Muzikološki zbornik Musicological Annual XXX, Ljubljana 1994 UDK 061.22(497.12 Koper) "16/17" Antonio Trampus LACCADEMIA, L'ARCADIA E LA FIGURA Dl TARSIA Trieste Nel tranquillo fluire della vita culturale capodistriana del tardo Seicento, scarsamente popolata da cronachisti ed eruditi "operosi", rimane ancora notizia della brevissima stagione di una accademia di "Divertiti" - forse in contatto con i Concordi di Rovigo - sorta in seno al collegio gesuitico e attorno alia figura del somasco padre Foresti.1 Parrebbe questo Punico spunto originale in un contesto di complessivo decadimento, sia dal punto di vista culturale che da quello socio-economico, dopo la devastante guerra degli Uscocchi.2 Con la differenza che, mentre gli storici delPeconomia e della demografia storica continuano a disporre, anche per questo periodo, di una documentazione sufficientemente adeguata, gli studiosi della cultura letteraria e politica, storici e musicologi, potrebbero solo arrendersi davanti ad un panorama bibliografico e documentario desolatamente vuoto. Se scorriamo tuttavia Pelenco dei letterati piü rappresentativi della regione nel XVII secolo sembra giä di poter assistere ad un fenomeno caratteristico, manifestazione di precoce emigrazione intellettuale: Santorio Santorio professore di medicina a Padova come Girolamo Vergerio a Pisa; Cesare Zarotti attivo a Venezia come Marco Petronio Caldana a Vienna. Rimaneva, dopo Nicolö Manzioli - I'autore della Nova descrittione della provintia dell'lstria (1611) - la coppia rappresentata da Giacomo Filippo Tommasini e da Prospero Petronio, autori di cronache ecclesiastiche cosi come i coetanei triestini Vincenzo Scussa ed Ireneo della Croce. E' oltremodo significativo il fatto che solo il manoscritto di Ireneo della Groce pote essere pubblicato in quell'epoca, seppure con gravi difficoltä economiche; mentre gli altri rimasero inediti fino al XIX secolo.3 1 B. ZILIOTTO, Accademie e accademici di Capodistria (1478-1807), "Archeografo Triestino", s.IV, vol. VII, 1944, p. 41. 2 M. BERTOŠA, La guerra degli Uscocchi e la rovina dell'economia istriana, "Attl" del Centro di Ricerche storiche di Rovigno, V, 1974, pp. 35-100; ID., L'lstria veneta nel Cinquecento e nel Seicento, "Atti" del Centro di Ricerche storiche di Rovigno, VII, 1976-1977, pp. 138-160; A. BIN, La Repubblica di Venezia e la questione adriatica 1600-1620, II Veltro, Roma 1992. Rispetto alia prima metä del secolo, il secondo Seicento presenta nell'lstria elementi di forte discontinuitä economica e culturale, dipendenti per buona parte dallo spostamento verso nord delPasse economico veneto, puntato fino alia guerra di Cipro (1540-1571) verso I'Oriente. Sulla politica veneziana dell '600 cfr. ora G. COZZI -M. KNAPTON - G. SCARABELLO, La Repubblica di Venezia nell'etä moderna. Dal 1517 alia fine della Repubblica, UTET, Torino, 1992. 3 B. ZILIOTTO, Storia letteraria di Trieste e dell'lstria, Trieste, La Editoriale Libraria, 1924, pp. 50-56. Cfr. inoltre G.F. TOMMASINI, De' commentarj storici-geografici della provincia dell'lstria, libri otto con appendice, a c. di D. Rossetti, "Archeografo Triestino", s.l, vol. IV, 1837, pp. XII-554; V. SCUSSA, Storia 29 Erano quindi cronachisti e corografi, nelle opere dei quali si puö scorgere tutt'al piü il retaggio della tradizione umanistica,4 e che comunque operarono soprattutto nella prima rneta del secolo. Ma cosa era rimasto di questo retaggio erudito nell'ambiente capodistriano dell'ultimo Seicento, negli anni cioe in cui si assisteva all'apice della produzione musicale tarsiana? La testimonianze sulPaccademia dei Risorti ci informano di una ricostituzione nel 1646 e dei primi, incerti avvii sotto la protezione del capitano veneto Marc'Antonio Grimani tra le mura del teatro Ristori.5 La totale assenza di un seminario fino al 1710, la decadenza del collegio gesuitico fino alia riorganizzazione del 1676,6 confermano come Tunica istituzione attorno alia quale potesse coagularsi una parvenza di attivitä culturale dovette essere I'accademia. In essa, infatti, e senza sorpresa, ritroviamo sia Prospero Petronio sia Gerolamo Vergerio, Giovanbattista Brati, Orazio Fini ed Antonio Sabini futuri consultori in iure della Serenissima, come a dire I'aristocrazia inteliettuale della citta. Poco ci illuminano sulPattivitä dei Risorti le cronache contemporanee; pare comunque che ci si limitasse alPattivitä poetica. Aurelio de Belli volse in versi latini la Gerusalemme liberata del Tasso, Rinaldo Gavardo scrisse sonetti, Orazio Fini un poema Adelasia e i giuochi di amore e di fortuna e, piü tardi, una tragedia, la Medea in l stri a. Nulli o assai scarsi i contatti con le altre accademie istriane, triestine e con quelle venete; contatti che comunque non risultano indagati dalla storiografia recente. Una traccia e certamente rappresentata da un manoscritto dei Divertiti segnalato come esistente nella biblioteca dell'Accademia dei Concordi di Rovigo.7 Per quale strada il testo giungesse nella cittadina veneta non e dato a sapere. Si puö senz'altro ipotizzare - e la via meriterebbe di essere percorsa dagli studiosi -che contatti diretti o indiretti dovevano risalire all'epoca in cui vescovo di Capodistria era divenuto Baldassarre Bonifacio, nativo di Rovigo, letterato e latinista (1653-1659). E' da sottolineare, ad ogni modo, il sensibile dislivello culturale tra le due sponde dell'Adriatico. Tutta definita, ormai, stava diventando la fisionomia dell'accademia rodigina. Salda nei riti, precisa negli interessi eruditi, manifestava I'autocoscienza celebrativa degli intellettuali rodigini. Nella sua attivitä di quegli anni cronografica di Trieste, cogli annali dal 1695 al 1848 di P. Kandier, Coen, Trieste, 1863 (IIa ed. a c. di G. CERVANI, Italo Svevo, Trieste 1968); P. PETRONIO, Memorie sacre e profane dell'lstria, a c. di G. Borri e L. Parentin, Coana, Trieste 1968. 4 G.F. TREBBI, La chiesa e le campagne dell'lstria negli scritti di G.F. Tommasini (1595-1655) vescovo di Cittanova e corografo, "Quaderni Giuliani di storia", I, 1, 1980, pp. 9-49. 5 Tutte le notizie sui Risorti capodistriani che si possiedono sono raccolte in ZILIOTTO, Accademie e accademici, eit., pp. 35-39. Nessuna notizia sull'accademia nel coevo P. NALDINI, Corografia ecclesiastica ossia descrittione della cittä e della diocesi di Giustinopoli, Albrizzi, Venezia 1700 ne nel moderno F. SEMI, Capris-lustinopolis-Capodistria, Lint, Trieste 1975. 6 Si veda la filza di manoscritti Per gli Reverend! Padri delle Scuole Pie Direttori del Seminario di Capodistria, 1675-1752, in Trieste, Archivio Diplomatico, segn. 2 D 31. L'importanza del rapporto tra mondo gesuitico ed istituzione delle accademie e ben documentata da W. MULLER, Ordine dei Gesuiti e movimento delle Accademie. Alcuni esempi dal XVII al XVIII secolo, in Universitä, Accademie e Societa scientifiche in Italia e in Germania dal Cinquecento al Settecento, a cura di L. Boehm e E. Raimondi, il Mulino, Bologna 1981, pp. 379-394. 7 Rovigo, Accademia dei Concordi, manoscritto Le smanie della Gratitudine angustiata dalla necessitä del parlare e del tacere. Accademia per la partenza dell'lll.mo et Ecc.mo Signore il Signor Marco Michiel Salomone dal suo acclamatissimo reggimento di Capodistria, recitata alia di lui presenza da I Signori Accademici Divertiti sotto la direzione del P. Gio. Maria Foresti C.R.S. I'anno 1698 nel mese di settembre. Segnalato da ZILIOTTO, Accademie e accademici, cit., pp. 40-41. 30 non si colgono ancora gli "affanni della cultura" che avrebbero contraddistinto gli esiti declinanti del secentismo al confronto con PArcadia nescente.8 Gli orientamenti culturali appaiono enciclopedici e sufficientemente rappresentati: letteratura, erudizione, musica,9 piü tardi I'agricoltura. Gli affanni che si potevano cogliere a Capodistria giä alia metä del Seicento avevano invece un'origine del tutto diversa della decadenza manieristica del tardo secentismo italiano. La scomparsa delPaccademia Palladia, con la sua tradizione letteraria e musicale relativamente ricca, aveva sostanzialmente coinciso - negli anni Trenta del Seicento - con I'assenza di nuove leve che andassero ad infoltire la schiera degli ormai anziani accademici.10 Oltre a ciö, I'epidemia di peste del 1631 aveva ulteriormente aggravato la situazione generale, riducendo il numero complessivo degli abitanti a tremila.11 I pochi giovani di talento, comunque di statura intellettuale alquanto inferiore rispetto ai predecessori, si radunarono nei Risorti. Si tratta di una involuzione assai evidente, comprovata indirettamente dalla diminuita produzione letteraria delPaccademia nella seconda meta del secolo e dimostrata dal chiaro restringimento degli orizzonti culturali. L'attivitä nella seconda metä del secolo si ridusse esclusivamente a quella letteraria in senso stretto: traduzioni, odi, sonetti, poemi di vario impegno. Lo statuto dell'accademia rovignese degli Intraprendenti, che nel maturo Settecento ricalca fedelmente gli statuti capodistriani, e chiaro nel considerare attivitä accademica le sole "composizioni" letterarie, in lingua "o latina, o vulgare, o prosa, o verso".12 In questo contesto si inseriscono la vicenda individuale e quella familiäre di Tarsia. Una famiglia, annoverata tra le piü cospicue di Capodistria, che nel corso del Quattrocento e del Cinquecento aveva dato alia cittä una serie di pubblici ufficiali e vicedomini,13 e che, al sorgere del Seicento, aveva consolidato il proprio prestigio portando diversi membri alia funzione di dragomanno, cioe di interprete veneto a Costantinopoli.14 Un prestigio che, neN'ambito della vita sociale capodistriana, finiva con I'estrinsecarsi in due modi; individualmente, mediante un certo distacco fisico e intellettuale rispetto alia comunitä, proprio di alti ufficiali dello stato veneto che esercitano le loro funzioni presso corti straniere. Per i membri della famiglia rimasti 8 Cfr. G. BENZONI, Gli affanni della cultura. Intellettuali e potere nell'ltalia della Controriforma e barocca, Feltrinelli, Milano 1978, pp. 159-162 e passim; ID., Spunti accademici polesani, in Eresie, magia, societä nel Polesine tra 500 e 600, a c. di A. Olivieri, Minelliana, Rovigno 1989, pp. 206-208. 9 Cfr. I. CAVALLINI, Le accademie venete del Rinascimento tra musica e teatro, in // diletto della scena e dell'armonia. Teatro e musica nelle Venezie dal 500 al 700, Minelliana, Rovigo, 1990, pp. 50-52. 10 Sull'accademia Palladia cfr. I. CAVALLINI, Musica, cultura e spettacolo in Istria tra 500 e 600, Olschki, Firenze 1990, pp. 95-136. 11 Cfr. Itinerario fatto da me Michiel Priuli I'anno 1646 nella cittä di Capo d'lstria, et Provincia d'lstria, in A. CHERINI, Viaggio di Michele Priuli a Capodistria, "Atti e Memorie" della Societä Istriana di archeologia e storia patria, XXIX-XXX n.s., 1981-1982, pp. 115-126. 12 M. MALUSA', L'Accademia degli Intraprendenti di Rovigno (1763-1765), "Atti" del Centro di Ricerche storiche, XX, 1990, p. 251. 13 Tra gli altri, Giacomo Tarsia generale veneto (+ post 1493), Damiano Tarsia generale ed asservitore dell'lstria interna a Venezia (metä XVI sec), Giandomenico Tarsia, letterato alia metä del Cinquecento. Cfr. E. GARDINA, La famiglia capodistriana dei Tarsia, in Antonio Tarsia 1643-1720: 350 let/anni (catalogo della mostra), a c. di S. ŽITKO, Consiglio esecutivo dell'Assemblea comunale, Koper/ Capodistria 1993, pp. 11-24; F. SEMI, Istria e Dalmazia uomini e tempi, I, Istria e Fiume, Del Bianco, Udine 19922, pp. 165-166. 14 Cfr. Anche il manoscritto Relatione di me Tomaso Tarisa cavaliere Dragomanno grande della Serenissima Repubblica di Venezia alia Porta Ottomana con la descrittione del Compendio delli successi piü essentiali accaduti nella guerra intrapresa da' Turchi centro TUngheria, cc. 35, in Archivio antico municipale di Capodistria, reg. 1486a. 31 alPinterno della comunitä capodistriana, invece, attraverso una precisa collocazione nel rituale delle solennitä pubbliche e nelle gerarchie sociali.15 Tipico e il caso della scorta d'onore inviata a Venezia nel 1674 per I'elezione del doge Nicolö Sagredo: vi facevano parte venti nobili, rappresentanti di altrettante famiglie, tra cui Andrea Tarsia; e cinque paggi, ad uno solo dei quali era stato attribuito I'onore di essere coppiere, cioe il giovane Giovanni Tarsia, figlio di Andrea, segno quindi di una particolare distinzione sociale. Seguivano il clero, alcuni staffieri, trombettieri e gondolieri.16 Se ne trae perciö Pimpressione di una famiglia perfettamente inserita nel contesto socio-culturale dell'lstria di antico regime, conscia del proprio ruolo sociale e della propria tradizione. Suoi membri si ritrovano in tutte le istituzioni locali, ivi compresa I'accademia dei Risorti, nella quale il conte Cristoforo Tarsia recitava tra gli Ultimi anni del Seicento e i primi del Settecento la propria quota di composizioni poetiche.17 La scarsitä e soprattutto la disomogeneita dei dati biografici di Antonio Tarsia rende oltremodo ardua la ricostruzione di un suo attendibile profilo intellettuale, che superi le mere informazioni cronologiche (nascita 1643 - morte 1722) e I'elenco delle composizioni conservate nel duomo di Capodistria. A ben vedere, le sole notizie di rilievo concernono I'affidamento dell'incarico di organista nella cattedrale (1662), il rinnovo nel 1664 con I'aggiunta dell'insegnamento a due giovani concittadini, e la conferma negli anni successivi fino al 1710.18 Nulla autorizza a dubitare che anche Antonio Tarsia, come i suoi familiari, fosse perfettamente inserito nel coevo tessuto sociale a Capodistria. L'assenza di documentazione precisa - alio stato attuale delle ricerche - non fornisce conferme dirette, ma non costituisce certamente una prova negativa. Lincarico di organista e di compositore nel duomo gia di per se stesso doveva costituire titolo d'onore e non solo nelle gerarchie ecclesiastiche, soprattutto se, come appare confermato, si trattava di ufficio di speciale prestigio dagli anni in cui era salito alia cattedra vescovile il rodigino Baldassarre Bonifacio,19 particolarmente attento alle funzioni dell'organista-compositore. Oltre a ciö, motivo di ulteriore Iustro dovette derivargli dall'incarico di insegnamento a due giovani concittadini che, se probabilmente non puö autorizzare I'ipotesi dello stabilimento coevo di una "scuola musicale",20 qualche traccia dovette pur lasciare. Tanto e vero che proprio da Capodistria mossero i primi passi l'abate Gavardo Gavardo (1701-1736), poi impegnato in rifacimenti teatrali a Londra, e Giacomo de Belli, poi autore a Venezia di divertimenti musicali.21 II dato che colpisce all'interno del quadro di cui si e tentata la ricostruzione concerne la mancata partecipazione di Antonio Tarsia alle attivitä accademiche dei Risorti. L'ipotesi che la posizione economica e sociale di tutta sicurezza, unita forse ad un carattere scostante, avesse condizionato lo stile di vita del personaggio non puö essere esclusa. Ma, volendo considerare una normale partecipazione di Tarsia 15Cfr. anche A. ALISI, Materiali per le genealogie capodistriane, II, manoscritto in Trieste, Archivio Diplomatico, segn. 2 A 20, sub Tarsia. 16 Cfr. G. CAPRIN, Istria nobilissima, II, Stab. Art. Tip. G. Caprin, Trieste 1907, pp. 233-234. 17 ZILIOTTO, Accademie e accademici, cit., p. 48. 18 Cos! G. RADOLE, La musica a Capodistria, Centro studi storico-religiosi Friuli-Venezia Giulia, Trieste 1990, pp. 47-50. 19 RADOLE, La musica, cit., pp. 47-48. 20 RADOLE, La musica, cit., p. 49. 21 ZILIOTTO, Accademie e accademici, cit., pp. 50-51. 32 al contesto sociale capodistriano, resta da interpretare piuttosto la peculiaritä della vita accademica dei Risorti. Permane infatti 1'impressione di un orizzonte culturale e di una visione del modo di fare cultura divenuti assai ristretti e limitati aH'attivitä letteraria in senso proprio. In questo contesto, scarso o nessuno spazio rimaneva ufficialmente per la composizione musicale, tranne forse che per la semplice esecuzione accademica o domestica,22 confermando vieppiü "la mancanza di un patriziato sensibile alle forme del teatro musicale".23 Ragione per la quale non ne poteva rimanere traccia negli atti accademici e PAtene dell'lstria si riduceva a capitale di "una Provincia di fondo vasto ma sterile, e vi si aggionge la pigrizia e la scarsezza d'abitatori".24 POVZETEK V zgodovini Kopra 17. stoletja je oèitno pomanjkanje dokumentacije, ki bi lahko pomagala rekonstruirati kulturno okolje, v katerem je živel in deloval Antonio Tarsia. Druga polovica 17. stoletja je bila v primerjavi z minulimi petdesetimi leti obdobje upadanja tega istrskega mesta; utrip je usihal, akademija se je ukvarjala samo s književnostjo in ne veè z glasbo ali z drugimi humanistiènimi vedami; kar je še ostalo plemstva, so se le redki posveèali kulturi. Prav nenavadno je dejstvo, da med njimi ni bilo Antonia Tarsie, ki je ostal, kot se zdi, osamljen v svojem rojstnem mestu. Èlanek skuša izlušèiti vzroke te loèenosti in nakazati nekaj interpretativnih domnev. 22 Probabilmente, pero, la pratica delle esecuzioni domestiche a Capodistria deve essere fatta risalire ai primi anni del Settecento; cfr. B. ZILIOTTO, Aspetti di vita politica ed economica nell'lstria del Settecento, "Pagine Istriane", 14, 1965, pp. 19-24. 23 Cosl I. CAVALLINI, Un compositore barocco a Capodistria: Antonio Tarsia, in Antonio Tarsia 1643-1722: 350 let/anni, cit., pp. 43-48, Capodistria 1993. 24 Relazione del N.H. Paolo Condulmer, Podesta e Capitano di Capodistria, al Doge datata 26 luglio 1741 in Relazioni della podesta e capitani di Capodistria, "Atti e Memorie" della Societä Istriana di archeologia e storia patria, II, 1893, p. 56. 33