure -— e già 1' animo correva desolato a compiangere i nostri fratelli istriani, i quali — supponevasi — ormai dovere piangere sulla distruzione di ogni campestre prodotto. L' uragano lentamente si avvicinava — allargandosi verso Levante-Tramontana — ma quietamente senza vento — però nerissimo — a tratti infuocato, e spaventevole — poco dissimile da quello che imperversò nel Giugno — il giorno della battaglia di Solferino. — Gli animi erano sospesi —- quando a tratti quà e colà frammisti alla pioggia, che andava via via scrosciando a torrenti; cadevano dei pezzi di grandine della grossezza di un nocciuolo — ma facendosi più violenta la pioggia — diminuiva il tempestar della grandine, e il tutto terminava con una lenta acquerella riparatrice fino a metà notte. Se lo spavento fu graude — il danno realmente non fu molto sensibile — però ci fu dàuno. A Montona poco — ma nel Comune di Berskz — ricco di fertile terreno e rigogliosa e bella natura —- in quello di Navotole — San Vitale — Novaco e Caroiba i danni furono maggiori, non tali però da toglierci ogni ben di Dio — ma di sottrare molto alle speranze del possidente ; e possiamo asseverare dassenno di averla scappata bella assai, poiché — in verità io vi dico — che essendo da anni su quest' erto colle a guardia delle cose mie —- mai viddi un così spaventevole tempaccio. Ringraziamone la provvidenza e per noi — e anche per gli altri nostri fratelli; poiché e dalle relazioni, scarse ancora, se volete, degli altri luoghi contermini, e dal fatto che dopo il temporale non si sviluppò il freddo borea, si deve arguire che ci fu risparmiata per questa volta la desolazione per la grandine — Ma la scapperemo? E San Giovanni — e l'anima di Re Manfredi gira e rigira sotto al noce ;di Benevento — e nubi piene di umori acquei girano pel cielo, e il sole abbraccia quando le nubi lo lasciano dardeggiare sulla terra i suoi raggi — Deb! passi via l'epoca del solstizio, e venga pure il nostro caldo — e la nostra arsura e che sia salvo il grano e l'uva — che promettono colla loro discreta abbondanza di sollevarci dalle sofferenze di quest' anno fatale. Begistriamo però fra i mali una novella innon-dazione di tutta la valle del Quieto; se la prima aveva lasciato — qualche poco di erba non melmata — quest' ultima ci mise sù il sugello — fieno commerciabile e buono non ve ne sarà in quest' anno. Come vi scriveva — il raccolto della gaietta fu abbondante; la prima affluì sul mercato di Parenzo; ora la corrente si versa alla gentile città di Capodistria — non vi saprei dire il quantitativo di questa produzione nella nostra regione — ma spero di eruirlo più tardi e farvelo sapere. In complesso non molti disinganni; la più parte avvenuti per scoppio della flacidezza all' atto della irramatura — ma molti assai pel deprezzamento del valore del genere di confronto agli anni passati. Non vorrei, e sarebbe assai male, che ciò influisse su questa industria, e sarebbe cosa buona che si ricercasse la causa onde riparare in seguito per quanto è concesso — ad arbitrj, se ce ne sono — poiché altrimenti chineremmo il capo alle necessità — e faremmo in modo di produrre (chi ha foglia propria) di più — se la malattia — come pare — ci vuol rimettere allo stato normale. Finora adunque ce ne andò una a metà per bene — ci vedremo favoriti in seguito ? Speriamolo. Faremo 23 Giugno 1874. Della brina, dei freddi intempestivi, degli aquaz-zoni stemperati, se n' è detto abbastanza da ogni angolo della provincia. Anche il distretto di Parenzo lu pizzicato, quà, là, saltuariamente. Qualche singolo possidente ha perduta anche tutta l'uva ; però tutto in complesso, l'annata agricola non si presenta male. Cereali buoni, per quanto poco contino nella generale produzione del distretto, bella fin' ora la vegetazione delle viti, magnifica la fioritura dell'olivo. Tutte queste lusinghiere apparenze s .»no peraltro ancora esposte a mille vicende, quali ancora per settimane, quali per mesi, perfino sei mesi, prima di entrare nei magazzini. I soli bozzoli sono intieramente raccolti. La produzione dei bozzoli fu buona, come non fu da anni ed anni a questa parte. Il distretto (intendiamo il giudiziario, dal Quieto al Lemme) a quanto puossi rilevare da esatte ricerche ha prodotto quindicimila funti di bozzoli, tutti di magnifica razza gialla brianzina. Poche partite andarono a male; e questo fu sempre, e le partite fallite lo furono per flacidezza. La semente fu ritirata, parte dal signor Tomaso Sotto-Corona, parte prodotta nelle famiglie stesse degli allevatori, mediante selezione naturale delle migliori gallette delle più belle farfalle, e parte venne confezionata dal signor Domenico Vidali di Parenzo, allievo di Hoberlandt e di Yerson. Non abbiamo bisogno di tessere gli elogi del signor Sotto-Corona, già noto a tutta l'Istria, bensì vogliamo ricordare il nome del signor Vidali, il quale distribuì della perfetta semente cellulare ed industriale, a prezzi sopportabili. Come e perchè le sementi scelte col sussidio del micoscropio diano un prodotto più sicuro di quelle prodotte col sistema di selezione naturale, chi scrive, che non è un dotto, non saprebbe perfettamente spiegarlo. È un fatto peraltro di costante osservazione, che le sementi cellulari od industriali scelte al microscopio, sono le migliori. Per 1' allevamento di bachi basta così, fino al momento che i dotti, nelle loro annuali conferenze, abbiano detto l'ultima parola. Non vorressimo offendere il signor Vidali se entriamo un poco nei fatti suoi. Abbiamo il coraggio di farlo perchè i fatti suoi diventano uu poco anche fatti nostri. Gli domanderessimo perchè producendo da qualche tempo della egregia e perfetta semente, si limita egli a produrla per sè, o soltanto per qualche amico. Sappiamo di due partite della sua semente le quali produssero bozzoli in ragione di funti 103 ad oncia, ed una 107 parimenti ad oncia sottile veneta. Non si faceva di più neppure nei tempi nei quali erano sconosciute la pebrina, la flacidezza, e tante diavolerie, che sorgono annualmente nuove, in questa straordinaria seconda metà del secolo corrente. Non attendiamo nè domandiamo risposta alla nostra domanda dal signor Vidali, ma attendiamo da esso e lo desideriamo della semente eguale in bellezza e sanità, a quella da esso avaramente distribuita a qualche amico. Se la produzione iu generale fu buona, si dovette adattarsi a prezzi troppo bassi. Non venne pagata più di un fiorino al funto. La mano d'opera fu cara e deficiente al bisogno, ad onta della dominante miseria. Le braccia tutte erano occupate alla coltivazione del formentone. Di questo particolarmente e di altro, ci riserviamo occuparci un altra volta. X. Pinguente 11 Giugno. (ritardata) Accennai nell' ultima mia d. d. 24 Maggio a. c. alla inazione veramente incompatibile del nostro Municipio in tutti gli affari, promettendo di ritornare in argomento più diffusamente. E lo faccio, senza ripugnanza, per quel senso innato che ha ognuno nel porre a nudo le poco felici condizioni del proprio paese, create non da infortuni impreveduti e che non hanno riparo, ma dalla incuria di quelli che sono a capo dei pubblici affari. La verità detta a tempo può giovare, e questa speranza mi serve di sprone. Il Comune amministrativo di Pinguente è composto dall' aggregamento di 19 comuni censuarie, con una popolazione di circa 14000 abitanti, sparsi su larga zona di terreno. La divisione dei fondi Comunali delle frazioni di Pinguente, Sovignaco, Vercb, Tuttisanti, Draguch, Bacizze, Grimalda, e Colmo, apportò al comune un capitale di circa f. 70,000 garantito pram-maticalmente, fruttante l'interesse del 5°/00. I capitali di altra derivazione possono essere calcolati ad altri f. 30,000, oltre a quelli del fondo poveri, ed oltre agli stabili ed alle obbligazioni di stato delle singole Frazioni. Ma le forze del Comune, abilmente sfruttate, potrebbero indubbiamente raddoppiarne il reddito. Infatti molte altre Frazioni chiesero ed ottennero il permesso della divisione dei loro beni comunali; e ciò darebbe un altro bel capitale. L'addizionale sul dazio consumo; un' eventuale tassa sui cani — se ne vedono tanti vagare per il paese! — l'assegnamento di una piazza ai rivendugliuoli, e la conseguente imposizione di una piccola e ben regolata tassa per gli stessi ; i due terzi delle rendite delle confraterne — cioè un terzo pel comune, ed un terzo pel fondo scolastico ; e qualche altro utile, potrebbero completare le rendite del comune di Pinguente come trovasi attualmente costituito, in modo da far assegnamento su di un reddito annuo per certo non inferiore a f. 10,000. Bella cifra da vero, e tale da muovere invidia a non pochi dei comuni dell' Istria, i quali ciò non pertanto possono essere presi a modello da quello di Pinguente!! Ma vediamo come i preposti sappiano valersi di una tale forza. A formarsi un idea delle miserabili condizioni in cui versa il nostro comune, e dell'assoluto abbandono della gestione pubblica, basterà rimarcare, che i preventivi pro 1873 vennero compilati ad anno innoltrato, che gli stessi mai furono discussi oi 5377 4342 4886 Totale funti 30369 Mass.0 Med.0 Min.0 Mass.0 Med.0 Min.0 Mass.0 Med.0 Min.0 Mass.0 Med.0 Min.0 Mass.0 Med.0 Min.0 Mass.0 Med.0 Min.0 Mass.0 Med.0 Min.0 Mass.0 Med.0 Min.0 Mass.0 Med.0 Min.0 QUALITÀ E PREZZO DEI BOZZOLI Nostrana fior. | s. | V10' Mass.0 Med.0 Min.0 85 81 55 88 82 70 90 80 60 96 90 70 95 84 55 05 92 65 20 94 75 31 07 90 50 05 90 30 13 90 Giapponese di I produzione fior- I »• IV.O Giapponese riprodotta fior. s % il /10 6/, 10 5To '/io 'Io 70 62 50 70 63 50 70 59 50 70 60 48 75 60 50 75 63 50 10 72 50 90 78 55 10 80 50 10 92 50 \ 5/io 6/io 110 5/l0 7,0 B/io Inferiore in genere fiorai s. '/io 40 30 20 40 33 30 AVVISO. La Direzione dell' Associazione Marittima Istriana si pregia invitare gli azionisti ad un Congresso generale straordinario che si terrà il giorno 4 Luglio p. v. alle ore 7 pom. nell'Ufficio della Società, Piazza dei Negozianti N. 2 primo piano. Ordine del giorno. 1. Lettura del Eapporto consensuale della Direzione della Società e della Commissione speciale eletta nel Congresso generale degli Azionisti tenutosi li 31 Marzo 1874 colle seguenti "comunicazioni e proposte: a) comunicazione relativa alla vendita dei bastimenti sociali „Favilla" e „Capodistria". h) proposte relative allo scioglimento della Società e conseguente liquidazione da affidarsi in uno alla Direzione a<£ una commissione di cinque membri da eleggersi tra gli Azionisti. 2. Nomina del Comitato per la revisione del prossimo venturo Bilancio a sensi dell'Articolo 23 lettera c) dello Statuto Sociale. Trieste 20 Giugno 1874. VARIETÀ. Modo pratico di eseguire la solforazione delle viti e di togliere al vino l'odore di zolfo. del Sig. G. Giordano. Fra tutti i rimedi proposti per preservare le viti dalla crittogama non se ne trova un solo che sia di più' sicuro effetto e di più facile applicazione dello zolfo. Dalle esperienze fatte da molti anni risulta : Che lo zolfo agisce sulla malattia delle viti più come preservativo che come curativo; quindi è che bisogna applicarlo prima che il male si manifesti; applicato in tal tempo si può vivere sicuri dell'effetto; chi invece lo applicasse sulla crittogama già sviluppata potrebbe perdere danaro e cure. Alcuni obbiettano: e se il male non si sviluppasse, non sarebbe spesa e cura sciupata indarno quella della solforazione ? Faccia Dio che il male non si sviluppasse! Con questa prevenzione la prima solforazione non sarebbe mai perduta, perchè in tutti i modi agisce favorevolmente sulla vita delle piante e sul loro sviluppo; per le successive poi si potrebbe lasciare in osservazione qualche pianta non solforata, e di quelle che per solito sono le prime e più intensamente attaccate dal male; nel caso, che reputiamo difficilissimo se non impossibile, che queste piante non fossero colpite si farebbe a meno di ulteriori solforazioni. Non dobbiamo tacere che la prima solforazione fatta per tempo, in tempo favorevole e per bene, basta qualche volta anche da sola a preservare le viti dal terribile flagello, precisamente quando la crittogoma non fosse favorita nel suo sviluppo dall'andamento della stagione. Questo caso però è molto raro : ordinariamente ne occorrono tre delle solforazioni per raggiungere completamente lo scopo: La prima quando i teneri getti delle viti hanno raggiunto un IO o 12 centimetri di sviluppo; La seconda nella fioritura; La terza quando gli acini dell' uva sono grossi come una veccia o piccolo pisello. Fatte a dovere queste tre solforazioni, se anche il male sviluppasse gigante, il prodotto delle viti si salva, almeno iu grandissima parte. Per farle a dovere bisogna tener presente le seguenti avvertenze: 1. Fare la solforazione quando la rugiada sia già evaporata, ed in giorni calmi e sereni, ed arrestarsi qualche ora prima del tramonto del sole; 2. Spandere lo zolfo su tutti i nuovi getti e non sui grappoli solamente ; 3. Ove aleggiasse qualche aura di vento, dell'aria, volgere il soffietto in modo che la corrente favorisca lo spandimento dello zolfo sulle piante, e non lo porti via ; 4. Succedendo vento impetuoso o pioggia, specialmente nei due giorni successivi alla solforazione, bisogna tenerla come non fatta e quindi ripeterla. Eseguite le tre solforazioni prescritte, è da prudente tener d' occhio lo viti per vedere se non fosse del caso farne una quarta, specialmente se la stagione corresse umida e perciò favorevole allo sviluppo della crittogama. Lo zolfo da impiegare deve avere due qualità — purezza ed impalpabilità — più essenziale della purezza è l'impalpabilità: alla impurità può avviarsi con una maggiore quantità, ma lo zolfo grossolanamente macinato sarebbe inerte in qualunque quantità s'impiegasse. Ora veniamo all'odore di zolfo nel vino, di cui molti temono più dell'assoluta perdita del vino stesso. Prima di tutto il temuto odore di zolfo è più un'idea preconcetta che una realtà; i migliori vini che si bevono sono tutti fatti con uve insolfate, e nessuno avverte odore di zolfo. In secondo luogo in stagione regolare quando l'uva si preserva dal male con le sole tre solforazioni ordinarie, all'epoca della vendemmia sulle uve non si trova zolfo e quindi non vi sarà odore di zolfo nel vino. Ma supposto pure che il vino fatto con uve insolfate contragga odore di zolfo e fortissimo, non è difficile il modo di liberamelo. Sono efficacissimi i ripetuti travasamenti, ma se con essi il vino perde il cattivo odore, può anche correre il rischio di acetificarsi. Per ovviare a questo inconveniente la scienza ha cercato un mezzo di decomporre la sostanza che dà il cattivo odore, e che i chimici chiamano acido solforico ; il mezzo trovato consiste nell'uso di un altra sostanza chiamata acido solforoso, il quale mentre scompone l'acido solfidrico in acqua, che rimane nel liquido, ed in zolfo, che si precipita, gode anche la proprietà di conservare al vino la forza e renderlo più serbevole. L'acido solforoso, per dirla alla buona, è il fumo dello zolfo, che abbrucia. Ecco intanto come deve procedersi : Nel travasare il vino, la botte in cui si vuole travasare si empie di acido solforoso facendovi abbruciare di quei stoppini insolforati che si trovan in commercio, e che, occorrendone il caso, si possono preparare in pochi minuti facendo fondere, in un recipiente di terra, dello zolfo iu cannelli e immergendo poi nello zolfo fuso listerelle di tela o fili di cotone. Questi fili o listerelle insolfate si sospendono ad un uncinetto di fil di ferro in modo che possono ardere liberamente: al di sotto dei fili insolfati a mezzo di altri fili di ferro o catenelle si sospende un piattello di latta, destinato a raccogliere le goccie che si separano dallo zolfo in combustione e le ceneri degli stoppini, perchè non cadano in fondo alla botte. Così preparate le cose, e nettata per bene e risciacquata la botte, si accendono i fili insolfati e pel cocchiume si scendono al fondo della botte, tirandoli in su a poco a poco fino a che la botte non sia piena di fumo. Ciò fatto vi si applica l'imbuto in modo che combaci il più perfettamente possibile con l'orlo del cocchiume per impedire che il fumo non ne sfugga, quindi vi si versa il vino che vuol liberarsi dal cattivo odore. Con questo semplicissimo processo il vino si spoglia dell' abbonito odore, e come si è detto, si fa più serbevole; dovendolo però conservare a lungo, sarebbe prudenza travasarlo una seconda volta dopo 20 — 30 giorni per separarlo dalle fecce che si depositano al fondo della botte e che a lungo andare potrebbero alterarsi e comunicare al vino la loro alterazione. j y4 /