ANNO XXVI.
Capodistria, 1 Ottobre 1892.
N. 19
LA PROVINCIA
DELL'ISTRIA
Esce il 1° ed il 16 d'ogni mese.
ASSOCIAZIONE per un anno fior. 3; semestre e quadrimestre in proporzione. — Gli abbonamenti si ricevono presso la Redazione.
XDieta, HPro^indaJ-e
Seduta II. — Parenzo 13 settembre. Presenti 22 deputati. Ordine del giorno: I Comunicazioni. — TI. Relazione della giunta provinciale sull'esecuzione dei deliberati dietali. — III. Relazioni della commissione di finanza sui seguenti conti: 1. consuntivo pel 1891 del fondo scolastico provinciale; 2. consuntivo pel 1891 del fondo pensione dei maestri delle scuole popolari ; 3. preventivo pel 1893 del fondo scolastico provinciale ; 4. preventivo pel 1893 del fondo pensione dei maestri delle scuole popolari; 5. consuntivo pel 1891 del fondo agrario provinciale: 7. consuntivo pel 1891 del fondo depositi e denari altrui ; 8. consuntivo pel 1891 del fondo delle Ooutraterue dell'Istria ex veneta; ii-xousuutivo pet e preventivo pel 1893 del fondo pensioni degli impiegati provinciali; 10, preventivo pel 1893 dol fondo di esonero del suolo; 11. preventivo pel 1893 del fondo provinciale.
Aperta la seduta alle 10'/2 ant. il segretario Dr. Vergottini legge il protocollo della precedente.
L'on. Volarich parla in lingua slava. Dopo di ciò il protocollo è approvato.
Il presidente deplorando che nell'ultima seduta, quando fu presentato il commissario governativo, gli on. Spincic, Jenko, Mandic e Volarié usarono espressioni auti-parlamentari ed insultanti, pronunciando il primo la parola "pereat,, e gli altri due parole che in italiauo significano "fuori di qui, e "vergogna, infligge ai nominati deputati la sua severa disapprovazione e li chiama all' ordine.
I deputati della minoranza rumoreggiano a segno di non poter continuare la pertrattazione per cui il presidente sospende la seduta.
Riaperta, chiede la parola l'on. Amoroso.
L'on. Spincic e gli altri deputati della minoranza rinnovano le sceue di prima, costringendo il presidente ad annunciare che per la prossima sessione prenderà dei provvedimenti affinchè sia rispettata la dignità della Camera, ed a sospendere di nuovo la seduta.
Riaperta, e data la parola all'on. Amoroso, questi fa la proposta di urgenza ,per la nomina di una commissione composta da un deputato di ciascheduna delle quattro Curie, in cui essa si suddivide per la nomina
Articoli comunicati d'interesse generale si stampano gratuitamente. — Lettere e denaro franco alla Redazione. — On numero separato soldi 15. — Pagamenti anticipati.
degli assessori, col mandato di proporre alla Dieta una riforma del §. 45 del Regolamento interno per la pertrattazione degli affari della Dieta provinciale, allo scopo di deferire al presidente maggiori poteri per salvaguardare il decoro e la dignità delle radunanze dietali."
Accordata l'urgenza, e aperta la discussione parla l'on. Lagiuja.
Chiusa la discussione e messa a voti la proposta è— è accolta.
La Camera passa alla elezione dei 4 membri della commissione.
Raccolte le schede risultano eletti: dalla Curia dei comuni foresi 1' on. Volaric,
„ delle città e camera di commercio l'on. Amoroso, .
, del grande possesso l'on. Defranceschi, dall'intiera dieta l'on. Dr. Costantini.
Il presidende invita gli eletti a costituirsi e a comunicargli il nome del presidente e del segretario.
Al primo punto dell1 ordine del giorno il presidente comunica :
La commissione di finanza ha eletto a suo presidente l'on Amoroso e a segretario l'on. Vergottini;
L' on. Sersic domaada un permesso per tutta la sessione. — Interpellata la Camera, il permesso è concesso.
L'on. Costantini ha presentato un progetto di legge tendente ad accordare la dispensa della legalizzazione notarile o giudiziale dei documenti privati in affari ta-volari non e<cedenti l'importo di f. 100 — colla proposta, votati d'urgenza, che esso sia passato alla giunta provinciale jer studio e ritorta.
Accodata l'urgenza l'on. Costantini legge il progetto, dopr di che la proposta formale è accolta all'unanimità.
L'on Jenko ha presentato un interpellanza all'imp. Governo (he suona :
,È disposto 1' ecc. i. r. governo nel termine più breve posibile di cominciare e finire i lavori di regolazione di alcune parti della strada erariale Trieste-Fiume e ciò nou soltanto per soccorrere la popolazione indigenti ma anche con riflesso al pubblico bisogno?"
Leta dall'on, Jenko l'interpellanza in lingua slava il presiente la passa al commissario governativo.
L'on. Jenko ha presentato un'altra interpellanza all'imperiale governo «sul modo onde prende conoscenza dei discorsi della minoranza dietale, sulla estesa delle proposte governative e sul modo delle risposte del suo rappresentante ai discorsi ed alle interpellanze della minoranza dietale."
Letta an he questa interpellanza dall' onor. Jenko in lingua slava — il presidente le passa al commissario governativo.
L'on Stanger ha presentato un' interpellanza alla presidenza dell'i, r. consiglio scolastico provinciale del seguente tenore: 1. E già deciso, e come, il processo disciplinare avviato nell'anno 1889 contro Guglielmo Grossmanu maestro dirigente iu Lovraua per causa di compera di voti nell'occasione dell'elezione di uu deputato alla dieta provinciale. 2. Se non è perchè non è?
Letta l'interpellanza dall'on. Stanger iu lingua slava, viene consegnata al commissario governativo.
L'on. Yrolaric ha presentato alla giunta provinciale la seguente interpellanza :
1.	Perchè non ha nell'avviso di concorso 20 agosto a. c, circa la nomina dell'aggiunto chimico presso l'Istituto agrario provinciale espressamente richiesto dai concorrenti la conoscenza delle lingue del paese ?
2.	Se prenderà almeno in considerazione tale circostanza iu occasione del coprimeuto del posto del suddetto aggiunto chimico?
3.	Se è intenzionata di derogare al designato li nomina, come dice dopo un anno di prova, già pelli sola ragione, ove non si dimostrasse capace d'insegnare la propria materia anche nella lingua croata ovvero slovena?
Lotta l'interpellanza dall'on. Volaric in lingua slava, il presidente si riserva di passarla alla giunta prov.
L'on. Babuder ha presentato un'istanza del maestro Trombetti per aumento di pensione.
Verrà assegnata alla commissione ài finanza.
Al secondo punto dell' ordine del giorno, l'ass. on. Gambini legge la relazione della giunta provinciale sull'esecuzione dei deliberati dietali.
Prende la parola l'on. Costantini raccomandando la nomina del dirigente la scuola popolare italiana di Pisino, — e quindi il referente.
La relazione è presa a notizia.
Al terzo punto dell'ordine del giorno, relazione della commissione ili finanza.
1.	Riferisce l'on. Babuder colla preposta:
«Piaccia all' eccelsa dieta approvare il conto consuntivo prò 1891 del fondo scolastico provinciale, come è stato presentato dall' inclita giunta proludale colla sua relazione a stampa d. d. 6 settembre \892, vale a dire coli'introito di fiorini 160,746.61'/2 e cdl'esito pari, e quindi con un civanzo di fior. 10,744.3^/2 di confronto al maggiore importo preliminato di f, 171,491."
Aperta la discussione, parlano iu islav* gli onor. Mandic e Laginja. Chiusa la discussione gena-ale, e non prendendo alcuno la parola nella discussioni speciale, messa a voti la proposta della commissione èipprovata.
2.	Riferisce l'on. Babuder colla proposti:
„Piacela all'eccelsa dieta di approvare i. consuntivo del fondo generale di pensione dei maatri delle scuole popolari per l'anno 1891, come risilta dalla
relazione dell'inclita giunta provinciale d. d. 6 settembre 1892 con un introito di f. 39,436.83, con un esito di fiorini 32,936.83 e cou un civanzo alla chiusa dell'anno di gestione 1891 di fior. 6500, costituito da tante obbligazioni del prestito dello stato con lotteria dell'anno 1860 e che sono in evidenza alla rubrica XII dell' introito."
Aperta la discussione e non chiedendo alcuno la parola la proposta commissionale messa a voti è approvata.
3.	Riferisce l'on. Babuder colla proposta:
,L'eccelsa Dieta voglia approvare il conto di previsione del fondo scolastico provinciale per l'anno 1893 con fior. 165,802 nell'esigenza, con un introito proprio di fior. 26,788 e quindi con un contributo dal fondo provinciale di fior. 139,014."
Aperta la discussione generale, parlano iu lingua slava gli on. Stanger e Volaric.
L'on. Costantini raccomanda alla giunta di urgere presso le autorità scolastiche affinchè sia tosto provveduto per un terzo docente nella scuola popolare italiana di Lovrana.
Parlauo quindi l'on Gambini e — in slavo l'on. Spincic.
Chiusa la discussione generale, si passa all' articolata.
Messa a voti la proposta della commissione, è accolta.
4.	Riferisce lo stesso relatore colla proposta:
„L'eccelsa dieta voglia approvare il conto di previsione del fondo generale di pensione dei maestri dell'Istria per l'anno 1893 con fiorini 18,227, e con pari esvto: con un introito proprio di fior. 12,019 e con uu contributo dal fondo provinciale di fior. 6208."
Aperta la discussione generale e non venendo chiesta da alcuno la parola, si passa alla discussione articolata. Le rubriche dell' esigenza e del coprimeuto sono approvate senza discussione.
Messa a voti la proposta della commissione, e accolta.
Il presidente leva la seduta alle ore 1 e tre quarti pom., rimettendo la continuazione dell' ordine del giorno a domani, 14, alle ore 10 aut.
Seduta III. — Parenzo 11 settembre. Presenti 22 deputati
Aperti i la seduta alle ore 10 ant., il segretario onor. Vergottini legge il protocollo della precedente. — Dopo alcune parole dell' on. Spincic in lingua slava, il protocollo è approvato.
11 presidente fa le seguenti comunicazioni:
L'eccelso consiglio scolastico provinciale ha trasmesso la supplica della maestra Autouia Talento per aumento di pensione.
La società di soccorso degli studenti ammalati iu Vienna ha domandato un sussidio.
Ambedue queste istanze vengono passate alla commissione di finanza.
L'on. Mandic ha presentato una interpellanza all'imperiale governo col perito:
„È intenzionato l'eccelso i. r. Governo di rispondere alle interpellanze direttegli da parte della minoranza della dieta?
„Se non crede rispondere, perchè non lo vuole?,
Letta dall'on. Mandic l'interpellanza in lingua slava, il presidente la passa al commissario governativo.
L" on. Laginja ha presentato un' interpellanza all'imperiale governo col petito :
„Se l'imperiale governo sia intenzionato di far cessare una bella volta il modo spietato e per nulla giustificato onde vengono esatte le pubbliche imposte."
Letta l'interpellanza dall'on. Laginja in lingua slava, il presidente la passa al commissario governativo.
L'on. Mandic ha presentato un' interpellanza alla giunta provinciale col petito:
,È intenzionata l'inclita giunta provinciale di a-prire il concorso pel posto di direttore contabile tosto che sarà collocato in istato di riposo l'attuale direttore ?
Apporrà uel concorso, oltre l'abilitazione teorico-pratica di contabilità come condizione, uon soltanto la perfetta conoscenza a voce ed in iscritto della lingua italiana, ma anche della croata ovvero slovena?"
Letta dall'onor. Mandic l'interpellanza in lingua slava, il presidente si riserva di trasmetterla alla giunta provinciale.
L'ou. Sbisà ha annunciato di essere impedito per malattia.
Si passa all'ordine del giorno. ad III, 5. Riferisce per la commissione di finanza l'on. Venier sul conto consuntivo del foudo agrario provinciale pel 1891 colla proposta:
„L'eccelsa dieta voglia approvare il conto come prodotto dal consiglio agrario provinciale con un introito di fior. 9085.14, e coll'esito di fiorini 9126.13. e quindi con una deficienza di fior. 40,99, coperta col civanzo dell'anno precedente di fiorini 573.14, rimasto dalla gestione del 1890, il quale si riduce per ciò colla chiusa del conto prò 1891 a fior. 522.15."
Aperta la discussione generale e quindi l'articolata, e non chiedendo nessuno la parola, messa a voti la propo ta della commissione — è accolta.
ad 6. Riferisce 1' on. Venier per la commissione stessa sul conto preventivo del fondo agrario provinciale pel 1893 colla proposta;
„Piaccia all'eccelsa dieta approvare il conto come proposto dalla giunta provinciale con un introito di fiorini 9800, del quale f. 5100 come contributo del fondo provinciale, e con eguale esito."
Aperta la discussione generale, parla in lingua slava 1' ou. Mandic. Nella discussione articolata, nessuno prende la parola. Messa a voti la proposta della Commissione — è accolta.
ad 7. Riferisce l'on. Vergottini per la commissione di finanza sul conto consuntivo del foudo depositi e danari altrui pel 1891 colla proposta:
v Piaccia all'eccelsa dieta di approvarlo iu conformità alla proposta della giunta provinciale con un introito di f. 320,469.46 l'v coll'esito di 121,363.31 V2, con un civanzo di f. 199,106.15 da riportarsi nel conto dell'anuo 1892."
Aperta la discussione generale, e quindi l'articolata, nessuno chiede la parola. — Messa a voti la proposta -— è accolta.
ad 8. Riferisce l'on. Vergottini per la commissione di finanza sul conto consuntivo delle confraterne dell'Istria <>x veneta colla proposta :
„Piaccia all'eccelsa dieta di approvarlo in conformità alla proposta della Giunta provinciale ed alle risultanze del conto stesso."
Aperta la discussione generale, parla in lingua slava l'on. Volaric. Non chiedendo altri la parola, neppure nella discussione speciale, la proposta della commissione vien messa a voti. — E accolta.
ad 9. Riferisce 1' on. Bubba per la commissione di finanza sul conto consuntivo pel 1891 e preventivo pel 1893 del fondo pensioni degli impiegati provinciali colla proposta:
„Piaccia all' eccelsa dieta di approvare, di conformità alla proposta della giunta provinciale :
1.	Il conto consuntivo prò anno 1891 del foudo pensioni degli impiegati provinciali cou fior. 13,327,14 '/2 nell'introito e con un importo pari nell'esito, e con uno stato attivo del fondo di fior. 8800 in obbligazioni pubbliche, e fior. 597,95 V2 in denaro contante, dei quali fior. 463.6072 saranno da collocarsi a frutto nell'acquisto di effetti pubblici;
2.	Il conto di previsione del fondo stesso per l'anuo 1893 con fior. 3500 nell'esigenza e con pari importo nel coprimento, dei quali fior. 3076 da erogarsi quale contributo dal fondo provinciale."
Nessuno prende la parola nella discussione generale e neppure nella speciale. La proposta, messa a voti — è accolta.
ad 10. Riferisce l'on. Bubba sul conto preventivo pel 1893 del fondo di esonero del suolo colla proposta: a Piaccia all'eccelsa Dieta, di conformità alla proposta 1 luglio 1892 della giunta provinciale :
I.	Approvare il conto di previsione prò anno 1893 del foudo di esonero del suolo dell'Istria, coi seguenti risultati :
con un importo di fior. 94,028 tanto nell'esigenza quanto nel coprimento :
II.	Approvare l'esazione di un'addizionale del 10% sopra tutte le imposte dirette, comprese le addizionali straordinarie dello stato che vengono pagate nella provincia per coprire le deficienze del foudo."
Aperta la discussione generale parlano in lingua slava gli on. Laginja e Spincic.
Il presidente sospende la pertrattazioue su questo punto dell'ordine del giorno e si passa all'
11. cioè al conto preventivo del fondo provinciale pel 1893. Riferisce l'on. Bubba colla proposta: ,Piaccia all'eccelsa dieta deliberare: I. Viene approvato il couto di previsione del fondo provinciale dell'Istria per l'anno 1893 coli'esigenza di fior. 367.992, e col coprimento di fior. 97,502.
II A coprire la risultante deficienza di f. 270,490 viene stabilita l'esazione:
a)	dell' addizionale del 20 per cento su tutte le imposte dirette comprese le addizionali straordinarie dello stato ;
b)	dell'addizionale del 100 per cento sul dazio consumo erariale delle carui e del vino;
c)	dell'imposta provinciale di fior. 1.70 per ogni ettolitro di birra venduto al minuto; di f. 10.02 per ogni ettolitro venduto al minuto di liquidi spiritosi ed acquavite indicati all'art. I. lett. tì II, punto 1 dellà legge dell'Impero 18 maggio 1875 N. 84, e di f. 8.68
per ogni ettolitro venduto al minuto di acquavite indicata al punto 2 dello stesso art. 1 della legge ora citata."
Aperta la discussione generale, parla iu lingua slava l'on. Spiucic.
Perdurando i rumori della galleria, il presidente ordina che il pubblico sia allontanato. Parla quindi, in liugua slava, l'on. Volaric.
Entrano gli on. Becich e Sbisà.
11 presidente constata la presenza di 25 deputati.
11 relatore on. Bubba aperta la discussione articolata, dà lettura del conto.
Messa a voti la proposta è accolta cou 17 voti.
In appendice alla proposta tinaie sul preventivo provinciale, Pon. Bubba, per la commissione di finanza presenta la seguente risoluzione:
„Avverandosi il caso di un'invasione epidemica nella provincia dell'Istria, resta incaricata la giunta provinciale di accordare ai comuni poveri della provincia anticipazioni dal fondo provinciale per far fronte ad urgenti bisogni nell'interesse della pubblica salute, ogni qualvolta la sussistenza di tali bisogni sia constatata in via ufficiosa da parte dolla competente autorità politica distrettuale."
Aperta la discussione, nessuno chiede la parola.
La risoluzione è quindi accolta con 17 voti.
ad 10. Continuazione della pertrattazione del conto preventivo del fondo esonero pel 1993. Sono approvate le rubriche dell' esigenza e quelle del coprimento.
Chiusa la discussione e messe a voti le proposte della Commissione, sono accolte con 17 voti.
Esauriti gli affari il presidente tiene un discorso in cui, salutando i deputati accenna al possibile programma della futura sessione che spera convocata in più propizia stagione e chiude con un^evviva a S. M. l'Imperatore che viene ripetuto dall'assemblea.
Viene sospesa la seduta.
Alle ore 5 pom. radunata la dieta, si legge il verbale che viene approvato.
11 presidente, in nome di Sua Maestà dichiara chiusa la sessione dietale.
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Questioni del gicxELO
(Continuazione vedi Numero 12 e seg.)
Tornando al primo detto, e richiamando alla mente del lettore quanto di sopra si è esposto, non adoprerò troppe parole a spiegare il romanticismo o idealismo nuovo, e il classicismo o realismo di questi ultimi anni. Solo mi piace aggiungere due corollari. 1. Il realismo si oppone allo sviluppo dell'umano pensiero, e quindi al progresso. 2. Il realismo perverte la società. Non voglio già darmi l'aria di trinciare sentenze ; a provare il primo asserto basterà però ricorrere agli elementi della psicologia. Giovi il seguente esempio. Se impariamo fino dai primi anni a couoscere la nostra famiglia, poi più famiglie, e col confronto abbiamo riconosciuto ciò che vi ha di comune in tutte, cioè la
loro essenza, noi acquistiamo un concetto della famiglia. Ma se immaginiamo una famiglia nella quale tutti i membri sieno congiunti con intimo amore, pieni tutti di annegazione, pronti al sacrifizio, e intesi a promuovere con tutte le forze il bene della stessa, allora noi abbiamo Videa della famiglia, cioè c'immaginiamo la famiglia nella sua perfezione, come essa deve essere. Così abbiamo l'ideale della patria del comune, dello stato e così via. ')
Ora ciò premesso ; egli è certo che una letteratura la quale costantemente descrive le cose come sono realmente; e non mai si solleva all'idea del come dovrebbero essere, e come qualche volta realmente sono, impedisce all'uomo l'uso della ragione, e gli vela l'occhio dell'anima, per non vedere ciò che vi ha di divino fuori di lei. Se l'uomo avesse dovuto rimanere sempre qual'era senza il tipo, senza l'ideale, e se i poeti, suoi primi maestri, si fossero appagati di cantare come modelli di perfezione le sue armi di pietra, i suoi antri preistorici, e le prime costituzioni della feroce tribù; senza mai e-ducare la sua immaginazione, allora addio civiltà, addio progresso. L'umanità in questo caso sarebbe sempre ai primi concetti. Nè giova il ribattere che P uomo si ha a pigliarlo qual è; con tutte le imperfezioni e non più, perchè, per ammettere ciò si avrebbe prima a negare la coesisistenza nell'uomo dell'immaginazione e la sua naturale tendenza ad aspirare, con tutte le sue imperfezioni, a qualche cosa di alto, di più nobile a cui è portato dalla sua stessa natura ; aspirazioni dimostrate esistenti anche nei più degradati dalla voce della coscienza, dal rimorso, dalla stimolo della lode, e dalla vergogna del biasimo. Anche questi sono fatti, per Iddio ! E chi questi nega, rende impossibile il vero progresso.
Il realismo di più perverte la società; conseguenza che non ha bisogno di dimostrazione. Nè sono in fondo persuasi i realisti stessi, i quali non finiscono di dichiarare che hanno la coscienza di aver scritto un libro nè ipocrita, nè immorale, e ce lo mettono a ino' di pitaffio nella prima pagina. Senza ricorrere al noto adagio — excusatio non petita fit accusutio manifesta ci si conceda di ripetere alla buona: Amici cari, questo si chiama mettere le mani innanzi per non cadere. Badate, non formulo accuse, uè vi spiffero uno squarcio di morale. Dopo tutto sono errori d'intelletto, offuscamenti della coscienza artistica, fuorviata dall' imitazione e dalle esigenze della moda e della scuola. Si vuole scuotere i tristi, mostrare il mondo qual
') E. Martig. Psicologia intuitiva, traduzione di Marco Girardi. Verona. Drucher 1892, pag. 149.
, eccitare il disgusto, il ribrezzo del male, con a rappresentazione artistica del male: ecco lo scopo ìorale della Moglie ideale, della Trilogia di Dorina, Iella Giacinta, ecc. ecc. L'intenzione sarà buona, ila gli effetti ?
Un buon parroco dovea come di consueto nel giorno dell'Epifania annunziare dal pulpito il 1110-ìimento della popolazione nella sua parrocchia : nati tanti, morti tanti, matrimoni ecc. ecc. Al capitolo nati la statistica parlava chiaro: mille legittimi: cento venuti al mondo senza il permesso dei superiori. Era una buona occasione per tenere un discorso coi fiocchi, tuonare contro 1' immoralità della parrocchia, e ricordare ai genitori i loro doveri. Se non che pensatoci su alquanto, il parroco che non era un realista; se annunzio, conchiuse, la rubrica dei cento illegittimi corro rischio di lai-peggio, e chi sa quante figliuole sulle ventitré e tre quarti, di fare uu tomo, ragioneranno così: una più una meno ; non cascherà il mondo per questo. Pubblicò quindi i nati ridotti ad una cifra sola, risparmiò il sermone e fece benissimo.
Ora è facile immaginare quale effetto produca sull'immaginazione dei lettori, specialmente se giovani, la morale sottointesa, molto sottointesa dai realisti, e con quella tinta spiccata di sensualità per giunta dominante nel libro. Essi rimangono su-oito còmifiossi ed allettati dalla favola; e, giunti al fondo, salteranno a piò pari la solita forinola — la moralità insegna — più o meno infrascata, e conchiuderanuo come avrebbero conchiuso le pecorelle semi smarrite del parroco di sopra : Se il mondo è tutto così, bisogna bene adattarsi a fare come tutti gli altri. Concedo anche che per ragione dei contrari, e per disgusto e sazietà del brutto possa sorgere il desiderio del buono ; ma chi non vede come sia sbiadita e fugace l'idea del bene, introdotta così di straforo nella mente? Tant'è come dire : Volete formarvi un' idea di una Madonna di Raffaello? guardate questo brutto mascherone e immaginate tutto il contrario. Chi ha fior di senno vorrà ben conchiudere che la moralità realistica tirata proprio con gli argani è inefficace per tutti. Si lo ripeto per tutti; simili libri, simili rappresentazioni non guastano solo le fanciulle ed i giovinetti: siamo tutti in ogni età un po' fanciulli; ruimur invetitum, e simili rappresentazioni e letture ci lasciano un vuoto nell' animo, una sfiducia di toccare le alte cime, ci persuadono tutti a chiuderci nel più brutto egoismo. Quindi un rammollimento del cervello, un'atrofia del cuore, quindi la mancanza d'ideali, la debolezza del carattere, la smania
inquieta del piacere, l'indifferenza, l'apatia dominante. Ah! si, confessiamolo; il realismo per dipingere la società quale è, la rende peggiore di quello che è; le tronca i nervi, la rende sorda all'eterna e caritatevole voce del cuore, che in ogni tempo, in ogni luogo ha sempre gridato al caduto: Sorgi e cammina.
Buon per noi che quando il male è grande il rimedio è vicino. Ed il rimedio, secondo l'ultima ricetta escogitata dai Francesi, sarebbe il Simbolismo, del quale ora si ha a discorrere.
Simbolismo? È la parola d' ordine per entrare oggi nel santuario dell'arte; molto si è discusso; ma non è facile formarsi una chiara idea della nuova scuola; e forse non l'hanno neppure i suoi fondatori. È un ibis redibis, un' accozzaglia di parole altisonanti, uno svaporamento d'idee annebbiate in arzigogoli filosofici. Il Brunetiere, per metterlo in canzone, e giovandosi delle frasi stesse dei neoestetici, definisce così la nuova scuola. — Il simbolismo è la reintegrazione dell' impreciso e della fluidità delle cose da trasfondersi nella comparazione e nel suggestivo, per l'istrumentazione d'un ritmo poliformico, alleato d'un verbo ondulatorio infino ai possibili limiti del metamorfismo emancipato dall'uso triviale.
Chi ci capisce è bravo. Mettiamo intanto in sodo una cosa. Il simbolismo è nato in Francia come una protesta contro il naturalismo dello Zola. Il naturalismo ha ridotto l'arte a non essere altro che una imitazione esteriore delle cose. Ne siamo stucchi e ristucchi. Possibile, dicono, che nulla esista dietro alla natura, e che, descritta la superficialità delle cose, qualche altra verità non rimanga a scoprire? Anche le cose hanno un'anima. E ciò secondo i simbolisti non vuole dir già per esempio che un paesaggio sia vario secondo lo stato dell'animo dell'osservatore; sarebbe troppo volgare. Iudipendentemente dallo stato d'animo in cui ci troviamo noi, un paesaggio ha in sè della tristezza, della gioia, del dolore ecc. ecc. 0 con altre parole ciò vuol dire che tra noi e la natura ci sono delle corrispondenze, delle affinità latenti, delle identità misteriose; e perciò noi dobbiamo penetrare nell'anima delle cose. Rialzare la rozza materia del realismo; scoprire questa corrispondenza d'amorosi sensi tra 1' uomo e la natura, rilevare le armonie segrete, le relazioni intime del sensibile e del soprasensibile ; ecco l'origine e la base di tutto il simbolismo.
Ciò premesso non sarà dificile intendere anche il perchè del nome — simbolismo. Nel mondo sim-
bolico, si dice, noi ci moviamo, movemur et sumus: la religione è un simbolo, l'arte, la lingua. Quando noi diciamo per esempio ad una giovinetta semplice e modesta : tu sei una viola mammola, non usiamo della metafora per una certa somiglianza riscontrata da noi tra la giovinetta ed il fiore ; ma perchè veramente nell'animo delle cose ci sono delle qualità indipendenti, e nella violetta in particolare tali e tali doti che la rendono simpatica a chi delle stesse è fornito.
Ognun vede adunque che il simbolismo non è in fondo che un ritorno all'idealismo; ma ad un idealismo strano, mascherato e sottointeso. Si direbbe quasi che i moderni hanno una gran paura del ridicolo, nel buttar fuori la parola che sa di medio evo e di sagrestia ; e perciò hanno escogitato quei loro filosofemi, e quel linguaggio sibillino che fa parere nuova e presentata sotto altra forma, l'idea di Platone. L'errore sta adunque nelTattribuire alla sorda e muta materia, ciò che è proprio dell'essere ragionevole; nel sostituire al monoteismo, una specie di panteismo artistico, atto ad eccitare straordinariamente e senza limiti e freni la fantasia. Quindi i più strani filosofemi nella critica; e in arte l'indeterminato, il vago, l'orchestrazione, la musica indefinita nel verso ; il wagnerismo nella parola. In ultima analisi però il simbolismo con tutte le sue esagerazioni contiene qualche buona idea; ha già dato in Francia il colpo di grazia al realismo ; e dispone gli animi al ritorno della buona scuola. Così come è se distrugge la moda ultima, non ha però abbastanza virtù da preparare una radicale riforma letteraria ed artistica ; anzi con le sue esagerazioni ne ritarda il trionfo, e si espone alla caricatura e al ridicolo. E per vero se tutte le cose hanno un' anima, se in natura esistono di queste mistiche armonie, di questi simboli arcani, perchè non credere per esempio che il mazzapicchio della famosa lavandaja parigina, ben bene picchiaste e risonante sui postergali dell'odiata rivale, non sia la voce intima del legname, la nemesi del delitto, il simbolo del rimorso insistente, incessante, che echegia nell'animo, s'intromette in ogni pensiero, che schiaccia, che acciacca lo spirito ?
Ma le esagerazioni della scuola simbolistica sorpassano poi ogni limite in poesia. Se hanno dato in ciampanelle i romanzieri, immaginiamo poi i sacri vati sulle più alte cime dell' Hymalaja simbolico ! Impossibile vedere lume nelle critiche e nell' esposizione delle loro dottrine. Il Fornioni, pur confessando di non vederci chiaro ha tentato recentemente di esporre le loro idee e così ne
scrive.1)»I simbolisti si valgono della musicalità del verso non più per ragione estetica; ma come coeficiente indispensabile della significazione poetica, la quale, secondo essi, non può essere completa se alla forza del simbolo verbale non aggiunge quella del simbolo musicale. La poesia per rendere l'intimo delle cose non può più contentarsi dell' esattezza della forza verbuie della parola; essa deve tentare di esprimerla musicalmente con la scelta di vocaboli opportuni, il che non è a confondere con la volgare armonia imitativa e ritmica del verso. Mediante il proprio suono, il proprio valore musicale, la parola può evocare nella mente del lettore un' altra idea, oltre quella che letteralmente e volgarmente significa."
Così il Fornioni. Via. ci si comincia a capire qualche cosa. Confessiamolo però, per novantanove su cento lettori, se non è sanscrito è turco di certo. E così deve essere, perchè, viva Dio. dacché Adamo J secondo la Bibbia, pigliò le prime lezioni di lingua da lehova stesso nel paradiso terrestre, la parola fu inventata per esprimere un nostro pensiero, e perciò pane vorrà dire sempre pane niente altro che pane, e per quanto si cerchi un vocabolo più elegante, più armonico, più orchestrale, non può destare in noi l'idea di un ciottolo, di un sasso. E se anche la musicalità l'orchestrale potrà per un momento suscitare in noi qualche altra idea, ciò non accadrà che iu un modo assai indeciso, vago, indeterminato per pochi eletti, ed iniziati nei misteri d'un' arte sibillina ed aristocratica; e la poesia, la vera, schietta poesia sarà così sempre più allontanata dalle semplici, vive, antiche e sempre nuove fonti del bello.
Ancora un esempio. Si rammentino i versi dell' Ariosto con la famosa armonia imitativa:
«Con un gran ramo d' albero rimondo
Di che avea fatto una pertica lunga
Tenta il fiume.".......
Una pertica lunga, dicono i simbolisti, quale volgarità ! roba da chitarrone come dicevano i fanatici di Wagner delle divine melodie del Rossini. Qui ci vorrebbe una scelta di parole per dare l'idea di qualche altra cosa di lungo, della noja, della
quaresima, ecc. ecc.....Ma finiamola perchè le
cose lunghe diventano serpi, e concludiamo: Dato anche che ci sia qualche cosa nella natura è necessario che sappiamo esprimerla eoi mezzi che sono nella natura e nell' aróe. Non quindi la negazione delle regole, delle rime, del verso, dei mezzi sinora usati nella poesia, non quell'altra bella trovata di
opprimere il verbo e di ridurlo ad un periodo msicale lungo quanto comportano i limiti della espirazione.
Rimane ancora a dire dei Decadenti e dei 5arnasiani. Ma i primi sono in fondo simbolisti, ! spingono fino all' idolatria il culto della parola : eri artefici del verso, scrive il Fornioni, non si :urano di emozioni intelettuali e sentimentali, ma cercano un godimento sensuale squisito dell'orecchio. Si tratta insomma dell' invasione della musica nel sampo letterario. Rappresentanti di questa scuola francese sono in Italia il D'Annunzio, il Cesareo, il Capuana ecc. ecc. pure lasciando qualche orma di robusta individualità. B0 poeti, scrive il primo,
,0 poeti, divina è la Parola.
Nella pura bellezza il ciel riposa
Ogui nostra letizia; è il Verso è tutto.
E si noti che parola e verso sono scritti con lettera maiuscola, ortografia caratteristica che rappresenta la scuola.
I Parnasiani da ultimo sono pure adoratori della forma, non disprezzano però il concetto. (Continua)	P. T.
Appunti bibliografici
M. Tamaro. Le città e le castella dell' Istria. Volume primo. Parenzo, Coana, 1892. Un volume in sedicesimo di pagine 386. Prezzo fio-riui due pari a lire italiane cinque.
Chi non conosce in Istria Marco Tamaro, il bravo compilatore del periodico di Parenzo? Sempre al guardavoi per combattere in difesa della nostra nazionalità, gli rimane ancor tempo da girare tutto il paese, per raccogliere poi in varie lettere il frutto delle sue osservazioni, emulo in ciò dell' indimene ticabile Kandler, che prima di scrivere voleva come i podestà veneti el sora logo. Ora ha messo insieme queste lettere, ci è passato sopra con lo stilo livellatore e così ha composto il primo volume che tratta di Pola, ed al quale ne terranno dietro molti altri. Stimerà forse taluno che di libri i quali trattano dell' Istria, ed editi in questi ultimi anni, ne abbiamo già molti, ed alcuni buonissimi; ma il Tamaro ci avverte nella prefazione di non aver iscritto pei dotti, nè per la gente di vasta cultura, ma per quelli, e sono moltissimi, che non fanno professione di lettere, e non hanno tempo di ricorrere alle biblioteche; e neppure di avere seguito le vivaci fantasie delle prime sue lettere, sostituendo perciò al concetto meramente letterario lo
storico etnografico. Non del tutto però, aggiungo io, chè in caso contrario avrebbe nociuto alla popolarità del libro, e mancato al propostosi intento.
In fatti il volume comincia nel primo capitolo da un' animata descrizione del suo ingresso a Pola per la via di terra. Mutando stile subito, tocca degli anfiteatri in generale e di quello di Pola in particolare, trattandone minutamente in tre appositi capitoli. Gli viene quindi la palla al balzo per dire di Pola antichissima e romana, di nuovo innestando alla storia la descrizione degli antichi monumenti dell'epoca romana. Così si giunge al capitolo IX, dove la descrizione del castello, secondo la tessitura del libro, di necessità lo porta a dire di avvenimenti posteriori. Ritorna però a bomba subito, e tratta dei tempi bizantini, franchi e del marchesato, ciò che naturalmente richiama la sua attenzione ai monumenti di quel tempo : le basiliche, le chiese, i conventi, il Vescovato, con due opportune diversioni: — La supposta apostasia di G-. B. Ver-gerio, e — Lo scisma istriano.
Siamo così arrivati al capitolo XX che piglia le mosse dalla decadenza di Pola, per toccare poi della lotta tra i Patriarchi ed i Veneziani, e della dedizione a San Marco. E qui una fennatina per pigliar fiato della lunga corsa, dinanzi al Palazzo di Pola. In piena storia ancora: I Sergi e i Iona-tasi, le guerre con Genova e con gli Uscocchi, condizioni inorali, fisiche ed economiche di Pola; relazioni dei provveditori, le pestilenze, decadimento dell'infelice città. Poi due capitoli sugli uomini illustri, e su Pola moderna. Motus in fine velocior. L' autore vuole finire come ha cominciato, e perciò lo si segue con piacere nella sua scorrazzata nel circondario ; ciò che ci racconta di Peroi e di Fa-sana desta un vivo interesse, specie per certe opportune toccatine, in istile giornalistico, alle presenti condizioni ; ed i lettori con un risolino accompa-guano 1' amico nel suo viaggio di ritorno, augurandogli il venticello fresco della marina. Sono insomma capitoli trentauno, in cui è svolta la storia dell' antica nostra capitale, e dei suoi monumenti, in un modo aggradevole e quasi sempre piano ; e perciò non dubito un momento di raccomandare di gran cuore 1' opera utilissima a tutti gì' Istriani.
E non occorre troppo sofisticare a cercare difetti, se dall' autore stesso modestamente furono preveduti. „Non è da maravigliarsi se nell'opera si troveranno delle sproporzioni, scrive egli, siccome quelle che sono causate necessariamente dal criterio informativo l'opera stessa. Nè bisogna dimenticare che quello che in oggi ridussi in altrettanti capitoli,
originariamente avea la forma di lettere, destinate alla pubblicazione in appendice di un periodico. Ed è appunto codesta forma originaria che mi consigliò di ridurre quasi ogni capitolo, in maniera che sia fine a sè stesso. Non discuto se buono sia o meno questo modo di esporre le cose; ormai, pigliata la mia strada, è fatale ch'io la segua fino alla fine."
A una così franca confessione si disarma la critica più severa : immaginarsi poi quella d'un amico ! Aggiungerò solo per affetto che mi lega all' autore e alla verità, che, se in generale le difficoltà proprie del criterio informativo, furono bene superate con certi richiami opportuni, e per le sparse fila raggruppate a tempo con mano maestra, pure qualche volta un tal metodo può ingerire un po' di confusione, specialmente nella mente del popolo minuto al quale ha dedicato il suo libro. Anche come osserva benissimo il Tamaro stesso, ci sono delle sproporzioni ; ma alcune, dato il sistema, panni si potessero evitare, come la relazione del Preposito Cleva, dotta e ben fatta, sì, ma troppo lunga e difficilissima ad intendersi dai dotti stessi senza il sussidio del disegno. È un eccellente monografia del Duomo di Pola, presa isolatamente; ma nel volume voleva essere compendiata. Perciò sarebbe desiderabile un' altra cosa. Tutti avranno avvertito la piena competenza dell' autore a trattare la storia dell' Istria ; non mai nel suo volume riscontri quell' arte di sfiorare i libri e di vendere a buonmercato la scienza sbocconcellata nei dizionari enciclopedici ; arte questa troppo spesso seguita dal giornalismo. Il Tamaro non è solo un facile giornalista, ma è un uomo fornito di vasta cultura e di seria dottrina. Affinchè però ne' successivi volumi l'opera sua pigli movenze più spigliate e popolari, sarebbe opportuno che invece di riportare lunghe citazioni dei vari autori, egli si appropriasse i giudizi altrui e gli esponesse di suo, passandoci sopra e livellando. E ciò è tanto più necessario per le citazioni d' autori che trattarono diffusamente di un dato soggetto in forma epistolare, e con intenti più ristretti e locali. Tale per esempio la erudita lettera del Luciani al Kandler (pag. 818).
Di altre inconvenienze causate necessariamente dal criterio informativo, qui non è luogo discorrere: T autore risponde: „Ho pigliata la mia strada, ed è fatale che io la segua." Ma il fatum lasciamoglielo ai Greci, e da buoni cristiani cattolici seguiamo una fede viva nelle proprie forze, sotto la guida della provvidenza. Una sentenza volgare
| ripete che quando si è sbagliata la strada, non resta che cangiarla. E al Tamaro, fornito di molto ingegno, di esperienza di studio, di forte volere e di pazienza sopra tutto, non sarà difficile di mutare radicalmente il criterio informativo. È una cosa semplicissima che gli suggerisco. Entrato in un paese, prima di descriverne gli edilizi, ci dia in breve la storia del paese stesso, a larghi tratti ; e la sviluppi poi, secondo il caso, nell'illustrazione dei vari edilizi. Così ha fatto con mano maestra il nostro Revere ne' suoi Bozzetti alpini; una toccatina al libro del suo misterioso compagno, e via. In questo modo si sfuggono le ripetizioni, i frequenti richiami, e 1' andare innanzi e indietro pei campi della storia. Ma anche così, potrebbe risponderci il Tamaro, bisogna pure ripetersi e forse più. Ed io da capo al sine fine, a dimostrargli pedantescamente co' miei colibeti pedagogici la necessità delle ripetizioni brevi moderate ed ordinate. Onde il meglio di tutto sarà lasciare indecisa e ad altri giudizi la questione. Quello che è certo si è che il Tamaro ha buone gambe per arrivare su qualunque strada alla meta, e che così gli sarà porta occasione di mostrarci quindi innanzi come abbia saputo con F ingegno vincere i difetti del sistema in un' opera che, così come è, sara utilissima al paese, e rimarrà documento della mente e del cuore dell'ottimo patriotta.
P. T.
PUBBLICAZIONI
Neil' ultimo numero del Nuovo Archivio Veneto. Tom. Ili parte II in una dotta monografia del Cipolla si fa onorata menzione dei nostri scrittori più recenti di cose storiche — Caprin, Tedeschi, Gregorutti, Amoroso, Pesante, Pusterla.
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L'Istituto agrario provinciale ci ha trasmesso :
Talee e barbatelle di viti americane
Per la primavera 1893 da questi vivai immuni dalla filossera si potranno ritirare talee e barbatelle di Riparia, York-Madeira e Solonis, al prezzo di fior. 3-al mille per le talee, e di fiorini IO al mille per le barbatelle.
Le prenotazioni per 1' acquisto si ricevono presso questa amministrazione.
Parenzo, 10 settemare 1892.
L' Istituto Agrario Provinciale