ANNO IX Capodistria, 16 Dicembre 1875 N. 24 DELL' ISTRIA, organo ufficiale per gli atti della Società Agraria Istriana. «. Esce il 1° ed il 16 d'ogni mese. ASSOCIAZIONE per un anno fior. 3; semestre e quadrimestre in proporzione. — Gli abbonamenti si ricevono prèsso la Redazione. Articoli comunicati d'interesse generale si stampano gratuitamente. — Lettere e denaro franco alla Eedazione. — Un numero separato soldi 15. — Pagamenti anticipati. Atti ufficiali della Società agraria istriana NOTIZIE E DOCUMENTI per la conoscenza delle cose istriane Delle Memorie sacre e profane dell'Istria del dottor Prospero Petronio MS. 1680-1681. (Continuazione V. pag. 1751). 15. Tra le carte 162 e 163. Digitano—Galesan—Valle—Guran. 16. Tra le carte 171 e 272 in foglio doppio — Parendo, porto e contorni. — Parentium Histriae Civi- tas......Oppidum civium romanorum. teste Plinio. — Scoglio S. Nicolò, Chiesa diroccata, S. Lucia, S. Spirito. 17. Tra le carte 193-194. Orsera (Orseri vel Ursariae Gastrum ad mare). 18. Tra le carte 195 e 196. Fontane — (Fontana Giorgiana niinc Castrum Dorisium Comitatus.) 19. Tra le carte 196 e 197. Bovigno — (Arupinum hodie Buginum et Bubinum, sic dictum ab Aru-pino antiquo Oppido in rupibus exciso.) 20. Tra le carte 200 e 201. Castel Valle. 21. Tra le carte 202 e 203. Contea di S. Vicenti dell'Ill.ma Famiglia Grimani di S. Luca. E in foglio doppio, e nel disegno sono segnati in piccolo Gimmo— Sambrizzi—Zaborvichi— Badigosa ecc. 22. Tra le carte 214 e 215. Visinada, latino Vicinatus scilicet Vicus ultra Quietum amnem, supra montem inter Montonam et Parentium. 23. Tra le carte 219 e 220. foglio doppio. Cittanova. Il disegno porta in piccolo anche TJmago, Buie, Verte-neglio, S. Lorenzo, Daila, ecc. Dopo le carte 165, 168 e 169 — sono tre fogli colle indicazioni di Albona, Fianona e Barbana non disegnati. Mancano poi affatto, come si vede, i disegni di Capodistria, Isola, Pirano, Portole, Pinguente..... le cui Memorie saranno di certo state raccolte nella I. Parte. — Manca anche il disegno di Montona abben-chè vi sia la memoria. Noterò per ultimo che le Aggiunte ossia Difese dell'antica Emonia Istriana contro Filippo Cluverio e Lodovico Schonleben — occupano 29 carte e comprendono: — Una Lettera di Baldassare Bonifacio datata — Trevigi 20 maggio 1643. •— Considerationi di Mons: Vescovo Thomasini intorno alla predetta opinione (del Cluverio e dello Schonleben) et prove che questa (Cittanova) sia l'antica, Aemonia. — Lettera dello Schonleben al Tomasini — Labari 8. Iunii 1672. — Argumenta ossia Ragionamento dello Schonleben. — Responsiones ad argumenta Beverendissimi Domini Arcidiaconi Carniolae, asserentis hodiernum Labacum esseantiquam Urbem Aemoniam, negantis-que huiusmodi titulo recte nuncupatam Aemoniam Istriae, nunc Civitatem novam. — Ita Jo: Mattheus Madrutius Archipresbyter Collegiatae Ecclesiae Bu-learum, ac Vicarius Generalis Aemoniensis. — Lettera dello Schonleben al Vescovo Tomasini nella, quale dichiara che uon accetta per buone le Responsioni del Madruccio. 1. Gennaio 1673. — Besponsiones ac Juditium 111. Equitis Ursati Patavini in Patrio Lyceo Meteor : Profess: ecc. super Argumenta D. Arcliidiaconi Labacensis circa Aemoniae situm. — Altra lettera di N. N. datata 21 Agosto 1677. A queste Aggiunte va unita in foglio doppio una Tabella o Prospetto comparativo di alcuni nomi e distanze segnati nella Tavola Peutingeriana, nell'Itinerario di Antonino secondo il Simlero, nello stesso Itinerario secondo Aldo, e nell' Itinerario Gerosolimitano secondo il Cluverio. E qui finisco della II Parte. Chi vuol saperne di più ricorra all' archivio dei Frali. Da quanto ne dice lo Stancovich (Biografia loc. cit :), nel 1821 era già nota al Conte Agostino Carli, ma non porta segno dal quale possa arguirsene la provenienza. Attualmente si conserva nella Miscellanea Codici al n° 110 ed è segnata di fuori Memorie dell' Istria. Passiamo ora alla II Parte, ossia a quel brano prezioso del quale dobbiamo esser tenuti all'amico Anteo. Consta, come dissi, di carte 88 ossia pag. 176 non continue, e i da alcune espressioni del testo si capisce che l'Autore vi tenne sopra la mano fino al 1680. — Incomincia col Cap. Vili nel quale tratta brevemente - Come gli antichi Istri habitassero in questi contorni. — Segue il Cap. IX nel quale dice della Religione degli antichi Istri e Romani dopo eh'' Egida fu fatta loro Colonia. — Il testo di questo capitolo è corredato di quattro disegni a penna ebe rappresentano — 1° la nota statua della Giustizia detta del Pretoreo-, — 2° altra statua che ai tempi del Petronio esisteva sopra una colonna nella piazza del Brol-lo. — 3° un idoletto di bronzo trovato dal Vescovo Morari, nel 1643, a Covedo e di cui non si sapeva più cosa ne fosse seguito: — 4° il sepolcro di Lucio Publitio Archigallo, e Gran Sacerdote della Dea Ci-bele con leoni e teste di giovenche, le cui pietre furono adoperate in parte per una delie porte del Duomo. Senza entrare nel merito, se cioè le statue in origine rappresentassero Pallade od altre Deità, giova notare però come il Petronio avverta che la testa e le braccia della prima statua sono state rifatte. Ecco le sue parole : „ La. . . statua di buona e ben intesa scol-„ tura, la quale fa ora figura di Giustizia haveute ia „ una mano lo stocco e nell' altra le bilance, sta bora „ in atto e positura molto differente dal suo primiero „ essere, poiché invece di un capo corrispondente alla „ simetria e delicatezza primiera del corpo, se gli vede „ di presente una testaccia con mani posticce, molto „ mal accontie .. .„ Avverte inoltre, sulla fede di alcuiii manuscritti del Mutio, che anco sul monte di Sennino furono altre volte veduti avanzi di tempio pagano là dove allora (1680) esisteva la chiesa di S. Giorgio;' come dice altresì di molte mine esistenti sulla cima del Colle detto Castel Bona, (in latino Castrum Bo-nae), nelle pertinenze della città. E dice che molti marmi antichi, colonnati, sporti, capitelli appartenenti a templi pagani, furono adoperati nella prima costruzione del Duomo cristiano. E quindi esclama: „E di che „ altro invero si fece la sua facciata del 1490, quando „ s' allungò esso Duomo, se non de' marmi di questa „ ragione, che pure già n'erano nella facciata antica, „ e parte si trovavano sparsi per la città, come ruine „ de' tempi, et altre fabbriche antiche diroccate? Quanti „ altri bei sassi poi sono stati posti per fondamenta „ delle Chiese, del Palazzo Pretoreo, e d'altre pubbli-„ che e private fabbriche! Quante belle memorie in-„ cenerite nelle pubbliche calamità, ovvero dalle genti „ rozze et ignoranti, che seguirono alla discesa de' Bar-„ bari, spezzate e calpestate per convertirle in altro „ uso! Ed in fatti di che marmi o sassi sono tante „ scale e fenestre pubbliche e private ? eh' altro le „ Vere de' Pozzi o Cisterne ; che tante lapidi de' Se-„ polcri, tante pille et arche dove si conserva 1' oglio? „ Non altro certo che avanzi miserabili e pretiose re-„ liquie dell' antichità, aggiustate a maggior comodo „ et liso delle persone. „ (Continua) Brano di Geografia antica romana dell'Istria comparata alla moderna Adriaticum o Superum mare — mare Adriatico. Aemonia — Cittanova. Albius mons, monte Albio o Nevoso. Alpes Juliae — Alpi Giulie. Arsia — il fiume Arsa. Formio — Risano. Nesaticon presso l'Arsia. Ningium al fiume Quieto. Ocra parte la più bassa delle alpi che corrisponde ai monti della Vena. Pola o Pietas Julia — Pola. Pucinum Castrum — castello di Duino. Secusses : dice Plinio — Stor. nat. III. c. 20: Incolae alpium multi populi, sed illustres a Pola ad Terge-stis regionem Secusses, Subocriui, Catili, Minacole-ni, juxtaque Carnos quondam Taurisci appellati nunc Norici. Subocrini —alle falde dell'Ocra. Tergeste — Trieste. Timavus — il fiume Timavo. Trojanus pagus — si crede nelle vicinanze del fiume Timavo. Mons regius —monte Nanos. Sciavi, sclavini, slavi—-popolazione di cui il primo a farne menzione è Jornandes (Giordano) e Menandro poi, che la dicono sortita dalla Sarmazia. Una diramazione di questi Slavi, che i tedeschi chiamavano Vendi e Vindi, prese sede costante alla parte superiore della Drava, alla Sava, alla Culpa, all' Isonzo, al Timavo, nonché al golfo di Trieste. Verso l'anno 610 ebbero i longobardi forogiuliesi una disfatta dagli Slavi sopra Civida-le, nel qual fatto rimase morto il duca Gisulfo, ma poi furono quelli più volte sconfitti ai tempi dei duchi Vettari, Peminone, e Ratchi. Su di ciò sono a leggersi i passi che vi si riferiscono presso Paolo Diacono. 7ia Gemina ossia doppia, di cui un ramo presso le fonti del Timavo metteva a Trieste e nell'Istria, l'altro passando l'Isonzo presso la Mainizza, proseguiva lungo il Vipacco, e metteva attraverso le Alpi per la Hrus-sizza nella Pannonia. (Continua). Un nuovo manoscritto di Stratone Fra tutti i manoscritti di questo geografo antichissimo, che trattò dell'Istria nei libri I, II, IV, V, VII, credesi che il più importante sia quello scoperto, non è molto in Frascati nell'abbazia di Grottaferrata. Lo scopritore fu Giuseppe Cozza, a cui gli studiosi de' testi biblici debbono già molto. Il manoscritto rinvenuto, (su palinsesto) consisterebbe in fogli di cartapecora, grandissimi, sopra i quali sarebbero scritti dei frammenti dei 17 libri della Geografia. I più considerevoli sarebbero quelli del libro VII e Vili, in testo così corretto, che le antiche edizioni dovrebbero essere rifatte. Sopra alcuni passi della Geografia di Strabone scrissero due capodistriani, e precisamente i seguenti lavori : Dissertazione sopra un passo di Strabone, che riguarda la corografia di Aquileja, inserta nella Nuova raccolta di i opuscoli (Mandelli), tomo XXIII, a pag. 30. Autore Francesco Almerigotti, Venezia, 1762. Altra Dissertazione sopra un passo di Strabone riguardante 1' antico commercio di Aquileja coi popoli del Danubio, inserita nel tomo XVIII della Nuova Raccolta di Opuscoli. Autore G. Gravisi. Cesare Dell' Acqua L'ultimo quadro esposto a Gand da questo distinto nostro comprovinciale, è la Dalila, cbe mostra il terribile Sansone colla capigliatura da lei recisa, ed ancora ignaro del tradimento, perchè immerso in sonno profondo. Al dire dei critici e della stampa alemanna, la Dalila, è una tra le pitture meglio intese di quante sortirono dal fecondo pennello degli odierni artisti belgi, ed una delle più riuscite dell'Esposizione. Ella è uno studio poderoso di nudo, magistralmente condotto, ed in cui apparisce tutta la feroce sensualità della infida innamorata di quel potente Filisteo. Il Dell' Acqua occupa in oggi seggio sì splendido nell' arte, che può dirsi di lui senza tema di esagerare : nomen satis. Pur tuttavia ci piace ancora ripetere gli elogi tributatigli dalla stampa e dal suo spassionato biografo. Il signor Chirtani, nell' Illustrazione italiana dice di lui : Da una ventina d' anni non c' è rassegna di Esposizione di Belle arti nel Belgio, nella quale il Dell' Acqua non sia lodato come artista eccellente per qualche quadro o per qualche acquerello. Di lui parlano sovente anche i giornali francesi e tedeschi, ed il Kiin-stler Lesicon di Lipsia ne ha riportato una biografia. Lo scultore Pietro Zandomeneghi *) scoprì l'ingegno del Dell' Acqua negli schizzi coi quali combatteva la noja de' numeri, che a vént' anni provava presso la ditta Pàris e Compagni di Trieste, che lo avea tra suoi impiegati. Le premure dello scultore veneziano gli fecero ottenere una pensione dal Municipio di Trieste ; il suo talento e l'indole mite gli fecero trovare un padre amoroso e premurosissimo nel nobile ungherese Rezsau **) stabilito in Venezia. La franchezza e la versatilità del suo pennello gli procurarono commissioni dai principi Lichtensteiu e Schwartzenberg, e la fama alla quale salì rapidamente nel Belgio, ove era andato a stabilirsi nel 1848 presso un fratello, lo additò all' infelice arciduca Massimiliano, che gli affidò la cura di decorare di scene storiche ed allegoriche la splendida villa di Mi-ramar. Tra i suoi migliori dipinti conosciamo i seguenti : Kromwel-, quadro per il sig. conte di Schemborn ; il battesimo di Gesù Cristo e la benedizione dei fanciulli, due grandi quadri nella chiesa dei Greci in Trieste ; due quadri di soggetto storico, nel palazzo Revoltella in Trieste; alcuni ritratti in casa Rittmayer, quadri in casa Hirschel in Trieste; ed alcuni quadri di molto pregio in casa Ritter a Gorizia e casa Treves in Venezia. Oltre a quelli di commissione, condusse una quantità di quadri che appena dipinti potè esitare. In questo momento il Dell'Acqua si ritrova all' apice della sua gloria artistica. Nato povero a Pirano, gusta in seno alla sua famiglia le agiatezze della moderata ricchezza acquistata col suo ingegno; ha ilsuo ritratto nella galleria degli Uffizi in Firenze ; e visitato il suo studio dai membri della famiglia reale del Belgio ; ha una commissione di 10 quadri per uno de più grandi palazzi di Anversa; altrettanti ne ha fatti per un palazzo di Brusselles, - dieci ne sta preparando per una gran sala pompejana della splendida villa del console italiano Errerà ; il conte e la contessa di Fiandra, fratello e cognata del re Leopoldo attendono da lui delle pitture pel loro castello des Averois che bruciò e che si sta riedificando, ed il municipio di Trieste gli ha dato quest' anno la commissione di un quadro da collocarsi nella sala del Consiglio comunale. Cesare Dell'Acqua è di carattere modesto, è discreto in tutto fuorché nella passione dello studio e del lavoro ; ha viva la memoria degli amici della sua gioventù, e gusta come una delle prelibate contentezze della sua vita, la coscienza di far onore all' estero alla sua patria, l'Italia. *) Lo scultore Pietro Zandomeneghi, figlio di Luigi, professore un tempo all' Accademia di Belle Arti in Venezia, ed autore del monumento a Tiziano nella chiesa de'Frari. (Nota della Red.). **) L' ungherese Rezsan fu pure prodigo di consigli ed incoraggiamenti ad un bravo collega di Cesare Dell'Acqua, Bartolomeo Gianelli, nostro concittadino, il quale meritassi più tardi in parecchi suoi lavori gli encomi di quel perfettissimo scrittore della pittura, eh'è il venerando marchese Pietro Selvatico di Padova, senatore del Regno. Fra i più riputati lavori del Gianelli, che si ammirano tra noi, v' ha un San Pietro, molto lodato per altezza di concetto e forza di colorito nei Cenni sulla storia dell' arte cristiana in Istria di P. Tedeschi ; e in lettere del Selvatico all'illustre avvocato Madonizza ; più varie Madonne esistenti in privati Oratorii e in Chiese dell' Istria ; nonché bellissimi paesaggi, che sono ora il genere prescelto dal valente nostro concittadino. (Nota della Red.) ----arri.--- dettate da A. M. Vusio, parroco (Cont. Vedi pag. 1754) capitolo n. Il terreno ed i vegetali. §. 1 II terreno. •— Per terreno un agricoltore intende uno strato di materiali terrosi che è o può essere espolarato dalle radici delle piante. Il terreno si potrebbe così definire: l'unione di sostanze (organiche) minerali, animali e vegetali. Abbiamo detto che tutto al mondo in forza dell'ossigeno brucia e si consuma, ma che nulla poi si perde. Da principio il nostro globo non era altro che una gran massa di fuoco la quale a poco a poco audò sempre più alla superficie consolidandosi. La crosta dunque che si è formata era una durissima massa di granito (miscella di quarzo - felspato e mica), ma per diversi fenomeni, questo spezzandosi si ridusse in masse o roccie ; poi parte per l'influenza dell' ossigeno, parte per le pioggie, sgranellandosi sempre più, diede origine a nuove combinazioni, e finalmente si formarono qua e là sul nostro globo degli strati che noi chiamiamo terra. Difatti i dotti analizzando il terreno lo trovarono composto di molte sostanze, e le principali sono : la I silice, l'allumina ossia argilla, la calce, la potassa, la Lezioni elementari di Agricoltura soda, la magnesia, gli ossidi di ferro e di manganese. Tutte queste sostanze hanno origine da un qualche minerale o meglio sono la combinazione di più minerali assieme. Ecco dunque come il terreno è un complesso di sostanze minerali; ma è anche un complesso di sostanze animali e vegetali. Invero, come continuamente si riproducono e animali e piante, così continuamente periscono e si dissolvono ; i rimasugli adunque di questi si chiamano a seconda coi nomi di torba, di terriccio o di umus. §. 2 Classificazione dei terreni. — I terreni vennero divisi in 4 categorie; cioè in terreni sabbiosi, argillosi, calcari e vegetali. Terreno sabbioso o siliceo si chiama quello il quale è composto per la maggior parte di più o meno minuta sabbia; e si dirà propriamente tale quando fra 100 parti se ne troveranno 60 o 70 di sabbia. In questa categoria i terreni sono per lo più leggieri, e perciò le radici non si trovano mai bene fortificate; i raggi del sole facilmente penetrano in essi e perciò perdono presto l'umidità; e finalmente se anche bene letamati, il letame ben presto per l'effetto delle pioggie si approfondisce e così si rende poco utile per le piante. In questi terreni si può coltivare il grano turco, il riso, l'avena, l'orzo, il grano saraceno, la cipolla, la vite, il gelso ed in generale tutti i frutti. Terreno argilloso o mattajone si chiama quello che facilmente si può impastare per fare poi i mattoni. Questo terreno è costituito propriamente dall'allumina e dalla silice, e si chiamerà propriamente tale quando fra 100 parti se ne troveranno 60 o 70 di argilla. Questa categoria di terreni quando sono umidi, sono molto pesanti e freddi e perciò difficilmente si possono zappare; e quando sono aridi allora screpolano e svel-lono le radici delle piante. In questi terreni si può coltivare il frumento, la fava, la barbabietola, il pisello, 1' avena ed il cappuccio. Terreno calcare o terra focolaja si chiama quello che si compone in buona parte di calce o meglio di pietra calcare polverizzata e si dirà propriamente tale quando fra 100 parti vi si troveranno da 35 a 50 di calce. Questa categoria di terreni sono per lo più bianchi; assai poco trattengono l'umidità, per cui le piante d'estate quasi si bruciano : ma trattengono e conservano molto meglio delle due precedenti la le-tamazione. In questi terreni si può coltivare il grano turco, il riso, la vite ed il gelso. Terreno vegetale o terra nera si dirà quello che si compone in parte di sostanze animali e vegetali, e si dirà propriamente tale quando fra 100 parti se ne troveranno da 12 a 20 di quelle sostanze. In questa categoria i terreni sono i migliori e si prestano molto bene per qualunque coltura. Praticamente si può classificare un terreno nel seguente modo: si strofini fra le dita un po' di terra e se questa si sente al tatto un po' ruvida, allora vorrà dire che quel terreno è sabbioso ossia sabbia ridotta in polvere ; se invece è un po' come untuosa allora segno che il terreno è argilloso; se si crede che sia calcare allora si ponga nell' aceto un po' di terra, e se questa produce della schiuma, non si avrà fallato ; finalmente per assicurarsi che un terreno è vegetale si ponga in un forno caldo un po' di quella terra, e se questa rimarrà ancora nera, allora sarà terreno certamente vegetale, altrimenti sarà di un altra qualità che dall'ossido di ferro o di manganese venne così colorata. Ma rare volte, anzi quasi mai una terra è composta di una sola delle 4 sopradette sostanze ; in questo caso quel terreno prende una doppia e tripla denominazione. Se p. e. in un terreno siliceo si trova il 25 0jo di calce ed il 15020 di argilla, allora quel terreno si chiamerà siliceo - calcare - argilloso : oppure se in un terreno calcare si troverà il 28 0/0 di silice ed 8 0^0 di terreno vegetale, allora prenderà la denominazione di calcare-siliceo-vegetale. Il conoscere i propri terreni a quale categoria appartengano, è cosa utile e necessaria ad ogni agricoltore. §. 3. Profondità dei terreni. — L'agricoltore dopo aver conosciuto la qualità dei suoi terreni, deve ancora vedere quanto ciascuno è profondo, perchè dietro questo potrà coltivare una anziché un' altra qualità di piante. Per conoscere la profondità del terreno l'agricoltore potrà qua e là scavare delle fosse, le quali quando queste non le trovasse egualmente profonde, potrà calcolare una media, e così stabilire la profondità di un terreno. Scavando queste fosse, verrà in pari tempo a conoscenza di una cosa molto importante a sapersi ; vedrà cioè che per alquanti centimetri il terreno è leggero e più o meno nerastro, e quella porzione si chiama strato attivo, ossia terreno fertile contenente più o meno sostanze vegetali ed imbevute d' a-ria, e d' umidità ; poi discendendo più in giù lo vedrà più duro e sempre più bianco, e quella porzione si chiamerà strato passivo ossia terreno che, sebbene contiene in se materie fertilizzanti, tuttavia, per le ragioni già dette, non trovandosi in contatto dell' aria e della luce e di una sufficiente umidità, in esso non potrebbero per i primi mesi i vegetali bene procedere; finalmente si verrebbe ad un terzo strato molto duro e compatto il quale si chiama sottosuolo. ( Continua ) Seminario o Collegio Si Capodistria (Contin. vedi pag. 1756) Entrata Spesa T ansata Verteneglio Scola di S. Rocco Scola di S. Zenon Scola di S. Ermacora e Fortunato Scola di S. Spirito Scola di S. Zuanne Scola della Mad.na del Carmine 320 198 6-4 Parenzo Scuola della Mad.na di Monte 206:4 127 6-4 Scola di S. Catteriua 228 188 6-4 Scola della Mad.na dei Angioli 1099 858 12-8 Scola di S. Antonio 480 355 6-4 Scola di S. Francesco 258 100 6-4 La Sagrestia 574 172 9-6 Scola di S. Bastian 133 66 3-2 147 110 3-2 428 390 6-4 83 61 3-2 153 111 3-2 84 54 3-2 Entrata Tansata Scola di S. Mauro 129 82 3-2 Scola del SS. Sacram. 256 184 3-2 Villa nova Scola di S. Rocco 195 108 3-2 Scola di S. Antonio 217 204 3-2 Scola della mad.na del Carmini 325 247 3-2 Scola di S. Gerolamo 264 166 6-4 Scola del SS. Sacram. 204 182 3-2 Sbandati Scola di S. Giovanni e Paolo 708 353 12-8 Foscólino Scola di S. Rocco 640 408 12-8 Fratta et Abrega Scola della mad.na dei Angioli 210 150 3-2 Valle Scola di S. Antonio 131 108 3-2 Scola di S. Martin 56 24 3-2 Scola della Mad.na piccola 67 36 Scola di S. Trovaso 59 42 Scola di S. Eliseo 269 180 ...... Scola di S. Mauro 158 51 Scola di S. Benedetto 117 74 ...... Scola di S. Pietro 58 28 Scola di S. Maria Maddalena 65 32 La Sagrestia 170 ..... Scola di S, Zulian 184 Scola della Mad.ua Granda 179 ...... San Lorenzo (pag. 7) Scola di S. Lucia 240 130 6-4 Scola di S. Lunardo 189 80 6-4 Scola della ss. Trinità 318 59 12-8 Scola di S. Antonio 390 160 12-8 Scola della Mad.ua degli Angeli 291 177 6-4 Scola della Mad.na del Rosario 287 159 6-4 Scola del ss. di Mompaderno 380 156 12-8 Scola della Mad.na •di Monpaderno 255 139 6-4 Scola della Mad.na del Rosario di Monpaderno i 186 69 6-4 Procuratia di Scole N. 9 1300 650 24 24-16 Dignan Scola della Mad.na di Grisan 68 39 3-2 Scola di S. Fosca 218 155 6-4 Scola di S. Martin 94 45 3-2 Scola della Mad.na del Rosario 189 148 6-4 Scola della Mad.na del Carmini 223 120 6-4 La Sagrestia 484 335 6-4 Scola del SS. Crocefisso 168 56 6-4 Scola del SS. Sacram. 294 240 6-4 Scola di S. Rocco 67 36 3-2 Scola di S. Michiel 90 53 3-2 Scola di S. Lucia 61 32 3-2 Scola della Mad.na della Traversa 220 159 6-4 Scola di S. Quirino 180 116 6-4 Scola di S. Antonio 650 186 9-6 Scola di S. Carlo 59 36 3-2 Scola di S. Zan Batta 200 150 6-4 Scola di S. Filippo e Giacomo di Filippan 284 220 6-4 Scola di S, Ant. de Padova di Filippan 195 142 6-4 Pola Scola del SS. Sacram. 283 208 6-4 Scola del SS. Rosario 1090 220 12-8 Scola della Mad.na della Misericordia 414 236 6-4 Scola di S. Antonio a. 377 143 6-4 Scola della Mad.na della Carità 322 251 6-4 Scola di S. Stefano 177 105 3-2 Scola di S. Rocco 100 76 3-2 Scola di S. Tommaso 934 551 12-8 (Continua.) (*) Da inventario assunto nell'anno 1818 sulla facoltà spettante ad esso Seminario, risultarono le seguenti cifre complessive : Edifici . .........f. 8656. 24 Ueni fondi........„ 431. 35 Capitali attivi.......„ 12588. 22 Effetti preziosi.......„ 145. — Apparati ed arredi sacri . . . „ 91. 30 Suppellettili........„ 628. 52 Censi fondiari ......„ 49. 28 Totale della facoltà fior. 22,589. 91 (Nota della Eed.) --- »i ->»—------- Bibliografia Atti dell' I. B. Ginnasio superiore di Capodistria. — Capodistria 1875. L'uso di stampare alla chiusa dell' anno scolastico i dati statistici, e insieme un lavoro letterario o scientifico di qualche membro del corpo insegnante, non è del tutto da dispregiarsi: anzi abolito nelle provincie lombardo-venete, nel primo impeto delle riforme, fu teste ristabilito ed esteso a tutto il Regno per decreto dell' infaticabile ed illustre ministro della pubblica istruzione. Quello non piace in simili lavori si è il linguaggio troppo scientifico talvolta o troppo arcaico, senza alcun rìguardo alla vita pubblica e moderna; onde pare che educati ed educatori vivano in una sfera non solo lontana dalle attuali agitazioni politiche, ciò che sarebbe ottima cosa, ma estranea del tutto alle abitudini, al sentimento, alle idee della presente generazione. Da questo difetto seppe guardarsi il Pr. G. Babuder, Direttore del locale giuuasio liceale nel suo erudito lavoro : " Le Georgiche di Virgilio considerate nei loro pregi di argomento e di forma con un cenno critico sopra alcuni traduttori italiani delle medesime. „ Con uno stile caldo ed efficace l'autore, dopo aver opportunamente toccati i pregi d'argomento dell' immortale poeta dal lato letterario, passa a dire di quelli che spettano all' arte agricola ; e qui subito scende a convenienti accenni agli usi moderni ; e avvalora il suo dire con vocaboli del patrio vernacolo e con locali a-bitudini, il che, se può dar luogo alle sciocche satire della piazza, non può non essere riconosciuto degno di lode, dalla critica seria ed onesta. Seguono rapidi ma sicuri cenni dei didascalici italiani imitatori di Virgilio, tra i quali non trovammo però ricordato Erasmo da Valvassone, forse per la poca affinità dell'argomento; variati raffronti tra il testo virgiliano e i traduttori, e raffronti da ultimo tra 1' Arici (sic) ed il Combi. Da questa rapida esposizione il lettore può di subito accorgersi che il lavoro dell' egregio Babuder è di pratica utilità ; che non è uuo di que' soliti elaborati, irti di citazioni, nello stile secco e stentato di moda, del quale molti si fanno belli per imitare i Tedeschi, in lunghe disquisizioni con analisi minuta e nojosa. L' analisi del Babuder invece è accurata sì e dotta, ma preceduta ed accompagnata da larga sintesi ; da sicure occhiate gettate intorno da luogo elevato su tutto il circostante terreno ; i giudizi quasi sempre sicuri; gli appunti non pedanteschi, ma regolati dall' intimo senso dell' arte. Così, dopo aver rilevato i pregi moltissimi della traduzione del Combi, ne tocca con senno anche di alcun difetto, ma non con prosaica e minuziosa critica sulla parola. Il tractent fabrilia fa-bri è molto da rammentarsi a molti stitici esaminatori delle opere poetiche, piace vedere il Babuder giudicare i poeti con uno stile caldo e sentito. Perciò, se appunta 1' esuberanza del Combi in certi passi, dove la semplicità è voluta dal movimento del pensiero ; in altri luoghi la loda, perchè richiesta dall'indole analitica della lingua, o da altra intrinseca ragione poetica. Noi tutti rammentiamo, per dirne una, con che sucidi argomenti si tentasse nelle nostre scuole d' imbrattare Virgilio, e di annuvolare le serene menti dei giovani : grazie al Babuder, che per conoscenza dei tempi mutati, e per gentile disposizione d'animo, sa ammirare 1' esuberanza dell' illustre] nostro poeta nel tradurre il passo famoso Salve, magna parens frugum, Saturnia tellus quale uno sfogo naturale d' affetto del poeta latino, (e del traduttore italiano, aggiungo io) verso la patria comune. Premessa una così ampia e dovuta lode, si tolleri, per amor del vero, una qualche osservazione. L'autore, nell' esame generale dell' opera, ci fa ammirare in Virgilio l'opportuna scelta di un tema adatto alle consuetudini e all' indole nazionale. È però troppo noto come, dopo le guerre civili e con l'incipiente corruzione imperialo, fosse assai scaduto nei Romani quel primitivo amore alla agricoltura ; ed anche si conoscono le miserabili condizioni della plebe, obbligata a vendere i campi paterni per saziare la fame del ricco usu-rajo. Quindi un nuovo titolo di gratitudine pel poeta nazionale che tentava opporsi alle innovazioni richiamando i suoi dagli strepiti di Marte al tranquillo e benefico culto di Cerere. Il Prof. Babuder poteva me- glio di me, rilevare questo merito di Virgilio, e trarne quindi argomento a lode più piena. L'autore (a pag. 21) crede che „ la castigatezza virgiliana e la serenità quasi divina delle inspirazioni poetiche meritarono a Virgilio nel medio evo un culto dai popoli. „ Invece, per molte cause, che qui non è luogo ripetere, l'ammirazione per Virgilio si mutò nel medio evo, come sempre in tempi barbari, perchè non governata dal sentimento del bello, in una tradizione strana e indecorosa. Quindi il Virgilio della leggenda, il Virgilio mago, fabbricatore del castello dell'uovo a Napoli ; il Virgilio innamorato tenuto spenzolone in una cesta dalla sua Dalila, come rammenta anche il Berni — „ E la torre ove stette in due cestoni Virgilio spenzolato da colei „ e un tantino anche il Virgilio di Dante, il savio gentil che tutto seppe, anche l'arte di trarre gli spiriti dal cerchio di Giuda (Inf. 9). Si consulti l'erudita opera del Comparetti — Virgilio nella tradizione letteraria infino a Dante. Opina il Prof. Babuder ., che la didascalica italiana si trovi rimpetto alla latina in difetto di un pregio di non lieve momento' cioè delle personificazioni poetiche di cose agricole e di più per la facoltà che ha la lingua latina di prestarsi alle onomatopee. Ben altre sono, a mio debole avviso, le cause di questa inferiorità dei nostri didascalici ; e tra queste prima la mancanza in quasi tutti di vera inspirazione; chè a lodare le opere dei campi certo non erano atti que'cortigiani di re francesi e di signorotti italici. Le personificazioni latine non valgono poi a costituire il vero bello poetico: intanto avevano un qualche valore presso gli antichi in quanto erano conformi al mito, e alle credenze popolari. Sostituite a Bacco e a Cerere vino e frumento, e la dizione corre egualmente, anzi e più spontanea e popolare. In ogni modo non sono una facoltà intrinseca della lingua, ma dipendenti da cause del tutto estranee alla lingua stessa: tanto è vero che a simili personificazioni si prestò anche l'italiano e tutte le lingue moderne finche fu di moda il linguaggio mitologico. Esempi se ne potrebbero citare a migliaja: basti per tutti quel passo del Parini che così personifica la pasta di mandorle "Il macinato di quell' arbor frutto Che a Rodope fu già vaga donzella, E chiama ancor sotto mentite spoglie Demofoonte ancor Demofoonte. „ Ma già da un pezzo noi siamo tutti abituati a non riporre in tali favole il bello poetico. E neppure manca all'italiano il prestigio della onomatopea, anzi può gareggiare talvolta col latino e vincerlo anche, perchè risultante non solo dall'avvicinamento di vocali e consonanti aspre e dolci, ma dalla varia giacitura degli accenti, specialmente nell'endecas-sillabo, che non è così povero, come insegnano i trattati: esempio „Che furo all'osso come d'un can forti» con 1' accento sulla quarta, nona e decima. „Se mille fiate in sul capo mi tomi, (Inf. 32) con quattro accenti 4, 6, 7, IO, a esprimere i ripetuti colpi. E 1' onomatopea è anche varia nell'italiano per la varietà delle parole sdrucciole e piane o tronche con bel-l'arte avvicinate. Veggasi in Dante (Inf. 9) „Per cui tremavano ambedue le sponde. onomatopea stupenda del terremoto. Ma questi e qualche altro neo nulla tolgono al merito intrinseco del bel lavoro dell' erudito nostro Direttore. E per oggi basta. Mi riserbo di fare nel prossimo, numero alcuni appunti ai dati statistici del patrio ginnasio al quale tante e sì care memorie mi legano. NOTIZIE La Giunta provinciale nella sua seduta del 25 Nov. p. p. accordava 1' attivazione di addizionali ai comuni di Antiguana, di Dolina, di Visinada; assegnava al Comitato stradale di Pirano l'importo di f. 417, 34 per 1' esecuzione di lavori sulla strada da Corte iV I-sola a Pirano; rimetteva f. 600 alla podestaria di Montona pei lavori di riattamento della strada della costiera; assegnava alla Podestaria di Pola il pagamento dell' ultima rata di fior. 500 sopra la sovvenzione del fondo prov. per i lavori di cinta dell' Anfiteatro; prendeva a notizia e comunicava all'i, r. direzione di finanza, il deliberato del Comitato stradale di Pola, relativo all'attivazione per il 1876 dell'addizionale del 10 p. % sulle dirette compresi gli aumenti straordinarj dello Stato, per i bisogni dell' amministrazione stradale. Il comitato stradale di Capodistria tenue la sua ordinaria seduta nel giorno 24 del p. p. Novembre. Deliberava a norma di un decreto della Giunta Prov. dell' anno in corso, di prendere in amministrazione N. 15 strade, quando fossero ristaurate dai rispettivi comuni. Preso iu esame il conto consuntivo del 1874 si rilevava un civanzo di fior. 3269 8 1^2 risultante causa l'antecipazioue di fior. 1200 della Giunta Provinciale e causa le continue pioggie di due mesi che impedirono molti lavori decretati. La spesa fu di f. 5651, 51 che ripartita sulle sei strade in amministrazione del comitato della superficie totale di metri quad. 350.000 dimostra uua spesa di 34^35 di soldo per metro quadrato. Per l'esame di questo conto furono nominati due revisori. Si passava in esame il preventivo per l'anno 1876 compilato col riflesso della presa in amministrazione delle 15 strade suaccennate. Le spese sono così ripartite: 1. Stradini f. 2040, — 2. Assistenza agli stradini per isgombri di frane ec. ec. f. 2000;— 3. Pietrisco, ghiaja, massiciato e spargimento f. 2300; — 4. Ri-stauri a manufatti f. 600 ; — 5. Rimunerazioni agi' impiegati sternali f. 60; — 6. Spese di amministrazione f. 460; —7. Indennizzo di via ai membri di comitato f. 150; Imprevedute f. 650; — 8. Mercede al tecnico f. 300; — 9. Rifusione di anticipazioni f. 400. In tutto f. 8960. Questa spesa veniva coperta: 1. Col presumibile civanzo di cassa al 31 de-cembre 1875 f. 3000; 2. Coi fondi provinciali, mercede al tecnico f. 300 ; 3. Con 1' addizionale del 12 p. °20 sulle dirette e belliche dello stato della intiera regione stradale, quindi sopra la prescrizione dell' anno di f. 59.000 f. 7080 dei quali il presumibile incasso di fior. 3000 : — 4. Con l'incasso di vecchie prestanze f. 2500. In tutto f. 1800. Il rimanente deficit di f. 160 sarà coperto con economie varie. Questo conto veniva approvato dal comitato ed ora attende l'approvazione della Giunta provinciale. Sulla testa del nuovo molo nel porto di Pirano venne attivata l'illuminazione di un fanale semplice a luce fissa verde, visibile a due miglia di distanza. Leggesi nella Gazzetta di Venezia del 30 Novembre p. p. : La commissione consultiva per la conservazione dei monumenti si è riunita il 27 corr. sotto la presidenza dell' Ill.mo sig. comm. senatore Carlo Mayr, prefetto della Provincia. Innanzi che la commissione cominciasse la trattazione degli oggetti, intorno ai quali fu invitata a deliberare, il sig. Prefetto le ha presentato il sig. cav. Tommaso Luciani teste nominato Ispettore agli scavi e musei per il circondario di Venezia. La commissione ben lieta di mettersi in rapporto con sì egregio personaggio, ringraziò il sig. Prefetto del gentile pensiero di avergliene procurata la personale conoscenza e assicurata la cooperazione in tutto quanto possa riferirsi alle attribuzioni a lui affidate. Il giornale ufficiale l'Osservatore Triestino N. 281 pubblica la legge provinciale 28 settembre a. c. concernente 1' istituzione e la sfera di attività dei Comitati stradali. Venne sanzionata con sovrana risoluzione del 28 settembre la leggo provinciale sulla conservazione e manutenzione delle strade e vie comunali e consorziali. Lo stato degl' operai sulla ferrovia istriana in costruzione dimostra un numero complessivo dal 21 sino al 27 Novembre p. p. di 2633 operai dei quali 924 indigeni e 1709 forestieri. Cose locali Dobbiamo registrare ancora una violazione alla nostra nazionalità ed alle leggi che furono fatte per garantirla. Nella scuola magistrale formata in Capodistria si impartisce l'insegnamento in lingua tedesca in tutti i quattro i corsi. Ecco come ne informa 1' Unione, cronaca capodistriana : Abbiamo rilevato con sommo stupore che in queste scuole, dopo il loro concentramento qui avvenuto, s'impartisce l'istruzione in tedesco della "Pedagogia, eser-cizii pratici, conferenze, nel II e III corso; della Geografia nel IV; della Storia Naturale nel II, III e IV; della Fisica nel II ; della Chimica nel III ; dell' Economia rurale nel II, III e IV; della Lingua tedesca, Calligrafia, Musica, Disegno e Ginnastica in tutti i quattro corsi. Questo fatto lede patentemente 1' articolo 19 della Legge Fondamentale 21 dicembre 1867, il quale garantisce „ad ogni singola nazione 1' inviolabile diritto „ di conservare e di coltivare la propria nazionalità „ ed il proprio idioma, ; lede il § 31 della legge 14 maggio 1869, ed il paragrafo 3 dello Statuto d'orga- nizzazione delle Scuole Magistrali, pubblicato col dispaccio ministeriale 26 maggio 1874 N. 7114, che concordemente statuiscono dover essere la lingua d' i-struzione stabilita dal Ministero sopra proposta dell'Autorità scolastica della Provincia, qualora la legge provinciale non determini altrimenti (ed al Consiglio Scolastico Provinciale non vennero chieste proposte) ; lede infine il buon senso, perchè gli allievi non sono tedeschi, e un giorno saranno chiamati ad istruire ed educare fanciulli non tedeschi. Siamo informati che le patrie Autorità s'adoperano con tutta energia a far cassare la illegale, strana e dannosa decisione. La dimostrazione dei fatti in epoche non lontane, quando era chiusa ogni via di protesta, a nulla valsero a provare i deplorevoli risultati dell' insegnamento in lingua straniera ; le ripetute proteste in seguito e di Municipj e della Dieta provinciale a nulla valsero ! E qual frutto sperano ancora di ricavare da tale sciagurato sistema se non quello di ritardare lo sviluppo dei giovani destinati all' istruzione elementare nella nostra provincia? Ignorano la nostra storia, la nostra antica civiltà o non sono atti a comprenderla quelli che si ostinano a volerla minacciare ; ma pur troppo la certezza che non riusciranno, non basta a confortarci, perchè intanto le conseguenze di questo sistema ritarderanno ancora la formazione di un corpo di maestri elementari capaci di portare i frutti dell' istruzione nella nostra provincia che tanto ne abbisogna e che ha organizzato con tanto dispendio le scuole. Sappiamo che nell'ultima seduta del Consiglio scolastico provinciale venne proposta da uno dei consiglieri una inchiesta su questa questione, e che la Presidenza si rifiutava di accogliere questa proposta. Pubblicazioni Il Credito fondiario e suo ordinamento in Italia secondo la Legge 14 giugno 1866. Studio teorico pratico di Stefano Allocchio. Prezzo L. 4. — Agenzia d'Annunzi e Commissioni della Perseveranza, via Tre Alberghi, 28. ERRATA-CORRIGE A pag. 1752 col. II. linea 40: fìgliras leggi figlinas „ „ » » » » 41 : Capodistriana „ Capodi- strianas „ „ 1753 „ I „ 16: cattura „ iattura „ „ „ „ II „ 23: alitii „ olim AVVISI È aperto l'abbonamento pel 1876 ANNO MI del giornale L'ITALIA AGRICOLA Redatto dai più distinti Agronomi d'Italia Premiato alle Esposizioni Universali di Parigi 1872 e Vienna 1873. Si pubblica ogni 15 giorni in fascicoli illus. di p. 21 con copertina per inserzioni a pagamento PREZZO D'ASSOCIAZIONE per tutta Italia, Anno li. 15 anticipate : per le provincie anst. I... 18 con diritto di concorrere al PREMIO Si m Falciatrice Spape americana del valore «li it. !.. 650 che sarà estratta a sorte fra i sig. associati, il 31 marzo 1876. Ufficio del giornale: MILANO, Galleria Vitt. Em , Scala 18. PRESSO LA DITTA BOUSQUET & COMP, Ferramenta e Metalli IN TRIESTE trovansi al minor prezzo i IHOYI PESI E IISUEE NONCHÉ BILANCSE DECIMALI È aperto l'abbonamento alla terza annata del IENTE E CUOEE periodico mensile di scienze, letteratura e cose scolastiche Per Trieste e la Monarchia fiorini 4 all'anno, per 1' estero fior. 4.50. Semestre e trimestre in proporzione. La puntata di decembre (52 pagine) contiene: Carlo Botta (Odoardo Weis) — Sulla reciprocità di servizio dei maestri delle scuole popolari — Filologia — Il tabacco (Prof. Enrico Zavagna, Pirano) — Primo giardino infantile a Gorizia — II lettera dell'illustre Fanfani sulla Cronaca di Dino Compagni — Esposizione didattica a Gorizia (A. R. Ciatto) -- Ore tristi (Poesia di Saverio Nurisio, Torino) — Esposizione didattica a Parenzo (I. V. Castiglioni) — Aspetto del Cielo in Decembre (G. Grablovitz) — f Pietro Petruz-zi — Notizie locali e varie — Festa della Società Operaia (Adele Butti) — Bibliografia. Per P abbuonamento rivolgersi al Compilatore, Odoardo Weis, Dirigente la Scuola civica in Corsia Stadion a Trieste. P /i