ANNO III. Capodistria, 16 Settembre 1869. N. 18/ | ■ " ' . ' • ' '• 1 l- • ' •<> f , w.j'jfc'.". ->» j 'di ni; 5lto3 et . yitb óao t i aStiwo'l 2Cr> LÀ PROVINCIA I j! »M«ìmH è jBtfcht* GIORNALE DEGLI INTERESSI CIVILI, ECONOMICI ED AMMINISTRATIVI DELL' ISTRIA. Esce iP I ed iì 16 d' ogni mese. ASSOCIAZIONE per un anno f.ni 3; semestre e quadrimestre in proporzione. — Gli abbonamenti si ricevono presso la Redazione. LI. POPOLO E LE SUE ISTITUZIONI, li magazzini cooperativi. Le grandi idee vengono dal core. Saint Simon. Fu già un tempo in cui i re trovando di essere isoli padroni e sentendosi onnipotenti, poterono e-sclamare: lo stato sono io. Allora, negli uomini dalle infelici condizioni sociali obbligati a sopportare quel dispotismo, v'ebbero unicamente gradi di servitù, sicché il clero presentò i suoi omaggi, le nobiltà i suoi rispetti, e il terzo stato, vale a d'ire il maggior 'w»ew. che prosperava la nazione coli'industria e cogli studi, aggravato per giunta dal peso delle al-• tre classi, ebbe gran mercè di respirar l'aria che testiere non gli potevano, e di deporre ai piedi della I maestà reale le sue umili suppliche. La rivoluzione francese sommerse il1 vecchio mondo del privilegio. Napoleone, apparso all' ingresso del nuovo come i giganti che le tradizioni dipingono alla culla della società, lo percorse trionfante, piantando in ogni parte il vessillo della fraternità, dell' e-guaelianza, della libertà; e quando, amico infedele, cadde egii pure, l'idea continuò in sua via e i paesi mono nazioni, i sudditi furono uomini, e la ragione nazionale prese il posto della ragione dispotica. Era cancellato il marchiò della servitù da tutte le parti? No. Nel 1789, allorquando la borghesìa si levò, non e mancava per essere libera, cioè, per godere il pieno uso delle sue facoltà, che partecipare al governo del paese. Per essa P affrancamento consisteva nel ' ritirare la direzione dei pubblici affari, le alte funzioni civili, militari e religiose, dalie mani dei privilegiati che ne avevano il monopolio. Piicca ed istruita. in condizione da bastare a se stessa e di condursi, non le bisognava che sottarsi al regime arbitrario. Ma per un' altra parte del terzo stato, per le classi operaje delle campagne e delle città, la libertà pre-sentavasi sotto diverse apparenze, perchè la servitù ' durissima alla quale piegavano il collo era la miseria, la mancanza di tutto. Articoli comunicati d'interesse geueralè si stampano gratuitamente; gli altri, e nell'ottava pagina soltanto, asoldi !> per linea. — Lettere- e denaro franco alla Redazione. — Pagamenti antecipati. Chi non ne ha veduti? Sono milioni di fratelli nostri che lavorano acerbamente, e dopo aver lavorato, stupidi dalla fatica, rientrano in una capanna o in una lurida soffitta e al domani ricominciano. Giorni anelerebbero godere, e mentre la tentazione insinua de' mezzi per arricchirsi senza lavoro e senza risparmio, qual voce dice loro: sii onesto? E a quarant" anni quando le illusioni spariscono e indarno tentasi arrestare il tempo rapidissimo che vola; a sessanta quando del viver affannato non rimane che esacerbamento e indigenza, qual voce dice loro: sta calmo e spera nei fratelli che Dio t'ha dati? Dalla culla alla tomba questa vita dolorosa continua; questi infelici solcano i nostri campi, servono nelle noslre case, nelle nostre fabbriche, nei nostri capricci spargendo lagrime che nessuna raccoglie, a avendo una famiglia le cui nudità non possono coprire. Chi non ne ha veduti? Or bene, bisognava osservare la condizione di qnestà gente, bisognava salvarla dalla miseria che pa* ralizzava ogni forza, che rendeva impossibile ogni suo diritto. Sè fosse dato di precisare un punto nel continuo avvicendarsi dei fatti, diremmo che ciò avvenne nel 18SO';. certo è però che la rivoluzione francese del 1830 scoprì la parte materiale della libertà, e tutte le questioni dèlia povertà, che i comunisti ed i socialisti avevano sviluppate esagerandole, pur troppo, ma trattandole prima d'ogni altro e predicando come unico rimedio l'associazione. Tali questioni diventarono sociali e furono poste apertamente dinanzi al mondo per essere risolte. Nel 1848 l'idea della redenzione s'era piucchè mai diffusa e si videro gli operai che si avanzavano, che si avanzavano da se stessi, solleciti- di migliorar condizione. Non paragonate ad una marcia compatta di bai* taglioni quel concorrere di fratelli ! È un movimento che comineia qui e là senza sforzi potenti nè combinati, ma sereno, lieto, prodotto da un sentimento medesimo che in ogni parte del mondo si esprime colla azione individuale, colla previdenza, coll'ordi-ney con tutte le qualità che salvano. Esso porta una rivoluzione nei codici; abbatte le mura entro cui i giureconsulti imprigionarono le società industriali; chiama ad associarsi non più il capitale di cui P ope-rajo è privo, ma il lavoro che l'operajo ha nelle sua braccia; presta sicurtà non solo colla sola ipoteca che l'operajo non può dare, ma colla virtù che l'o-perajo ha nel suo cuore, e rende partecipe ognuno dell'opera comune. I magazzini cooperativi sono uno splendido episodio di questo gran dramma sociale, tanto splendido che sebbene altra volta questo giornale ne abbia parlato, è impossibile non ritornarvi sopra, non richiamarvi tutta l'attenzione, non far invito di prenderne conoscenza esatta e farsene iniziatore, a chi ama veder compiuta l'opera maggiore del nostro .secolo: la rigenerazione delle classi operaje. Volate col pensiero al paese dove la libertà ha la maggiore ampiezza, la più degna antichità ed ispirò nell'animo del popolo quel carattere di risoluta energia per cui si forma ogni grandezza vera. Passate il mercato mondiale che dicesi Londra e vicino 'a Manchester troverete la piccola città di Rochdale. È un giorno del 1844; i viveri son cari; i salari non crescono; la miseria fa vittime sempre più numerose, e alcuni tessitori nel secreto dei loro tuguri pensano unir insieme la loro povertà ppr diventar meno poveri ! Tutte le speranze fondano nel coraggio della propria pazienza contro i patimenti e contro il tempo, dovendo ognuno depositare 4 centesimi al giorno per formare 25 lire e insieme comporre un rapitale di 700. Ma che cosa è impossibile all'uomo che vuole? K il tempo, fedele amico dei perseveranti, porta il giorno sospirato; i vicini, ridendo, segnano le provviste meschine che ci vendono i soci al prezzo delle altre botteghe; ma in capo all'anno questi soci intascano la differenza tra questo prezzo di vendita e quello di costo, seppure come avvenne non amano lasciare gli utili al magazzino per cumulare gli interessi. Passa intanto altro tempo e tre anni dopo i soci sono 140; il capitale 7000 lire; nel 1849 alla bottega s'aggiunge una scuola; nel 1863 il numero dei membri sale a 4000, l'importo degli affari a 3,784,800 lire; al primo magazzino si sono aggiunte 26 succursali; si partiscono gli interessi a tutti i concorrenti anche se non soci, e si fonda un molino a vapore, una manifattura di cotone; nel 1865 il dividendo sale al 46 % e se ne destina una parte a sollevare l'altrui miseria, a diffondere la istruzione, ad abbellire la città nativa. . . . Operai di Rochdale! il pioniere apre le vergini foreste dell'America, e bene vi sta il nome di linoni pionieri preso da voi, che apriste via nuova all'avvenire delle classi lavoratrici! la patria loro è un punto perduto nel mondo materiale, che la mano del geografo non può segnare sidla carta; ma la gratitudine ne incise profondamente il nome in petto a tutte le genti, perchè dovunque fu ripetuta ìa loro storia, si destò magnanimo desiderio di imitarli e furono in benedizione. Nel prossimo numero racconteremo questa istoria partitamente. Dr. R. G. Società' agraria istriana. Nerbale della seduta 5 agosto 1869. (Continuazione e fine, vedi n. il). Ad Vf. Dietro mozione del Dr. Campiteli; viene di comune accordo stabilito d'impiegare i fui. 280 accordati dailo stato con aggiunta di fui. 40 dai fondi sociali nella distribuzione dei seguenti premi: 1.° fiorini 80 per accurato allevamento di bachi e confezionatura di partita estesa di semente nostrana, se non sana affatto, ma che presenti le migliori condizioni di salute. 2.° fiorini 60 per lunghi ed accurati studi sulla ■coltura di bachi e segnatamante sulla confezionatura di semente sana. 5.° fiorini 20 per una partita piccola di semente nostrana confezionata con cura che trovisi relalLamenlc nelle migliori condizioni di salute. 4.° fiorini 40 per estesa coltura di gelsi nell'ultimo triennio, che presenti le migliori condizioni. 5.° fiorini 20 per lo stesso oggetto. 6 ° fiorini 50 per coltura non estesa di gelsi, ma in condizioni diffìcili od in territori dove questa coltura fu introdotta per la prima volta, oppure è poco estesa. 7.° fiorini 20 per lo stesso oggetto. fiorini 50 por un vivajo di gelsi ben tenuto, e ebe dia piantoni a prezzi relativamente bassi. D.° fiorini 20 pel migliore semenzaio di gelsi. Ad VII. Acquisto di sementi foraggiere ed erbacce da distribuirsi ai soli comizi. Ad Vili. Dietro mozione del Dr. Campitelli viene stabilito di proporre un comitato d'impiegare la sovvenzione accordata dalìo stato per letamai nei seguenti premi: 1.° fiorini 50 per un letamajo che corrisponda sotto ogni riguardo alle esigenze agrarie. 2." fiorini 50 per sn letamajo che senza gran dispendio corrisponda allo scopo. 3.° fiorini 20 per un letamajo, e senza esser fatto secondo le prescrizioni di scienza, si avvicini il più possibile allo scopo. 4.° fiorini 20 per lo stesso oggetto. 5.° fiorini 40 per una fogna nell'abitato o presso 10 stesso, la quale corrispondendo alio scopo di raccogliere le materie riducibili a letame, nulla Insci a desiderare dal lato dell'igiene e della nettezza. 6 ° fiorini 40 per un cesso che tenda a combinare le esigenze dell'abitalo colle esigenze agrarie. 7.° fiorini 60 per una memoria sul modo di for mare razionalmente letamai e fogne, e di confezionare 11 concime. 8.° fiorini 40 per spese di stampa della mentovala memoria. Ad IX. Congrui assegni a comizi, od eventualmente a comuni in mancanza di comizi, sempreclu' abbiano orli agrari o vivai. Ad X. Distribuzione ai comizi di un esemplare delle opere di apicoltura del Sartori e del Bastian, e di un alveare. (Con piccola aggiunta i f. 50 basterebbero per 8 comizi agrari). Ad XI. Viste altre più precise ioformazioDi si o- «ella dalla proposizione contenuta nel protocollo £9 Luglio N.° 331 « Lussinpiccolo. » " ad XII. I f. 2466 s'impieghino in acquisto di tori e di vacche di razza nostra e stiriana della Miirzthal, previa più precse informazioni da attingersi presso la società stiriana e con veterinari. Sia direttivo nell'acquisto che la razza sia principalmente di lavoro, non esclusa contemporaneamente la carne ed il latte. Tra i due sistemi di riparto della Bucovina e di Linz, prescegliersi quest'ultimo, e doversi pertanto vendere a pubblica asta gli animali acquistati, però a prezzo di favore e verso condizioni e garanzie da imporsi al compratore. Ad. XIII. (281). Fra gli ali rezzi rurali aggiungersi eventualmente eziandio un sussidio- per acquisto di presse per fieno. Ad XIV. (282). Stabilire 5 premi per confezionatori di partite di formaggio, da conferirsi sopra ri-ferta di persona a ciò incaricata, e precisamente tre premi per le isole (f. 25, 15, IO) e due per languente e Castelnuovo (f. 20 e f. 10). Sl'LLA GRAN QUESTIONE DELL'UTILE SPERABILE NELLE SPECULAZIONI SUI BESTIAMI ED IN PRIMO LUOGO SULLA CONVENIENZA DELLE MANDUE DI VACCHE. Era mio pensiero di terminare prima di ogni altra cosa i mki: Cenni sulla sihiazionc utlucile dell'industria agraria; imperocché, dall'esposizione dei fatti più rilevanti,, dei miglioramenti di già compiuti e di quelli che tuttodì si vanno introducendo presso le nazioni le più colte, per diritta conseguenza si veniva a conoscere quali dovevano essere i punti principali sui quali dirigere tutta la nostra attenzione ed i nostri più assidui studii, onde mantenerci sempre onorevolmente fra le nazioni più avanzale in. agricoltura. Un soggetto da prendersi fra i primi in considerazione e per la sua importanza propria,, e per quell'altra che acquista quale mezzo potente di accrese.re considerabilmente i prodotti della terra, io stimava dover essere l'industria de'pmlolli animali e gli esempi stranieri servire dovevano di punto di partenza al mio dire. Ebbi di già a far parola dei ricchissimi proibiti che gli agricoltori inglesi sanno ritrarre dai loro bestiami, e di passaggio^ accennava come in Francia i dipartimenti meglio coltivati sono appunto quelli ohe recavano maggiori e migliori prodotti animali. A-vrò a ripetere la medesima cosa per tulti gli altri paesi più avanzati nell'agricoltura,, ed a constatare che ovun-i/ue e sempre il primo passo al miglioramento dell'agricoltura fu quello dei bestiami e ripeterò col signor Emile .lannet che: Vagriculture,e'est le bétaill Ella era certo cosa utile al mio scopo l'avere messo innanzi agli occhi dei miei lettori tutti gli esempi, che hanno forza ed autorità di prova. Dico prova, perchè se nei paesi di clima assai inferiori al nostro, i prodotti animali arricchiscono coloro che se ne occupano con intelligenza, non è possibile che nei noslri paesi produttori di sì gran copia di ottimi foraggi, i quali, i se non sono i primi del mondo, non si possono dire a nessun altri secondi, non è possibile, dico, che la ! provvidenza si mostri tanto matrigna da rendere cosi ! raro il caso di benefizio nello allevamento dèi bestiami come alcuni lo credono. Anche ove splende il bel sole d'Italia si può ripetere: VJgriculture, c'est te betailt Ma una circostanza m'impone a non frapporre indugio ad intraprendere la trattazione di questa importantissima materia. Il signor professore Ottavi, nel suo accreditato giornale il Coltivatore, N. 43 del 25 ottobre 1856, pagina 178, parlando dell'agricoltura della Lomellina, fa ricadere il suo discorso sul soggetto delle Bergamine, ossia mandre di vacche, sul quale sembra avesse di già parlato altra volta. Siccome la propria mia esperienza mi suggerirebbe una conclusione alquanto diversa della sua, la quale è troppo scoraggiante per gli agricoltori, massime se novizi,, io mi credo in dovere di entrare in lizza E ciò tanto più sembrami opportuno di fare, che il signor professore fa una lunghissima noto d'interrogazioni, alle quali per mezzo della mia contabilità, sono in grado di rispondere io modo preciso, non una sola eccettuata. Per maggiore intelligenza dei miei lettori trascriverò qui le parole stesse del signor Ottavi. « Ritorno alla quislione delle Bergamine. « In generale le vacche si bilanciano con perdita. « Le parole vennero da me delle e date alle stampe « molle volte. Esse furono oggetto di vivissime disrns-« sioni con molti coltivatori d'altronde stimabilissimi « di tutti i paesi non esclusi parecchi milanesi già mo!-« to iniziati in questa principalissima quistione. La soft la contabilità e una contabilità severa, regolare, iu-« flessibile può risolvere il problema e pronunciare uà « giudizio inappellabile. Or siccome di tale contabilità « sono pochi coloro che se ne curano, così sarà ora « lecito a me che di questo ramo mi occupo moltissimo, « e teoricamente e praticamente, per mio conto e « per ce nto altrui, di altamente ripetere, le vacche si « bilanciano con perdita. Io non sono però di quelli «che vogliono ad ogni costo far premiere la propria « opinione per mero amor proprio. Q"i almeno l'u-« lile generale solo mi muove, e sarei molto lieto per « il bene della nostra agricoltura, di essermi fin qui « ingannato e di dover proclamare una verità opposU. « La quislione è di un'altissima portata, essa è fonda-« mentale in agricoltura, e se non può condurre in « caso sfavorevole, alia soppressione delle Bergamine « che sarebbe questo un male maggiore, può almeno « modificare grandemente le idee e le pratiche attua I-« mente in vigore. » « Animalo da tali sentimenti mi fo ora lecito d'io-« dirizzane le seguenti dimande ai lettori del Coltivati tore che sono in grado di rispondervi convenevol-« mente, rivolgendo specialmente la mia preghiera ai « Milanesi, ai Parmigiani ed ai Lomellini : e ira questi « in ispecie ai signori Cairati, Rizzardi, Strada, Ma-« rangani, Barbavara, Gambieri, Fumagalli,. Palmeri. « Colombini, Fanchio'tti, Bagini, Jloreo, Troncone, Cas-« sola, Belasio.Fagnani, Maggi, Noè, Bignami. Pellaggio, « Massazza. Maestri, Cappa, Robecchi, Cerri ecc, ecc. « Concedano che io li preghi e che speri d'averne le a risposte. Io ne adornerò le colonne di questo pcrio-« dico, ordinandole in modo ohe possano tornare, co-« me spero, vantaggiose alla patria agricoltura. Che « se non bastassero i dati che loro chieggo,, abbiano « la bontà di unirvi tutti quegli altri che credessero « necessari alla risoluzione dell'importante problema « Mi perdonino i Lomellini della libertà clic mi presi « del pubblicare i loro nomi. Io ciò feci solo coli'idea « di associarli ad un'opera buona. » Ecco ora ledimande: « Quanto vale un vitello al suo nascere? Quanti «vitelli dà una bergamina di SO vacche? Quante vac-« che si mungono in media al giorno in tale berga-« mina? Quanto di latte danno ogni anno? Quanto a « testa al giorno le migliori e le infime, dieci giorni « dopo il parto, trenta giorni dopo, due mesi dopo « ecc.? Quali specie di formaggio si fabbricano, e dopo « a quanto tempo e a qual prezzo si vendono? A qual « prezzo si vende comunemente il burro?Dal suddetto « latte quali prodotti accessori si ricavano, e quanto «valgono almeno approssimativamente? Come può in-« fluire il numero delle vacche e la quantità del latte «sulla natura e qualità dei latticini? Quale quantità « di letame si può ricavare da 50 vacche e quanto « può valere? Sì .trova a comperare il letame? Si fa «uso di guano, di fuliggine, ecc., ed in quale pro-« porzione riguardo al letame prodotto? >» « Quanto valgono il .fieno maggengo, la ricetta, il « terzuoio o quartaruolo, la paglia e la stoppia? Si tro-«•va a vendere a qual prezzo il fieno, l'erba dei prati « e delle marcite? In che proporzione si coltivano i « prati marciloi e i prati ordinari naturali ed artifi-« ciali relativamente alle piante a grani, come riso, fru-« menlo. meliga, ecc., ed alle filamentose od altre « spossanti? Che prodotto si ricava in fieni, paglia e «grani delle suddette coltivazioni? Quant' erba all'an-« no e quanto fieno, paglia, stoppia, foglie, e farine, « sale, olio, condimenti, e medicamenti consumano 50 « vacche? Cosa si corrisponde annualmente ai vaccai « di una tal bergamina (o di altra che constasse di un « numero maggiore o minore di vacche) in danaro, « granaglie, olio, legna, ecc.? Quanto può valere il « labbricalo destinato ad una tal bergamina? Quanto « quello destinato alla latteria? Quali spese maggiori « richiede questa in salal i, olio, sale, manutenzione ed « ammortizzazione degli utensili ecc? Quanto costano « le delle SO vacche compresele spese accessorie d'ac-« quisto e a qual prezzo si rivendono quattro, cinque, « sei anni dopo? A che razza appartengono le suddette « vacche? Quanto costa il mantenimento dei lori? E « egli necessario per il buon andamento della berga-« mina che \i sia un.direttore speciale interessato per «. la sorveglianza e quale stipendio gli si dovrebbe con-« tribuire? Chi, in caso diverso, sia incaricato della « sorveglianza della bergamina? A che somma ascen-« dono le imposte, il fitto reale o presunto, Io stipen-« dio degli agenti e dei sotto agenti, le liste degli ar-« tisli per le riparazioni degli utensili della latteria e « vaccheria, le spese di veterinario, ecc.? » Se non rifuggo dalla discussione, io dichiaro a-pcrtamenie ch'io non amo la polemica; epperciò, calando nell'arena, non porterò meco che armi cortesi. Se non propugno la medesima opinione, però io non mi presento quale avversario innanzi al signor professore Ottavi il quale avendo di già sovra questo oggetto sostenute vivissime discussioni con molti coltivatori di tutti i paesi ecc., troverà in me 1111 pratico, con-vinlo da una sufficiente esperienza, ma disposto alla conciliazione. D'altronde il signor professore me ne dà egli medesimo l'esempio protestando di non essere di quelli, che vogliono ad ogni costo far prevalere la propria opinione. Cosi diverrà facilissimo lo intenderci a grande edificazione dei nostri confratelli e coltivatoli. Quando avrò presentato il risultato economico di una mia mandra tenuta in condizioni di clima pochissimo favorevoli, ed indicati i mezzi da me adoperati per ottenere un utile di non sprezzabile considerazione e dopo avere accennati altri esempi non miei, io credo che potrò formolare la seguente proposizione: Quando una mandra di vacche sia diretta con intelligenza, il suo conto si dovrà bilanciare con profitto. Lo scapilo toccherà all'ignorante