Esce tutti i mereoledì a mezzogiorno. Abbonamento annno Cor. 6,— Semestre Cor. 3,— Unione postale Cor. 8. Un numero separato cent. 10. — Pagamenti antecipati. PREZZO DELLE INSERZIONI per ogni riga di testo : Avvisi cQ/flmerciali in III pagina cent. 10, in IV pagina cent. 8. Per comunicati in III pagina per ogni riga, ai testo cent. 20. Avvisi collettivi 2 cent, la parola. Giornale economico-politico settimanale - Voi sonerete te vostre trombe, noi soderemo le nostre caropane! PATRIA E RELIGIONE^ Questo é il titolo d' un libro che il canonico e commendatore Luigi Vitali darà quanto prima alle stampe per i tipi del milanese Cogliati. Il Vitali appartiene a quell' eletta schiera di sacerdoti, seguaci della teorica dei falli compiuti, che, in un solo connubio abbracciando patria e religione, adorano quella perchè sanno di lare contemporaneamente gl'interessi di quest'ultima. Noi vorremmo che il volume prelodato cadesse in mano al nostro giovane clero, a quel clero che, solo pascendosi di letture libellistiche, finisce col diventare esso medesimo libellista, settario intransigente, perché false, o per lo meno parziali sono le fonti cui attinge la sua scienza politica e teologica. L'adolescenza del Vitali fu scossa dalle grida entusiastiche di: Viva Pio IX! Viva V Italia ! Eran quelli i giorni sacri all'amor di patria, e dal cuore di tutti prorompeva un solo voto gagliardo: Fuori lo straniero! L'esempio scendeva dal Vaticano. Da quell'istante memorabile il giovanetto Luigi dedicò la sua vita a un duplice scopo : l'emancipazione dell'Italia dalle signorie fo restiere e la grandezza della religione. Egli celebrò la prima messa il 23 giugno 1859, vigilia della battaglia di Solferino: sul petto, di fra i sacri paramenti, gli posava la coccarda tricolore Ma venne Villal'ranca : l'Austria rimaneva nel Quadrilatero. Quale sgomento ! esclama monsignore. Fu allora che il principio dell' unità politica d'Italia balzò fuori come una logica, *) Patria e Religione, oltre essere il titolo del libro in discorso, lo è pure di un articolo che il prelodato canonico inseri nel fascicolo del 16 settembre della Rassegna Nazionale di Firenze, giornale che noi raccomandiamo a tutti indistintamente, ma ai giovani sacerdoti poi in modo particolare: dal periodico fiorentino essi apprenderanno a conciliare, senza violenza, la religione con la patria. irresistibile necessità. Italia una con He Vittorio Emanuele e Roma capitale veniva proclamato nel Parlamento di Torino il 14 marzo 1861, e mentre Cavour ne faceva la proclamazione, Manzoni, il cattolico, credente Manzoni, benché quasi ottuagenario, correva quale senatore, a dare il proprio voto. Venticinque milioni d' Italiani applaudirono a quel deliberato ; ma il Vaticano protestò. Per fortuna in quel fa tale momento, balenò alla mente di tutti una distinzione: tutti, cioè, convennero nell'ammettere nel'papa due persone: il capo della chiesa e la persona del re. Se gl'Italiani avessero giudicato diversamente, il dissidio sarebbe stato irreparabile, profondo e forse forse avrebbe condotto ad una vera e propria apostasia. Considerato sotto questo punto di vista, il dissidio non era dunque assoluto, intrinseco, ma soltanto relativo e transitorio, .opera più delle persone che delle cose*. Il Vitali pertanto, e con lui moltissimi altri, rimase sempre fedele al vecchio ma glorioso labaro del 1848, sulla cui orifiamma Pio IX avea scritto a grandi caratteri d'oro: Patria e Religione. .Questa unione", scrive 1' egregio canonico, „ci era parsa cosi bella, cosi corrispondente alle più elevate esigenze della mente e del core, associava cosi bene il cittadino e il credenteAbbiamo sottolineato le ultime parole affinchè risaltino bene agli occhi dei giovani preti che. fuorviati da una falsa educazione religiosa, massime da certi libri e giornali ad usum Delphini, troppo spesso dimenticano che l'essere buoni cittadini è cosa voluta, anzi comandata da Dio : date a Cesare quel eh'è di Cesare, e a Dio quel eh'è di Dio ! E il nostro Autore : In religione col Papa, in politica col Re. Ed è giusto: se come fedeli dobbiamo ubbidire all'autorità religiosa, come cittadini dobbiamo ubbidire all'autorità civile. Stando alle teoriche degli intransigenti, 1' Italia, dopo essersi levata finalmente a libertà, rinunziando a Roma capitale, avrebbe dovuto dichiarar inutile il sangue versato dai patriotti sui campi di battaglia, sui patiboli, nelle carceri. Ma non io fece : i primi a non volerlo furono i sacerdoti dello stampo del Vitali, i quali a voce unanime dichiararono di non poter più sostenere il potere temporale, allegandone le ragioni che sono le seguenti: ,11 Poter Temporale è stato giusto e legittimo nella sua origine : i popoli stessi hanno pregato i Papi ad assumerlo, ancorché più d' una volta essi vi fossero riluttanti; il Poter Temporale nelle epoche di mezzo, nello stato di dissoluzione sociale, in seguito alla invasione dei barbari, rispondeva ad una necessità, ha fatto del bene : ma ora? ora il Poter Temporale — abbiamo il coraggio di guardare in faccia le cose e chiamarle col loro nome — ora il Poter Temporale non può più essere tenuto che contro 1' unità d' I-talia; i [>opali non lo vogliono più; ora non può più essere tenuto che colla forza e colla forza straniera....* Alla tenacia nel desiderare il perduto, il Vitali attribuisce il rilassamento ognor crescente del sentimento religioso nell'ultimo quarantennio; sono i preti politicanti, avidi del temporale, che provocano tante diserzioni dal campo della fede. Per codesti traviati ministri dell'altare la chiesa non è già 1' opera divina; non la depositaria della verità e della grazia: essi escludono categoricamente che il papa possa essere libero e grande senza il Poter Temporale. Eppure — osserva acutamente il Vitali — nel corso di venti secoli due papi furono chiamati grandi : Leone Magno, Gregorio Magno sono due papi senza Poter Temporale. Se non che in questi ultimi tempi si è andato accentuando da un capo all'altro d'Italia — ma più nell'alta ferenziere letterario dell'universo mondo. Ma il gran poeta non prese cappello per così poco, e continuò con voce imperturbata e franca : «Agl'i. r. giovanetti, studenti del ginnasio e delle magistrali ed ai studiosi della poesia dantesca di loro ricreazione, dedica questo libro l'amico dilettante, vate dantesco, Giacomo Dionisi, con preghiera di trascrivere nell'albo le sue poesie e prose-». Gli studenti, in piedi attorno la panchina, inscenarono una clamorosa dimostrazione di stima, e Giacometto, con un lieve tremito per la persona robusta, ringraziava le plaudenti future speranze della patria, agitando, con una grazietta sua propria, la mano sinistra, ch'era libera. Quando il silenzio si fu notevolmente ripristinato, — e, ve l'assicuro io, la cosa non era tanto facile! — 1' illustre vate dilettante, ripresa l'interrotta lettura, passò alla parte poetica del volume. Tutti quei visi di vecchietti precoci e privi il mento del crescente onore, che nella bassa — anche fra i clericali più arrabbiati, la politica cosidetta della riconciliazione, stimata egualmente necessaria e agi' interessi della Chiesa e a quelli dello Stato italiano. L'esempio più solenne venne dall' Osservatore Cattolico di Milano — già diretto e posseduto dal celebre don Albertario, che sì trista fama lasciò di sè nelle terribili giornate del Maggio 1898. Questo giornale ultra-intransigente, nel suo numero dell' 11 settembre 1902, in forma un. po' velata, abbraccia il programma propugnato dal nostro Vitali e, ricordato il fatto innegabile nel movimento interno dello spirito cattolico di una aspirazione verso qualche cosa di nuovo, cosi continua: „È in primo luogo questo movimento, sarebbe inutile dissimularlo, una reazione forte e schietta alla tendenza esageratamente conservatrice in cui da taluni venne concretata la missione e la funzione della fede: nella scienza, nelle arti, nella politica, in ogni campo insomma dell' attività umana, si prova un bisogno di dare alla religione un posto nuovo da cui le sia concesso di riprendere la sua antica influenza...* E alludendo alla possibilità d' una riconciliazione, scrive le testuali: .....ma quelli venuti dopo, quelli che per necessità quasi diremmo ' fisica, hanno dovuto confondersi fra le tende s tesse del nemico e V hanno quindi imparato a conoscere, giudicano ben diversamente; essi dicono che il ristabilimento delle buone relazioni sarebbe assai più facile che non si creda, sia perchè le mutate condizioni della vita hanno reso inutili molti riguardi a cui una volta non si sarebbe potuto rinunciare, sia perchè i bisogni della società moderna sono tali da giustificare i maggiori sacrifici per venirle in aiuto, sia perchè molte delle ire, delle avversioni, dei pregiudizi, d' onde scaturì 1' attuale dissidio, sono oggi scesi nella tomba, con coloro che ne furono schiavi*. sui quali, però, una certa spavalda insolenza suppliva a meraviglia i peli che vi mancavano, si atteggiarono a una serietà dubbia e forzata. Giacometto leggeva: «Istria, splendida, diletta, sulle tue cittadi elette, di poesia de' puro allor, di tue beltade, e di virtude amor». 11 colto pubblico emise una specie di sordo grugnito, che il vate, manco a dirlo, scambiò per un mormorio di simpatia e di approvazione. Uno della compagnia, Torquato Minuzie, un diavolo di friulano, spirito irrequieto come le acque del suo freddo Isonzo, ingegno svegliatissimo e stravagante al punto che aveva ideato una sinfonia di nuovo genere, alla cui ultima battuta i professori d' orchestra avrebbero dovuto spezzare le corde dei loro istrumenti; Torquato, dunque, con la tronfia gravità di un critico di grido, si era accomodato proprio di faccia al lettore, e badava a schiccherare alcunché sur un libriccino di appunti che teneva sur un ginocchio: stendeva la recensione del nuovo vo- AUSONIO POL ANO «fi i»i®illìi Al nord di Valle d'Oltra una gran macchia grigiastra turbava bruscamente, prosaicamente il piccolo seno lunato, luccicante come una piastra d'argento: erano le acque dolci, limacciose del Risano, che s' univano in titanico amplesso con quelle salse dell'Adriatico. A destra del delizioso Belvedere una. fuga interminabile di comignoli, vari di forme e dimensioni, illuminati a giorno, — al disopra dei quali la cima «modesto estolle» l'umile-campanile di Sant'Anna, — avvertiva l'antico e caratteristico sobborgo di Buserdaga, per le sue viuzze anguste e per i suoi vicoli larghi quanto le spalle d' uu uomo, ricordante le calli della gloriosa regina dell' Adriatico. E quel disordinato affastellamento di case, nel silenzio dell'ora tarda, circonfuse di pauroso mistero, quasi a completare la visione medievale, era circondato e protettò da un avanzo di « mura, costruite ancora sotto il saggio, ma diffidente governo della Serenissima. Un tempo quei veneti baluardi assistettero, muti, a scene selvagge d'assalti impetuosi e di disperate difese : ora il fragor dell'armi è cessato, per dar luogo a quello più mite e più gradito del mare ritornato alla spiaggia, alle cui aure l'ingegno nascente crebbe ai lauri Tartini e nutrì, e alle cui onde il concetto potente di colori Carpaccio vestì. Giacometto, adunque, in mezzo a un silenzio espressivo, die' principio alla promessa lettura delle sue sublimi pagine ! — Signori, attenti alla dedica! E incominciò: «Agl'i. r. giovanetti, stud.....» A questo punto 1' irrequieto e bollente uditorio, mandando a quel paese la serietà e la compostezza, non potendosi più oltre contenere, proruppe in una fragorosa risata, risata che a-vrebbe sconcertato il più celebre con- Che 1' articolo o, meglio, il voltafaccia del grave giornale milanese fosse l'interprete del nuovo indirizzo assunto dalla politica clericale nell'alta Italia, lo prova il fatto che i cattolici del bresciano e quelli del bolognese parteciparono in folla alle feste patriottiche delle Dieci giornale di Brescia ed alla commemorazione, celebratasi in Bologna, dell'otto agosto 1848: cattolici e liberali, posta in oblio la vecchia ruggine, si riunirono in fraterno accordo »mandando contemporaneamente un indirizzo d'omaggio al Papa ed al Re". Ma un nuovo trionfo della santa causa da lui sostenuta il Vitali la riconosce nell'elezione del nuovo pontefice o, piuttosto, nel contegno osservato dai cardinali nell'ultimo conclave, nel quale essi diedero la preferenza al prelato meno dotto, meno politico, più semplice di costumi e quindi più religioso degli altri candidati. Il conclave, adunque, con questa elezione, avea fatto suo il voto di monsignor Kraus: „/č Callolicismo riprenderà la sua via ascensionale nel mondo nel giorno in cui, cessando di esser politico, diventerà religioso". Anche Pio X ha provato ciò che significhi dominio straniero: la sua giovinezza è trascorsa in mezzo alle angoscie di que' sciaguratissimi giorni. A lui dunque la Civiltà Cattolica non potrà dare ad intendere che l'unità d'Italia fu fatta e voluta dai framassoni per distruggere la religione (!). Se questo corrispondesse alla verità, il pontefice attuale dovrebb' essere pure un fra-massone. La prefazione del Vitali si chiude con la seguente bellissima apostrofe al papa: „0 Padre Santo! La mia vita cominciò si può dire, con Pio IX, il Pontefice dell' amnistia: prima di compierla. oh, potessi salutare in Pio X il Pontefice della Pace!" Ed ecco come ia pensano i preti onesti in Italia. E da noi? Meglio è non parlarne! Fra Gerolamo S. -- VITTORIO ALFIERI (1749-8 ottobre 1803) E ancora un centenario. Se nonché stavolta la moda festaiola, che in Italia, più che altrove, confina con la monumentomania o „mal della pietra", giustifica pienamente i cittadini d'Asti intenti ad onorare colui che, ben a ragione, fu detto il primo poeta nazionale italiano dopo Dante. Anche la gentile Firenze, dove il poeta esalò 1' estremo respiro nelle braccia della Stolberg, si appresta a confortare in modo condegno la memoria del fulvo trageda: lo scultore Domenico Tren-tacoste ha finito testò un busto di Vittorio che sarà inaugurato nella Biblioteca Laurenziana durante le feste solenni, come ne assicura il Marzocco dell' 11 corrente. E di questi giorni quanti sono giornali ed accademie e sodalizi pseudo-letterarii in Italia si sono ingegnati, o s' ingegneranno, a lume per il Candidalo, che sarebbe uscito nell'indomani. E qui, a costo anche di mettere a dura prova la fenomenale pazienza dei lettori, devo aprire un' altra parentesi. Il Candidato era un giornale ebdomadario, compilato esclusivamente da allievi della Scuola magistrale di Ca-podistria. La parte di macchina tipografica la faceva, con esemplare diligenza, un nostro condiscepolo, abilissimo calligrafo. 11 direttore del Candidato, in un lungo articolo-programma, infiorato da una farragine di onde, aveva solennemente promesso che compito precipuo del nuovo periodico sarebbe stato quello di patrocinare • energicamente gì' interessi dei futuri maestri, e di accogliere soltanto articoli d'indole pedagogica e.... politica (!!). La seconda puntata, difatti, non venne meno alle promesse ampolosamente e-sposte nel programma; ma il terzo numero, Dei degli Dei!, riboccava già di racconti, novelle, bozzetti, nei quali tutto potevi trovare, fuorché il buon senso.,,, e la grammatica; di poesie... cantare le lodi del fondatore del teatro tragico italiano. „Fra tante bestie ci posso stare anch'io", dice la Sveglia; e sfoderiamo, senz' altri preamboli, la nostra brava tirata. Cuore ardente, temperamento focoso, vulcanico, volontà tenacissima tanto da reggerlo negli studi più aspri, più pedanteschi, più aborrenti dell' indole sua, egli si dichiarò, fin dall' inizio della sua carriera letteraria, fautore .dell' impulso naturale" Questo impulso è da lui cosi definito: ,È un bollore di cuore e di mente, per cui non si trova mai pace né loco : una sete insaziabile di ben fare e di gloria: un reputar sempre nulla il già fatto e tutto il da farsi, senza però mai rimoversi dal proposito: un'infiammata e risoluta voglia e necessità o di esser primo fra gli ottimi o di non esser nulla. È questa la superba e divina febbre dell' ingegno e del cuoré, dalla quale solo può nascere il vero bello e il grande". Quando l'Alfieri cominciò a calzare il coturno, la bella penisola dormiva placidamente in braccio ai numerosi tirannelli che, al cadere del XVIII secolo, se ne dividevano le membra divine : l'Arcadia, il Metastasio e lo stesso Goldoni le cantavano, come meglio per loro si poteva, la ninnananna, piombandola sempre più nel sonno fatale in cui, da tanti secoli, giaceva. Relegato, ancora fanciulletto, fra le gelide mura dell'accademia di Torino, dove pochissimo imparò, perdendoci, in compenso, assai di salute, si ricreava lo spirito leggando le Vite di Plutarco, i Saggi del Montaigne e i filosofi francesi della fine del secolo. Divenuto maggiorenne, si diede a viaggiare, passione allora comune a,tutti i giovani nobili e ricchi: visitò gran parte d'Europa, perdendo il tempo in amorazzi, poco studiando, nulla apprendendo. Quando si ravvide, era ormai giovane fatto: e qui, fra la mente ricalcitrante dell'Alfieri e la ferrea volontà di lui, s' ingaggiò una lotta titanica, dalla quale, dopo sforzi i nere dibili, usciva vittoriosa quest' ultima. ,Volli, sempre volli e fortissimamente volli" : e la natura, scrive Giacomo Zanella, dovette arrendersi alla sua ostinazione. Commosso dallo stato la-grimevole onde, in quel torno, dolevasi l'antica Ausonia, vedendo quanto infelici politicamente fossero i suoi connazionali, l'Astigiano, obbedendo al generoso impulso del suo cuore, concepi un odio violento, profondo contro qualunque specie di tirannide: tirannide del trono, tirannide dell'altare, tirannide della piazza. 1 suoi primi strali egli li avventa contro il natio Piemonte, perchè dove un solo contro tutti basta Patria non è, benché natio terreno. Lunghissime furono le pratiche da lui fatte di spiemontizzarsi. E come i tiranni, detestava prfre in egual misura i sostenitori di quelli, massime i poeti cesarei, ch'egli sferzò a sangue nel libro Del principe e delle lettere, s-reditando il favore che le teste co- avveniriste, di scene medievali truci, a base di pugnali, di veleni, d'incendi, di prigioni sotterranee. Come si vede, anche gli allori dei romantici erano invidiati. E con ansia gl'imberbi collaboratori, il giovedì, attendevano 1' li-scita del Candidalo! Quando vedevamo comparire Giovannin, lo stampatore, con l'unica copia in mano, lo prendevamo d'assalto senz'altro; e lui a lavorare di gomiti e a gridare con quanta n'aveva in canna: — Ohe, ohe! che noa, digo! A^pian, a pian!... Quando Dio voleva, il Candidalo era in nostro potere; lo scorrevamo con avidi sguardi. La nostra poesia, il nostro raccontino, o il nostro articolo non figuravano nel sommario: si bor ottava a mezza voce in segno di dispetto. Un'occhiata alla Piccola posta, che, diciamolo di volata, occupava una buona colonna del giornale: silenzio perfetto. Il ms. si sarebbe forse smarrito?... ( Il direttore ci teneva molto alla Piccola posta. Nell'esercizio delle sue funzioni smetteva il tu familiare e, corrispondendo con noi, umili fabbri- ronate prodigano in cambio di adula-lazioni, ai letterati. Le sue tragedie sono piene di tiranni presentati nella luce più sinistra si da renderli abbietti anche agli spiriti più mitie conciglianti: a queste fosche tigute di liberticidi il poeta contrappone sè stesso, la sua anima sitibonda di libertà e d'indipendenza: don Carlo, Antigone, Virginia, Oreste, Raimondo, don Garzia ecc. non sono che altrettanti Alfieri tuonanti contro la malvagità e prepotenza dei regnanti. Vittorio non conobbe l'arte di nascondere il proprio io e di far parlare i singoli personaggi dei suoi parti immortali secondo i dettami della storia e i costumi in cui vivessero: onde tutto appare nelle sue produzioni esagerazione ed uniformità. Più che artistica ispirazione, come acutamente osservava il citato Zanella, fu dunque l'ira che mosse l'Alfieri a scrivere, l'ira, da cui egli, come si suol dire, si lasciò prendere la mano e le cui caratteristiche egli mantenne fin nella forma aspra del verso, per la quale sostenne frequenti battibecchi col Pili-demolite e col Cesarotti. Ma lasciando ai competenti ed agli eruditi il compito di dare un giudizio sul valore delle tragedie alfieriane, noi ci limiteremo a constatare come i magnanimi sensi in quelle espressi giovassero molto a quel rinfocolamento d'idee liberali che dal 1797 in poi venne, con un crescendo continuo, a formare la coscienza nazionale italiana e nei giorni della Cisalpina contribuì a trasformare il pugnale di Melpomene nelle spade che lampeggiarono, vittoriose, sulla Raab e sui ghiacci della Russia. L'Italia presente poi va debitrice all'opera dell'astigiano della propria costituzione in nazione libera ed una: dall'Alfieri nacque Ugo Foscolo, da questo Giuseppe Mazzini, il quale, conia Giovine Italia raccolse in un fascio la gioventù italiana che, guidata da Camillo Cavour, pervenne al riscatto della patria. ad Innsbruck La presidenza della Società Studenti Trentini ha diramato il seguente appello : Agli studenti e cittadini italiani dell' Austria! Gli avvenimenti che da due anni si svolgono ad Innsbruck e il vivo interesse che essi destarono presso gli I-taliani dell'Austria stanno a provare che la questione universitaria non è questione di studenti soltanto, ma questione di un intero paese; a Trento e sulle rive dell'Adria essa è sentita profondamente ovunque è un voto e un desiderio solo. Al paese che con tanta fiducia guarda a noi e segue la lotta nostra, dobbiamo rivolgerci fiduciosi in ogni momento lieto e triste, perchè con noi abbia comune le ansie, ie speranze, i timori. Ma oggi fortunatamente siamo catori di sfarfalloni, sceglieva a preferenza l'aristocratico e moderno voi «perchè (diceva lui) questa del voi è una bella consuetudine adottata da tutti i giornali letterari che si rispettano». Ma, ahimè!, la felicità non è di questa vita! Un giovedi, con sorpresa generale, aspettammo invano e la figura smunta, giallognola di Giovannin, lo stampatore, e il Candidato. Che cos' era successo ? Una cosa semplicissima e facilmente prevedibile: il direttore della Scuola, per mezzo d'uno dei soliti soffioni, venuto a conoscenza della pubblicazione clandestina, la sera del mercoledì era piombato come una bomba in redazione, sequestrando i dettati da pubi icarsi e ponendo in istato d'accusa .. il Candidato e... i suoi collaboratori. Proprio come il Conciliatore di classica memoria! Con la differenza, però, che noi non avemmo a subire il carcere e i nostri beni non furono confiscati: due mesi dopo il nostro giudice ci condannava... aumentandoci lo .stipendio. (Continua) in grado di dare a tutti una lieta novella. Nel venturo mese a Innsbruck — nella città tanto ostile ad ogni affermazione della scienza nostra — s'aprirà una Università libera italiana. Inutile dire che cosa ci proponiamo con essa. Vogliamo che gli studenti italiani non siano condannati ad un perpetuo isolamento scientifico; vogliamo creare — sul terreno già reso sacro per le molte battaglie — un centro provvisorio di cultura italica; vogliamo far sentire chi siamo; vogliamo si sappia che il fiore della Nazione è con noi, pronto a portarci fraternamente l'alata voce del V'ero. Seguendo l'esempio di altre Università libere di Francia e del Belgio, avremo ad Innsbruck conferenze e cicli di dieci o dodici lezioni in tutti i campi dello scibile; il pensiero dei più grandi uomini moderni scenderà a noi, nel fulgore della forma cui lo spirito nostro è più adatto. E ogni studente di buona volontà potrà giovarsi di questo istituto senza trascurare le lezioni ufficiali all'Università. Dal novembre prossimo sin verso la metà di dicembre avremo una decina di professori ; dalla metà di gennaio alla fine del semestre sentiremo moltissimi altri. Non possiamo oggi dare il nome di tutti e il programma delle lezioni; ma siamo lieti di poter annunciare che fra i primi risposero al nostro invito: Carducci, Fogazzaro, Mazzoni, Lombroso, Mantegazza, Mosso, Venezian, Salvenimi, Lessona, Rava, Perozzi, Stoppato e Alessio. E per mostrare con quanto entusiasmo essi abbiano accolta la nostra idea, riportiamo la lettera del sommo poeta nostro al prof. Scipio Sighele che dell'idea nostra fu uno dei promotori più ardenti. Mio .signore, Mi piace per la rapida immediatezsa e per l'opportuna generosità, il pensato provvedimento di supplire con libere docenze all' insegnamento publico italiano di materie universitarie. E certamente i valenti che nel Regno a-bondano, invocati da Trieste e da Trento, si presteranno all' uopo alacri e pronti. Suo Giosuè Carducci. E il rinnovatora della scienza penale italiana cosi rispose all'invito: La ringrazio della Sua lettera e d'aver pensato a me per 1' Università italiana di Innsbruck. Io nulla posso negarle, massime in questo caso. E quindi accetto di contribuire con una lezione alla bella e santa opera. Tutto suo C. Lombroso. Il presidente della «Dante Alighieri» prof. Luigi Rava scrisse: Aderisco alla Sua domanda, personalmente e lietamente aderisco e spero poter venire ad Innsbruck. In seguito daremo altre notizie e publicheremo i nomi di altri professori che promisero di aiutarci; ma fin d'ora ci pare venuto il tempo di dire a tutti i colleghi italiani dell' Austria che se hanno cara questa coltura, in nome della quale invocano dal governo una Università a Trieste, accorrano ad Innsbruck per sentire la parola viva dei migliori uomini della Nazione; a tutti i cittadini che siano larghi d'appoggio a questa iniziativa la quale ci renderà migliori e più forti a combattere le future lotte della vita; ai municipi, agli enti morali che con l'obolo loro mostrino come 1' aspirazione nostra sia aspirazione di •tutti.. — .« ....... - • ----- Ad Innsbruck si formerà presto un comitato, anche per accogliere degnamente gli ospiti. In esso saranno rappresentati tanto il Trentino che la Venezia Giulia e la Dalmazia; ad esso la Società degli Studenti Trentini affiderà il lavoro che ancora resta a compiersi, lieta d'aver potuto — per 1' impulso e per la cooperazione del nostro concittadino Scipio Sighele — affrontare e superare le prime e più ardue difficoltà. Noi attendiamo fidenti la cooperazione di tutti. Per la Società degli Studenti Trentini G. Menestrina presidente M. Scotoni segretario. Abbiamo ricevuto dalla Società fra studenti giuliani ,L' Innominata" il seguente appello : Il sottoscritto sodalizio degli studenti accademici giuliani, avendogli non è molto l'esperienza pratica dimostrato, che quasi unicamente per via d'istituzioni di biblioteche popolari circolanti e di donativi di libri ai fanciulli meno abbienti, si può con qualche successo imprendere la diffusione della coltura italiana moderna fra le plebi rurali dell' Isti 'ia e del Friuli ; esorta vivamente i Municipii, le associazioni, gli scrittori, gli stabilimenti tipografici ed i privati d'ogni ceto e d'ogni partito ad unirsi — ciascuno secondo gli danno le proprie forze — con aiuto di denaro o meglio di volumi istruttivi all'opera rigenerativa da esso con tranquilla e durevole fiducia intrapresa. 1 nomi dei generosi, che memori non indarno delle carità di patria e delle speranze civili, dovranno porgere benigno ascolto a questo appello, saranno resi di publica ragione nel bollettino trimestrale de .L'Innominata." Le gentili offerte sono da dirigersi alla sede tergestina de ,L' Innominata" Corso 39, II p. Trìeste, ottobre 1903. L'Innominata Cronaca Provinciale. Pirano, ottobre 1903. Principio le mie corrispondenze settimanali — che saranno sempre imparziali e veritiere — ricordando, pur troppo, i funerali della compianta signora Lucia Zarotti nata Mistaro, funerali che ebbero luogo gievedì 1 ottobre ad ore 16. Con profusione larga di fiori ed abbondanza di ceri, con seguito numeroso, rappresentante ogni classe di persone, quell' amate spoglie, anzi tempo rapite all' affetto intenso dei loro cari, vennero accompagnate all'estrema dimora in un raccoglimento di dolore sentito e profondo. Possa tale partecipazione spontanea, viva, dei concittadini tutti, lenire, almeno in parte, 1' atroce, immenso, inconsolabile dolore che ha provato la distinta famiglia Zarotti, alla quale anche noi della .Sveglia" porgiamo condoglianze sentite. Cherso 10.10.03. Anche quest'anno la vendemmia che ebbe luogo nella seconda metà del mese scorso, non fu abbondante, non essendo stati rinnovati che in pochi siti i vigneti mediante le viti americane. Grandine non ne abbiamo avuta. Anche gli olivi non promettono un raccolto troppo abbondante. La mano d' opera, è doloroso il dirlo, va sempre più mancando da noi; l'emigrazione per l'America toglie annualmente ai campi ottime forze lavoratrici. La società .Unione" istriana, i di cui affari vanno discretamente, à venduto il piroscafo sociale .Laurana" ed è intenzionata di ordinarne due nuovi al rinomato cantiere Poli di Chioggia. CRONACA LOCALE Il nostro sequestro. L'i. r. Tribunale provinciale in Trieste quale Giudizio di stampa, deliberando in seduta non pubblica sulla proposta 2 ottobre 1903 Numero d'affari Ss. 126/3 dell'i, r. Procura di Stato, ha presa la Decisione : Costituire il tenore degli articoli .La lingua nostra e la Società Dante Alighieri, e ,E fino a quando?", inseriti nel giornale ,La Sveglia" dd. Capodi-stria 30 Settembre 1903 N. 5, gli elementi oggettivi del crimine ex § 65 a, e dei delitti ex §§ 305, 302 C. p. Viene perciò confermato il sequestro di detto numero dall' i. r. Procura di Stato, e vietato l'ulteriore diffusione dell' articolo incriminato, ordinandosi la distruzione degli esemplari colpiti da sequestro. Ringraziamo di tutto cuore quei confratelli della regione che ebbero per noi parole di sincera simpatia, specie II corriere friulano di Gorizia e il Popolo Istriano di Pola. Grazie pure a quei signori che nell' inviarci 1' abbonamento non tralasciarono di incoraggiarci e di augurarci prospere sorti. La redazione de La Sveglia. Di certe guardie comunali. Al vederli giovedì imbarcarsi sul vapore di Trieste così superbi nella loro uniforme di parata, col petto fregiato di medaglie e di decorazioni, ognuno avrebbe creduto che i nostri sguargèri comunali andassero a montar la guardia d'onore a qualche eccelso personaggio o a ricevere qualche nuova medaglia al valor militare: ma niente di tutto questo; andavano a funger da testimoni al Tribunale, andavano a fare quella bella figura che anno fatto nell'aula di Temide. Erano accusati di publica violenza quattro pescatori, tre chioggiotti ed un capodistriano ; le guardie, non fecero che passare di contraddizione in contraddizione, deponendo anche diversamente da quanto avevano deposto davanti al giudice istruttore. Com' era naturale, di quattro accusati, ben tre vennero assolti, i tre chioggiotti. Ma oltre che di poca memoria, quei due o tre sguargèri diedero prova anche di una certa antipatia verso l'elemento regnicolo, verso i taliani. A quei signori non piacque, la notte del 12 settembre, la lega fra chioggiotti e capodistriani, non piacque loro il buon accordo fra le due compagnie di lavoratori del mare. Uno dei su non lodati sicofanti narrò in tribunale questo grande delitto : un chioggiotto diede un bel bacione all' arrestato capodistriano, che avea invocato aiuto con le parole: .avanti tutti, semo de sangue italian." Grave delitto, quel bacio! Tu avresti certo, o patriotico sguar-gèro, preferito che venisse gridato : „semo de sangue austriaco" ; non è vero ? Uno dei chioggiotti raccontò, da nessuno smentito, che giunto agli arresti comunali, una guardia gli ebbe a dire: .Credè che sò in Italia? Quasè davanti a Francesco Giuseppe" e che poi tentò di menargli un fendente con la sciabola. Non occorreva no, o donchischiot-tesco eroe, che tu ricordassi all' arre-restato di non essere in Itali i. E,di se ne sarà accorto subito. In Italia la polizia è severa si, ma sempre gentile, ma sempre composta. E con le altre parole .qua sè davanti a Francesco Giuseppe" che intendevi dire? Volevi forse che l'arrestato, alquanto brillo, uscisse in qualche espressione irreverente verso l'imperatore d'Austria, per poi accusarlo di lesa maestà e poter fregiare il tuo petto di qualche nuova medaglia al valore? Dimmelo, o eroe! Il comportamento delle guardie comunali à indignato la popolazione. Perchè, si chiedono molti, per il capriccio di gente .che con lo scuro vedono benissimo" degli innocenti, padri di famiglia, mal vestiti, scalzi, devono fare quasi un mese di carcere preventivo? Perchè degli infelici devono, pagare un fio tanto amaro in causa di certi tutori dell'ordine pu-blico mal pratici e visionari? Siamo certi che la nuova rappresentanza comunale sarà per prendere quellei misure, sieno esse pur severe, acciocché simili dolorosi fatti non abbiano a ripetersi. Il telefono. É da lungo tempo che la città aspetta cfae venga risolta la questione del telefono; lo spettabile Municipio avea presentato, circa un anno fa, la adesione di venti ditte locali intenzionate d' abbonarsi tanto alla rete urbana quanto alla interurbana; fra queste figuravano il Municipio e la Nuova società cittadina di navigazione a vapore; ci consta che anche l'associazione dei commercianti ed industriali avea raccomandato alle autorità competenti di sollecitare l'impianto di questo mezzo di comunicazione, la di cui importanza per la nostra città è ormai indiscutibile. Perchè questo ritardo dell' imperiale governo ? s'indugia forse percJiè mancano le adesioni degli ii. rr. dicasteri? o si crede forse che i firmatari non offrano sufficiente garanzia ? Povero progresso ! La direzione della vecchia società cittadina di navigazione a vapore, quale comitato liquidatore, da lungo tempo non dà segni di vita. Non si pensa finalmente a convocare un congresso generale per risolvere la tutt,' ora pendente gestione finanziaria? È una cosa che gli azionisti attendono a buon diritto. Si faccia una buona volta questo doveroso passo! Prestigiatore. Sabato sera l'illusionista C. Napodano diede nella sala della .Società Filarmonica" un attraentissi-mo trattenimento di prestidigitazione. Il numeroso e scelto publico applaudi spesso il bravo artista. E' in vendita nella locale libreria Lonzar, al prezzo di cor. una, l'interessante lavoro del prof. Matteo Bartoli : Lettere giuliane; per la storia dell' italianità nostra. La metà del ricavato netto gli editori (gli studenti giuliani) la devolveranno a favore degli studenti poveri del ginnasio reale°di Pisino. Bancanote e note di stato fuori di corso. La .Banca popolare capodi-striana" cambia —fino a nuovo avviso — tutte le bancanote e note di stato, già fuori di corso. Per questa cortese prestazione vanno tributati alla nostra Banca i dovuti ringraziamenti. Ai carradori. Spesso, troppo spesso, accade di vedere pesanti carri tirati sui marciapiedi; di questi i più bersagliati sono quelli della Piazza del Brolo, della Via del Belvedere e della Via Eugenia Ne soffrono assai le lastre (che sono dovunque assai sottili) e con esse il decoro cittadino. Questo abuso deve assolutamente cessare. L'ultimo fascicolo delle «Pagine i-striane» (N. 7-8) contiene i seguenti articoli: »Giosuè Carducci e un «Lied» di August von Platen-Hallermunde" di Giov. Quarantotto, .Distribuzione della popolazione dell' Istria rispetto alla distanza dal mare" (Ricerche antropogeografiche) di Giannandrea Gravisi, .Di Pietro Ivandler" (Appunti e Memorie) di Nicolò Cobol, ,A proposito di una nuova pubblicazione sull'Istria" di Domenico Venturini, .Pellegrinaggio ad Arquà Petrarca" di Giov. Quarantotto, .L'archivio antico del Municipio di Capodistria" del prof. F. Majer, .Notizie su Santo de' Peregrini giu-stinopolitano", Bibliografia — Note-relle bibliogra6che — Necrologia. Domenica sera dopo la funzione chiesastica la banda del .Corpo Musicale Capodistriano" darà in Piazza del Duomo un concerto, col seguente programma: 1. Marcia di festa, N. N. 2. Pot-pourri dell'op. ,11 Trovatore", Verdi. 3. Duetto dell'op. ,11 Trovatore", Verdi. 4. Potpourri dell'op. .Traviata", Verdi. 5. Marcia finale, N. N. Oompera,te sempre i fiammiferi della „LEGA NAZIONALE" GRANDI flHRIVl MASSIMO BUON PREZZO nel ben conosciuto negozio VflltEUTIflI & DEVESC01/I TRIESTE PIAZZA DELLA BORSA N. 2 VIS-A-VIS PASTICCERIA URBANIS Telefono 1568 Stoffe di lana, Ultime Novità Fustagni in splendidi disegni Cortinaggi, Tappeti e Coperte Maglierie, Biancheria, Busti e Sottane Articoli Minuti Seterie, Guarnizioni, Articoli ili Moda Peluche» e Velluti ecc. ecc. 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Investe danari in effetti di sicurezza pupillare ed in ipoteche di sicurezza prammaticale a condizioni da stabilirsi. Le operazioni dal N. 1 al 5 sono soggette all'approvazione del Consiglio d'Amministrazione. 6. Riceve in deposito somme di denaro in conto corrente: a) per qualunque importo, non prelevando però più di 500 Cor. al giorno, a vista al 21/,0/0. b) per qualunque importo prelevabile verso preavviso di 3 giorni al 23/«%- c) per qualunque importo, a tre mesi fisso, prelevabile verso preavviso di 15 giorni al 3°/0. d) per qualunque importo, a 6 mesi fisso, prelevabile verso preavviso di 15 giorni al 3V4%- e) per qualunque importo, a 1 anno fisso, prelevabile verso preavviso di 1 mese al Sl/t°/0 7. Rilascia ad ogni singola ditta non più di un libretto al piccolo risparmio con versamenti mensili non superiori a Corone 50 ad eccezione del primo versamento che viene accettato per qualunque importo. 11 piccolo risparmio non potrà essere mai superiore all'importo massimo di Corone lOUO. Rimborsi si effettueranno con preavviso di cinque giorni al 4%- 8. Assume operazioni di cambio e compravendita di titoli, cartelle e promesse di lotteria ecc., anche in forma rateale. Tutte le condizioni indicate sono valevoli fino a nuovo avviso. AV VISO La Banca popolare capod idr lana per facilitare il cambio della moneta spicciola ed in argento riceve in versamento a titolo di deposito ed in pagamento la moneta stessa purché sia consegnata in sacchetti sigillati e muniti del timbro della ditta che effettua il versamento. 1 sacchetti devono esser completati in questo modo : Pezzi da 2 Cent. 1000 pari a Cor. 20 „ , 10 , 2000 , , , 200 „ „ 20 „ 1000 , , , 200 „ „ 1 Cor. 1000 „ „ , 1000 „ „ 1 Fior. 500 „ , , 1000 . . 5 Cor. 200 , , „ 1000 BANCA POPOLARE CAPODISTRIANA — e — Associazioni di Commercianti ed Industriali ORARIO D'UFFICIO: Nei giorni feriali dalle 9 alle 11 ant. e dalle 4 alle 6 pom. Nei giorni festivi dalle 9 alle 12 ant. Ili Direttore di turno si troverà negli uffici nei giorni feriali : dalle 9 alle 10 aut. e dalle 5 alle 6 pom. Néi giorni festivi: dalle 11 alle 12 ant. *> F,u Redazione si dichiara estranea laute riguardo lilla forma quanto al contenuto e non assume alcuna responsabilità fuori di quella voluta dalla legge. Achille Biaeentijii, redattore responsabile. , . Tipografia Cobol & Priora, 'ir -, - i - La tipografia editrice Cobol & Priora renderà tra breve di pubblica ragione il lavoro di Domenico Venturini La famiglia Bruti Coloro che sono intenzionati di prenotarsi ad una o più copie del lavoro, sono pregati di mandare la loro adesione alla Tipografia. Prezzo Corone 1. Gli avvisi collettivi costano due centesimi la parola. Tasse minime cent. 20 Domande ed offerte d'impieghi Persona seria offresi per amministrazioni stabili e campagne. Indirizzo «Sveglia». Istruzione Studente impartirebbe lezioni miti pretese. Indirizzo «Sveglia». . ____ Affittanze D' affittare stanze ammobigliate e quartieri. Indirizzo «Sveglia» Acquisti e vendite d'occasione Vendonsi campagne, case e saline. 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