Soldi IO al numero. L'arretrato soldi 20. Associazione anticipata pel I, II e III trimestre 1875: fior. 2 e s. 40 ; fuori idem. Un trimestre in proporzione. Il provento va a beneficio dell' Asilo d'infanzia. uniim CRONACA CAPO DISTRI ANA BIMENSILE. si pubblica ai 9 ed ai 25 Per le inserzioni d'interesse privato il prezzo è da pattuirsi. Non si restituiscono i manoscritti. Le lettere non affrancate vengono respinte, e le anonime distrutte. Il sig. Giorgio de Favento è I' amministratore. I V integrità di un giornale consiste nelV attenersi, con costanza ed energia, al vero, all' equità, alla moderatezza. ANNIVERSARIO. — 26 febbraio 126G. — Battaglia di Benevento. — (V. Illustrazione). Le nuove misure e i nuovi pesi. ( V. il numero precedente) Dobbiamo anzitutto rimediare ad una omissione che i lettori avranno osservata nel-l'annotazione sotto la Tabella, e precisamente alla linea 6 della medesima. Leggasi dunque : " Così, volendo ridurre in chilo 12 centinaja, mettete il dito sulla unità della colonna a sinistra, e la casella che sta nella colonna verticale sotto il numero 2, vi darà il numero 6.72, che, omesso il punto, vi mostra, che 12 centinaja equivalgono a 672 chilogrammi. b) Di minor importanza per la economia domestica è la riduzione dei pesi nuovi nei pasi attuali, epperò ce ne spiccieremo alla presta. Come per convertire i lotti in decagrammi, si ha da dividere per 4 e da moltiplicare per 7 ; così per ridurre i decagrammi in lotti, bisogna dividere per 7 e moltiplicare per 4, cioè fare 1' operazione precisamente contraria della prima. Così, p. e. volendo sapere quanti lotti importino 35 decagrammo, dividete il 35 per 7 ed ottenete 5, che moltiplicato per 4 vi darà, che 35 decagrammo importano 20 lotti. Se si tratta di chilò, acciocché il conto vi riesca giusto, tenetevi a memoria che 14 chilò fanno 25 funti, e partendo da questo dato fate il vostro calcolo pei chilò che vi occorre di ridurre. Troverete così che 7 chilò fanno 12 Va ? 3chilò ne fanno 6%, 2 chilò ne fanno 34/7 e così via, la qual cosa vi basterà per le vostre faccende di casa. I funti di cui abbiamo finora parlato, sono quelli che s'usano nel commercio. Di- APPENDICE. INNANZI ALL'ULTIMA CASA racconto di OTTILIA W1LDERMUTH. Traduzione dal tedesco di ANNA P. (X) Ma quest'occasione tardò a presentarsi. Poco dopo giunsero alcune amiche di casa, invitate pel tè. La zia era del suo umore il più giocoso; le sue amiche, giunte tutte a quella età dove si può senza offendere la decenza incoraggiare un giovane alla conversazione, non lo lasciarono un istante libero. Non gli riuscì che al punto di ritirarsi di riprendere il suo tesoro, che i suoi occhi avevano gelosamente custodito durante tutto quel tratto di tempo. Poi dovette, per obbligo di civiltà, ricondurre la damigella Bichou, antica mae stra ed ora amica della zia, e finalmente giunse nella sua cameretta. Quante volte non gli si spensero i zolfanelli uell'accendere il lume ! Avrebbe quasi cagionato un incendio, strisciando il mazzetto intiero per aver lume più presto. Si assise e spiegò la letterina già versi da questi sono i funti daziarii e, se mai vi occorresse d'occuparvene, sappiate che il fuuto daziario è precisamente la metà del chilogrammo. Supponete mò, che aveste da daziare un 35 funti di merce: se volete sapere quanti saranno i funti pei quali dovrete pagare, ricorrete alla Tabella e troverete che 35 funti fauno chilò 19. 60, i quali corrispondono a 39.20 mezzi ohilogr., ossia ad altrettanti funti di dogana. Per trovare i funti daziarii non avete dunque a far altro, che moltiplicare per due il numero dei chilò indicativi dalla Tabella. II. Delle Misure decimali. Le misure sono di capacità e di estensione. Le prime servono o pei liquidi, come vino ed olio, o pei solidi, cioè frumento, avena ecc. ; le misure di estensione, o determinano la sola lunghezza, come il braccio, il piede, o indicano una superficie, come il ju-gero. 1. Misure di capacità. a) pei liquidi. L'unità di misura pei liquidi è presen- temente il Boccale che si divide in quartini : 40 boccali formano un Emero. Le nuove misure di capacità avranno per unità il litro. Cento litri fanno un Ettolitro, cinquanta ne faftno mezzo, e così via. Il litro si divide in parti decimali, la decima parte del litro si chiama diecilitro. La relazione fra il boccale ed il litro è più complicata che quella fra il lotto ed il decagramma, epperò, se vorrete proprio precisione, vi bisognerà di ricorrere alla Tabella di riduzione che troverete sotto. La regola pratica che vi diamo serve pegli usi della spesa giornaliera con sufficiente esattezza. Volendo dunque ridurre i boccali in litri, moltiplicate il numero dei boccali per 7 e dividete il prodotto per cinque. Volete comperare 3 boccali? dite: 3 moltiplicato per 7 dà 21, e questo diviso per 5, mi da 4V5, ossia 4 e 2/10, cioè 4 litri e 2 diecilitri. Nel-l'istessa maniera trovate .che un boccale fa 7/5 di litro, cioè 1 litro e 4 diecilitri, che boccale corrisponde a 7 diecilitri e così via. La seguente tabella vi somministra il conto bel che fatto. co S ts 2-3 Unità e1 9 2 0 14.15 28.29 42.44 « 0 -1 S 3 4 » 5.66 11.32 16.98 22.04 2 1.41 15.56 29.71 43.85 Ì2.83 4.24 5.66 16.98 31.12 45.27 18.39,19.81 32.54 33.95 46.67 48.09 '.07 21.22 35.37 8.49 22.64 9.90 24.05 11.32 25.46 36.78:38.20 49.51 50.92,52.34 0.57 6.22 1.13 1.70 6.79 7.36 11.88 12.46 17.55 18.11 23.21 23.77 2.26 7.92 13.03 13.59 18.68 19.24 24.33 24.90 2.83 8.49 14.15 19.81 25.46 3.39 9.05 14.71 20.37 12.74 26.89 39.6141.03 53.75 55.16 3.96 9.62 15.29 20.94 26.03 26.59 4.53 10.19 15.85 21.50 27.16 5.09 10.75 16.43 22.07 27.72 L'uso della Tabella è come in quella dei Pesi. Essa arriva fino ai 49 Emeri, il che basta pei casi ordinarii. Il punto separa, nella parte A, i Litri dai dieci e cento litri ; nella parte B, gli Ettolitri dai decalitri e litri. aperta. Si sentì piacevolmente sorpreso dal carattere netto e chiaro e nello stesso tempo fermo ed elegante e pure donnesco, col quale era scritta. No, il suo cuore non l'aveva ingannato. Questo carattere solo gli diceva tutto ciò che avrebbe potuto desiderare e sperare, più di quanto la Redazione del Giornale illustrato di Lipsia ne avrebbe potuto profetare. Si diede a leggere. "Amico carissimo e stimatissimo,. — Quasi troppo rispettosa! disse sorridendo. — "Senza esitare e colla gratitudine la più profonda accetto l'asilo ch'Ella mi offre,,. Andiamo bene per le spiccie, penso alquanto meravigliato, poiché non le aveva punto fatto cenno dell'avvenire. "Anche qui riconosco quella mano paterna che mi ha sostenuta nelle vie così dolorose in questi ultimi tempi,,. Povera fanciulla, si domandò Paolo, cosa le può essere successo ? "Qui ho finito tutto, e posso arrivare da Lei in qualunque giorno Ella mi voglia fissare,. — Ma questo è un prevenire l'aspettazione la più ardita, sclamò stupefatto il giovane. Le sono forse morti i genitori ? E cosa mai farò io qui della fanciulla? E disperato da tanta fortuna misurò a gran passi la sua camera. Riprese poscia la lettera per finirne la lettura. "Di quante gioie e di quante contentezze non andai de- bitrice nella mia infanzia alla di Lei moglie! Come in tempi più felici io soleva ritornare dalla sua casa ospitale a mia madre, così io vengo ora dalla tomba della madre mia al nuovo asilo che si apre per me. Possa essere concesso alla mia buona volontà di esprimerle la mia gratitudine meglio con fatti, che con parole. Sono con affetto e rispetto figliali la di Lei Matilde Soden. Grazie a Dio! finalmente un altro nome! sospirò Paolo, da senno sollevato ; chè fin allora credeva essere vittima di un incanto. Guardò l'indirizzo della lettera — era pello zio. E poi era scritta sopra carta bianca, e quella di Paolina lo era sopra un foglio color di rosa. Ben si ricordò di questa Matilde Soden, della quale la zia gli aveva parlato a diverse riprese. Era sua figlioccia e restata da poco affatto orfana per la morte immatura della madre. D' essa avrà di certo scritta la lettera. Se avesse avuto almeno quella di Paolina ! Desiderava che somigliasse a quella di Matilde e che potesse ricuperarla ben presto. Si recò l'indomani per tempo dalla zia. Non si era mai informato con tanto interesse della di lei salute, mentre che lo zio ohimè! si stava appoggiato alla finestra rovistando il panierino da lavoro, cosa fin allora inaudita, Occorrendovi di convertire le misure nuove in misure vecchie partirete dal dato, che IO litri equivalgono a 7 boccali e non vi troverete differenza che dopo i 20 litri; imperciocché 20 litri importano 14 boccali ed un mezzo quartino. In pratica operate dunque così: Moltiplicate per 7 il numero dei litri che volete ridurre e il prodotto dividetelo per 10, ma, trattandosi di molti litri, ogni venti litri aggiungete un mezzo quartino di più, p. e. Volete ridurre in boccali 12 litri? 12 moltiplicato per sette vi dà 84, il quale diviso per dieci vi mostra che 12 litri importano 8 boccali e 4/io> quasi 8 boccali e mezzo. Se volete fare la riduzione per 80 litri, direte : 80 moltiplicato per 7 dà 560, che diviso per 10, dà 56 boccali, ai quali aggiunti quattro mezzi quartini (perchè 80 importa quattro volte il 20), risulta, che 80 litri equivalgono a 56 boccali e mezzo. A rigore sarebbero 56.548 ; sicché in 80 litri non perdete neanche cinque centesime parti d'un boccale; potete dunque fidarvi del conto che vi abbiamo insegnato. (Cont.) G.F - A. Di Giuseppe Bianchetti (1791-1873) nei "Discorsi sullo scrittore italiano„ ( Continuazione e fine Vedi i N. 3, 5 e 7). Continuando nella via già principiata, lo studio viene portato dalla filosofia alle scienze giuridiche, da queste alla storia, che costringe lo studioso ad imprendere dei viaggi per conoscere da vicino quei popoli di cui tratta. Entra per ultimo in campo lo studio delle lettere^ e dell' eloquenza. È naturale, che l'autore connette filosoficamente questi studj, nè li accenna soltanto malamente, come qui mi costrinse a fare la brevità che mi sono proposto. Lo studio delle lettere e dell'eloquenza è lo scopo al quale si tendeva: la memoria, l'intelligenza, il sentimento e la fantasia sono già sviluppati dagli studj eletti, e sviluppati in modo tale da permettere di entrare in questo studio senza alcun dubbio, franchi e consci del proprio dovere. E questo studio è inteso a formare un buon scrittore "un apostolo, un missionario delle verità utili al genere umano Santa e dirò così divina missione ! che spoglia di vanagloria e d' egoismo cerca soltanto il bene dell'uomo, il di cui miglioramento morale ed intellettuale sarebbe il solo, l'unico premio, che l'appagherebbe al di là delle sue speranze. avendo egli una paura morbosa degli aghi, e l'idea fissa che nello scorgere degli utensili di lavori donneschi si corresse sempre pericolo d'inghiottire qualche ago, com'era successo a diverse Mariettine e Giannettine nei racconti pei bambini. — Zio, credo che abbiamo per isbaglio scambiato le lettere, disse Paolo con finta indifferenza, porgendogli il plico. — Davvero ! rispose sorrideudo lo zio. È una cosa pericolosa — e gli diede la rosea letterina. — Dà qui, la lettera che hai presa per isbaglio non contiene segreti, ma sì una sorpresa per tua zia. — Stupita, ma lieta, questa lesse lo scritto di Matilde che aveva tanto sgomentato Paolo. — Quanto sei buono ! sclamò commossa, e si gettò nelle braccia del marito, che se ne trovò alquanto imbarazzato, come quegli che non era portato per iscene commoventi. — Hai prevenuto il mio segreto desiderio ! Non osava domandarti tanto, conoscendo beue quanto sei nemico di qualunque alterazione nella vita domestica. — Oh Matilde è sempre stata una creatura quieta, graziosa e piacevole, fece il marito. Mi rincrescerebbe davvero di vederla fatta oggetto di speculazione nelle mani di suo zio, il negoziante. Una fanciulla doviziosa nella sua posizione sta quasi peggio di una povera, ch'è naturalmente costretta a crearsi una posizione Ma varie volte questa missione è fraintesa, male adoperata o rovinata da falsa scuola. E primo fra i difetti che troviamo fatale in più d'un secolo della nostra storia letteraria, si è lo studio dello stile quale scopo e non quale mezzo. E difatti quanti non abbiamo scrittori ed anche degli acclamati, i quali non curando minimamente filosofia e pensieri, mettono ogni lor studio nella fioritura dello stile, nella turgidezza e pienezza del periodo, lasciando inerti intelletto, fantasia, sentimento, paghi di vane frasi e di giuochi di parole vuoti di senso? Tali scritti saranno forse da ammirarsi per quanto di fatica possono aver costato all'autore, che s'è trasmutato in un artefice, ma rovineranno il gusto dei lettori non corrispondendo per nulla allo scopo delle lettere. Lo stile è importante sì, ma è ben altra la maniera di trattarlo : Buffon disse : lo stile è l'uomo, e troncò con questa sentenza ogni pastoia scolastica. Datemi un uomo di alti pensieri e nobili sentimenti, ed un altro di virtù del tutto opposte, osservate la maniera di scrivere dei due, e poi ditemi se è giusta la sentenza di Buffon. Non si vuole con ciò escludere assoluta-meute 1' arte nello stile, ma si ritien per fermo che tutta quell'arte che può entrarvi è ingenita nella natura dell'uomo e non può essere considerata, come generalmente si fa, quale un fattore estrinseco, del tutto separato cioè da questa natura. Tali considerazioni ed altre ancora, si fanno dall' autore sullo stile ed in generale sulle lettere. E qui finisce il suo compito: Egli ha condotto il suo allievo, dopo gravi fatiche e lunghi studj al punto di entrare nello studio delle lettere; datigli ancora alcuni consigli di questo nuovo ed ultimo campo, su questo campo nel quale si deve aggirare tutta la sua attività futura, egli lo abbandona. Qui termina il libro, ma io non sarei nè tanto presuntuoso nè tanto ardito da pretendere di aver dato di questo un' idea completa, nè di averne fatto pure un misero sunto. — Il Bianchetti è scrittore e filosofo tale, da richiedere ben altro che la mia povera penna per riprodurre con chiarezza ed evidenza i suoi pensieri ed i suoi ragionamenti: io mi sono rivolto già da principio ai miei coetanei non quale un maestro che intenda impor opinioni non sue, il che non sarebbe neppur supponibile, ma come un qualunque che ha avuto occasione di ammirare (secondo il suo piccolo giudizio) quest' opera e che si fa un pregio di consigliarla loro amichevolmente. indipendente. — Eppoi giuoca molto bene agli scacchi, disse la moglie. — Ed ha molto buon gusto per abbigliarsi : — Legge anche molto bene ad alta voce la gazzetta che mi fa sempre dormire ! — Intanto che gli zii non rifinivano di enumerare ad una ad una tutte le buone qualità dell' invisibile Matilde, Paolo se la svignò felicemente colla sua letterina color di rosa. Non era scritta con quel carattere netto e chiaro come l'altra ; la carta era stata rigata, ma le traccie ne erano state cancellate con cura colla gomma elastica. Era una scrittura da scolara, diligentemente corretta, ed appunto ciò gli parve tanto commovente, tanto ingenuo. Caro Signor Birlcen. Se la mia lettera La trova in buona salute, me ne rallegro di tutto cuore. Sono stata sorpresa vedendo dalla sua lettera che Ella sempre si ricorda di noi ed in ispecialità di me, il che mi pare quasi impossibile, essendo io stata allora ancora molto giovine, e non avendo mai pensato a cose simili. Spero che il buon Dio disporrà tutto pel nostro meglio. Quanto a me non posso dire niente, è tanto tempo che non ci siamo veduti ; ed Ella avrà conosciuto intanto più di una signorina colta ed educata. Ma mi rallegro, e ringrazio ogni qual- II mio compito perciò si restringe nelle prime parole dell'autore: "Vorrei almeno esser letto,,. C. E. Kersevany. La società promotrice dei Giardini d'Infanzia c' inviò il seguente articolo. MANUALETTO PRATICO per le MADRI E DELLE EDUCATRICI DELL'INFANZIA In relazione al solenne verdetto del VII Congresso pedagogico di Napoli, la Società promotrice dei Giardini d'Infanzia deliberava di porre a concorso alcuni libri, che servissero ad uso delle madri e delie educatrici dell'infanzia, dei quali era più sentito il bisogno nei nostri Asili, che sono una delle più bello glorie della carità educatrice de' nostri tempi. Era questi libri eravi pure il Manualetto accennato, nel quale si doveva far tesoro dei migliori lavori pedagogici pubblicati in questi ultimi anni in Germania, in Francia, nel Belgio e nella Svizzera, e specialmente dei manuali di Jacobs, Kòller, Goldam-mer, Mongenstern, Fischer, Pape-Carpantier, Hasson, Delon, ecc., delle opere di E. Pestalozzi, di Girard, di F. Fròbel, della baronessa di Marenholtz-Bùlow, di Raoux, Daguet, LaFodon, ecc., nonché delle osservazioni ed appunti dei Congressi pedagogici di Fian-coforte, Dresda, Linz, Napoli. Venezia e Ginevra, e delle tradizioni ed esperienze istituite in Italia nei nuovi Giardini d'Infanzia. La Commissione eletta dalla Società promotrice dei Giardini d'Infanzia, mentre nel Congresso pedagogico di Venezia aggiudicava il premio della medaglia d' argento alle chiacchierine o raccontili! pei bambini delle egregie educatrici Maria Viani Visconti. Angela Campioni e Maria Valdagni, Edzilde Iorio, Irene Mazzola, che per cura della Società pro-motrice dei Giardini d'Infanzia, videro già la luce col titolo: Le Sorelle, Carlino, i Nostri Figli, l'/t-more materno e il Paradiso dell' Infanzia, al Sillabario Fonico del Gazzetti ed ai Canti Ginnastici del Castiglioni e del Mariotti, concedeva pure una medaglia d' argento a titolo di incoraggiamento alle signore Maria Viani Visconti e Teresa de Gubernatis, pei Manuali aspiranti al pwmio di l:re mille istituito dal benemerito patriota e iilantropc siciliano, commendatore avv. Cesare Caico di Montedoro, prorogandone 1* aggiudicazione al futuro Congresso di Bologna. Ripresentati i due manoscritti con importanti aggiunte, correzioni e modificazioni, conchiude la Relazione della Commissione "il lavoro della signora Maria Viani Visconti col titolo : Manualetto pratico per le madri ed istutrici dell' infanzia, largamente corrispose al programma di concorso secondo il verdetto del Congresso pedagogico di Napoli, confermato da quello di Venezia e dalla Società pedagogica di Milano. Egli è per questo che la Commissione ag-giudicatrice del premio Caico lo assegnava alla Viani v isconti, mentre proponeva una menzione onorevole al lavoro della distinta educatrice Teresa de Gubernatis vedova Mannucci, nel quale si diede una pre e-renza alle dottrine del filantropo cremonese, ampliando e In molte parti migliorando, specialmente nelle applicazioni della nomenclatura oggettiv.., il Manuale stesso dell' Aporti, già esaurito nel commercio librario. Quindi la pubblicazione di questi due lavori sod-disferanno ai bisogni speciali così dei Giardini in-fantil, come degli Asili per la povera infanzia, in cui si applicano o il metodo puro fròbeliano od apor-tiano, o il .nisto aportiano-fròbeliano.,, volta vedo la guardia campestre (anche oggi è stato qui alla fiera del bestiame), sono tanto contenta che è perfettamente ristabilita e che in conseguenza Ella non ha niente sulla coscienza. Papà, mamma, la Chiara, noi tutti la salutiamo di cuore. La Di Lei divotissima Paolina Hiller. Che commovente umiltà! pensò Paolo. Povera fanciulla! E naturale che il suo stile è ancora stentato e goffo. Bisogna che pian piano mi acquisti la di lei confidenza; voglio che il mio fiore si schiuda a poco a poco.— Ma durò fatica a richiamarsi la vaga immagine della fanciulla; il tenore della lettera si accordava così poco col suo ideale. Fu per altro molto contento che gli zii non avevano badato più che tanto al foglio color di rosa. La zia era tutta occupata ad approntare una camera per la sua protetta, e lo zio seguiva la politica comoda del lasciare andare ogni cosa pel suo verso. L'arrivo di Matilde non portò alcuna alterazione nella casa; la tranquilla fanciulla vestita a bruno s'immedesimò così presto ed insensibilmente nella piccola famigliuola che in breve tempo parve a tutti che ci fosse sempre stata. Paolo, il quale da principio so- L'applicazione delle leggi scolastiche provinciali. (Cont. e fine. Vedi i N.ri 8 e 9.) Ad onta di tanti e sì manifesti vantaggi, l'Autorità scolastica provinciale—probabilmente nella persuasione di poter ottenere lo scopo medesimo — intraprese la classificazione dei posti a lei demandata, assegnando per di più ■—-colla scorta degli attestati di abilitazione e dei servigi prestati — all' attuale possessore del posto l'annessovi emolumento, non avvedendosi certo che veniva con ciò a costituire un odioso parallelo fra i maestri. Anziché i posti, vennero così classificati i maestri, il che viene ad essere luminosamente provato anco dal contesto del relativo decreto ove dice : Questo i. r......ha trovato di attribuirle il posto di.....classe. Quanto difficile e delicato sia il tradurre in fatto una tale operazione in modo da accontentarne le parti interessate, ognun di leggieri s'avvede; e, —per poco eh' ei consideri — si persuaderà e tosto dei tristi effetti che ne conseguono. Come l'accorto maestro, conscio che in fatto di educazione molto si può guadagnare e molto perdere secondo la buona o cattiva scelta ed applicazione dei premi e dei castighi arbitrari, deve prudentemente evitare tutto ciò che aver potrebbe influenza dannosa sul sentimento d'onore de'suoi allievi; con altrettanta precauzione deve procedere una qualunque autorità, che s'accinge a graduare i suoi dipendenti e tanto più se al grado va cougiuuto maggiore o minore lo stipendio. Nel solo intendimento di rendere maggiormente evidente essere la forma praticata fonte di umiliazione e di danno al personale insegnante in genere, ci sia permesso per ultimo un ragionamento. Supponiamo che presso una scuola di prima classe sieno impiegati tre maestri dotati perciò di annui fior. 500, e presso altra scuola di terza classe uno con 300. Ammettiamo che per effetto dì legge ad uno soltanto dei primi venga attribuito il posto di seconda classe ed agli altri due — benché meritevolissimi di confronto ai maestri tutti del distretto — quello di terza classe ; mentre all' ultimo, inferiore per rango e carattere, — e sempre per effetto di legge —, venisse attribuito il posto di seconda classe. Domandiamo ora se il danno e l'umiliazione, che necessariamente ridondano ai primi collo assegnare d'officio all'attuale possessore del posto l'annesso emolumento non sieno essi evidentissimi? Il negarli, per noi, varrebbe quanto il negare la luce del sole. E con la messa dei posti in concorso non si sarebbero in grandissima parte evirati ? E perchè, se mai questa dovesse esser nomi- spettava che la zia vedesse in lui un partito pella figliuolina, era molto disposto a mettere in dubbio i di lei meriti, e disse un giorno allo zio : Matilde e di un genere negativo ; essa non è nè bionda, nè bruna, nè grande, nè piccola, nè fiorente, nè pallida, nè brutta, nè bella; è una personcina affatto innocua.— Tanto meglio, fece lo zio; così non ti trovi in posizione di correre qualche pericolo! La zia era beata di avere una figliuola; ed i domestici che avevano guardato dapprima con occhio d'invidia la giovine intrusa, or 1' adoravano. In tutto il di lei essere regnava una certa armonia eh' esercitava una influenza benefica su tutto ciò che la circondava. Non più querele per cose dimenticate; i fiori erano sempre inaffiati, il canarino provveduto di cibo e d'acqua, l'edera spolverata e tutto fatto senza strepito come da genietti domestici. Nei primi momenti Matilde era ancora circondata da quella barriera che il dolore innalza tra il cuore umano ed il mondo. Quando il nostro cuore è stato colpito da una grande sventura, la vita ci sembra un peso insopportabile; ma a poco a poco ci rialziamo e superiamo il masso che dapprima pareva volerci schiacciare, ed insensibilmente troviamo che il cammino della vita non conduce sempre per sent;eri dirupati, e prendiamo di nuovo ad amarlo ; na definitiva, non furono sentiti i consigli scolastici locali e distrettuali, i Comuni e la Giunta provinciale a sensi degli articoli 8, 9, 10, 11 e 12? Egli è perciò che accennando a questo primo passo, inteso ad attuare una legge, che s'intitola: "sulla regolazione dei rapporti di diritto del personale insegnante,,, anziché salutarlo con gioia, come avremmo bramato, siamo costretti nostro malgrado a deplorarne i tristi effetti; siamo certi che di questi nessuno vorrà incolpare i maestri danneggiati ed offesi, nè che le Autorità faranno loro carico se porteranno ove si spetta le giustificate loro lagnanze. jy. Dandruzzi. Illustrazione dell' anniversario. Domani è l'anniversario della sanguinosa battaglia così detta di Benevento, perchè combattuta sulla pianura di s. Maria della Grandella presso quella citta. I Guelfi, i quali naturalmente male comportavano che la casa di Svevia tenesse il regno delle Due Sicilie, non tralasciavano occasioni e non ommetteva-no tentativi per cacciamela. Alla fine seppero approfittare dell'ambizione di Carlo D'Anjou, fratello di Luigi il santo. Scese Carlo, e dopo di essere stato incoronato a Roma re di Napoli, s'incontrò nelle vicinanze di Benevento coli' esercito napoletano capitanato dallo stesso re Manfredi, che ansioso di respingere 1' aggressore erasi spinto fino là. Si trovavano di fronte un ambizioso ed un ipocrita, giuocati entrambi dalla potente ed astuta ambizione dei Guelfi, poiché Manfredi solo colla più raffinata ipocrisia, forse come vuoisi non scompagnata da nefandi delitti, ha potuto sedere sul trono del padre Federico 11 (1194—1250), e dei fratelli. Carlo trionfò ; e Manfredi, tradito dai baroni, morì nella pugna. La città di Benevento, sebbene guelfa, venne saccheggiata e demolita dai Francesi vittoriosi, e gli abitanti furono vittime, innocenti delle più brutali sevizie. È Benevento antichissima città del Sannio ; giace sul declivio di un colle lungi 51 chilometri a N. E. da Napoli e 200 a S. E. da Roma. Ha molte stupende reliquie della sua floridezza, specialmente dell' epoca romana ; conta circa 20.000 abitanti ; possiede una ricca biblioteca ; il suo fertile territorio produce in grande copia gl'ani, vini e olii. In essa ebbero i natali Orbilio (m. 13 a. C) il maestro di 0-razio ; Papa Gregorio Vili (Alberto di Morra aliter Spinaccio, morto nel 1187 dopo due soli mes: di cattedra) ; il giureconsulto Odofredo (m. 1265) ; e vi fu martirizzato s. Gennaro (303 circa) sotto l'imperatore Diocleziano, quello che terminò i suoi giorni negli orti di Salona, sua patria, in Dalmazia. — E qui apriamo una parentesi per mettere in chiaro il motivo della nostra abitudine di frequentemente citare le nascite e le morti : non è già per far pompa appo gì' inconscii di erudizione, arida in sé stessa ed a buon mercato — bastando a tale uopo umettarsi le dita e sfogliare un dizionario biografico o la miscellanea delle noterelle — ma perchè al lettore colto deve piacere assai, per le sue considerazioni storiche e filosofiche e per lo studio delle contemporaneità, il sapere subito con precisione quando nacque e quanto ha vissuto il menzionato. — Quando il lettore ha gettato l'occhio sull'an- tutte cose buonissime, se pei piaceri del cammino non dimentichiamo la meta a cui aneliamo. Il lutto di Matilde non riusciva nè di noja nè di peso ad alcuno; esso era senza pretese come tutta la di lei persona. Un forte sentimento di dovere, che le era divenuto istinto, le insegnava a prevenire gli altrui desideri. A poco a poco trovò con istupore che mille e mille piccoli piaceri della vita si facevano strada al suo cuore, e li lasciò fare. La luce del sole non le faceva più male agli occhi; una bella mattina non le rammentava più quella in cui aveva deposto dei fiori sulla bara della madre sua ; nelle parole di un poeta non sentiva più solamente ciò che alludeva al suo dolore. I suoi occhi riprendevano il loro splendore, ed un dolce sorriso pieno di bontà spuntava sulle sue labbra. Il ritorno della naturale sua giocondità fu per tutti, ma per la zia in particolare, un avvenimento, una vittoria. Da lungo tempo il sospetto di Paolo era cessato. Sicuro nel sentimento della su i fedeltà pella lontana fanciulla sveva, colla quale carteggiava regolarmente, si abbandonò ingenuamente a quel senso di benessere che la natura pacifica ed armoniosa di Matilde spargeva attorno a sé. Non confessava pure a sé stesso niversario, alla parola Benevento egli accoppiò tosto mentalmente quella di Guerrazzi : saranno quindi opi ortuni e graditi alcuni cenni intorno a questo caldo patriotta, chiamato il poeta della prosa, morto improvvisamente nella sua villa della Cinquantina presso Fitto di Cecilia (prov. di Pisa) la sera del 23 settembre 1873. Nacque Francesco Domenico a Livorno li 10 gennaio 1804; suo padre era intagliatore di legno. Ricevette la prima educazione letteraria d .1 barnabita Battista Spotorno (1788—1844), letterato di non piccolo nome, il quale in seguito tramutossi pel Guerrazzi in censore rigido, pungente, indefesso. Nella sua giovinezza compose in versi un dramma intitolato Bianchi e Neri, fischiato inesorabilmente : dopo quel giorno giurò di non scrivere più pel teatro, e fu di parola. Sono pure la grande barbara sconcezza i fischi, in tanta civiltà! Se nel teatro non ci fossero invidiosi, presuntuosi e spensierati non s' udrebbero inai fischiate le produzioni degli esordienti, e molte di queste avrebbero esito buono a sufficienza. Chi si mette a disapprovare un tentativo drammatico, deve prima riflettere se egli sia competente, se si trovi spassionato, ed indi deve preferire il modo più dignitoso e meno crudele per dimostrare il suo contrario apprezzamento, cioè o un applauso scarso o il silenzio. Poco più che quadrilustre pubblicò la Battaglia di Benevento, il popolarissimo libro che, insieme agli altri suoi, tutti abbiamo avuto in mano nei nostri primi anni. Intorno a questo tempo prese la laurea in giurisprudenza. Nel 31, fattosi amico di Mazzini (1808—72^), fondò con lui V Indicatore Livornese, che sotto le sembianze del romanticismo caldeggiava scopi patriottici ; epperciò in breve fu soppresso. L' avvocato Guerrazzi più fiate e a lungo vide il sole a scacchi ; ciò non ostante egli non fece a meno di cospirare, ma mai peraltro volle perdere la sua indipendenza coli' affigliarsi a società segrete. Nel 34 pubblicò V Assedio di Firenze, ed in seguito gli altri su«i libri conosciutissimi, come per esempio nel 54 Beatrice Cenci, nel 57 V Asino, nel 59 il Buco nel muro ; nel (14 Pasquale Paoli ecc. ecc. e prima del cinquantaquattro Isabella Orsini, leronica Cybo ecc. ecc. — Cento e quarantaotto anni doj.o il fatto che oggi ricordiamo, presso la medesima corte di Napoli, 11011 più angioina, sotto il re Ladislao, il nostro concittadino Santo I Gavardo condottiero della cavalleria napoletana, fece parlare molto di sé per la magnifica lezione di galateo ed in uno di geografia data a Rossetto di Capua, condottiero della milizia pedestre, il quale probabilmente non aveva ancora terminato di leggere il canto IX dell'Inferno. Il nostro cuncittadino sfidò il Rossetto, perchè lo aveva vilipeso chiamandolo "barbaro istriano e non italiano, ; e lo vinse alla presenza di tutta la Corte. Il re conferì al valoroso Gavardo il privilegio di portare, com tuttora si veue, nel centro dello stemma una lingua infuocata posta fra due freni a significare maldicenza domata. Nel pomeriggio del 12 corr., conquiso da repentino morbo, spirò a Trieste quasi settuagenario S. E. Mons. Bartolommeo Legat vescovo di Trieste e Capodistria. Ai 2 di maggio del 1847, quando egli entrava per la prima volta nella nostra città, sulla porta maggiore del Duomo pendeva un' che ora la casa dello zio aveva una nuova attrattiva per lui, che le sere, nelle quali Matilde con quei suoi occhi tutta pace porgeva asco'to alla sua lettura, erano molto piacevoli, che i loro gusti si accordavano spesso in modo veramente straordinario e se adesso i lunghi e nojosi anni di aspettazione gli parevano abbreviarsi come per prodigio non domandava mai a se medesimo se fosse realmente l'appassionato amor suo per la bella e loutaua Rachele che lo rendeva tanto paziente. Cinque anni sono passati da quel autunno, ed ecco di nuovo un forestiere avanzarsi lunghesso il fiume sulla bella via che conduce alla città di Gundelfingen. Questa volta il viaggiatore è solo, ed il suo vestito non è tale da attirare gli sguardi degli abitanti, come altre volte era il costume fantastico dello studente. Non vuole essere noto, e si ferma in un nuovo albergo, ove può sperare che il pazzo studente, la di cui avventura veniva ancora di tempo in tempo ricordata nelle conversazioni della città, non venga ravvisato. È Paolo Birken, che finalmente ritorna sul luogo ove la sua baldanza giovanile ha cominciato a cedere alla posività della vita, nel paese natio del suo amore. Anni fa era quasi ancora fanciullo, pazzarello; epigrafe latina che lo appellava preclaro per dottrina, per mansuetudine e per carità : quella epigrafe era una delle poche eccezioni, perchè veritiera ; tale ei si mantenne per tutta la vita, epperciò procacciossi 1' affetto dei diocesani e la simpatia di tutti. Al solenne mortorio il nostro Municipio era rappresentato dai signori Marco Cadamuro-Morgante, Niccolò Dr. Del Bello, Autonio Dr. Gambini e Antonio Dr. Zetto. (Conferenza del prof. Chierici). Anche Capodistria ebbe il piacere di udire 1 illustre igienista. Dinanzi a numeroso uditorio, in gran parte costituito da signore e da signorine, nella sala delle scuole popolari sfarzosamente addobbata, lunedì sera 15 corr. egli svolse il tema "La Donna e il Romanzo„. Con abbondante erudizione, con lingua leggiadra, e con non pochi concetti originali, dimostrò i perniciosi effetti che provengono alla donna direttamente dal triste romanzo e indirettamente per mezzo dell'uomo corrotto dalle letture. Lo scopo prefissosi dal prof. Chierici con questo discorso, che è uno dei suoi moltiplici, si è quello di provvedere all' igiene del cuore e della mente, inspiraudo orrore per tutti i romanzi erotici in genere ed in ispecie per molti dei contemporanei francesi, di uno dei quali riportò alcune parole che fecero rabbrividire; ed egli i aggiunge lo scopo compiutamente ovunque. Dotato di voce armonica e robusta, favella con enfasi sì graduata ed acconcia che allacciasi l'attenzione dell' uditorio in guisa da fargli trascorrere l'ora e mezzo con velocità stupefacente. Tale fatta di oratori deve riuscire molto vantaggiosa alla società civile: essa ode un uomo spregiudicato, senza superiori, affatto indipendente, vissuto fino da fan^ ciullo in mezzo al mondo, ora non anacoreta ma padre di famiglia, non retoricastro, fulminare una delle di lei sciagurate abitudini: è certo che questo uomo le deve trasfondere agevolmente i principii di una sana ed oculata morale. (Le nostre scuole). Notiamo la loro frequentazione che davvero risulta confortante. Ginnasio. Nella prima classe 26 — nella seconda 20 — nella terza 22 — nella quarta 20 — nella quinta 11 — nella sesta 11 — nella settima 10 — nell'ottava 14. Insieme 134. Scuole Magistrali. Nel primo corso 12 — nel secondo 7 — nel terzo 3 ; Annessa scuola di pratica. Nella prima classe 12 e nella seconda 10 (accoppiate) ; nella terza 1 < e nella quarta 12 (accoppiate). Scuole popolari. Sezione femminile. Nella prima classe, stanza prima, 44 (inscritte 52) ; nella seconda stanza 52 (inscritte 60) — nella seconda classe 52 (inscritte 54) — nella terza 44 (inscritte 50) — nella quarta 22 (inscritte 25) — nella quinta 5 — nella sesta 5. Insieme 226 (inscritte 251). Sezione maschile. Nella prima classe 72 (inscritti 79) — nella seconda 44 (inscritti 58) — Nella terza 33 (inscritti 35) — nella quarta 10 (inscritti 12). Insieme 159 (inscriiti 184). Pio Istituto Grisoni. Fanciulli 21 e fanciulle 21. Asilo d'infanzia. 20 ba iibini e 20 bambine. Conservatorii privati 10; frequentati in complesso da 96 femmine e 76 maschi. ora fatto grave dall' età e dall' esperienza, guardò la via pella quale era passato così allegro in compagnia dell' amico, e dopo breve fermata all'albergo si mise in cerca della nascosta stradicciuola che conosceva ancora dal tempo della sua prigionia, per giungere ino-servato all'ultima casa, i di cui misteri gli erano apparsi nel passato cotanto interessanti. Al vederlo pareva persino troppo grave per l'età sua. Perchè recavasi con tanta segretezza alla casa, ove andava da fedele cavaliere ad inanellare la vergine sua ? Egli stesso non avrebbe forse potuto dirne il perchè. (Coni). (Teatro sociale). Alcuni giovani cittadini, che nomineremo in appresso, mossi dal commendevolissimo scopo di occasionare un ristoro alla famiglia comica Bonafini, che si trovava angustiata per fallita scrittura, idearono di allestire una recita insieme ad essa, coadiuvati dall'orchestra filarmonica; e infatti la sera dei 14 corr. la liberalità dei capodistriani certificò una volta di più la tradizione, poiché v' accorsero in folla. Chi risaltò — e lo stesso effetto avrebbe ottenuto anche se accerchiata da valenti artisti — fu la giovanetta Giselda Bonafini, non ancora quadrilustre, la quale si procurò frequenti e lunghi applausi dapprima come ingenua nell' „Oro e Orpello" del Ghe-rardi del Testa, poscia in una declamazione, e infine nelle »Astuzie di Vespina" del Chiossone nella parte di quella vivacissima cameriera, in cui parlò nel nostro dialetto e in francese con grazia somma. I filodrammatici, i quali tutti per la prima volta calcavano le ardenti tavole, erano i signori Giorgio de Baseggio (Bernardino poi Gervasio); Andrea Berle ( Valentino poi Cario); Luigi Lion (Anatolio poi Mariano) ; Luigi Quarantaotto di Rovigno (Notaio) : Santina de Luguani (Carlotta); Emilio Zetto (Roberto poi Orazio). Essi destarono veramente stupore per la disinvoltura e per l'intelligenza con cui seppero uscire dallo scabroso impegno. (La Società operaia di mutuo soccorso). Domenica 21 corr. alle ore due del pomeriggio, quasi tutti i soci, preceduti dalla bandiera, si portarono dalla cancelleria della società nella sala delle scuole popolari, ove tennero la seduta annuale, in cui, tra gli altri argomenti, furono approvate alcune modificazioni dello Statuto, e venne accettato quello per la sezione femminile. Una estesa relazione la daremo nel prossimo numero. Questa società procede a piene vele, riuscendo pel nostro popolo maestra di economia e dispensatrice di conforti. Al 31 dicembre dell'anno decorso, quinto della sua esistenza, essa teneva a frutto fiorini cinquemilanovantauno, ed in cassa trecento-ottantaotto ; dopo di avere emesso durante 1' anno — in sussidii agli ammalati (fiorini 857.40), in sussidii di morte (fior. 20), e in sovvegni straordinarii (fiorini 44. 92 — la somma di fiorini 922, 32. (L' Indice della Provincia). (F. L'Unione del 9 e del ,25, gennaio; la Provincia del 1 e del 16 febbraio). È vero: il nastro collaboratore sig. Giovanni JJ'Andri non aveva dichiarato ore rotundo di prendersi l'incarico di compilare1- l'indice delle otto annate ; ha solo lasciato comprendere che ne aveva formato il progetto prima ancora del nostro promemoria. Ma, avendo noi preso lunga esperienza come sia sua usanza nelle frequenti circostanze in cui ha in mente qualche utile e importante lavoro di dimostrarne l'intenzione agli amici solo con parole rotte e senza far precedere formale e chiassoso annunzio,adope-randovisi poscia cheto cheto fino al compimento col suo zelo notorio, non abbiamo esitato d'interpretare quale dichiarazione di proponimento le poche parole da lui diretteci dopo uscita 1' Unione del 9 decorso. Infatti 1' accennata esperienza non ci trasse in inganno neppure questa volta, poiché abbiamo la compiacenza d'annunciare che il nostro amico ha già iniziato in questi giorni l'orditura dell'indice desiderato. La lettera poi, di cui nella Provincia leggesi un compendioso trasunto, fu cagionata dalla subitanea impressione di ripugnanza, a lui connaturale, ricevuta nel leggere 1' encomio copioso, ma verace, che comparve nel detto periodico del 1 corr. Ed ecco cosi spiegato e chiuso il piccolo incidente famigliare. Trapassati nel mese di Gennaio. (In questo mese avvennero 12 casi di difterite : 6 morti, 1 guarito, 5 in cura). 1 Natale Lippovich d'anni 3 — 3 G. M. d'anni 23, di Trieste (carcerato) ; Giovanni Fornasaro di g. 1 : P. P. d' anni 25, di Zara (carcerato) — 3 Giovanni de Beck d'anni 66; Maria Pacchietto d'anni 1 in. 1 — 4 Ettore Corte d'anni 19 — 6 Cristoforo Dobrigna d'anni 1 m. 11; Giovanni Corbato d'anni 72 — 7 S. M. d'anni 50, di Sp? latro (carcerato) — 8 P. D. d'anni 27, di Zara (carcerato) ; Maria Ur-banaz d'anni 79 n\ 11; Antonio Vattovaz di g. 5 — » Francesco Schipizza di g. 13 — 1« Marco Va-scotto di g. 22 — 11 Caterina Fontanotti d'anni 80 m. 1 — 13 N. C. d'anni 21, di Ragusa (carcerato) ; I» M. S, d'anni 26 di Ragusa (carcerato) ; Caterina Canfin d' anni 74 — 14 Pietro Cepich d'anni 86 m. 8 ; Maddalena Gavinel d'anni 78 m. 3 ; Vittoria Bernardis di g. 6 — 15 Anna Ettel d'anni 4 m. 9 — 16 G. M. d'anni 42, di Spalatro (carcerato) — 17 Maria Mocoraz di g. 6 — IH Antonio Perco d'anni 4'm. 8; Giovanni Candusio di in. 7 — 19 Antonio Menetto di g. 7 ; Giovanni Visintini di g. 2 — 30 Antonio Laddich d' anni 60 m. 4 — 33 Battista Stefanutti d'anni 84; Luigi Lonzar d'anni 7 m. 7 — 33 Antonio Da Ponte d'anni 1 m. 9 ; Apollonia De Filippo di g. 9 — 36 Giovanna Burgher d' anni 74 ; Antonio Sandrini di m. 11 ; Maria Bresigher d'anni 12 m. 4 — 37 G. D. d'anni 51, di Rovigno (carcerato) ; Maria Carbonajo d'anni 50 m. 10 — 38 B. K. d' anni 56, di Ragusa (carcerato,) ; Anna Maria Mattion d'anni 2 m. 10 — 39 Caterina Verzier di m. 11 ; Maria Marsich di m. 10 — 30 Maria Schiullaz d'anni 27 m. 8. Matrimonii celebrati nel mese di Gennaio. 10 Giacomo Zago con Filomena Steffè — 16 Antonio Douzak con Maria Riccoboni — 33 Barto-lommeo Minca con Teresa Genzo ; Andrea Utel con Lucia Fachinetti — 37 Tommaso Bertoch con Antonia Cociaucich ; Antonio Divo con Caterina Filippi — 30 Giovanni Ponis con Erminia Seriali ; Giacomo Cocever con Maria Tremili — 31 Giovanni Scozay con Lucia .Zetto ; Pietro Tamplenizza con Antonia Tamplenizza; Andrea Vattovaz con Maria Grio. Fiere e Mercati nel Utorale dal 1 al 31 Marzo p. v. 5 M. mensile a Cerviguano ; M. d' animali a Servola — 10 M. d'animali a Gradisca — 13 M. d'animali a Gorizia e a Sesana — 13 F. in Albona — 16 P. a Buje e a Gorizia ; M. in Ajello — 19 M. d'animali a Opieìna ; F. a S. Giuseppe (territorio di Capodistria) — 30 F. a Cornell e a Plezzo — 33 M. d'animali a Romans e F. a Tolmino — 35 F. a Čepico (territorio di Albona) — 36 F. in Aquileja e M. d' animali a Gorizia — 37 F. a Corgnale e M. mensile a Cormons — 30 M. a Basovizza. Corriere dell' Amministrazione. (dal 6 a tutto il 22 corr.) I seguenti signori associati hanno pagato 1' associazione come segue : Albona. Maria Depangher-Manzini (IV trim. 74, e tutto 75). — Buje. Antonio Fusti (tutto 75,).;— Uignano. Tommaso Sottocorona (I. trim. 75).— Giovanni Vidalli (idem). — Pola. Battista Gandini (I trim. 75) ; Antonio Gherl (IV trim. 74 e I 75). — Trieste. Giovatinina Benco (IV trim. 74 e I, II, III 75) ; Annetta Depase (I, trim. 75); Caterina Do'nitscher (I trim. 75) ; Giulio de Lugnani (IV trim. 74 e I 75) ; Francesco Dr. de Rino (I, Il trim. 75). — l'mago. Marco de Franceschi (I, II, 111 trim, 75); Francesco Dr. Guglielmo (idem). NAVIGAZIONE A VAPORE GIORNALIERA FKA TRIESTE - CAPODISTRIA e viceversa che intraprenderà il Piroscafo EGIDA. Incominciando col giorno 17 febbraio 1875 fino a nuovo Avviso verrà attivato (tempo permettendo) il seguente : ORARIO pei giorni feriali Partenza da Trieste per Capodistria alle ore 11 aut. • » » » » 4'Zjpom. Partenza da Capodistria per Trieste alle ore 8 ant. » » » v » 3 poin. per le domeniche e giorni festivi Partenza da Trieste per Capodistria alle ore 9% ant. » » » » » 12 mer. » » » » » 6'/4poiu. Partenza da Capodistria per Trieste alle ore 8 ant. IO1/ n n » » » Aw > 2 " « » » " » 5 pom. Prezzo di Passaggio: indistintamente soldi 40. I fanciulli sotto i dodici anni pagano la metà. Arrivo e partenza a Trieste dal Molo S. Carlo da Capodistria dal Porto. NB. Le partenze tanto da Trieste quanto da Capodistria succederanno col tempo medio di Trieste. TRIESTE, nel Febbraio 1875. L'Impresa.