ANNO V. Capodistria, tO maggio 1871. N. IO. GIORNALE DEGLI INTERESSI CIVILI,. ÈC0N0IICIr llftlRI81RAT'IÌTi DELL' ISTRIA, ED ORGANO UFFICIALE PER gli atti della società agraria istriana- E'see ir 1 ed il 16 d'ogni mese. ASSOCIAZIONE per un anno f.ni o; semestre e quadrimestre in proporzione. — Gli abbonamenti si ricevono presso la Redazione. Articoli comunicati d'interesse generale si stampano sra-tuitamente; gii altri, e nell'ottava pagina soltanto, a soldi 5 per linea. — Lettere e denaro franco alla Redazione, — Un numero separato soldi 15. — Pagamenti anticipati. ATTI UFFICIALI DELLA SOCIETÀ AGRARIA. AVVISO DI CONCORSO A PREMI Bachicoltura Per cooperare coi sussidi dello Stato al miglioramento delle condizioni seriche della provincia, la presidenza delia Società Agraria Istriana apre un concorso a premi per la campagna del 1871. 1. Vengono stanziati i seguenti premi : I. Un premio di fiorini 60 a chi avrà confezionato col sistema cellulare almeno due oncie sottili venete di semente gialla nostrana, immune affatto »la corpuscoli. Il Quattro premi da fiorini 10 per cadauno n .perfetta stima obb. VpxiluMie. • i, 9 —-v-f-..,. ■ ., ' • .*: . . .fa Monte San Servolo, maggio. Una delle cose più lamentate in fatto d' istruzione ■scolastica è il pochissimo calcolo che si fa della lingua materna. A persuadercene basti avvicinare un fanciullo della IV classe elementare. Provatevi a domandargli, per esempio, cosa intenda per sostantivo, per aggettivo, per articolo ; oppure pregatelo che vi fornii una sola proposizione, in cui non c' entri che il soggetto, il Verbo, l'oggetto ; e dall'esame fattogli vi accorgerete cos' abbia imparate della lingua clic succhiò col latto e che un giorno gli dovrà servire in ogni suo affare, » molti luoghi di questo moneto si è del parere affatto contrario. — Perdoni, egregio signor redattore, il poco che ho buttato giù, così alla buona, solo nella speranza di auscita o tra 1 veramente studiosi un tema tanto importante e vitale per l'avvenire di questo paese, degno-di incito studio e di tutto l'amore degl'italiani.. — F. Riceviamo la seguente: Onorevole Sig. Dilettore,. ilo letto con molto interessamento le tabelle statìstiche della produzione agricola dell' Istria, che la Giunta Provinciale prestantissima, come Ella la chiama, ha voluto commumcarle. Ma quando dalle cifre ho voluto tirar qualche con-tlUsione, mi son trovato in uno stranno imbarazzo: le inìsure di capacità e di estensione sono accennate in •jv.geri, in emeri e perfino in un esotico met'zen, che io non so affatto che roba sia. So benissimo che mi si il'ià che sono le misure legali, e che ufficialmente non f e ne possono adoperar altre. Ma' io osservo che quel v net zen non è italiano e si poteva almeno tradurla; e poi aggiungo che se ne' rapporti ufficiali non è lecito decampare dalli ordinamenti esistente ne' rapporti sociali si può anche prescindere da essi e avvicinarsi un po' più alli usi del giorno. Può darsi che in provincia molti siano in grado di capire che cosa sono codesti jugeri e codesti emeri-, ma siccome noi dobbiamo credere che anche un po' più in là di Zaule qualcuno pensai a noi, è certo che questo qualcuno, si troverà nello stesso imbarazzo, in cui mi sono trovato io. A me pare che se si cominciasse a- usare, almeno nelle relazioni private, il sistema metrfco decimale-, che ora è adottato nella- nostra Italia, in Svizzera, nel ^Belgio, in Francia, in Spagna e sta pei- esserlo anche in Inghilterra, si otterrebbe doppio vantaggio, poiché si abituerebbero i nostri concittadini a conoscerlo e a valersene e si appianerebbe uno almeno delli ostacoli «■he impediscono a molti di conoscerci più davvicino e più esattamente. La Giunta Provinciale non dovrebbe trascurare anche questo modo di incivilimento, e dovrebbe poi persuadersi che i metzen staranno bene oltre le Alpi, ma non v nel bel paese, dove il sì suona » Mi scusi e mi creda con tutta osservanza Suo devotissimo ITn lettore italiano. CRONACA DELLA CITTÌ. Oggi cominciamo dall' alto. L'intonaco- della cupola del nostro campanile, nei lati di settentrione- e levante sui quali infuriano i soffi dell' aquilone- e più spesso la pioggia, si trova quasi tutto sgretolato: potendolo percuotere sonerebbe a fesso; Infatti durante il turbine del primo attuale caddero due grosse falde dì calcinaccio e si sbriciolarono sul lastrico, senza incontrare per buona ventura alcuna testa che facesse loro ostacolo. Ma la disgrazia che non avvenne in quel giorno potrebbe avvenire in un altro : dunque provvedasi, e il provvedimento più economico e per conseguenza più pronto ci sembra quello di abbattere alla bella prima 1" intonaco minaccioso della cupola, che scalcinata verrebbe messa in armonia col muro vetusto della torre. * . . * l'uà cantonata di una ca-a accenna di'crollare. Ohi vuol vederla tenga la vìa che dalla piazza del Buomoy passando sotto il cavalcavia del Pio Istituto Grisoni, conduce al quartiere- dei pescatori, e giunto poco oltre la metà della scesa, che- va parallela al magazzino del sale, alzi gli ©echi sulle- vecchie mura fasciate di neri stillicidii. Una fittaiuola ci disse dalla nnestra che non teme il pericolo- pei e-hè ha fiducia nella volontà del Signore ; e noi che ne abbiamo anche nella previdenza del Municipio, confidiamo che il proprietario della casa verrà sollecitamente astretto a parvi riparo. * * LT aver nominato, il Pio Istituì® Grisoni ci fa capitare un' idea. I fanciulli di questo istituto fanno le loro passeggiate accompagnati di sistema da un servitore — uomo eccellente ma zotico, e sloveno;, per cui parla a strapazzo il nostro» idioma : fosse- zotico e toscano transeat, giacche qualunque somiere può-poi-tare una coppa d'oro, e dal toscano attingerebbero, parole e modi della lingua —(amnùnando.eonpighokdubbiotso e malinconico, goffi, panciuti,, lenti e alcuni perfino-strisciando-i piedi, insomma con incesso affatto sconvenevole alla, loro età;, mentre dovrebbero andare vispi, allegri, a-gili,. solleciti. Per le tante ragioni che anche negli e-dueatorii di. beneficenza s'introdusse l'ottima consuetudine di vestire i fanciulli con gaio abito ed elegante, la direzione del nostro dovrebbe fare altrettanto. Ecco l'idea. * Adesso scriviamo sotto la dettatura del signor direttore. Dopo molti anni di umiliante peregrinazione, nel prossimo agosto, il Municipio ritornerà a casa propria, e perciò la Provincia additai ai suoi concittadini la convenienza di festeggiare con un po.'di solennità questa benavven turata congiuntura, e eli perpetuare il ricordo della letizia che ne arreca col regalarle^ a mezzo di pubblica soscrizione, dei basti rappresentativi i sei celebri capodisferiani — Elio (patriarca di Gerusalemme); Vittore Carpaccio; Pietro Paolo Yergerio Junio» re (vescovo); Girolamo Muzio; Santorio Santorio-: Gianrinaldo Curii — che potranno in modo egregio accomodarsi all'abbellimento della sua sala. La somma occorrente- per questi* sei busti di pietra scaglinola, più grandi del naturale, sarebbe, secondo un preliminare chiesto al nostro Favento, di lire mille, e cento pel trasporto da Firenze.. * si) Abbiamo passata piacevolmente la serata musicale del 6, per la quale la società filarmonica e la società della Loggia erano convenute nella sala di quest'ultima. Cominciò L'orchestra, compoeta tutta da dilettanti, colla sinfonia, del Tancredis'interpose colla sinfonia dell'.Italiana in Algeri; e chiuse il trattenimento colla prima cavatina dell' Emani: l'esecuzione fu eccellente. Dopo, la prima sonata dell' orchestra sedette al gravi-cembalo la signorina Anna S. per secondare nel Sogno (romanza di G-iosa) la signorina Carolina IX. S., e così pure alla seconda parte del concerto nella Stella confidente (romanza di Robaudi). Ciascuna eseguì benissimo l'opera propria e furono applauditissime: la voce della D. Si, dolce e sonora, si presta ad ardue modulazioni. Poscia la signorina S. ci fece udire con molta grazia e maestria la R'oute en train (galop de concert di F. Kettener). Nei faticosi Sovvenir* de Bellini di T. Artot ammirammo nel maestro signor Giuseppe C. somma perizia di violino che gli fruttò applausi copiosi:-lo accompagnava, con maraviglila precisione e agilità nelle subitanee mutanze di tempo, la giovinetta Vittoria B. La signora Regina Ai. - C. toccò il gravi-cembalo spigliata come sempre e soave nella fantasia sulla Lucia di Lamermoor di F. Prudent. E ora dobbiamo alzare nostro malgrado una cortina, che avremmo molto desiderato di tenere abbassata. Dietro questa cortina si vede una terribile scena : si vede uno stuolo di persone ammantate, che roteando lucenti ferri circondano una vaga donzella implorante ginocchioni la vita, e che poi l'abbandonano, attortigliandosi i baffi, dopo di averla ferita a morte. Chi è costei? La società filarmonica. Chi sono costoro? Quei socii che s'allontanarono in massa da lei. Perchè tanta ferocia? Risponda chi vuole. Uscendo dallo scherzo fantastico, nutriamo fiducia che alla brava direzione non fallirà una felice riuscita nell' assunto impostosi di dissipare i nuvoloni pregni di puntigli, di rabbiette, di caviìlazioni, di esigenze smodate, e che la stella di civiltà potrà brillare in mezzo alla concordia dei filarmonici. * * * C'è ancora a Capodistria il comizio agrario? A questa domanda, fattaci in iscritto da una gentile anonima, risponderemo nel prossimo numero. ASSOCIAZIONE MARITTIMA ISTRIANA. Nel 'pubblicare anche nel nostro Giornale l' invito dell' Associazione marittima istriana, gentilmente comunicatoci dalla sua Direzione, per la ascrizione di altre 3000 Azioni, non possiamo astenerci di caldamente raccomandarla specialmente ai nostri fratelli istriani per un numeroso concorso. Non vogliamo dubitare della loro volon-tcrosità a prendervi parte e per la tenuità dell'Azione e per la proficuità dell' intrapresa e perchè off re una carriera molto utile ai nostri giovani, togliendoli da studi e professioni di men pratico ■ed immediato vantaggio, perchè è bene dar prova infine che anche fra noi è penetrato quello spirito di associazione, che fece grandi le nazioni che ora figurano prime nel mondo, le quali si trovavano un tempo in condizioni economiche peggiori delle nostre. Uniscano dunque li nostri compatriotti le sparse loro forze per l'ingrandimento di questa patria intrapresa e sia loro di sprone ecl esempio le prospere sorti dei Lussini, di Sabbioncello di Ragusa, il cui numeroso naviglio, fatto coli' unione di piccole forze solca ormai tutti i' mari, facilitando ed arricchendo l'industria e i Commerci del mondo, e portando il benessere e la ricchezza nel proprio paese. E prima di chiudere questo appello agV i-■striani, ci giova ripetere le parole che vennero pronunciate alla istituzione della nostra associazione, le quali tradotte in fatto, come speriamo, devono farle raggiungere le più prospere sorti. "Quando saremo uniti da fratellevole confidenza e ci saranno guida V onore e la saggezza, non si teme di affermare che le sorti della nostra associazione sieno assicurate„. Ed Azionisti e Direzione adempiano adunque alacremente il compito loro, perchè il più brillante avvenire sorride alla giovane nostra intrapresa. AVVISO. Con riferimento agli Avvisi inseriti nell' Osservatore Triestino di data 1." giugno e 29 agosto 1870, T Associazione marittima Istriana riapre col giorno d' oggi le soscrizioni per 1' emissione •di altre 3000 azioni, di fior. 100, gli assuntori delle quali avranno diritto agli utili risultati dal terzo Bilancio, che si chiuderà col 31. dicembre 1872. Il pagamento sarà da effettuarsi in tre rate4 e precisamente la prima con fni. 40. più fni. 1. per tasse e bolli, al 1.° luglio p. v. ; la seconda con fni. 40. al 1." del successivo ottobre, e 1' ultima pure con fni. 30. al 1.° gennajo 1872. Trieste maggio 1871. La Direzione. I fogli di soscrizione sono ostensibili: In Trieste nell'Uffizio dell'Associazione, Ter-gesteo, Scala l.a II. piano: In Capodistria presso il sig. Nicolò de Madonizza v x ir ano v ìi sig. fratelli Bartole 7) Parenzo » il sig. G. P. bar. de Polesini ti Rovigno » » B. D. Campitelli -ti Albona » li sig. Tommaso Luciani e Giov. Scampicchio ti Pola t> ■» Nicolò Rizzi e Giov. Fabro STUDI STORICI SULL'ISTRIA. Parte archeologica Scoperla dì un'' arctla votiva falla in Caslelnuovo Boccudarsia. Alla perspicace diligenza del signor Michele Tuffetti di Digitano ed all' amore ch'esso reca ai documenti dell' antica civiltà nostra, è dovuta la scoperta in Castel nuovo Boccadarsia di un' aretla votiva. Ecco come l'illustre nostro conservatore Pietri» dr. Kandler profonde la straordinaria copia di sua erudizione archeologica tratta dalla seguente iscrizione che si legge scolpita sull'aretta: nvmim • mb lesoco ' avo sacrvm cn ' papir1vs evmelvs ex voto L" aretta votiva, che un Cneo Papìrio Evmelo poneva per voto al Nume Melesoco, fu tratta dalle ruine di cappella rurale, intitolata a S. Teodoro, precisamente al confine fra 1' agro di Faveria, di giurisdizione della Colonia di Pola, e 1' agro dei Comune provinciale di Arsia. La scoperla verificala e disegnala dall' operosissimo Sig. Tomaso Luciani, non lascia dubbio sulla genuinità, e sulla reità lezione dell' epigrafe, la quale dalla scrittura, ancorché male incisa da qua-dratario rustico, si manifesta della fine del primo secolo, o del principio del secondo dell' èra comune. Grande desiderio si manifesta da ogni parie d'i conoscere chi fosse questo nume'insolito, e che ricorda il salmo Davidico 109: " Tu es Sacenlos in ae-ternum secundum online») Melchisedccli „,. ed i dò-nari etruschi, euganei, reti, fatti ad un nume Lafi-«emelk. Ben avrebbe potuto rispondere al quesito X ebraicista eruditissimo l)r. Saule Formiggini; però la malattia che con generale dolora dei letterati lo aggrava, ce ne impose riguardo. II giovane ab. l)n.. Pietro Tomasin a nostra richiesta giudicò significare: He della Giustizia; giudizio confermato dall' orientalista profondo Sig. Dr. Eisenstàdter, ora triestino di officio e di domicilio; Quel nume Melesoco, fenicio, persuase l'ab. Tom-masin a sospettare stabilimenti e mercatura di-Feni-cii, in questo estremo seno dell'Adriatico, ed il Dr.. Eisenstàdter s' avanzò più anlilo e cercò le prove. Del quale quesito pensiamo doversene rimettere il giudizio a' tempi, quando si scopriranno inscrizioni fenicie per forma di scrittura e per antichità di epoca anteriore di parecchi secoli a Ilo ma, fidenti che le indagini delli Istriani- possano riuscire- a scoperta- Vi sono potenti ragioni a dubitare,, male dubitazioni piegheranno la fronte alla certezza. Aoi crediamo, che quel nome di Melesoco,. accenni a Saturno, antichissimo legislatore e benefattore d' Italia. Alla memoria di lui di qua dell' Arsia ben farebbe compagnia 1' epigrafe di Fianona, su terra liburnica sacra a Giano padre. La stessa voce Saturno, secondo ne affida gentilmente il professar Eisenstàdter sarebbe fenicia, e spiegherebbe Min-stro o Dio della giustizia, così clic preferito dalli I-talici il nome di Saturno nella lingua volgare, nella lingua ieratica fosse per così dire ineffabile e ritenuto costantemente 1' indicativo di He, e con epiteto incorporatovi si formasse il sacro. La lingua ieratica delli Etruschi, delli Umbri,, delli Euganei, dei Beli, fu fenicia, e con questa si comprendono le e-pigralì scritte con antichissimi caratteri, da diritta a sinistra, di che durano bei donari in bronzo, ed e-pigrali nel Padovano, nel Vicentino, nel Trentino, a Mattrey del Pirone o Brenner. Nella Naunia Tridentina anche recentemente fu tratta dal suolo, chiave enea, colla frequente leggenda Lafiseinelk, mentre nella stessa Naunia figura Saturno, unico nume provinciale e colle spoglie opime dei lieti Munazio Piane», generale romano al comando dei Triumviri, alzava tempio a Saturno in Brina; culto sì pertinacemente professato, che nel VI secolo furono martiri della fede e della legge di Cristo nostro, Vigilio^ Sisinio, Alessandro, ed appena ai tempi di Carlo magno potè sradicarsi. Nel qua! proposito ricorderemo, come nel secolo XIIJ in Ca-poreto della Giulia prima li Slavi adorassero ancora un albero ed lina l'onte. Deponiamo ogni pensiero, che quel Papirio Ev-melo fosse ebreo, venuto colla legione nostra XV A-pollinare, che fu con Tito all' impresa di Gerusalemme. ed avesse conservato il culto degli avi. Usava della lingua e della scrittura latina ;non porla indica- zione di essere liberto, ed il cognome di Evmelo è frequente in Italia. Della gente papiria non vi ha frequenza in Istria : quel Papirio Papirinno di Trieste era della gente Varia; in Pota visse una Papiria Prima, il sarcofago era passato a Trieste per pila di olio. Presso al tempio di Roma e di Augusto is. Pois,, il signor Wassermann trasse dado per sorreggere statua, scisso per lo luogo per farne stipite o di porta o di finestra, sul quale-leggesi il nome di Cneo Papirio Secundino figlio di. altro Cneo.. scritto alla tribù Velina, il quale dopo aver coperte le somme cariche coloniche, fu curatore della Repubblica dei Flanati, mica di repubblica nel senso odierno della voce, sii»'. bene di corpo politico esercente reggimento e governo di azienda superiore ai Comuni, locchè significa clie aveva git»risdÌEÌone., It sig. Wassermann ne Sè dono al museo Polen.se. Ma ben nel Tridentino e propriamente nella Naunia, troviamo un Papirio che poneva monumento a Saturno presso al tempio di questo, in lingua latina.. Il passaggio di Etruschi ed affini di questi, ci è attestato da lapida sincera in Pinguente di persona che portava sopranome di; Lucuraone, come 1 Marci di Roma portavano quello di He, ed un Plexirte Etrusco nella massa dei Cesari, a S. Lorenzo ili Daila. Dal che tutta siamo tratti a credere, che il Me* lesoco fosse importato, il Nume, non la pietra: fossa Saturno nella lingua pratica degli Etruschi, Euga~ nei, Umbri. Siamo pronti sempre a ricrederci per migliori, altrui argomentazioni.. Appunti bibliografici Archivio veneto, pubblicazione periodica Venezia, 1871. La prima impressione, che questo voliime dovrebbe produrre nell'animo di chi prende a considerarlo, è per nostro avviso quella della maraviglia, maraviglia che appena ora siasi potuto cominciare a Venezia la pubblicazione ordinata a periodica di una serie di studj storici, inspirati alla critica moderna e in relazione col progresso scientifico di' tutto il restante mondo civile. Non v'ha forse paese in Italia e q-uindi anche in Europa, die possegga cesi abondanti e preziosi materiali storici, come Venezia ; malgrado le ripetute depredazioni, ai cui furono fatti segno, li archivj veneziani1 contengono una innumerevole massa di tesori ancora inesplorati, e non per la storia veneziana o d'Italia soltanto, ma per quella di tutto il mondo; e non di sola politica, ma di ogni genere di umano scibile; poiché que'vecchj rettori veneziani, nostri padri, usavano raccogliere informazioni di tutto e di tutti, e di ogni notizia facevano tesoro. Ciò non di meno, non si esagera,, affermando che li archivi veneziani sono forse i meno conosciuti, e non dai dilettanti solamente, ma dalli stessi scienziati di professione. Chi ha finora potuto, non. che sfogliare, direna nuasi por- correre le 400 camere dell'Archivio de'Frari? chi sa quali e quauti materiali finora ignoti si nascondano nelli antichi palazzi? Pochi eruditi percorrono di quando in quando le deserte sale della Marciana o quelle dell' Archivio Generale, ; qualcuno vi là studj speciali, raccoglie un manipolo di notizie, e basta. Ma un lavoro, che illustri largamente e pazientemente tutti que' materiali, li coordini, li trascelga, li faccia conoscere, non £ era an-cbra fatto. L'Archivio Storico Italiano del Vies-seux, le pubblicazioni delle Deputazioni di Storia Patria di Torino, di Genova, di Bologna, di Roma etc., il Giornale ddli Archivj Toscani, lo stesso nostro modesto Archeografo Triestino avevano fin qui invano eccitato l'emulazione delli studiosi veneziani. Qualcuno per verità aveva tentato la prova, ma questa era fallita davanti alla indifferenza 'del pubblico'; e così s^ era ridotti alle co-sidette ■pubblicazioni d'occasione, cioè a quo1 documenti, che venivano stampati per nozze di qualche amico delli sposi, spesso senza criterio storico, senza critica, senza scopo, sempre, in numero insufficiente di esemplari Pochi lavori di maggior polso del Sagredo, del Berchet, del Barozzi e di qualche altro non bastavano a rappresentare degnamente li studj storici veneziani. I documenti della repubblica in sostanza erano muti per noi; e solo da pochi anni una mano operosa e intelli-giente, quella di Tomaso Gar, nominato direttore generale delli Archivj Veneziani, era venuta a scuoter loro di dosso la polvere secolare e a ordinarli con qualche metodo. Ma anche questo è lavoro lungo, lento, complicato e soltanto .preliminare. Sia però T esempio della veramente singolare alacrità del Gar, sia un'aura di nuova vita, che da alcuni anni spira sulla laguna, ecco ora due giovani, i quali tentano animosi una impresa, che altri più illustri non arrischiarono ; essi s'affidano soltanto alle forze loro e all'ajuto, che sperano dal publico, e si propongono di raccogliere in fascicoli trimestrali, simili in tutto a quelli dell' Archivio Storico, una serie ordinata e continua d'i studj desunti dai documenti così abbondantemente profusi nella loro Città. Sono i signori Bartoli e Fulin; e l'opera loro, come appare dalla dotta e vigorosa prefazione, che inizia il volume, sarà divisa in più parti; daranno il primo posto alle Memorie originali, studj sopra speciali argomenti, di interesse storico o di controvversa esattezza, come ne troviamo qui due, l'uno sui tanto celebri e tanto poco conosciuti Inquisitori dei Dieci, del Fulin, l'altro sulli Archivj Veneti Antichi, del Cecchetti; documenti illustrati, e questo dovrebbe, a parer nostro, essere la rubrica più abondante; aneddoti storici e letterarj, piccoli episodietti curiosi fin qui sconosciuti, che non hanno la importanza di avvenimenti; finalmente la rassegna bibliografica e la Cronaca. Fautori e ajutatori della impresa sono, tra altri, il Valentinelli, bibliotecario della Marciana, il Gar, come dicemmo direttore dell' Archi- iAi vio Generale, e il Barozzi, direttore del Museo Correr; talché è certo che i nostri autori incominciano l'opera loro nelle migliori condizioni; e se il favore pubblico li sorregga, riesciranno a lare cosa per più versi notevole. A noi pare che il plauso e il concorso delli amatori de'buoni studj non dovrebbe mancare al Bartoli e al Fulin; i documenti veneziani hanno un pregio superiore a quello di tutti li altri d'Italia e fuori : come avvertimmo, essi trattano, non. solamente di cose casalinghe, ma benanco delle faccende estere e le Relazioni delli Ambasciatori veneti, di cui il Barozzi publicò, anni fa, un saggio, mostrarono quanta messe ci sia in cotesti archivj, e come la storia del medio evo e anche de' secoli più recenti di tutta Europa si possa qui rifare o per lo meno completare. Dovrebbero dunque anche li stranieri prestare attenzione a cote-sta publicazione e incoraggiarla, poiché riguarda loro, non meno che noi. Quanto alla provincia dell'Istria in particolare, essa non può che compiacersi di questa nuova fonte di rivelazioni storiche, che le si apre così da vicino. Le attinenze nostre con Venezia furono per quasi dieci secoli così intime, che buona parte la migliore forse della storia nostra de'tempi di mezzo bisogna cercarla a Venezia. E se il Fulin e il Bartoli o qualcuno de'loro collaboratori vorrà di quando in quando tra i moltissimi documenti trasceglierne e pubblicarne uno, che riguardi co-testa ultima e sì poco conosciuta provincia italiana, farà opera per più modi altamente lodevole e pa-triotica. 11 nostro Archeografo Triestino non sor n'ha a inipermalire, lo scopo ultimo delle due pu-blicazioni è identico, ma le vie loro sono diverse; l'Archeografo attenda, come finora fece, a illustrare i documenti di storia antica e medioevale, che ci troviamo avere in paese; VArchivio non si allargherà in ogni caso oltre i documenti, che sono a Venezia, de'quali anche X Archeografo potrebbe valersi, poiché ce n'ha a profusione per l'uno e per l'altro. Ma noi siamo lieti di cotesto risveglio di studj storici, che ci si agita dintorno anche per que-st' altra cagione, che i documenti del passato sono la nostra gloria, sono i titoli della nostra nobiltà, delle nostre origini, la giustificazione delle nostra aspirazioni. y- NUOVO PERIODICO ITALIANO. È pervenuto alla nostra Redazione, con domanda di scambio, il primo ninnerò di un periodico scientifico, letterario ed artistico diretto dal professore Girolamo Lorenzi, elle stampasi in Milano sotto l'opportunissimo titolo di Emulazione. A presagirne assai bene di esso basti leggere nel programma il nobilissimo scopo che prefiggesi l'egregio compilatore. Spastoiare iti Italia la critica dalle fascie in cui pargoleggia tuttora : ridestare l'amore alla nostra antica letteratura, alla nostra immortale poesia, rivelando nello stesso tempo per far carcere ' mutazione, quanto di bene si" opera nelle altre nazioni. In ciò sta tutto il concetto del lavoro, che imprende il signor professor Lorenzi « noi gli auguriamo perciò prospere sorti. Importante è il Numero «he abbiamo sottocchi pel ragguaglio che ci. da sul movimento delle opere scientifiche, letterarie ed artistiche-italiane uell' anno 1870, (ielle quali riproduciamo L titoli a co-XV;odo di chi bramasse farne aquisto. Del compianto professor Lorenzo Neri da Empoli :: Gian-i ino ovvero la Scuola delle avversila (in corso di stampa). Sia famiglia Bolognani - I Ricordi di un buon uomo - 11 visi-latore del povero (già stampati), Prezzo del primo tire italiano. Si,f)0 Ditta G. Agnelli. Milano. Del dottore Enrico De Pietra Leone : Trattalo pratico sul C/iolera. Un grosso volume in 8 gr. Prezzo 1. it. 5. (È in. vendita dal librajo G. Agnelli Milano; così pure gli. altri che seguono). Del professore Antonio Martinazzoli : La teorica della filosofia. Libro che combatte lo scetticismo, compreso sotto le forme di razionalismo, criticismo, psicologismo,, idealismo e scetticismo propriamente detto. Del marchese Tancredi de Riso : Sul Progresso :: dissertatone accademica, in cui l'autore si prefigge di combattere non. mi fucili ad ago. o coi cannoni rigali, ma colle armi morali. Di Giovanni Scalia : Lettere sul libro Ontologismo riformato nelle essenze eterne delle cose, scritto dal Signorelli. Del professor Lorenzo Schiavi : Sul bello in generale e su! bello letterario. Tipi Weis Trieste. Del professor lì. Veratti. Studi filològici. Sire Mia. Di Giambattista Giuliani. Sulla moralità e poesia del vi-nenie linguaggio toscano. Del dottor Vincenzo Meini. La versione poetica dei salmi Ai Dovide. Del professor P. Pacini. Un romanzo popolare, alcuni -jjaceonti e scelte poesie raccolte da Tommaseo. Di Matteo Romani: Un libro intitolato: £ guasto sì o no? il quiiuo canto del poema sacro, dedicalo a Rimini. Del professo^ Luigi Bonnassuti. Auovo commento alla commedia dell' AUi'/hieri. Del professor Michelangelo Meonardi. \lcuni sludi su Dante scritti per la gioventù. Di G. B. di Crollalanza. La storia, del contado di Chia-ienna. Del conte Francesco .di Manzano.. Gli annuii del Friuli (0 grossi volumi). Di Francesco Marchi. Metodo per migliorare l'insegnamento della contabilità ed esercizio pratico di essa. In corso di stampa. Storia delle scienze maitmaliche del professor Andrea Slialtesi. La Selezione Microscopica, rivista bacologica. Giornale diretto dall'ing. Susani. Milano, Via Pasquirolo 12. Sebbene non nuovo ai nostri lettori questo periodico, il quale vide già la luce fino dal t° aprile a. c. noi raccomandiamo 1' aquisto a chi non crede «pera di cerretani o sogni di teste esaltate 1' esame microscopico applicato al seme del filugello- Ed ecco come 1' egregio fondatore ne imprende la sua pubblicazione: Sono a dir pochi dodici anni che molteplici esperimenti hanno tolto ogni ragionevole argomento di opposizione alla scienza che mise in sodo l'u-tilità degli esami microscopici applicati ai semi del filugello. Eppure, appena da un pajo d'anni la pra- tica di fare effettivamente esperire j semi ha presa una notevole estensione. Pareva, disse assai bene (nelle sue belle pagine intorno alla generazione dei bachi da seta ) quQl dotto e fortunato bachicultore che è il signor Luigi, Crivelli, che tutti i bachicultori, previsti di uu buon microscopio, s'avessero ad applicare seriamente a ripetere e spingere le esperienze. Se si fosse fatto cosi, forse si sarebbe progredito più presto. Ma, sgraziatamente, la cosa and» ben diversa; alcuni all'annuncio dell' importante scoperta, crollarono,. diffidenti, sorridenti la testa; altri non solo i-gnoranti, ma anche maligni, più che un portato della scienza v'intravidero non so quale furberia, fatto è che intanto si rimase li staxionarii „ (1 ) Cosi ne siamo a questo ancora che molti nel-K anno- di grazia. 1871 fanno esperire il seme-presso a poco colla, stessa spontaneità di significato che ha l'umilissimo servitore in fondo ad una lettera. Lo tanno asaminare che, tanto, non nuoce: ma poi ad un modo lo coltivano per quanto sia dichiarato infetto, e si consola vantando 1' abbondanza del raccolto ottenuto dal cartone primitivo ; lo sfarfallamento non mai visto, cosi magnifico^ la bellissima apparenza del seme, le cure usate nella confezione, e via via, sicché lo esame rimane ancora, almeno cinquanta volte su cento, senza l'effetto pratico per cui si raccomanda. E, ancora, di cento bachicultori non sono, cinquanta su cui valga a tanto la pressione dello esempio de'pochi meglio accorti e veramente intelligenti. Intanto la scienza, confortata dai più splendidi risultati pratici, è progredita e, già da qualche anno, prescrive la confezione cellulare e lo esame delle farfalle come Vunico modo capace a fornire un seme veramente immune da malattia. Chi potrebbe ora dire quanto tempo debba passare prima che la.maggioranza dei bachicultori profitti di questo? Questa, al dire dello stesso Còrnalia, unirà via di salute, presenta assai maggiori difficolta ad essere percorsa che non si incontrassero al seguire i savii suggerimenti di chi raccomandava l'esame microscopico del seme. Queste difficoltà per altro dovranno essere vinte (2E che s' abbiano a vincere nel minor tempo possibile è tra i massimi interessi degli agricoltori della maggior parte d'Italia. (t) Crivelli: Studii sulla rigenerazione, pag. o4. (2) Corinalia : Esame microscopico del baco da seta, p. 52. Per inavvertenza del correttore fu intralasciata là; stampa di un emendamento alla lettera inserta nel 8 del nostro periodico. Ci affrettiamo, comecliè un po' tardi, a recarlo nel presente. emendamento Ne! numero antecedente, ultima pagina prima colonna, riga 50, invece di Curci leggasi Corticelli. TIP. DI GIUSEPPI-: TONDELLI. NICOLO' de MADOMZZA Redattore