Grazia TATO* * Direttore dell'Archivio di Stato di Trieste, Via A. La Marmora 17, 34139 Trieste, tel. +39 040390020, fax +39 0409380033, e-mail: as-ts@beniculturali.it Chi ha paura degli archivi? Ovvero, quale legislazione per la societa futura? TATO, Gfazia, Who's Afraid of Archives? Or: Which Legislation for the Society of the Future?. Atlanti, Vol. 20, Trieste 2010, pp. 51-67. Original in Italian, English and Slovenian, abstract in English, Italian and Slovenian The author underlines the need of standardising the archival legislation, at last at an European level, in the field of transfer to the historical archives, consultation, access and accessibility. The reasons why archives and archivists are "feared" by historians, administrators and politicians, are also shown. The article is completed by a legislative appendix TATO, Grazia, Chi ha paura degli archivi? Ovvero, quale legislazione per la societa futura? Atlanti, Vol. 20, Trieste 2010, pp. 51-67. L 'autore sottolinea l'esigenza di uniformare la legislazione archivistica, almeno a livello eu-ropeo, per quanto riguarda i tempi di versa-mento degli archivi storici negli istituti di conservazione, la consultabilita e l'accesso, la consultazione e l'accessibilita. Vengono anche richiamate le motivazioni che inducono stori-ci, amministratori e politici a "temere" gli archivi egli archivisti. L'intervento e comple-tato da un 'appendice normativa. TATO, Grazia, Kdo se boji arhivov? Ali: Kakšno zakonodajo bo imela družba v prihodnosti?. Zv. 20, Trst 2010, str. 5167. Avtorica podčrtava potrebo po standardizi-ranju arhivske zakonodaje, tudi na evropski ravni. Gre za standardizacijo na področju prenosa informacij v zgodovinske arhive, v arhivska srečanja, v procese dostopa in dostopnosti. Reševati bi morali tudi vprašanja, zakaj se arhivi in arhivisti "bojijo"zgodovinarjev, upravnikov in politikov. Prispevku je dodan dodatek o zakonodaji. L'esigenza che si avverte con forza nella comunita archivistica, ormai da tempo, e quella di poter condividere una legislazione per la quale, da cittadino del mondo, ogni utente possa accedere alle fonti secondo regole certe e uniformi in tutti gli Archivi. Un sogno ecces-sivo ed utopistico? Forse, ma credo che si possa cominciare almeno dall'Unione Europea a fare proposte condivise. Non e solo una questione di tipo culturale, perche da sempre gli archivi sono strumento di democrazia, a patto naturalmente che la fruizione sia correttamente normata! Vorrei provare a fare il punto sulle quelle che mi sembrano le criticita piü rilevanti. 1. Tempi di versamento degli atti negli Istituti di conservazione Parlare di versamento degli archivi "storici"in Italia equivale a dire che si sta trattando di documentazione ultraquarantennale desti-nata alla conservazione permanente, ma sappiano che questa scansio-ne temporale non e condivisa in altri Paesi. Il modello francese prevede i noti "archivi intermedi", il modello tedesco prevede quattro "eta" degli archivi a differenza delle tre italiane; il modello spagnolo parla di archivi storici dopo trent'anni dalla chiusura della pratica; il modello nordamericano distingue tra archivi "attivi" di cui si occu-pano i records manager e archivi "inattivi" cioe storici di cui si occu-pano gli archivists; ecc. Lo scenario e articolato e fluido! Ma qual e il problema vero? Il problema non e, infatti, tanto quello dei tempi di versamento, che coinvolgono esigenze organizzative, economiche e di edilizia, quanto quello del momento in cui gli atti diventano con-sultabili. Sempre piü sembra "accorciarsi", infatti, il periodo che gli storici sono disposti ad aspettare tra quando un evento accade e quando la documentazione e fruibile e questo ci porta direttamente al secondo punto. 2. La consultabilita e l'accesso Sappiamo che quando ancora un evento e in corso, gia compa-iono nel e librerie gli istant book, libri quasi a meta tra i generi della saggistica e del giornalismo; intanto, da parte loro i media commen-tano, riflettono, approfondiscono, indagano e interrogano immedia-tamente gli eventi stessi e trasmettono, ormai da tempo, persino i processi penali che diventano direttamente spettacolo! Allora, quali devono, possono e, direi, ha senso che siano i termini alla consultabilita? La questione e che e necessario muoversi tra due diritti di pari dignita, quello alla privacy e quello alla consultazione, tra diritto all'oblio e diritto alla memoria (come dice Claudio Pavone), tra diritto ad essere dimenticati e dovere di ricordare (come dice Luciana Duranti). Questo e un nodo difficile da sciogliere! Difficile certo, ma non impossibile, si tratta di trovare quel delicato punto d'equilibrio che tuteli tutti. I due concetti di accesso e di protezione dei dati personali sono entrambi affermati dalla carta dei diritti fondamentali dell'Unione Europea (2000/C364/01)1 e sono puntualmente rispettati e previsti dalla normativa italiana. Infatti, tale normativa prevede la salvaguar-dia sia del diritto all'accesso inteso come strumento della trasparenza amministrativa e della salvaguardia dei diritti soggettivi di cui i citta-dini sono portatori, sia del diritto alla consultabilita degli archivi sto-rici a fini di studio. Quando si parla di accesso in particolare si inten-de questo come strumento per realizzare la democrazia sostanziale, perche in uno Stato che si dichiari democratico e nel quale gli ammi-nistratori pubblici, a livello locale e centrale, vengono regolarmente eletti, l'archivio, oltre che strumento per lo svolgimento del lavoro amministrativo, documenta le scelte di chi amministra la cosa pub-blica, ne e responsabile e deve rendere conto del proprio operato2. E' chiaro che qui stiamo inoltrandoci su un terreno sempre piu com-plesso nel quale si intrecciano le mille facce dell'archivio: archivio come strumento per un'amministrazione che voglia essere efficace ed efficiente, ma anche come strumento per la tutela dei diritti personali, come mezzo di verifica e controllo della correttezza delle azioni della Pubblica amministrazione, quindi di democrazia. Inoltre, si deve considerare che la consultabilita per fini storici non deve necessariamente essere relegata agli archivi storici, cioe a quelli con piu di quarant'anni, perche si possono voler fare ricerche storiche su documenti recenti come, peraltro, si possono effettuare ricerche di tipo amministrativo su documenti antichi! Cosi anche i concetti di accesso e consultabilita che ci apparivano tanto chiari e distinti, in realta si espandono nei reciproci tradizionali campi d'azio-ne. 3. La consultazione e I'accessibilita Altro ancora e la consultazione degli archivi, la effettiva possi-bilita di consultarli. Problemi? Finche se ne vuole! Ma, niente paura, anche soluzioni, se si ha la volonta di trovarle! Per rendere reale la possibilita di consentire la consultazione degli atti e necessario: • in primo luogo, conservare l'archivio e, se questa sembra un'osservazione banale, certo non lo e nei fatti; conservare vuol dire tutelare, avere i mezzi economici per disporre di sedi sicure ed attrezzate, avere la volonta di impegnarsi in questo compito e disporre di una legislazione attenta e an-che severa che si occupi di controllare che il patrimonio non sia disperso, "maltrattato", scartato abusivamente, venduto 1. Art. 7 "Rispetto della vita privata e della vita familiare"; art. 8 "Protezione dei dati di carattere personale"; art. 11 prevede e sancisce la liberta d'espressione e di informazione; art. 13 afferma che la ricerca scientifica e libera; art. 42 prevede il diritto all'accesso. 2. Giorgetta Bonfiglio Dosio, Primi passi nel mondo degli archivi, Padova 2003. 3. Antonio Romiti, Archivi e informatica: alcu-ne considerazioni freliminari, in Maria GUER-CIO - Stefano PIGLIAPOCO - Federico VA-LACCHI, Archivi e informatica, Lucca 2010, pp. 7-10. impropriamente, ecc. • portare a conoscenza degli utenti che gli atti esistono, dove sono conservati, di che cosa trattavano, la loro quantita, gli estremi cronologici, insomma, realizzare una Guida o alme-no un censimento, un sito web aggiornato e comprensibile, amichevole ma rigoroso dal punto di vista scientifico; • riordinare gli archivi e dotarli di strumenti inventariali e chiavi di ricerca senza le quali, tutti gli archivisti lo sanno, l'utente non potra fare alcuno studio serio e approfondito. Senza aver ottemperato a queste condizioni, dire che l'archivio e consultabile e solo una beffa! Ancora una volta fondamentali sono una buona legislazione e archivisti competenti. Per "fare" i secondi servono percorsi formativi rigorosi che in Italia non mancano, tra quanto offerto dalle Scuole di archivistica, paleografia e diplomatica annesse agli Archivi di Stato e i corsi di aurea universitari di diverso livello. Ma non basta. La formazione in questo campo, come in tutti i campi della conoscenza, deve essere continua, tanto piu in seguito alla "consistente ondata" delle nuove tecnologie che e giunta nel mondo degli archivi distinguendosi per essere portatrice sia di ambiziosi miraggi di generico progresso, sia di concrete e positive prospettive atte ad assicurare, a livello internazio-nale ed in tempi rapidi, una modernizzazione della conduzione della memoria dei soggetti produttori pubblici e privati3. La sensazione degli archivisti credo sia stata, piu di qualche volta, quella di rincorrere l'informatica che ci cammina davanti, ci sfugge incontrollata, ci fa sentire come sul ghiaccio alla ricerca di un equilibrio difficile da trovare e stabilizzare, perche l'informatica corre senza freni ed e sempre in divenire, una sorta di mutante difficile da controllare eppure utile, affascinante^non si puo rischiare di farsi lasciare indietro, si deve trovare il modo di esserle davanti per darle la direzione giusta e non rischiare di perdere il patrimonio documenta-rio che, su carta o su supporto digitale che sia, ci e stato affidato. Anche sotto questo aspetto una legislazione attenta e giudiziosa e indispensabile. Una buona legislazione, dunque, per ottenere la quale servono competenza giuridica e un'approfondita conoscenza della scienza archivistica certo, ma serve anche uno "spirito puro", l'atteggiamento sereno di chi non ha paura degli archivi ne degli archivisti loro custo-di. La memoria e la storia sono li, con la loro verita che attende di essere studiata, ripensata, capita^senza paura di quello che ci dira, ma con l'umilta di mettersi in ascolto di quello che la realta storica ci dice, senza partire da idee preconcette da dimostrare "per forza", ma con la pazienza di chi vuole davvero capire come gli eventi si sono sviluppati, quali erano le ragioni, le motivazioni e i sentimenti dei protagonisti. Anche questo si intende quando si chiede scherzosamente nel titolo di questo intervento "Chi ha paura degli archivi?". Questo, ma non solo questo. Infatti, se ci sono gli storici che hanno paura degli archivi, perche temono che possano mostrare una realta scomoda, perche non vogliono impegnarsi a fare ricerche che sono sempre complesse, lunghe e impegnative, trovando piu "comodo" riciclare testi altrui o annunciare teorie che non si affaticano a dimo-strare con li documenti, ci sono, pero, anche gli amministratori che hanno paura degli archivi. Li temono perche ingombrano, sono one- rosi, polverosi, richiedono cura, attenzione e spesa. Ne hanno anche bisogno, naturalmente, per fUnzionare secondo quei principi di effi-cienza ed efficacia che la pubblica amministrazione vuole darsi e per dare risposta alle richieste che i cittadini giustamente esigono. Que-sto per quanto riguarda gli amministratori onesti, per non parlare poi di quelli meno corretti che preferirebbero far sparire le tracce di ge-stioni non proprio limpide! Ne hanno paura anche certi politici che preferirebbero non consegnare alla storia e al suo giudizio scelte e decisioni che sono state originate da motivazioni di interesse personale o anche peggio. Ma gli archivi e i documenti in se non sono ne buoni ne catti-vi, chiedono solo di essere rispettati e ascoltati. E gli archivisti da parte loro si impegnano perche questo avvenga e, quindi, so spesso scomodi. In questo processo l'accessibilita e una precondizione ineludi-bile, sia quella fisica all'edificio che quella virtuale al web. Riccardo Ridi individua 13 valori per l'organizzazione dell'informazione, af-fermando che queste devono essere organizzate da enti e persone competenti ed imparziali, in modo corretto, completo, contestualiz-zato, aggiornato, standardizzato, storicizzato e sostenibile, con la finalita prevalente di fornire alla propria utenza uno strumento o un servizio utile e comprensibile, garantendo all'utenza la massima liber-ta di scelta e un ragionevole risparmio cognitivo e producendo indici e documenti il piu possibile interoperabili, ipertestuali e accessibili4. I valori individuati, dunque, sono: accessibilita, competenza, terzia-rieta, coerenza, completezza, utilita, contestualizzazione, storicizza-zione, sostenibilita, risparmio, liberta, interoperabilita, ipertestuali-ta. Poiche viviamo in un mondo archivisticamente e informativa-mente ibrido, nel quale dati su supporto informatico e su supporto tradizionale convivono e probabilmente conviveranno per sempre, compito della legislazione sara anche quello di garantire a tutti la fruizione del documento garandendone a funzione informativa, giu-ridica e storica. Come? Mi verrebbe da rispondere: "tutelandolo". Infatti, in questo termine c'e tutto: la conservazione, la valorizzazione, la diffu-sione, la riservatezza dei dati, l'intermediazione^insomma tutto cio che di fatto gli archivisti tentano di fare quotidianamente! 4. Riccardo RIDI, Il mondo dei documenti, Bari 2010. 5. Per quanto riguarda la normativa dell'Unione Europea si rinvia a quanto scritto da Antonio MONTEDURO, Iniziative dell'Unione europea in materia di archivi tra XX e XXI secolo, "Atlanti" 19(2009), pp. 211-219. Principale normativa archivistica italiana5 • Regio Decreto 5 marzo 1874, n. 1852 col quale tutti gli Archivi di Stato sono posti nella dipendenza del Ministero dell'Interno • Regio Decreto 26 marzo 1874, n. 1861 relativo al riordinamento degli Archivi di Stato • Regio Decreto 27 maggio 1875, n. 2252 che stabilisce le regole per l'ordinamento generale degli Archivi di Stato • Circolare 1° marzo 1897, n. 17100-2 del Ministero dell'Interno, Direz. Gen. dell'Amministraz. civile - Div. 2^ "Circolare Astengo" Ordinamento degli archivi dei Comuni • Circolare 24 luglio 1897, n. 17100-2 del Ministero dell'Interno, Direz. Gen. dell'Amministraz. civile - Div. 2^ "Circolare Bertarelli" Ordinamento degli archivi dei Comuni • Regio Decreto 25 gennaio 1900, n. 35 che approva il regolamento per gli uffici di registratura e di archi-vio delle amministrazioni centrali • Regio Decreto 2 ottobre 1911, n. 1163 che approva il regolamento per gli Archivi di Stato • Legge 1° giugno 1939-XVII, n. 1089 Tutela deJle cose d'interesse artistico e storico • Decreto del Presidente della Repubblica 30 settembre 1963, n. 1409 Norme relative all'ordinamento e al personale degli Archivi di Stato • Legge 4 gennaio 1968, n. 15 Norme sulla documentazione amministrativa e sulla legalizzazio-ne e autenticazione di firme • Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri 11 settembre 1974 Norme per la fotoriproduzione sostitutiva dei documenti di archi-vio e di altri atti delle pubbliche amministrazioni • Decreto-legge 14 dicembre 1974, n. 657 Istituzione del Ministero per i beni culturali eper l'ambiente • Legge 29 gennaio 1975, n. 5 Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 14 dicembre 1974, n. 657, concernente la istituzione del Ministero per i beni culturali e ambientali Decreto del Presidente della Repubblica 30 dicembre 1975, n. 854 Attribuzioni del ministero dell'Interno in materia di documenti archivistici non ammessi alla libera consultabilita Legge 7 agosto 1990, n. 241 Nuove norme in materia di procedimento amministrativo e di diritto di accesso ai documenti amministrativi Decreto del Presidente della Repubblica 27 giugno 1992, n. 352 ^egolamento per la disciplina delle modalita di esercizio e dei casi di esclusione del diritto di accesso ai documenti amministrativi, in attuazione dell'art. 24, comma 2, d^ella legge 7 agosto 1990, n. 241, recante nuove norme in materia di procedimento amministrativo e di diritto di accesso ai documenti amministrativi Decreto legislativo 12 febbraio 1993, n. 39 Norme in materia di sistemi informativi automatizzati delle am-ministrazioni pubbliche, a norma dell'art. 2, comma 1, lettera mm), della legge 23 ottobre 1992, n. 421 Decreto del Presidente della Repubblica 18 aprile 1994, n. 344 ^egolamento recante disciplina del procedimento di costituzione e rinnovo delle commissioni di sorveglianza sugli archivi o o Decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 6 dicembre 1996, n. 694 ^egolamento recante norme per la riproduzione sostitutiva d^ei documenti di archivio e di altri atti dei privati Legge 15 maggio 1997, n. 127 Misure urgenti per lo snellimento dell'attivita amministrativa e dei procedimenti di decisione e di controllo Decreto del Presidente della Repubblica 10 novembre 1997, n. 513 ^egolamento recante criteri e modalita per la formazione e la tra-smissione con strumenti informatici e telematici, a norma dell'ar-ticolo 15, comma 2, della legge 15 marzo 1997, n. 59 Autorita per l'informatica nella Pubblica Amministrazione. Deliberazione 30 luglio 1998, n. 24/98 ^egole tecniche per l'uso di supporti ottici Decreto legislativo 20 ottobre 1998, n. 368 Istituzione del Ministero per i beni e le attivita culturali a norma dell'art. 11 della legge 15 marzo 1997, n. 59 Decreto del Presidente della Repubblica 20 ottobre 1998, n. 403 ^egolamento di attuazione degli articoli 1, 2 e 3 della legge 15 maggio 1997, n. 127, in materia di semplificazione delle certifi-cazioni amministrative Decreto del Presidente della Repubblica 20 ottobre 1998, n. 428 Regolamento recante norme per la gestione del protocollo informa-tico da parte delle amministrazioni pubbliche Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri 8 febbraio 1999 R^egole tecniche per la formazione, la trasmissione, la conservazio-ne, la duplicazione, la riproduzione e la validazione, anche temporale, dei documenti informatici ai sensi dell'art. 3, comma 1, del Decreto del Presidente della R^epubblica 10 novembre 1997, n. 513 Decreto Legislativo 30 luglio 1999, n. 281 Disposizioni in materia di trattamento dei datipersonaliper finalita storiche, statistiche e di ricerca scientifica Provvedimento del Garante del 14 marzo 2001, n. 8/P/21 Codice di deontologia e di buona condotta per il trattamento di dati personali per scopi storici Direttiva del Presidente del Consiglio dei Ministri del 28 ottobre 1999 Gestione informatica d^ei flussi documentali nelle pubbliche amministrazioni Decreto legislativo 29 ottobre 1999, n.490 Testo unico delle disposizioni legislative in materia di beni cultu-rali e ambientali, a norma dell'articolo 1 della legge 8 ottobre 1997, n. 352 Decreto legislativo 29 ottobre 1999, n.490 Testo unico delle disposizioni legislative in materia di beni cultu-rali e ambientali, a norma dell'articolo 1 della legge 8 ottobre 1997, n. 352 Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri 31 ottobre 2000 R^egole tecniche per il protocollo informatico di cui al decreto del Presidente della Repubblica 20 ottobre 1998, n. 428 Delibera dell'Autorita per l'informatica nella Pubblica Ammi-nistrazione 23 novembre 2000, n. 51 R^egole tecniche in materia di formazione e conservazione di documenti informatici delle pubbliche amministrazioni ai sensi dell'art. 18, comma 3, del decreto del Presidente della R^epubblica 10 novembre 1997, n. 513 Decreto del Presidente della Repubblica 28 dicembre 2000, n. 445 Testo unico sulla documentazione amministrativa Decreto del Presidente della Repubblica 8 gennaio 2001, n. 37 Regolamento di semplificazione dei procedimenti di costituzione e rinnovo delle Commissioni di sorveglianza sugli archivi e per lo scarto d^ei documenti degli uffici dello Stato (n. 42, allegato 1, del^l^a l^egge n. 50/1999) Decreto Ministero dell'innovazione e tecnologie 14 ottobre 2003 Approvazione delle lineeguidaper l'adozione delprotocollo infor-matico e per il trattamento informatico dei procedimenti ammini-strativi Decreto Legislativo 22 gennaio 2004, n. 42 Codice dei beni culturali e delpaesaggio Decreto del Presidente della Repubblica del 26 novembre 2007, n. 233 Regolamento di riorganizzazione del Ministero per i beni e le at-tivita culturali, a norma dell'articolo 1, comma 404, della legge 27 dicembre 2006, n. 296 Who's Afraid of Archives? Or: Wich Legislation for the Society of the Future? The archival community has a strong demand for a shared legislation so that every user, in her/his capacity of citizen of the world, can have access to the sources by undifferentiated and certain rules. Is it an excessive dream, or utopia? It might be, but I am sure that at last at the level of the European Union there could be some shared proposals. It is not a mere cultural matter, since archives have always been an instrument of democracy, on condition that the use is in accordance to law. I would like to point out the most important criticalities: 1. Transfer time of documents to the archives In Italy, talking about "historical archives" means documentation more than forty years old, destined to a permanent preservation, but in other countries this deadline is different. In France there are the so called "intermediate archives", in Germany there are four different "ages" of the archives, and not three as in Italy, in Spain the historical archives are thirty years old, in North America there are "active" archives run by record managers and "unactive" or historical archives run by archivists. The scenario is quite articulated! But which is the true problem? It is not, in fact, a matter of transfer time, involving organisational, economic and architectural demands; it is a matter of when the documentation can become available. The period that historians are willing to wait seems to become shorter and shorter, the period between an event and its documentation being usable. And this leads us directly to point 2. Consultation and access 6. Item 7: "Respect of private and family life"; item 8: "Protection of personal data"; item 11 deals with and ratifies freedom of expression and information; item 13 states that scientific research is free; item 42 provides for the right of access. 7. Giorgetta Bonfiglio Dosio, Primi passi nel mondo degli archivi, Padova 2003. We know that when an event is already in progress, instant books are yet in the book shops, books being half essays and half journalism; in the meanwhile, media give comments, remarks, in-depth examinations, investigate and interview, and even have long been broadcasting the same trials, that become real true entertainment! Which is, then, which can be the term for consultation? And, I would say, must there be any? The trouble is that we must act between two rights having same dignity, the right to privacy and the right to consultation, between right to oblivion and right to memory (Claudio Pavone), between right of being forgotten and right to remember (Luciana Duranti). This is a very difficult hurdle to overcome! Difficult for sure, but not impossible, the point is finding the right balance to safeguard everybody. The concepts of access and personal data protection are both in the Chart of Fundamental Rights of the European Union (2000/ C364/01)6, and duly respected by the Italian legislation. In fact, this legislation safeguards both the right of access intended as a tool of administrative transparency and safeguard of the citizens' subjective rights, and safeguards the right to consultation of historical archives for study purposes. Talking about access, we particularly speak about a tool to carry out a real democracy, because in a democratic Country having elected public administrators at every level, the archive, other than a tool for the administrative work, documents the administrator's choices, the choices of the those who administrate, are responsible for, and must account, the public estate7. We are now entering a more complicated matter, in which the many different meanings of the archive interweave: the archive as a tool for an effective and efficient administration, but also as a tool for protecting personal rights, and for checking and controlling the correctness of the public administration: that is, a tool of democracy. Moreover, we must take into consideration the fact that the consultation for historical purposes must not be relegate to historical archives only, i.e. those older than forty years, because one would like to research recent documentation in the same way that one would make administrative researches on ancient documentation! And so, also access and consultation, that seem to be so clear, expand in their respective fields. 3. Consultation and accessibility Another different concept is the real possibility of consulting archives. Troubles? As amny as you like! Don't worry, anyway: one can find solutions, if he wants to! To have a real possibility of consultation, it is necessary: • First of all, preserving the archive, and even if this might sound platitude, it certainly is not in practice: preserving means in fact having the economical resources to have ade- quate and well-equipped offices, commitment, and an ad hoc legislation, to help controlling that the heritage will not be scattered, ill-treated, abusively disposed, improperly sold, etc. • Letting users know that the documentation exist, where is stored, which matter they are about, their age, in short, setting up a Guide or at last making a census, an updated web site, friendly usable but at the same time scientific. • Restoring the archive and supplying with research aids and keys; in lack of these, every archivist knows, users will not be able to make professional studies. Without these conditions, saying that an archive is consultable is but mocking! And once more, the fundamental things are a good legislation and qualified archivists. To train qualified archivists we must have rigorous training courses, as in Italy, where one can find the schools orArchival science, Palaeography and Diplomatic at the State Archives and the various level degrees at the universities. But this is not enough. As in every field of knowledge, the training must be continuous, all the more after the great wave of new technologies that brought in the world of archives both ambitious targets and concrete perspectives to ensure an international and fast modernisation of the management of the memories of producers both public and private8. I think that from time to time archivists had the feeling to run after an out of control information technology, making us feeling like walking on ice, looking for a balance difficult to find and to maintain, because information technology runs brakeless, a kind of a mutant difficult to keep under control and yet so useful, so fascinating... One cannot run the risk of being left behind, must find out a method to be before it to show it the right direction and not to lose the documentary heritage, paper or digital, that was entrusted to us. Also under this respect, a good legislation is essential. To get a good legislation, legal competence and an in-depth knowledge of archival science are needed, but also the untroubled habit that is not afraid of archives and archivists, their keepers. Memory and history are there, with their truth waiting to be studied, thought about, understood^ Having no fear of what it will tell us, without starting from prejudices to be forcedly demonstrated, but with the patience to really understand the events, the reasons, the causes, and the protagonists' feelings. This is what I mean in the playful title of this article, "Who's afraid of archives?". But not only this. In fact, if there are historians who fear the archives, because they fear they could show a disturbing truth, because they don't want to make long researches which become more and more complicated, and find easier recycling other people's works or announcing theories not supported by any documentation, we also have administrators feared by the archives. They fear them because they are cumbersome, onerous, dusty, need care, attention and expenses. But they also need them, of course, to work effectively and efficiently as required by the public administration, and to give an answer to the requests the citizens want. And these are the honest administrators; let's speak not about those who would like the proves of their not so clear management to disappear! Also some politicians are afraid of the archives, 8. Antonio Romiti, Archivi e informatica: alcu-ne considerazioni preliminari, in Maria GUER-CIO - Stefano PIGLIAPOCO - Federico VA-LACCHI, Archivi e informatica, Lucca 2010, pp. 7-10. those politicians who would prefer not to give to history and to judgement their choices and decisions originating from personal reasons, if not worst. But archives and documents themselves are not good or bad, they only need to be respected and listened to. And archivists commit themselves to make this possible, and for this reason they become troublesome from time to time. In this process accessibility is a conditio sine qua non, both the physical to the building and the virtual to the web. Riccardo Ridi lists 13 values for the organisation of the information, saying that these must be organised by expert and impartial institutions and people, in a correct, complete, updated, standardized, and sustainable way, with the main target of supplying their users with a useful and understandable tool or service, assuring to the users the best freedom of choice and a reasonable saving of knowledge, and making indexes and documents interactive, hyper textual and accessible9. The values are: accessibility, competence, consistency, completeness, usefulness, being contextual, being in-history, sustainability, saving, freedom, interoperability, hyper textuality. Since we live in world that under the point of view of archives and information technology is a kind of a hybrid, a world in which traditional and digital data live and will live together side by side forever, a task of the legislation will also be to assure to everybody the use of the document guaranteeing its information, juridical and historical value. How? I would answer "by protecting it". Everything lies in this word, indeed: preservation, valorisation, spreading, privacy, mediation... In short, all that in practice archivists try to make every day! 9. Riccardo RIDI, Il mondo dei documenti, Bari 2010. 10. With regard to the European Union legislation, see: Antonio MONTEDURO, Initiatives of the European Union in the Field of Archives between 20th and 21st Century, "Atlanti" 19 (2009), pages. 211-219. Main Italian archival laws10 • Royal decree March 5th, 1874, n. 1852 by which all State Archives hinge on the Ministry of Interior • Royal decree March 26th, 1874, n. 1861 concerning the reorganisation of the State Archives • Royal decree May 27th, 1875, n. 2252 establishing rules for the general functioning of the State Archives • Memorandum March st, 1897, n. 17100-2 from the Ministry of Interior, Direction General of the Civil Ad^-ministration — 2nd Department "Astengo Memorandum" Organisation of the municipal archives • Memorandum July 24th, 1897, n. 17100-2 from the Ministry of Interior, Direction General of the Civil Ad^-ministration — 2nd Department "Bertarelli Memorandum" Organisation of the municipal archives Royal decree January 25th, 1900, n. 35 adopting the rules for the protocol and archive offices of the central administrations Royal decree October 2nd, 1911, n.1l63 adopting the rules for the State Archives Law June 1st, 1939-XVII, n. 1089 artistic and historical heritage safeguard Presidential decree September 30th, 1969, n.1049 Rul^es for the organisation and the personnel of the State Archives Law January 4th, 1968, n.15 Rules for the administrative documentation and the legalisation and authentication of signatures Presidential decree September 11th, 1974 Rules for the substitute photocopies of the archival documentation and other acts of the public administrations Law decree December 14th, 1974, n.657 establishment of the Ministry for Cultural Heritage and Environment Law January 29th, 1975, n.5 turning into law of the law decree December 14th, 1974, n. 657 about the establishment of the Ministry for Cultural Heritage and Environment Presidential decree December 30th, 1975, n. 854 functions of the Ministry of Interior about classified archival documentation Law August 7th, 1990, n. 241 new rules on administrative procedure and right of access to the administrative documentation Presidential decree June 27th, 1992, n. 352 Rules for the regulation of the procedures of use and cases of exclusion from the access to the administrative documentation, as per item 24, clause 2 of the law August 7th, 1990, n.241 about the new rules on administrative procedure and right of access to the administrative documentation Law decree February 12th, 1993, n. 39 Rules on the digital automatic systems of the public administrations, as per the item 2, clause 1, letter mm) of the law October 23rd,, 1992, n. 241 Presidential decree April 18th, 1994, n. 344 Rules on the procedures for the establishment and renewal of the control commissions on archives Decree of the Head of Government December 6th, 1996, n. 694 Rules for the substitute photocopies of the archival documentation and other private acts Law My 15th, 1997, n. 127 Urgent measures for the simplification of the administrative activities and the decisional and control procedures Presidential decree November 10th, 1997, n. 513 rules giving criteria and methods for the creation and transmission by digital equipment, as per item 15, clause 2 of the law March 15th, 1997, n. 59 Authority for the digitalisation in the Public Administration, resolution July 30th, 1998, n. 24/98 Technical rules for the use of optical equipment Law decree October 20th, 1998, n. 368 Establishment of the Ministry for Cultural Heritage and Goods as per item 11 of the law March 15th, 1997, n. 59 Presidential decree October 20th, 1998, n. 403 Rules putting into effect items 1, 2 and 3 of the law May 15th, 1997about the simplification of the administrative certifications Presidential decree October 20th, 1998, n. 428 Rules for the management of the digital registry of the public administrations Decree of the Head of Government February 8th, 1999 Technical rules for the creation, transmission, preservation, copying, reproduction and validation, even temporary, of digital documentation as per item 3, clause 1 of the Presidential decree November 10th, 1997, n. 513 Law decree July 30th 1999, n. 281 Rules for the management of personal data for historical, statistical and scientific research purposes Directive of the Head of Government October 28th 1999 digital management of the documentation flow in the public ad^-ministrations Law decree October 29th, 1999, n. 490 consolidated act of the legislation in cultural and environmental goods, as per item 1 of the law October 1st, 1997, n.352 Decree of the Head of Government October 31st, 2000 Technical rules for the digital registry as per the Presidential decree October 20th, 1998, n. 428 Decision of the Authority for the digitalisation of the public administration November 23rd, 2000, n. 51 Technical rules for the creation and preservation of digital documentation of the public administrations as per item 18, clause 3 of the Presidential decree November 10th, 1997, n. 513 Presidential decree December 28th, 2000, n.445 consolidated act on the administrative documentation Presidential decree January 8th, 2001, n. 37 Rules for the simplification of the procedures of establishment and renewal of the control commissions on archives and the disposal of documentation of the state offices (n. 42, attachment 1 of the law 50/1999) Measures of the Guarantor March 14th, 2001, n.8/P/21 Code of ethics for the management of personal data for historical purposes Decree of the Ministry for Innovation and Technologies October 14th, 2003 Approval of the guidelines for adopting a digital registry and the digital management of the administrative procedures Law decree January 22nd, 2004, n. 42 Code of the Cultural and Environmental Goods Presidential decree November 26th, 2007, n. 233 Rules for the reorganisation of the Ministry for Cultural Goods and Activities, as per item 1, clause 404 of the law December 27^h, 2006, n. 296 Kdo se boji arhivov? Ali: Kakšno zakonodajo bo imela družba v prihodnosti? Arhivska skupnost ima veliko zahtev do zakonodaje, s katero ima lahko vsak uporabnik s svojimi državljanskimi pravicami dostop do arhivskih virov po zagotovljenih in nepristranskih in veljavnih pravilih. Ali je morda to utopično in podobno sanjam? Lahko bi bilo, vendar menim da ne, če posebej če imam v mislih Evropsko Unijo z njenimi deljenimi predlogi. Menim, da ne gre za pojav slučajnosti, ampak za kulturno stvar, kajti arhivi so že od nekdaj merila demokratičnosti v družbi, še posebej, če so v skladu z zakonodajo. Ob tem pa vseeno želim poudariti nekatere stvari, ki zadevajo kritičnost teh trditev. 1. Čas prenosa dokumentov v arhive V Italiji, kadar govorimo o »zgodovinskih arhivih«, mislimo na dokumentacijo, ki je stara nad petdeset let in je namenjena dolgo-dobni hrambi, toda v nekaterih drugih državah je letnica drugačna. V Franciii veljajo t.im. »vmesni arhivi«, v Nemčiji poznajo štiri različne dobe staranja dokumentov za predajo arhivom v Italiji tri, v Španiji so dokumenti zreli za arhiv po tridesetih letih, v Severni Ameriki pa določajo starost arhivarji v dogovoru z arhivisti. Scenarij je točno določen, toda v čem je problem? Ta gotovo ni v rokih ali v organizacijskih, ekonomskih ali arhitekturnih pogojih in zahtevah, ampak v tem, kdaj dokumentacija postane koristna in uporabna. Roke bolj postavljajo zgodovinarji in jih skrajšujejo, saj je čas od nastanka dokumenta do njegove uporabe vse krajši. In to nas vodi do naslednje točke, kjer govorimo o 11. Točka 7: Spoštovanje in upoštevanje družinskega življenja; Točka 8: Zaščita zasebnih podatkov; Točka 11: Ravnanje v dovoljeni svobodo izražanja in informiranja; Točka 13: Znanstvene raziskave so proste; Točka 42 vsebuje pravico do dostopa. 12. Giorgetta Bonfiglio Dosio, Primi passi nel mondo degli archivi, Padova 2003. 2. Posvetovanju o določanju rokov in od dostopu do dokumentov Kadar točno vemo, da se je neki dogodek izvršil in poteka v nekem času, se o tem pojavijo že prve knjige v knjigarnah, so o njih v časopisih napisani bodisi polovični eseii in žurnalizmi, jih tudi družbena občila komentirajo, dajejo o njih opombe, jih primerjajo, delajo zaključke raziskav in intervjuje in on njih celo dalj časa poročajo in razsojajo, tako da z vsem tem postanejo ali resnični ali zabavni. Zato nastaja vprašanje, ali ob tem nastane kakšen smisel preverjanja? Menim, da za to mogoče sploh ni potrebno preverjanje. Težava nekako nastane, če moramo zadostiti obema pravicama, ki imata isto veljavnost. Gre za pravico do zasebnosti in za pravico do strokovne obravnave, kjer gre za pravico do pozabljanja in pravico do spomina (Claudio Pavone), med pravico biti pozabljen in pravico do spominjanja (Luciana Duranti). To je težko ločevati, ker gre za gotovost. Evropska unija je koncepte o pristopu do arhivskega gradiva in njegovi zaščiti dala v listino o temeljnih pravicah (2000/C364/01)11, prav tako jih je opredelila italijanska zakonodaja. Dejansko zakonodaja uporablja oba pojma: dostop je zamišljen kot orodje administrativne transparentnosti in kot ohranitev subjektivnih pravic občanov, in je ohranila strokovno obravnavo historičnih arhivov za študijske namene. Ko govorimo o dostopu do arhivskega gradiva mislimo na takšno orodje, ki je povezano s stvarno demokracijo, kajti v neki demokratični državi lahko volijo javne predstavnike, t.j. takšne, ki bodo upravljali in bodo odgovorni za upravljanje12. Tako se srečamo s komplicirano stvarjo, ki ima lahko na arhivskem področju mnogo pomenov: arhiv nam lahko pomeni kot orodje za učinkovito in sposobno upravo, obenem pa tudi orodje za zaščito osebnih pravic, ki se kaže v preverjanju in kontroli primernosti javne uprave, kar je demokratično orodje. Zato moramo vzeti v obzir dejstvo, da strokovna obravnava zgodovinskih vsebin ne sme zaradi tega obsegati samo zgodovinske dokumentacije, t.j. takšne, ki je starejša od štirideset let, kajti nekdo bi raje raziskoval nedavno nastalo dokumentacijo na isti način kot nekdo drugi, ki raziskuje starejšo dokumentacijo. Zato sta samo dostop do gradiva in strokovna obravnava tista, ki najbolj jasno kažeta vsaka svoje individualno področje. 3. Strokovna obravnava in dostopnost Naslednji pojem, ki je različno pojmovan, je stvarna možnost strokovne obravnave arhivskih dokumentov. Težave? Ni treba obupati: nekdo bo že našel rešitev, če jo bo hotel! Da bi prišli stvarno do možnosti strokovne obravnave, je potrebno: • Najprej ohranitev arhivskih dokumentov. Čeprav se to sliši plehko, velikokrat ni v praksi, kajti ohranitev dejansko pomeni imeti ekonomske postavke, kako vzdrževati dobro opremljene pisarne in obveze do njih, prav tako pa tudi takšno zakonodajo, ki do lahko kontrolirala, kako se z dediščino dela (prodaja dokumentov, odtujevanje, zanemarjanje itd.). • Informirati uporabnike, da bodo vedeli, da dokumentacija obstaja, kje je spravljena (skladiščena), kakšna je njena vsebina in starost, v kratkem, pripravljen mora biti vodnik ali seznam, imeti morajo veljavno spletno stran, ki jo lahko poljudnoznanstveno in znanstveno uporabljajo. • Restavrirati arhivske dokumente in jih dopolniti z raziskovalnimi pomagali in ključi, ker vsi uporabniki ne bodo mogli delati strokovnih študij, kar mora vedeti vsak arhivist. Če arhiv ne izpolnjuje teh zahtev, je njegovo poslanstvo vprašljivo. Vendar poudarjam, da so za arhiv, ki hoče biti dober, pomembna dobra zakonodaja in izobraženi arhivisti. Da bi lahko kakovostno izobraževali, moramo imeti dobro izobraževanje kot je to v Italiji, kjer imamo dobre arhivske šole, pale-ografijo in ddiplomatiko tako v državnih arhivih kot na univerzi. Toda to ni dovolj, ker pridobivanje znanja mora biti vedno prisotno, ker se človek uči celo življenje, še posebej sedaj, ko je nastal veliki val novih tehnologij. Ta je tudi arhivom prinesel pomembne cilje in povsem konkretne perspektive, da lahko zagotavljajo mednarodno modernizacijo upravljanja13. Zdi se mi, da imajo arhivisti od časa do časa občutek, da ne obvladajo in ne kontrolirajo več informacijske tehnologije in se jim zdi, da poplesavajo kot na ledu, kot da se jim je informacijska tehnologija izmuznila. Zato ne more biti nihče zadaj, ampak si mora prizadevati, da najde metodo, kako biti spredaj in da kaže na pravi smer, da se dediščina ne bo izgubila, naj gre za papirno ali digitalno. Tudi zaradi tega potrebujemo dobro zakonodajo. Dobiti dobro zakonodajo, pravne kompetence in neko visoko kakovostno znanje arhivistike, ni e nujna potreba, ampak tudi način delovanja in bi arhivom in arhivistom ne smela biti tuja. Spomin in zgodovina sta pred nami, vsaka s svojo resnico in čakata, da ju proučujemo, še bolj pa, da ju razumemo^ Pri tem ne smemo imeti bojazni, kaj nam bosta spomin in zgodovina povedala, pred njima ne smemo stati z že izdelanimi sodbami, temveč v potrpežljivosti si želeti, kako resnično razumeti dogodke, stvari, vzroke in občutja njunih udeležencev. To je tisto, s čimer sem mislila na začetku te razprave: »Kdo se boji arhivov?« A nisem mislila samo na to, temveč sem mislila tudi na zgodovinarje, ki se bojijo arhivov. Ti se bojijo arhivov zaradi tega, ker arhivi lahko pokažejo resnico, bojijo se tudi za to, ker ne želijo dalj časa raziskovati, kajti študij postaja lahko vse bolj kompliciran, kajti iščejo lažje načine, včasih tudi s prepisovanjem starih resnic. Bojijo se jih tudi zato, ker niso preveč udobni, morda celo nadležni, prašni, za dokumente se je potrebno potruditi, jim posvetiti pozornost in denar. Kljub temu pa seveda potrjujejo arhive, ker je treba delati uspešno in v skladu z njihovimi sposobnostmi in ker morajo dati odgovor na zahteve, ki jih postavljajo občani. Tudi nekateri politiki se bojijo arhivov. To so tisti politiki, katerih odločitve morda ne bodo zgodovinske ali pravične, ker je njihovo početje izvira zgolj iz njih samih. Arhivi in dokumenti v njih pa prav gotovo niso ne dobri in ne slabi, ampak potrebujejo le, da jih upoštevamo. In arhivisti jih 13. Antonio Romiti, Archivi e informatica: alcune considerazioni preliminari, in Maria GUERCIO - Stefano PIGLIAPOCO -Federico VALACCHI, Archivi e informatica, Lucca 2010, pp. 7-10. 14. Riccardo RIDI, II mondo dei documenti, Bari 2010. upoštevajo, zato pa kdaj pa kdaj postanemo za družbo vznemirljivi in nadležni. To je brezpogojno - conditio sine qua non in se mora dogajati tako v arhivskih stavbah kot na spletnih straneh. Ricardo Ridi našteva 13 vrednost, ki jih mora imeti organizacija, ki se ukvarja z informacijami. Pravi da morajo te vrednote organizirati strokovnjaki, nepristranske institucije in prav takšni ljudje, ki vedo za korektnost, celovitost, posodobitev, standardizacijo in obstojnost informacij14. To je smer in pot ter glavni cilj oskrbovanja uporabnikov z uporabnim in razumevanja polnim servisnim orodjem, ko zagotavljamo uporabnikom svobodo do izbire informacij, jim hranimo znanje, pri tem pa jim pripravljamo tudi indekse in vzajemne dokumente, do katerih lahko dostopajo. Zato govorimo o naslednjih vrednotah: dostopnost, zadostnost, stanovitnost in trpežnost, popolnost, uporabnost, jasnost v kontekstu, biti-v-zgodovini, vzdržljiv, obstojen v varčevanju, možen delovanja, tekstualen. Odkar živimo v svetu, ki pod vidikom arhivov in informacijske tehnologije, ki je neke vrste hibrid, ko živimo v svetu, v katerem tradicionalni podatki živijo skupaj z digitalnimi eden ob drugem za vedno, se moramo zavedati, da bo morala naloga zakonodaje nedvomno zagotoviti vsakemu človeku uporabo dokumentov, v katerih bo vsebovana informacija ob pravni in zgodovinski vrednosti. Ampak kako? Odgovarjam tako, »da jo zaščiti.« Vse leži resnično v teh besedah: ohranjanje, vrednotenje, razširjanje, zasebnost, posredovanje^ ali na kratko: vse to poskušajo delati in delajo arhivisti vsak dan!