L' ASS0C1AZI0NE per un anno anticipati f. 4. IV. ANNO. Sabato 16 Giugno 1849. M Cenni storici sulli Conventi della Citta e Diocesi di Parenzo. (Estratto dalle mie Memorie sulla chiesa e vescovato) Commenda di S. Giovanni di Prato. Nel 1240 alli 23 gennaro il vescovo di Parenzo Adalperto col concorso del suo capitolo assegno alli ca-valieri ospitalieri di San Giovanni il monastero di San Giovanni di Prato pošto nelli suburbi della citta di Parenzo, servendosi delle seguenti espressioni: Ioannis ultra mare cum omnibus suis bonis mobilibus, et imobilibus servato jure Episcopatus et Capituli Parentini; cum hoc, quod quando visitabit, Rec-tor ejusdem Esclesiae teneatur admittere ipsum cum astantibus suis honorifice; et in Festo S. Mauri dare Canonicis unum Castratum, et vi-ginti Panes et unum Congium Vini; et similiter in Festo S. Ioannis et ipsi Cannonici eo die debeant officiare dietam Ecclesiam - de anno 1240 S. e-xeunte .Januario S. Mariae de Campo Membrum S. Ioannis de Prato habet sub se Dylanum, ijuod nune appellatur vulgare.... 1293 4 Nobris.-Con-finat Territorium S. Mauri. Questi beni sono de-scritti nel lib. 2 estraordinario fol. 194. Dglanum Ecciesiae S. Mariae de Campo confinat Territorium S. Mauri 1203 4 Nobrts. et 1293 5 Augusti. Dal 1465 5 novemb. si ha una sentenza del N. U. Antonio Venier podesta di Parenzo in favore del capitolo et contra Comendatarium Eccl S. Ioannis del Prato per tributi non pagati nel 1463 64. Altra sentenza del 1468 22 maržo, che obbliga il Commendatario deli' ospitale di S. Gio. a pagare unum castratum, unum Congium Vini, et Panes viginti. Aggiungero un altro atto interessantu per la storia di questo convento: In Christi Nomine Amen. Anno Nativitatis ejusdem 1488. Ind. 6 die vero Vene-ris 2.° May Parentij subtus voltum Ecciesiae S. Margheritae prope Ecclesiam Cattedralem presen-tibus Domino Presbitero Malacarne et Spectabilis dominus Alogsius Mauroceno Miles Ilierosolimita-nns Comendatarius Istriae et beneficiatus Ecciesiae S. Ioannis et Felicitatis de Prato de Pola posue-rim Capellanum et ad quandam Ecclesiam meafn et benefitium meum S. Mariae de Campo in Dio- cesi Parentina in distrietu Pedemontis membrum beneftcij met cum comissione, et auetoritate exere-cendi se in dieta Ecclesia mea ec. qui vero Presbiter Georgius Capellanus meus coram me suf-fragium implorans, conquerens quod comparuit, dum vellet diebus retroactis in eadem Ecclesia mea divina exercere officia, quidam Presbiter Mar-tinus de Andronicis Vicarius R.mi D.mi Episcopi Parentini ipsum molestavit, et ad presens mole-status est ab eo, et perturbatus adeo quod suspen-dit ipsum sub excomunicationis penis a tdivinis, non permittendo ipsum celebrare ulla divina exer-\ cere off.u in eadem Ecclesia mea ad instantiam et requisitionem nonnullorum ab ipso liabere ec. ec. Come siano stati ammortizzati tali diritti s'ignora, man-cando la serie degli atti, che probabilmente saranno stati nell'archivio comunale, come dovrebbero esistere nella cancelleria dell'ordine, che e ora presso il supremo priorato Gerosolimitano di Venezia. Di questo convento n* erano traccie visibili fino al 1818, ed il volto principale della chiesa fu atterrato sotto li miei occhi, allorche si volle approfittare di quelle poehe pietre per lare li cordoni della strada distrettuale di S. Eleuterio. In quel fondo, orto attualmente della famiglia Man-zolini dove trovavasi ancora una tale reliquia, furono rinvenuti vari avelli di pietra che furono trasportati qua e la, e che 1'avranno circondata ; di simili se ne rin-vennero nel fondo della prossima chiesetta. San Stefano. Nella suburbana campagna nominala Cimare esi-steva una chiesa dedicala al Proto Martire S. Stefano, ed un monastero di Monache Benedettine. Rese rare le vestizioni, e ridotto spaventevole quel soggiorno attesa la desolazione prodotta dalla Peste avvenuta nel 1330 circa; ed essendo passate agli eterni riposi le vecchie Monache, e nel 1403 1' ultima Suor Simona Abbades-sa, il vescovo Giovanni Lombardo valendosi della pie-nezza della sua autorita in data 30 giugno 1410 d>ede in commenda la chiesa, ed il monastero al Padre Fra Paolo da Venezia abbate di santa Petronilla de Due Ca-stelli con obbligo di eoltivare li terreni, ed officiar la chiesa abitando nella casetta vicina. Libro Rosso primo ; C.re 72. D Iaon. Lombardus commendat Monasterium S. Štefani apud Muros Parentij vacans jam sep-tem annis prope inopia per mortem Sororis Si- monae <7. Abbatissae et dat ei omnia ejus bona et domum apud Ecclesiam — In regesto. Ora questa campagna appartiene alli fratelli Artusi; della chiesa e del convento non esistono traccie, e non si scorgono, che poche sepolture nella parte pili elevata, escavate nel macigno, che farebbero supporre, che cola esistessero gli antichi edifizi. San Francesco, La chiesa, e convento de Minori conventuali di Parenzo sono di antichissima origine. Vuole la tradizione, che questo convento fosse stato fondato da S. Antonio di Padova in tempo, che si porto in Istria allorche fon-do quello di Pola. Una cosa e certa, che collo stesso secolo della instituzione della religione in Parenzo esi-steva convento, e religione del medesimo ordine. Nel 1280 alli 17 giugno F. Francesco Guardiano, e F. Ven-turino sono chiamati testimoni in un pubblico istrumento di concordia tra il vescovo, e la cumunita di Parenzo. In questo convento trovavasi un libro in foglio in-titolato Catastro di Oro, scritto dal fu P. Brandolini, il quale attualmente sara tenuto nell' archivio Demaniale, chi sa se pili custodito dai topi o dagl' impiegati, il qua-le conteneva memorie importantissime. A pag. 15 ho veduto, che il P. Francesco Michieli figlio di questo convento colle sue limosine nelV anno 1751 fece fare il soffitto della chiesa di S. Francesco dal bravis-simo stuccatore Giuseppe Montecinti; il pittore fu Angelo Venturini da Venezia. Soggiacque alla sop-pressione nelPepoca Francese. Sul principio del governo attuale cioe nel 1814-15 fu Ievato Paltare mag-giore, e per ordine pubblico venne trasportato a Gorizia , dove trovasi come ara massima nella chiesa del seminario generale delle Diocesi suffraganee di quel me-tropolita. L' altare di S. Antonio fu trasportato in Albona, e cosi quello della Beata Vergine del Carmine. Ouesti al-tari erano tutti di marmo, egregiamente lavorati, e di a-spelto grande, e maestoso. Fu una vera dispiacenza il perderli, ma furono cosi disposti dal governo senza sa-puta dei Parenzani. Convento di S.ta Barbara. Di tale convento non ho potuto saper altro, che fu dotato da Riccardo di Montona, come rilevasi nel libro Jurium Eplm. a car. 64 = 69. Chiese antiche in que-sta diocesi dedicate a tal Santa non ne trovo, che una come riscontro da quelle che esistevano nel 1634, e questa nel circondario di Visinada, il che farebbe credere, che cola avesse avuto origine, tanto piu che si com-bina la vicinanza col suo fondatore. Ho trovato nell' archivio vescovile Ugone abb. di S. Barbara nel 1174. Chiesa deli'Annunziata, e convento dei minori deli' Ordine di S. Francesco. Alle falde del monte verso il mare, dove sovrasta il castello di Orsera , e propriamente in vicinanza alla chiesa ancora sussistente, trovavasi il convento suddelto. Dopo molti anni della sua fondazione quei monaci di-vergendo dalla loro santa instituzione presero una via diversa, e si procurarono cosi la loro propria rovina, e quella delPistituto d'a!tronde sempre vantaggioso, e be-nefico in ogni luogo, quando sia piamente diretto, e so-stenuto. Col loro raggiro, e colla loro desterita si a-vevano acquistata tanta preponderanza in quel paese, che dal clero, e dal popolo s' erano fatti temere. Furono pero assai mal consigliati di agire in tal modo, in un territorio, dove Ii vescovi di Parenzo per le investiture imperiali avevano il sovrano dominio coljus sanguinis. Li disordini pur troppo continuarono, ma comparso come nuovo vescovo monsig. Giudice nel 1645 uomo, che non sapeva tollerare la irregolarita, e gli arbitri, comincio col mandare un suo nipote governatore di quel castello allora abitato da molti indisciplinati, e violenti; quest'era un soggetto di molta abilita, e di profonde cognizioni legali-politiche, e mi riservo in altro incontro di parlare delle sue distinte prerogative, Fra le molte provviden-ze adottate pel buou andamento degli affari di quel governo, comando che il primo esempio della moderazione, e della disciplina dovesse darlo quei frati. Infalti oltre al loro scandoloso vivere pretendevano esercitare senza diritto alcuno la cura, ed approfittavano dei proventi della stola bianca, e nera; facevano in onta alli divieti del vescovo delle funzioni a loro ca-priccio, e delle solennita; furono ammoniti ripetute volte dal Prelato, ma indarno, e avendo a loro spedito il proprio nipote per intimargli alcuni decreti, come vedesi nel processo fatto contro gli stessi, hanno avuto P ardire di tentare di ucciderlo, come fecero la stessa cosa conlro la persona del vescovo; (/uondam Nepotem Episcopi Parentini duorum sclopetorum inculata occidere tentaverunt eumc/ue insecuti sunt, et quod gra-vius est aliquol mensibus post ipsum Episcopum laxato Archibusio interficere conati sunt. A tal purito erano giunte le loro violenze, che non vi era altro mezzo radicale, che di punirli non solo, ma di eli-minare perfino la loro memoria. Infatti eseguitosi un re-golare processo colPintervento del Nunzio apostolico di Venezia, e trovatane la reita, rassegnate le proposizioni a Sua Santita Alessandro VII fu con breve pontificio 28 maggio 1660 dichiarato soppresso il nominato convento, dando tempo dieci giorni alli frati di ricoverarsi in un altro, assegnandolo in proprieta al vescovo. II vieario del detto luogo a cui tocco questo fulmine era un certo F. Bernardino da Pirano. II vescovo divenuto padrone di questo stabilimento Io destino a beneficio del suo seminario, ed alli 18 giugno dello stesso anno fu subito occupato dal Reve-rendo Padre Fra Giacinto Dimitri Rettore del Seminario con nove putti, essendo gli altri tre par-titi per l' aria cattiva, jissandosi in seguito di stare cola nella stagione estiva, ritornando a Parenzo ali' inverno, ove V aria col freddo, era migliore. San Cassiano. Che vi fosse tale convento lo si dessume dalle se-guenti memorie non potendo darsi del medesimo migliori, e piu positive motizie: Engelmarus Antistes Parentinus, regnante Conrado Svevo Romanorum Imperatore c/ui Hen-rici primi ex Gente Bavarorum primi Imp. or- dinum Dux fuerat anno sui Imperii quarto, qui fuit circiter 1028, 7 Augusti indictione XIII, do-nat pro anima sua et successorum suorum Mona-sterio Michaelis Archangeli prope Civitatem Po~ lensemMonasterium S. Cassiani Martiris situm intra Civitatem Parentii cum bonis suis, rogans omnes suos successores ut ibidem facerent. Eidem dona-tioni subscripserunt sex Episcopi successores, ut videlicet Arnus, Ursus, Cado, Paganus, Genensus, atr/ue Vincentius. Della chiesa non si sa altro che quello che si ri-leva da una vendita di una časa datata 27 novembre 1547 ch'era posla nei quartiere di porta nuova, con-finante da Levante colla chiesa di San Cassiano, da Ponente sier Pielro Jaiza, da Ostro strada pubblica, e da Tramontana eredi dal fu Michiele Cigala. Vi si trovano altre vendite consimili, che chiamano la stessa chiesa nei repertorio notarile Torelli a carte 315. Essendo nominato in questa carta uno dei quartieri della citta, diro, che quesla anticamente era divisa in 4 rioni o quartieri, cioe di Porta nuova, di Pusterla, di Predol, e di Mara for. Da quanto posso giudicare per stare in relaziorie colli vari documenti veduti e memorie, quello d i Porta nuova doveva essere quel tratto di citta confi-nato dalle due stradelle del forno degli eredi Gentili e Volpi fino al piazzale della cosi detta portizza, e da auell'altro fino alle mura della citta dalla parte di Levante, dove esistevano le triplici porte atterrate gia pochi anni, sopra una delle quali trovavasi la iscrizione del podesta Gillaco, dopositata nei vestibolo della cat-.tedrale. Infatti nell'anno della vendita della časa pote-vasi ancora ricordare come Porta nuova tanto piu che un lavoro cosi significante, e gigantesco avra formato una specie di epoca nelle cronache Tarenzane. Ouello di Pusterla doveva cominciare dalle sud-dette strade e terminare da una parte col Predol, e dal-• P altra colla strada Viezzoli, Vergottini, Oplanich ec. ec. che a questo riparto appartenesse una tal dominazione me ne assicura un atto datato li 5 luglio 1554, in cui si vede la vendita di una časa vecchia con scala di pie-tra al di fuori posta nei quartiere di Pusterla, la quale confina da Levante con časa di Bartolomeo d»l qm. sier Michiel Fabro, da Ostro la chiesa di 8. Micliele, e la Corticella d' ingresso alla medesima — da Ponente strada pubblica conducente alla caltedrale. e da Tramontana 1' ospitale del comune di Parenzo (ora časa Ba-nelii). Ouello di Predol dal detto piazzale, che conserva la stessa denominazione, antico Pretorio, e dalla strada su ricordata fino alla piazza, e seguitando fino a quella strada chiusa, dove e il muro della Cisterna Salamon, si doveva andare ali' altra del cosi detto Pozzetto, seguitando per quella S. Daniele (Forno Co. Becich) fino a S. Francesco—, e da tali strade si passava indi al quarto quartiere di Marafor fino al mare, dove compredevansi li due tempi romani di Marte, e Nettuno, e 1' antico Foro. San Nicolo dello Scoglio. Nell'anno 1113 iri data 1.° luglio Bertoldo vescovo \ di Parenzo concesse agli abbati, e monaci di S. Nicolo del Lido di Venezia il Monastero di S. Anastasio pošto nell'isola dirimpetto alla citta di Parenzo, cul tributo di un annua libbra d' incenso, che gli attuali proprietari con-tinuano a pagare al vescovo. Dalla cronaca di questo luogo sembra, che negli ultimi tempi non si trovasse che un solo monaco col titolo di Padre Rettore, ed alcuni laici pel suo servigio; pero un tal pošto veniva dato a persone di qualche importanza nella religione se fu qui come tale il Beato Nicolo Giustiniano la di cui memoria si volle perpetuare col conservare nei convento stesso il suo ritralto, il quale esiste tuttora colla seguente i-scrizione : II. Nicol. Justinianus Cassin. Monac. Ex A-lexandri III. Mandato Annae Vitalis Michaelis Ducis Venet. Fili. Matrimon. copul. Famil. prope eversam in Constantinop. adversus Emman. Com-nenum Expedition. novem Susceptis. ex Anna Fil. reparavit — Iterum Monac Sancte pie que obiit in Monast. S. Nicol. de Littor. quem B. Anna paulo post. imitat. Sancte pieque et ipsa in Cel. migravit in Monastero Ammiano ab eadem fund. MCLXXII. Ouest' ospizio venne soppresso dal Governo veneto in unione a quello di S. Nicolo di Oltra, prossimo a Ca-podistria della stessa religione. Fa duopo credere, che su quest' isola vi fosse una grande concorrenza di devoti se la chiesa tuttora esi-stente, benche ridotta ad altro uso, era di cosi gran mole. Rimane pero 1' altar maggiore separato dal resto, ancora ufficiabile. Vi e tradizione, che tulta 1' Istria marittima avesse molta divozione a (juesto luogo, se dalli vari porli accorrevano appena varate le nuove barche, a mettersi sotto la protezione di questo Santo. Anzi conservo un tipo di una medaglia, che li monaci distribuivano gratuitamente a tutti cjueili, che face-vano dire una messa alla loro chiesa. Ouesta medaglia raffigurava S. Nicolo nell'atto d'intercedere genuflesso alla Beata Vergine salvezza, ed aiuto alla Marina. Su quest' isola esiste un' antica torre rotonda. In un estratto del Dr. Prospero Petronio dedotto dal qua-derno intitolato Hercules Parthenius de antiquis Ita-liae urbibus et primo de urbibus Histriae et Foriu-lii elc. Imperante in Histria Theutha prestantis-sima Femina a Slavorum repentina incursione in-genti clade devastata est regio caesaque Histrorum multa millia etc. etc. Turris in Parentio est rotun-do muro altitudine satis perspicua, es cujus vertice florente civitate veteres quondam accolae ardenti face portum navigantibus atra nocte signum dabant. Una tal torre, che anche da questo testo risulta essere antichissima, serviva nelli tempi passati ad adit-tare il porto di Parenzo alle venete galere, la quali ogni notte dovevano trovarsi nello stesso tanto partendo, che ritornando a Venezia. Siccome questi navigli andavano specialmente a remi, cosi o il vento, o P acqua essendo contraria potevano essere sorpresi dalle tenebre in vici-nanza a questo lido, ed ecco che il fanale insegnava loro la via da prendere come prima, o ultima stazione. Ouando 1' illustre cavaliere Aldini, fratello del grande cancelliere del regno d' Italia presso Napoleone, aveva fatto quella proposizione nelle Gazzette di Londra, che se gV Inglesi sono stati li primi ad illuminare le citta, gV Jialiani furono i primi ad illuminare li mari, che nun aveva molto piaciuto, ha immaginato di scrivere un trattato sulli fari in prova di tale asserto, e fu allora che corrispondendo alle sue domande gli diedi conto anche di questo, che fu compreso e ricordato colli tanti altri, che favorivano anche nei tempi pili rimoti la navigazione delle coste italiane. Ouest' opera fu molto applaudita, ed aggiunse un fiore novello a quella corona impassivile delle tante glo-rie nazionali. Convento dei Padri Domenicani. Pochissime sono le memorie, che ci rimasero di questo monastero; quello che trovo e che in un cata-stico dei beni del capitolo fatto da Simeone ed Ungaro canonici della cattedrale circa deli' anno 1270 quali ca-nipari del detto capitolo si osserva indicata una chiesa: Item Capella S. Mariae de Cultivo-, cosi appellavasi quella contrada. La detta chiesa era sostenuta da una confraternita, che provvedeva alli suoi bisogni, e le man-teneva un cappellano per la sua giornaliera officiatura. Nel 1720 furono chiamati a formare un ospizio li padri deli' oralorio di San Filippo Neri, ma abbandonatala in seguito furono introdotti e soslituiti a quelli della comu-nita, specialmente per 1' oggetto plausibile della educa-zione del popolo, li Padri Domenicani deli' osservanza, e cio avvenne nel 1752. L' immagine della Beata Vergine dipinta in legno e di lavoro antico, e fu lenuta sempre in somma venera-zione, e non manco mai di essere circondata d'inecepi-bili contrasegni di infinite grazie ottenute. Nella seconda festa di Pasqua, e agli 8 di decembre era Indulgenza Plenaria per tutti quelli che si por-tavano a visitarla, ed in tali giornate, prima clie s' intro-ducessero li Monaci, il capitolo si portava processional-mente a cantare la messa e li vesperi. Li Domenicani rimasero sempre lino alla loro sop-pressione decretata come qnella di S. Francesco, dal governo francese. Li Padri di tale convento erano molto beneineriti, perche insegnavano oltre le scuole ginnasiali la Glosofia, e la citta ha perduto fatalmente queste istru-zioni che da loro venivano dale con molto zelo, e con molta dottrina. II Vescovo era solito di avere da que-sto numero il professore di Teologia per li suoi chierici, li quali si univano nella časa cosi detta il seminario pros-sima alla Cattedrale, ove attualmente e il granaio delli signori Vergottini. Nell'indicato lempo allorche fu soppresso il convento era stata chiusa anch-la chiesa; nessuno puo immaginarsi di quelli, che non la viddero, quanto sembrasse strana; molti sentirono tanto, che si erano protestali di non voler piu sortire dalle porte della citta, se non si riapriva. Furono interposti molti uffizi ed instanze per conto del beneine-rito monsignor mio zio di s. in., e di molti divoti, e fu alla fine permessa la sua riaperlura, consegnandola al Vescovo, il quale P alfido alla religione, e pieta dei Pa-renzani, che cosi bene corrisposero ala sua fiducia da | circa quaranta anni, senza che ne la comune ne il go-! verno ne sostenessero le spese. Merito distinto, che non si puo tacere, pel mante-nimento di questo santuario lo ha il vicario corale e cappellano vescovile don Nazario Weber, che instancabil-mente si presta per conservarlo, e convenientemente ab-bellirlo colle diuturne offerte di questa divota popolazione. Li cittadini per eternare la memoria di un fatto, che potra gloriosamente ricordarsi come un trionfo sul-Panimo nobilissimo, ed eroico di monsignor Peteani proprio vescovo, che dimentico di maggior lustro seppe preferire la modesta citta vescovile di Parenzo alParci-vescovile di Zara, alla quale era stato sporitaneamente esaltato dali' Imperatore, iminaginarono nel 1845 di eri-gere I' altare maggiore di marino istriano colla inaugura-zione della statua pur marmorea della Vergine Santa, eseguiia dal valente professore Cameroni di Venezia. Un' iscrizione composta dal celebre professor Fur-lanetto ne ricorda 1' avvenimento, ed il voto. QVOD ANTON1VS PETEANI EPIS. PARENT1N, POLEN. OB EXIMIA EIVS MERITA IADERTINAE ARCHIEPISCOPALI ECCLESIAE DESTINATVS HEIC PERMANERE PRAEOPTAVIT PARENTINI HO C ALTARE MARIAE REGINAE ANGELORVM ^ DICATVM VT TANTI BENEFICII SIGNIFICATIO PERPETVO DVRATVRA EXTARET AB INCHOATO EXTRVENDVM CVRARVNT ANNO MDCCCXLV. Allorche monsignor Peteani ha immaginato, ed ese-guite le nuove ampliazioni nella sua cattedrale, e che P altare della Concezione, e di S. Nicolo della confraternita dei Marinari furono levati dal loro antico pošto, sono stati trasportati nelle due nicchie, ch'erano vuote, e eola inalzati per opera della delta confraternita, e della mia famiglia, che sopra il priino ha il jus patronato. In tale incontro fu cambiata la palla, e ne fu sostituita un altra del celebre pittore Cipolla, che rappresenta egual-mente la Beata Vergine della coniessione, e che la famiglia stessa ha stimato piu conveniente e dignitoso di collocare in luogo della prima, lavorata con poca mae-stria, e di ignoto autore. Altri due altari di marmo erano stati antecedente-mente inalzati, quello di Sant'Antonio di Padova per pio voto del sullodato vescovo monsignor Peteani, e quel!o di San Luigi Gjnzaga per conto del signor Tommaso Zudenigo. (Sara continuato). F. M. POLESINI.