*?•' ' Ahbuonamento annuo fiorini 4 semestre f.r 2. Pagamenti antecipati. Per un solo numero soldi 20. Rivolgersi per gli annunzi alVAmminis. Redazione ed Amministrazione Via EUGENI A casa N.ro 334 pianterreno. Il periodico esce ai 10 e 25 d’ogni mese. Lettere e denaro devono dirigersi franchi all’Amministrazione Si stampano gratuitamente articoli d’interesse generale. Avvisi in IV. pagina a prezzi da convenirsi e da pagarsi antecipatamente. Non si restituiscono i manoscritti. Excelsior____ Capodistria 10 Dicembre 1884. Dell’ Istituto magistrale che qui risiede se ne dissero di crude e di cotte e sarà forse sembrato singolare, che in tanta colluvie di recriminazioni il Patria non ne abbia finora fatto parola. Se nonché noi le nostre ragioni di tacere le avevamo, e valsero a persuaderci il silenzio sino a tanto che perspicui motivi in contrario non presero il sopravvento. Ora è giunto il momento di dire anche noi la nostra, e la diremo senza reticenze come fu, è e sarà sempre nostro costume. Ce ne offre il destro V Imparziale giornale di Trieste, che non conoscevamo sinora e — a quanto ci dicono, — pare sia V organo della Società „Austria" e di quella „dei Veterani." Ne trascriviamo più innanzi l’articolo, che ci determinò ad entrale in argomento, articolo sul quale — per chi non è di Capodistria — ci riserviamo di ritornare quando crederemo opportuno, speriamo la prossima volta. Da questo stesso articolo risulta — lo rileviamo subito — che gli studenti delle locali scuole Magistrali frequentano allegramente le osterie perfino a sera tardissima. È accaduto —- dicono per festeggiare 1’ onomastico dell’ Imperatrice, ma — fosse pur vero, che non è, — notiamo semplicemente da un lato che il modo di farlo sarebbe stato in verità poco decoroso e dall’ altro che non si celebra, no, la famiglia dei legislatori col trasgredire e leggi scolastiche e leggi politiche, uscite dalla identica fonte, onde emanano tutte le altre leggi dello Stato. D’ altra parte non c’ è cittadino di Capodistria, — salvo il degno articolista dell’ Imparziale, che può avere i suoi motivi per non vedere, — il quale non sappia, che la non è questa la prima volta, che gli studenti delle Magistrali si fanno vedere nelle osterie, come non è la prima volta, che in esse si fanno notare per contegno incivile, screanzato, sconveniente. In Semedella, qualche anno fa, mancava poco che per certi loro gesti e canti slavi durante la fiera nascesse uno scompiglio e se non nacque, non istette certo per essi. E fuori delle osterie la condotta loro è troppe volte non meno indecorosa, nè meno provocante. Ebbero momenti al sommo imprudenti e impudenti e talora si misero ostentativamente a cantare in croato proprio sulla piazza della città. Noi non censuriamo il canto, ma la lingua, che in bocca loro suonava una sfida; e diciamo in bocca loro perchè nella bocca de’no-stri villici non ebbe mai per noi questo significato. Oggi pur troppo non è così nemmeno per essi. E non è tutto ; più volte s’ ebbero a temere collutazioni fra i candidati maestri e gli studenti del ginnasio ; dove, sebbene noi non sappiamo di sicuro chi sia stato il provocatore, pure, giudicando per analogia, abbiamo qualche diritto di credere, che non sieno stati i ginnasisti. L’ anno scorso alla morte del maestro di musica Czatska, sfilati gli scolari, comparvero dinanzi la bara due delle Magistrali con ciascuno una corona dai lunghi nastri, che portavano una scritta slovena o croata che fosse. I migliori della città assistevano tutti ai funerali del defunto Boemo, eli’ essi avevano amato e stimato e favorito, e que’due bambocci ebbero il triste coraggio di dimostrare con una prosopopea, che ricordava Brighella. La dimostrazione pareva ufficiale e però abbiamo esternata la nostra meraviglia a un docente dell’ Istituto, il quale ci assicurò che „il Direttore — subodorata la cosa — la aveva severissimamente, classe per classe, proibita; che se volevano corone le portassero senza scritte o ci scrivessero in tedesco ; che pertanto la Direzione non ci aveva colpa." Tanto peggio ; ciò prova una volta di più la disposizione di questi candidati a riuscire buoni educatori ; e pensino le autorità ad evitare risentimenti e rappresaglie. Noi non andremo a richiamare altri fatti, che possiamo aver dimenticati, e forse molti più, che non abbiamo conosciuti ; i nostri lettori ne avranno inteso parlare dai maestri sparsi per la provincia e può essere, che ne sappiano più di noi. Più di noi e di loro ne sanno ad ogni modo certamente gli organi di polizia locale, i quali non una volta ommisero di eseguire arresti reclamati ad alta voce dal pubblico, non una volta soffocarono in germe e persino a sentenza promr- * processi penali di competenza politica, per non rovinare de’giovinastri stolti e protervi destinati al magistero e che appunto perciò si credev»n forse chiamati a vilipendere 1’ ospitalità loro largita, a sprezzare ogni civiltà, che non sia quella appresa dagli Starcevich in miniatura, che credono d* impartir loro la luce dell’ anima. È notorio d’ altronde il sequestro avvenuto di questi giorni d’un viglietto di visita ordinato segretamente la uno studente dell’ Istituto in parola col motto ,o libertà o morte“ scritto in croato. Quel motto è una spavalderia od è un segno di riconoscimenti)? E una dimostrazione puerile o la parola d’ ordine di un partito organizzato nelle tenebre? È la prova della fedeltà, di cui fanno facile pompa verso il Sommo Imperante od è .... la prova del contrario ? Sciolga il quesito chi ha interesse di scioglierlo, noi non ne diremo d’ avvantaggio. Ora, stando tutto questo e tutto quell’altro, che, partendo da differenti punti di vista, n’hanno detto i giornali del Litorale, non si verrà a un qualche rimedio ? A noi pare che per troppi motivi un Istituto qual è quello, di cui ragioniamo, sia addirittura impossibile. Se dicessimo, che gli slavi se li mandi nei loro paesi, —- dove noi sicuramente non andremo a urlar canzoni italiane per dimostrare, ad esempio, che il Oragno non è il Cra-gno — e se dicessimo altresì, che si lasci qui, come una volta, una Magistrale italiana, davvero non diremmo se non ciò, che esige la pubblica tranquillità, che è nei voti di tutti. Si è del resto pensato mai che studenti di nazionalità differente, — quando la nazionalità se la senta nel modo che sappiamo, — costretti a vivere nel medesimo recinto, non ponno finire che a odiarsi e riuscire per conseguenza agli antipodi di ciò che forse dalla loro unione si riprometteva chi la volle effettuata? Se non fosse questa unione, noi siamo del parere, che dal nostro ginnasio passerebbero molti giovani nell’Istituto Magistrale, e non saremmo più a quella di domandare d’ onde avranno i maestri le scuole popolari italiane del Litorale. Abbiamo a Capodistria un membro del Consiglio Scolastico provinciale il gig. Babuder direttore del Ginnasio, e, chiediamo, ha mai riferito a quell’ Eccelso Consesso le sue vedute sulle nostre Magistrali ? Noi siamo convinti, che il suo modo di vedere in proposito non possa dissentire dal nostro. In qualunque modo — concludiamo — o collo smembramento dell’ Istituto o con qualche mezzo disciplinare, che noi non staremo qui a suggerire, è assolutamente necessario che si provveda. Come le cose stanno, poco bene si ponno ripromettere Trieste, Gorizia e 1’ Istria nostra dai maestri che vanno ricevendo, anzi molto di male, imperocché sia certo meglio assai che le popolazioni restino senza maestri di quello che ne abbiano di tali, che accendano in esse il fuoco nazionale. Si provveda, adunque, ripetiamo, si provveda prima che „il soverchio rompa il coperchio. “ INDUSTRIA LIBERA e lavoro carcerario (Dalla „Gazzetta Provinciale di Bergamo“) Nel mese di ottobre doveva aver luogo in Roma il terzo Congresso penitenziario internazionale, ma per ragione del colera fu rimandato all’ anno venturo. Però tutto era già stato predisposto, e come già a suo tempo accennammo, anche nella nostra città fu costituito un Comitato per lo studio delle questioni contenute nel programma del Congresso. Uno dei quesiti più gravi era il seguente: »In qual misura il lavoro nelle carceri è dannoso all’ industria libera ? Come si potrebbe organizzare il lavoro dei detenuti onde evitare per quanto sia possibile, gl’ inconvenienti della concorrenza ?» A questo quesito rispose il sig. dott. Luigi Gambirasio, altro dei mem-del Comitato, col seguente lavoro, che per squisita gentilezza dell’ autore siamo lieti di pubblicare, sicuri che interesserà quanti si occupano di scienze penali. „Conciliare il lavoro dei detenuti cogli interessi dell’ industra libera è uno dei tanti problemi che non sono ancora stati risolti per la facile tendenza dell’uomo a credere insolubili certe questioni, la cui soluzione invece è semplicissima, „Tale quesito“ scrive la commissione centrale per il futuro Congresso penitenziario, „ha già ricevuto agli occhi degli specialisti una soluzione definitiva nel congresso di Londra (v. rapporto presentato da Mr. Federico Hill), ma l’opinione pubblica non essendo ancora a tale riguardo sufficientemente illuminata, la commissione ha creduto di metterlo nel programma, perchè la discussione che esso procurerà nel seno del Congresso di Roma ed i fatti nuovi che vi si faranno risultare possano convincere il pubblico die i condannati hanno diritto al lavoro, e che i prodotti del lavoro carcerario, di regola, non esercitano alcuna influenza sul mercato generale. Tale discussione mostrerà in qual caso la concorrenza è fatta al lavoro libero da quello dei detenuti e come tutti gli interessi possono esser conciliati. Si può sperare perciò che dopo il Congresso si vedrà cessare 1’ opposizione che si manifesta di tanto in tanto contro l’introduzione nei penitenziari delle singole industrie.“ ludi presenta le seguenti domande : 1. Nel vostro paese si sono levati lamenti contro la concorrenza che il lavoro delle carceri farebbe al-l’industria libera? 2. Se si, di quale natura erano e quanto fondati? 3. Se si riconobbero fondati, quali modificazioni si fecero al sistema del lavoro in uso fino allora ? E queste modificazioni fecero tacere i reclami ? 4. Quale sarebbe a vostro avviso il miglior sistema per impedire che il lavoro dei condannati nelle prigioni e quello dei detenuti quando rientrano nella società libera possa turbare 1' equilibrio esistente tra produzione e consumo ? 10 mi permetterò esporre su questo argomento il mio parere puro e semplice, senza sfogio di erudizione, poiché il portare erudizione ad un congresso, dove siederanno tanti dotti, mi parrebbe come portar vasi a Samo e nottole ad Atene. E anzi tutto io pongo una questione fondamentale. 11 Congresso di Londra ha risolto come doveva essere risolta la questione del lavoro dei detenuti ? „ I condannati hanno diritto al lavoro. E questo il principio che dovrebbe animare tutte le legislazioni penali. Ma io domando : Il lavoro pei detenuti è un diritto o è un dovere ? In questi tempi di ostentato sentimentalismo, di femminee sdolcinature, di malintesa umanità, si pensa troppo ai diritti e troppo poco ai doveri. Io vedo benissimo che mi metterò in urto colle teorie professate nelle scuole e dalla maggior parte degli scienziati, ma non per questo verrò meno al mandato che mi sono assunto di esporre liberamente i miei principi, i quali tendono a conciliare possibilmente i diritti e gli interessi dei detenuti coi diritti e gl’ interessi del Governo e della Società. La scienza economica ortodossa insegna che Yuo-mo non ha diritto al lavoro. D’ altra parte la natura ci dice che l’uomo ha diritto di vivere donde scaturisce logica la conseguenza che l’uomo ha diritto di lavorare. Le espressioni diritto al lavoro e diritto di lavorare sembrano sinonime, ma non lo sono. Tutti hanno diritto di lavorare per procacciarsi onestamente un tozzo di pane, ma nessuno ha diritto ad un lavoro continuo e sicuro. Questo principio, che è ammesso pei lavoratori liberi, è negato pei detenuti. Il povero operaio, che fatica e suda e geme per mantenere la sua famiglia, sara esposto al pericolo di non aver lavoro, perchè nessuno ha il dovere di darglielo; il galeotto, che ha rubato, stuprato, ucciso, si vedrà assicurato il lavoro non solo per vivere, ma anche per guadagnare, perchè il galeotto ha diritto al lavoro, e quindi il Governo ha il dovere di darglielo. Quanta disparità di trattamento non è solo ingiusta, è assurda, abbominevole. L’uomo non ha il diritto di pretendere da un altro uomo un lavoro continuo e sicuro, ma io credo però, (e in ciò dissento dalla scuola ortodossa), che tutti gli uomini liberi hanno diritto di vedersi assicurata dal Governo la propria e-sistenza, quando sieno pronti a prestare efficacemente il loro lavoro, perchè il diritto di lavorare, ammesso dalla scuola ortodossa, sarebbe nulla più che una canzonatura, quando non potesse concretarsi in un determinato lavoro. Così non dicasi del detenuto. Questi non può parlare di diritto, egli ha il dovere di lavorare. Ma a che cosa si riduce la pena, quando essa non consiste che nella semplice privazione della libertà personale ? Per l’uomo che sente la propria dignità, e che fatalmente ha commesso una colpa, costa più un giorno solo di detenzione che vent’anni di lavori forzati ; ma per il volgare delinquente, e per la sicurezza della società è necessaria una pena che non sia irrisoria, una pena che nei casi estremi possa tenere perfettamente il posto della pena di morte. 10 non sono fautore di questa pena, ma sono profondamente convinto che prima di abolirla si deve trovare un surrogato che dia gli stessi frutti per gli effetti preventivi. La società (è inutile illudersi), in materia penale, prima che a reprimere deve pensare a prevenire. Mi duole di non essere in questo d’accordo con un mio illustre e venerato professore *), che scopo precipuo del diritto penale pone la reintegrazione dell’ordine giuridico. Questo principio sta bene per coloro che han già commesso il delitto. Quando la società ha fatto in modo che da questi non ha nulla a temere, il suo compito è finito. Ma un altro compito, e ben più grave, spetta alla società, ed è d'impedire che altri commettano delitti. E a questo non si può giungere se non s’infliggono pene che meritino veramente un tal nome. Quando gli uomini, e parlo sempre dei volgari che danno 11 massimo contingente agli ergastoli, possano persuadersi che in prigione si sta meglio che fuori, la sicurezza della società più non esiste. Spiace il dirlo, ma oggi siamo giunti a tanto, e sieno prova le spaventose statistiche giudiziarie, e gli orribili delitti che si succedono con tanta rapidità. Continua ---------------------- ------------------------------- L’ UNIONE La società politica „Unione* tenne a Gorizia addì 30 novembre p. p. la sua prima adunanza generale. L’egregio avv. Carlo Venuti aperta la seduta accentuò con calore la questione nazionale, rilevò i diversi bisogni della provincia in linea commerciale, industriale ed agricola, ed esprimendo il convincimento che il sodalizio saprà, entro i termini concessi dalla costituzione, far rispettare la bandiera della nazionalità italiana, saprà procurare tutte quelle migliorie che riterrà necessarie, allo scopo d’innalzare le sorti del paese, tra vivissimi applausi chiuse così il suo brillante discorso d’inaugurazione: »All’opera adunque signori ! all’opera tutti, con quell’ ardore, con quell’ entusiasmo che devono animare una istituzione appena sorta, che deve ispirare nei cuori nostri 1’ amore di patria, indivisibile da quello della nostra nazionalità ! All’ opera o Signori ! e voglia Iddio, che ai nostri figli sia dato di raccogliere ciò che noi ci proponiamo di seminare, voglia Iddio, che essi benedicano un giorno i nostri sforzi, benedican 1’ Unione che, affratellando quanti dall’Aussa al Timavo parlano il dolce idioma di Dante, facilitò la realizzazione delle nostre aspirazioni, le più nobili, le più sante, le più giuste !“ Raccolti poi i voti per la scelta della Presidenza e della Direzione riescirono eletti : a Presidente il sig. Francesco Dr. Verzegnassi di Gorizia; a vice-presidenti i sig.i Avv. Carlo Dr. Venuti di Gorizia e G. F. Del Torre di Romans; a Direttori i sig.i Eug. Conte Valentinis di Monfalcone, Nicolò Bernardelli di Cormons, Erminio Dòrfles, Arminio Dr. Perco, Michele Furlani e Francesco Gasparini di Gorizia e Nicolò Appolonio di Cervignano. Fu infine approvato lo statuto sociale proposto dal Comitato promotore senza alcuna modificazione. Così fu formalmente costituito il novello patrio-tico istituto, di cui il Goriziano può andare orgoglioso ed al quale noi con sentito fervidissimo affetto auguriamo prospere sorti. Tabelle necrologiche La scorsa settimana è morto a Trieste Giuseppe Lorenzo Gatteri. La nostra consorella ha perduto in lui non solamente l’artista egregio che col suo pennello e colla sua mente seppe illustrarla, ma eziandio un figlio devotissimo, un cittadino integerrimo, un caldissimo patriota : non solo un uomo onesto, ma un uomo virtuoso. E sua prima virtù fu la modestia che in lui era perfino eccessiva. Ei si reputava sempre dappoco, non cercava lodi, sincere o bugiarde che fossero ; era ritroso oltre ogni dire e mai volle assumere pubbliche cariche, per quanto insistessero i numerosi suoi amici. Solamente l’intenso amore per 1’ arte, eh’ ei professava, gli fece accettare ultimamente la Presidenza del neo-costituito Circolo Artistico. „Povero Gatteri! —scrive addoloratissima „l’Alabarda* — la tua superba tavolozza che andrà a coprirsi di polvere, le tue tele incomplete che aspettavano il soffio di vita dal genio che in te albergava, lo studio tuo, oggi deserto, sieno scuola proficua ai giovani artisti. Povero Gatteri ! SU tibi terra levis /* Di questi giorni il Trentino veste aneli’ esso a gramaglia per la perdita di un figliuolo dilettissimo, per *) Il prof. Antonio Buccellati. la morte di Virgilio Zatelli. Ecco come lo piange nel „Benaco* un amico affettuoso : „I giornali d’Italia, il Raccoglitore, ed una partecipazione della sua famiglia annunciarono che egli è morto in Roma, ed ora la sua salma riposa nel cimitero della eterna Città. Giovane ancora ebbe a lottare colle infinite traversie condite delle solite amarezze riservate a chi, povero, vuol aspirare ad una educazione che risponda all’ingegno vivace; ed ora che per i meriti del suo animo gentile, della sua attività, e per le sue cognizioni profonde aveva un posto onorevole presso il ministero della pubblica istruzione, egli lascia sul fiore degli anni una giovane sposa, e la vecchia sua madre, e i molti amici. Non v’ ha nel nostro paese, chi non ricordi la cara e gioviale figura di Virgilio Zatelli che fu direttore del Trentino giornale, morto nel 1876 in occasione dei processi politici di quell’ anno. Uscito dalle carceri politiche di Suhben nel 1878, Virgilio Zatelli si recò a Roma ove condusse a sposa la giovane tridentina da lui amata fanciullo e che ora lascia ahi ! troppo presto ! Una corrispondala da Roma al Raccoglitore dice che i Trentini là residenti rimpiangono la sua perdita in quanto egli era l’anima e la vita della Colonia. Io non posso dimenticare le sue sembianze, il suo spirito, i suoi versi coi quali un tempo, là fuori, mi faceva cuore a sostenere lunghi e penosi giorni di prigionia, e mi scriveva in margine di qualche giornale che ci scambiavamo alle volte furtivamente : „II vecchio prigionier mi sembra stanco „Beppi fa cor.......................... Eppure quando penso a quei giorni, io non so se era meglio allora, o adesso, o meglio forse andarsene come ha fatto lui!* Il povero Zatelli, benché occupatissimo nel suo ufficio di segretario di gabinetto ottenuto dal ministro Baccelli in premio de’ suoi meriti, della sua buona volontà e della fiducia che ispirava la sua anima onesta ed aperta, non dimenticava la terra natia e sapea consacrarle due anni or sono uno studio storico di piccola mole, ma di molto valore, nel quale si rifletteva tutto la devozione appassionata, eli’ ei nutriva per essa. Ora quel fervido cuore non batte più e noi, che ne conoscevamo i palpiti generosi, che l’amavano di affetto fraterno, noi vinti dal dolore, non possiamo che porgergli un ultimo tributo di elogio e di rimpianto. L’Istria 6 corr. reca la triste notizia che domenica nel pomeriggio moriva quasi improvvisamente a Pi-sino, nell’ età d’ anni 63, Ferdinando D.r de Segher. Il Segher — dice il periodico parentino — uomo di carattere aperto, franco e leale, cittadino egregio, padre e marito affettuosissimo, occupò per lunga serie di anni il seggio di rappresentante comunale, e fu sempre tra i pochissimi, che quella- non ritengono una carica solo di onore, ma, consci dei doveri che impone, sanno soddisfarli. Egli con intelligente zelo, infaticabile disimpegnava gli affari, che nelle commissioni e nei comitati municipali gli venivan spessissimo affidati, prestando sempre con premuroso affetto 1’ opera sua a prò del comune e della città di Pisino, che ben a ragione lo annoverava fra i migliori suoi figli, e a lungo risentirà la sua perdita. La rappresentanza comunale intervenendo con alla testa il podestà ai funerali e deponendo sul feretro del defunto una mesta corona, dava espressione al cordoglio della città pella perdita del benemerito cittadino. Maggia, Dicembre 1884. Il Comitato di revisione dei Conti Consuntivi di Muggia prò 1881 e 1882 rassegnava a quella Rappresentanza la seguente relazione : „Col deliberato preso da questa Spettabile Rapp. nella sua seduta 5 marzo a. c., noi sottoscritti fummo incaricati di rivedere e riferire sui conti consuntivi del Comune locale di Maggia e dei Comuni Censuari che lo compongono, ma non ci venne dato di esaurire il ricevuto mandato. Ed in vero, quantunque l’Inclita Giunta Provinciale dell’Istria in Parenzo abbia ordinato a tutte le podestarie della Provincia di compilare gli annui bilanci secondo appositi formulari da Lei rimessi, quelli offerti a nostra ispezione non vi corrispondono punto e presentano anzi tale una confusione, da renderne impossibile ogni revisione. Tutto quello che potemmo rilevare dal-1’ attenta lettura, cui li assoggettammo, è quanto andremo brevemente esponendo affinchè questa Spettabile Rapp. prenda i necessari provvedimenti nell’ interesse d’una pubblica azienda, che deve presentare la massima regolarità ed evidenza, se pur vuol sottrarsi a critiche maligne facilmente giustificabili. È notorio, che in occasione di gite di Società qui avvenute negli anni 1877 inclusivamente 1882, il nostro Comune, a mezzo del proprio podestà, ebbe a ricevere da loro vari doni in denaro, i quali nè nel resoconto affidatoci, nè nei precedenti figurano in alcuna rubrica sia d’introito, che di' esito. D’altra parte, figurano introitati importi complessivi derivanti dall’ esazione di tasse e multe, che non lasciano alcun criterio per giudicare se il relativo cespite di rendita sia stato appieno sfruttato, per irregolarità di registrazione nel giornale principale di cassa degli importi singoli che li compongono e delle persone da cui provennero. E vero che simili importi complessivi appaiono dettagliati sopra altrettante specifiche volanti, ma questo sistema, oltrecchè essere contrario ad ogni norma di retta amministrazione, presenta evidente pericolo che colla perdita delle specifiche, la quale col tempo senza dubbio si avvera, sparisca ogni prova di versamenti effettuati dalle parti, le quali hanno poi naturalmente il diritto di verificarli in ogni momento. Altro gravissimo inconveniente riscontrammo nel bilancio dei Comuni di Flavia e dei Monti, nei quali da una parte, alla rispettiva rubrica d’introito, dovrebbe figurare ciò che quei comunisti sono tenuti a pagare — sulla base del riparto compilato da apposito comitato — per sopperire alle spese della loro cappellania e dall’ altra ciò che per tale titolo viene a questa annualmente pagato. Invece, non vi è cenno della partita nè in introito, nè in esito, mentre diffatto non si sà poi quale Comune abbia erogato del proprio a tutto 1882 l’importo di f. 340 circa spettante alla cappellania, importo quitanzato bensì dal Rev. Cappellano, ma punto apparente nel bilancio. — Laonde sembra, che il corrispondente ammontare debba esistere in cassa in contanti, mentre naturalmente non vi si trova. Si aggiunga in merito, che, trattandosi di prestazioni annue non ripetute all’ occorrenza in via esecutiva da chi vi è tenuto, il Comune Corre grave pericolo di perderle, ■ in tutto, o in parte per forza della legale prescrizione. Quello infine che ci ha fatto la più penosa impressione si fù di non trovare nei bilanci comunali i conti delle spese del fondo scolastico locale, che, secondo quanto rilevammo, dal 1877 in poi mai furono presentati. Tali conti dovevano essere compilati d’ anno in anno dal consiglio scolastico locale e sottoposti all’ e-same ed approvazione della Rapp. Comunale siccome prescrivon i combinati §§ 14 e 17 della legge Provine. 3 novembre 1874 Boll. N. 29, in armonia col § 9 IV capoverso, di quella 27 luglio 1875. Nè traccia vi è dei conti, che dee rendere la dirigenza delle nostre scuole sugli importi e mezzi d’istruzione a Lei assegnati a scopi scolastici, cosa non solo strana, ma sotto ogni aspetto censurabile per l’indole delle spese che riflette. D’altre rimarche di minor momento non è qui il luogo di dire, nè la breve e superficiale lettura ed ispezione dei conti ce lo ha consentito. Accenneremo solo ancora : che nei nuovi libri fondali alcuni fondi affittati a Plavia non figurano iscritti a nome dell’ Ospedale eh’ è il vero loro proprietario ; che non si riscontra traccia nelle specifiche dei capitali attivi, del conto relativo, del capitale di fior. 900 ed interessi a debito del Sig. N . . . V ... fu F ... nè di quello di fior. 700 investito presso la cassa di risparmio Triestina ; che alla rub. XV lettere 2 d’introito del Comune di Valle - Oltra fu omessa la somma di fior. 600 di cui il detto Comune dovrebbe andar creditore per arretrati a saldo addizionali prò 80 e 81; che finalmente lo stesso accade per fior. 160, per ciò che riflette il Comune dei Monti. Segnalato di volo e per sommi capi l’essenziale, a noi non resta ora che concretare quanto dovrebbe essere fatto, perchè ci sia dato di compiere 1’ incarico avuto e tolta sia almeno in avvenire una irregolarità di gestione e di forme, che pone in una luce fosca assai 1’ amministrazione del Comune. Ciò premesso i sottoscritti si credono in dovere di proporre a questa spettabile Rappresentanza che si compiaccia deliberare : 1. Vengono restituiti alla Deputazione comunale i conti consuntivi degli anni 1881 e 1882, affinchè voglia entro 2 mesi compilarli con quella regolarità ed evidenza tanto nel dettaglio che nel complesso, che è richiesta dalle vigenti norme per rendere possibile la loro revisione, tenendo conto di tutte le fatte rimarche. 2. Viene incaricata la Deputazione comunale : a) di ripetere dalla cessata amministrazione giustificata resa di conti sui doni fatti a mani del cessato podestà al Comune dal 1877 in poi, e contemporaneamente di regolare la partita introito ed esito relativa alla Cappellania di Plavia e Monti mediante sollecito incasso delle relative restanze. b) di reclamare dal consiglio scolastico locale i consuntivi del fondo scolastico degli anni 1877 inclusivamente 1882, nonché il preventivo prò 1884 per la discussione ed approvazione ordinata dalle vigenti leggi- c) di passare i relativi bilanci al Comitato composto dai signori Paolo Frausin, Antonio Sabaz e Francesco Crociani per 1’ esame e riferta in una prossima generale adunanza. d) di tener per lo innanzi i giornali di cassa conformemente alle vigenti prescrizioni, in modo cioè, che dimostrino in ogni momento esattamente lo stato del-1’ azienda comunale per quanto riguarda ogni singolo introito ed ogni singola spesa.* Nel Dicembre 1883 tali proposte venivano con qualche modificazione inconferente accettate dalla patria Rappresentanza, la quale deliberava allora altresì che si officiasse in tempo utile il Magistrato di Trieste perchè col 1885 assumesse — secondo le offerte da lui fatte — la gratuita esazione delle addizionali al dazio consumo e delle tasse indipendenti in tutto il nostro Comune locale. E deliberava inoltre, si trattasse coll’inclita Giunta provinciale e coll’ Istituto di credito fondiario istriano per ottenere i fondi necessari a pagare il debito professato verso la Ditta Gorup, per poter liberare dalle di lei mani l’appalto delle sovraimposte accennate, che, assunte in proprie regia, sarebbero un’ immensa risorsa pel Comune e quindi per i poveri contribuenti. Ma, lettore carissimo, credi tu, che la Deputazione Comunale abbia obbedito a questi deliberati ? 0 credi che abbia almeno aperto un’ asta per arrendare al miglior offerente i suddetti cespiti di rendita ? Niente di tutto questo, e I>io sa cosa è accaduto o cosa accadrà. Quale responsabilità gravissima per chi è alla testa del Comune ! E se tutto ciò non dovesse bastare, lettore carissimo, per provarti il disordine che regna da noi, poveri mortali, ti dirò che, disgraziatamente, col vajuolo in casa, il Comune non ha preso fin ora, come sarebbe stato suo dovere, nè — per quanto mi fu detto — è intenzionato di prendere alcuna misura — se si eccettui quella di aver impedito un ballo nella decorsa domenica — atta au impedire la propagazione del male; nè si cura poi affatto, di dare al medico la necessaria assistenza, affinchè egli per quanto possibile passi alla tanto generalmente raccomandata vaccinazione e rivaccinazione delle persone. Ne ho saputo poi una recentissima relativamente alle scuole da persona autorevole e degna di fede. Il maestro dirigente le nostre popolari —■ il quale dovrebbe pel primo dare il buon esempio ai maestri e maestre mantenendo 1’ ordine 1' armonia e la quiete — mise — non per la prima volta — nella decorsa settimana — e tutto ciò per esercitare una bassa e miserabile vendetta verso una buona, quanto brava maestra — lo scompiglio in palazzo per una questione relativa ai quartieri dei maestri stessi, cosa che per brevità qui non racconto, ma che ha prodotto naturalmente malumore gravissimo nel personale insegnante e provocato V indegnazione nel pubblico. A mio sommesso parere, 1’ egregio funzionario avrebbe dovuto piuttosto sorvegliare meglio le scuole e non abbandonare, — per non far più ritorno — quasi giornalmente alle nove del mattino la sua classe lasciandone i fanciulli in custodia ad un ragazzo qualunque, per recarsi poi all’ ufficio comunale a curiosare e disimpegnare forse affari che non lo riguardano menomamente. Credo che l’inclito consiglio scolastico distrettuale verificherà senza dubbio il fatto deplorabile e nella sua saggezza vi saprà metter pronto e conveniente riparo. Zanetto. ------------------------------------------------- 2ŠT ott-arno Ai piani che dice la luna di giugno ne ’l ciel navigante, ai piani dormenti del sonno odoroso che loro azzurrina la notte donò ? Che dicono i fiori alle stelle d’ amor palpitanti nell’ alto, i fiori socchiusi nei freschi giardini che perlea rugiada d’ argento spruzzò ? Che dice quel canto lontano all’ ànsio mio cor che lo beve, quel canto d’ amore che palpita, oscilla, si sperde si sperde sì come un sospir? Parvenza di sogni gentile, sull’ ala a me giunta del vento, poter coll’ olezzo, col raggio, col canto assieme lontani per 1’ etra vanir . . . Vittore Matteicich. -------------------—nžT>—------------------------------- Nell’ „Imparziale“ d. d. 25 Novembre, troviamo la seguente burlesca corrispondenza : „Era da molto che seguendo eccittamenti vostri mi proponeva d’inviare qualche mia corrispondenza al patriotko Imparziale da questa Atene dell’ Istria, ma vi confesso che non avrei creduto mai di dover incominciare la serie col narrarvi un fatto che ha indignato immensamente gli egregi miei concittadini, che ad una voce reclamano la severa punizione dei colpevoli, affinchè menomato non ne venga alla città il nome di ospitaliera, colta e gentile... Ma veniamo al fatto. * * * Era la sera del 19 novembre u. s. Alcuni studenti di questo Istituto magistrale, animati da nobilissimi sentimenti patriotki, riunivansi in una sala della trattoria „Al Vaporetto8, affine di festeggiare 1’ anniversario che ricorreva in quel giorno della nostra Augustissima Imperatrice. Colà in numero di 20 passarono un paio d’orette fra lietissimi cauti nazionali mentre uno dei compagni suonava al cembalo l’Inno popolare accolto con entusiasmo dagli altri. Senonchè v’ erano presenti 3 persone, che da certe espressioni pronunciate e da certe risa che sapevano di disprezzo ed ironia, avevano in mira di mettere in ridicolo tale nobilissima e patriotka dimostrazione. I tre erano i signori Dr. Gambini già podestà di Capodistria, Baseggio e Derin. Finita la bella festicciuola, gli studenti, dopo aver intuonato ancora una volta l’Inno popolare, sortirono dalla trattoria per recarsi a casa loro. Sortendo e quantunque risentiti un po’ per il colpevole contegno dei tre signori, pure vollero spingere all’ estremo la cortesia e con ogni urbanità li salutarono ripetutamente. Sortiti quindi, attendevano che uno o due dei loro compagni, compissero un imperioso dovere, quando in quel momento si apre la porta della trattoria e ne e-scono i tre signori. Uno di questi ordina agli studenti di andar subito a casa. Essi protestano in nome della libertà personale eh’ è un retaggio sacrosanto a tutti. Ma il Dr. Gambini, ex Podestà e deputato della Dieta istriana, grida : Marche a casa ed estratto nel tempo stesso da tasca un temperino vibra col manico di questo un violentissimo colpo allo studente N.... che colpito ad un occhio cade a terra immerso nel proprio sangue ! Immediatamente allora uno degli altri due signori (non si sa ancora se il Baseggio o il Derin) con feroce voluttà monta sul corpo del povero ferito calpestandolo ripetutamente fra le grida di pietà e soccorso emesse dai poveri studenti, presenti a sì straziante scena. Finalmente i tre eroi salvata la patria in modo cotanto sublime, a passi gravi si ritirarono sghignazzando, mentre il povero ferito viene trasportate a casa, in uno stato da far pietà. La famiglia dove egli abita manda subito, subito per il medico, ma tanto il Dr. Gravisi quanto il Dr. Paulovich, con mirabile accordo si rifiutano di portarsi al letto del ferito, ed appena al mattino seguente il Dr. Gravisi recavasi a compiere il sacrosanto dover suo, ed oggi che vi scrivo il povero ferito è sempre a letto in cura medica e non si sa se potrà ricuperare l’occhio. * * * Questo gravissimo fatto ha indignato tutti i cittadini onesti i quali con ogni insistenza reclamano la severa punizione dei colpevoli. E giustamente osservano che se da tali sentimenti antipatriotici ed antidinastici è animato 1’ ex Podestà, quali sentimenti dovevano poi nutrire gli onorevoli membri del Consiglio comunale che fortunatamente venne disciolto dalle eccelse Autorità ! ! E, posso assicurarvi che giustizia sarà fatta piena ed intera ed esemplare castigo si saprà infliggere a coloro che a furia di colpevoli violenze, vorrebbero veder distrutto il patriotko sentimento della nostra gioventù. In tal modo verrà offerta prova novella che in uno Stato costituzionale la leege è ugnale per tutti. G. G. P. S. Alcuni malintenzionati sparsero oggi la voce che non si farà processo alcuno ai colpevoli e che tutto sarà soffocato. Ciò è assolutamente falso. I Tribunali in Austria non conoscono riguardi di sorta nell’ adempimento del loro dovere, ed i fatti proveranno la verità delle mie parole." I commenti ai nostri concittadini, che sanno come ben diversamente sia passata la cosa e quanto c’ entri il Dr. Gambini, contro cui e il corrispondente dell’ Imparziale e i suoi fidi amici clericali-croati scagliano i loro strali avvelenati. 0 sperano forse di vendicarsi così delle botte morali, eh’ egli ha loro ripetutamente somministrato in seno alla nostra Dieta ? Sin qui volevano far a brani il Dr. Amoroso, ora allungano gli sporchi e adunchi unghioni anche sul Dr. Gambini, ma la è proprio fatica sprecata. Non ne hanno avuto abbastanza delle lezioni ? E non sanno ancora che „ride bene chi ride V ultimo ?„ UNA EPIGRAFE MENZOGNERA Bugiardo come un epitafioC Per vendicare la falsità di fatto incisa in una lapide che sta infissa nell’interno della ex Chiesa di S. Giacomo, ora magazzino del Duomo, ci scrive un nostro concittadino quanto segue : sappiamo da tradizione presto secolare, che al cader della Bepublica di S. Marco (12 Maggio 1797) e precisamente tre settimane dopo, è avvenuto a Capodistria un serio moto popolare con qualche spargimento di sangue e con minaccia d’incendiare la città. Risulta dagli Atti Comunali, che il sindaco Nicolò de Baseggio e non altri ebbe il merito si sedare il movimento. Il Vescovo aveva tentato indarno di calmare il popolo dal pergamo, che anzi corse pericolo di vita per una fucilata che fortunatamente non lo ebbe a colpire. Dopo di lui salì un banco il Baseggio, e con discorso caldo e fraterno riuscì a domare il popolo, il quale sul Vangelo giurava pace e tranquillità. Ciò avveniva il cinque e sei Giugno 1797. Tutto ciò è confermato da una necrologia a stampa in morte di esso Nicolò de Baseggio, firmata dai Capi Comunali, che il prelodato nostro concittadino ci trasmette, nella (piale, tra altro, è detto : “Al cader poi della Veneta Repubblica, trascinata „lTstria, e Giustinopoli aneli’ essa, negli orrori dell’ anar-„eliia. Egli solo, fattosi usbergo di quella illibata coscienza, che meglio di ogni arma fiancheggia, non esitò di „ alzarsi imperterrito tra mezzo un popolo furente; e con „sua grave eloquente allocuzione nell’ affollato tempio, „giunse a tale, da ricomporre gli animi in calma, ed „evitare ogni presta effusione di sangue.„ E conchiudendo, soggiunge : cinque o sei giorni dopo, giungeva un governatore austriaco nella persona di Francesco Filippo de Roth — Ora leggiamo nella indicata lapide mille ringraziamenti al Rotti per aver egli, sei giorni dopo spenta, sedata la rivoluzione ! ------------------------------------------------- Vaila. Il chiaro patriota e giureconsulto Avvocato Giuseppe Dr. de Vergottini, deputato provinciale e Podestà di Parenzo, è gravemente ammalato. Lo annunciamo dolentissimi e ficciamo caldi voti perchè la scienza possa ridonarlo presto alla diletta famiglia ed al paese. * * Nella sera del 25 novembre tenevasi dalla Associazione Costituzionale di Venezia una solenne commemorazione in onore del defunto suo presidente barone G. F. Cattanei. Tutta Venezia officiale e colta, si può dire, assisteva alla mesta cerimonia. Poiché il senatore Fornoni ebbe pronunciate dapprima appropriate e nobilissime parole, diede la parola al conte Lorenzo avv. Tiepolo, che intessè in lode del-1’ estinto un’applauditissima commemorazione. Dalla quale ci piace stralciare i seguenti periodi che riguardano il nostro Combi. “Ma ad altra impresa non meno ardua e non meno grandiosa 1’ attività del Cattanei si era consacrata . . . . . . la istituzione del Museo Civico e Raccolta Carrer nel restaurato Fondaco dei Turchi. Qui la gloria però non fu esclusiva di lui : ei la divise con altri che, cittadino adottivo di Venezia, ripagava coll’ ingegno e col cuore messi a profitto di lei, d’ ogni suo miglior bene e decoro, 1’ ospitalità eh’ essa gli donava e che gli rendeva confortato 1’ esilio dalla patria. “Il prof. Carlo Combi, nome sacro alla scienza, al patriottismo, ad ogni sentimento del bene, predecessore del Cattanei quale assessore referente per la pubblica istruzione, lo precedette nel gettare le basi fondamentali della organizzazione del nuovo Museo che il Cattanei continuò e compì confortato dal suo consiglio ed aiuto. „Associazione di opera che trovò un terribile riscontro nell’ associazione della sorte riservata a questi due atleti dell’ onore della nostra città, colpiti dalla morte a poche ore 1’ uno dall’ altro : “Laonde fu pietoso il Comune decretando che i loro nomi sieno vicini in una stessa lapide sulle mura del Museo, affinchè coloro che insieme lavorarono ad istituire questo monumento delle patrie battaglie ed insieme scesero nella tomba, fossero pure insieme tramandati alla memoria riconoscente dei posteri., * * * Col titolo: Girolamo Cattanei - Carlo Combi, l’illustre economista e pubblicista veneziano, Alberto de Kiriaki, professore di Diritto e di Economia nell’ Istituto tecnico di Padova, pubblicò nell’ Ateneo Veneto (1884 Vol. IL fase. N. 3-6) una splendida biografia intorno al nostro illustre trapassato, dalla quale riportiamo gli ultimi periodi : „Dovunque era necessaria 1’ opera dell’ uomo giusto, il consiglio dell’ uomo sapiente, {’ abnegazione completa dell’ uomo benefico, 1’ opera, il consiglio, il soccorso di Carlo Combi non mancarono mai ed ei dappertutto lasciò memoria duratura di sè, dappertutto lascia ora un vuoto che nessuno potrà riempire : poiché difficilmente si troveranno congiunti ed equilibrati in un solo : il carattere intemerato, la lealtà purissima, la modestia semplico e spontanea, 1’ animo mite e gentile, la volontà ferma e pertinace, l’intelligenza sovrana, la dottrina vasta e severa, il sentimento religioso, illuminato, profondo. Abborrente dai medicati rancori, indulgente nel giudicare gli altri, severo con sè stesso, Carlo Combi visse incontaminato, trascorse l’affaticata vita virtuosa amando e beneficando, ebbe un solo pensiero : la patria ; un solo affetto : la famiglia ; un solo culto ; la fede immarcescibile nella verità che cercò affannosamente, e fu credente della scuola nobilissima del Mazoni, del Rosmini, del Ventura, del Lacordaire, dell’Ozanam, profondamente divisa così dalle profanazioni volgari della religione politica, come dalla sciagurata negazione di quanto più eleva la umana natura. Carlo Combi amò la patria, la scienza, Dio; e la patria riconoscente tramanderà ai tardi nepoti il nome suo con memore affetto ; la scienza rammenterà con onore gli scritti suoi eminenti e Iddio avrà già raccolta la nobile anima passata alla vita della perpetuità e della pace . . . . „ * * * Dalla onorevole Direzione del Circolo Accademico italiano in Vienna riceviamo la seguente partecipazione, che ben volentieri inseriamo : Spettabile Direzione „Patria*. Abbiamo 1’ onore di comunicare a questa spettabile Direzione l’esito delle nostre elezioni avvenute sabato 22 novembre p. p, Presidente : Giovanni Macovich. Vice-presidente : Francesco Vio. Direttori effettivi : Segretario, Ferruccio Cumadori — Bibliotecario, Giuseppe Bramo — Provv. di giornali, Rocco Pierobon — Cassiere sociale, Ettore Fender] — Cassiere della sezione di mutuo soccorso, Roberto Sossich. Direttori sostituti : Giuseppe Borri — Lodovico Braidotti — Ettore Polonio — Paride Candioli — Almerigo Ventrella. Revisori : Antonio Lius — Giuseppe Tonini. Giuria : Adriano de Merlato — Scipione Taiti — Domenico Ott — Sostituto, Augusto de Luzemberger. Con prefetta stima per il comitato Giov. Macovich Ferruccio Cumadori presidente. segretario. * * * A pochi giorni di distanza morirono alla fine del Novembre decorso due splendidi astri della scena, Erminia Frezzoliui e Fanny Elssler. ---------------------- CRONACA LOCALE Gli ultimi due numeri del nnostro periodico (N. 21 e 22) furono colpiti da sequestro. I funerali del compianto sig. Giuseppe Vidacovicli padre a que’ patrioti, che sono gli avvocati Antonio e Girolamo e l’ingegnere Domenico Vidacovicli, seguiti il giorno 2 corr. riescirono invero imponenti nella loro semplicità, per la viva partecipazione della cittadinanza a quest’ultimo tributo reso alla memoria di quell’ ottimo cittadino, la vita del quale fu interamente spesa in opere buone e dedicata precipuamente al culto della famiglia. Anche da Trieste intervennero numerose rappresentanze del Consiglio di città, della Società del Progresso e di molte altre associazioni. Il feretro era coperto di ghirlande. In cimitero, parlò il congiunto sig. Giorgio Cobol, il quale in un commovente discorso tratteggio la vita modesta, intemerata, laboriosa del trapassato. Possa tanta dimostrazione di stima e d’affetto, tributata all’egregio trapassato servire di conforto ai figli addoloratissimi, ai quali porgiamo le nostre più vive condoglianze. XXVI. Protocollo di Seduta della Bapp. Con. di Capodistria 16 agosto 1884 ore 6 poni. Presidenza Podestà Avv. Gambini. (Cont. e fine ; vedi numero antecedente). Conto preventivo del Comune Censuario di Capodistria da cuoprirsi colle addizionali già esistenti del a) 26 °|0 sulle imposte dirette, prescritte in fui. 1721,24 importanti fini 3567, 52 de’ quali si presume un introito di 3000 b) 100 °|0 sul dazio consumo delle carni e vino in arrenda colle tasse indipendenti tuttora esistenti, di..................... 7895 c) fui. 7,51 per ogni ettolitro di bibite spiritose di qualità fina vendute al minuto e di fui. 5,01 per ogni ettolitro di qualità ordinaria....................238 d) di fui. 1,70 per ogni ettolitro di birra venduto al minuto, calcolatone lo smercio in 401 ettolitro all’ anno . . . 682 11815 Differenza fui. 13 Conto preventivo - r\v del Comune Censuario di Lazzaretto per 1’ anno solare 1885. ESITO per 1’ anno solare 1884 ESITO Spese di amministrazione, cioè : assegno di rappresentanza al Podestà 1500 indennizzi di spese borsuali ai Rappresentanti comunali......................... 20 salari agl’ impiegati ed inservienti comunali ................................. 3780 pensioni, provvigioni e graziali . . . 194 stampe, requisiti di Officio e di can- 650 celleria................................. diarie e spese di viaggio in genere . 150 imposte pubbliche ed equivalenti . . 850 rimunerazioni e sussidi.......................400 altre spese di amministrazione comunale in genere............................390 Spese peli’ istruzione pubblica,.... 3558 Beneficenza pubblica, cioè : provvedimenti ai poveri........... 3200 Spese di polizia, e precisamente : sanitaria ed in causa di epidemie . . 2107 annonaria....................................830 di pubblica sicurezza...................... 2940 di pubblica nettezza ed ornato . . . 1200 illuminazione pubblica......................1740 provvedimenti contro gl’ incendi . . 120 campestre....................................300 Spese di culto...................................300 Spese militari e di gendarmeria . . . 402 Spese per festività pubbliche .... 300 Spese inerenti all’ incremento ed alla conservazione del patrimonio stabile del comune......................................1170 Spese per costruzioni nuove .... 1400 Contributi e concorrenze....................... 3771 Spese fondazionali............................... 32 Interessi di capitali passivi .... 7038 Antecipazioni e prestanze, cioè : da darsi.....................................420 da restituirsi...............................400 Spese diverse ed imprevedute .... 1000 Somma degli esiti . . .40162 INTROITO Introiti del patrimonio stabile del Comune, cioè : 8633 Diritti ed utili........................1038 Interessi di capitali attivi investiti, cioè : in obbligazioni e carte pubbliche di credito.............................. 99 presso privati ed altri corpi morali . 4402 Introiti da fondazioni e lasciti ... 50 Tasse in genere.........................1405 Multe....................................150 Contributi e concorrenze................ 7487 Rimborsi per spese militari, di gendarmeria di sfratto e simili......................800 Doni e legati............................130 Antecipazioni e prestaze, cioè : da riaversi..........................620 Addizionali ed imposte dirette : addizionali alle imposte dirette ; arre- trazioni ..................................1600 Introiti diversi ed impreveduti . . . . 1920 Somma degl’ introiti . . 28334 Posta a confronto la somma degli esiti di contro con...........................40162 Risulta una deficienza di......................11828 Contributi e concorrenze................. 6833 Somma degli esiti . . . . 6833 INTROITI Introiti da fondazioni e lasciti ... 40 Tasse in genere.......................... 100 Addizionali ed imposte dirette : addizionali alle imposte dirette ; arre-trazioni ............................... 2400 Somma degli introiti . . . 2540 Posta a confronto la somma degli esiti di contro con........................ 6833 Risulta una deficienza di................ 4293 da cuoprirsi colle addizionali già esistenti del a) 36 °j0 sulle imposte dirette, prescritte in fui. 7760, 59 importanti fui. 2793, 81 de’ quali si presume un introito di 2700 b) 100 °|o sul dazio consumo delle carni e vino in arrenda.......................930 c) 5 °|0 soltanto sull’imposta fondiaria, prescritta in fni. 6788,18 importante fui. 338,91 di cui si preventiva — per le guardie campestri, boschive a sensi di legge — un incasso dì .... . 300 d) colle tasse indipendenti come attual- mente in vigore sul dazio consumo delle bibite spiritose vendute al minuto in ragione come pel comune Censuario di Capodistria...........................230 e) dette di fui. 1,70 per ogni ettolitro di birra venduto al minuto, calcolatone lo smercio in Ettolitri 59 all’ anno . . 100 Somma . . . 4260 Differenza fni. ... 33 Durante la discussione di tali conti, alle relative rubriche e titoli vennero adottati i seguenti ordini del giorno : “ I dell" Gnor. Dr. Pio Bambini, ad unanimità; Si prescriva ai medici comunali di tenere 1’ ambulanza gratuita a benefìcio dei comunisti poveri, anziché nelle rispettive abitazioni, nel Civico Ospitale, in ore differenti, da fissarsi dall’ esecutivo. — IL dell’ Gnor. Signor Andrea Marsich fu Giammaria, con 7 voti ; Si prescriva ai medesimi di tenere per turno settimanale un’ ora di ambulanza gratuita nel villaggio di Bertochi od altro sito centrico, a sollievo dei comunisti di Lazzaretto. ili. degli Gnor. Sig. Andrea Marsich fu Giammaria, Pio Dr. Gambini e Cons. Alessandro Dr. Bratti, ad unanimità; Viene incaricato 1’ esecutivo di presentare al più presto al Consiglio un progetto dettagliato per l’istituzione di un corpo di vigili. IV. degli Gnor. Signori Andrea Marsich fu Giammaria e Pietro Gallo con 7 voti; Per parte di moralità viene incaricato 1’ esecutivo d’incassare la prescritta tassa legale di fior. 5 per qualsivoglia ballo publico, senza la distinzione sinora fatta per i balli popolani, allo scopo di renderli meno frequenti. V. degli Gnor. Signori Andrea Marsich fu Giammaria e Pio Dr. Gambini, ad unanimità; In relazione al Decreto dell’Inclita Giunta Provinciale d. d. 30 Dicembre 1882 N. 6390 sub N. 32 de 1883, in merito al limite di tempo e spazio per 1’ attivazione della tassa di occupazione di fondi comunali a mezzo degli esercenti stabili, si fissa la tassa di soldi 50 all’ anno per ogni metro quadrato occupato dall’esercente od ove lo spazio occupato non raggiunga in larghezza il metro quadrato, da computarsi in ragione di soldi 50 all’anno per metro lineare. VI. dall’Gnor. Dr. Pio Gambini, ad unanimità; Viene incaricata la Spett. Deputazione Comunale di recarsi dall’Hl.mo Sig. Presidente dell'Eccelso I. R. Governo Marittimo in Trieste, onde impetrare il completamento e Io escavo del nostro porto mal sicuro ed imbonito. Dippiu vengono fatte alla Presidenza le raccomandazioni che seguono : a) dell’ Gnor. Antonio Marsich fu Nazario, Andrea Marsich fu Giammaria e Dr. Pio Gambini, perchè 1’ arrendatore della caccia nel Comune Censuario di Lazzaretto restringa il più possibile l’esercizio del diritto della medesima, nell’interesse dell’agricoltura, officiandolo di tenersi pago di tanti soci quanti bastino a coprire il canone d’arrenda e relative spese. b) dell’Gnor. Pio Dr. Gambini ed Andrea . Marsich fu Giammaria, perchè l’esecutivo si rivolga al Sovrano Erario colla ricerca di concorrere per ragioni di convenienza nella spesa di costruzione della cella mortuaria, la quale viene costruita in dimensioni maggiori delle sufficienti ai nostri bisogni, per accogliere i cadaveri de’ carcerati. c) dell’ Gnor. Pio Dr. Gambini, quale membro della Commissione al Civico Camposanto, perchè eventuali civanzi vadano a beneficio del fondo di manutenzione della Necropoli. d) dello stesso Gnor. Dr. Pio Gambini, perchè l- esecutivo d’ accordo colf I. R. Governo, rediga per il venturo anno un progetto di canonica ad uso abitazione del parroco e cooperatori, allo scopo di diminuire 1’ assegno alla rubrica V Esito, Comune Censuario di Capodistria corrispondente all’interesse d’un capitale al '5 °|0 di fior. 6000. e) del suddetto, perchè non si accordino permessi di balli pubblici in locali non ritenuti sicuri da persona tecnica; f) del Signor Andrea Marsich fu Giammaria perchè siano richiamate le guardie municipali ad un più esatto adempimento de’ loro doveri in linea di polizia notturna ; g) delPi. r. Commissario Governativo, perchè nel bilancio dell’anno venturo sia provveduto ad un aumento delle stesse guardie, oggi insufficienti per numero a disimpegnare esattamente le molteplici loro mansioni di polizia; li) dell’ Gnor. Sig. Pietro Gallo ed Antonio Marsich fu Nazario, perchè si solleciti Pescavo del man-dracchio di Porta St. Pietro; i) dell’Onor. Andrea Marsich fu Giammaria, perchè l’esecutivo dia la disdetta ancora prima del 24 Maggio p. v. agli inquilini delle case comunali, per aumentarne, se possibile, le pigioni. Nominati gli Gnor. Signori Luigi Utel e Giovanni Cernivani per la firma del presente Verbale e gli Gnor. Sig. Antonio Marsich fu Nazario e Pietro Gallo fu Pietro per quella dei bilanci votati, il Podestà leva la seduta e scioglie l’adunanza allo ore 81!, pomeridiane. RINGRAZIAMENTO La sottoscritta ringrazia commossa tutti quei pietosi di questa e delle altre città istriane e di Trieste, che le fecero dimostrazione di sè affettuosa compartecipazione nel lutto che la colpì per la perdita del genitore amatissimo. Capodistria 3 Dicembre 1884 Famiglia Vidacovich Grli onor. Signori associati vogliano avere la cortesia d’inviare l’importo (l’abbonamento da loro dovuto all’amministrazione del giornale. AVVISO li sottoscritto assume lavori di pavimenti a palchetto in legno di rovere dell’interno a vari disegni a f. 2.80 al metro quadrato, garantendo la bontà della merce e 1’ esattezza dell' opera. Capodistria, 23 Novembre 1884. Audrea Trenini.