ANNO IT. Capodistria I Gennajo -18G8. N. 1, GIORNALE DEGLI INTERESSI CIVILI, ECONOMICI ED AMI INI S TRITIVI DELL'ISTRIA. Esce il 1 ed il 16 d' ogni mese. ASSOCIAZIONE per un anno f.ni 3. semestre e quadrimestre in proporzione. — Gli abbonamenti si ricevono presso la Redazione. tintamente; gli altri, e nell'ottava pagina soltanto, asoldi 5 per linea. — Lettere e denaro f,ranco alla Redazione. — Pagamenti anteeipati. scuole seram- A me pare ironia o celia che si parli qui e altrove noli' Istria di scuole serali, se esse non sono che una magra e miserabile ripetizione della scuola che s'usava fare ne" tempi addietro il giorno di domenica. Serali sono, è vero, ma solo per ciò che si fanno a notte e al chiarore del petrolio, e non già per i nobili intendimenti e gli utili scopi che si propongono. Appresso noi sono ammessi quelli che hanno o bene o male percorse le quattro classi elementari, e non hanno vocazione o modo per proseguire negli sludj. Sono tutti che o cominciano a sudare sulla gleba, o si dedicano a qualche mestiere, o si trascinano laceri pei trivii fra l'ozio e le scapestrerie. Sono però ragazzi fatti, e che dovremmo credere intinti di qualche istruzione, almeno si da saper leggere, scrivere il proprio nome, e un pò abbacare. Come che però di cotesto ne sappiano assai poco, pure non possiamo concedere che nelle scuole serali si debba tornar addietro e ti.» capo, in guisa da non muovere un passo più in là del fatto cammino. Conosco pur troppo che questa è una necessità, perchè la più parte di quelli che compiono, e spesso trionfalmente, il corso normale, sanno appena lo stampato, tenere la penna in mano pel suo verso, e ripetere macchinalmente qualche combinazione della tavola pitagorica; ma a questo deplorabile inconveniente potrebb'essere ovviato, se migliori fossero i metodi didattici, se non si rubasse una terza parte delle ore d'istruzione per cacciare a forza, e quasi per puntiglio, nelle menti de'fatichi]li qualche grama parola tedesca, ch'essi forse non ripeteranno mai nella lor vita. Questo furto di un tempo preziosissimo diventa, sotto un duplice aspetto, funesto, e perchè l'insegnamento della lingua nativa, che dovrebb'essere primo e sacro assunto delle scuole popolari, com ica sia limitato a scar- si rudimenti o volgari esercizi!, e a regole vaghe ed incomplete, e perchè l'intreccio di due lingue, tanto fra se dissimili, non serve che a creare il caos nelle giovani intelligenze. Convengo, che finché dura l'attuale sistema, di crii peraltro son contate le ore, non sarebbe il caso d^dare un atteggiamento alla scuola, quale le si conebbe, ma nullameno si potrebbe, volendo, render- dfidar vSreb m profittevole che non è. mio avviso dovrebbe accordarsene l'accesso non tanto a'giovanetti usciti dalle elementari, ma a chiunque fra popolani ed artigiani si mostrasse' desideroso d'istruirsi. Io vidi, non è molto, a Venezia calafatli e calzolari e legnajuoli tra i trentacinque e quarant'anni sedere in mezzo a ragazzi dai. dodici ai quattordici, ed addestrarsi allo scrivere ricopiando attentamente da begli esemplari o dal libro di lettura, e in medo che non si poteva meglio, Son certo che molti del nostro popolo, se anco stanchi dal lavoro della giornata, accorrerebbero lieti alla scuola, ove sapessero di non annojarsi con aride e stanchevoli ripetizioni, ma sibbene di essere accolti con benevolenza e con sorriso cortese, e di dilettarsi in cose nuove e proficue. Grande invito alla frequentazione io reputo l'amorevolezza de'niaestri, e quel certo buon garbo ne' modi, che è forse il mezzo più efficace a moderare le intemperanze de'giovanetti, a renderli tranquilli ed attenti, e ad assuefarli a qualche pulitezza e amabilità, che forse non hanno sortito da natura. Ma, pur troppo, parlando in generale, si preferisce il sussiego, la rigidezza e quel fare imperioso che non serve ad altro che ad intirizzire gli animi, e a disamorarli del bene. Detto ciò, e poiché non c'è miglior rimedio, sarebbe duopo accettare la divisione della scuola in due distinte sezioni, nell'una delle quali si avesse a ritornare sul leggere, sullo scrivere e sul conteggiare, rneà- tre nell'altra si dovrebbe passare ad un'istruzione più seria, più succosa, più larga. È certo però che le ore son brevi, e che occorre siano saggiamente distribuite e operosamente impiegate, a non isciuparne il più piccolo ritaglio. 11 tempo è il più ricco capitale che sia a disposizione dell'uomo per arricchire l'ingegno, e per procurarsi ogni dolcezza della vita. Mi piacerebbe quindi che si ponesse a parte l'istruzione religiosa, riservandola alla chiesa nei dì festivi, perchè già com' è aridamente catechistica, poco può profittare alla pietà e moralità degli alunni. All' incontro vedrei volentieri che se ne occupasse, come dissi, la chiesa, e che qualche buon e bravo sacerdote sedesse nelle domeniche e nelle altre feste in mezzo a' nostri giovanetti, ed esponesse loro le verità religiose, facendone sentire ogni volta la bellezza e la soavità, insegnasse le orazioni cristiane anche in volgare, e non sempre e poi sempre in quel latino che per essi è come l'arabo, spiegasse i doveri che tutti abbiamo l'uno verso l'altro, e ciascuno ha nel proprio stato, e mostrasse d' ogni precetto la vera utilità, e tutti avvalorasse colle promesse e colle minacce della religione|.Io sono intimamente persuaso, che con questo ntfbvo mezzo si vivificherebbe lo spirito del nostro popolo, pasciuto invece di grette leggende e di tradizionali pregiudizi!, mentre per un altro lato si guadagnerebbe nella serale istruzione, che potrebb' essere più abbondante e benefica. Nella seconda sezione pertanto vorrei si facesse lettura di buoni libri, con applicazione allo studio della lingua italiana mediante esercizii stilistici a voce e in iscritto, onde abituare gli scolari alla logica e-sposizione de' pensieri, e a una certa franchezza per tradurli in iscritto, e con ulteriore applicazione alla vita morale e sociale, porgendo le più importanti nozioni dello scibile elementare. Materie d'insegnamento avrebbero pur ad essere le idee fondamentali di agronomia e tecnologia, svolte, senza pregiudicare all'esattezza, con facile frase, e con allettevole disinvoltura, affinchè si stampino ratte nella mente degli alunni, e ci rimangano tenaci. Alcuni cenni sulla patria storia, e sui nostri grandi che la illustrarono, nonché sulle principali leggi che ci governano, completerebbero quella coltura, senza cui non è sperabile la rigenerazione delle plebi. A qualcuno potrà forse sembrare d'impossibile attuazione quanto venni esternando; ma io nulla dissi del mio, nè feci altro che ricopiare ciò che si fa ne'paesi più civili, e dove ferve più operoso l'amore alle belle istituzioni; ciò che vidi io stesso, già parecchi anni addietro, in Roma, quando un breve momento palpitò il suo cuore di liberi e nobili affetti, e non ha guari in altre città d'Italia. Certo clic se l'istruzione delle scuole continuerà ad essere monopolizzata dalle burocrazie scolastiche, e se non si darà il bando alla gelida pedanteria e ai muffiti sistemi, e se non si arderanno i non pochi libri imbecilli che corrono per le mani della gioventù, allora è bene non si parli di scuole serali. Ma se invece si lascierà ad altri la cura di provvedere alle dette scuole, son certo che vi avrà fra noi uomini di cuore e d'ingegno, che si stimeranno avventurati di assidersi in mezzo a' figli del popolo per crescerli al sapere e alla virtù. Ad agevolare il gravissimo loro compito concorreranno senza dubbio giovani cortesi e studiosi, come avviene in Venezia, dove quelli delle scuole reali superiori, rinunciando a divagamenti e a fole, ajutano della loro assistenza generosa e paziente gì' istitutori, con cui poi dividono le ineffabili gioje di un'opera buona. Con sì nobile gara pertanto, col metodo mutuo, che è il più possente a diffondere i lumi, e con la scelta di ottimi libri, onde non v'ha penuria, potremo dire di avere veramente scuole serali, e potremo rallegrarci de' loro mirabili risultameli. (m.) il sale istriano e le provincie venete. Quanti conoscono l'importanza dell'industria del sale istriano volgono certo la loro attenzione alle vicende commerciali di questo prodotto nell'interno dello Stato e fuori, e alle disposizioni che intorno ad esso prendono k varie amministrazioni erariali, a cui ne spelti il monopolio. Per noi ha valore specialissimo quello che avviene riguardo a tale oggetto nel Regno d'Italia, dove il nostro sale ebbe già per secoli il favore delle industri popolazioni del Veneto e della Lombardia. Niuno infatti ignora, come quesle abbiano sempre considerato e considerino tuttora, particolarmente nella Venezia, il sale istriano pel più adatto d'ogni altro agli usi agrarii, alla salagione del pesce, alla confezione dei formaggi e ad altre industrie che là si coltivano. Ed è pur noto a tutti, che nei paesi stessi fu generale il lamento contro la esclusione, che poi seguiva, prima nella Lombardia e più tardi nel Veneto, del nostro sale da quei ricchi mercati. Non è qui il luogo di ragionare i motivi, non belli, che condussero a tanta ingiustizia, resa non meno all'Istria, la quale avrebbe meritato, nella sua povertà, ben altre menti ed altre coscienze in chi reggeva la cosa pubblica, ma a quelle provincie ancora, nelle quali principalmente suppliva la nostra merce ai bisogni del consumo e della industria. Bensì dobbiamo dire, che il contratto per la salina di Tre- porti o di s. Felice presso Burano nella laguna di Venezia, fu sotto tutti i rispetti rovinoso, sia perchè fu recato così il maggior danno all' industria istriana e veneta, sia perchè all'erario ne venne l'obbligo di comperare a carissimo prezzo (lire 2: 15 il quintale) un prodotto senza confronto inferiore non solo al nostro, ma a quanti altri ne contano i litorali del Mediterraneo. Miste quelle acque lagunari a molta acqua dolce, su fondi non sodi nè bene assodabili, e assai poco giovate da quegli agenti della evaporazione, di che sono largamente favorite le tavole salanti della costa istriana, esse producono un sale deliquescente e sporco, che male si presta agli usi per cui dovrebbe servire, e che inoltre non si potè mai conseguire nella quantità convenuta. Riconquistare pertanto al sale dell' Istria i traffici per lo meno della Venezia dev'essere lo scopo di assidui adopramenti da parte nostra, giacché il diritto di esitare all'estero il nostro sale, eccedente le limitazionici fu riconfermato, e la vicinanza di quella contrada e la via marittima che ci mette in comunicazione con essa ci permetterebbero di usarlo eoa molta facilità e piccolo dispendio. La difficoltà da superare sta ne 11' interesse che ha l'erario italiano di vendere il sale veneto, impostogli da un contratto eh' esso non fece, ma che deve rispettare per molti anni ancora, e precisamente a. tutto il 4908. Contro siffatto interesse peraltro lottano interessi ben maggiori, per là tristissima qualità appunto del detto sale di s. Felice, e per essere quindi la nostra causa comune a quella delle popolazioni del Veneto. Devesi dunque por mente innanzi tutto a provocare l'espressione del loro voto in questo argomento, trattandolo noi ne' loro giornali e dinanzi alle loro camere di commercio, che ci consta non mancherebbero di propugnare con molto impegno un vantaggio tutt' altro che tenue delle rispettive loro Provincie. A tal fine stimeremmo molto opportuna una memoria a stampa, la quale svolgesse la questione sotto tutti i suoi aspetti, e fosse poi diffusa fra le molte rappresentanze comunali: ed economiche della Venezia. Di tal guisa sarebbe, senza dubbio, dato colà nuovo impulso alle manifestazioni della pubblica opinione, e questa non tarderebbe a far prevalere le legittime esigenze di una parte tanto eletta dello Stato su calcoli erariali, che al confronto sono, per fermo, di una importanza affatto secondaria, e che, d'altra parte, sono già distrutti dal contrabbando,, reso necessario dal bisogno non soddisfatto. V'è poi questo ancora da considerare, che, sviluppandosi sempre più le industrie, a cui accennammo qui sopra, il sale dello stabilimento di S. Felice 1 sarebbe insufficente all'uopo anche per ragione di quantità. Esso non ne fornì in media che annui -100 mila quintali, e arrivasse pure ai 155 mila, prescritti dal contratto, le accresciute richieste non ne rimarrebbero coperte. Per noi, in ogni modo, stanno due fatti positivi già avvenuti, e questi sono 1. che il governo austriaco' doveva d" anno in anno aggiungere al sale veneto dai 50 ai 60 mila quintali di sale istriano, e 2. che il governo italiano trovò nei magazzini di Venezia pressoché 250 mila quintali dello stesso sale di S. Felice: il che è prova manifesta, che a non avversare troppo generalmente le necessità della popolazione, gli convenne tenersene una grossa partita invenduta nei depositi. E a che inoltre l'amministrazione del Regno d'Italia sarebbesi proposta, di smerciare nel Veneto il sale di Barletta, pur avendo la grossa rimanenza, ora menzionata, del sale de la laguna, se a lei pure non (osse tosto apparsa la impossibilità di sopperire con questo alle domande della industria di quegli abitanti?. Il quesito comincia così a risolversi da se, e perciò non è punto utopia lo sperare, che quanto prima il governo italiano, cedendo alle istanze delle popolazioni venete, tenga un' asta in Venezia, per acquistare dall'estero quel sale che lo stabilimento di S. Felice non può fornire nè in qualità nè in. quantità rispondenti all'occorrenza- Vinto il provvedimento dell'asta nella città di. Venezia, è nostro avviso, che nessuno potrà offrire al governo italiano patti migliori dei nostri. La saline d'Italia sono quasi tutte erariali, e bastano appena alle vendite finora praticate, com' è chiaro dagli esperimenti d' asta che quel governo fa di tratto in tratto e che non farebbe certo, ove avesse del proprio sale che gli avanzasse. E la privata salina di Trapani dà poco più dei 300 mila quintali che vende all'erario, e quella di S. Pietro di Cagliari non trova certo il suo conto di competere con noi nell' Adriatico, dove così non rimangono all'Italia che le saline di S. Felice, di Comacchio, di Cervia e di Barletta, ossia in tutto una produzione di circa 500 mila quintali. Nè va dimenticato che il sale di Barletta, molto grosso e eh' esige un processo di triturazione, costa sul luogo 80 cent, il quintale e a Venezia costerebbe già 1. i : 10. Quello di Comacchio importa la spesa di 1. 1: 6 sul luogo; quello di Trapani 1. 1: 99; quello di Cagliari 1. 1 : 80, e gli altri le 2, le 3 e perfino le 5 lire il quintale. Confidiamo che i Consorzii di Pirano e di Capo-distria comprendano tutto il prezzo della operosità e della vigilanza in argomento economico di tanto rilievo pel nostro paese. av G8 s e rico i. t u ii a. (Estratto dai ]n-ooessi verbali delle Conferenze tenutesi a Vienna li 15, 16, 17 ottobre 1867.) Quesito. Che può farsi per promuovere la coltivazione del" gelso, e specialmente per accrescere il numero delle relative scuole? Soluzione. Dove di scuole si manifesti il bisogno, procaccerà il governo, mediante i suoi organi, le rappreseti inze provinciali e comunali, eie società, onde se ne aumenti il numero, particolarmente di sociali e comunali. Converrà che gli arboscelli da trasporre o i piantoni si vendano al più basso prezzo possibile. Incoi-,"ggierà il go erno i grandi possidenti, le amministrazioni delle ferrovie e di altre strade a raffittire le piantagioni del gelso, e a studiosamente curarle, li' istruzione circa alla sua cultura, da impartirsi nella scuola^ dee basarsi sulla pratica. Stimoli a promuoverla, i premj generosi e le sovvenzioni. 2. Quesito. Quali scopi devono proporsi gli stabilimenti sperimentali per la produzione della seta, e dove hanno questi ad essere situati? iSoluzione. Per tutto lo Stato basta uno stabilimento sperimentale, sostenuto e sovvenuto dal publi-co erario. Dev' esso indagare le condizioni in generale più atte a favorire lo sviluppo della bachicoltura; tentare l'acclimatazione di razze straniere, rilevandone le differenze; studiare le cause delle loro malattie; render conto degli sperimenti fatti da sé, o dietro suo impulso da altri, mediante un giornale; esaminare la bontà del seme, comecché di ciò abbiano più particolarmante ad occuparsi gli speciali stabilimenti sparsi per la monarchia. 5. Quesito. La semente originale del Giappone è pur sempre meritevole del maggiore riguardo? In questo caso, quali sono le garanzie per averla genuina? Che sorta di prove si sono fatte in Austria coi molti nuovi bachi, e particolarmente col liomhijx J amo-mai'? Soluzione. Tra mezzo a molti sperimenti di vario seme, è duopo accordare la preferenza al giapponese. Perchè si consegua genuino, avrebbonsi ad instituire pri/ate società coll'appoggio del governo. JNon essere fin qui bastate le prove istituite sulle diverse razze di bachi per dare un giudizio definitivo. 4. Quesito. Quali mezzi vennero finora impiegati ton esito felice contro l'atrofia? Sarebb'egli realizzabile il sistema, raccomandato in Francia, dell'allevamento in minori proporzioni? Soluzione. Nessun mezzo sicuro fu finora trovato n debellare il male. E per questo avrebbe il governo a richiedere le società di sericoltura, in quelle parti che sono immuni dalla pebrina, ad instituire speciali stabilimenti per la confezione del seme, badando però che si faccia in brevi proporzioni. y Quesito. A promuovere l'insegnamento serico nelle scuole popolari, si raccomanda egli 1" istituzione di maestri girovaghi per la coltum de' gelsi e l'allevamento de' bachi? Soluzione. È manifesta la necessità d'introdurre nelle scuole popolari l'istruzione serica; ma in luogo di maestri girovaghi par meglio vi abbiano appositi ispettori, forniti di opportune cognizioni. (i. Quesito. Quali scritti o trattati intorno alla serico! tura meriterebbero di essere diffusi? Soluzione. Libera la scelta alle società seriche. 7. Quesito. Sotto quali condizioni avrebbero a stabilirsi de' premi da parte dello stato per la produzione della seta? Soluzione. iN'on possono stabilirsi in argomento prineipj generali; ma convien decidere di caso in caso con riguardo alle diverse condizioni locali e dietro proposta delle società seriche. Si assicurerà la somma di fiorini cinquemila a chi, entro a due anni, sarà per proporre un rimedio che sia riconosciuto idoneo olia rigenerazione de' bachi. Se ciò non avverrà nel detto termine, si rinnoverà il concorso. 8. Quesito. Quali disposizioni si raccomandano maggiormente a rendere efficace l'influenza delle società seriche? Quali condizioni dovrebbero regolare le sovvenzioni del tesoro dello stato? Soluzione. Le società dovrebbero in certo modo utilizzarsi quali sussidiarie del governo, e dovrebbero consultarsi sulle disposizioni da prendere. Singoli membri delle stesse dovrebbero assistere il governo nelle sue cure. In particolare converrebbe si sovvenissero le società di mezzi opportuni pe' premi, che sarebbero impartiti a nome del governo. Essere fiorini venticinquemila la minor somma che potrebbe il governo dedicare a premj e sovvenzioni, da distribuirsi però a seconda delle circostanze, e dietro avviso delle società. Queste dovrebbero attuarsi dove più ferve l'industria serica, e dove è a sperare che lo spirito delle popolazioni più la favorisca. 9. Quesito. Per quai modi potrebbero le serietà favorire la maggior vendita de' bozzoli, e che cosa rimarrebbe a fare per moltiplicare le filande? In quai luoghi sarebbero a stabilirsi mercati di bozzoli? Soluzione. Il ritiro di bozzoli è da effettuarsi dalle società, a classi e a misura, non mai a peso. Nessuna norma riguardo ai mercati, che là si aprono dove più frequente è l'accorrere de' venditori del genere. Si propone infine : 1. Che venga publicata, dove non fu, l'ordinanza 21 decembre 1802. secondo cui i candidati maestri devono essere istruiti nell'agricoltura in genere, e specialmente nella pomologia, nell'agricoltura, e bachicoltura : 2. Siano interessati gli Ordinariati, affinchè s'impartisca a'sacerdoti l'insegnamento teorico e pratico in agricoltura; 5. Da parte del ministero del commercio e della publica istruzione s'interessino le Direzioni delle ferrovie a mantenere le piantagioni de'gelsi dove esistono, e a possibilmente effettuarle dove mancano, concedendo a' guardiani delle linee di esercitare l'industria serica. ^CANTIERE DI SAN ROCCO PRESSO MI GG1A Il Cantiere di S. Rocco, che dista un quarto di miglio circa da Muggia. è di proprietà dello Stabilimento tecnico triestino, il quale lo istituì sul principio del 1858. Al suo nascere, esso occupava un' area non molto estesa : ma per l'affluenza di molti ed importanti lavori, lo Stabilimento lo ingrandì di tantoché già nel 1863 era divenuto un cantiere dei più vasti ed importanti. Ed infatti tal è, avvegnaché esso misuri in lunghezza kl; fter 490, ed in 1.1-ghozza klaftef 103. I «noi scali sono ti.iterali e quali ìion si potrebbero desiderare migliori. Havvi un edificio amplissimo, con locale pel disegno, ed una spaziosa sala pel tracciamento dei navigli in grandezza naturale, ed inoltre tre officine, di cui una pei fabbri ferrai, con un maglio a vapore, un'altra pei falegnami da sottile, con due seghe, pure a vapore, eia terza pei vari meccanismi, nella quale una macchina, della forza di 16 cavalli, mette in movimento meglio di 16 apparali, con seghe circolari, pialle a coltello ed a cilindro, trapaoi, torni, maschioviti, forbici, ecc. ecc. Oltre di ciò possiede due molinelli locomobili a vapore, due seghe anch' esse a vapore, una locomobile e l'altra stabile, un tubo grande con caldaja per mettervi alla pressione del vapore il legname e renderlo duttile, nonché diversi altri meccanismi amano. La sua superficie è tutta intersecata di strade ferrate, pel facile e sollecito trasporto, da un punto all'altro del cantiere, di legnami, materiali ed attrezzi, occorrenti alle varie operazioni. Al presente trovasi in costruzione un vasto Dock in pietra, nel quale lavorano più di 400 operaj, e vengeuo impiegate due pompe idrauliche e due grandi gru locomobili, sopra ognuna delle quali a-giscono due molinelli a vapore. Si erige ancora un' altra officina pei meccanismi che rendonsi necessari alla costruzione di navigli in ferro. Anzi uno di questi se ne sta ora costruendo, eh'è una corvetta da guerra pel Governo egiziano. Nel cantiere si costruiscono e si raddobbano navigli di ogni specie e di qualunque dimensione e portata, sì mercantili che di guerra, e vengono intrapresi pure altri lavori in legno di qualsiasi specie. Il numero degli operaj, che in medio vengono giornalmente occupati, è di 600 circa, i quali formano un corpo a sè. Di questi la maggior parte appartengono al comune di Muggia e ad altre città della provincia. E qui giova osservare che la Direzione del eantiere si 4iede sempre la cura di allevare nelle diverse arti, che vi si esercitano, molti giovani di Muggia, in maniera che non pochi di essi sono già divenuti artieri valenti,-e molti altri lo diverranno. Anche al presente si trovano a questo scopo occupati più di cento ragazzi ; e così mentre la Direzione si va assicurando un numero determinalo 4i artieri, porge a molti e molti i mezzi d'ignorata sussistenza. La Direzione è sostenuta dal Signor Edoardo Strudthoff, uno dei proprietari dello Stabilimento, e uno dei più abili ed esperti ingegneri navali del giorno. E che ciò sia vero, i navigli che eseono da questo cantiere ne danno la prova la più luminosa. Anzi a tutta ragione può dirsi, ch'ei fu quegli che riformò la costruzione dei navigli in generale, facendo che alla solidità si accoppiasse l' eleganza •delle forme. N. Montana, decembre. (m. p.) Gli articoli utili e buoni si avvicendane sul nostro giornaletto la Provincia, e sia che trattino di agricoltura o commercio, di edilizia, educazione od altro che alla nostra bella penisola si riferisca, piacciono tutti, perchè scritti con quella patriottica carità clic è dote dei nostri comprovinciali, i quali sanno portar sempre alta la fronte e serbare sereno V animo, anche di mezzo alle contrarietà, che loro piovono incessantemente addosso. Ma la mente de'«ostri scrittori non è rivolta tanto a dilettare quanto ad ammaestrare e correggere, e a promuovere, per quanto si può, tutte quelle migliorie, le quali, nel campo morale ed economico, rendonsi necessarie per risollevare lo spirito naturalmente svegliato del nostro popolo, ingentilirne l'animo, e renderlo degno d»i destini che gli prepara la Provvidenza. cé Tutto questo sta bone ; e continuando, è cerio che la buona se-menle non andrà perduta. Osservo però che in ogni luogo si da dentro in uno scoglio, quasi insormontabile, vale a dire nella mancanza di mezzi. Ne conseguita che molte cose veramente utili rimangano sempre un desiderio, e molti ingegni restino inerti nella loro naturale rozzezza, o corrano sbrigliati per incompleta e bastarda educazione. Quindi la pratica che non può susseguire alla teoria, sebbene sviluppata con le migliori intenzioni. Tanto più gratitudine adunque devesi tributare a coloro che in qualsiasi guisa si adoperano a porle inconveniente armonia. Fra questi uomini crediamo meritino speciale onore que'generosi, i quali, nel sentimento squisito del nobile loro animo, deliberarono di legare il proprio censo al povero. Yoi avete il vostro Grisoni, altri paesi rammentano con riconoscenza il proprio benefattore, e qui pure si ricorda con affetto Giovanni Marino P.iuletich. Non so se di questo collo istriano, come si doveva, sia stala fatta mai parola in pubblico, ,ln,eno all'epoca della morte, quando le lodi, a dritto o a rovescio, meritate o no, piovono facili su tulli ; nè so se una croce sorga sulla fossa dove riposano le sue ceneri; ma parmi atto doveroso di riohiarire il nome carissimo, particolarmente adesso che si sta qui dagli interessati mercanteggiando i suoi immobili, in seguito ad autorizzazione della Giunta Provinciale. Il valore di questi ed altri capitali attivi insieme investiti a mutuo, in fondi pubblici e privati, ascende a circa fui. 215000, ebe egli lasciava a poveri studenti montonesi, o caso non ve ne avessero, ad altri appartenenti al nostro Distretto politico, o all'Istria tutta, a qualunque ramo delle scienze o delle arti belle amassero dedicarsi. Voi comprendete quanto in un piccolo paese, come il nostro, ben diretta la cosa possa fruttare del bene. Io spero che la vendita darà di bei risultati, dappoiché qui vendonsi i fondi a prezzi alti, e dappoiché s" ha interesse nel generale che il capitale ingrossi per cavarne più lauti vantaggi. Provai so nimo conforto nell' udire come il nostro Municipio, per disposizione del testatore nominato in amministratore di quella sostanza, sotto il sindacalo dell'autorità provinciale, abbia intenzione idi investire presso i più riputati fondi pubblici il da rum» che verrà introitato; e ciò se da un lato può dolere a'piccoli possidenti, che forse speravano di essere sovvenuti per migliorai o la propria fortuna, sarà apprezzalo dai più -come saggia e prudente deliberazione, perchè quel danaro, dovendo servire ai bisogni della gioventù studiosa, va bene che non manchi a'tempi stabiliti, e non s' abbia invece per realizzarlo ad aspettare il raccolto dei grani, o la maturanza dell'uva, o la spremitura delle u-live od altro, quand'anche la siccità, l'atrofia e la crittogama ci volessero un poco lasciare in pace. Senonchè il ricavato di questa bella sostanza non può pel momento essere impiegato allo scopo santo, disposto dal Paule-lieh, perchè, come usufrutluarj della sostanza medesima, vivono an cora due buone ed oneste persone, una delle quali è anzi onorevole sostegno del nostro Municipio. Passando ad altro, più volte m'accadde di udire in parecchio citta istriane i concerti di bande cittadine, le quali dappertutto sono regolate con proprie leggio soccorse da fondi comunali e privati, e me ne compiacqui, sapendo quale benefica influenza derivi agli animi da quelle esercitazioni; ma nello stesso tempo provai in me un senso quasi di dolore, pensando come qui non abbia mai potuto attecchire una simile instituzione, e non per altro che per povertà assoluta di mezzi. Ma, vedete, questo ostacolo venne superato inaspettatamente mercè la buona volontà di un nostro comprovinciale, offertosi gii- tuitameute a maestro di un'eletta schiera di giovani, i quali, assistiti amorevolmente da tutta la colta popolazione, poterono ili breve costituirsi in società, comperare istrumenti, mettersi alilo studio, at-talchè ora, a detta degli intelligenti, suonano già per benino, ed impiegano intorno ad arte sì gentile quel tempo, che altrimenti avrebbero sciupato in men nobili occupazioni. Ciò, io lo so, è poca, cosa, col progresso che dappertutto a-vanza ed incalza: ma credo necessario il farne menzione onorevole, se non foss'altro per aggiungere lena a quei giovani volonterosi. Faccio voti che in ogni luogo dell'Istria si accenda l'amore per !e cose buone, e che le intenzioni degli scrittori della Provincia siano coronate da effetti pratici, collocandoci nel posto che ci è dovuto per la passata e presente civiltà nostra. Rovignonovembre.. (c. c. i.) Interessantissimo è l'articolo sulla linea della strada provinciale postale nell'Istria, inserito nel n. 2 della Provincia. Credo peraltro che non s'apponga al vero il corrispondente di Pisino del numero stesso. È impossibile infatti che la Direzione delle poste abbia preso un granchio di quel calibro; e poi anche l'occhio vuole la sua parte. Che la nuova linea sia l'ipotenusa d'un triangolo non piccolo^ di cui forma Pisino il vertice, parmi cosa di fatto. Ma, ammesso pure che la differenza di lunghezza sia l'asserita, cioè di % di lega, dove pone egli le differenze di pendenza, dove la discesa a Pisino, la relativa fermata e quindi la r'iascesa? Nè basta, chè la nuova strada avvicina Parenzo a Rovigno e Pola per modo da ridurne alla metà le attuali distanze. Senonchè tale vantaggio sarebbe, per fermo, di gran lunga maggiore se la nuova strada Visinada-Pola avesse seguito la linea già designata per Sossicb e Valle. Ed è invero a deplorarsi che anche in questa s'abbiano a vedere ripetuti gli errori medesimi, già tanto censurati in altre strado della provincia. Si tratta di costruire una nuova strada, che abbrevi!, le comunicazioni, ed invece di seguire la linea più corta, si sceglie la via media, non sapendo forse «he quel di più di spesa, che quella avrebbe richiesto, sarebbesi poi guadagnato ad usur,a nel risparmio per. la sua conservazione ! La strada Visinada-Canfanaro, in lutti i modi, è un miglioramento nelle comunicazioni, e come tale è accettabile Nè ciò esclude punto, che la via che si tragitta per Pisino rimanga una delle più importanti e più d i prediligere in provincia. Ne viene pur detto, che in seguito si farebbe un ramo di strada diretto da Gimino a Gallignana. E nel mentre facciamo voti pel sollecito compimento della strada Pisino-Cernical, biforcantesi per Divaza e Noghera, crediamo che, a completare i vantaggi della strada Visinada-Canfanaro, dovrebbesi pur sollecitare la costruzione, assai poco costosa, d'una strada fra Sanvincenti e Barbana, ove s'unirebbe con quella già in costruzione per l'Arsa. lettere milanesi. Due corrispondenze,, che leggo nei due ullimi numeri della Provincia a proposito di un argomento, sul quale voleva io pure intrattenervi,. mi persuadono a entrare terzo anch'io in cotesta discussione e recarvi qualche fatto, che forse non sarà inutile aver presente. Intendo parlare della istruzione elementare,, di cui si occuparono testé due vostri collaboratori, il primo dal Monte Maggiore, il secondo da Portole, venendo, parmi, a conclusioni identiche, quantunque partissero-da differenti principj. Il primo anzi, toccando un campo, di cui io credeva avere la privativa,. accennò a una istituzione vigente qui presso nella provincia di Como per diffondere la istruzione nelle campagne. Io noii gliene vo' male perciò, e anzi gli son grato di avermi pòrto occasione di completare L cenni sommarj, che egli diede già su quella istituzione, la quale, benché non la sola nel Regno, è però certo una delle meglio ordinate, e che meglio risposero alli intendimenti dei fondatori. Voi capirete perchè, parlando di istruzione popolare, io esca dalla città di Milano e preferisca divagare per le- campagne- Prima di tutto nè intesi limitare le mie lettere alla cinta daziaria dell a capitale lombarda, nè voi voleste precludermi di spaziare, quando occorresse, anche fuori della mia abituale residenza. E poi la materia, che discorriamo, è di tale natura, che più facilmente troveremo un termine di confronto nelle campagne, che non nelle città. Voi lo sapete: quoti licet Jovi ìiott licei bovi, suona un vecchio proverbio, clic il mio maestro di grammatica mi ripeteva sovente a'bei tempi, in cui ero ancora scolaretto; e certi lussi e certe grandezze, che in uua ricca e vasta città si possono imaginare e desiderare, nelle campagne non sono possibili. Ed è delle campagne che noi vogliamo appunto occuparci, perchè in Italia l'istruzione dei volghi campagnuoli fu nelli scorsi anni miseramente negletta. La colpa a chi va; noi constatiamo il fatto e riconosciamo che al di quà, come al di là delti attuali confini del regno, molto, moltissimo resta ancora da fare, e tutto il buon volere di tutti li onesti non sarà di troppo a riempiere la lacuna, che noi ereditammo da un' epoca dolorosa. Vero è che in questi primi anni della nostra rigenerazione si attese gagliardamente a riguadagnare il tempo perduto; ma se ciò potè farci progredire di qualche passo in confronto a voialtri, non bastò tuttavia a metterci a livello colle nazioni estere. Ed è ciò appunto che noi vogliamo conseguire. Premetto una osservazione. Noi del regno possediamo una legge sulla istruzione publica, che dal nome del ministro, che la firmò, nel 4859, l'attuale presidente del Senato, si dice legge Casati, e che in un celebre rapporto presentato due anni fa a Napoleone III dal ministro dell' istruzione pubblica Duruy sullo stato comparativo dell' istruzióne elementare nelle vari& nazioni d'Europa,, fji riconosciuta per questa parte come una delle migliori. Per essa F istruzione elementare è dichiarata obligatoria,. ogni commune deve stipendiare mi maestro, il maestro non può avere uno stipendio minore di 300 lire. Ma voi sapete come la va colle leggi; si fanno, e poi di rado ci si pon mano. Per questo lato tutto il mondo è paese, e se io voles- •si farvi un'elenco dei maestri, che hanno meno ili 500 lire di stipendio, un' altro dei communi, che non hanno maestro, e un terzo dei fanciulli, che non f'requen-tano la scuola, malgrado le tre esplicite disposizioni di legge da me citate, potrei farvi una interminabile litania. Per questo motivo adunque, e perche da noi si comincia un pò alla volta a capire che non bisogna aspettarsi tutto dal Governo, e che ottimo dei Governi è quello, che meno governa, si vennero quà e là formando delle associazioni intese ad appoggiare e slimolare l'azione governativa nella diffusione della pubblica istruzione. A ciò contribuirono non poco i risultati del censimento operato il 51 Dicembre 1861 e pubblicati nel 4864, da cui risultò che nel regno, il quale allora contava 22 milioni scarsi d'abitanti, no-veravansi 47 milioni d' analfabeti. Nuovo esempio cotesto della utilità e moralità delle statistiche. Per venire dunque a noi, il Comitato Provinciale di Como, di cui parlò il vostro corrispondente dal Monte Maggiore, non è che una diramazione o figliale dell' Associazione Nazionale per V istruzione popolare in Italia, uscita nel 4864 dal seno del terzo Congresso Pedagogico Italiano, il cui scopo venne chiaramente delimitato nel brevissimo Statuto votato nelle sedute del 23 e 24 Marzo di quell' anno. « L'Associazione « frazionale, vi è detto all' art. 4°, ha per iscopo di « promuovere l'istruzione nella campagna coli' elargi-« re sussidj alli asili infantili, col fornire alle scuole « primarie le suppellettili scolastiche necessarie ed al-« li alunni i libri occorrenti, col diffondere buoni libri « elementari da distribuirsi gratuitamente o al min mo « prezzo, e coli' incoraggiare mediante premj e sov-« volizioni i maestri più diligenti ed idonei. » E all'art. 5° era stabilito che 1' associazione sarebbe rappresentala da tanti Comitati autonomi, quante sono le provincie italiane. Il Comitato provinciale di Como è appunto una di coleste diramazioni dell' Associazione Nazionale, e poiché di esso fece cenno il vostro corrispondente, e in fatto esso è uno di quelli, che diedero migliori risultameli, permettete che vi discorra specialmente di lui. Suppergiù v'avrò in tal modo dato uno specimen anche dei rimanenti Comitati, che sorsero sulle medesime basi. Il Comitato si costituì un'anno dopo l'Associazione, e volò il suo Statuto, che è alquanto più preciso e più largo di quello della Nazionale, quantunque raccolto in 52 brevi articolelli. Noto ciò, perchè in cotc-ste istituzioni, che hanno uno scopo pratico e immediato, la precisione e concisione non è mai soverchia. Il Comitato adunque dichiara all'art. 4° del suo Statuto che estenderà il proprio operato ai Communi rurali della Provincia di Como allo scopo di promuove-r* e sussidiare la istituzione di scuole infantili gratui- te, di fornire alle scuole primarie, e specialmente a 1-le serali e festive, le suppellettili scolastiche necessarie e i libri occorrenti alli alunni, che non sono in grado di provederli, di diffondere buoni libri d'istruzione popolare da distribuirsi gratuitamente o al minimo prezzo, di incoraggiare mediante premj e sussidj i maestri dell' uno e dell' altro sesso più diligenti ed idonei. All' art. 4° è stabilito che il Comitato col mezzo della propria rappresentanza verifica i bisogni, che possono avere le scuole rurali, e all' uopo si tiene in corrispondenza coi Sindaci e coi delegali scolastici d' ogni Commune, colli Ispettori scolastici di Circondario e con quello della Provincia, colla rappresentanza dei promotori delli asili e delle scuole infantili e serali, in una parola con tutti quelli, ci,e possono sussidiarlo nell' ope-pera sua e trarne vantaggio. La rappresentanza del Comitato è poi dall' art. 5" autorizzala a delegare persone di propria fiducia per avere da queste informazioni od ajuto. L'art. 40° stabilisce che i fondi ne-cessarj per promuovere l'azione filantropica del Comitato sono messi insieme dal prodotto di azioni di una lira per ciascuna azione, e dalle oblazioni eventuali di danaro, libri, stampe e suppellettili scolastiche d'ogni genere. Li articoli successivi dispongono il mudo di formazione della Rappresentanza, la quale è elettiva, e non si scosta iu ciò dalle norme generalmente segufle. E un' ordinamento ben semplice, non è vero ? Ebbene, io posso confermare quanto narrò il vostro corrispondente e assicurarvi che i risultati dell'azione del Comitato furono sorprendenti. Non vi dirò delle lire due mila di sussidio accordategli dal Ministero, nè del concorso valido., che gli prestò la Deputazione provinciale, perchè ciò non tornerebbe al caso; ma vi dirò invece che esso raccolse circa tremila azioni, tulle nella Provincia di Como, che distribuì quindi moltissimi libri d'istruzione, carta da scrivere, peane, lapis etc. che trascelse alcuni tra i migliori maestri e li premiò pubicamente a Como in occasione della Festa Nazionale; per cui un fervore nuovo di insegnare e d'apprendere si diffuse ora in quella alpestre provincia, che nella scala delli analfabeti teneva uno dei posti più bassi. E se, come tutto fa sperare, 1' opera del Comitato continuerà alcuni anni ancora, esso potrà gloriarsi d'aver riconquistalo un volgo, che prima era preda della ignoranza, e, peggio ancora, della superstizione: perocché quando un' uomo sa leggere, esso è nostro, è un proselite alla religione del progresso. Dovrei ora parlarvi dell' associazione per la fondazione delli Asili rurali istituita a Firenze l'anno scorso ad opera del benemerito Ottavio Gigli; ma siccome so che egli è uno de' vostri collaboratori non vo' falciare nel suo campo, e lascierò che egli stesso ve ne parli assai più competentemente di me. Piuttosto vi e- sporrò quanto si foco per la istituzione delle Biblioteche Popolari, che sono il complemento naturale della istruzione elementare. Ma di queste permettetemi, che mi riservi a parlare nella prossima mia. E quando v'avrò riassunto, nel modo più chiaro che mi sarà possibile, anche l'ordinamento di quest'altra, istituzione, consentirete che io vi ripeta il celebre verso : «Messo t'ho innanzi: ormai per te li ciba,.» e che aggiunga del mio:, « a buon'inlendilor poche parole. » ------ 'Iwp ao-i •! cl tfibao iii> i BIBLIOGRAFIA. __ almanacchi. Teniamo la parolb data in allro vostro numero e annunciamo la publicazione testé avvenuta dell' Almanacco igienico del prof. Mantegazza. Anzi che trattare però soltanto dell'igiene dell! organi del respiro, come noi, sulla fede di un' avviso dell'editore Iìrigola, avevamo detto, il-prof. Mantegazza estese le sue dissertazioni anche alla circolazione del sangue, che colla respirazione ha tanta connessione, e intitolò il suo trattalello igiene ilei sangue. A chi ha conoscenza dei due precedenti volumetti", i quali discorrono dell'igiene della cucina e dell'igiene della casa, sarà inutile dire che anche in questo il Mantegazza adopera modi piani e famigliari non disgiunti da una spontanea vivezza di stile, per modo che la lettura di esso riesce facile e gradita insieme anche alle menti meno dimestiche collo studio e colla meditazione. Nè ci sembra necessario il dimostrare la utilità, che lutti possono cavare da cotesto libro. Purtroppo, anche in. fatto d'igiene corrono ancora fin tra le persone colte pregiudfzj moltissimi, i quali non solamente sono vergognosi in un tempo, in cui non è più lecito ignorare almeno i rudimenti di urni scienza, che, come la fisiologia, tanto ci interessa, ma sono altresì dannosi, prima che ad altri, a noi medesimi. 11 Mantegazza avverte opportunamente che non v'ha nazione. la quale possa diventar grande, se prima non sa essere sana, e collo tavole statistiche alla mano ci mostra come anche in ciò la nazione italiana sia di molto scaduta in confronto alle altre. Mente sana in corpo sano, secondo quell'antico savio, forma la principale felicità dell'uomo; ma come potremo noi badare ad erudire la monte, se il corpo è fiacco, il sangue corrotto, le forze tutte inadeguate? I precetti, che il Mantegazza suggerisce, sono pochi, chiari, facili; eppure, a seguirli esattamente, in pochi anni noi avremmo rigenerato noi stessi, e ci saremmo posti in grado di tendere a quel posto tra le nazioni, che ripetiamo sempre competerci per diritto, ma che in fatto non compete se non a chi sa meritarselo. Noi non insistiamo maggiormente: questo libricciuo, il cui prezzo è accessibile a ogni fortuna, può dilettare e istruire, e noi vorremmo vederlo, copiosamente diffuso tra i nostri concittadini. Non crediamo uscire dal campo, che ei siamo assegnali, richiamando l'attenzione dei nostri lettori sopra una edizione dell' Inferno dittante diesi sta facendo a Milano dall'editore Son-zoguo. Edizioni di Dante ve n' ha a milliaja, chi non lo sa? e non è eulta persona, la quale tra i suoi libri non assegni alla Comedia il posto d'onore. Ma appunto questa venerazione, ebe da ognuno si tributa al siimm» nostro poeta nazionale, ci assicura ohe questo cenno non sarà forse inutile. È noto che due o tre anni fa un' editore di Parigi die' fuori una splendida edizione dell' Inferno in-folio con illustrazioni composte da quell'imaginoso pittore, che è Gustavo Dorè, e accuratissimamente incise in legno. Il volume riccamente legato riuscì ima meraviglia d'arte; ma il prezzo naturalmente assai alto (cento franchi, se non erriamo) lo rendeva accessibile a pochissimi. Ora il Sonzogno acquistò L'i proprietà delle incisioni riprodotte colla galvanoplastica {clichès) e imprese la publicazione dell' Inferno nello stesso formato. La carta è assai bella e grande, i tipi nuovi e le riproduzioni delle incisioni riescono molto bene. Al testo sono unite delle brevi annotazioni compilate dal Camerini, dantofilo di grido. Quello però, che vuoisi specialmente notare-, si è la singolare mitezza del prezzo, per cui questa edizione dell' Inferno non viene a costare che 12 lire, o, per chi voglia prendere i logli via via, che escono, quindici centesimi al- foglio, e saranno in complesso 73 fogli. A questo modo anche coloro, i quali non possono o non vogliono spender molto, sono posti in grado di acquistare un libro, clic è insieme un'opera d'arte e un monumento di venerazione a Dante. Il Sonzogno promette poi di dar mano alla publicazione del Purgatorio e del Paradiso, a' cui disegni sta ora lavorando il Dorè, tosto che avrà finito l'Inferno, il quale è ora al Canto quinto. Noi raccomandiamo specialmente ai giovani quest'opera; essi, che probabilmente cominciano ora la lettura del divino poeka, gradiranno di possederne una elegante edizione e daranno «osi saggio di quell'affetto, che certamente nutrono per lui, il quale costituisce la più grande, la più pura, la più indiscussa gloria nazionale, a cui li stessi stranieri tributano omaggio di studj, e in cui veramente sentiamo tutti rivivere e invigorirsi il legame nazionale, che forma delle nostre varie provincie una sola famiglia. y- mimi BATTISTA PODESTÀ 0 PODESTÀ. Fu distinto Orientalista,, insliluito in Roma dal repulatissimo Mai-ani. Visse in Costantinopoli, poi in Vienna, segretario interprete di Imp. Leopoldo-I; nel 1G74,. creata cattedra di lingue orientali, ebbe la professura. Tradusse dal turco un Cronico di quelli imperatori in italiano, latino, tedesco,, una grammatica arabica, persica, turcica: cose tulle date alle stampe. Nella biblioteca imperiale in Vienna è custodita una sua opera manoscritta. Questo Orientalista sarebbe nato in Fasana di Pela, in. tempo ignoto, siccome ignoto è V anno di sua morie. Si desiderano indicazioni sulla persona e sulla famiglia da cui è uscito,, la quale non figura fra le esistenti di Fasana. e- dt Galesano. G. M.