Soldi IO al numero. L'arretrato soldi 20. Associazione anticipata pel I, II e III trimestre 1875: fior. 2 e s. 40 ; fuori idem. Un trimestre in proporzione. Il provento va a beneficio dell' Asilo d'infanzia. l'unione CRONACA CAPODISTRIANA BIMENSILE, si pubblica ai 9 ed ai 25 i Per le inserzioni d'interesse privato il prezzo è da pattuirsi. Non si restituiscono i manoscritti. Le lettere non affrancate vengono respinte, e le anonime distrutte. Il sig. Giorgio de Favento é l'amministratore. I L'integrità di un giornale consiste nell' attenersi, con costanza ed energia, al vero, all' equità, alla moderatela. ANNIVERSARIO. — 25 marzo 1797. — Xa.soe Antonio Rosmini. — (V. Illustrazione). Le nuove misure e i nuovi pesi. (Fine V. i N. 9 10 e 11) II. Misure di estensione. a) In lunghezza L'unità di misura è presentemente il piede, che si divide in 12 pollici, suddivisi ciascheduno in 12 linee. Sei piedi fanno una Tesa, o Hafter, e 4000 tese formano una Lega austriaca. Le nuove misure si dividono in parti decimali, l'unità di misura è il metro. I nomi preposti, se greci, indicano moltiplicazione; se italiani divisione. Avremo perciò come misure di lunghezza,: Il Miriamètro, cioè 10,000 metri. Il Chilometro, „ 1,000 „ Il Metro, „ 1 metro. Il Centimetro, „ la 100ma parte del metro. Il Millimetro, „ la 1000"" parte del metro. Piede e Metro. L'uso dei Miriametri e dei Chilometri non trova applicazione nell' economia domestica, e bastivi di sapere, che una lega austriaca importa poco più di sette chilometri e mezzo, ed un chilometro vale 527 tese. La distanza da Capodistria a Trieste sarebbe quindi di quasi 19 chilometri. — Anche l'uso dei pollici e delle linee non ha grande importanza per le padrone di casa, e ci limiteremo perciò ad esporre il ragguaglio fra il piede ed il metro co'suoi spezzati. Volendo calcolare con precisione, dovete partire dal dato che 19 piedi formano 6 metri e quindi moltiplicare per 6, e dividere per 19; p. e. calcolando per 38 piedi : il 38 diviso per 19 dà 2, il 2 X 6 da 12 metri. Se non v'importa di trascurare qualche millimetro (notate che 26 millimetri e mezzo formano un pollice), calcolate che 3 piedi fanno 95 centimetri, dividete quindi per tre e moltiplicate per 95; cosi 6 piedi vi danno, 6: 3 = 2, 2 X 95 = 190, cioè un metro e 90 centimetri. Ma per andare più esatto bisogna che cavate tanti decimetri, quante cinquine ha il numero pel quale avete moltiplicato il 95. Prendiamo 24 piedi. Divisi per 3, danno 8, che moltiplicato per 95 fa 760, cioè 7 metri e 60 centimetri, dai quali cavandone 2, perchè l'8 è più vicino al 10, che al 5, risultano 7. 58, e non perdete che 6 millimetri. Onde facilitarvi la moltiplicazione per 95, considerate che 95 è lo stesso che 100 meno 5, e che potete quindi moltiplicare per 100 e sottrare poi tante volte il 5, quante unità ha il numero con cui moltiplicaste il 100. — p. e. Se volete moltiplicare il 95 per 9, fate così: Dite, 100 X 9 = 900, dal quale detratti 5x9, cioè 45, restano 855. Esattezza maggiore la troverete usando della seguente Tabella. Unità 0 1 2 3 4 5 6 7 8 9 Occorrendovi H3 di ridurre 70 CD* (?0 — 0.316 0.632 0.948 1.264 1.580 1.896 2.213 2.529 2.845 piedi, o più, CD v i 3.161 3.477 3.793 4.109 4.425 4.741 5.057 5.373 5.689 6.006 prendete la CD » 2 6.322 6.638 6.954 7.270 7.586 7.902 8.218 8.534 8.850 9.106 unità, rimuo- S * 3 9.482 9.798 10.114 10.431 10.746 11.063 11.379 11.695 12.011 12.327 vendo il punto CD ct- - 4 12 643 12.959 13.275 13.591 13.908 14.223 14 539 14.855 15.172 15.4*8 d' una cifra a Ci = 5 15.804 16.120 16.436 16.752 17.068 17.385 17.701 18.017 18.333 18.649 destra, cosi 80 • « 18.965 19.281 19.597 19.913 20.229 20.545 20.862 21.178 21.494 21.811 piedi sono 25.29 metri. APPENDICE INNANZI ALL'ULTIMA CASA eacconto di OTTILIA WILDERMUTH. Tradueione dal tedesco di ANNA P (XII) Essa ora ancora molto più bella dell' immagine ch'era rimasta viva nel cuore del giovine amante. Eppure egli non entrò per salutarla, per prendere possesso del tesoro che gli era stato serbato. Si ritrasse istintivamente per non essere visto, e misurò con passi rapidi la solitaria via, intanto che le fanciulle entravano in casa. Non sapeva rendersi conto del subitaneo raffreddarsi dei sentimenti di nuovo divampati alla vista della sua fidanzata. Non era forse più bella di quello che avrebbe potuto sognarlo? Possibile che le di lei parole, per mero caso frivole, avessero spento il suo ardore? Tutte le fauciulle, comprese le più spi- ritose e le più colte non parlano di tempo in tempo di queste medesime cose? Ma egli nella sua mente aveva fissato che le prime parole sentite della bocca di lei dovessero essere per lui un oracolo; ed ora queste suonavano tali! Era ritornato al sedile; sedette, trasse la lettera per la seconda volta, 1' aperse prontamente e senza esitare, come se dovesse trovarci la vera decisione della sua sorte. Perchè tra lui e la vaga immagine del suo primo amore s'intrometteva quella di un altra fanciulla, non così alta e snella, nè così fiorente e fresca, eppure tanto vezzosa col suo grave e dolce sorriso, co' suoi limpidi occhi neri, i di cui raggi avevano evocato in lui il presentimento della vera vita. Egli aveva veduto quest' immagine, vero carattere da donna, puro involucro di un anima sublime, ora affaccendata al domestico focolare, ora modesto ornamento della società, ora angelo instancabile e soccorrevole al letto del dolore, ed aveva sentito tutto l'incanto della sua ricca natura. Mentre che la di lei parola dolce ed intelligente risvegliava in lui ogni germe nobile e buono, essa mostrava tanta deferenza sull'in- Se v'abbisogna di ridurre i metri in piedi, supponiate che 6 metri equivalgano a 19 piedi e quindi moltiplicate per 19 il numero dei metri che volete ridurre e dividete per 6 il prodotto che risulta p. e. Se cercate per 18 metri, avrete 18 X 19 = 342, e 342: 6 = 57, dunque 18 metri fanno 57 piedi. Onde facilitarvi la moltiplicazione, moltiplicate per 20 e togliete dal prodotto il numero per cui avete moltiplicato il 20. Così nell'esempio di sopra ottenete 18 X 20 = 360; 360 — 18 = 342, che diviso per 6 dà 57. Se volete maggior esattezza, ogni 20 metri calcolate un pollice di meno. Braccio e Metro. Quanto è poco frequente l'uso.delle tese, dei piedi e dei pollici, altrettanto è continuo per le donne di casa il braccio, il mezzo braccio e la quarta, ed è perciò che dovete fami-gliarizzarvi colla relazione fra gli spezzati del braccio e quelli del metro, onde uon vi avvenga di sbagliare le misure. Eccovi alcune norme per regolarvi conteggiando a memoria. Calcolate il braccio a 0.78, cioè nessun metro e 78 centimetri, quindi avrete il V, braccio di 0.39 e il 1/t di braccio di 0.19. Se vi occorrono più braccia, moltiplicate il numero 78 per quello delle braccia ed ogni 10 braccia cavate 3 centimetri. Se volete facilitarvi la moltiplicazione, moltiplicate per 80, e levate il doppio del numero con cui avete moltiplicato 1' 80. p. e. Cerchiamo a quanto equivalgano 35 braccia ed avremo : 35 X 80=2800 da cui detratte 2 X 35, cioè 70, ci resta 27.30. Leviamoci ora per ogni 10 braccia 3 centimetri, ossia 9 centimetri ed otterremo, che 35 braccia fanno 27.21, cioè 27 metri e 21 centimetri. Se vorrete divertirvi con questo conteggio, confrontando i risultati colla Tabella, vedrete che la differenza è assai piccola. telligenza più ricca e per le cognizioni più estese dell' uomo. Mai donna, in faccia alla quale 1' uomo non si senta vero uomo, riuscirà a questo pericolosa; la stessa cosa ha luogo, in misura più larga però, nella donna. Poteva mai queir immagine venir cancellata da una apparizione fosse pure la più attraente? Paolo s' immerse profondamente nella lettura della lettera, che suonava così: Caro amico. La ringrazio di cuore della sua confidenza, che mi sarà sacra. In me troverà sem- 1 re una fedele amica, tanto quanto lo comportano le forze e l'intelligenza di una debole fanciulla. Ma, caro Paolo, fa d'uopo che gli amici sieno sinceri gli uni verso gli altri. È sempre stato il mio primo bisogno di avere un' idea chiara di tutto le mie circostanze; soleva fissare il mio sguardo sulle cose le più tenebrose e difficili finche ci vedevo spuntare la luce, ma non la luce terrestre. Perciò la prego di intendermi bene, se traduco in lingua chiara e netta le violenti accuso di sè stesso, le esclamazioni e le preghiere della Sua lettera, ben Per ridurre il metro in braccia, calcolate che 7 metri fanno 9 braccia, quindi dividete il numero dei metri per 7 e moltiplicate il risultato per 9. Così p. e. 28 metri, sarà 28 : 7 = 4, e 4 X 9 = 36 ; cioè 28 metri fanno 36 braccia. Se aveste a conteggiare per meno che 7 metri, calcolate che un decimetro equivalga a >/» quarta, e quiudi che 8 decimetri facciano una quarta, ma ogni tre metri aggiungetevi quarta; p. e. Cercate a quanto equivalgano 5 metri? — 5 metri sono 50 decimetri e quindi 50 mezze, ossia 25 quarte, che formano braccia 6.25. Aggiungetevi due quarte perchè siete presso alli 6 metri, ed avrete 6.25 + 0.25 = 6.50. Il giusto sarebbe 6.43, sicché in 5 metri avete 7/ioo di braccio in più. E qui finisce il nostro lavoro. Se alcuno desiderasse schiarimenti, V Unione è sempre pronta a fornirli; essa anzi si riserva di pubblicare a tempo opportuno una Tabella generale di ragguaglio fra i pesi attuali ed i pesi nuovi. _G. F - A Unità 0 1 2 3 4 5 6 7 8 9 La Tabella arriva fino alle 100 braccia. Pelle Braccio e Metro 0 9 i 2 9 3 » i N. 6 - 7 s 8 « 9 i •io 7.775 15.551 23.327 31.102 38.878 46.653 54.429 62.205 69.980 77.756 0.778 8.553 16.328 24.105 31.880 39.655 47.431 55.207 62.983 70.758 1.555 9.331 17.106 24.882 32.657 40.433 48.208 55.984 63.760 71.535 2.333 10.108 17.88-1 25.661 33.435 41.210 48.986 56.762 64.538 72.313 3.110 10.886 18.661 26.438 34.212 41.988 49.763 57.539 65.315 73.090 3.888 11.663 19.439 27.215 34.990 42.765 50.541 58.317 66.093 73.868 4.665 12.441 20.216 27.992 35.767 43.542 51.318 59.095 66.871 74.646 5.443 13.218 20.993 28.770 36.545 44.326 52.096 59.872 67.648 75.423 6.220 13.996 21.771 29.547 37.322 45.099 52.873 66.650 68.425 76.201 6.998 14.774 22.548 30.325 38.100 45.877 53.652 61.428 69.203 76.978 susseguenti centinaia, prendete le decine rimuovendo il punto d' una cifra verso destra : p. e. se cercate 370 braccia, prendete il 37 e troverete, che 37 braccia danno 28.770; rimuovendo il punti vi risulta che 370 braccia fanno 287.70 metri. Se volete anche le unità, prendetele dalla prima linea, così 378 braccia farebbero metri 287.70, più metri 6.22, quindi 293.92. Sulla possibilità d'istituire uni una banca copiare. Offrire a chi è privo di beni di fortuna il modo di provvedere alla propria sussistenza ed a quella della sua famiglia, assicurandosi inoltre una buona vecchiaia per mezzo del lavoro e del risparmio, è la più santa cosa che si possa ideare. Questa riflessione mi venne spontanea leggendo l'ultimo reso-conto della nostra società di mutuo soccorso, la quale in cinque anni di vita seppe risparmiare la bella cifra di cinquemila cinquecento undici fiorini. Senza questa benefica associazione un tale importo, raccolto a dodici e venti soldi per settimana, sarebbe passato dalle saccoccie di duecento operai in varie direzioni senza nulla produrre di ricchezza. E nei cinque anni di sua esistenza la società stessa ne spese altrettanti e più in sussidi ai soci ammalati, procurando loro anche un medico stipendiato. Sono quiudi circa dodici mila fiorini raggranellati a forza di dodici e venti soldi alla volta. Pensando ai frutti di questo saggio e benefico sodalizio, giova sperare che fra noi si possa con gli stessi principi organizzare qualche altra utile istituzione a vantaggio del nostro popolo. Per incidenza ho detto altra volta: non sarebbe possibile e pratica da noi l'istituzione d'una banca popolare? È certo che l'attuazione d'un tale istituto incontrerebbe tutte quelle difficoltà inerenti ad un primo impianto, ma questa non è ragione sufficiente per scoraggiarsi, inquantochè abbiamo altre città che in questo genere di stabilimenti offrono prove luminose. Il primo a cencepire il sublime pensiero chè vi sieno molte cose che una fanciulla rifugge dal dire e dallo scrivere. Coni' Ella sa, non ho più madre, e dovetti di buon' ora imparare a pensare e parlare da me, nè posso riportarmi al giudizio della Sua zia, come troppo parziale a riguardo mio. Nella Sua prima giovinezza Ella ha impegnato la sua parola e la sua fede : J'ho saputo da Suo zio, il quale non pareva però conoscere tutta la gravità di quest' impegno, poiché lo considerava tutto al più un capriccio giovanile, da molto tempo già posto in obblio. ilAla lasciò la fidanzata ancora bambina, senza averla più riveduta da quel tempo; mentre con me vive da più di tre anni sotto lo stesso tetto, avendo imparato da sua zia a guardarmi cogli occhi parziali dell' affetto. Ella crede di trovare in me una felicità certa, mentre Le è ancora incerta nella Sua promessa. Teme di avermi mostrato il suo affetto più di quello che convenga ad uomo non più libero, e tutto questo La getta in un conflitto di desideri e doveri, al quale non crede poter fuggire che sollecitando il compimento del suo destino. {Coni.) di stringere le classi lavoratrici in fraterni sodalizi, affrancandole così dalla gravosa necessità di ricorrere a quei prestatori dei quali è meglio il tacere, fù il celebre Schulze, e dopo la felice prova di una banca istituita secondo il suo modello nella piccola borgata di Delitzsch, 1' esempio si diffuse con rapidità per tutta la Germania faceudosi strada persino nelle campagne. Vi sono delle borgate con meno d' un migliaio d'abitanti, ed hanno la loro banca che vive di prospera vita anche con uua cifra minore di cento soci. E perchè noi altri non imiteremo il bel esempio dei bravi popoli d' oltr' alpi ? Di persone che possano e sappiano, grazie a Dio, non facciamo difetto; e con un po' di buon volere quello che s' è fatto per la società di mutuo soccorso che prospera, si farebbe per una banca popolare. L'infinità degli scopi di queste associazioni ne garantisce l'esistenza d' entrambe, perchè mentre la prima aiuterebbe il socio nei suoi bisogni fisici, la seconda lo soccorrerebbe nei disagi. Non si tratta dunque che d' un po' d'avvedutezza nell' impianto, e un po' di buona voglia per seguitare. Un comitato elabora un progetto di statuto uniformandolo, sulla scorta d'altri regolamenti, alle condizioni locali; fissa il capitale; 10 suddivide in azioni, ed apre la soscrizione, prescrivendo una tassa di buon ingresso che 11 socio paga una volta tanto, e la quale serve a costituire il patrimonio sociale. Le azioni vengono ridotte ad una cifra di facile accesso ed il loro versamento procede ratealmente, in modo che quasi ad ognuno riesce possibile il farsi azionista. Le cartelle vengono intestate a nome determinato, e 1' azionista ha diritto in proporzione delle sue azioni, ed anche più, al credito della banca, ed al dividendo degli utili sociali nei limiti stabiliti. Dunque, 1* azione da esso acquistata ratealmente in un momento che 1' esborso del fiorino gli era facile, gli procura poscia il vantaggio d' aiutarsi possentemente in incontri difficili, verso il contributo d' un modico procento. L' estraneo pure può ottenere credito dalla banca qualora i fondi sociali lo permettano, e vi sia prestato o pegno, o debita garanzia. AH' amministrazione ed alla sorveglianza dell' esercizio sociale provvede una direzione ed un consiglio che i soci nominano in generale adunanza. La società si raduna annualmente, od anche più spesso se il caso lo esige, per udire la relazione dello stato sociale, e trattare in comune le più importanti faccende. Entrando poi nel campo della pratica, ritengo che in un paese come il nostro dove la proprietà è molto divisa, e l'industria agricola va prendendo giornalmente maggiore sviluppo, la creaziane d'un tale consorzio riesci-rebbe anzi opportunissima e di sicuro esito. L' agricoltura, com' è condotta da noi, esige relativamente l'impiego di grossi capitali, e ai momenti dei lavori campestri si spende, ma si spende assai: e vari piccoli possidenti, che pur offrono sufficienti garanzie, si trovano in quest' incontro imbarazzati nel fare lavori campestri, e devono o rinunciare ai lavori, o farli per la trafila di molti e pesanti incomodi. Si può esser sicuri che più di qualcuno concimerebbe meglio il terreno, e s'allargherebbe in qualche coltura, se gli si procurasse facile mezzo d'avere il necessario capitale. Le stesse considerazioni giovano per l'artiere nell' acquisto di strumenti e di materie prime per il disimpeguo de' suoi lavori, o di qualche piccola sua impresa, coli'aggiunta che un' opportuna antecipazione stimolerebbe sempre la sua attività, liberandolo dalle pericolose conseguenze d' una posizione meschina. Come ognuno vede, 1' espansione del credito per mezzo d'una banca popolare, basata Bull' associazione e sul risparmio, è cosa mo-ralissima, e d' un importanza considerevole nell' economia sociale. È moralissima, perchè chi vuole il credito deve farsene degno ; importante nella società, perchè offre al povero il mezzo facile di fruire tutti i benefici del capital«'. E mi piace chiudere colle parole del valente economista A. Montanari „1 mali che oggi si lamentano, se non cesseranno interamente, diminuiranno per sicuro, quando alle molte forme che prende in oggi una beneficenza, non sempre consigliata ed accorta, vedremo sostituirsi le scuole, le bliblioteche, le casse di risparmio, le società di mutuo soccorso, le banche popolari." G. Cobol. La question del Fiumisin. (Vili) CContinuazione. Vedi i N. 1, 2, 4, 6. 7. 9 e 11.) N.° 1848. Inclito i. r. Capitanato! — L' attuale territorio di questa città, che addi-mandasi in liugua amministrativa »Comune censuario di Lazzaretto", si compone di una serie di vaghe colline che partendo da s. Can-ziano proseguono verso levante fino al Comune di s. Antonio, poi piegano ad ostro, confinando 1 coi comuni di Maresecco, Pomigliano e s. Maria di Monte, iudi terminando a sghembo al lato di ponente nella valle d'Alieto d'Isola sul torrente Villisano. Neil' interno del territorio si trova un' ampia pianura^ che si addentra tra colle e colle, misurando nella sua ricurva lunghezza dal Trivolto (Trivolco o Ponte di san Nazario) alle falde del Cornalunga ben dieci miglia italiane. Questa pianura è irrigata dal fiume Cornalunga, che nasce nei monti Cocciani nel comune di sant. Antonio, e percorrendo le convalli di Vanganello, Montignano, s. U-baldo, Centaura, Tricolor, Vergaluccio, Trebbiano ('Tribano), s. Barbara, Praticiuolo e campo Marzio, sbocca, passando tra gli Stabili- menti saliferi di sau Girolamo, nell' estuario justinopolitauo, nel sito detto la Scarpa. Nei recessi intimi delle colline, e nella catena dei monti soprastanti, tra i quali primeggia la Poggiana, nascono i torrenti Ferravano, Cere," formanti la Folla, Passadella (Pompejano o Praticiuollo) dal lato destro, e dal sinistro quelli dei Babicci o Vanganello, di Centaura, Manzano, san Marino, Paterno e Pasturano, che scaricano le più o meno impetuose e dauuevoli loro acque nel Corna-lunga preaccennato. Dai tempi più remoti sino ad oggidì i magistrati civici, ipati, duumviri, consoli, sindaci, maires e podestà dedicarono attenzione al predetto fiume, e tutti riconobbero la necessità di moderare a vantaggio dei limitrofi fondi con opportune arginature gli allagamenti, e procurare pronto deflusso e smaltimento alle acque nelle grandi piene con scavi dell' alveo, allargamento di sponde, modificazione di curve ed altro. A prevenire il dannoso irrompere delle acque del Cornahiuga, denominato dal popolo con varj nomi, come s. Barbara, s. Girolamo, Fiumicino, e Fiumicello, e per garantire i propinqui fondi, parte coltivati e parte lasciati a prato, e la prossima strada verso Maresecco detta di s. Barbara, la più antica, che mette da questa citta in comunicazione coli' interno dell'Istria, dalle disastrose allagazioni — nei secoli andati apposito incaricato, ora nel titolo di soprastante, ora con quello d'ispettore invigilava, con almeno due visite per settimana, al toglimeuto di tutti quegli impedimenti, che potevano cagionare ritardo al deflusso delle acque, — per far opportunamente escavare i fossati ed i canali dei privati, e per far tenere sempre acconcie ed in buono stato le strade, specialmente quella or detta di s. Barbara. Perchè una si provvida misura non a-vesse a mancare, e perchè il rappresentante veneto avesse colla sua autorità ad influire onde fosse scrupolosamente osservata, furono prese le terminazioni contenute nel Libro III dello Statuto ai capitoli 33 e 34 a carte 89 e 91. — Coli' andare degli anni, dei lustri e dei secoli, col cangiamento dei governi, e col tramutamento delle autorità dello Stato da provinciali in cantonali e distrettuali, si rovesciò con i migliori ordinamenti in linea di pubblico e privato interesse, anche quello della polizia fluviale e stradale del Comune. È ora un secolo, che 1' unico fiume d«l territorio, e la prisca precipua strada di s. Barbara, si trovano nel massimo degrado. I migliori cittadini presero coi loro lumi interessamento alla questione, all' escavazione e regolazione del Cornalonga, ed alla rifacitura della strada di s. Barbara, producendo all' uopo ragionate rimostranze, calcoli e disegni alle pubbliche magistrature. — Nel secolo scorso occuparonsi del Cornalunga i celebri ingegneri Ferracina e Maffioletli, pervenuti in questa città, il primo ad invito del Ministro-Presidente Gian Rinaldo Conte Carli, ed il secondo per ordine del Magistrato al sale; e nel secolo presente Petronio, Zerul, Vallon e de Rin. II depauperamento di questo Comune, la deficienza di provvido regolamento, la quasi nulla influenza dell' officio pode^tariale, e l'incuria del cessato Commissariato distrettuale, sono le cause della dejezione del fiume Cornalonga, e della strada s. Barbara. Tratto tratto la secolare questione veniva risvegliata e caldeggiata, sempre però senza effetto. Nel 1828 il comune fece escavare da Angelo Sorato parte dell' imbonimento del fiume, — erogò la spesa di fior. 116:20, — e non ottenne alcun utile risultato; perchè il lavoro non era relativo alla grande bisogna. Il Podestà signor Nicolò de Madonizza, animato come i suoi predecessori dal desiderio di realizzare la tanto reclamata regolazione ed escavazione del fiume Cornalonga, e la ri- costruzione della strada s. Barbara, fece elaborare dall' ingegnere civile Carlo Vallon, nel 1853, opportuni progetti, commendati dagli ingegneri distrettuali Cipriani e Ricci; però l'esecuzione dei relativi lavori fu sospesa, stante anche la malattia delle viti, che privò del principale prodotto i proprietari di campagne. Neil' anno 1856, addì 2 ottobre venne tenuta vicinia in Camp-Marzio, sotto la presidenza dell' i. r. Capitanato-pretore Gian Domenico Piccoli, di tutti i possidenti compresi nella linea di inondazione del Cornalonga, e di tutti i possidenti del comune prativo di Capodistr.'a, per esaminare ed approvare : a) i primi, l'operato tecnico dell'allargamento, escavazione e rettificazione del fiume; e b) i secondi, il progetto tecnico della costruzione della strada s. Barbara. In quella radunanza fu dichiarato e stabilito dagli intervenuti, come segue: in merito al fiume ; 1. Nessuno può disconoscere, e dessi riconoscevano anzi esplicitamente, 1' urgente necessità di esigerne 1' escavazione, l'allargamento e la rettificazione del Cornalonga, i di cui straripamenti rovinano le migliori e più fertili campagne del nostro territorio; 2. Quindi approvavano il progetto 4 maggio 1853 dell' ingegnere Carlo "Vallon, per ciò che riguarda l'allargamento e 1' escavazione del fiume, non così peraltro riguardo alle proposte rettifiche delle curve, fra le regioni LM. — KS. — PQ. -- TU. — della prima tavola, e quelle LL. — e PP. — della seconda. le quali rettifiche vengono eccepite, perchè non assolutamente necessarie, e perchè attraverserebbero molte fertili campagne, ritenendo eglino essere sufficiente, per dare rapido scolo alle acque del fiume, il rendere dolci, secondo le regole dell' arte, le svolte acute ora esistenti; cedendo di buon grado il terreno a tal uopo necessario: 3. Verrà incaricato il perito agrimensore Francesco de Rin di eseguire le rettificazioni del progetto, che rendonsi necessarie per le disposizioni prese all' articolo 2.do. Se poi il perito de Rin non volesse accettare l'incarico, sarà libero all' i. r. Pretura di farle eseguire da altro esperto ; {Coni.) Al Dr. Giacomo Benedetti. SONETTO Or volge un lustro, che stesa sopra un letto Di fiori redimita, in bianco velo Vidi anch'io, sai, tutto dolente, anelo Quella che prima mi parlò d'affetto. E d'ogni parte a me dintorno il tetto D'alte grida echeggiava inverso il cielo: Come il ricordo ognor quel dì crudelo Che solo mi lasciava il mio angioletto ! Ma di vederla ancora, amico, io spero Lassù 've, sciolti i ceppi, spiega il volo L'anima nostra al nido suo primiero. Oh! consoli te pur questa mia speme, Pensa che nel dolor non sei tu solo, Quanto t'aspetta fino all' ore estreme. Pirano, 5 Marzo 1875. 1). Dr. Fragiacomo. Graz, 5 Febbraio. * (G. B.) Poca favilla gran fiamma seconda, e qui, fra gli studenti italiani, il buon volere, l'attività e l'energia di alcuni pochi valsero a scuotere gli spiriti assopiti di tutti, a vincere un'apatia, che cominciava a divenir generale, a radunare una numerosa schiera di giovani in un sodalizio, e a destare in essi un vero entusiasmo per la nuova istituzione. L' annunzio della formazione di una Società di Studenti passa quasi inosservato nelle * Pervenuta dopo l'impaginatura del N. precedente. colonne dei giornali, e coloro, che pur lo leggono non vi abbadano più di tanto, chè il rombazzo dei clubs e dei meetings e le notizie politiche o commerciali della giornata attirano tutta l'attenzione del lettore. Noi per altro vorremmo tare un' eccezione, vorremmo far comprendere ai nostri concittadini che una società, qual è la nostra, al di quà dell'alpi, ha pure una certa importanza. E chi sà o può imaginarsi qual sia la condizione dello studente italiano in una città tedesca, chi sente tutto il gasse della prima età o lo ha sentito, chi comprende il vivo bisogno, la necessità ineluttabile per un giovane del consorzio e dell'associazione, non potrà non applaudere di cuore all'udire che a tre Università austriache, (tedesche), a Vienna, a Grpz, ad Innsbruck, gli studenti italiani si unirono in bel sodalizio, che essi cercano nella scienza nella letteratura, negli studi non solo la coltura, lo sviluppo ed il progresso, ma anche un vincolo, che tutti li unisca concordi. La Società degli Studenti italiani di qui ha poco più di un mese di vita, conta meglio di 80 soci, e già porge quei vantaggi che si aspettavano. Le sale sociali sono il luogo di convegno, di discussioni e letture scientifico-letterarie, di divertevoli trattenimenti di musica e canto; e tutto concorre ad avvicinare fra loro i giovani figli del paese tra l'Isonzo ed il Quarnaro : peccato che non possa dire altrettanto dei nostri fratelli Trentini che non vogliono far parte della società! E qui mi cade in acconcio di parlare di un nostro illustre ospite connazionale, che voi già conoscete ed avete avuto campo di ammirare, voglio dire del signor prof. Cav. Luigi Dr. Chierici, che tenne nella nostra sala, messa a sua disposizione, due publiche letture, l'una sull'argomento "La donna ed il romanzo„ l'altra sulla " Calunnia„ , due letture già a voi note e delle quali non parlerò, chè sarebbe — per volermi di una vecchia frase—un portar vasi a Samo. Molto ne parlò la critica imparziale e dotta, e coloro, che hanno udito l'esimio professore, sanno quant'egli valga a tener sospesi gli animi de' suoi uditori, a quasi costringer a profonda attenzione; quanto destro sia il suo pennello, quanto forti i colori, coi quali dipinge la società e i mali che l'affliggono. Nel breve tempo che il prof. Chierici passò fra noi, ebbimo campo d'ammirare in lui distinte doti: il letterato non solo, ma ben anco il vero umanitario, il caldo e sincero patriotta, chè egli, amichevolmente conversando, a noi esponeva i frutti della sua i esperienza, de' suoi studi, le osservazioni da lui fatte negli interessanti suoi viaggi. E a testificargli la loro ammirazione, gli studenti gli offersero un banchetto. Al fatto il dir verrebbe meno s'io volessi dipingervi l'armonia, la gioia, che rallegrava quel convegno. Pensate solo : un' uomo come il prof. Chierici, di cui non solo la parola vi scuote, ma ben anco le generose, patriottiche azioni v'infiammano, e cinquanta giovani, ch'hanno nelle vene un sangue che non traligna, un fuoco che non si spegne, e che ammirano in quell'uomo un filosofo, un patriotta, uii campione della libertà; e potete di leggieri imaginarvi qual scintilla elettrica agisse, quali fossero i pensieri, quale 1' espansione. Il Professore pronunciò, caldi, affettuosi e sinceri detti, e a Lui gli studenti dedicarono de'versi, che gioveranno spero, a ricordare a lui e a noi una sera di fervida allegrezza. Illustrazione dell' anniversario. Parlando di Antonio Rosmini noi dovremmo ingolfarci nel pelago delle disquisizioni filosofiche per esaminare le sue dottrine ; ma tale esame non sarebbe certo omogeneo coli' indole affatto popolare del foglietto. Questo sommo filosofo, il primo pensatore che desse ordine a filosofia cristiana, nacque a Roveredo ai venticinque marzo del 1797. Fino dall'adolescenza venne preso da forte inclinazione pel sacerdozio, e ad onta che la famiglia, dolente che dei due rampolli il più robusto e il più sveglio si mettesse nell' impossibilità di mandare nuove radici, avesse dato incarico al padre Cesari (1760-1828) di distorlo dal suo proposito, il Rosmini non ne volle sapere, e nel 1821 fu sacerdote. Dal 17 al 21 studiò a Padova ; là divenne amiciòsimo di Niccolò Tommaseo (1802-74) e di iPier Alessardro Paravia (1797-18ó7); il piimo dei quali allora m;1 .t'cc'o ospitò e assistette con paterna diligenza nella sua cameretta. Nel 26 p'.ne amicizia con Alessandro Manzoni (1786-1873) che nell' ultimo decennio di sua vita era divenuto fajr'glif e quando specso si trovavano sulla sponda piemontese del L. go Maggiore, intrattenendosi in lunghi dialoghi quotidiani, dei quali alcuni vennero pubblicati da Ruggero Borghi (n. 1827), attuale ministro della pubb'ica istruzione, col titolo di Stresiane, ch'amandosi Stresia il bel paesetto sul lago. Riuscirà certo interessante il giudizio del Rosmini sui Promessi Sposi, scritto al Paravia nel novembre 1826 : "leggo di questi giorni il romanzo di Manzoni che parmi una maraviglia. Egli mei comunica per sua gentilezza : io me ne inebrio e penso che all' Italia apparirà come cosa nuova; e a sì limpido lume novellamente acceso, a lei parrà esserle accresciuto il veder della mente. Che cognizione del cuore umano ! Che verità ! Che bontà, la quale ovunque ribocca da un cuore ricolmo !„ Con Ladislao Pyrcher patriarca di Venezia si recò nel 29 a Roma, e là strinse amicizia coli'abate Mauro Capellari, che fu poscia Gregorio XVI (pont. dal 31 al 46J : questi 1' eccitò a pubblicare la sua grande opera che era stata preceduta dagli "opuscoli filosofici,, il Nuovo saggio sulV origine delle idee (I Ed. Roma 1830), il suo lavoro più importante, di cui in Italia tutta e in Europa, altissima ne suonò la fama, e nel quale, fatta una rassegna dei varii sistemi filosofici, svolge il principio dell' ente innato, combattendo la dottrina del sensismo, cioè quella secondo la quale noi riceviamo tutto dai sensi e nulla esiste nell' intelletto senza loro opera. Disponendo del largo censo ereditato, istituì nel febbraio del 28 1' ordine dei Preti della carità, i quali mentre si purificano prestansi in varii ufficii di carità verso il prossimo. In Inghilterra presentemente l'istituto rosminiano annovera diverse case. A Stresia, ove giaceva al principio di giugno 1855 sul letto di morte, due giorni prima che spirasse, ebbe una visita del suo amicissimo Manzoni; si guardarono prima senza parlare, poi il visitatore fu il primo a rompere il silenzio : — Ah ! il mio caro Rosmini ! come sta ? — Sono nelle mani di Dio, epperciò mi trovo bene. Ma lei, caro Manzoni, come mai venire a Stresia, con questo tempo e appena uscito di convalescenza i Temo che ci soffra. — Non so che cosa farei per vedere il mio Rosmini. — Eh ! già ha voluto fare un atto di vera amicizia. E poi Manzoni sarà sempre il mio Manzoni nel tempo e nell' eternità, dovunque io sia. — Speriamo che il Signore la voglia conservare ancora tra noi e darle tempo di condur a termine tante belle opere che ha cominciate ; la sua presenza tra noi è troppo necessaria. — No, no : necsuno è necessario a Dio : le opere che Dio ha cominciate le compirà Lui con quei mezzi che sono nelle sue mani, i quali sono moltissimi e formano un abisso, a cui noi possiamo solo affacciarci per adorare. Quanto a me sono del tutto inutile, anzi temo d' essere dannoso ; e questo timore non solo mi fa essere rassegnato alla morte, ma me la fa desiderare. — Ah ! per amor del cielo, non dica questo ! cosa faremo allora noi ? — Adorare, tacere, e godere. Dopo queste parole Rosmini strinse più forte e baciò la mano di Manzoni, che di tale atto rimase sorpreso e turbato. Antonio Rosmini pensò con ardore all' Italia : egli la voleva indipendente e unita, e ritenendo per allora (48) impossibile 1' effettuazione di questo suo voto, proponeva che una Dieta perm nente risiedesse a Roma, rappresentante i varii governi e presieduta dal Pontefice, e che si eguagliassero le leggi, i colici, gli ordinamenti milita,!, i pesi e le misure. É indubitato che in tale modo 1' unità della penisola sarebbe stata ora raggiunta più agevolmente. — È Rove-redo città del Trentino che conta ottomila abitanti. Giace sulle due rive del Leno affluente dell' Adige. Ha una biblioteca, varii istituti di beneficenza e molte industrie. (Cenno commemorativo). — L'avvocato Giovanni Raseggio, ornamento della camera triestina, di cui era membro fiuo dal 36, spirò la sera del 5 marzo. Nacque nel 1802 appartenente a progenie di antichissimo lignaggio capodistriano; e trasferitosi a Trieste, in breve salì ad alta riputazione. Fece parte di quel Consiglio cittadino anche quale vicepresidente. I Triestini lo ricordano con riconoscenza nella torbida epoca del 48, per lui molto affannosa, imperocché egli la pensava come Cicerone : Nihil est praestabilius viro quam periculis patriam liberare. (Due distici). — In fronte al gran sedile di pietra, a sinistra di chi entra nell'atrio del gran palazzo pretoreo di Pistoia, ove anticamente si amministrava la giustizia, v* è scolpito il seguente distico : Hic locus odit, amat, punit, conservat, honorat Nequitiam, leges, crimina, jura, probos. E sulla porta del Broletto a Brescia: Hic locus odit, amat, punit, contemplat, honorat Nequitiam, pacein, crimina, jura, bonos. Evideirtemente uno fu fatto ad imitazione dell'altro: non sappiamo quale sia il posteriore. (Ordini femminili in Europa). — L'ordine della Legione d'onore di Francia, che può essere conferito anche alle donne, fondato da Napoleone I nel 1801.— L'Ordine del Cigno di Prussia, fondato nel 1440, più tardi caduto in disuso, e ristabilito nel 1843 dal re Guglielmo IV — L'ordine svedese del Ventaglio fondato nel 1744 — L'ordine austriaco della Croce stellata, fondato nel 1668 — L'Ordine nobile tedesco delle dame di s. Anna, conferisce il titolo di contessa — L'Ordine bavarese di s. Elisabetta, fondato nel 1766 ; L' Ordine di Teresa, nel 1825 — L'Ordine russo di s. Caterina, fondato nel 1714 — L' Ordine spagnuolo di Maria Luigia, fondato nel 1792 — L' Ordine russo di Marca Maria, fondato nel 1828 — L'Ordine prussiano di Luigia, fondato nel 1814 — L' Ordine danese della Fedeltà e dell' Unione perfetta, fondato nel 1732. Teatro Sociale). — La sera dei 18 le tavole del palcoscenico traballavano pei salti mortali e per le incessanti capriole trinciate da alcuni figli del deserto, una schiera di africani del Sudan, diretti dal celebre Mohamed. E un' europea, Miss Mary, si produsse in varii atteggiamenti aerei: appoggiata tra il cubito e 1' ascella destra ad una sola asta, mediante congegnatura ottimamente mascherata, simboleggiò l'angelo, la preghiera, la libertà ecc. acconciata ciascuna volta con analoghi paludamenti, dopo che, bene inteso, suo marito l'impresario — il quale la modellava — 1' ebbe immersa rapidamente in un profondo sonno magnetico, da cui si ridestò sorridente alla fine del lavoro. Due saggi poi ginnastici, l'uno di forza e l'altro di destrezza, scevri affatto d'artificio, epperciò molto meritevoli di nota, s'attirarono la generale attenzione: quello di un uomo che ne sostenne ben sette, cioè quattro che gli si erano stretti colle gambe, formando insieme una croce, intorno alle anche, due che gli erano saliti sugli omeri ed uno sulla testa; e quello di un altro abilissimo, il quale, stesa a terra la palma della mano destra e postavi sul dorso una tazza di vino, cominciò proteso a girarvi velocemente d'attorno, passando talora con tutto il corpo sotto il braccio, senza che una gocciola sola ne traboccasse. (Il veglione mascherato) a profitto delle vedove e degli orfani dei membri della società operaia, che doveva aver luogo la sera del 29 corr., e di cui abbiamo fatto cenno nel numero precedente, venne prorogato. Trapassati nel mese di Febbraio. (Anagrafe del 1869 : abitanti 7539. — In questo mese avvennero 4 casi di difterite :3 guariti, 1 morto). 1 Antonio Zey d'anni 40—3 Andrea Marsich d'anni 1 m. 2; Elena Da Ponte d'anni 1 m. 1 — 3 Giuseppe Perini di ni. 3; Maria Lonzar di g. 3— 4 Antonio Tommasin d'anni 2 m. 2 ; Maria Minca di g. 22 —55 Giacomo Zago appena nato — O Anni. Maria Mamolo d'anni 34. — 7 Francesco Andrra Schiulaz d' ;>nni 2 m. 2 — 8 Francesca Cociancich d'anni 4 m. 8-9 Antonio Mincad' anni 1. m. 2 — 10 Nicolò Gambini di m. 5; Pietro Marsich di g. 15 — 13 Maria Stradi d'anni 70. — 14 Maria Scher d'anni 22 m. 8 — 16 Maria Giovannini d'anni 76 m. 5 — 17 Giuseppe Mamolo di m. 9—19 Maria Depanglier d' anni 61 ni. 10 — 31 Giustina Verzier di m. 6; Anselmo Benedetti di g. 4 — 33 Maria Marcovich di g. 20 — 33 Anna Miloc d' anni 1 m. 9 — 36 Antonia Marsich d'anni 5 m. 2 ; N. N. Giursi nata morta ; Chiara Corte d' anni 85 — 37 Maria Antonia marchesa Gravisi d'anni 90, m. 7, g. 18 ; Eruiano Cunad di m. 7 ; Angelo Della Valle d' anni 51 m. 8 ; Elena Carbonado d' anni 1 m. 3 ; Maria Tremul d' anni 55 m. 8 — 38 Domenico Fontanoti appena nato ; Giovanni Dastradi d' anni 1 ; Giovanni Leoncellis appena nato. Matrimonii celebrati nel mese di Febbraio. 3 Pietro Apollonio con Domenica Giraldi; Pietro Gerbich con Maddalena Poli ; Francesco Stradi con Domenica Stradi — 6 Antonio Delconte con Maria Casson ; Domenico Norbedo con Caterina Gavinel ; Santo Poli con Filomena Sneyer ; Nazario Marsich con Maria Riccoboni; Giovanni Giardini con Anna Kavrecich — 7 Lodovico Novello con Paolina Apollonio.— 8 Pietro Lonzar con Antonia Destradi. Fiere e Mercati nel Litorale dal 1 al 30 Aprile p. v. 3 M. mensile a Cervignano — 4 M. d' animali a Gradisca — 5 M. d'animali a Servola — 6 M. d'animali a Gorizia— 13 M. d'animali a Sesana— 15 F. a Tolmino — 19 M. d'animali a Opioìna — 3« M. d' animali in Ajello — 33 F. a Gradisca — 34 F. a Comen — 35 F. a Pisino — 37 F. a CJuisca ; F. a Roinans — 38 F. a Umago — 3« M. a Basovizza ; M. d'animali a Gorizia. Corriere dell'Amministrazione. (dal 6 a tutto il 22 corr.) I seguenti signori associati hanno pagato 1' associazione come segue : Aidussina. Giuseppe Dilena, ascoltante giudiziale (IV trim. 74 e I, II, III 75). — Goi'izia. Antonio Riosa, controllore steurale (I trim. 75) — Graz. Eugenio conte Rota (II trim. 75) ; Giuseppe Wassermann (I trim. 75) — Isola. Domenico Kavasini (I trim. Ib) — Milano. Dr. Andrea Marsich (I trim. 75) ; Prof. Giovanni Riosa (ideml — Montona. Luigi Corazza (I trim. 75) — Ronchi. Paolina Demori Bla-sig (tutto il 1b) — Rovigno. Alvise Rismondo (IV trim. 74 e tutto il 75). N. 188 AVVISO concernente la tenuta degli esami di abilitazione per le scuole popolari generali e civiche. Si porta a pubblica conoscenza che il giorno 7 inaggio a. c. si darà principio agli esami di abilitazione per le scuole popolari generali e civiche presso quesia i. r. Commissione esaminatrice. Le suppliche per l'ammissione legalmente documentate dovranno essere prodotte alla sottoscritta Di re/ione fino al giorno 20 aprile prossimo venturo. Capodistria, 10 marzo 1875. Dalla Direzione dell' i. r. Commissione esaminatrice per le scuole popolari generali e civiche. (Estr. dall' Osservatore Triestino). Libertà e Lavoro giornale premiato all' Esposizione Triestina del 1871. Si pubblica il I. ed il 15 d'ogni mese. Prezzo d' abbonamento : per Trieste un anno f. 3, sei mesi f. 1.50. Per i paesi soggetti alla Monarchia austriaca : un anno f. 3.30, sei mesi f. 1.75. Un numero separato soldi 2(1, arretrato soldi 30. Pel Regno abbonamento annuo L. 10. NAVIGAZIONE A VAPORE GIORNALIERA FRA TRIESTE - CAPODI STRIA e viceversa del Piroscafo EGIDA. NB. Al 1 di Aprile p. v. si muta I' orario ( V. il Numero 10.)