ANNO X Capodistria, 16 Febbrajo 1876 N. 4 LA PROVINCIA DELL' ISTRIA M$f' Esce il 1° ed il 16 d'ogni mese. ASSOCIAZIONE per un anno fior. 3; semestre e quadrimestre in proporzione. — Gli abbonamenti si ricevono presso la Redazione. NOTIZIE E DOCUMENTI per la conoscenza delle cose istriane Dei Podestà veneti dell'Istria e di Giammatteo Bembo Podestà e Capitanio di Capodistria negli anni 1541-42. (Cont. V. pag. 1783) Ora ecco gli estratti delle lettere del Cardinale Pietro Bembo a suo nipote Giammatteo. Dopo quanto ho riportato più sopra credo di potermi dispensare da ogni ulteriore commento su quelle che riguarda il detto Giammatteo, Marcella di lui moglie, e i figli loro Pietro, Bastiano, Lorenzo, Luigi. Ma chi ha mano negli Archivii pubblici e privati di cotesta città, potrà, penso, eruire notizie più particolareggiate intorno ai fatti ed alle persone di Capodistria delle quali e dei quali si fa in esse parola. Ed io quindi anche in questa occasione fo appello ai diligenti ricercatori di cose patrie, gli egregi signori Anteo Gravisi, R. Don Angelo Marsich e Gedeone Pusterla perchè scavino qualche notizia intorno a quel M. Hie-ronimo Vergerio per la causa del quale, (pendente come si capisce in Venezia presso la Quarautia,) il Cardinale Bembo tanto s'interessava, (lettera 26 Gennaio 1525.) — nonché circa il fatto di sangue al quale alludono le lettere 21 e 22 Agosto, 24 Settembre, e 3 Novembre 1541. Contemporaneamente prego il lettore di rettificare un errore di data scappato a pag. 1784, 1. 27 : — invece di 1552, legga 1522. Nuove Lettere famigliari di M. Pietro Bembo a M. Gio. Mattheo Bembo suo nipote, hora Senatore prestantissimo nella Bep. Venetiana- Nelle quali si comprende particolarmente tutta la vita dell'' autore, et qual fosse il suo stile nelle cose volgari in tutti i tempi. (In Venetia, appresso Francesco Bampazzetto 1564 — in 8.vo di carte 167.) a 35 tergo e 36 "L'apportator di questa sarà M. Articoli comunicati d'interesse generale si stampano gratuitamente. — Lettere e denaro franco alla Redazione. — Un numero separato soldi 15. — Pagamenti anticipati. Hieronimo Vergerio, di cui havete una causa in mano la qual vi raccomandai a questi dì per lettere di Apollonio, et hora per queste mie ritorno a raccomandarlavi a giustitia tanto caldamente, e di cuore, quanto più posso, e sopra tutto ve la raccomando a' presta spedinone, e vi priego intorno a ciò a far in modo, che esso M. Hieronimo conosca, che le mie raccomandationi appresso voi gli siano state giovevoli, e di qualche momento, et a voi, et a Marcella mi raccomando, e baderete i vostri fanciulli in mio nome. State sano. Di Roma alli 26 di Gennaro 1525.,, a 121 "Mag. M. Gio. Mattheo figliuol carissimo ................"A Lorenzo desidero buon viaggio, et buona fortuna. Quando andarete in Capodistria, salutatemi il Vescovo, et tenetelo per mio amico che così sua Sig:a vi si dimostrerà. Baciate Marcella in nome mio, et state sani. Di Roma Alli 20 di Agosto 1541. Bembus pater.,, a 121 tergo....."Quanto a Capod'Istria mi piace ch'habbiate accettato, et Dio volesse che subito che fosti fatto Luogotenente nella patria di Friuli ancora che la legge vi fosse in favore, ma la consuetudine in contrario per esservi vostro cognato in officio, haveste subito rifiutato ................Ha- verete un magistrato molto piacevole in Capod'Istria in ricompensa degli altri fastidiosi c' havete havuti. Direte a M. Bernardin vostro cognato che'l prego ad esser contento di donarmi quella Podestaria dei due Castelli che li avete promessa, e s' ei ne sarà contento, che non dubito, daretela poi voi a chi vi proponerà il Vescovo di Capodistria, il quale mi dice volervi proponete tre o quattro buoni cittadini, de quali eleggiate qual più vi piacerà. Io a M. Bernardino darò un dì, se a N. S. Iddio piacerà, miglior cosa che questa non è. Mi rallegro di quella Podestaria molto più con Marcella, se non che dubito che la non venga troppo grassa in quel buon tempo che l'haverà. Baciatela da mia parte, e salutatemi il Mag. M. Bernardo, e scrivetemi quel che è di Lorenzo, della sventura del quale sento molestia grande.............State sano. „ "Alli 22 di Giugno 1541 di Roma.„ Bembus pater. a 122 e 122 tergo......."Mi piace grandemente di Bastiano vostro. In Capodistria potrete darli modo di farsi avanti all'imparare. Si vuole agevolar et favorir questa sua buona volontà con ogni possibile modo. Yi laudo di voler fare una lieta vita in Capo-d'Istria, è loco da ciò! Il Vescovo che è ancor qui, dice che vuole farvi haver degli spassi non pochi; esso partirà fra due dì per tornare al suo Vescovato . . ........A Marcella direte che io son certo che ella haverà un buonissimo tempo in Capod'Istria. Baciatela da mia parte et state sano. Alli 25 di Giugno 1541. Di Roma., a 122 tergo "Se havete havuto molte richieste sopra la Podestaria delli due Castelli, non mi maraviglio, sapendo che non mancano in quella benedetta Città richieditori delle cose di alcuna utilità. Voi rilaverete a dare due volte, una subito che sarete in Capodistria, l'altra prima che vi partiate. Scrivetemi a chi havete data la prima, o promessa di darla, et a chi la seconda.......... "Alli 2 di Luglio 1541. Di Roma., a 122 tergo e 123. "Sono astretto da Monsignor Reverendissimo Cardinal Santa Croce, che è il più intimo di Nostro Signore, a pregarvi che habbiate per raccomandata la causa Criminal delegatavi, per la morte d'un nipote di messer Pietro de i Verzi, et ferite de' suoi figliuoli, et che habbiate dinanzi agi' occhi, et l'animo vostro la Justitia; come però sua Sig. Reverendissima si confida che farete. State sano., , Alli 21 agosto 1541. Di Roma., a 123 e 123 tergo........"Mag M. Gio. Mattheo figliuol carissimo. Intendo qui da M. Christo-phoro de i Verzi da Capodistria et da altri, come vi è stata delegata certa causa Criminale per la morte d'un Francesco Carrerio suo fratello cugino, il quale fu alli dì passati amazzato in questa città da una setta di horui-ni, per la qual morte seguitò iu quelli giorni qualche rumore tra M. Pietro dei Verzi suo padre, et suoi fratelli, et li detti interfettori, sì come del tutto havete trovato li processi formati in Capodistria, et perchè sono stato pregato a scrivervi di ciò non ho potuto mancare di ricordarvi che questa causa è una di quelle che può confermare anzi accrescere l'opinione che si ha della integrità, et giustitia vostra, procedendo in essa come si conviene rigorosamente, et senza rispetto di favore, come vole la iustitia, et come son certo che farete ancor da voi senza questo mio riccordo. Soggiungendovi che essendomi stato molto laudato per giovane dotto et da bene il prefato M. Christophoro, et raccomandato caldamente dalli Re: et Ulustris: miei Signori, il Cardinale Santa Croce, et Farnese, come persona grata a lor Signorie Reverendissime per le sue virtù mi sarà caro che riconosciate M. Pietro dei Verzi suo padre, et l'habbiate per raccomandato con tutta la casa sua per quanto comporta la Iustitia, nelle sue occorentie. State sano. Di Roma alli 22 Agosto 1541., „ Vostro come padre P. Card. Bembo. a 123 tergo....."M. Gio. Mattheo figliuolo Carissimo. Sono in modo astretto da Mon: il Vescovo di Capodistria a raccomandarvi alcuni suoi parenti, li quali come innocenti, come sua Sig: dice, si sono con-stituiti in prigione, che io non posso far di non scri-vervene, ancor che io sia certo che non bisogni, perchè quel che è di Iustitia, lo eseguirete per debito vostro quel che potrete far di gratia, li farete volentieri ad instaiitia di sua S. perchè vedo per la vostra lettera che molto l'amate. Pure ho voluto farvi intendere che mi sarà caro, le facciato conoscere che dove honesta-mente potrete non siate per mancare di fare quel tanto che sia a sua satisfattione, per haverne io caldamente scritto. Ho molto piacere che la stanza di Capodistria vi piaccia, godetévela allegramente insieme con Marcella, la quale baciarete in nome mio, et state sani. Di Roma Alli 24 di Settembre 1541., Vostro padre P. Card. Bembo, a 124 e 124 tergo e 125......"Ho visto li sonetti e li Epigrammi fatti in laude vostra ; gì'uni et gl'altri sono egualmente belli: ho vista ancora la oratione la quale ancora essa è bella e tanto più mi è piacciuta, quanto che vi ho trovato molte cose di Casa nostra che io non sapeva. Non 1' ho acconcia altramente che non vedo ne habbia bisogno. Maravigliomi bene che in quelli luoghi siano così belli ingegni, ma conosco che la virtù vostra è quella che li sveglia et accende, et fa che cantino di lei in verso et in prosa, del che mi rallegro con voi, et non manco con me stesso che per la nostra coniuntione mi pare haver parte nelle vostre lodi. Nè vi rincresca se 1' ufficio che hora tenete è senza guadagno di danari, perchè facendo voi le belle opere et li belli effetti che solete fare, e come sono certo che sempre farete dovunque, havete guadagnate molto maggiori e più stabili richezze che sono l'honore, et la buona fama, le quali cose vi spianano la via, et aprono le porte a maggior grado, e a quelli che sono per virtù essaltati non mancano le altre facultà, che N. S. Dio sempre aiuta li buoni, et già vedete che li vostri figliuoli cominciano accomodarsi, et pigliate allegrezza et satisfattione di loro. Però seguitate allegramente il camino che havete incominciato che sua M. vi prospererà sempre. ........."A M. Antonio Delio mi sono offerto per le vostre raccomandationi in tutto quello che per me si può a benefitio suo, et non li mancherò per rispetto vostro in qualunque cosa mi ricercherà. La infirmità di Monsig. Vescovo di Capodistria mi dispiace assai, havrò caro lo facciate visitare da parte mia, et gli facciate buono animo, et eshortiate a star allegramente che così più facilmente guarirà. Ben mi piace che con giustitia, habbiate potuto assolvere li suoi che tanto li premevano, il che deve esser stato a sua Sig. di molta satisfattione............... ".........Intendo molto volentieri le prodezze di Lorenzo, et di Luigi, et che siano tenuti et lodati per valenti giovani, piglio una grande speranza che si habbiano a fare honore, et riuscire in tutte le imprese, et habbiano ad esser in molto servitio della nostra patria, havendo cominciato ad acquistare credito, et buon nome in sì giovenile età. N. S. Dio li prosperi, et li faccia felici, et per rispetto loro proprio, et nostra con-solatione. Baciarete Marcella in nome mio, et Bastiano et Perino li quali mi piace che attendano alle lettere, et che voi habbiate speranza che almeno uno di essi vi habbia a far frutto fin che sono in questa voluntà se li volete fare attendere, et accenderveli, che come cominciano a pigliarne piacere, da sè medesimi seguitano volentieri, et se ne innamorano et non le possono più lassare. Flavio se, et la sua causa vi raccomanda che essendo voi Iudice, facciate che possiate indicare, coti farla ricordare al suo procuratore che la solleciti che altri non ha in quella Città che ne habbia a pigliare più cura di voi. lo harrò caro che si espedisca, et li facciate haver li suoi danari che '1 credito suo è chiaro, et chi 1* ha da pagare, è potente a pagarlo. State sano, con tutta la vostra famiglia „ "Di Roma, alli 3 di Novembre 1541 „ "Vostro buon padre P. Card. Bembo., a 126 e tergo........Molto magnifico fi- gliuol mio, Dio ve salve. Del vostro haver rifiutato mi piace: havete fatto prudentemente, et non devete perdervi in quel luogo. Intendo alcune cose di quel Vescovo, le quali se son vere, è molto peggio, che non è lo haver effigie de i Luterani iu casa: cioè che in quelle questioni di quelli cittadini esso ha preso a favorir 1* una parte per tutte le vie et buone, et non buone; et a deprimer l'altra: se così fosse, vorrei che non facesse un caso al mondo de l'amor che io li porto, che non 1' amo se non quanto credo che ei sia buon et da bene. Se egli è seditioso et partiale non lo guardate. Terminate questa causa prima che vi partiate: et fate iustitia, et tocchi a chi voglia. De la chiesa, che sia bella et ben tenuta, et ofritiata; mi piace. "Al primo di Febbraio 1542 Di Roma., "P. Cardinal Bembo padre., a 126 tergo ......"Piacemi Mag. figliolo che siate tornato a Venetia....... "Alli 7 di Luglio 1542. Di Roma, "Padre vostro P. Cardinal Bembo., a. 163 tergo ......"M. Agostino Beatiano ha bavuto per resignatione di M. Innocentio Sinibaldo da Pesaro la commenda di Pola et Aquileia, della quale per non havere havuto comodità di espedirne le bolle, per ancora non ha tolto il possesso, et li frutti tuttavia si riscuotono in nome di detto M. Innocentio, il quale ecc. „ (senza data) "Bembus, a 164 tergo e 165......"Figliuolo carissimo. Vi scrissi per l'altro cavallaro raccomandandovi il desiderio di Monsig. Reverendiss. il Cardinal Triulzi circa il Conte di Porlezza suo nepote. Son certo have-rete fatto conoscere a M. Triulzio suo servitore mandato a Veuetia a posta per questo negocio qualche segno et effetto della disposition nostra in agevolar questa impresa, il che mi sarà cosa gratissima, essendo questo Sig. non solo gran Cardinale, e di molta autto-rità, ma molto mio Sig. ancora. È da poi venuto in animo alli Vescovi di Bologna, e di Parenzo, l'uno de' quali era fratello al Sig. Rodolfo Campeggio novamente morto che haveva condotta di cinquanta huomini d' arme da quella Illustrissima S. et l'altro suo german cugino, di proponer a quelli Illust. Sig. un fratello del detto Vescovo di Parenzo, huomo atto al mestier dell' arme di anni trenta, a questo esercitio, per continuar la lunga e molto antica servitù loro con quella Rep: incominciata da M. Giovan Campeggio eccellentissimo giurisconsulto che lesse molti anni in Padova, et fu carissimo et gratissimo alla patria nostra, padre del Cardinal Campeggio et avo di questo giovane chiamato M. Vincenzo che desidera servir quella Sig. Ora perchè io a- mo assai l'uno e l'altro di detti Vescovi che sono singular persone, et molto miei amici, sarete contento senza derogar a quanto v' ò pregato per la cosa del Cardinal Triulzi, et di suo nepote il Conte di Porlezza, favorir il desiderio di questi altri benemeriti Signori con la nostra patria per quello che modestamente potrete senza dar causa a M. Trivulcio d' haversi a doler di me, il quale voglia etiandio favorir questi altri competitori suoi. Voi sete prudente, usate in questa materia la detta prudentia vostra. State sano. All' ultimo d' ottobre 1545. Di Roma,, "Quanto padre P. Card Bembo.,, (Sarà continuato) CATALOGO di barbatelle di viti disponibili nella primavera 1876 dalla stazione sperimentale di viticultura e pomologia in Parenzo. VITI DA VINO Borgogna nero 100 barbatelle fior. 3. — Vegetazione forte, buona quantità di produzione, matura a Parenzo 15 Agosto. Ama terreno fresco, posizione calda, taglio lungo ; fermentazione, sgranellato. Produce in Francia il rinomato vino Borgogna, uno dei migliori vini conosciuti, molto profumato (bouquet). Portuffiser — anche Oporto, — 100 barbatelle fior. 3. — Vegetazione forte, buona produzione, matura fine Agosto - primi Settembre. Riesce in collina e pianura, taglio corto. Il mosto da 24 0(0 di zucchero. Produce vino molle e delicato. Da solo produce nell'Austria il noto vino nero Voslauer. Da un primo esperimento della p. p. vendemmia sembra il più adattato per tagliare col terrano. Eccellente anche come uva mangereccia. Riesling bianco, anche Biesling del Reno — Riesling piccolo. 100 barbatelle fio. 3. —Vegetazione media; produzione buona; ama terreno a-sciutto, calcare, sassoso; preferibilmente in collina. Taglio lungo, tirato a mezzo arco; matura primi ottobre, con 22 0/° di zucchero. Deve fermentare 48 ore sulle paste. Produce il famoso vino lohannisberg del Reno, reputato il migliore dei vini bianchi conosciuti ; molto profumato. In clima ed esposizione troppo calda perde le sue qualità più preziose. Traminer rosso, 100 barbatelle fio. 3. — Produce viuo bianco molto profumato. Forza di vegetazione e produzione media. Ama terreno sostanzioso in collina; taglio mediamente lungo, tirato a mezzo arco; maturazione a primi di Ottobre. Come il precedente perde qualche pregevole qualità in clima e posizioni calde. Nelle Provincie Renane produce vino squisito, appena secondo al Johannisberg. Ruliinder rosso anche Grauer Klevner, 100 barbatelle fior. 3. Media produzione e vegetazione. Riesce in piano ed in collina ; matura alla fiue di Settembre ; ama taglio mediocremente lungo (a quattro occhi): dà il 20 °/o di Zucchero; vino finissimo. Deve fermentare 24 ore sulle paste. Rotligipfler, anche Reifler, nome che si potrebbe tradurre in Pizzo-rosso. 100 barbatelle f. 2.50. — Produce vino bianco molto profumato; vegetazione e produzione media. Ama terreno aigillo-calcare ; richiede taglio corto (a due occhi), da il 20 °/0 di zucchero. Più degli antecedenti riesee in clima e posizione calda. Un primo esperimento (1875) confermerebbe 1' asserto. Zierfahndler bianco. 100 barbatelle f. 2:50. — Vegetazione e produzione mediocre. Produce da solo il conosciuto vino denominato Gampol-skircher, fino, leggero ; ama terreno parimenti leggero-sassoso e posizione calda. Matura in Settembre; a taglio lungo; dà il 22 0/° di zucchero. Adottato per tagliare altri vini. Welschriesling, che si tradurrebbe in Riesling cT Italia. 100 barbatelle fior. 2.50. — Vino bianco delicato, pregevole e da raccomandarsi. Vegetazione vigorosa e molta produzione. Ama terreno calcare, marnoso, taglio lungo. Velteliner (rosso precoce) barbatelle 100 fior. 2.50 — Vino bianco vitigno molto producente; ama taglio lungo; 22-24 % di zucchero; adattato per clima e terreno fresco. Veltelinèr tardivo. 100 barbatelle fior. 2.50. Vino bianco leggero, amabile, profumato ; molto producente ; più adattato del precedente per clima e paese caldo. VITI MANGERECCIE 0 DA TAVOLA adattate per commercio, maturazione precoce; adattate per tenersi anche a spalliera-, in esposizione calda anche a pergolato. Chasselas croquant bianco dto. musquè bianco dto. rosso dto. reale N. 100 barbatelle fior. 3. Un numero od un assortimento a soldi 5 il pezzo. Gelsi innestati di alto fusto di forza superiore, di bella foglia per bachi a soldi 30 al pezzo. Gelsi innestati, di 4 anni, piramidali, di bell'aspetto ed anche per nutrimento dei bachi a soldi 20 al pezzo. Aceri (acer negundus orientalis) di G anni, per viali e passeggi a soldi 15 al pezzo. Nolo e le indispensabili spese d'imballaggio, a carico del committente. Questa stazione sperimentale, la quale conta appena dieci mesi di esistenza, offre questo primo catalogo, proponendosi di ampliarlo negli anni successivi sia per numero di piante, sia corredandolo di succinte indicazioni, in seguito alle osservazioni ed esperimenti intrapresi nella stazione stessa, od in altre parti dell' Istria. A chi desiderasse specialmente qualche altra varietà di vitigno, offre, iu piccole proporzioni, alcuni magliuoli delle sotto indicate accertate varietà, a soldi uno al pezzo. Vugava della Brazza, bianca, da liquore. Aleatico di Toscana „ * profumato Roussanne „ francese da vino. Marsanne „ „ „ Tokai rosso, Ungherese da vino (da non confondersi col furmiut). Slankamenka di Sirmio, da vino. Blaufrankisce nero, molto producente, Austria. Marsala Sicilia, bianco, da liquore. Sangiovese Toscana e Canajolo Toscana riuniti a debite proporzioni forniscono il noto vino Montepulciano. Aramon francese, nero, moltissimo producente ; vino mediocre. Carmenet, Gironda-Francia, nero. Da solo, secondo le annate, tagliato con vino più forte, forma la base caratteristica del vino Bordeaux. Sirrach, Gironda-Francia, nero; spesso, come sopra, si taglia col Carmenet. Nebbiolo-Asti e Piemonte Grignolino „ „ Lambrasca „ „ Verdea Toscana, da vino bianco. Macabeo italiano e spagnuolo, bianco da liquore. Merlot nero, Francia, da vino Verdot bianco, id. dto. Maraschino Dalmazia dto. Zuccajo Toscana dto. S. Giovet id. dto. Lacrima nero id. dto. Orleans gelber, bianco dto. In Spagna porta il nome di Pedro Ximenes, e costituisce la base del Vino di Xeres. Kleinweis, Austria, bianco dto. Austriaco, bianco dto. Ortlieber dto. dto. Arbst, Borgogna ed Austria. Pinot nero. Uva nobilissima che produce i vini migliori della Borgogna. Bordeaux nero — Francia (da non confondersi col Carmenet.) Hermitage. Drame-Francia. — Della tribù dei pinot e del Borgogna nero. Barbera. Piemonte. Produce il noto vino Barbera amaro. Gamai — Liverdun nero, e Gamai — Liverdun rosso. Francia; producono i noti vini del Beau-jolaise. Kadarkas nero. Ungheria, produce il noto vino di Buda (offner, wein:) Furmiut Ungherese,-Mosler dei Tedeschi. — È l'uva bianca, che produce il famoso liquore conosciuto sotto il nome di Tokay, (da non confondersi col Tokay come sopra.) Togliamo dalla Scena, e pubblichiamo questo })eì-l'articolo, trovandolo di generale interesse. Della morale in teatro Io ho creduto dover contraddire all'opinione più o meno seria di Ferdinando Martini, che negava lo scopo e la efficaca educativa della commedia; per necessità logica devo oggi toccare della importanza che ha il concetto morale sulla scena. Non occorre essere pedanti o bigotti per sostenere che dovrebbero essere escluse rigorosamente dal teatro tutte quelle rappresentazioni ove campeggia un tipo assolutamente immorale, ove si dipingono passioni ripugnanti al pudore, ove la scena ci trasporta in luoghi di cui il nome e l'idea devono essere affatto ignoiati dalle femmine oneste e dalle giovanetto. Due monumenti spiccatissimi della immoralità che io intendo condannare sono La Signora delle camelie di Alessandro Dumas (figlio) e la Fernanda di Vittorino Sardou. Questi due scrittori, de'quali non si può disconoscere l'ingegno e lo spirito, col pretesto di dipingere la società del loro tempo e del loro paese, e servendo a una ragione poetica secondo la quale la immoralità dei mezzi può essere giustificata dalla moralità del fine, hanno convertito il. teatro in un pulpito di scandali e d'indecenze, più pericoloso quanto maggiore è l'impegno dello scrittore), Se allo sviluppo delle loro tesi sociali in forma drammàtica bastasse la stampa, il male sarebbe minore, perchè il numero dei lettori è relativamente limitato ; ma sulla scena, col prestigio dei costumi, colla efficacia della declamazione, dinanzi a migliaia di spettatori di ogni età e di ogni sesso, il veleno della immoralità aumenta di potenza e filtra più addentro nell'animo degli ascoltanti. La libertà della stampa (che Dio mi guardi dal lamentare in nessun modo) permette ornai a tutti di leggere i poemi meno casti, i capitoli più licenziosi del Berui e de' suoi imitatori, lo novelle più realiste dei nostri trecentisti e cinquecentisti, ma è facile immaginare quanto più pernicioso ai buoni costumi sarebbe l'effetto di quei poemi, di quei capitoli, di quelle novelle se con tutto il lenocinio dell'arte declamatoria ne venisse fatta lettura dinanzi a una varia e numerosa società o nelle case o nei teatri. — Potrebbe venire in mente a qualcuno di scusare Dumas, il Sardou ed altri della loro scuola coll'esempio di qualche classico citando la Fedra di Ratine e la Mirra di Alfieri: è vero: questi due grandi tragici caddero anch'essi nel peccato con quelle ioro composizioni, ma per eccezione e per dar prova di vigoroso ingegno nell'affrontare un tema scabroso colla sicurezza di uscir vittoriosi dalla difficile prova. Auche Molière, anche Goldoni scivolano alcune volte nella immoralità, ina solo in qualche frase e iu qualche situazione; sono però lievissimi sconci che si possono far scomparire o attenuare alla rappresentazione senza sacrilegio e senza detrimento alla fama degli autori. — Constatata l'esistenza del male è indispensabile provvedere al rimedio. E vero che in Italia nessun componimento drammatico originale o straniero è licenziato alle scene senza l'autorizzazione della ceusura teatrale governativa, ma questo magistrato troppo spesso, come tanti esempi ci dimostrano, fa buon mercato del senso morale e se fa prova di qualche rigore avviene quando s'imbatte in lavori che potrebbero destare troppe vive suscettibilità politiche o religiose. Non intendo con questo farmi apologista delle censure preventive, ma non so nemmeno associarmi alla opinione bandita da Vittor Hugo circa la libertà sconfinata del teatro col pretesto che il buon senso e il sano criterio del pubblico fanno ragione in fin de' conti di un' opera indegna della pubblicità. Il fatto comprova che quasi sempre questi lue preziosi requisiti si eclissano dinanzi all'amore della novità e a quell' istinto secreto che si compiace nella pittura delle passioni esagerate e malsane. Ciò che non fa la legge, ciò che il pubblico non sa o nou vuol fare potrebbe farlo uua istituzione provata che s'interessasse a conciliare l'estetica colla morale. Mentre io almanaccava colla mente per trovare un mezzo acconcio a simile scopo, mi giunse notizia di un Giurì drammatico italiano istituito da quell' illustre e coscienzioso artista che è Alamanno Morelli. Ecco trovato il bandolo, dissi fra me: è proprio una felice ispirazione e potrà purgare la scena italiana dalle molte sconcezze che di tratto in tratto la contaminano. A tal effetto però è necessario che l'autorità del Giurì non resti circoscritta alle produzioni che possono venire presentate alla compagnia Morelli, ma si estenda a tutte le compagnie italiane unite in uua libera associazione per l'incremento dell'arte e per la tutela della pubblica moralità. Non è facile il compito del , Giurì drammatico italiano costituito così come io la intendo ! perchè, se da un lato deve procacciare di ridurre in più degni termini la drammatica in Italia, dall'altro lato deve guardarsi dall'inceppare gl'ingegni in nome dei principi estetici e morali applicati con pedanteria e con soverchio rigorismo. Ho accennato di sopra per via d'esempio a due di quelle produzioni teatrali che io intendo stigmatizzare col nome di immorali ; la serie pur troppo non è tanto breve e il Giurì drammatico potrebbe francamente dar l'ostracismo a tanti altri lavori della stessa risma, fra i quali mi ricorrono adesso alla memoria il Supplizio d'una donna, L'onore della famiglia, Scrafina la Devota in cui non solo l'adulterio è base dell'azione, ma ci si fanno passare e ripassare dinanzi agl'occhi i frutti interessanti della colpa, ignari del vero esser loro come i poveri mariti sono ignari della briga che altri si prese di renderli padri : le quali pitture quanto sieno ripugnanti al senso morale non è mestieri dimostrare. Si proceda adunque animosamente a questa indispensabile riforma delle sceniche rappresentazioni e se è vero che il dramma per attirare a se l'attenzione e scuòterò gli animi ha bisogno di mettere in giuoco le più veementi passioni, sono tante e sì varie quelle che agitano l'anima umana, che si può fare a meno di sfruttare per la millesima volta, la più illegale, la più colpevole, la più immorale di tutte. Livorno, 20 novembre 1875. M. Consigli. Lezioni elementari di Agricoltura dettate da A. M. Vnsio, parroco (Cont. Vedi pag. 1786) Gli agricoltori poi che abitano le isole e le coste non devono trascurare le ossa dei pesci, perchè anche queste contengono dall'8 al 10 °/0 d'azoto. Importantissima per tutti gli agricoltori si rende la cenere tanto vegetale che minerale (carbon fossile) sebbene questa seconda è di molto inferiore alla prima. La cenere serve per correggere ogni sorta di terreni, ed è proficua per ogni specie di vegetale, ma principalmente per la vite, pel granoturco e per le patate. Per un ettaro di terreno ci vuole da 30 a 40, ettolitri di cenere, la quale poi serve per 3-4 anni. Non meno importante della cenere si è la polvere di gesso. Auche questa si presta per qualunque terreno e per ogni specie di vegetali, ma principalmente per la barbabietola, per la rapa, per l'erba medica e per i capucci. — Tre o 4 ettolitri bastano per un ettaro di terreno. A differenza però delle altre sostanze organiche la polvere di gesso produce migliore effetto quando la si sparge sopra le giovini piante, anziché sotterrarla. Alla polvere di gesso tiene dietro la filiggine, che egualmente la si adopera come la precedente ; anzi si rende più vantaggiosa della prima quando specialmente le piante sono invase da piccoli insetti. 11 sale di cucina, che dalla maggior parte degli agricoltori si crede come dannoso, esso pure ha una qualche importanza, per cui chi volesse mescolarsi 2 chil. per ogni 1000 di letame, non avrebbe certamente sbagliato. Finalmente ricaveranno un grande utile quegli agricoltori i quali raccoglieranno la polvere delle strade e il fango delle fosse e pozzanghere; imperciocché in queste si trova sempre una certa porzione di escrementi d'animali e di foglie o ramoscelli asciutti e ridotti in polvere. §. 7. Letame composto. Per letame composto s'intende il miscuglio di sostanze organiche animali e vegetali e di sostanze inorganiche. Questa specie di letame è eccellente e con piccole cure ogni agricoltore può procurarsi ogni anno una certa quantità. Ecco in qual modo si può preparare il letame composto. Sopra uno spazio di terreno bene compatto si raccolgono tutte quelle sostanze fino ad ora enumerate, e dopo di aver raccolto un mucchio di 30-40, cent, di altezza lo si copre con uno strato di terra. Allora sopra questo primo si comincia a raccogliere un altro mucchio, e così avanti avanti. Perchè poi le sostanze prima fermentino e si riducano in terriccio, si dovrebbe di quando in quando innaffiare la massa con dell' acqua, e specialmente adoperare quella che proviene dalle distillerie, dalle fabbriche di amido, dalla macerazione del lino e della canapa. In questo modo dunque si fà del buonissimo letame — Per rendere però il letame composto ancor più efficace, vennero stabilite alcune ricette; e di queste ne indicherò 4, che per i nostri luoghi si renderebbero le più adatte alle condizioni locali. I. Si prendono 11 ett. di cenere, 2 ett. di filli-gine, 4 ett. di calce in polvere, 8 ett. di pecorino, 2 ett. di polvere d'ossa, 170 chil. di sale marino, 17 chil. di nitro ed altrettanto terriccio. Questa massa si mescola tutta assieme, leggermente la si bagna, e dopo essersi bene seccata la si adopera quale ingrasso. II. Si forma una massa di erbe palustri fresche e si copre con calce viva, cenere e filiggine; poi vi si sovrappone un'altra massa di paglia, di loppa, di foglie o di altri tritumi vegetali, e nuovamente si copre con filiggine. Così di seguito si possono sovrapporre ancora delle masse, e poi il tutto si copre con uno strato di terra; di quando in quando si fanno dei buchi e in questi si versa dell'acqua; e dopo un mese la fermentazione cessa, allora si mescola bene la massa e la si impiega quando si vuole (metodo di Montargis,). III. Si prendono 4 ett. di colombina, 8 ett. di cenere, 8 ett di calce in polvere e 10 ett. di polvere di strada; il tutto si mescola, si innaffia coli'acqua, si secca al sole e poi si adopera (metodo borbonese). IV. Si prendono 25 chil. di potassa del commercio, 50 chil. di sole marino ordinario, 25. chil di calce viva in polvere e 20 chil. di morchia d'oglio qualunque ; il tutto si mescola, si innaffia, e quando la massa si secca vi si unisce 8 ett. di cenere e poi^si adopera. §. 8. Conclusione. Si dice che chi ha molto letame ha molto pane; e difatti questo principio non fallisce mai. Sarà quindi tanto più ricco e più contento un agricoltore quanto più saprà procurarsi del letame e quanto meglio saprà conservarlo. Dal più qui detto si può quindi stabilire: I. il letame sarà tanto più efficace, quauto meglio verrà conservato; II. non solo è letame gli escrementi animali ma ogni qualunque sostanza animale, vegetale e minerale; III. non basta solo concimare il terreno, ma di quando in quando bisogna anche correggerlo con sostanze inorganiche; e IV l'agricoltore si potrà dire ricco quando saprà conservare sempre grassi i suoi terreni. (Continua.) NOTIZIE GINO CAPPONI Tutta Italia è in lutto per la morte di questo illustre patriotta, ultimo superstite del gran nome di Pietro Capponi. La Dieta Provinciale sarà convocata nei primi giorni del p. v. Marzo. La Giunta prov. ha richiamato, mediante circolare, 1' attenzione di tutte le Podesterie della Provincia sopra la legge teste emanata, concernente la regolazione e manutenzione delle strade e vie campestri comunali e consorziali allo scopo che vogliano adempiere in tempo utile e nelle forme regolari agli obblighi ed alle speciali pratiche di dettaglio imposte dalla legge medesima. La Giunta prov. approvava 1' esecuzione dei lavori di costruzione del ponte di Cisa sotto Buje presso il molino Gerebizza, assegnando al comitato stradale di Buje a sussidio ài quest' opera l'importo di f. 300 dal fondo prov. Dalla Cassa provinciale veniva pagato al Magistrato civico dì Trieste fi. 3202.40 a saldo conto spese mantenimento e cura prestati nel manicomio provinciale durante il III trimestre 1875 a' maniaci appartenenti a questa provincia; fior. 183. 60 per spese mantenimento e cura a partorienti dell'Istria pel III trim. 1875. Dal reso-conto sulla gestione economica della Società operaja di Parenzo, per l'anno 1° Gennaio — 31 Dicembre 1875 rileviamo che gli incassi sommarono a fior. 2125. 24 dei quali 936. 78 di contribuzioni settimanali e tasse d'ammissione; gli esiti fior. 1988.45 e di questi 362. 45 per sussidj di malattia; 150 al medico sociale e 108. 06 per medicinali. La sostanza attiva della scuola consiste in 9 obbligazioni del prestito unificato dello Stato in carta dell'importo dì fior. 1800; ed al prezzo corrente; di fior. 1248. 30 ; nonché di restanze per l'ammontare di fior, 12. 24 e del civanzo di fior. 136. 79. L'attivo durante l'anno 1875 si è aumentato per fior. 345. 25. Il numero dei socj colla chiusa del conto era di 152. In seguito a riscontro della Giunta provine, dell' Istria, circa le lingue d'insegnamento usate nell'Istituto magistrale in Capodistria, la Giunta di Trieste si è dichiarata d'accordo sui passi da farsi per togliere gli inconvenienti anzidetti; quanto poi all'accenno di chiedere al governo che venga attivato a Gorizia un i. r. istituto magistrale italiano sloveno, quantunque si riconosca da parte di essa Giunta che forse a Gorizia, nei cui pressi si trova il maggior numero di Sloveni, possa sembrare il luogo a ciò più adattato, pure Trieste ritiene di, avere per la sua posizione centrica fra le due altre provincie, pei mezzi didattici onde dispone e per l'anteriore esistenza di un istituto magistrale, qualche maggior titolo perchè un i. r. istituto magistrale maschile italiano sia riattivato e lusingarsi che la Giunta prov. dell'Istria non farebbe opposizione a che ciò si avveri. Il numero degli operaj sulla ferrovia istriana dal 16 al 23 gennaio era di 2561; dei quali 1111 indigeni. GUNMKDREA ORATISI Capodistria, 8 febbraio 1876. Il marchese Glaiinaiiflrea Gravisi mancava a'vivi la mattina del 3 febbraio corrente, lasciando uel cordoglio quanti lo conobbero. Morì tranquillo, rassegnato, sereno, confortando e benedicendo i suoi, che lo attorniavano, e che tanto avea amato. Di famiglia distinta per tradizioni e probità, sortì da natura vera gentilezza d'animo, la quale solo si acquista per innato sentire, e collo esercizio della virtù si conserva e sviluppa. Fu pio, modesto, generoso fino a posporre il proprio all'altrui bene, costante nel più caldo amor di patria, alla cui prosperità e grandezza erano rivolti i suoi fervidi voti. Uomo istrutto nell' agraria e nella bacologia, rese non piccoli servigi alla sua provincia, la quale lo enumerò fra i suoi più illustri cultori di quelle scienze. 11 nome di lui non era ignoto al Ridolfi, al Cantoni, allo Studiati, al Freschi e ad altri egregi, dai quali anzi s'ebbe più volte incoraggiamenti ed encomi. Ma la vita del marchese Giaunandrea Gravisi non è morta con lui, chè ne rimangono gli esempi, per cui anche i posteri impareranno a benedirlo ; non sono morte le sue virtù, perchè queste sono imperiture, e ne tramanderanno cara ed onorata la ricordanza ai nostri più tardi nepoti. EUGENIO SOLFERINI è morto in Roma, la notte dell'8 gennajo. L'Istria riconoscente! piange la irreparabile perdita e non dimenticherà mai la sua memoria. BB^ro^W^^-^Vf hill, ' ,l'M'iiwi—a ANNA PELEEGRINI-LIEBIG Una modesta tomba si chiuse di questi giorni. Anna Pellegrini, nata Liebig, di Friburgo, nel granducato di Baden, morì qui la sera del 9 febbrajo. Fu donna di forte e nobile sentire, devota al dovere, accada che può; di mente sveglia, ricca di coltura. Straniera, tedesca, imparò qui le grazie della nostra lingua, — ad apprezzare la nostra civiltà. Dedita al sauto ministero della istruzione lasciò nella nostra città donne istruite per opera sua, molte famiglie riconoscenti. Dovere d'ospitalità, amicizia devota, sincera ammirazione ci muovono a deporre un fiore sulla sua tomba. Quantunque straniera, ma da quattro lustri dimorante in Capodistria, quest'ottima e coltissima donna, eolla sua morte — quasi improvvisa — accaduta la sera dell'otto corrente, ha destato un vivissimo e generale dolore. E fu veramente assai acerba tale perdita, quanto era meno da aspettare; chè la età verde di trentotto anni, e la complessione sana e robusta, Le promettevano qualunque lunghezza di vita. Le esequie di Lei celebrate il dì 10, ebbero il corteggio della intera città, la quale per istima alle belle doti della trapassata, e per la lunga sua dimora tra noi, se l'ebbe tra le sue figlie più care. Questo universale compianto dev'essere il conforto dei congiunti superstiti ; poiché quando il morire è inevitabile, lasciare lutto e desiderio di se, è premio dato alla sola bontà. Capodistria, febbraio 1876. Un' arnica • 1 ' , i •>■:■ '•;' ri' : !;!;■'.' PUBBLICO RINGRAZI AMENTO Se nell'immensa disgrazia che lo colpì avesse potuto avere qualche conforto, il sottoscritto, lo avrebbe avuto grande nella tanta parte che i suoi concittadini presero al suo lutto. Profondamente commosso egli ringrazia riconoscente tutti coloro che resero il loro ultimo tributo di affetto e di stima alla indimenticabile sua consorte Auna Pellegrini n. Liebig, accompagnandone la salma all'ultima dimora; e sente poi il bisogno di esprimere in particolare modo gratitudine perenne al Dr. Cristoforo de Balli, che nella luttuosa circostanza fu medico tutto coscienza e au-negazione e fu amico affezionatissimo. Capodistria febbraro 1876. Giuseppe Pellegrini Pubblicazioni (Libri scolastici) Pratica e teorica della lingua italiana per uso delle scuole e delle famiglie. — Autore Pera Francesco. — Sesta edizione riveduta e corretta. F.ni 1. — Trieste, presso Giulio Dase. Per le classi ginnasiali e tecniche è questa grammatiche! ta eccellente, la quale alla chiara e vera esposizione della teoria congiunge sempre copiosi esercizi su'classici, dimodoché serve pur di piccola autologia. E per la pratica della scuola de'migliori libri che si abbiano, onde grandi lodi ne fecero il Lambruschini, il Guasti, il Banali, e quell'eletto ingegno che è Augusto Conti, scrivendone nel Borghini, an. I, quad. dell'ottobre "dove (sono sue parole) con rara eccellenza e con esperimento singolare tra noi, si unisce sempre la teorica e la pratica, e l'una e l'altra si contengono con esempi scelti per modo che n'esca insegnamento di verità, di onestà, di lingua e di stile. „ La grammatichetta del Pera è stata anche premiata dal Congresso pedagogico di Genova. I primi elementi della grammatica italiana. Trenta Matteo. Settima edizione fiorentina riveduta e corretta dal professore Pietro Dazzi. Trieste Giulio Dase. (Soldi 30). Per le prime classi elementari non vi può essere migliore grammatichetta di questa del Trenta, scritta iu pretto ed elegante toscano ed in forma di dialogo; il che mentre risparmia fatica al maestro molto anco agevola la via allo scolare. A renderla poi quanto più si poteva adatta alle scuole primarie si è semplificato la divisione e la nomenclatura de' verbi, e vi si è fatta aggiunta di cose che parevano necessarie a rendere più compiuta l'ottima operetta. Elementi di disegno geometrico ad uso delle scuole tecniche, normali, industriali. Pasquini prof. Paolo. Voi. unico in ottavo grande con tavole. Trieste Dase. F. 1.50. — Il Consiglio provinciale scolastico, la Deputazione municipale delle Scuole elementari fiorentine, sopra il parere di celebri artisti, approvavano come libro di testo il trattato di disegno del prof. Pasquini. A cui il pensiero di questo lavoro fu suggerito dalla necessità di sviluppare l'educazione artistico -industriale, e dal bisogno sentito di aver manuali di disegno che si adattino all'insegnamento elementare. In questo corso, oltre a trattarvisi la parte più elementare della planigrafia, vi sono risoluti molti problemi i quali riferisconsi alla geometria superiore, ma spogliati da ogni rapporto analitico e ridotti a costruzione pratica. Così il lavoro può giovare anche al modesto artigiano, che facendo tesoro delle verità geometriche, messe alla portata della sua intelligenza mediante le costruzioni e dimostrazioni pratiche potrà ingentilire il mestiere spogliandolo delle abitudini di una pratica materiale. Al testo vanno unite ben 33 tavole eseguite con la maggior precisione possibile. Notizie storiche istriane Dall' Itinerario di Marin Sanuto dell' anno 1483. Agro histriensi. — Histria. region cussi chiamata, et avanti el tempo di Cae. Aug. Italia era dita, et è ultima region dell' Italia fine et termine, et corno Plinio in libro de Naturai Hystoria scrive, esser questa insula per latitudine mia 40, et il cireuido 125. E Aphor-mi on fiume, ozi Risano chiamato, poco luiitan di Cao d'Istria, dove è l'ultima parte dil colfo et territorio di Trieste, fino al Phanico che Quarnario è nominato nella concavità intima dove è Castel Nuovo over el fiume di l'Arsa, licet, sia via diffìcilima et per monti ardui, ma breve, et è apena 40 mia. El eircuido che il mar li bate entro ali liti de Histria è mia 115, et li va atomo. Questo è mirabile, che a tuti le terre et castelle di l'Histria dispartendosi, è mia 100 fino a Veniesia, et maxime Cao d'Istria, Py-ran, Parenzo, et Puola; et cadauno è distanti da l'altro non poco. La piazza di Capodistria. La piazza de' Signori (chiamata così ne' secoli scorsi) era di un terzo maggiore prima che si allungasse il duomo. Il palazzo pre-toreo è drizzato sulla pianta dell'antico tempio di Pallade, la di cui statua vedesi in forma di Giustizia ancora al presente innalzata in posto eminente. Unita al palazzo si vede a mano dritta la nobil sala del consiglio, ornata tutta di pitture e marmi. Per mano del Tintoretto è quella del serenissimo Nicolò Donato (che non esiste più in Capodistria*). Di curioso si vede un disegno in grande ciglia città (ora nel pnlasao cipole**), tutt' attorniata dalle acque con un orribil turbine dalla parte de'monti, che congiurato a' suoi danni tenta di innalzarsi per ispiantarla e sommergerla ; dall' altra parte si osserva fra un placido chiarore le rose risplendenti del casato Loredano che irradiando l'amena isoletta scaccia le nubi, e l'assicura della tranquillità e calma in cui si attrova col motto animato : inter utrumque tuta. Continua al di fuori di questa sala l'ordine medesimo de'marmi e scudi, ed alcune statue. Sopra la porta maggiore v'ha in bronzo quella del mentovato doge Donà getto del Rassa. Dall'altra parte verso ponente sopra gli uffizi de' danni dati del comune e sindicato sta la Sala dell'Armi compita nel 1628. Congiunta alla sala dell'armi è la fabbrica del Monte di Pietà istituito ancora l'anno 1550. (Estratto dalle Memorie storiche del Petronio). — *) Nota della R. **) Nota idem. Libertà e Lavoro giornale premiato all' Esposizione Triestina del 1871. Si pubblica a Trieste il IO ed il 25 d'ogni mese. Prezzo d'abbonamento : per Trieste un anno f. 3, sei mesi f. 1.50. Per i paesi soggetti alla Monarchia austriaca : un anno f. 3.30 sei mesi f. 1.75. Un numero separato soldi 20, arretrata soldi 30. Pel Regno abbonamento annuo L. IO.