ANNO XIX. Capodistria, 1 Gennaio 1885. N. 1. OYIN DELL'ISTRIA ___ Esce il 1° ed il 16 d'ogni mese. ASSOCIAZIONE per un anno fior. 3; semestre e quadrimestre iu proporzione. — Gli abbonamenti si ricevono presso "la Redazione. Articoli comunicati d'interesse generale si stampano gratuitamente. — Lettere e denaro franco alla Redazione. — Un numero separato soldi 15. — Pagamenti anticipati. AVV. GIUSEPPE Dr. de VERGOTTINI Nelle prime ore del 15 Dicembre p. d., vittima prematura ed amaramente compianta di morbo incurabile, spegnevasi a 69 anni una nobile vita, — quella^ dell' egregio avvocato Giuseppe Dr. de Ver-gottini, deputato alla Dieta istriana pel collegio del grande possesso fondiario, podestà da 12 anni della diletta sua città natale, Parendo. Prevenuti dagli onorevoli colleglli del giornalismo provinciale, che ne tessero con amore P elogio bene meritato, e ne illustrarono i momenti principali della vita operosa, a noi sia oggi concesso di notare su queste colonne, dolenti e commossi, la gravissima perdita subita dall' Istria colla morte del Vergottini, di commemorare brevemente i massimi Suoi meriti, per segnarlo all'ammirazione ed all'esempio dei presenti e dei venturi. L'avvocato Vergottini ebbe indole franca, leale, energica, --mente acutissima, nudrita di forti studi, e pronta ad afferrare fra i concetti più vaghi ed astrusi il senso vero e pratico delle cose, — dottrina vasta, fondata, sicura, specie nelle discipline legali, — cuore di patriotta, caldo, integerrimo, incrollabile nella fede dei principi e delle aspirazioni. Con queste doti, temprate da un carattere sempre eguale, riflessivo, superiore ad ogni mala influenza di partito, cui non alterava nè P entusiasmo inconsulto, nè lo scoraggiamento vigliacco, da una volontà ferma nei propositi e nell' a-zione, — da un' esperienza provata e giudiziosa degli uomini, delle cose, — da un sentimento innato per la verità e P onestà più pure, — il Ver-gottini fu una grande e specchiata individualità non sojo di Parenzo. ma della provincia tutta: — e se> Parenzo piange la sua dipartita, e la piangerà a lungo, tutta l'Istria, rappresentata ai funerali dalle deputazioni dei suoi molti municipi e corporazioni, dai colleghi, e dagli amici accorsi numerosi da ogni parte a tributare l'estremo atto di onoranza e di amore sulla fossa aperta di questo illustre trapassato, addimostrò solennemente di quanta estimazione Egli fosse meritevole, e quanto ricca di civili virtù, di patria carità, di forti esempi fosse P eredità da Lui legata alla' memoria affettuosa dei superstiti. Avvegnaché ogni fase, ogni manifestazione della Sua vita ci forniscano esempi delle virtù dell' uomo, dei pregi del cittadino. Padre, più che zio, egli è l'appoggio, la mente direttrice d' una famiglia numerosa, ricca, rispettabile, che l'idolatra ; avvocato distintissimo, per coltura, pratica ed amore convinto per 1' alto ministero diviene in breve un' illustrazione del foro istriano; — deputato provinciale fino dal 1861, divide col grande partito liberale, che trovò sempre in Lui consiglio ed appoggio validissimi, tutti i meriti delle provvide istituzioni provinciali ; — podestà amatissimo della sua Parenzo, consacra tutto sè medesimo al bene del proprio paese, ne 2 studia con lena indefessa, intelligentissima i bisogni, ne risolleva con savi ed energici provvedimenti il materiale benessere e la morale autorità, e muore additando con mano vigorosa e sicura la via per procedere verso il progressivo continuo miglioramento. Ecco P uomo clic Parenzo e P Istria hanno perduto ; — sotto P apparenza talvolta di una soverchia riservatezza, altra volta di momentanea eccentricità, trovavansi in Lui riunite le somme quante della mente, del cuore, del carattere, e dell' azione ; — qualità che nei momenti più seri della sua vita e più importanti pel suo paese non gli sono mai mancate. Sia pace, ora, all' anima dell' eccellente patriota, del benemerito cittadino ; •— e la sua memoria, sacra e venerata, duri imperitura nel cuore riconoscente degli istriani. CORRISPONDENZE Dall' interno dell' Istria, dicembre È da parecchi anni che si va ripetendo tea noi : scompaiono in Istria ad uno ad uno coloro, che dell' ingegno e dell' opera contribuirono a rendere conosciuta e apprezzata questa provincia, anche non ritraendo quel conforto che si erano ripromessi, ma che senza dubbio si ritrarrà ove non cessino negl' Istriani il senno e 1' amore di patria. Uno di questi eletti, fu il Dottor Giuseppe Vergottini, rapito da morte, immatura se guardisi alla svegliatezza dell' ingegno, che a sessantanove anni serbava vigoroso, e all'affetto, alla stima dei conterranei ; ma presentita neli'estenuarsi giorno per giorno di un corpo logorato da morbo insidioso, irreparabile. 11 Dottor Giuseppe Vergottiui nacque a Parenzo addì 27 giugno 1815 da antica, nobile e riputata famiglia, che vantò sempre uomini distintissimi, tra cui quel Bartolomeo storiografo, la cui morte precoce è lamentata dallo Stancovich nella Biografia ; perchè ha troncato uno de' più benemeriti illustratori del glorioso e splendido nostro passato. 11 suo discendente, oggi pianto da tutta I' I-stria, era riverito per l'integrità dell' animo, per r«hJ8Ìboq*? ^ * . .'Lì'/ »-.'Aß. la squisita coltura, e per P amore forte, incrollabile che portava alla nostra provincia. Nelle agitazioni politiche del 1848 si trovò primo a Marghera con altro distinto fratello e fece parte di quel consesso che venne istituito da Daniele Manin per la difesa di Venezia. Deputato nel memorando periodo dietale del 1861 venne rieletto poi e vi rimase fino agli ultimi giorni di sua vita. Fu anche assessore provinciale e dopo il 72 podestà della sua patria; carica che gli procacciò la stima, la deferenza de' suoi concittadini per l'attività energica, efficace, intelligentissima. E che tale fosse veramente, basti questo giudizio del periodico P Istria, che togliamo da un affettuoso necrologio scritto in onore del distinto comprovinciale pochi giorni dopo il suo trapasso:" Sarebbe lungo annoverare, dice il succitato periodico, i meriti speciali del Vergottini come podestà di Parenzo ; basti dire che le finanze, la pulizia, P edilizia, la viabilità ed il decoro del paese se ne risentirono a vista d'occhio dell' energia della sua volontà, dell' acutezza della sua mente, del grande disinteressamento, come della scrupolosa imparzialità dei suo animo. Risoluto, non guardava in faccia a nessuno, e assicurato dalla coscienza „sotto P usbergo del sentirsi pura," operava, correggeva, rifaceva, eliminava, conchiudeva — talvolta anche senza ricorrere alle costituzionali formalità, e nulla curandosi delle altrui contraddizioni. Ed impiegava lunghe ore giorno per giorno nell' uffizio comunale, trascurando, con unica più che rara abnegazione, i suoi affari d'avvocatura, e persino quelli di sua famiglia." Tale fu questo nostro patriota; la sua morte quindi è lutto per Parenzo, lutto per la provincia, e la memoria di lui vivrà carissima fra gl' Istriani, e andrà congiunta ai nomi di coloro che onorarono la scienza, la patria, la civiltà. I FUNERALI celebrati Mercoledì 17 corr., a Parenzo furono imponenti per concorso straordinario. Il Municipio messo a lutto, i navigli nel porto colle bandiere a mezz' asta. Negozi ed officine chiuse, chiuse pure le abitazioni situate lungo le vie, che dovevano essere percorse dal corteo, il quale era formato così: precedevano la bara: la scolaresca col rispettivo corpo insegnante ; la società operaia colla bandiera abbrunata; i poveri della pia casa di ricovero; tutte le confraterne delle chiese; il corpo filarmonico colla banda musicale ; il clero. — La baia tappezzata di velluto cogli emblemi della professione del povero decesso, era portata a braccia da casigliani, e circondata da innumerevoli torcie della famiglia, del Comune, della Giunta provinciale, e di privati. Seguivano molte corone, alcune delle quali portavano scritto sui ricchi nastri: La città di Parenzo — La Deputazione comunale di Parenzo — La giunta provinciale — Il Capitano e gli assessori provinciali — Il Magistrato di Rovigno — Il Municipio dì Pola — Il corpo insegnante — La Redazione dell' Istria — GÌ' impiegati provinciali — La gioventù di Parenzo -—• Alvise Dr. Rismondo -- Un amico — La famiglia Bradamante — La famiglia Privileggi — Luigi Ghersina. I cordoni della bara erano tenuti dai signori : Francesco Sbisà per la città di Parenzo ; conte Guido Dr. Becich per la Giunta provinciale : Avvocato Silvestro Dr. de Venier per i Municipi dell' Istria : Avvocato Giovanni D.r Canciani per la Camera degli Avvocati. Seguivano la bara i membri della famiglia, la Deputazione comunale di Parenzo, il Capitano provinciale, il Capitano distrettuale, la Rappresentanza comunale di Parenzo, la Giunta provinciale, il Magistrato di Trieste rappresentato dal Dr. Avv. A. Amoroso, vicecapitano provinciale, il Magistrato di Rovigno col Podestà cav. M. Dr. Campitelli e il consigliere A. Rismondo, ed i Municipi istriani, coi rispettivi rappresentanti. Poi venivano: la „Società di Archeologia e Storia patria", il Casino di Società di Parenzo; la Società Politica istriana.; la Società Alpina la Camera di Commercio ed Industria di Rovigno ; la Camera degli Avvocati ; le Redazioni dell' „Indipendente" dì Trieste, della ,Provincia^ di Capodistrìa, e dell' . Istria „ e la Redazione del periodico „Patria'. Quindi seguivano tutti in corpo gl' impiegati dell' i. r. giudizio distrettuale, del capitanato distrettuale, dell'ufficio imposte; gl'impiegati provinciali e comunali; moltissimi ammiratori dell'estinto; antichi colleghi d'avvocatura ; i deputati provinciali, e da ultimo .... tutta Parenzo (tanto erano vuote di gente le contrade e, vorremo dire, anche le case) coli' appendice di un lungo stuolo di buoni contadiui della campagna. Finite V esequie in chiesa, fu portata la bara sotto le volte vetuste dell' atrio, tutto riboccante di spettatori. La mesta funzione aveva qui raggiunto il suo massimo grado di tristezza e di solennità. Storia- IE3atrial •■i'J'tSß lìitt ' onit b Nella valle del Quieto VII. Sp. Dil, Nostro. Indispensabile il pronto ri-stauro di Ponti sotto Laime il di cui effetto troviamo a peso di codesta Comunità non che di quella di Castagna di cod.a Giurisdizione ; ora massime che *) Continuazione, vedi numero 23 e 24. deve passare per essi il legname di publica ragione tanto necessario alle occorrenze della Casa dell'Ar-seual : abbiamo motivo di efficacemente eccitare la pontualità della Sp. V.a a diligentemente rilasciare ed estendere gli ordini più risoluti onde da chi spetta venga con prontezza adempita tale importante operazione, senza di che dovrebbero restar incondotti li publici legui e particolarmente li frassini, la di cui pronta traduzione tanto preme per 1' esigenze della medesima Casa. Il suo zelo e nota attenzione come ci promettono pontuale 1' esecuzione, così di quelle ne attendemo diligenti i riscontri ed in tanto le auguriamo dal Cielo ogni contento. Ping.,B li 20 Settembre 1732 Slatti« Pizzamano Cap.° di Raspo. Vili. Sp. Dil. Nostro. Spediamo il pub.0 Cavallaro Manzioli a cui daverà contribuirsi la consueta mercede perchè la Sp. V.' al di lui arrivo faccia co-metter all' Essator della Carratada dril' anno coir, che senza ritardo debba far pervenir in questo pub.a Cassa 1' intero importare della Carratada medesima. Confidiamo che adempirà esso Esattore al proprio dovere senza attendere i rigori dell'essecu-zioni e le auguriamo ogni felicità. Pinguente 2 Xbre 1732 Mattio Pizzamano Cap.1 di Ruspo. IX. Cadendo nel giorno 16 Marzo dell'anno entrante l'affittanza del Dacio del Grossetto che si paga da tutte quelle persone che vogliono servirsi del publico Caricator alla Bastia non solo nel suo Porto, ma pure alle rive inferiori ov' è seguita 1' escavazione sin dall'anno 1715 tanto per carico di legne, quanto d' ogni altra cosa di privata ragione, l'111." et Ecc.0 S. Mattio Pizzamano Cap.° di Raspo e Giurisdiz. col mezzo del presente stridore invita chiunque applicare volesse all'abboccamento della nuova affittanza del soprad.° Dacio, perchè debba comparire sotto la publica Loggia <3i questo Castello nella mattina di Domenica sarà li 3 Gennaio prossimo venturo, e così ne successivi giorni festivi, ne'quali S. E. sarà ivi per raccoglere le offerte in voce ed in scritto per passarsi poi a quelle deliberazioni che fossero più conferenti al publico vantaggio, e così P ing."' 27 Xbre 1733. qtji/s q ißßqüs OjJOg <öp Q£>Ößl Mattio Pizzamano. UH X. Sp. Dil. Nostro. Viene a V. Sp.a col mezzo del pub." Cavallaro avanzata la Vacchetta della Carratada disposta per 1' anno 1733 assieme con i scontrini che si rilasciano a cauzione de Contribuenti. Ella col solito suo zelo farà a sè chiamare li Capi di cotesta Comunità et ad essi consignan-doli le imporrà l'imediata elezione della persona che doverà effettuarne la rescossione della summa tangente a norma dell' annotazione nella Vacchetta stessa con l'obligo de pagamenti e con tutte l'altre circostanze espresse da publici Sovrani Decreti. Sotto il vincolo delle pene in essi dichiarite dovranno esser avvertiti che non cada detta elezione sopra chi tenesse debito di precedente maneggio anzi resti escluso da ogni publico officio sino all' intero adempimento a che sia con ogni diligenza astretto cadaun contribuente al dovere colle misure giuste et adequate che si convengono. Starò in attenzione de riscontri dell' essequito che tende all' importanza del publico interesse et auguro dal Cielo a Y. Sp.a tutto il contento. Ping.te 15 Aprile 1783. Mattio Pizzaiuano Cap.0 di Raspo. XI. De mandato dell'Ili.0 et Ecc.0 Sig. Mattio Pizzamano per la Serenissima Republica di Venezia Cap.° di Raspo e Giurisdiz. col presente stridore d'invito si fa intendere e sapere che chiunque applicasse all' appalto del Taglio di legne da fuoco nel Bosco della publica Valle di Montona e della loro condotta al porto della Bastia, debba comparir sotto questa publica Loggia ove S. E. ogni giorno festivo sarà per portarsi sopra l'Incanto per ricever 1' offerte che potranno esser anco fatte con polizze secrete per esserne poi fatta la deliberazione al minor offerente e così Pinguente li 11 Ott. 1733 Mattio Pizzamano Cap.° di Raspo. Tra i soldati. I. Sp.le Dil.0 nostro. Dovendo coli' occasione dell' ord.a Visita di questa prov.* seguire la Mostra e rassegna dei soldati dell' ord.70 V. Sp. farà co-meUer d' ord.ne nostro a Capi di cento, soldati e Cap.11 delle medesime dover per il giorno e nel luoco qui sotto scritti comparir alla pnza nostra sotto la direz.ne del loro Cap.° et Off11 come pure agi' Aggenti della ( om.u zupani e pozuppi delle ville presentarci nota girata di tutti li giovani dagl' anni 18 sino li 36 col nome cognome padre niuno eccettuato intimando loro comparir come sopra in pena agl'inobbedienti di L. 1.16 ed altre mag. ad arbitrio. Et a V. Sp. auguro ogni bene. Parenzo in Visita 26 Mag.0 1727 Nicolò Donatio pod. e Cap. II. Sp. Dil. N.r" Ricerca il publico servitio che sia fatto un Inventario distinto di tutta l'Artiglieria Balle, Polvere, et ogn'altro attrecio inservienti alla med." con 1' armi tutte d' ogni sorte che fossero a cott.1 parte. Via Spa però ordinarà inmediate a chi s'aspetta e spedirmelo col ritorno del ^Hte Soldato che a quest' effetto spedisco, e le auguro ogni contento. Capodistria 19 Agosto 1727 Nicolò Donado pod. e Cap.> III. Sp. Dil. Nrö. Per dar essecutione all' espresse cornisi dell' Ecc.0 Senato si compiacerà Vrä Spä subito ricevuta la presente far chiamar alla sua presenza li Capi di cento delle Ordinanze di col.0 suo Territorio, e le ordinerà di dover presentarle una nota giurata di quanti fucili s' attrovano havere li soldati respective di cadauna centuria, e le note me le farà tenere in tutta diligenza come mi prometto dalla sua solita attenzione verso il publico servizio e le auguro ogni contento. Capodistria li 6 7bre 1727 Nicolò Donado Pod. e Cap. Egregio professore Vatova Quanto ella pubblica nella „Provincia" (La colonna di Santa Giustina, — Digressioni, — Curiosità Giustinopolitane, ecc.) è utile, se anche a taluni potrà non apparir dolce secondo la oraziana sentenza ; locchè in questo caso non diminuisce, ma accresce il di lei merito, perchè implica sacrificio di amor proprio e di tempo. — Ora io lieto di tutto ciò, per corrispondere all' appello che indirettamente mi fa nella „Provincia" dei 16 cor.te, pag. 196 col. 2ami affretto a confermarle che gli Albonesi danno ab antico nome di Grise a varii luoghi petrosi sparsi per quel territorio, alcuni dei quali sono tali per natura, altri resi tali dall' arte. Lo danno particolarmente a due località poste tra Albona, Fianona, Carsano e Somber, dette Grisa di Carsano e Grisa di Fianona, due località che potrebbonsi dire storiche. La prima è un tratto di terreno che si stende ed eleva (ager editus) tra il porto Fianona e il lago d' Arsa, tra la borgata S. Domenica e il castello Carsano. È un terreno irto di scogli così da stare al paragone di alcuni tratti dei carsi di Trieste e di Raspo, terreno questo come quelli spazzato dai venti, e dilavato dalle acque. Fu su questo terreno, fra cotesti scogli che nei secoli XVI e XVII molti Albonesi si distinsero per ardire, coraggio e valore nel difendere i confini del territorio veneto in confronto degli arciducali e Imperiali ; fra' quali Albonesi vanno particolarmente ricordati Matteo Scampicchio e Gio. Batta Negri. Lo Scampicchio si segnalò l'anno 1534 in una sanguinosa fazione contro le milizie comandate dal conte Cristoforo Frangipani e il Negri più tardi si meritò il posto di Capitano sopraintendente perpetuo ai confini in tutta la provincia. (Ved. Giorgini — Memorie istoriche della terra e territorio di Albona nelV Istria del 1847, a pag. 293 e Stancovich Biografie). Attraverso la Grisa di Carsano passa, e passò certo anche in antichissimi tempi, la strada che da Carsano appunto conduce con doppio ramo al Castello e al porto Fianona, e passerà presto altra strada che da S. Domenica condurrà a Carsano. Carsano è, e fu certamente in antico, il nodo delle strade scendenti al seno flanatico dai versanti e dalle gole meridionali del Monte maggiore e dalle alture di Gallignana e di Pedena. L1 altra Grisa detta di Fianona, estremo lembo orientale od ultimo risalto della stessa Grisa di Carsano, è scavalcata dall' antica via romana che da Albona per sotto il forte castello dei Cunzi (Curzi?) conduceva diritto diritto a Fianona. Per uso inveterato si dice grisa anche ad un tratto di detta via, tratto in discesa e selciato. Tutto ciò viene a conferma di quanto registra il Ducange da lei molto opportunemente citato a dimostrare che la parola appartiene al linguaggio degli Istriani antichi, ed è usato dagl'Istriani moderni nel suo vero ed originale significato. Chi vive nel paese e può consultare 1' Archi- vio del Comune, le dirà forse d'altre Grise di quel territorio. Io sono da troppo tempo lontano dal paese e dai suoi archivi per impegnarmi in ulteriori particolari. Indulgo, prego, e aggradisca. Venezia 19 dicembre 1884. T. L. 2>T o tizie Il periodico provinciale L' Istria, anuunziando la fine del triennio di sua esistenza, avverte che continuerà la sua pubblicazione, mantenendo il nobile suo programma, che è quello di sostenere la verità, la giustizia, e l'avita civiltà nostra. Al nostro confratello auguriamo prospere sorti anche in avvenire e lunghi anni di vita pe il lustro e decoro della provincia. Il congresso generale della società politica istriana, che doveva tenersi nel gennaio corrente, venne protratto al mese di aprile. Un' istanza controfirmata da parecchi parenzani diretta alla rappresentanza comunale della città chiede che ad onorare la memoria dell' illustre defunto Giuseppe Vergottini la piazza principale di Parenzo sia chiamata — Piazza Vergottiui. Il professore Bernardo Dr. Benussi, riputato autore dell' opera JJ Istria sino ad Augusto e di parecchi altri lavori storici ha ora pubblicato un Manuale di geografia, storia e statistica del Litorale, ossia della Contea principesca di Gorizia e Gradisca, della città immediata di Trieste e del Margraviato d'Istria. Il conte Prospero Antonini, nativo di Udine, senatore del Regno moriva a Firenze alle ore 5 '/, ant, del giorno 19 dicembre. Chi fosse il venerando patriota non è facile dimenticare. Dotato di nobili e liberali principii, di un ardente amore di patria fino dai suoi primi anni, dette prova d'indomito coraggio e di ferreo carattere. Creato nel 1866 senatore del Regno, allorché anche il Vaneto si univa all'Italia, scelse la sua dimora a Firenze, che particolarmente prediligeva. Egli fu uomo insigne per la sua coltura, per le sue vaste coguizioni, ottimo scrittore, e particolarmente di cose storiche, che si riferivano al suo amato Friuli. La sua storia sul Friuli Orientale, opera dotta ed insigne, gli fruttò dal Governo la croce dei S. S. Maurizio e Lazzaro. Illustrò molte e varie grandi famiglie del Friuli, confutando errori, e producendo documenti inoppugnabili. Fu pio, ottimo marito, amico fidato ed amatore sempre della gloria del suo Friuli e dell'Italia alla quale consacrò sempre il suo grande ingegno e la sua vasta erudizione. La di lui patria, il Friuli, piangerà il grande cittadino. Istruzione primaria (Continuazione e fine vedi N. 23) Portiamoci in una vecchia scuola dell' Attica ed osserviamo quanto e come s'inseguì. Voi vedete come in questi tempi dalla scienza si sa trar profitto delle prime forze della mente. La fanciullezza gode il privilegio della facile memoria retentiva; ebbene ecco porta a tutto pascolo di quella la storia dell'eroiche imprese avite. C'Oli queste mandate in succo ed in sangue, ecco eccitarvi ii sentimento dell' emulazione sollevando nei vergini petti il sacro fuoco delle grandi imprese, che uei padri illustrarono la terra natale o cui i figli vedono registrate nelle varie epopee. Tutto questo però è dato a piccole pozioni non altrimenti che la medicina. Si dà loro quindi l'idea dell'essere fisico, che osservato nel triplice regno della natura, viene a distinguersi da un altro d' indole affatto diversa. Si fa distinguere poi cosa da cosa, e per ciò ottenere usasi delle forme grammaticali, ed ecco il nome sostituire l'oggetto e l'aggettivo far le veci della quantità. Fatto un tanto si passa alla numerazione, ed ecco l'idea della quantità sia di spazio locale che di tempo. Ma se andate innanzi di un tal passo verrete ancora voi nella lamentata pastoja moderna! No mica, qui ini fermo o meglio devo farlo, perchè non trovo altro materiale; ma bensì vedo quelle brevi e succose pozioni somministrate da un uomo che ha il suo secreto per la riuscita. Egli cioè usa di quel Nume galantuomo — già che per poco dobbiamo parlare di gente idolatra — Crono, e sa quindi alternare lo studio col riposo, collo svago, col libero esercizio delle forze vitali del fisico non meuo che del!' animo. Ecco quindi che il giovane passa dalia scuola al campo libero, all'arena e là nell« movenze convulse delle membra a pieni polmoni aspira la vita. E qui non fa di mestieri ch'io parli dell'arte ginnica, la quale diede a quella nazione i vincitori delle Termopili, di Maratona per non dire d' altre vittorie del valore personale; valore questo superato poi dal popolo Romano, e del quale noi a dritto ci vantiamo discendenti, eiJedi ad un tempo della greca coltura. „Mens sana in corppre sano" questo il solo ed unico motto dell' Antichità, perchè là comincia la vita dello spirito, dove la vita animale o vegetativa ha compiuto il suo sviluppo. Il Panni nell'Educazione così cantava: ■ Che non può un' alma ardita Se in forti membra ha vita ? E imi invece pretendiamo vedere una gioventù vigorosa, dinanzi alla quale la Patria, la società sorridano nella ricchezza di sue speranze, scorgendo pronte braccia e fervide menti sostituire i deboli o gli ormai perduti figli. Nò purtroppo; vediamo molto bene il risultato d'una falsata istruzione! Un gran numero di giovanetti, ai quali la vita appariva nelle più care sue lusinghe, consunti affetti di quella malattia pienamente moderna, voglio dire da tisi, per cui male compiono la carriera degli studii cadendo anzitempo nel sepolcro. Ed invero, come altro non aspettiamo da una macchina abbandonata, se non che la ruggine la ricopra e corroda le singole parti, così appunto va la bisogna nella vita del povero studente. A completare le sue lezioni, diciamolo ancora una volta, egli deve dimenticare d'aver un corpo, dalla disposizione del quale dipende il pieno esercizio delle facoltà dello spirito ; e quindi da questa dimenticanza proviene il poco sviluppo, la formazione di sostanze eterogenee, le quali imprigionate si condensano e corrompono il sangue, principio del fisico benessere e d'ogni altro male, Ed ora, se pur da ultimo volessi passare dall' igiene alla morale, l'igiene dell'anima, non potrei avvertire di quel vizio, che rende 1' uomo vile al paro del bruto e fa di lui un ammasso di membra brancolanti, animate solo da un affannoso respiro?! Ma, e come ci entra il piauo scolastico colla morale? E cosa è dunque l'istruzione, se coli'arricchire la mente di vere cognizioni non informa il cuore ancora alla virtù? Però da questo lato non pecca tanto il piano scolastico, ed anco l'appunto nostro ha i suoi termini ; quindi dico che lo sventurato giovane è condotto a tal segno dalla sovraeccitazione del suo viziato organismo. Sì, questo è uno dei mali chc dona la filantropia di chi vuole educare 1' essere ragionevole colla scorta di un piano irragionevole. Non illudiamoci adunque, e non aspettiamo di apporre il riparo quaudo la scena del mondo sarà cangiata in un vasto ospitale, in cui il più fortunato sarà il cieco! E qui faccio punto, rivolgendomi a chi ama la gioventù e la sua educazione, affinchè coli' autorità concessa dalla propria missione abbia a parlare in vantaggio della stessa, e così possa meritarsi la stima dei concittadini e la gratitudine perenne dei suoi discepoli ; quando cioè la scuola avvenire darà alla patria una schiera di ingegni eletti, e non già una classe numerosa di incolti spavaldi. inioioiO L. Z Appunti bibliografici Notizie degli istriani viventi nel 1829 distinti per lettere, arti ed impieghi del Canonico Pietro Stan-covich di Barbana pubblicate per cura del Dr. Felice Glezer di Bovigno. — Parenzo, Tipografia di Gaetano Goana 1884. È un elegante volume edito per cura di una società di amici, il fiore dell'Istria, nell' occasione „delle auspicatissime nozze di Lodovico Dr. Rizzi con Maria Quarantotto." Non sono molti anni, per celebrare i domestici fati : nozze, battesimi, messe cantate, vestizioni e funerali, i poeti intuonuvano la canzone sul colascione. Adesso è di moda raspare invece nei cassetti degli uomini illustri, stampare qualche vecchia cronaca, mestare nelle carte di famiglia per trarne fuori magari la nota del bucato di qualche massaia del cinquecento per opportuni raffronti e studi di lingua ecc. ecc. L'ostracismo dato alla poesia non pare si debba però accettare pienameute. Di grazia, la stupenda ode — L'educazione del Parini, e la canzone del Leopardi .—- nelle nozze della sorella Paolina, non furono belle e buone poesie d' occasione? Ma poiché poche rondini non fanno primavera, e i poeti veri si contano sulle dita, ben venga anche la moda del raccogliere appunti, cronache, note, scritti inediti, dei quali, se non sempre la storia vera, può giovarsi la cronaca d'una cittaduzza o d'un paesello. Solo io vorrei che queste pubblicazioni non si facessero mai con danno della fama di uno scrittore, stampando ciò che il bravo uomo riteneva chiuso nei cassetti per suo uso e consumo, quale materiale per altri studi e in tempo più riposato. Così, non so se la fama dello Stancovich si gioverà di queste Notizie, che evidentemente l'autore lasciò incomplete. E per vero di molti Cameadi vi si discorre lungamente ; si capisce che sono appunti e giudizi suggeriti dalla benevolenza e dall' amicizia. Capperi ! non si scherza. — Notizie degli istriani viventi nel 1829 distinti per lettere, arti ed impieghi . . . Patent portae-, nel baraccone della fama e dell' immortalità istriana c' è posto anche per gli speziali come un Zennizzi Carlo (pag. 50) del quale neppure il compilatore potè indicarmi in nota le opere ; onde ragionevolmente si deve credere che non abbia fatto altro di meglio in sua vita che spacciare triaca, e condizionare pillole. Certo è facile così di compilare grossi dizionari di uomini illustri; così si perpetuano certe piccinerie e gloriuzze da campanile, che facevano sbellicare dalle risa il nostro Besenghi, quando nel 1846, a me giovinetto raccontava 40, aiconsi quaranta dotti essere partiti da Trieste pel famoso congresso, di Venezia. E d'altra parte, degli uomini veramente segnalati come un Kandier non altro si legge che il nome in queste Notizie ; di altri, solo un fuggevole cenno (vedi Besenghi); ciò che ha obbligato poi l'editore e gli amici ad una lunga lardellatura di note; onde questo libro più opportunemente potrebbe intitolarsi : Notizie sulle notizie del Canonico Stancovich. No e poi no ; il bravo e buono Stancovich non ha voluto fare un libro così ; e neppure per un momento gli è caduto in mente di pubblicarlo. Anche si ha a pensare che appunto adesso il Kukuljevich di Zagabria sta compilando un dizionario degli uomini illustri della Slavia meridionale, che comprende l'Istria s'intende, e perciò raspa nei nostri libri. Yia, un po' di carità ci vuole anche coi nemici ; e troppa matassa gli si dà così a dipanare. Quindi innanzi al Karli Kopronin, e ai tanti Istrijanin, dovrà aggiungere i nomi di molti celebri speziali di Trieste, come il Zennizzi Karl Terstenin, e il signor Bortolo Ieroniti pure terste-nin farmacista al Cedro Imperiale nei paraggi del famoso Fontanone della Zonta, e ingiustamente dimenticato dallo Stancovich, perchè nell' anno di grazia 1829 viveva di certo a Trieste, se nel 1830, o giù di lì, a me bambinello amministrava i cioc- colatini vermifughi del Dr. Buccelatti ; ed io, io lo vidi tutti i martedì dispensare le tredici grazie di Sant' Antonio alle breschizze del territorio. Ast contra deputando, e chiedendo perdono agli amici, di questa critica scollacciata alla quale di quando in quando mi tira la lepida natura, dico che la pubblicazione può tornare di qualche utilità, viste le particolari circostanze della cara nostra provincia. Intanto il compilatore stesso, 1' egregio G-lezer nella prefazione, tutte queste critiche le ha già prevedute, e messo perciò bravamente le mani innanzi per non cadere. Si capisce subito che il G-lezer è scrittore colto e dei nostri tempi ; e perciò non teme di dare un libero giudizio del buono Stancovich come nelle seguenti parole: „Avverto solo, che anche in questi appunti, come nella Biografia, il benemerito Can. Stancovich intravvide sempre a traverso di un roseo prisma, ed accolse spesso per oro colato quanto forse non meritava neppure di venire ricordato." (pag. XI) „Lo Stancovich, conchiude il Glezer, rimarrà sempre una delle più splendide illustrazioni della nostra Provincia;8 parole alle quali sottoscrivo io pure di gran cuore a scanso di malintesi. Gli argomenti poi in favore di questa pubblicazione non difettano punto. Prima di tutto gl' Istriani, condannati a vivere divisi in così piccoli centri, fanno benissimo a non trascurare occasione alcuna per avvicinarsi e dimostrare la loro concordia e unità d'idee e di affetti della vita civile. La quale, essendo contrastata oggi, e trovando nuove difficoltà, per l'elemento invasore d'un popolo giovane ed ardito, (che ha tutti i diritti di espandersi in casa sua, ma non in quella degli altri) tanto più è imposto a noi 1' obbligo di serrare le file a difesa. Solo che, avendo noi valide armi, non vorrei ci dessimo l'aria di attaccarci, per mancanza di buone lance e di spade, ai rasoi. Mi spiego. Mancano uomini veramente illustri e segnalati, perchè si abbia a tirar fuori dai polverosi archivi, nomi oscuri ? E se pur si crede ciò necessario, facciamolo sempre con 1' aria di grandi signori : affinchè mentre noi crediamo con 1' abbondanza di schiacciare per così dire l'avversario, non gli diamo occasione di riderci in faccia e di dirci: Se non avete altro, potete chiudere bottega. Insomma e il dire e il fare nostro si riduca in ultima analisi a questa solida argomentazione. Abbiamo nomi illustri, nazionali, il Carpaccio, i Vergeri, il Sartorio, il Muzio, il Tartini, i Combi, il Besenghi ecc. ecc. Però la nostra civiltà così fu sempre diffusa ed italiana in Provincia che si ramificò e si estese dovunque, e produsse anche questi piccoli frutti, che sappiamo benissimo valutare per quel che valgono realmente. In secondo luogo questa pubblicazione ha il merito di rammentare agi1 Istriani i nomi di persone veramente segnalate, e delle quali lo Stanco-vich non aveva registrato che il solo nome e cognome. Tale il Lorenzini da Albona, maestro che fu del Luciani, il quale tesse al suo precettore in nota un elogio, nel quale non sai se ammirare più la schietta eleganza del dettato, o la calda parola dell'affetto che sgorga piena dal cuore. Così queste notizie, salvando dall' oblio immeritato alcuni nomi di uomini segnalati, adempiono, meglio tardi che mai, ad un dovere. Lo stesso dicasi del Dr. Gre-goretti da Parenzo meritevole di fama maggiore. Solo avrei desiderato che, smorzando alquanto la lode, l'annotatore, per la piena conoscenza dell'uomo avesse accennato all' indecorosa polemica e a' suoi studi arcaici su Dante e specialmente a quel suo barocco discorso contro la pubblicazione della Divina Commedia di Carlo Witte, nome veramente famoso ; discorso che eccitò il biasimo di tutti i Dantofili, e al quale rispose il Witte stesso con tranquille ed assennate parole. Di questo che non fu per parte del Gregoretti niente più che un battibecco con le forme vecchie della vecchia critica fegatosa, ho fatto anche io un cenno nel Tempo di Trieste, N. 69, 1865 con modi pur troppo, ed ora me ne dolgo, aggressivi. All' argomento tornai tranquillamente nella Provincia in una mia recensione sullo studio del Prof. Vassallo, nel N. 11 del 1884, e più tardi anche nella Cultura del Bonghi (Vedi N, 14. Anno III. Yol. 5). Tra i dantofili che leggendo quella sperpetua dei Gregoretti contro l'illustre Witte, per poco nou diedero nelle stoviglie, uno fu Onorato Occioni allora direttore del ginnasio a Trieste; e fu lui anzi che mi eccitò a scrivere nel Tempo contro il Gregoretti. Poiché qui mi viene la palla al balzo gioverà pure rammentare che del poeta Francesco Combi e della traduzione sua delle Georgiche si legge una lunga e coscienziosa, se non buona recensione nel giornale magno La Nuova Antologia pag. 676. Novembre 1873. Finalmente (permetta il compilatore che io qui vuoti il sacco dei desideri) vorrei che nei lunghi cataloghi di poesia ed altra roba, d' occasione, secondo usavasi ai passati tempi, ci fosse qua e là qualche parola, non dico di riparazione, ma un cenno almeno per far capire che anche noi abbiamo progredito, e che altri sono ora i nostri studi e gl' intendimenti. TaPODISTHU, Tipografìa (li Carlo Priora. La parte migliore del libro è poi costituita da un ottimo prospetto di tutti gli uomini segnalati dell' Istria rammentati nella sua opera dallo Stancovich; questo solo basta a rendere utilissima la compilazione del signor Glezer, e di ciò gli si rende piena la lode. In tanta moltitudine di libri, con tante cose che gli eruditi devono aver sempre alle mani, con questa varietà di studi, e d'intenti, tutto ciò che facilita l'opera con risparmio di tempo torna oggi d'incontrastabile utilità. Sotto questo aspetto un catalogo ben fatto vale oggi, novanta' nove libri mediocri. Grazie adunque al signor Glezer, e a' suoi coadiutori di questo che è veramente uu bel regalo di nozze. P. T. —-1—--—r------»-l i -:- "Varietà A proposito della bugiarda epigrafe dedicata al De Roth nella ex chiesa di San Giacomo a Capodistria, e della quale si tenne parola dalla Provincia nel N. 23 e dalla Patria pure nel N. 23, sia lecito anche a me di metter bocca in argomento. La necrologia del Baseggio e la citazione degli atti comunali tagliano sì la testa al toro; ma non si ha a dimenticare la dettagliata relazione del fatto scritta dall'illustre De Franceschi nella sua Istria — Note storiche, libro che ogni buon istriano deve aver sempre sulla scrivania. La narrazione del fatto occupa due intere pagine 454 e 455 ; e in nota l'autore aggiunge : „Queste notizie furono tratte da documenti di quel tempo gentilmente comunicatemi da distinta persona di Capodistria." Con questi dati un beli'umore ha messo assieme una stramba novella o macchietta, o bozzetto che dir si voglia, e che leggesi nel giornale P Istria N. 51 e 52 dell' anno scorso. P. T. JS__i_:_______'-il--—i PUBBLICAZIONI Dottor Domenico Lovisato. Appunti etnografici con accenni geologici sulla Terra del Fuoco. Torino, 1884, tip. dell' Istituto geografico Guido Cora. Bescnghi degli Ughi, poesie e prose pubblicate per cura di Oscarre de Hassek, Trieste, tip. G. Balestra, 1884. Vedi la bella recensione pubblicata nella Ki-vista critica della letteratura italiana diretta da T. Casini, S. Morpurgo, A. Zenatti. Koma - Firenze, an. 1, ott. 1884, — n. 4.___ Pietro Matfoiiizza — Anteo bravisi e