Soldi IO al numero. L'arretrato soldi SO Associazione anticipata pel I, II e III trimestre 1875: fior. 3 e s. 40 ; fuori idem. Un trimestre in proporzione. Il provento va a benefìcio dell'Asilo d'infanzia I CRONACA CAPO DISTRI ANA BIMENSILE. si pubblica ai 9 ed ai 25 Per le inserzioni d'interesse privato il prezzo è da pattuirsi. Non si restituiscono i manoscritti. Le lettere non affrancate vengono respinte, e le anonime distrutte. Il sig. Giorgio de Favento è l'amministratore V integrità di un giornale consìste nell' attenersi, eon costanza ed energia, al vero, all' equità, alla moderatezza. ANNIVERSARIO — 28 Giugno 1797 — Muore a Milano Pietro Verri — (V. Illustrazione). i a 11: x E (Cont. Vedi N. 13, 14, 15, 16 e 17) Frutti astringenti si chiamano quelli che hanno la proprietà di condensare i tessuti ed aumentante la forza di coesione. Si conoscono e dal gusto molto acre, e dalla circostanza che l'acido in essi contenuto annerisce le lame dei coltelli di ferro. Come astringenti dovete considerare: Tutti i frutti non maturi, specialmente se la piauta non fu ingentilita coli' innesto. Guardatevi sopra tutto dalle pera acerbe; dall' effetto che producono sul coltello potrete arguire 1' effetto che vi produranno nello stomaco. Le olive, che raccolte immature si trattano colla lisciva per ispogliarle d' una parte della loro amarezza, sono di difficile digestione e fanno allo stomaco più male, che bene. Le persone di costituzione debole farebbero bene d'astenersene. Le nespole e le sorbe (sorboli), anche mature, sono molto astringenti; solo quando diventano strammature perdono l'asprezza ed acquistano un gusto vinoso. Mangiatene poche. Le cotogna hanno una polpa molto odorosa, ma sono anche molto astringenti, perchè, comunque mature mantengono sempre la loro acerbità. Cotte sono meno nocive e la cotognata che se ne fa, riesce piacevole e in poca quantità non è nociva. Anche il citriuolo (cucume.ro) ha un principio astringente. Esso è di difficile digestione e pochissimo nutritivo, per il che si deve usarne con molta moderazione, uè mai mangiarlo senza condimenti. Lo stesso si dica delle petronciane (melanzane), che sono insalubri perchè cibo freddo, ventoso e di difficile digestione. La cottura ed i condimenti rendono le petronciane d' un gusto almeno tollerabile, ma non tolgono loro del tutto le nocive qualità. Le persone di stomaco debole dovrebbero astenersene del tutto. II carciofo (articiocco), di cui non sono APPENDICE. LA VENDETTA DI GUY NEWTON eacconto di M a r y C e e i 1 H a y Traduzione dall' inglese di ANNA P. Capitolo III Sul ponte Sant'Angelo avevo raggiunto Guy ed assieme proseguimmo la stessa via. Mi era unito a lui senza che m'invitasse, e camminammo in silenzio. Oh quanto diverso questo passeggio da quei nostri di Oxford! Guy Riprese bensì quell' antico suo uso di rallentare il suo passo per conformarlo al mio che è sempre tardo ed incerto, ma non diede altrimenti a conoscere d'esser conscio della mia compagnia. Rimarcai che non alzò ueppur lo sguardo quando passammo innanzi al castello, ma in sulla piazza di fronte a San l'ietro si fermò, mandando un'esclamazione di sorpresa, non già alla vista dell'imponente mole della basilica, bensì allo scorgere una figura di uomo, che in quel punto alzava la portiera, foderata di pelle, che chiudeva l'uscio. Riconobbi subito mangiabili che 1' estrema polpa dei petali ed il ricettacolo, è crudo, molto astringente, ma si addolcisce perfettamente colla bollitura, ed allora il tessuto tenero diventa nutritivo e di facile digestione. Alcuni medici sostengono, che 1' uso abituale dei carciofi toglie il sonno : fatene 1' esperimento e regolatevi. Le zucche non sono frutti astringenti e ne parlo qui, perchè trattando delle angurie e dei meloni : le povere zucche, le quali pure appartengono al medesimo genere, ini sono rimaste nella penna. La polpa delle zucche nutre poco, è molto rinfrescante e lassativa, ep-però non vi consiglio di mangiarne molta, specialmente se immatura, chè andreste incontro ad indebolimento e diarrea. Fra le zucche è da preferirsi il potirone (zucca butirona), il quale quand' è maturo riesce più nutriente e meno lassativo. Erbaggi. Per erbaggi, intendiamo qui lo piante annuali, o biennali, di cui non mangiamo il frutto, ma la pianta stessa. Gli erbaggi sono, in generale, di facile digestione. La cicoria (radiccio)t è faci Imente digeribile e la sua amarezza lo rende tonico, cioè rinforzante per lo stomaco. Riesce molto salutare specialmente nell'estate e nell' autunno ed è da consigliarsene l'uso particolarmente alle persone che hanno una tendenza alle febbri intermittenti. La latuca (salata, indivia), non è amara come la cicoria, modera il calore e il moto del sangue, ma produce flautolenze e indebolisce. L'acetosa ed il boragiue ( puràzenó) sono aciduli, e mescolati con altre insalate, eccitano l'appetito ed ajutano la digestione. Del cavolo fiore e del broccolo si mangia la fioritura non ancora sviluppata e le foglie più tenere. Sono facili a digerirsi, saporiti e salubri. Delle verze e dei capricci si mangiano le foglie, le quali contenendo della parte zuc- la figura del capitano Eliot. Come lui entrammo nella chiesa, ed io stetti per un poco assorto nell'ammirazione della vasta e maestosa bellezza del luogo. Quando mi volsi, Guy non era più al mio fianco, nè c' incontrammo più se non quasi un' ora dopo; e dagli occhi scintillanti di Newton m'avvidi che da lungi aveva spiato suo cugino e che sapeva ove fosse. — Hai, volete provare di salire sulla cupola? mi domandò in tuono calmo e gentile. La salita è dolcissima, potresto quasi farla a cavallo. — In fatti la feci senza fatica, non avendo neppur bisogno del braccio di Guy, benché l'accettassi, veduta la premura colla quale me 1' offriva. E così mi decisi anche a salire sulle gallerie, ma, per la scala che dal tetto conduce iu alto, dovetti seguirlo molto lentamente. Indugiammo per al-quauto tempo nella prima galleria e rimarcai la premura colla quale Guy la misurava collo sguardo. Io salgo anche fino alla seconda. Volete venire anche voi Hai? mi chiese con voce concitata. Lo seguii quasi macchinalmente. Il sa- cherina sono nutritive, riescono però flautu-lenti. Il capticcio rosso è più zuccheroso e più tenero del bianco. — I capucci garbi (crauti) perdono per la subita preparazione una gran parte della sostanza nutriente, sono però un eccellente surrogato alla deficienza d' altri erbaggi nella stagione invernale. Diventano pesanti quando sono conditi soverchiamente colla grascia di maiale. I caulirape (cavoli rave), devono la loro forma alla circostanza, che il tronco, anziché allungarsi come nei broccoli, si rigonfia e presenta un corpo rotondo intorno al quale sono disposte le foglie laterali. È un cibo nutriente e salubre semprechè il tronco non abbia una consistenza legnosa, nel qual caso diventa insipido e diffìcile a digerirsi. Gli spinaci sono facilmente solubili ma poco nutrienti ; alle persone di stomaco delicato producono di frequente flusso di ventre, epperò devono ben condirsi. Migliori sono gli spinaci della Nuova Zelanda, detti anche Tetragónia. La pianta getta lunghi tralci dai quali si spiccano le foglie, che tornano a riprodursi. Sono più nutrienti e meno flmtolenti degli spinaci comuni. Gli asparagi, di cui si mangia i teneri germogli, sono aperitivi e promuovono poteu-temeute 1' orina, qualità che li rendono, salvo intemperanza, molto salubri. Simili agli asparagi, sono i giovani germogli della rusca (bruscandoli). Non hanno tutta la virtù diurretica dei primi, ma perchè amari, servono di conforto allo stomaco. I funghi, per quanto piacevoli al gusto, sono sempre un cibo sospetto. I meno pericolosi son quelli che nascono nei luogi asciutti; ma non c'è che l'occhio eserc tato delle persone intendenti, che possa distinguere i fungili innocui dai velenosi. In quanto ai funghi non posso darvi che questo duo regole: non fidate di voi stessi, ma fateli esaminare da chi è dell'arte, — mangiatene pochi e beveteci so- lire quell' altezza vertiginosa non fu di certo cosa piasevole per me; ma spinto, come pare-vami, da qualche cosa ancora di più forte della nostra vecchia amicizia, lo seguii senza esitare. Giunto in alto, rimasi sbalordito guardando abbasso ove le figure di quei che andavano e venivano non parevano più che punti neri sul lastricato. Girando gli occhi, vidi presso di me Guy il quale, colle ciglia inarcate e le labbra strette guardava nel fondo della galleria dei drappelli di visitatori, forestieri, fra i quali scorsi il capitano Eliot. Un poco più sotto del sito, ove li scorgemmo, era stata messa un' armatura per alcuni operai che appunto allora non si trovavano al lavoro. Questo stretto tavolato sporgeva circa dodici piedi fuori della galleria e pendeva sull'immenso vuoto sotto la cupola. Il capitano Eliot stava ciarlando vicino a quest' armatura, quando all' improvviso noi, che ambidue tenevamo i nostri sguardi fissi sopra di lui, lo vedemmo arrampicarsi al di fuori. I forestieri ristettero costernati a guardarlo, mormorando che soltanto mi inglese poteva commettere una simile pazzia. (Continua) pra un poco di vino. In caso cho i fungili vi producano la colica, procurate (li promuovere il vomito, e bevete un po' di rkum od acquavita. (Cont.)_ G. F.-A. La questione economica del giorno Un male grave travaglia oggi la società, e senza un sollecito rimedio seriamente la minaccia. E nel campo dell' industria dei commerci, e dei mestieri, il quale abbraccia la parte più larga della Società, dove a preferenza, e .non sempre latentemente, serpeggia il germe del malore. Il capitale ed il lavoro, questi potenti fattori di benessere sociale, i quali abbisognano d'un completo accordo nella scelta dei mezzi por raggiungere pazientemente il loro scopo, guidati in oggi da falsi criteri 'stan di fronte quali nemici, fermi nel credersi scambievolmente sacrificati. Il lagno è generale, e tutti concludono che così non la può andare. Ma quali sono io cause di un tale stato? Quali i mezzi per porvi riparo? L'amore della speculazione, la febbre dei facili guadagni, invasero il pacifico campo dei commerci acciecando i speculatori, che, abbandonato l'onesto, paziente e difficile traffico, si diedero all'aggiotaggio, al giuoco sfrenato, colla pazza speranza di arricchire in un giorno. Le conseguenze di questo delirio son note. I fallimenti successero a migliaja; il credito, la buona fedo, uniche basi del consorzio commerciale, furono scosse; si ruppero le anella di quella catena che per le facili comunicazioni della giornata legava in un fascio i commerci del mondo iutiero; e la società tutta ne sente il fatale contraccolpo. L'esempio fu contagioso, e dai grandi centri il male si diramò nei minori. Il lavoro non pago della propria posizione, si scosse dal tranquillo suo posto col convincimento che ad esso pure spettar debba la scielta di mozzi per più facili guadagni. Le radunanze, i club organizzarono gli scioperi, le pretese 11011 ebbero più confine, in un lampo il male fu epidemico, e la mala pianta del comunismo fece qua e là capolino. L'incaiImento dei viveri e d'ogni altra cosa relativa ai bisogni della vita, fu la conseguenza di questo pazzo procedere, e la stessa conseguenza suscitò nuove pretese impossibili a soddisfarsi. Da ciò il bisogno d'inganni, di a-stute simulazioni, insomma una guerra d'imboscata senza speranza di vittoria. Al danno materiale s'aggiunse il danno morale. Nella generalità, non più quell' antico amore al lavoro, non più riconoscenza e gratitudine, non più il pensiero al minuto paziente e perseverante risparmio, ma arte malevole d'azzardato guadagno a scapito dell'individuo e della famiglia. Un miraggio d'indipendenza e di eguaglianza economica, suscitò anche nelle classi minori della società il desiderio di posizioni più alte, desiderio che abbandonato alla fervida immaginazione popolare, produsse mutamenti molte volte dannosi, spesso ridicoli, sempre irragionevoli. Viziata con ciò ed infiacchita la primiera laboriosità, aumentati i bisogni, i lussi e le mollezze della vita, senza la possibilità di poterli sempre appagare, si crearono quelle falso posizioni che sono il tarlo delle famiglie, la parziale rovina della moderna società. Chi è la colpa di tanto male? D'onde partì l'impulso che creò questo stato di cose? L'indagarlo è inutile fatica. Il male e-siste, e convien piuttosto che la società pensi ai possibili rimedi. Prima d'ogni cosa gioverà persuadersi che senza il sudore della fronte è impossibile guadagnare onestamente il pane. Nei commerci, nell'industrie, nei mestieri, la probità, l'assennatezza, 1' onestà, che non escludono la fina per perspicacia, il ragionevole azzardo, illecito guadagno devono tener luogo all'arguzia maliziosa, al rischio sfrenato, alla febbrile passione d'un lucro smodato; nella famiglia la modi razione delle spese ordinarie, dei lussi, dei piaceri, senza trascendere a taccagneria, debb' essere guidata dal vecchio motto misurati per non essere misurato. Non è ladro soltanto colui che ruba, ma è altresì ladro colui che spende oltre i suoi mezzi. E purtroppo in società a quanti ladri non facciamo noi di cappello ! Ai centri maggiori, dove il commercio e le arti hanno le loro rappresentanze, spetta lo studio e la scelta dei mezzi per ristabilire l'equilibrio nella viziata società: al governo gli atti protettivi a tutela delle leggi necessarie per quest' emancipazione sociale. Ed infatti l'azione individuale sarebbe poca cosa a tanto compito, se lo stato non le venisse in appoggio. — Si creino perciò leggi a tutela dell'operajo. Si pensi all'igiene delle fabbriche e delle case, alle cautele net lavoro delle macchine: si determinino le ore di lavoro, l'età d'ammissione pei fanciulli : s'agevolino con adatte i-stituzioni il frutto dei risparmi, le imprese di piccola economia, la formazione di caratteri e-uergici e previdenti. Si decida la creazione d'istituti (dei quali purtroppo facciata tanto difetto) che insegnino un' arte, un mestiere, incitando contemporaneamente il progresso intellettuale. Si circoscriva con calcoli ben ponderati la soverchia e ruinosa concorrenza. S'istituiscano infine commissioni tutelatrici l'ordine di questi interessi, le quali al bisogno, coli' appoggio del governo, possano impedire pazze agitazioni e frenare con tutta energia motti eccessivi. E da un ragionato protezionismo non temasi regresso. E bisogno che i principi liberali che informano e guidano attualmente la società, non si convertano in licenza, che le i-dee umanitarie e caritatevoli, non sieno fomite di corruzione, che tra la canaglia ed il galantuomo venga fatta maggior distinzione.e Sotto queste garanzie di reciproco rispetto, e non altrimenti, vedremo ricomparire al commercio i capitali che in oggi (e con troppa ragione) disertarono, e solamente allora non sarà vano lo sperare un vero e progressivo miglioramento nel benessere sociale. G. Cobol. Progetto dello Statuto organico - disciplinare del Consorzio per la regolazione del torrente Cornalunga detto anche Fiumicino, e rispettivi confluenti ecc. (Continuazione V. N. prec.) Capitolo VI. Rappresentanza del Consorzio. a) Il Consorzio viene rappresentato da un Comitato di 5 membri che prestano l'opera gratuitamente, ai quali è addetto un tecnico stipendiato Questo Comitato elegge dal suo seno il Presidente degli altri membri di Comitato, uno funge da Segretario ed un altro da Cassiere, b) Questo Comitato è l'organo e-secutivo delle deliberazioni del Conzorzio ed a questo incombe 1' obbligo di far osservare lo statuto (§ 56). — c) 11 Comitato dura in carica 5 anni, ogni anno esce un membro : sono rieleggibili. — d) Nelle deliberazioni del Comitato come nell' elezione del Presidente decide la maggioranza dei voti per capo dei membri di Comitato (§ 58). — e) Il Comitato riscuote gl'importi assegnati ad ogni cointeressato, nonché lo multe inflitte ai contravventori, ordina lavori ai cointeressati a gruppo e vicinali, tiene la cassa e l'evidenza di possesso ed il libro delle acque, rende conto alla fine dell'anno, ed alla più lunga entro 4 settimane dopo l'espiro dello stesso, in generale adunanza, della gestione amministrativa; sottopone alla discussione ed approvazione il conto di previsione per l'anno prossimo, indice sedute, fa compilare progetti tecnici, ed in generale cura il prosperamento del Consorzio. — f) Il Comitato potrà farsi coadiuvare gratuitamente da singoli soci o da Comitati speciali da esso nominati, tanto per affari che riflettano le opere generali, quanto per quelli dei gruppi, e dei soci vicinali. — g) Il Comitato nominerà e licenzierà il tecnico, i sorveglianti ed inservienti, gratuiti o salariati, provvisori o stabili, accordati dal Consorzio nelle radunanze. — h) Il Presidente dirige le sedute e rappresenta il Consorzio presso terzi, e dovrà esser insinuato all' autorità politica ed inscritto nel registro delle acque (§§ 58 e 56). — i) Il Comitato d'accordo col tecnico istituirà un proporzionato corpo di guardie di sicurezza pei bisogni in caso di forti piene d'acqua. — I) 11 tecnico dirige i lavori straordinarj d'impianto nonché quelli per la manutenzione; compila progetti; tiene ruoli, ecc.; dipende dal Comitato. — m) Eventuali ricorsi contro deliberazioni del Comitato che si reputassero aggravanti Ningoli o più cointeressati, in quanto questi ricorsi non vadano soggetti alla procedura contemplata dalla sezione VI della prefata legge, verranno da questi avanzati ad un' apposita ci.m-missione d' arbitraggio di 7 membri eletti tra i coin- teressati dal Consorzio per fungere da giudici. Questa commissione dura in carica un anno, può essere in tutto od in parte rieletta nella finale generale a-dunanza. Il deciso preso per maggioranza di voti per capo da questa commissione sarà inappellabile. Capitolo VII. Riunioni generali e parziali votazioni, a) Il Consorzio si raduna a seduta di regola ogni quattro mesi ; può però venir raccolto dal Comitato ogni qualvolta importanti argomenti lo richiedessero. La decima parte dei voti di soci cointeressati, ha diritto, sopra mozione d'urgenza, di domandare in iscritto al Comitato una convocazione del Consorzio. — b) Potrà il Comitato convocare a conferenza per consiglio una parte dei soci o dei Comitati speciali. — c) Le deliberazioni del Consorzio saranno legali, se votate dalla maggioranza assoluta di voti di almeno 2,3 dei voti dei soci cointeressati. — d) Se nella indetta convocazione dei soci cointeressati non si ottenesse il numero legale di voti dagli intervenuti, si sospenderà la seduta, e nella susseguente convocazione le deliberazioni saranno legali con la maggioranza di voti di qualunque numero d'intervenuti. — e) Tutte le deliberazioni, decisioni, elezioni, e petizioni succedono per maggioranza di voti in ragione di possesso fondiario interessato (§ 53, secondo capoverso), con ciò che la ditta catastale intestata nei pubblici fogli che paga pei fondi compresi nel Consorzio l'imposta diretta fino alla somma di inclusivi fior. 5 avrà diritto ad un voto ; da fior. 5 a fior. 12 avrà diritto a due voti; da fior. 12 a fior. 20 avrà diritto a tre voti; e quella che paga un importo d'imposta diretta al di sopra dell' importo d'imposta di fior. 20, qualunque esso sia questo importo, non potrà accumulare sopra di se, per proprio conto, un maggior numero di quattro voti. — f) Come procuratori possono votare ed eleggere,le rappresentanze legali mediante procuratori : 1 la ditta catastale assente o per malattia impedita nell' esercizio del suo diritto ; 2 il padre impedito, a mezzo del maggiorenne proprio figlio ; S un proprietario mediante il proprio agente riconosciuto, un fratello o consorte di una ditta catastale. — La ditta catastale dovrà farsi rappresentare da altra ditta catastale cointeressata, ad eccezione del padre e proprietario che si può far rappresentare dal proprio figlio od agente riconosciuto. Una ditta catastale cointeressata potrà rappresentare una sola ditta catastale cointeressata col numero di voti in ragione di possesso. — Il voto per procura sarà sempre scortato da speciale procura legale, la quale rimarrà a mani del Comitato. — Eleggibili alle cariche sono soltanto quei soci cointeressati che formano ditta catastale e che sono eleggibili a cariche comunali secondo il regolamento comunale 10 luglio 1863. Capitolo Vili. Modificazioni dello Statuto. a) Il Comitato dirigente, i comitati speciali o la quindicesima parte dei voti complessivi dei soci cointeressati, hanno diritto di proporre modificazioni al presente Statuto. — b) L' intervento di 2j3 di voti dei soci cointeressati, ed una maggioranza assoluta di 2[3 di voti dei soci cointeressati intervenuti, delibereranno legalmente sulle eventuali modificazioni allo Statuto. Capitolo IX. Discipline. Un regolamento disciplinare che va unito al presente Statuto organico fisserà il modo più acconcio di trattazione degli affari e del prosperamento del Consorzio. — Tanto lo Statuto organico quanto il disciplinare saranno accettati dalla maggioranza dei soci cointeressati (§ 5G). Capitolo X. Attività legale del Consorzio. Questo Consorzio funzionerà legalmente dal giorno che verrà riconosciuta la sua legale esistenza da parte della competente autorità, alla quale si assoggetterà per l'approvazione questo Statuto organico disciplinare (§ 60). PARTE SECONDA — DISCIPLINE Articolo I. È vietato di far pascolare animali di qualunque sorta lungo l'alveo, golene, argine del fiume, o sponde ed argini di confluenti o scoli, sotto pena del loro fermo o sequestro. Non si rilasceranno animali sequestrati che contro il pagamento d'una multa di fior. . . . per testa oltre il risarcimento dei danni e spese di stallaggi/). Articolo II. È proibito di far diguazzare, abbeverare e tragittare animali nel fiume, confluenti 0 scoli, e di aprire calate a tal uso. Calate esistenti e uon fabbricate espressamente di pietra, verranno distrutte I proprietarii di animali colti in contravvenzione avranno lo stesse pene come all' articolo I. Articolo III. Restano proibiti i letamai, depositi di fieno, paglia, strami, legna, fascine ed altri materiali d'ogni genere, sugli alvei, golene, argini, scarpe o Manchette del fiume, confluenti o scoli. Depositi di tali genéri saranno tollerati soltanto ad una distanza almeno di 10 metri dall' unghia della scarpa od argine verso la campagna o dalla sponda disargi- 1 contravventori perderanno i generi e le spese dei-nata, 1' asporto. Articolo IV. Alberi di qualunque sorta o cespugli non si tollerano nell' alveo, golene, fianchi interni e capello dell' argine del fiume, e sulle sponde dei confluenti o scoli, ove ve ne esistessero, i proprietari saranno obbligati a farneli estirpare, sotto pena dell' estirpamento a loro spese. Articolo V. È vietato di coltivare il terreno a 70 centimetri di distanza dal ciglio della sponda dei confluenti o scoli, e di un metro di distanza dalla base del fianco esterno digli argini del fiume o dei ■ confluenti. Queste zone di terreno lungo gli argini o scarpe, saranno tenute a prato, onde evitare frane che ■ interrino gli scoli o confluenti od indeboliscano le arginature del fiume. I contravventori risarciranno i dan- ni e pagheranno una multa di flor..... Articolo VI. E vietato di tagliare argini golene o scarpe per esportare terra, od in generale di portare in qualunque modo pregiudizio. Articolo VII. È vietato lungo tutte le arginature del fiume e dei confluenti e lungo tutte le sponde disarginate del fiume o confluenti, di ingombrare il libero passaggio con muraglie, sbarre, serragli, siepi vive o morte od altri impedimenti, sotto pena di una multa di fior..... Articolo Vili. Per la costruzione nuova di qualunque siasi manufatto sul fiume, confluenti o scoli (§ 17) dovrà venir presentato regolare disegno al Comitato, e non dovrà venir pr'ncipiato senza l'ottenuto permesso sempre in iscritto. Passaggi o ponti sopra il fiume, confluenti o scoli dovranno aveve un lume uguale alla sezione del fiume confluente o scolo, ed una altezza di luce superiore aglj argini o sponde che lo incassano, onde non impedire lo scarico delle acque, per diminuita capacità del condotto; questi passaggi o ponti dovranno avere un solo vano senza cavalietti, pali di sostegno o piedritti nrl mezzo. I ponti e passaggi di legname non saranno mai coperti da fraschi e terra, ma U carreggiata o p ssaggio dovrà costruirsi di travi o tavole. Esistenti passaggi o ponti non costruiti come è prescritto, dovranno venir immediatamente distrutti o ricostruiti coli' indicato sistema. In generale nulla si potrà cambiare, costruire, ricostruire sulle sponde, argini, golene ed alvei senza previo permesso in iscritto, rilasciato dal Comitato e controfirmato dal tecnico. Danni recati ad un manufatto d'un cointeressato da lavori intrapresi dal Consorzio staranno a carico del cointeressato. I contravventori si puniranno con una multa di fior. ... e si rimetteranno alla produzione del chiesto disegno. Articolo IX. Rotte o danni recati dalle acque ai confluenti o scoli dei cointeressati vicinali o gruppi, in quanto non vengano rimessi a spere del Consorzio, saranno rimessi immediatamente dai cointeressati ; in caso di loro inazione provvederà il Comitato, al quale resta riservato il diritto di rifusione. Ai danni recati alle arginature del fiume pensa il Comitato del Consorzio. Articolo X. Resta severamente proibita la costruzione di tresse o roste, tanto nei scoli e confluenti, quanto nell' alveo del fiume, tendenti a diminuire, inceppare, impedire o disalveare le acque scaricantesi dai scoli dei campi superiori (§ 10 e 11). I contravventori saranno obbligati al pagamento di una multa di fior. ... ed alla riduzione in pristino. Articolo XI. Manufatti per utilizzare 1' acqua a seopi di irrigazione od inaffiamento, avranno duopo di particolari permessi ed approvazioni giusta la legge, dovendosi di volta in volta prima regolare e chiarire i relativi diritti di attingere da parte degli eventuali cointeressati aventi diritto. Articolo XII. In generale qualunque danneggiamento ad opere idrauliche che 11011 cadesse sotto la sanzion« del codice penale, verrà punito innol-tre come contravvenzione giusta le norme emanate per la tutela dei campi (§ 69 e 71). Articolo XIII. I sorveglianti saranno o salariati dal Consorzio, o fungeranno da sorveglianti gratuitamente uno o più incaricati, scelti dal Consorzio stesso tra i cointeressati, tanto pel fiume quanto pei confluenti o scoli. Comunque sia questi sorveglianti saranno fatti conoscere ai cointeressati. Articolo XIV. 11 sorvegliante o sorveglianti dovranno ispezionare la linea loro affidata, tanto entro la periferia del consorzio quanto oltre questa periferia, e denunciare le contravvenzioni ed i contravventori al tecnico che passerà le denuncio (v. articolo XVi al Comitato, il quale applicherà le leggi consorziali di confronto ai contravventori all' interno, o invocherà le leggi sul'e acque di confronto ai contravventori fuori del C nsorzio. Trattandosi di animali come agli articoli I e II il sorvegliante sequestrerà quel numero di animali il cui presumibile valore sia corrispondente a suo primo giudizio all'aumentare della multa e spese inerenti. Dato rapporto del fatto al <'omitato, questo ordinerà al contravventore il pagamento dtìila multa da effettuarsi entro . . . giorni. Spirato il termine senza risultato, sarà a pubblica asta venduto 1" animale o gli animali od altri oggetti, e trattenuto l'importo per multa e spese, il sopraprezzo eventuale, ricavato dalla vendita sarà passato al proprietario contravventore. Articolo XV. Ogni contravvenzione sarà rilevata dai sorveglianti mediante processo verbale firmato da due testimonj, o deposto a pi otocollo presso il tecnico, il quale constaterà il fatto e presenterà il processo verbale così compito ai Comitato per le sue attribuzioni. Articolo XVT. La sfera di attività del personale di sorveglianza del Consorzio è l'identica come è concessa dalla legge al personale di sorveglianza per la tutela dei campi (§ 69). Articolo XVII. Il Comitato sopra domanda del Consorzio riscuoterà le multe ed altro, col-1' esecuzione politica (§ 68). Articolo XVIII. Ogni mese il sorvegliante o sorveglianti faranno conoscere al tecnico consorziale lo stato della cose, i bisogni, i lavori necessarj ecc. ecc. ed il tecnico farà di ciò rapporto al Comitato. Articolo XIX. Interessando sommamente £lie le suddette discipline riportino sempre la loro pie- na esecuzione, tanto per le contravvenzioni che per la vigilanza dei sorveglianti, sono invitati tutti i soci cointeressati a rendere noto al Comitato od al tecnico quello che rimarcassero ili deroga alle discipline tutte suaccennate. Articolo XX. Queste discipline avranno forza dopo che avranno riportato 1' accettazione del consorzio e l'approvazione della preposta Autorità politica. Capodistria, 4 aprile 1872 De Itin compilatore Alcuni brevi cenni storici sul giornalismo Colla scorta di uno de' nostri zibaldoni vogliamo provarci a comporre alcuni brevi cenni storici sul giornalismo. Sono noterelle messe a parte di mano in mano che ci comparivano sott'occhio nelle letture, e che procure-mo di coordinare alla mono peggio. 11 giornalismo trova, secondo noi, la sua origine nella propensione quasi instintiva dell'uomo di far sapere ai suoi conterranei gli avvenimenti di cui egli fu spettatore, e di tramandarli possibilmente alla posterità. Quindi i mattoni, le pietre, i metalli, i papiri, le pergamene sono le sue cronologiche esplicazioni fino al tempo della carta, nel quale divenuto esso in seguito contemporaneamente fattore e strumento di civiltà, ne assicura e ne sollecita il trionfo. Le prime traccie di pubblicazioni si rinvengono presso gli Egiziani, i di cui sacerdoti avevano l'incarico di registrare gli avvenimenti ad uso del pubblico; e lo stesso ave-niva presso gli Ebrei e i Caldei, che annotavano sopra mattoni cotti le osservazioni astronomiche. Gli abitanti del Perù, non sapendo iu quale altra guisa serbare memoria degli avvenimenti, s' appigliavano a formare sopra parecchie corde dei nodi di forma svariata, che per essi avevano il valore di vocaboli ; i Messicani invece formavano allo stesso scopo dei quadrati colorati colle penne degli uccelli. Tra gli annali scritti sulla pietra i più importanti finora sono i marmi arundeliani, cioè quelli fatti raccogliere dal celebre mecenate conte d'A-rundel (1580 - 1646), parte dei quali, quelli di Paros (ora nel museo di Londra) sono annali greci (effemeridi) e specialmente ateniesi dal 1582 a. C. (Cecrope), fino al 264 a. C. Il Bockh pubblicò questi annali nel Corpus inscriptionus graecarum (Berlino 1843). Ma la prima pubblicazione periodica si rinviene nella China. I Chinesi stampavano coi caratteri fissi moltissimi secoli prima di noi, e tremila anni or sono il loro legislatore Fonili pubblicava periodicamente " 11 Monitore di Fonili „ : c' è quindi grande probabilità che 1' attuale " Giornale di Pekino „ sia il suo remotissimo pronipote e per conseguenza il giornale più antico del mondo. Alla mancanza di giornali presso i Greci supplivano tre fatti: nei primi secoli, i rapsodi, ossia coloro che giravano cantando le gesta dei re e degli eroi; in seguito la costumanza dei greci di stare quasi tutto il giorno in piazza (agorà), la quale era il foro, vale a dire il luogo di riunione delle pubbliche assemblee; e 1'abitudine, come narra Demostene, di chiedere ai passanti in forma di saluto: che c'è di nuovo? (ti Kainon?) In questa maniera le novità si propagavano rapidamente. A Roma si pubblicarono le prime notizie contemporaneamente allo svolgersi del diritto, e queste erano gli annali del pontefice massimo. Ora una piccola digressione non è forse inopportuna. I pontefici, con a capo il pontefice massimo, componevano un collegio (i membri del quale secondo i tempi variarono di numero: da ultimo erano 15) insindacabile e con molti privilegi, per sopravvegliare al regolare andamento del culto ; regolavano il calendario; stabilivano i giorni per la giustizia, quelli per le assemblee ecc.; presiedevano i giuochi tenuti in onore delle divinità; invigilavano i sacerdoti e le vestali ecc. ; dopo Giulio Cesare, gì' imperatori fino a Graziano tennero per sè la suprema carica di pontefice massimo ; poi iutorno al tempo di Teodosio il grande (395 d. C.) questa istituzio-do cessò. Cicerone ci fa sapere che il pontefice massimo scriveva tutto quello che accadeva durante l'auno, ed esponeva Vannoile sopra tavole nella propria casa, lasciando ad ognuno libertà di leggerlo. In questi annali, oltre ai fatti di maggiore rilievo, venivano registrati le eclissi, i prodigi, e lo stato dei mercati. Di essi non rimangono che pochissimi frammenti. All' epoca dei Gracchi gli annali furono sospesi, e più tardi G. Cesare (99-43 a. C.) fece loro succedere i Diurna Ada, coi quali si dava pubblicità alle deliberazioni del popolo, e gli Ada Senatus che rendevano notorie quelle del Senato. I Diurna Acta, contenevano innoltre notizie di natura privata relative ai personaggi più importanti dell'epoca, partenze, ritorni, attori fischiati, malattie ecc. Uno, per esempio, di tali Diurna Acta dava un giorno la strana notizia che " Cesare sarebbe partito per la Spagna ulteriore, se non lo rattenevano i creditori „. L'unica spiegazione che possiamo darci si è che Cesare stesso ne abbia voluto l'inserzione per qualche suo fine a noi ignoto. Pubblicavano pure le nascite, le morti, e i divorzii che i pretori trasmettevano loro con esattezza e puntualità, ond' è che Seneca (6 a. C. - 65 d. C.) se ne duole, dicendo : " non si pubblica un diario il quale non abbia il suo divorzio, cosicché le nostre matrone per forza di udirne parlare, imparano presto a seguitare un tale esempio„. In seguito comparve un altro genere di pubblicazioni, cioè la così detta compilatio, la quale era il giornale dei subrostrani: questo era il titolo dei tachigrafi che stando sotto la tribuna (rostra) raccoglievano a volo il discorso dell' oratore. Le compilazioni, dopo il discorso, e talora in sua vece, contenevano varietà di notizie. Ciceroue ne accenna una di certo Cresto, di molto grido e per conseguenza molto diffusa: una copia per esempio colla data del 3 degli Idi di aprile del 27° anno di Augusto (cioè dell' 11 di aprile del 3 a. C.) ne capitò in mano a Plinio il giovane (nato nel 61 d. C.) che vi lesse la seguente notizia: „ Felice, auriga della fazione rossa, essendo stato messo sul rogo uno de' suoi partigiani, si gettò nelle fiamme, e la fazione opposta, affine di attenuare ciò che vi era in questo fatto di troppo glorioso per la sua rivale, pretese che quell' uomo fosse stato inebbriato dai profumi della pompa funebre „. 1 conduttori dei carri alle pubbliche corse erano divisi in sei fazioni, distinti con sei differenti colori, e tra esse anche fuori del circo sussisteva sempre una certa rivalità. Per oggi finiamo col riportare il seguente giornale romano nella sua originale interezza: IV. KAL. APRILEIS FASCES PENES LICINIUM . FULGURAVIT T0NUIT ET QUERCUS TACTA IN SUMMA VELLIA PAULLUM A MERIDIE . RIXA AD JANUM INFIMUM IN CAUPONA ET CAUPO AD DRSUJI GALEATUM GRAV1TER SAUCIATUS . C. TITIN1US AED. PL. MULCTAV1T LASIOS QUOD CARNEI! VENDIDISSENT POPOLO NON 1NSPECTAM . DE PECUNIA MULCTATITIA CELLA EXTRUCTA AD TELLUBIS LAVERNAE. (29 marzo — Console Licinio — Folgoreggiò, tuonò; e poco prima del mezzogiorno fu colpita una quercia sulla sommità del quartiere Vellino — Nacque una rissa nell'osteria "All'orso galeato„ presso il tempio inferiore di Giano, o l'oste fu gravemente ferito — Cajo Titinio, edile plebeo, multò i beccai perchè vendevano al popolo la carne non inspezionata — Coi denari della multa venne costrutto un tempietto alla dea Laverna presso quello di-Ila dea Terra). (Continua) Le lampade a petrolio Lo scoppio di una lampada a petrolio avvenuto, or sono pochi giorni, nella nostra città, ed uu principio d'incendio, che ne conseguì, richiamarono la nostra attenzione ai pericoli che possono derivare dall' uso di quel prezioso e, nello stesso tempo, abbondantissimo combustibile; e ci persuasero a dir qui due parole intorno alle precauzioni che sta bene avere per evitare, fin dove è possibile, i sinistri accidenti che, sebbene di rado, pure avvengono talvolta per 1' uso di tali lampade. Il petrolio nel suo stato naturale, cioè come viene estratto dalle viscere della terra, è una miscela di diversi carburi di idrogeno tutti combustibili ; dei quali però, alcuni sono facilmente, altri difficilmente volatili. Sono i suoi componenti volatili quelli che lo renderebbero un liquido sommamente pericoloso: perchè, poste certe condizioni facili a verificarsi, quei componenti darebbero origine a dei gas infiammabili e, in presenza dell'aria, e-sploderebbero. Gli è perciò che, per rendere il petrolio meno pericoloso, anzi innocuo, esso viene privato, mediante la distillazione, di quelli fra i suoi carburi d'idrogeno che sono i più facilmente volatili. Il liquido che ne risulta è il petrolio del commercio, il quale, non producendo dei gas alle temperature ordinarie, non è punto pericoloso a queste medesime temperature. Ma quando il petrolio è nel recipiente di una lampada accesa, riescono alquanto modificate le condizioni in cui esso si trova. Ognuno sa quanto forte sia il calore che emana dalla fiamma di una lampada a petrolio ; quel calore riscalda l'apparato metallico del lucignolo, riscalda più o meno il vaso, specialmente se è di metallo, e non può a meno di innalzare la temperatura del petrolio medesimo. Nell'interno del recipiente si potranno perciò raccogliere dei gas infiammabili provenienti dallo stesso petrolio riscaldato ; e ciò tanto più facilmente, quanto meno perfetta sarà stata per avventura la preparazione del petrolio di cui ci serviamo. Lo scoppio di una lampada chiusa, più che dall' accendimelo, forse impossibile, del petrolio, dipende dall'accendersi degli eventuali gas infiammabili ed esplodenti. Impedire il soverchio riscaldamento del petrolio nel vaso, e far in modo che la fiamma della lampada non possa dall' esterno comunicarsi all'interno del recipiente, saranno pertanto le cure che noi dovremo avere se vorremo evitare, almeno per quanto sta nelle nostre previsioni, le possibili disgrazie. E, in primo luogo affinchè il petrolio di una lampada non si riscaldi, sarà bene avere i seguenti riguardi. — Non converrà esporre al calore la lampada stessa: p. e. non tenerla su di una stufa accesa, nè troppo vicina alla fiamma di un camino. — Prima di accendere una lampada bisognerà osservare che esternamente non la sia imbrattata di petrolio; affinchè la fiamma del lucignolo non si comunichi all'esterno del vaso, e lo faccia scoppiar tosto, se è di vetro, o lo riscaldi troppo, se è di metallo. — Volendo essere molto prudenti, si potrà non riempire del tutto il recipiente; perchè le pareti dei recipienti di vetro vengono riscaldate dalla fiamma sensibilmente fiuo a qualche centimetro di distanza dalla loro imboccatura. I vasi di metallo si riscaldano assai più, ed anche più estesamente; hanno però in compenso una resistenza assai maggiore. Per evitare in secondo luogo, che la fiamma si comunichi dall' esterno all' interno della lampada, bisognerà far in modo che la fiamma stessa non trovi dei passaggi troppo ampi verso l'interno del vaso. — Sarà quindi necessario vedere che non vi sieno rotture nè nell'apparato metallico del lucignolo, nò nel recipiente del petrolio ; — che il recipiente medesimo sia sempre ben chiuso a vite per tutto il tempo che la lampada arde, che dunque non lo si apra senza aver prima spenta la fiamma;— e che il lucignolo sia largo in modo da riempire interamente lo spazio destinato al suo passaggio ; perocché, in caso diverso, sarebbe possibile che la fiamma per qualche accidente passasse nel vaso caldo del petrolio per il canaio lasciato libero dal lucignolo troppo stretto. Conchiudiamo con alcuni consigli dettati dal buon senso comune, più validi forse di quelli promulgati dalla scienza ex cathedra. Essendo il petrolio una materia incendiaria molto pericolosa quando si sparge e piglia fuoco, bisognerà principalmente aver cura che una lampada accesa non si rovesci e non si rompa mai ; e sarà anche conveniente di non te- uere le lampade accese in locali che non sieno sorvegliati dalla nostra presenza. Un tubo capriccioso può scoppiare e i suoi frantumi possono rompere, cadendo, il vaso di vetro : un gatto insolente può addirittura rovesciar tutto quanto. La presenza dell' uomo rimedia tosto a questi accidenti; e, se anche si incendia il petrolio versato, impedisce facilmente disgrazie maggiori soffocando le fiamme scorrenti, con cenere, con terra o con sabbia. Edoardo V. Vii ospedale militare Odi, m'ascolta! Se tu in Dio confidi Deh ! movi altrove i passi tuoi, chè guai Se quella casa di veder ti fidi ! Perder potresti la tua fede .... il sai : Quivi sospiri, quivi pianti e stridi, Bestemmie e preci e dolorosi lai ; Quivi bendati, monchi e curvi io vidi, E deformati : in quale stato mai ! Uscir ben presto mi fu d'uopo. Oli come, Stanchi alla fine, senza speme in core Desiali morir !... eppur morir non ponilo. E quando a notte son lor forze dome Sperali ristoro nel tranquillo sonno ; M'ohimè! li ambascia ancor crudel dolore! Alessandro Calogiorgio Illustrazione dell'anniversario 11 conte Pietro Verri di Milano (1728-97) fu educato nei collegi di Monza, di Roma e di Parma, e al momento di scegliere la carriera esitò ; suo padre Gabriele — uno dei membri più cospicui del Municipio di Milano ed uomo di lettere, lasciò due trattati corn-mendevoli: uno Sull'origine e sviluppamene del diritto p>ubblico nel Milanese, l'altro Sulla riforma dei titoli e degli stemi ; e un manoscritto che versa sulla Storia della Lombardia—lo voleva giurisperito, ma egli, per liberarsi dai paterni eccitamenti, diedesi a militare sotto la bandiera austriaca quale capitano nel reggimento Clerici. Fu alla battaglia di Sorau (7000 ab.) in Sassonia, quando l'Austria (1756) nella guerra scoppiata tra 1' Inghilterra e la Francia per questione di confini nei loro possedimenti nordici dell' America, strinse alleanza colla Francia e col re Augusto III di Sassonia e Polonia, mentre l'Inghilterra, avendo indarno cercato di allearsi coli' Austria, ebbe un valido commilitone in Federico li di Prussia. Verri, ancora militare, componeva a Vienna col metro martellano, ed i suoi versi s'ispiravano al fragore bellico dell'epoca: ivi scrisse pure gli Elementi del commercio. Scioltosi quindi dall'obbligo contratto, si ricondusse in patria ed attese con assiduità agli studii di economia politica e di pubblica amministrazione, ottenendo alte cariche e onorificenze. Divenuto nel 1763 consigliere di governo, liberò con lunga e faticosa serie di lavori la sua patria dall' oppressivo sistema di percepire le imposte col mezzo di appaltatori : l'epiteto "oppressivo» trova pieua giustifi. azione nel fatto che i tre appaltatori del ducato di Milano avevano ottenuto l'appalto generale per venti anni, pagando al governo imperiale cinque milioni all'anno, ed essi ne guadagnarono trentasei (Scritti inediti di Pietro Verri. Lugano, 1825). Egli con Beccaria, con Frisi, con suo fratello Alessandro, e col nostro concittadino Carli (1720-95) pubblicò il celebre giornale intitolato II Caffè, che uscì per due anni ogni dieci giorni; e che in mezzo alla letteratura o all' economia preparava gli animi polla grande meta nazionale. Lo Zimmermann (filosofo e medico svizzero tedesco: 1728-95) nello considerazioni Sopra Vorgoglio nazionale, ed altri dichiararono il Caffè superiore allo Spettatore di Addison (critico-moralista inglese; 1672-1719) per la scelta, per l'eleganza e per la profondità degli argomenti. Il suo capolavoro, oni mettendo di parlare delle opere minori, sono Le meditazioni sulV economia politica, tradotte in diverse lingue e che ricevettero plauso da tutti gli economisti posteriori. Se Beccaria, uomo, sommamente accidioso, pubblicò .il famoso trattato, tutto il merito è del Verri, il quale, finito il passeggio vespertino lo trascinava nella propria abitazione perchè scrivesse, e prima di coricarsi copiava in netto lo scritto di Beccaria che già russava. Ebbe due fratelli: Alessandro (1741-1816), che oltre a varii lavori di pregio minore pubblicò le Notti romane al sepolcro dei Scipioni. delle quali tanto alta suonò la fama in tutta Europa; e Carlo (1743-1823) scrittore di agricoltura : tra i suoi scritti meritano ricordo i seguenti : Sulla coltivazione delle viti - Saggio di agricoltura pratica - Saggio sul modo di propagare, allevare e regolare i gelsi. È uscitala grammaticlietta ad uso della seconda classe (2° e 3° anno) delle scuole popolari maschili e femminili del signor maestro Vascotti, sotto i più lieti auspicii. Ebbe autorevole appoggio; fu caldeggiata dal consiglio scolastico distrettuale, dall'ultima conferenza di Pisino, di Capodistria e di Pola; e parecchi giornali litoraui la encomiarono. Noi ci congratuliamo col nostro bravo maestro i-striano, manifestando il desiderio che presto avvenga la promesssa pubblicazione delle altre due parti per le classi superiori delle stesse scuole. Altre due vittime del fulmine. — Alle 2 pom. del 15 corr. un fulmine uccise l'a-gricoltore Pietro Berne fu Pietro, d'anni 44, mentre, per sottrarsi ad una pioggierella, se ne stava sotto un gelso presso il secondo molino del Risano; e poco dopo le 10 ant. del giorno susseguente rimaneva pure uccisa la sali-narola Domenica Fontauotti, d' anni 53, che lavorava nello saline di Semedella. — Intorno alle 2 pom. del 17 un fulmine entrò nella casa Del Bel'.o sulla collina di s. Canziano, ma senza riuscire funesto. Tombola. — Martedì prossimo 29 corr. (s. Pietro) vi sarà il giuoco della tombola alle ore 6 pom. Il ricavato netto è destinato pel civico Ospedale e per l'Asilo d'Infanzia. Trapassati nel mese di maggio (Anagrafe del 1869: abitanti 7539. — Presidio : un battaglione di cacciatori. Nella carcere 780 uomini. — In questo mese avvennero 4 casi di difterite: 2 morti, 2 guariti). 1 G. B. V. d'anni 67 di Calvonazzo (carcerato). — G. M. d'anni 29 di Zatton, Dalmazia, (carcerato). — Nicolò Godiglia d'anni 54, in. 5. — Cipriano Dreo-lin d'anni 63. — 2 Cesare Carretta di anni 2, in. 6. — 3 Maria Delconte d'anni 7. — S. B. d'anni 55 di Rastevich, Dalmazia, (carcerato). — Michela Marco-vich v. Giacomo d'anni 87. - 1 Maria Tedeschi di anni 49, ni. 2. — O N. P. d'anni 35 di Bagiacci, Dalmazia, (carcerato). — Lucia Utel di m. 10. — 7 Anna Bernetich v. Giorgio d'anni 79. — Giovanna Bishal d'anni 6, m. 3. — 12 Matteo Biacovich d'an. 60, m. 2. - 13 Pietro Parovel d'anni 3, in. 6 — M. M. d'anni 45 di Staucovaz, Dalmazia, (carcerato). — G- D. d'anni 55 di Cossaun, Carniola, (carcerato) — 14 Antonia Simetich d'anni 8, m. 7. — Nazario Parovel di m. 10. — 15 G. R. d'anni 26 da Knin, Dalmazia, (carcerato) — Antonio Riccoboni d'anni 1, m. 8. — 17 Antonio Budica d'an. 65. - 18 Luigi Biagini di in. 2. — 23 Francesca Flego d'an. 4, in. 11. — Luigia Borri d'an. 1. — 25 G. R. d'an. 52 di Vodizze (carcerato). — G. S.d'an. 61 di Blata, Dalmazia, (carcerato). — 27 Giovanni Deponte di ni. 9. — M. S. d'an. 20 da Ricine, Dalmazia, (carcerato). — 29 Anna Steffè d'an. 5, in. 3. — Antonio Ossich di in. 7. — S G. d'an. 42 di Plavina, Dalmazia, (carcerato). — 31 Pietro Urlini d'anni 57. Matrinionii celebrati nel mese di innaffio 1 Nazario Romano con Rosa Zetto. — 5 Domenico Decarli con Eleonora Emsig. — IO Lodovico Visentini con Maria Mattiassi; Pietro S tefl'è con Antonia Gl'io. Viere e Mercati nel Litorale (dal 1 al 31 luglio p. v.) 2 M. d'animali a Cervignano — -1 F. a Ca-roiba — 5 Mercato d'animali a Servola — O M. di animali a Gorizia — 11 F. a Slitta ; F. in Aquileja — 13 M. d'animali a Gradisca; idem a Sesana --18 F. a Bogliuno ; F. a Portole — 19 M. d'animali a Onichia — 20 M. d'animali in Ajello; F. a Visi-guaio (distr. di Parenzo) — 25 Fiera a Romans — 2<» F. a S. Martino (distr. di Albona) — 30 M. a Basovizza ; M. d'animali a Gorizia — 31 M. mens. a Cornions. Corriere dell' Amministrazione (dal 6 a tutto il 22 corr.) I seguenti signori associati hanno pagato 1' associazioue come segue : Buje. Lucia Piazzotta (I, II, III trim. 75) — Gorizia. Nicolò Pellegrini, segr. della C. di C. (II, 111 trim. 75) — Trieste. Agostino Bencich (IV trini. 74 e I 75); Giuseppe Deponte (I, II, III trim. 75); Pietro Migliorini (II trim. 75). Kit. 'L'Egida., continua l'orario del 25 maggio (Vedi il Num. 16). PUBBLICAZIONI. Libertà e Lavoro giornale premiato all' Esposizione Triestina del 1871. Si pubblica in Trieste il IO ed il 25 d'ogni mese. Prezzo d'abbonamento: per Trieste un anno f. 3, sei mesi f, 1.50. Per i paesi soggetti alla Monarchia austriaca : un anno f. 3.30, sei mesi f. 1.75. Un numero separato soldi 20, arretrato soldi 30. Pel Regno abbonamento annuo L. 10.