ANNO II. Capodistria 46 Ottobre 4868. N. 20 LÀ PROVINCIA GIOMÌLE DEGLI INTERESSI CITILI, ECONOMICI ED 1 liHIN1STRATIVI DELL'ISTRIA. Esce il 1 ed il 16 d'ogni mese. ASSOCIAZIONE per un anno f.ni 3; semestre e quadrimestre in proporzione. — Gli abbonamenti si ricevono presso la Redazione. PROGETTO di una Ordinanza Imperiale per abolire i Libri delle Notin-cbe ed introdurre regolari Libri fondali nell' Istria ex Veneta, e nel territorio di Monfalcone. • (Continuazione e fine, vedi n. 18J. § 29. La trascrizione di singole particelle appartenenti ad una possessione tavolare si eseguisce coli' interlineare, in segno di depennazione, a inchiostro rosso nella seconda pagina tutto il contenuto delle colonne di tale facciata, riferibile alla particella da cancellarci, e col riportare nella terza pagina, nelle colonne sotto la soprascritta «con alienazione», pure a inchiostro rosso, il numero della possessione alta quale viene trasportata la particella e il nome del nuovo proprietario, e nell'ultima colonna, però soltanto sommariamente, il decreto di trascrizione, ed il titolo di translato, trasportando indi tale particella con inchiostro nero nel foglio possessorio ossia rubrica dell' acquirente in fine del dettaglio della sua possessione, nello spazio a ciò appositamente riservato, riempiendo tutte le colonne della seconda pagina, e indicando nella terza pagina, prima colonna, il numero della possessione, ove prima si ritrovava; e finalmente col registrare nella seconda colonna » Titolo » per ex-tensum il decreto accordante la trascrizione nel modo prescritto dall' Ordinanza Imperiale succitata. Se però il nuovo proprietario non ha alcuna possidenza in quel comune censuario, e non è quindi per lui aperta nessuna rubrica, allora gli si destina un nuovo foglio nel libro maestro, e gli si dà il numero tavolare susseguente all' ultimo. § 30. Nel caso di divisione d' una particella catastrale in due o più porzioni, deve la parte instante produrre un esatto tipo della particella divisa contenente la divisione, firmato ed approvato da tutti i condividenti, e contrasegnato da due testimonj. Questo tipo dovrà rimanere conservato nell'Archivio fondale. Per effettuare poi la voltura delle porzioni divise si procede come venne ordinato nel § antecedente, colla differenza che, tranne le altre operazioni ordinate nel citato §, si inserisce anche nelle due colonne aventi la soprascritta «con divisione» e precisamente nella prima segnata coli' indicazione » porzione » le aliquote parti nelle quali fu divisa la particella. Per esempio, se la medesima fU divisa in tre parti eguali, si noti per ogni condividente »un terzo» nella seconda colonna si registri pure tante volte quanti sono i condividenti il numero della particella colla preposizione «del» e colla lettera subalterna: p. e. del 2bl a, indi sotto del 281 i, e più sotto del 251 c; riportando una dopo l'altra tutte le por- Articoli comunicati d'interesse generale si stampano gratuitamente; gli altri, e nell'ottava pagina soltanto, asoldi 5 per linea. — Lettere e denaro franco alla Redazione. — Pagamenti antecipati. zioni divise, le quali, unite, devono esaurire l'intiera particella ; inserendo in fine nelle colonne, portanti la soprascritta «con alienazione» i numeri di quelle possessioni, ossia rubriche alle quali vengono trasportate le porzioni divise, i nomi dei nuovi proprietarj, ed in fine sommariamente il decreto di trascrizione. Ciò tutto con inchiostro rosso. Indi si deve eseguire il trasporto di ogni singola porzione divisa alla rubrica di ogni condividente colla nuova segnazione del i imero di Mappa, come p. e. un terzo del 251 a, un terzo del 251 b, un terzo del 25't c, coi nuovi confini, e colle ridette cifre dell'e-siensione e valore, procedendo nel resto come venne prescritto nell'antecedente §, con inchiostro nero. •.( Se poi una di queste porzioni divise rimane al medesimo pro- dal luogo, ove prima era inscritta questa, in fine del dettaglio dei-la stessa possessione, procedendo anche qui come negli altri trasporti. § 31. Quando si trasporta e trascrive per intiero ed in por-zioai divise una particella catastrale aggravata da pesi tavolar-menl4fcscritti, si deve nella facciata dei » pesi inscritti » registrare anche tutti i pesi della medesima, essendo la particella, ed ogni sua porzione, responsabile solidariamente per quelli, § 443. C. C. 11 modo di eseguire il trasporto dei pesi viene indicato nel §' 41. ' § 32. Divenendo contenzioso il possesso d'una intiera possessione ossia rubrica, e domandando una parte l'annotazione di tale contenziosità, si scriva nella prima facciata alla parte sinistra del nouie del proprietario » il possesso è contenzioso, vedi atto pres: .... N.° ... e Decreto dto.....e riportato li . . . » §33. All'incontro l'annotazioni della contenziosità di una sola particella si eseguisce col riportare le suddette annotazioni nella seconda facciata, prima colonna, sotto il numero della particella stessa, nel modo prescritto dall'antecedente g. § 34. Quando cessa la contenziosità si deve interlineare con inchiostro rosso il periodo » il possesso è contenzioso eie: ...» in segno di cancellazione, e notare sotto, pure con inchiostro roseo » vedi Decreto d.d.....N.° ...» § 35. Le intavolazioni, prenotazioni od annotazioni si registrano in ordine cronologico nella quarta facciata del libro maestro nel modo prescritto dalla citata Ordinanza Imperiale. Nella prima colonna si riporti il numero progressivo della partita; nelia secoli da colonna il Decreto giustificante il registro, e nella terza l'importo che aggravalo stabile. Se uon vi è poi desumibile alcijja. importo preciso, si lasci in binnro questa terza colonna. Imme-diatemente sotto la inscrizione s'indichi le particelle che vengono aggravate coi seguenti tei mini » aggrava le particelle 20. 85. 429. 380.» Se aggrava tutta la possessione, si notino tutti i numeri delle particelle. Se vengono aggravati anche beni stabili in altri comuni si devono citare pure i beni aggravati in que'comuni, e nei libri maestri di quelli si fa la stessa operazione. § 36. Ogni partita deve ricevere un apposito numero progressivo. di modo che la partita anteriore riceve il numero minore, e la posteriore il numero maggiore. § 37. Se all'incontro una inscrizione posteriore non costituisce un nuovo peso alla possessione, e si riferisce soltanto ad una partita anteriore modificando la medesima, come avviene p. e. nelle cessioni di crediti, nelle giustificazioni di prenotazione, ecc. questa uuova inscrizione non riceve un nuovo numero progressivo, ma viene invece segnata ad numerum della partita anteriore, alla quale si riferisce. Se pai una inscrizione posteriore, oltre il riferirsi ad una anteriore partita, costituisce anche un nuovo peso, allora questa partita riceve non solo un nuovo numero progressivo, ma anche l'indicazione ad numerum di quella partita alla quale si riferisce. Ciò avviene specialmente nelle cessioni di priorità ad un credito inscritto posteriormente. § 58. Ogni partita dev'essere divisa dalla susseguente eoi due liuee traversali distanti una dall'altra mezzo police di Vienna Lo spazio vuoto che rimane fra queste due linee, servirà per citar* le avvenute modificazioni, indicate nell'antecedente § coli' indicar* il genere di modificazione e la pagina del libro maestro, ove « registrata la modificazione: p. e. » cesso, vedi pagina ...» » giustificato, vedi pagina ...» » accordata la priorità al cr& dito inscritto alla pagina ...» § 39. Nel caso che più atti tavolar!, concernenti la stess» possessione ossia rubrica, venissero presentati a protocollo contemporaneamente, questi tra loro non godono alcun diritto di prioiità. Essi nel libro maestro ricevono un sol numero e formano una sola partita; soltanto per maggior chiarezza riceve ognuno una lettera progressiva dell' alfabeto, senza però concedere con ciò ad essi qualche preferenza. a § 40. Se una inscrizione di anteriore ipoteca nel libro delle uotifiche viene, coli' effetto di priorità concesso nel § 23 rinova-ta e trasportata nel libro maestro del nuovo libro fondale, si deve nell'esordio, indicare con precisione il giorno dal quale questa partita gode la priorità. L'inscrizione si può principiare nei seguenti termini: » Notificazione dclli .... eseguita nel tomo . . . pag . . viene trasportata qui in seguito all' atto de pres .... etc. (si eontinua poi come nelle altre inscrizioni, § 35 a norma della citata Ordinanza Imperiale.) § 41. Quando una particella viene escorporata a norma del § 30, da una possessione ossia rubrica, oppure una o più porzioni di essa, ed aggregata ad un' altra, allora si trasporta tutti i pesi gravitanti sulla medesima alla nuova possessione nel modo seguente: a. Nella prima colonna della quarta facciata della rubrica alla quale viene trasportata, si dà a tutti questi pesi trasportati il numero susseguente all' ultima partila. b. Nella seconda colonna si riporti però sommariamente tutti i pesi rispettivi coi seguenti termini : » Pres: li.....N.° . . . . Decretod.d.....inscritto li .....» » Essendo aggregata a questa possessione la particella N. . . » (oppure del N.° 251 a.) si trasportano qui sommariamente tutti » i pesi gravitanti sulla medesima, estratti dalla rubrica IV. . . » che sono: » Partita 4..........fui. 2008 — » dto 6. annui fui. 20.....» — — » dto 7. diverse prestazioni in natura » — — » dto 12. cauzione per.....» 500 — » dto 13. contratto di affittanza . . » — — Si avverte che gl'importi determinati devono riportarsi nella terza colonna. § 42. Dovendo annotarsi la contenziosità d'una partita inscritta, si noti in margine, alla sinistra, immediatamente sotto il numero della partita s> è contenziosa, vedi atto de pres: .... N. . . . decreto N. . . . riportato li .... » § 43. La cancellazione di questa annotazione di contenziosità si eseguisce nel modo spiegato al § 34. § 44. Le intavolazioni si devono registrare nel margine sinistro della partita da estavolarsi, sotto il numero della partita, eoa inchiostro rosso mediante i seguenti termini: » Estavolato li . . . con Decreto d.d......N. . . . » Inoltre si deve interlineare a inchiostro rosso il numero dell» partita, e l'importo riportato nell' ultima colonna. § 45. Se un debito venisse soltanto parzialmente pagato ed estavolato, s'indica nel margine sinistro: » Li . . depennati fni. . . s. . . vedi atto de pres..... N.....e decreto d.d. . . . registrato li ... » In questo caso non s'interlinea il numero della partita nè l'importo nella terza colonna, in segno che la partita sussiste ancora parzialmente. § 46. Desistendo il creditore dall'ipoteca di una o più particelle, e lasciando vincolate le altre, s'interlinea con inchiostro rosso i numeri di quelle particelle che vengono poste in libertà, ed in margine, alla sinistra, bì scrive, pure con inchiostro rosso: » Le particelle N. . . furono affrancate, vedi atto de pres: . . . . N. . . e Decreto d.d. .... inscritto li ... » § 47. S'intende da se che, se una partita da estavolarsi per intiero o parzialmente è inscritta in più rubriche possessorie o nei libri maestri di diversi comuni, il registro dell' estavolazione da eseguirsi nel modo prescritto dai §§ 44, 45 e 46 deve annottarsi, ed effettuarsi presso tutte le partite inscritte. § 48. Presso ogni Uffizio fondale deve esistere un formale protocollo di gestione, come lo prescrive la legge organica contenuta nella Sovrana Patente 28 giugno 1850 Df. 258, §§ 210 e 211. § 49. Il libro maestro di ogni comune deve avere come appendice anche un registro alfabetico di tutti i proprietarj del rispettivo comune, il quale ha da contenere le seguenti colonne: 1. Nome e cognome del proprietario. 2. Numero delia rubrica possessoria. § 50. Oltre di questo registro alfabetico si prescrive di tenere per ogni comune censuario un Sommarione di tutte le particelle in ordine aritmetico, contenente: 1. Numero della particella. 2. Indicazione subalterna di essa (nel caso di divisione). 3. Numero della possessione ossia rubrica, alla quale essa appartiene. 4. Nome e cognome dell'inscritto proprietario. § 51. In tutti i casi, nei quali la presente legge non fa particolari prescrizioni, devono essere esattamente osservate le norme contenute nell'Ordinanza Imperiale 16 marzo 1851 N. 67 in-I scritta nel bollettiuo generale delle leggi dell'Impero puntata | XVIII. $ 52. Durante il triennio edittale riservato per i reclami possessori, tutte le inscrizioni dei pesi restano vincolate dalla condizione che, se taluno restasse vittorioso di un simile reclamo, tutte le inscrizioni di pesi frattanto eseguite sulla relativa realità in confronto del possessore erroneamente intestato, sono da considerarsi nulle e non avvenute, e devono, ad istanza del suo proprietario, essere cancellate. § 53. Dopo spirato il triennio cessa questa condizione. Parenzo^ ottobre. (?) Nella mìa corrispondènza del I.° settembre a-vev» accennato all'apertura della Dieta istriana, all'episodio, abbastanza notevole, dell'assenza de'vescovi, ad alcuni lavori ch'eran posti dinanzi, a leggi, a riforme, ma tutto in succinto, e come in profilo, e col proposito di tornarci sopra in seguito, secondo mi sarebbe parso di lenente debitamente informati i benevoli lettori. M'avvidi però ehe avevo promesso più che non avrei potuto attenere, imperciocché i varj argomenti posti in pertrattazione non ebbero sviluppo che tardi, dopo che i Comitati nella rispettiva loro sfera a-veano dato opera a studiarli, e a sottoporli ad una cri tica diligente e severa, per presentarli alla deliberazione della Camera sotto forma concrete, o rifatti, o corretti. Non avrei insomma che parlato di cose in formazione, ma non avrei potuto recarle come opera esaurita. Quindi ho pensato meglio di attendere per dare un ragguaglio che .riuscisse più gradito a'curiosi, loc-chè intendo fare adesso, che la sessione fu chiusa, e che il materiale non difetta. Non rileverò peraltro che ciò che più merita di esser noto, sia per non mancare alla impromessa, e sia perchè parmi bene che un diario che s'occupa degl'interessi civili, intellettuali, e materiali del paese non debba tacere di ciò che s'è procurato di fare dalla Rappresentanza provinciale in suo prò. Oggi terrò parola delle mozioni più rilevanti ch'ebbero luogo nella laboriosa tornata. Quella clic a preferenza d'altre, atlirò la pubblica attenzione, si riferisce alla modificazione del § 4 al Cap. I dello Statuto provinciale, alle lettere a, b, c, nel senso che non dovessero più sussistere i tre voti virili, che competono per singolare privilegio, non si sa d'onde originato, ai tre vescovi della provincia. La mozione fu prodemente motivala, e prodemente sostentila da parecchi oratori, e i due poveri canonici, clic per onore di casta vollero rompere una lancia a difesa dell'episcopato, perdettero la bussola nelle più nebulose e tortuose sottigliezze ed assurdità. La mancanza del numero legale de'Deputali ne rese deserta la votazione. Io credo però che sarebbe accaduto lo stesso, quand'anche fossero stali presenti ventitré Deputati, che occorrevano a render autorevole la votazione, perchè, come s'è udito dopo, gì'impenitenti avrebbero al momento decisivo, abbandonato la sala. Convenne per conseguenza avvisare ad altro parlilo, e fu perciò formulato un ordine del giorno, con cui s'invocava dal governo lina riforma della legge, per virtù della quale i vescovi fossero privati di una prerogativa odiosa, che tal è sempre un privilegio, e si concedesse alla libera elezione di rimpiazzare que'posti, cui essi aveano deliberatamente disertati. Il fatto de'vescovi istriani uon fu isolato, ma ciò che accadde da noi, accadde pure, salvo rarissime eccezioni, in tutla la monarchia. Fu una dimostrazione ostile in tutta regola, fu una dichiara-razioue di guerra alle nuove leggi interconfessionali, e nello stesso tempo una professione di fede in ossequio all'Enciclica, al Sillabo, a! Concordato. Fu un alto di ribellione aperta al nuovo ordine di cose, e non credo di precipitare ne'giudizj, se sostengo che complici di quell'atto furono tutti quelli che votarono contro all'ordine del giorno anzidetto, i cui nomi sono già registrati ue'verbali della Dieta, e ne'reso-conti stenografici. Non so quello che sarà per accadere, ma mi piace ritenere, che il governo saprà convenientemente apprezzare un voto, che è l'espressione della parte sana della Dieta, in modo cospicuo assecondato dalla pubblica opinione, e che non vorrà che l'Istria, che ha una rappresentanza di trenta Deputati, s'abbia l'incùbo di tre voci virili, nel mentre che la Buco-vina con pari numero non ne ha che uno; la Slesia con trentuno, uno; la Carinola con trentasette, uno; la Moravia con cento, due; la Boemia con dugento quaranluiio, cinque. Un' altra mozione fu per la sollecita costruzione di una strada ferrata fra Pola e Trieste con un tronco di congiunzione colla ferrovia S. Peter-Fiume. Io non mi farò a dispulare sulla convenienza di questo nuovo mezzo di comunicazione tra una città, rinomata pe' suoi commerci, ed una che a malgrado la sua esistenza artificiale e di semplice circostanza, è nullame-no importantissima; ma mi permetterò di osservare che il tracciato della linea per parti quasi inospite e senza certi elementi di attività economica ed industriale, non può servire al rifiorimento della provincia, come sarebbesi potuto di leggieri ottenere, radendo più da presso i paesi della costa, dove è più rigogliosa la vita civile, e più sottile ed ingeguoso lo spirito delle speculazioni. Veduto l'abbandono a cui son condannali gli antichi ed insigni monumenti della città di Pola, che attestano le glorie del nostro passato, e che parlano sì eloquentemente all' intelletto e al cuore per non diffidare di un più bell'avvenire, si provocò dalla Dieta una deliberazione, mercè cui avesse la Giunta provinciale a porgere accalorate istanze all' imperiale governo onde sieno religiosamente custodite quelle stupende- reliquie, e si cingano di cancelli le arcate del gentilissimo anfiteatro, a toglierne lo sozze profanazioni, e si dispongano ordinatamente, le lapidi che giaciono alla rinfusa ammassate nel tempio di Augusto, quasi ignobili macerie, mentre sono le pagine più splendide della nostra storia, e si cerchino e raccolgano i sacri avanzi della romana grandezza che son disseminali per l'agro polese, e contro cui urta ciascun di la punta dell' aratro, o la marra del contadino. La Dieta applaudì alla nobile e pietosa mozione, ed è a sperare, che il viaggiatore che muoverà quind' innanzi a quell' estrema parte della gentile nostra penisola, rimanendo ammirato a tanto illustri memorie, applaudisca al culto onde sono onorate. La pubblica istruzione impegnò in parlicolar modo le sollecitudini della Dieta, e fu perciò, (senza dir oggi delle leggi votate circa alle scuole reali o tecniche, e ai consigli scolastici, su che parlerò in altra mia) che diede incarico alla Giunta provinciale, in se-, guito a calorosa domanda del Comune di Pisino, di fare iu suo nome, e senza indugio, petizione al. Ministero dei culli e deli' istruzione, allo scopo di ottcne-nere la scolarizzazione di quel ginnasio inferiore, ora in balìa di zoccolanti carniolici, piutlosto atti ad intorbidire ed evirare gli ingegni, che ad ingentilirli ed illuminarli colla luce della moderna sapienza, e l'introduzione nel medesimo della lingua italiana come lingua d'insegnamento in tulle le materie. Si volle pure che fossero rappresentate alla Luogotenenza di Trieste le doglianze del Municipio di Lus-sinpiccolo, perchè in quelle scuole popolari si continui ancora ad impartire l'istruzione in lingua slava, anzicchè nella lingua italiana, invitandola di far eseguire in quell'isola,e nelle altre del Quarnero, le prescrizioni del dispaccio ministeriale 19 dccembre 1861 IN° 10708, già col principio dell'anno scolastico. Dopo che s'era per tal guisa deliberato, giunse la strana novella clic il vescovo di Veglia, in onta alla legge 25 maggio -1S68, e con flagrante abuso di autorità, ebbe ad ordinare a'maestri delle scuole elementari di non servirsi d'altra lingua che dell' illirica. Ciò diede luogo ad una vivace interpellanza al Commissario governativo, che, vinto da sorpresa, si ri-serbava di darvi adeguata risposta. Ma la cosa avvenne sullo scorcio della sessione, e la risposta non s'udì. È a credere però che il governo sappia reprimere con mano gagliarda la protervia di quel prelato, che sì insolentemente schernisce le leggi dello stato, e che sogna ancora le beatitudini del Concordato, e i facili nrbitrj, e le idrofobe velleità, a cui poteva di leggieri abbandonarsi, perchè protetto da cpiel deplorabile patto. Fu chiesto infine che al ginnasio supcriore di Capodistria, che è d'infima categoria, fosse accordato l'attributo o i£ grado di seconda classe. Lunge da qualsiasi vanità, o dall'invidiare ai ginnasi di Trieste e Gorizia, che godono dì una maggiore distinzione, si avvisò piuttosto a favorire P insegnamento, rendendo più facile e frequente il concorso di valorosi docenti mercè l'allettativa di più larghi onorarj. Altra volta s'è fatta la stessa domanda, ma non ebbe lieta accoglienza, perocché il Ministero adducesse a scusa le angustie del pubblico erario. Si tratta però che la maggiore spesa non salirebbe che a f.ni 1260, in buona parte coperta dalle tasse minervali, e che lo Stato non soggiacerebbe per avventura che al lievissimo sagrificio di appena ottocento fiorini, somma troppo futile e meschina per credere che ne possa rimanere sconcertato il budget della pubblica istruzione, per quanto esso sia magro e succinto, massime ove si pensi che il giunasio di Capodistria è l'unico istituto medio completo della provincia, e che quel Comune fece e fa per sorreggerlo più che forse non islia nelle sue forze. Non s'ignora infatti che mercè le elargizioni de' privati, s'accumulò il cospicuo capitale di fiorini cinquantaduemila, i cui censi, scossi o no, dee versare annualmente il comune nelle pubbliche casse, avendo inoltre dedicato e concesso a collocamento delle scuole l'uso gratuito del bellissimo edificio, detto in antico Collegio de' Nobili ed assunto per metà lo spendio, che certamente nou fu poco, del suo primo assetto e di ogni futuro rc-staurOj e generalmente provveduto a' gabinetti e alla biblioteca. Siamo quindi persuasi che ÌI Ministero non tarderà ad assecondare un voto, per sè modestissimo, che parli unanime dalla Rappresentanza provinciale. Pirano, Ollobre. (X) L' argomento sul quale intendo intrattenere r lettori della « Provincia » può non sembrare a prima vista d'interesse provinciale, dacché mi propongo di discorrere d'una società di caffè, che qui si stà costituendo sulle imminenti mine di due altre. Qualcuno crederà che l'occuparsi in oggi di siffatti argomenti ella sia una cosa piuttosto ridicola che fuor di proposito: ma siccome da un rozzo macigno l'artefice sa ricavare un gruppo, che, posto ad ornamento di una galleria, desta l'ammirazione del mondo artistico, cosi da un semplice tema di discorso, qual è quello di una società di caffè, si posson dedurre riflessioni tali, da rendere il presente argomento d'interesse non solo provinciale, ma forse anco generale. Come già vi sarà noto, appresso di noi esistono due società di caffè: l'una col titolo di «Società dei Signori » e l'altra di « Casino commerciale ». II.titolo sì dell'una che dell'altra vi^conp abbastanza chiaro qual ceto di persone le componga. Or bene; nell'annua seduta che non ha molto si tenne dai soci della seconda, fu falla da alcuni la seguente proposta: Sapendo essere vivo il desiderio dimostrato dai soci della prima con replicate istanze di fondersi con noi in una sola unione, sarebbe buona cosa l'accondiscendere a si gentile invito. E qrù presa la parola uno de'soci, dopo aver esposti i giusti molivi, clic rendono non solo giustificabile ma eziandio desiderabile la suddetta riunione, domandò venisse passata all'ordine del giorno la mozione, in favore della quale, in seguito ad istantanea votazione, si pronunciò più della metà degli a-slanti. Io per lulto l'amore che deve nudrire un cittadino pel suo luogo natale, non posso che desiderare ardentemente di vedere affrettata e tradotta in fatto questa bella proposta. I vantaggi che ne risulterebbero sono di tanta evidenza da non meritare neppur di venir ricordati ; tultavolla non tacerò dei più rilevanti, siccome di quelli «he vengono maggiormente desiderati da tutti. Secondo il mio pensiero in tale proposito, lo scopo principale di questa unione non sarebbe la compiacenza di vedere la sala d'un caffè frequentala da un numero maggiore di persone, intese solamente a darsi il buon tempo col ristorarsi lo stomaco di bibite robuste, o col passatempo del giuoco; e nemmeno di prima importanza io vorrei considerare l'effettuazione di quei divertimenti, che nei carnevali decorsi furono un mero desiderio, appunto pel numero ristretto d'ogni singola società; che ben poca soddisfazione sarebbe il ve- " dere il solazzo fatto unico oggetto di pensiero e d'azione, di una riunione di cento e più individui. Ma ben più vitale esser dovrebbe il fine d'interesse, a cui venisse informata la novella società. Qualunque società, di qualsiasi specie ella sia, porta in oggi l'impronta del progresso; e perchè a questa adunque resa abbastanza considerevole dal numero dei membri, non si potrebbe affidare una missione di miglioramento in tal lo specialmente d'industria, a cui sembra tanto bene iniziata la nostra provincia? Vi sono pur troppo ancora alcuni di vecchia stampa, che si sforzano di vedere il contrario, in questo ravvicinamento della classe media ed alta della popolazione, e cercano di far persuadere non derivare da ciò che litigi e gare di disunione. Ma io spero che il buon senso dei più, rigettando la costoro opinione, seguiteranno la via ormai cominciala, ripetendo all'uopo il nolo verso di Dante : o Non ti curar di lor, ma guarda e passa. » Non v'ha dubbio che la communione di idee fra l'ira ceto e l'altro riescirebbe di notevole vantaggio, quando si consideri principalmente, che la gente co-sidetta del basso volga, messa a contatto colle classi più alte, e perciò levata dal suo isolamento, verrebbe a poco a poco illuminata e ridotta ad un grado di coltura necessaria per disimpegnare con profitto a'propri doveri. Da questa concorde e abbastanza grande società, ne deriverebbero inollre secondo ine, quelle benefiche istituzioni, che rendono distinta qualche allra città di minor popolazione, e si darebbe impulso maggiore a tutto quello che può servire di lustro e decoro alla patria. Cosi p. e. è già da qualche tempo che qui si agita la questione per l'erezione d'un teatro: ebbene! niente di meglio che l'affratellamento per discuterne liberamente i particolari, e favorire in ogni modo un lavoro reclamato dalla necessità, in un luogo di quasi undicimila abitanti quale è appunto Pirano. Ma ciò che dovrebbe principalmente spingere o-gni onesto cittadino a favorire e promuovere questa società, dev'essere il giusto desiderio di veder tolto finalmente quel po'di ruggine antico, che esiste ancora fra la classe alla e le classi inferiori. E se non cominceranno ad essere veri fratelli e darsi il bacio della pace gli abitanti d'una stessa ciltà, quale speranza mai di veder confinato all'inferno quel vituperevole odio di campanile, che tien disgiunte, diciamolo pure con nostra vergogna, le nostre città, e nen fa che impedire gli interessi e lo sviluppo vicendevole che dal mutuo commercio di buone relazioni deriva? D'altronde poi io non voglio fare questo grande torto a'miei concittadini nel supporli privi di un po' di logica, assolutamente necessario. Ed è la logica appunto quella che m'insegna che se noi cogli abitanti della vicina Trieste e di qualche altra città ci acclamammo fratelli, con tanta più ragione, dobbiamo stringerci con stretti nodi di fratellanza noi, che essendo cittadini d'una stessa-città, siamo d'utile reciproco l'uno all'altro. Io nen posso finalmente che esternare di nuovo la viva brama onde venga levalo qualsiasi ostacolo si opponga a questo nuovo saggio d'unità e fratellanza, certo come sono che di pari passo si procederà anche dagli altri Istriani sulla via del benessere e del progresso. I nostri comuni interessi ed il nostro decoro, impongono a noi Istriani di stringerci più davvicino ; e la nostra penisoletta possa da simile fratellanza con felice sueesso dimostrare finalmente, che ella può stare al livello delle altre provincie consorelle si per lo sviluppa materiale che morale SEMINATURA DEL FRUMENTO. Vicini ad una delle epoche più importanti per gli agricoltori e per quanti amano il pane quotidiano, quella cioè della seminagione del frumento, Crediamo non del tutto inutile ricordare brevemente alcuni consigli, limitandoci a quanto ci è sembrato esenziale sapersi per non gittare invano, o quasi, seme e fatiche; limitandoci cioè» a parlare dei lavori necessari di preparazione, della scella del seme„ degli ingrassi ed infine dell'epoca, quantità e modo di spargerlo questo benedetto seme che porta con sè le speranze della pubblica sussistenza e Iranquilità. Per noi, lo abbiamo più. volte ripetuto, chi aumenta il suo raccolto di un paio di ettolitri di frumento ha bene meritato della patria. Ma entriamo senza più in argomento. Lavori necessari. — Il frumento esige terreno rigorosamente netto dalle male erbe, ben trito e ben assestato, cioè ben diviso, senza esserlo però di troppo. Una terra troppo permeabile lascia che le piog-gie trascinino i semi molto più abbasso di quel che richiedesi, per cui marciscono e non germogliano. Bisogna, come dice il Celi, che le particelle della terra si sieno messe a posto, affinchè non lascino fra di loro inutili vuoti. Per ottenere questa consistenza non seminate mai sopra terreno lavorato di fresco, lasciate trascorrere un mese od almeno una quindicina di giorni dagli ultimi lavori praticati al campo da seminarsi. Il numero di questi lavori preparatorii varia a seconda delle rotazioni, del genere di coltivazioni cioè che precedettero quella del frumento. Se il campo era a trifòglio, a medica od a qualsiasi pianta da rove- scio, i lavori devono essere solleciti, ripetuti ed energici affinchè segua in tempo la prima fermentazione dei residui, la quale, troppo viva, nuocerebbe al frumento, amando egli il terreno rirco di sostanze organiche già fermentate od in istato di lentissima fermentazione. I lavori preparatorii giovano però sempre al terreno il quale, esposto per lungo tempo alle influenze atmosferiche, prepara, per così dire, ammaniti gli alimenti minerali che contiene, rendendoli di più facile assorbimento. In generale pei terreni forti, nei quali predomina l'argilla, sono necessari tre lavori;, mentre due basterebbero per quelli ghiaiosi e leggeri, senza contare le erpicature le quali dovrebbero ripetersi e ripetersi il maggior numero di volte possibile. Scelta del seme — Preferite sempre grano ben maturo, liscio, lucente e senza cattivi odori, proveniente dal raccolto dell'anno antecedente e ehe pesi almeno SO chil. all'ettolitro.. A nostro avviso questa del buon peso è condizione essenzialissima da tenersi nel massimo conto. Vuoisi pratica piuttosto utile quella di mutare o-gni tre o quattro anni la semente, specialmente quando avesse degenerato o fosse invasa dal loglio, pigliando il nuovo seme da regioni più magre, più fredde e più asciutte di quelle nelle quali si sta per coltivarlo. Però sarà bene procedere alla rinnovazione colla massima cautela e prudenza per non o udare incontro a danni rilevantissimi ed irrimediabili. Prima di rinnovare una semente bisogna ricordarsi che il clima ed il terreno comunicano alle piante delle proprietà che non vanno perdute allro che dopo una prolungata coltivazione lungi dal loro clima. Non lasciatevi illudere da grossi paraloni 'o da promesse di raccolti miracolosi. Vi sono caratteri propriamente locali, dovuti a quella data natura fisica di terreni e condizioni di clima, i quali non possono o-blitetarsil II mezzodì vi darà sempre abbondanza di glutine,, il nord di amido. Molti grani del mezzogiorno gelano trasportati nelle terre del nord, e quelli del nord coltivati nei climi temperati diventano precoci, sconcertano cioè tutte le combinazioni fondate sulle antiche abitudini del luogo. II grande affare si è di coltivare a dovere. Seminate il frumento il più celebrato per feracità in terreno mal preparato e povero di concimi e il vostro sacco rimarrà sempre vuoto. Eccellente pratica si è quella di deslittare un appezzamento espressamente alle produzioni delle sementi. Ingrassi. — Per ingrasso si adopera generalmente ed egregiamente il letame di stalla, e fortunati coloro che ne hanno in abbondanza, di ben scomposto e maturo; ma se questo giova al frumento, giova solo quando è somministrato indirettamente, cioè somministrato alla pianta che lo precede nel campo. 1 letami freschi oltre recare con loro ogni razza di male erbe tengono sollevalo fuor di misura il terreno e colla fermentazione troppo viva riescono dannosi. Dunque largheggiate da prodighi alla pianta che precede il frumento! eliminerete così le erbe parassite ottenendo un raccolto pulitissimo e di prima qualità. Però richiedendo il frumento a ben prosperare copiosa quantità di azoto, di fosfati, di potassa e di calce, e queste sostanze non trovandosi a sufficienza ed in i-stalo assimilabile il più delle volte nei concimi di stal- la, sarà bene venir in aiuto alla nostra preziosa graminacea con conci artificiali. Il guano, col 12 p. qjO almeno di azoto, il solfato d' ammoniaca, adoperati come supplemento al concime di stalla hanno fatto ovunque meraviglie. Da venti ettolitri per ettare fu portata la produzione a venticinque e trenta. È bene però di osservare che gli ingrassi azotati che si decompongono con facilità, sono convenienti di preferenza alle seminagioni di primavera, mentre quelli ricchi di fosfati si addicono meglio a quelle dell' autunno; i primi completano egregiamente l'opera dei secondi. Bisogna inoltre che il frumento trovi o negli ingrassi o nel terreno qualche parte di silice assimilabile perchè è questa sostanza che dà della forza al fusto,. Io rende robusto e capace di sostenere tutti gli organi fogliacei senza piegarsi e allettare. Stermbstat dava fra gli ingrassi la preferenza al cessino e segnatamente alle orine, in una parola a tutti gli ingrassi che contengono fosfati, acido urico, ammoniaca,, ecc., e che prestano ai frumento maggiore copia di azoto. Noi abbiamo due buoni guani preparati in paese: quello indigeno del Fino e quello così detto razionale, perchè fatto col polverizzare cadaveri di animali morii, dell' Andreis. Ambidue questi eonci dettero eccellenti risultati, specialmente se adoperati in aiuto del concime di staila, risultati tali da pagare con grosso profitto la spesa d'acquisto. Chi scrive ottenne col guano indigeno 1' aumento di due sacchi in più per giornata di terreno a frumento, due ettolitri cioè e mezzo, e i buoni effetti del concio si vide ripetersi anche nelle coltivazioni venute dopo il fr umento, cioè nel trifoglio. Ottenne ne!!' avena ris a/tnti ci nasi identici al concio Ville, Col concio Andreis raddoppiò il raccolto della canapa che ricavava negli anni antecedenti sopra una determinata estensione di terreno. Insomma meritano questi conci (che si possono avere dall'Agenzia Agraria, Piazza Castello, 16) tutto il fav re degli agricoltori che amano spendere con profitto ri danaro loro e far della agricoltura positiva di tornaconto. Epoca di spargere il seme3 quantità, modo. — L'epoca di spargere il seme varia a norma delle località e generalmente è limitata tra i primi di ottobre e la metà di novembre. Le semine ritardate sono in ogni caso le più prudenti. Se si hanno terreni di diversa qualità sarà conveniente cominciare dai più leggieri. In ogni modo però l'assolulamente necessario si è che il terreno sia uniformemente inumidito. Senza umidità o non avete germogliazione o 1' avete imperfètta. Anzi che affidare il seme ad un terreno asciutto è meglio attendere i! benefizio delle prime piog-gie, e lo potete fare senza correr rischio di sorta. Calore ed umido sono i due elementi cardini di ogni germogliazione. Senza la contemporanea loro e-sistenza la vegetazione si arresta. Gasparin dice di a-ver veduti semi di frumento, di veccia, di segale che aveanno cominciato a svilupparsi, essere sorpresi dalla siccità e subire 70° di calore senza che la loro e-sistenza corresse alcun pericolo e riprendere poi la germogliazione quando ricompariva il concorso dell' umidità. Si seminano in media due ettolitri per ettaro., un poco più o meno a norma del clima e del terreno. Nella terre fertili e buone e convenientemente inumi- dite con tempo messo al bello, v'ha bisogno di minor quantità di semente, perchè si può credere che tutti o la maggior parte dei semi germoglieranno. In generale si semina alla volata coprendo il seme o col-l'aratro o eoli' erpice o col rastrello. Nei terreni leggieri, ghiaiosi e ineguali va coperto di più che nei l'orti e piani; però il sistema di coprirlo coli'aratro reca l'inconveniente gravissimo che molti chicchi sotterrati troppo profondamente o non nascono o nascono stentati, deboli e periscono. Meglio è far uso dell'erpice e, dove il prezzo della man d'opera lo concede, del rastrello. Un'altra maniera di seminagioni assai raccomandata si è quella in linee, la quale viene eseguita coi seminatori meccanici. Si economizza con questo processo un quinto della semente ordinariamente richiesta, favorendosi il cespimento del cereale. Si raccoglie in grano e paglia un ottavo di più e si può colla massima facilità purgare il terreno intermezzo dalle male erbe, sarchiarlo e prepararlo per le coltivazioni future. Bisogna però tener conto delle sarchiature, le quali, se vantaggiose, costano molto ed alla disuguaglianza dei grani prodotta appunto dal cespimento successivo. Ciò nondimeno., come abbiamo detto, questo metodo va acquistando terreno specialmente in Francia. Raccomandiamo da ultimo caldamente agli agricoltori l'uso della concia alla semente, di prepararla cioè prima di spargerla per iscongiurare il danno degl'insetti parassiti, e principalmente della golpe. E una piccola spesa ed una lieve fatica largamente, ricompen sate. La concia è formata di vetriolo verde, allume di rocca polverizzati bene assieme e misti con un po' di verderame. Sciolta la concia in sufficiente quantità d'acqua, si deve in essa tenere immerso il frumento per qualche ora. Estratto e così umido, si deve poscia ravvolgerlo nella calce previamente polverizzata, e lasciarlo asciugare all'aria e passare senz'altro alla seminagione. Oltre ai vantaggi prodotti da questa miscela per proteggere il grano dai danni accennati, devesi anche tener conto dell' azione che esercita specialmente il vetriolo sopra dei sali ammoniacali, assorbendo i vapori e formando così all' intorno del seme una specie di serbatoio, come osserva il Manganolti, che serve a nutrirlo appena entri in gerinogliazione. Abbiasi però l'avvertenza di adoprare sostanze di recente preparate, perchè il vetriolo stando all' aria «ade in efflorescenza, e di passare al mescolamento della calce dopo bagnala la semente nella concia. DaW Economia Rurale, 25 settembre. BIBLIOGRAFIA. llTOICE DEL CODICE DELLE EPIGRAFI ROMANE DELL'ISTRIA. Siamo lieti di poter pubblicare per primi l'Indice predetto, che è opera di lunghi anni, d'infaticabili ricerche, e di diligentissimi studj dell' egregio ed illustre D.r Kandler, nella speranza che il ricco volume, già pronto per le stampe, veda presto la luce, e serva guida preziosa a tessere la storia dell' Istria, di cui e ai vivo il desiderio e grande il bisogno. Sepolcro dì Winkelmann, disegno per decorazio-ce della Raccolta. Raccolte o Musei di Inscrizioni in Istria. Del Codice delle Epigrafi romane. Del periodo assegnalo al Codice, storia delle epigrafi. Dell'Autogoverno delli Comuni antichi. Epistola di Cassiodoro ai Possessori istriani. Piacilo di Carlomagno tenuto in Istria. Indagini sullo stato di Aquileja romana. Esposizione del Conservatore al Capitano d'Istria. Vecchio lapidario tergestino del Kandler, del quale fu sospesa la stampa. Del Codice delle Epigrafi triestine detto del To-mitano, ma che è del Zovensoni Rafaele. Bibliografia delle Epigrafi istriane. Carte dell' Istria per riguardo al Norico, alla Pau-nonia, ed alla Liburnia. Carta delli possedimenti dei Traci in Istria. Carla delli territorj di tulli li antichi popoli Dell' Istria. Epigrafi esterne che riguardano tutta l'Istria - 15. Epigrafi romane dell'Agro proprio di Trieste - 170. Due Tavole Mitriache. Pianta di Trieste romana. Agro colonico di Trieste, Tavola. Illustrazioni scritte dal Labus. Agro giurisdizionale di Trieste romano, Carta. Illustrazione dei Marmo di Fabio Severo del Carlo Witte. Carta dell'Agro dei Catali. Pianta del Teatro romano di Trieste. Sul sito di Nesazio. Carta dell'Agro dei Carsuli. Agro colonico di Pola. Agro giurisdizionale di Pola. Pianta di Pola romana. Carta di Pola, Vislro, Nesazio, Mutila, Faveria. Notizie di Pola del Vescovo Tommasini. Lapidario di Pola - 520. Gradi dell'Anfiteatro - 174. Del culto d'Iside. Di Vistro. Inscrizione del Baffio Ciscense illustrata dal Gravisi. Di Cissa. Sommersione di Cissa. Agro colonico di Parenzo e di Cissa. Pianta del Foro di Marte in Parenzo. Epigrafi di Parenzo - 50. Pianta di Montona romana e provinciale. Agro dei Monlouesi, Epigrafi 23. Di Aemonia. Illustrazioni del Tommasini. Dell'Istro adriaco, Kandler. Carta dell'Agro giurisdizionale di Emonia. Veduta di Cittanova, fatta fare dal Tommasini. Pianta di Emonia. Epigrafi di Emonia - 50. Aegida, Agro Egidano. Epigrafi 18. Illustrazioni d'Egida del Tommasini. Dei Subocrini. Carla dell'Agro dei Subocrini. Piante di Pinguea- te e di Rozzo. Epigrafi dei Subocrini - 60. Nesazio, epigrafi di Nesazio - 4. Dei Secusses. Carta dell'Agro loro. Pianta di Bogliuno o di Finale. Epigrafi dei Secusses - 42. Dei Menocaleni, Epigrafi 40. Carta dell'Agro dei Menocaleni. Dei Taurisci, loro Carta ed epigrafi. Dei Catali, Carta ed epigrafi. Carta dei Valli sulla Giulia. Dei Ponziani, carta dell'Agro loro, epigrafi. Inscrizioni nell'Agro Poliziano - 47. Carta dell'Agro delli Albonesi, veduta di Alboua moderna. Epigrafi di Albona - 48. Dei Planati, carta dell'Agro loro. Epigrafi dei Flanati - 45. Dell' antica Liburnia del Randler. Epigrafi dell'isola di Veglia - 5. Epigrafi di Ossero - 9. Epigrafi di Segna - 46. Inscrizioni greche di Pola - 5. Sulle figline di Aquileja e dell'Istria; Cotti letterati nell'Istria - 480. Inscrizioni cristiane - .74. Indici di nomi e di cose. COSE DIVE USE, Onorevole Redazione! Il sotloscrilto interessa la sua ben nota gentilezza ad inserire tra i fatti diversi il seguente cenno bibliograficof e di fargli tenere una copia del Numero del pregiato periodico, in cui vedrà la luce. Mille grazie! Milano, 6 Ottobre 1868. Devotissimo Vincenzo de Castro vice-presidente del V congresso pedagogico. ESPOSIZIONE DIDATTICA ITALIANA « Nella esposizione didattica, ch'ebbe luogo nel palazzo sacro alla memoria del Garaventa in. Genova durante il quinto Congresso pedagogico, notavasi un l'atto consolante, cioè che la letteratura scolastica va ogni anno non solo aumentando il numero delle sue produzioni, ma acquistando un migliore indirizzo, specializzandosi; avvegnaché in ordine a libri educativi chi aspira a scrivere per lutti, termini a non soddisfare nessuno. « Fra le collezioni milanesi ad uso delle scuole e delle famiglie, che meritarono la medaglia di primo ordine, venne segnalata quella del tipografo-editore Francesco Pagnoni, non solo per la copia e la modicità dei prezzi, ma pel felice sodalizio dell'elemento religioso col civile e politico, che meglio risponde ai bisogni dell'intellettuale e morale coltura del popolo. La Commissione aggiudicatrice dei premii ebbe pure una parola di lode per la sua splendida edizione della Divina Commedia col commento del Tommaséo, il quale più che commento, è una vera enciclopedia dantesca. Nè meno splendida riuscirà l'edizione in corso di stampa del poema eroicomico dell'Ariosto, commentato da uno de'più eruditi critici italiani, il Camerini; per cui continuandogli il favore del pubblico, potrà dare tra breve all'Italia completa la collezione illustrata de'suoi grandi poeti nazionali. » L'impresa sempre intenta ad agevolare il transito dei passeggieri tra Capodistria-Trieste e viceversa, a a renderlo più sollecito, e per la stagione invernale più comodo, ha fatto costruire un apposito piroscafo con spazioso salone, onde accomodare tutti i passeggieri anche sotto coperta, fissando il prezzo indistintamente a Soldi 40; iu pari tempo attivando per il mese d'Ottobre il seguente orario: PEI GIORNI FERIALI. da CAPODISTRIA per TRIESTE alle ore 7 4j2 ar.L » » » » 2 4;2 poni, da TRIESTE pèr CAPODISTRIA » 41 ani. » » » » 4 4?2 poni. PER TUTTE LE DOMENICHE E GIORNI DI FESTA. da CAPODISTRIA per TRIESTE alle ore 7 4/2 ant. » » » » 5 pom. da TRIESTE per CAPODISTRIA » 42 mer. » » » 7 poni. 11 prezzo per le merci resta quello già pubblicato negli anteriori avvisi. rettificazione. Siamo pregati di correggere una lieve inesattezza occorsa nell'articolo del numero precedente « I monumenti di Pola », nel quale sarebbe stato detto, che il tempio di Augusto fu solo da un pajo d'anni, e mercè la pietà del Podestà di Pola, cinto di una meschina inferriata. Non è così; mentre ciò avvenne, ha ornai parecchi anni, ad opera del Governo e col denaro del pubblico erario. NAVIGAZIONE GIORNALIERA A TAPO RE CAP ODISTRIA -TRIESTE E VICEVERSA COL NUOVO PIROSCAFO AD ILICE „CAPGMFJA"