FOGLIO »I MODELLO. Hl28 J / v / Cj ■ mdm-. ,2 APPE1IDICE DELL' OSSERVATORE TRIESTI destinata alle notizie siili' Istria. ASSOCIAZIONE anno anticipati f. 4. I. SlKlIn OO nnn/,»Vvr> 1 O A C L' per un Semestre e trimestre in proporzione. INTRODUZIONE. Agli uomini non meno che alle provincie intiere torna di grandissimo giovamento o di non lieve pregiudizio, 1' estimazione in che vengono tenuti, e questa estimazione non da altro proviene che dal conoscersi !e condizioni tutte sì fisiche che morali, così degli individui come delle provincie. L' uomo del quale ignorasi la provenienza, la patria, la famiglia- del quale non sappiasi se da onesti genitori proveng ~ se delle sue fortune, delle sue attitudini, delle sue istituzioni morali, civili e religiose non abbiasi contezza, non altrimenti che dalla forma esterna potrebbe venire giudicato; ed arduo assai e pericoloso ne sarebbe il giudizio, giacché i segni esterni non sono sempre infallibile criterio a giudicare dell' animo e del cuore, perchè sotto forme spiacevoli spesso si nascondono doti pregevolissime, e perchè il giudizio fólto su segni esterni soltanto, non può disgiungersi o da propensioni o da avversioni che sempre sono del giudicante, comunque al giudicato ridondino sempre svantaggio. Grave assai ed umiliante si è il solo sospetto di non conoscere nè padre nè madre, più quello di non poterli accennare al forestiero che li domanda, di non avere nè parenti nè affini; siccome d' altra parte è di non lieve soddisfazione il potersi ] dire disceso da non vile famiglia, il saperla per più titoli distinta, ed il conoscere le gesta degli avi propri. L' uomo nulla è per sè; breve, labile è la sua vita; la sua intelligenza, la sua operosità giunge a maturità soltanto quando comincia a discendere; ma esso è frazione necessaria dell'umano consorzio, nel quale le intelligenze, le attività dei singoli si fondono per essere durevoli oltre il breve girare della vita d' un uomo, per divenire retaggio dell' intero consorzio. A ciò che è dell' intero consorzio, i singoli partecipano e vogliono partecipare, non sempre quando entro vi si trovano, sempre quando di Si pubblica ogni sabato. rimpetlo sieno a chi del loro consorzio non è. All' uomo che forestiero si presenta, la seconda domanda è sempre : « da dove siete », e se la patria sua è diffamata, lo vedrete conte con ogni modo cerchi di raddolcirne le accuse; se celebrata, con alterigia pronunciarne il nome o quello della provincia; se non bene nota, prorompere in caldissima eloquenza per magnificarne i pregi, persuaso di fare a sè cosa di vantaggio e di decoro. E vedrete paranco venire in estimazione un uomo, più per la patria talvolta che per le qualità sue, e per il decoro patrio vincere talvolta i propri difetti, fare sue quelle virtù che di lui stale non sarebbero altrimenti. Non v'ha uomo il quale, anche di volo, vedule Trieste e l'Istria, titubi nel farne giudizio; ma troppo spesso altro non è questo che il risultato di prime impressioni, delle sue abitudini, delle sue inclinazioni, del confronto colle cose da lui predilette. Nella generalizzazione di forme moderne pur troppo avviene dei paesi ciò che avviene delle persone: si giudica dell'uomo dai vestiti che porta. I turchi, già tanto abboffiti, ora che usano vestiti franchi, sono tanto benevisi che i franchi ne portano perfino il loro fesh; ma anche sotto forme antiquate come sotto forme moderne e pregi e difetti possono nascondersi. L' aspetto del terreno non basta per far pronunciare la fertilità o la sterilità sua, nè a giudicare se suscettibile egli sia di miglioranza, o se perpetuamente infecondo; nè il frastuono di una piazza a giudicarne dell' industria: le inslituzioni sociali, tanto all' incivilimento proficue, sfuggono all' osservazione di chi in fretta ed alla lontana vede la provincia. Non vi ha persona la quale possa dirsi perfettamente a giorno di ciò che esiste nella propria città, ed alla quale non sia sfuggito qualcosa che altri tenne per importante ed è. L'Istria che già tenne luogo distinto per feracità di suolo, per numero di popolo, per ingegni; per civiltà, nella generale estimazione è assai inferiore alla verità. Trieste medesima nelle condizioni che non sieno di commercio, per deietta si tiene; ed a torto, perchè se la terra mostra qualche landa, se il clima talvolta imperversa, se gli uomini han quei diletti che accusano l'umana fragilità, non rare sono le campagne messe ad ottima coltura, nè rari i giorni placidi e bellissimi; v'hanno uomini di virtù, e di patrio amore, istituzioni che onorano il popolo che le mantiene e il pubblico reggimento che le promuove e governa. Anche altrove non è altrimente, nè altrimenti che altrove puossi giudicare di questa provincia che dal complesso delle condizioni tutte nei primi e sinceri loro elementi. Questi elementi non sono a conoscenza del pubblico. Persone esperte pensano che la pubblicazione di questi grande giovamento possa recare alla provincia medesima, perchè indubbio nè verrebbe il giudizio sulla attuale condizione, e su quella migliore che potrebbe attendersi dal confronto fra loro, dal confronto con le condizioni di altre regioni. A realizzare il quale proponimento è destinata l'Istria, appendice del foglio provinciale. In questa inten-desi di discorrere della geografia fisica, amministrativa ed ecclesiastica, della relazione fra la provincia e le limitrofe, dell'attitudine ai commerci ed all'agricoltura, della statistica, delle instituzioni civili, della storia medesima, dacché è questa la maestra della vita, e di quanto possa tornare di vantaggio e di decoro. Arduo, impossibile lavoro se di un uomo solo esser dovesse 1' opera, e se gì' ingegni, di cui la provincia non è scarsa, ricusassero di darvi mano; meglio assai sarebbe il rinunciarvi onninamente che il supporre indifferenti gl'Istriani alla propria terra, al vivere comune,ritrosi di retribuire col prodotto della mente ciò che a lei devono, a segno da far credere che non vi sieno ingegni maturi, o che dagli antichi abbiano degenerato. Come 1' uomo isolato di rado è utile alla società, così l'ingegno rinchiuso fra le pareti domestiche è spesso inutile: del sapere di molti, vicendevolmente comunicato, un sapere generale si forma, della provincia proprio e ben più duraturo che la vita di un uomo. L'impresa non è di speculazione, ma non può essere altresì di sacrifizio. Se il numero di soscriventi lo concederà, il foglio avrà vita; se il numero eccederà il dispendio, il foglio verrà raddoppiato : vi si uniranno litografie, e si farà dono dei documenti istorici della provincia, che verrebbero separatamente pubblicati. L'anno 1845 segna nuova epoca nei fasti istriani: la navigazione a vapore va a stabilire la linea naturale di movimento della costa coli' emporio triestino ; va a richiamare il movimento naturale dal monte al mare, dall' interno alla marina ; va a porgere mezzo facile e pronto a promuovere gì' interessi materiali. L' anno 1846 porga mezzo di ponderare questi medesimi interessi, di dirigerli a sempre migliore vantaggio colla conoscenza generalo delle condizioni materiali della provincia; porga mezzo di migliorare gì' interessi morali colla conoscenza delle condizioni morali. Istria, novembre 1845. Db. Kandler. Condizione igienica della provincia. Potentissima causa di pubblica prosperità in ogni paese si è certamente la condizione di salubrità, la quale doppiamente agisce - coli' aumentare il numero del popolo e col numero 1' operosità e la dovizia che ne sono conseguenti, se prospera di fatto si è la condizione ; - col promovere le relazioni al di fuori, coli'attrarre dal di fuori popolo mancante, coli' annodare relazioni molteplici e vantaggiose, se le condizioni igieniche sono in quella fama che corrisponda a verità e tali da non dissuadere il forestiero, facendolo trepidante della salute e fors' anco della vita. Il movimento della popolazione nella provincia negli ultimi due secoli testé decorsi (dall' ultima peste in poi), e precipuamente negli ultimi trenta anni, ha avuto di risultato un aumento se non sempre costante nel progresso periodico, certamente considerevole, e superiore forse a quell' aumento che in altre provincie si è osservato; di che altravolta si avrà occasione di darne le comprovazioni. Or se 1' efTetto si è bensì mostrato, ma l'aumento non fu progressivamente regolare, perchè sempre la popolazione non aumentò in eguale proporzione, e talvolta, sebbene per poco, indietreggiò o si mostrò stazionaria, conviene conchiudere che cause parziali indipendenti dall' aere che è di regola costante, avessero precipua influenza; e il comparire ed il cedere di queste cause mostra che fossero vincibili, o se invincibili, che fossero transitorie e non proprie della provincia. Ma se 1' aumento di popolo nell' intiera provincia e nelle singole località, in quelle precipuamente che più erano diffamate, argomento incontrastabile esser doveva di non iniquo aere, non di pari passo progredì la fama al di fuori della provincia; che sfavorevole in generale, or si tacque, or piegò a più favorevole giudizio, or peggiorò, mai ben certa, sempre vaga attribuendo salubrità oltre ogni eccezione a luoghi che in pari condizione di altri più diffamati si trovavano, aggravando oltre ogni credibilità la condizione di qualche località, posta quasi a segnale per motivo di peculiari circostanze. Non toccheremo le cause di siffatte diffamazioni, ma ne accenneremo lo stato e interno ed esterno. Ogni città, ogni località si ritiene in condizione sufficiente di salubrità, anzi ottima, ed accusa la vicina come di poco salubre, e così progredendo da luogo a luogo si giunge fino a Pola, da dove per la stessa via ritornando, e le stesse discolpe ed accuse udendo, dovrebbesi conchiudere che la salubrità di un luogo sia poco diversa da quella di un altro. Ciò degli indigeni. Vi hanno talvolta forestieri di certa categoria, i quali non di libera scelta domiciliando, e desiderando altrove o migliori agi, o le patrie abitudini, il luogo di loro soggiorno accusano di pestilenziale, proclamando salubre il prossimo ; e mal prevenuti, dimenticano al tutto che la patria loro non va esente da malattie e da possibilità di morte. Se il giudizio di siffatti dovesse valere, la condizione della provincia sarebbe assai trista e commiserevole. Fra giudizi sì opposti, la popolazione intanto aumenta, e da questa medesima popolazione traggonsi giovani che nell' armi fan bella mostra di sé per vigoria e venustà di corpo, marinai robusti. In comprovazione dello stato insalubre citansi fatti parziali o generali, ai quali dassi gran peso, ed a prima mostra lo esigono in verità; ma le induzioni dal fatto alle cause non sono sempre felici. Nei tempi in cui l'Europa credeva alle streghe ed alle malie (e la credenza ha durato più secoli), i codici ripullulavano di pene, i tribunali erano occupatissimi nell'applicarle, migliaia di infelici montarono il rogo, e non pochi confessavansi in colpa, e rei credevansi di quei delitti di stregoneria che non venivano apposti. Quei fatti che allor delitti consideravansi, non cessarono ; anche oggi giorno si riproducono, ma non più a sortilegi si ascrivono; e quella malattia morale vien curata oggidì radicalmente, con ben altri mezzi che non il fuoco e la corda, e ben con migliore successo, dacché le cause sono meglio note. Quella peste morale ha cessato di tenere gli animi in agitazione, e pochi temono oggidì di venire stregati. Dotta persona, delle cose mediche pratica, di recente veduta la provincia, gentilmente ci ha concesso il risultato delle sue osservazioni. Le quali assai volontieri diamo alla luce, siccome giudizio di persona esperta ed imparziale. Da molti secoli è afflitta l'Istria da febbri intermittenti, e più specialmente ne è dilTamata Pola, che perciò vien calcolata uno fra' peggiori paesi d'Europa, e la di cui aria vuoisi tanto malsana quanto quella della campagna di Roma, e delle Maremme di Toscana. In fatti non si può negare che nella state le febbri intermittenti sieno frequenti in tutta l'Istria assai più che nelle vicine Provincie; soltanto non sono nè cosi ostinate, nè d'indole sì cattiva come altrove. Allorché le febbri intermittenti incominciano a regnare, ogni altra malattia tace, e i medici pel corso di molti mesi non hanno a trattare altre malattie che febbri periodiche, o le loro conseguenze; ond' è che tutte le malattie le quali in altre provincie producono febbri gastriche, infiammatorie, biliose ec., prendono colà il carattere intermittente; non perciò il numero dei malati è superiore a quello di altri paesi. Quanto alle cause che le producono se ne annoverano molte, che non tutte però sono egualmente vere. L'Istria è da molti anni senza boschi, epperò rare sono le pioggie, scarse le sorgenti d'acqua, e pochi i fiumi.— Come in tutti i paesi in cui piove di rado, la sera s'innalzano vapori acquosi che irrorano i vegetabili in forma di rugiada, or in copia maggiore or minore, e secondo la maggiore o minore quantità di rugiada é più ricco o meno il prodotto delle campagne. A ciò vien attribuito da alcuni la frequenza delle febbri intermittenti; ma da questi effetti si può facilmente garantirsi coprendosi bene nelle prime ore della sera dopo il tramonto del sole, mentre chi vi si espone incontra la febbre intermittente invece d'un' affezione reumatica, o catarrale a cui in altri luoghi andrebbe soggetto; febbre però il di cui sviluppo può prevenirsi con un trattamento razionale, come tutti i medici ne fan fede. Per quanto le pioggie cadano di rado, pure a quelle si attribuisce da molti la causa di tali malori. — Però negli anni piovosi, come quest' anno, la salute è più buona che in altri, potendosi aver acque potabili migliori delle comuni, e formandosi delle sorgenti disseccate da molti anni. E dappertutto pericoloso 1' abitare in luoghi paludosi, e nelle vicinanze d' acque stagnanti; quindi nel distretto di Montona, in Daila, Val di Torre, e Cervera, si veggono pure delle intermittenti d'indole veramente perniciosa; ma lo stesso succede in ogni altro luogo del mondo sotto le stesse condizioni. In Capo d'Istria ed in Pirano son molte le febbri intermittenti a cagione delle grandi masse d'acqua che evaporano per la confezione del sale; ma cessano col cessare dei lavori, e poco sono attaccati i nativi del paese, e i lavoranti, piuttosto affligge i soldati di finanza, e i militari di stazione. Alcuni vollero trovare la cagione di tale morbo endemico nella rigogliosa vegetazione, e nelle molte piante aromatiche che cuoprono i colli, specialmente vicino a Pola, cosa contraria all' esperienza di altri luoghi, né si saprebbe trovare il perchè l'Istria dovesse formare eccezione dalla regola generale. I raggi solari non penetrano è vero fino al terreno attraverso i folti cespugli, e non vi hanno azione; ma l'aria estremamente secca di giorno assorbe avidamente 1' umidità del terreno, e 1' equilibrio dell' umidità nell' aria e nelli strati superiori del suolo è sollecitamente ristabilito. Piante a foglie carnose come quelle che intorno Pola germogliano dappertutto, non crescono che in terreni aridi ; nelle sabbie dell' Africa mai da pioggia e solo da periodica notturna rugiada irrorate, prosperano soltanto piante a foglia densa e succosa, piante aromatiche. I Francesi vantano di avere migliorato l'aria di alcune regioni coli'estirpazione del Nereum Oleander-, ma è a dubitarsi se vi sieno riusciti con ciò solo, e non piuttosto colla surrogazione di migliore coltura del terreno. Si ascrive in oltre la causa di tali febbri al vento di Nord-Ovest che porta i vapori acquosi della Laguna dell' E-stuario Veneto verso l'Istria ; eppure questi vapori sono spinti anche verso Venezia dal vento Sud-Est, e la salute di Venezia è in quel tempo ottima, nè v' ha traccia di febbri periodiche. Le ciurme dei bastimenti da guerra e mercantili che stazionano lungo il Litorale istriano ne sono di rado attaccate, e nemmeno quelli ancorati d'innanzi a Pola e Veruda, che pure sono calcolati i più mal sani. Gli è il vento Nord-Ovest che viene improvvisamente ed è fresco, e danneggia perciò colla subita soppressione della traspirazione cutanea. — Il marinaio che porta in ogni stagione camicia di lana, e quindi è ben riparato, rimane sano, mentre gli abitanti più leggiermente vestiti ne sentono gl'influssi suoi, sopprime improvvisamente la traspirazione e ne sviluppa di conseguenza la febbre intermittente. II vento Sud-Est al contrario è caldo, rilassante, abbatte il sistema nervoso, ma in niun luogo ov' è frequente gli viene attribuito altro effetto che di prostramento, diminuzione d'appetito, difficoltà di digestione. Per qual mai motivo dovrebbe questo stesso vento portare in Istria altri effetti? Son rare le intermittenti nelle più grandi città; e nella popolosa Rovigno. — Soltanto il povero contadino che dopo un duro lavoro nei campi torna a casa, che è distante talora più di due ore di cammino, n' ér facilmente attaccato. Se il contadino istriano o rovignese avesse la sua casa vicina ai campi ove lavora, non soltanto impiegherebbe meno tempo, e risparmierebbe forze; ma si esporrebbe per minor tempo agli influssi dannosi dell' aria notturna dopo il caldo opprimente della giornata, e godrebbe molto più lungamente del necessario riposo. La rada popolazione della campagna è una delle più importanti cagioni delle febbri dominanti in tutti i paesi del litorale istriano. Dopo ciò una causa quasi d'ugual forza è la mancanza di boscaglie d'alto fusto. Se i circostanti colli e i monti fossero piantati d' alberi d'alto fusto, come pini, quercie od altre piante che prosperano nei paesi caldi, la pioggia cadrebbe più di spesso, come avviene nel limitrofo Carnio, o nella vicina alta Italia; si raccoglierebbero ricche sorgenti, e buon'acqua potabile per uomini e per animali, mentre ora nei più ricchi paesi si deve adoperare 1' acqua fangosa per cucinare e per bere. Ed è facile vedere come l'uso di tali acque possa ingenerare le febbri. È desiderio generale nell' Istria che sia sopperito alla mancanza d'acqua mediante la fabbrica di pubbliche cisterne a spese dei municipi; ma alcuni fra i più facoltosi ed influenti si oppongono a tali progetti con tutt' i mezzi possibili, perchè essi posseggono delle cisterne, la di cui acqua (quando vi ha siccità nella state) vendono a caro prezzo ai loro concittadini, e da ciò traggono guadagni, che cesserebbero colla fabbrica di pubbliche cisterne. In Istria i comuni generalmente non difettano di mezzi, ma spesso i singoli membri del comune son poveri a causa della eccedente divisione delle terre; hanno pochi bisogni, pochi desideri, e ancor meno i mezzi di migliorare la loro posizione. Se coloni meglio istrutti trapiantati (lasserò il buon esempio col dissodare terreni nel mezzo dei quali fabbricassero le loro case, e destassero negli altri l'emulazione, ottimi vantaggi certamente se ne avrebbero. Le campagne verrebbero popolate senza svantaggio delle città, i molti fuochi sparsi migliorerebbero l'aria; le piantagioni d'alberi farebbero aumentare poco a poco le piogge, si accrescerebbe il benessere dei singoli abitanti, la popolazione si aumenterebbe considerevolmente, e col raddoppiarsi e triplicarsi dei prodotti, aumentandosi la proprietà dei singoli e del generale, agi migliori avrebbero di vita, e facilità con ciò di guarentirsi contro le influenze locali, ciò che al povero ed al conladino non è sempre dato. Questa provincia, per più riguardi importantissima e meritevole di venire ridonata all' antica prosperità, non nella costituzione igienica, ma in altre cause trova ostacolo a quel progredimento di cui è onninamente capace; ed a Pola soltato accennando, non è a dubitarsi che una miglioranza nell' agricoltura la quale dorrisponda alle esigenze dei tempi e del commercio, possa portarvi prosperità. Il quale pensamento su Pola, precipuamente crediamo suffragato da due argomentazioni-lo stalo fiorente di Pola nell' antichità e nei tempi di mezzo attestato da insigni monumenti, mentre le condizioni fisiche intorno l'Adriatico non erano gran l'atto diverse da quelle sono oggidì;-il movimento della popolazione di Pola negli ul- timi due secoli le cui notizie ci venner favorite dalla gentilezza di monsignor decano di Pola, D. Giacomo Daris. Alle stragi recate dalle frequenti pesti nel secolo XVI aveva il veneto governo procurato di riparare chiamando novelli coloni. Il principe veneto con decreto 21 marzo 1562 concedeva a Leonardo Fioravanti, Sabba de Franceschi, e Vincenzo dall'Acqua (bolognesi) licenza di condurre in Pola 124 famiglie per dissodare terreni. Of-ferivansi questi di purificare l'aria, di scaturire sorgenti, e d'introdurre novelli metodi di agricoltura per avere abbondanza di fomenti, vini ed altro. Ebbero dai principe esenzione d'imposte, esenzione dal servigio militare e fazioni per 20 anni, pascoli comuni, due fiere franche nei mesi di aprile e settembre, mesi ritenuti allora meno nocivi. I boschi dovevano preservarsi, le fiere tenersi nell' anfiteatro. La colonia venne poco dopo aumentata con 40 famiglie trasportate da Grecia. Dieci anni dopo l'ultima peste, che è del 1631, la popolazione di Pola arrivava a 347 abitanti, di poi si mosse come nel soggiunto prospetto: 1641 — 347 1738 — 660 1831 — 1015 1643 — 368 1749 — 786 1832 — 1055 1645 .—- 361 1779 815 1833 — 1097 1664 -—■ 533 1799 — 753 1834 — 1125 1674 — 541 1807 — 695 1835 - 1177 1677 — 562 1809 — 696 1836 - 1146 1682 — 696 1819 — 951 1837 — 1143 1685 — 637 1824 — 987 1838 - 1062 1690 — 669 1825 — 994 1839 — 1118 1693 — 590 1826 — 1009 1840 — 1178 1694 — 705 1827 — 1015 1841 — 1198 1697 — 664 1828 - 1010 1842 — 1172 1731 ■—- 800 1829 — 961 1843 — 1118 1735 — 705 1830 — 977 1844 — 1148 Il quale movimento se in qualche epoca delle più remote, mostra un repentino straordinario alzarsi per nuove genti venute, nel piccolo decrescere in qualche anno successivo, e da poi che la popolazione divenne stabile, non accusa straordinaria mortalità. Perchè vuol porsi mente a ciò, che, deiette le circostanze economiche per mancanza di traffici e di industrie, non è raro vedervi persone che emigrano cercare altrove oneste fortune nella personale attività urbana che in patria sarebbe oziosa. Che se 1' aria di Pola fosse micidiale come alcuni pensano, e se su tutte le classi pesasse, come avvenire dovrebbe per fisica legge, di Pola sarebbe successo ciò che per improvvisi disordini naturali di altre città avvenne, sarebbe onninamente disertata e priva di popolo. All' invece la si vede tenersi ed aumentarsi senza causa alcuna che dal di fuori promova 1' aumento, senza cause interne che aumentando la prosperità materiale, sia fomite ad aumentare di famiglie. Nel giro degli ultimi 37 anni, in poco più che una generazione, crebbe Pola di 453 abitanti sopra 695, cioè del 65 per cento; aumento che altre città ove l'aria si celebra perfettissima, ove l'economia è prospera, dato non hanno certamente per sole proprie forze. Questo aumento straordinario sotto circostanze non propizie vale più che ogni ragionare; è fatto incontrovertibile. Trieste, I. I'itpsch & Comp Tip. del Lloyd Austriaco.