Josip Jernej, Zagreb CDU 805.0-561.4 OGGETTI DIRETTI E INDIRETTI IN ITALIANO (Con note contrastive in croato) Nella classificazione degli elementi costitutivi della frase le grammatiche italiane, trattando degli oggetti, si Iimitano di regola agli oggetti diretti, dipendenti cioé da verbi transitivi. Gli oggetti indiretti, ossia preposizionali, vengono relegati nella numerosa serie dei "complementi indiretti" (puramente semantici). Ció si riflette poi sulla trat-tazione delle proposizioni oggettive. Le cose cambiano di aspetto se al posto della tradizionale divisione binaria dei verbi in transitivi e intransitivi applichiamo una classificazione ternaria in 1. verbi transitivi diretti ("accusativi") 2. verbi transitivi indiretti (cioé preposizionali) 3. verbi intransitivi (cioé senza oggetto). Trattasi di una classificazione accettata tra altro dai linguisti francesi1 e adottata anche nella Grammatica italiana descrittiva di M. Regula e J. Jernej2. I verbi TRANSITIVI DIRETTI sono quelli che reggono un oggetto diretto: due concetti che sono indissolubilmente legati. R es.: noi studiamo la sintassi - mi učimo sintaksu essi leggono un romanzo - oni čitaju roman TRANSITIVI INDIRETTI sono quelli che hanno un oggetto indiretto, ossia preposizio-nale. P. es.: egli ha approfíttato dell'occasione - on je iskoristio priliku essi hanno rimediato ai danni sofferti - oni su popravili pretrpjelu štetu INTRANSITIVI sono invece i verbi che non hanno affatto oggetto: la ragazza é impallidita - djevojka je problijedila i prati verdeggiano - livade se zelene 1. L'oggetto diretto L'oggetto diretto é un elemento costitutivo della frase che indica la persona o la cosa su cui si esercita l'azione del soggetto espressa dal predicato. P. es.: 1 V., p. es., Grevisse, o. c. 143-144 2 Berna, 1975 (d'ora in poi GID) 3 Antonio biasima il fíglio. Gino guida l'automobile. Abbiamo visto un bel film. Ovviamente va rifiutata la defínizione secondo cui l'oggetto subisce (sempre) l'azione del predicato. Basta infatti il terzo esempio citato sopra per vedere che non si tratta di un'azione "súbita".3 L'oggetto diretto puó essere espresso da un sostantivo (eventualmente accompa-gnato da un attributo), da una qualsiasi parte del discorso sostantivata, da un pronome, un infinito o da un'intera proposizione oggettiva (di cui si parla al capitolo 3).4 P. es.: Ho comprato un tappeto persiano. Non capisco il perché del loro rifiuto. Le ho viste, le ho incontrate. Dovrei attendere. Preferisco andarmene. Essi sostengono di aver ragione. Le grammatiche di sólito non danno elenchi di verbi transitivi che reggono un oggetto diretto. Un'eccezione ce la offre la GID che riporta una lista di tali verbi clas-sifícati in due categorie: 1. verbi che signifícano un comportamento amichevole o ostile (iaiutare, soccorrere..., evitare, scansare...) e 2. verbi che indicano un movimento verso qcn. o qcs. (avvicinare, accostare... )? Sono elenchi, naturalmente, non esaustivi come non lo sono neppure le liste di verbi "ergativi" della Grande grammatica di L. Renzi, vol. I, 48.6 Ecco alcuni esempi da questa raccolta: affondare, aumentare, derivare... A questa serie di verbi "ergativi" vanno aggiunti, sempre dalla stessa fonte, verbi transitivi come accumulare, allargare... radunare... sviluppare... derivati dalle rispettive forme riflessive. I PRONOMI in funzione di oggetto diretto possono precedere il verbo (particelle proclitiche): Egli mi aspetta oggi a casa sua. Perché non vi fate mai vedere? Non lo capisco in nessun modo. Nella forma enclítica questi pronomi (personali) si possono uniré all'infinito, al participio, al gerundio, all'imperativo affermativo e all'avverbio presentativo ecco: non voglio comprarlo ancora accordatisi partirono súbito 3 V. a tal proposito la competente analisi in Serianni, o. c., 94 4 Gli esempi verranno tradotti quando si tratterá di mettere in particolare rilievo le differenze nella reggenza. ^ GID, 285. Ora anche in Talijanski jezik, o. c., 90. ® Per "ergativi" si intendono quei verbi intransitivi che hanno un corrispondente transitivo (che qui c'interessa). 4 vedendolo cosí ridotto ne ebbero compassione prendili questi guanti! eccoci finalmente arrivati! L'INFINITO in funzione di oggetto diretto si usa innanzi tutto con i verbi modali: potere, dovere, volere, sapere, soleve, usare'. non posso aspettare dovresti accettarlo (due oggetti!) vogliamo attendere? sa tradurre a prima vista i saggi sogliono parlare poco uso alzarmi di buon'ora In funzione di oggetto l'infínito si usa anche con fare e lasciare: faro riparare l'orologio - dati cu popraviti sat lasceró guidare la macchina a lui - pustit cu da on vozi kola lascia fare a me - ostavi da ja to ucinim ho fatto scrivere una lettera - dao sam napisati pismo lasciamo andaré! - ostavimo to!, dosta o tome Si usa anche con verbi che indicano una testimonianza dei sensi: sentire, udire, ascol-tare, vedere'. Non ho sentito suonare le campane. L'ho ascoltato parlare al congresso. Abbiamo udito cantare i tre tenori. Non abbiamo visto passare le macchine. Hanno invece funzione di soggetto gli infmiti dipendenti da verbi o frasi imper-sonali: Occorre aspettare. Basta chiamare. E meglio attendere. E facile criticare, ma é difficile creare. Bisogna lavorare. E pericoloso sporgersi. Conviene accettare. Certi verbi transitivi esprimenti una disposizione d'animo (intenzione, volontá, congettura) si costruiscono con Pinfinito in reggenza assoluta. Luca Serianni nella sua ampia trattazione delle proposizioni oggettive,7 ricca di innovazioni, cita i seguenti verbi con reggenza assoluta, cioé col solo infinito: affermare (egli afferma aver ragione) (tvrdi da je u pravu) considerare (essi considerano dover rimanere) credere (credo poter attendere) desiderare (desidero acquistarlo) dichiarare (dichiarano non saperlo) 7 V. la Grammatica citata, pp. 549-558 5 dire (dice essere convinto) preferire (preferisco non parlare) ritenere (ritengo sapere di più) sperare (spero arrivarci) stimare (stimo non poter farlo) trovare (trovo inutile do ver insistere)^ Tutti questi verbi, accanto alla reggenza assoluta (senza preposizione) ammettono anche il construite col DI: egli afferma di aver ragione essi dichiarono di non saperlo Inoltre, questi verbi possono costruirsi in modo esplicito: egli afferma che ha ragione essi dichiarano che non lo sanno Un costrutto particolare è l'OGGETTO PARTITIVO introdotto da forme articolate délia preposizione DI {del, délia, degli...) che serve a indicare una parte, un numero indeterminato, una certa quantità, o per dar rilievo al concetto. P. es.: Abbiamo com-prato della frutta e del vino. Ho incontrato dei conoscenti. La vita ha degli alti e dei bassi. La preposizione articolata ha la funzione di un aggettivo indefinito (alcuni, qualche). Va detto tuttavia che al posto del costrutto partitivo si preferisce spesso il costrutto semplice. P. es.: Lo riprovd con parole aspre. Ho fatto qualche sbaglio. Abbiamo incontrato alcuni amici. Semánticamente si distinguono varie specie di oggetti diretti9: 1. L'oggetto esterno nel senso che nella sua totalità viene colpito (o considerato) dall'azione: abbattere un albero, affrontare una difficoltá, fuggire i vizi, rammentare un nome... Puô considerarsi una sottospecie di questo gruppo l'oggetto "locativo" ricordato in Renzi (v. nota 9): Giovanni ha saltato il muro. Gino ha risalito il fiume. 2. L'oggetto generato o creato: scavare un buco, comporre un mazzo, fabbricare un palazzo... 3. L'oggetto interno o di contenuto con verbi intransitivi usati transitivamente e che ripetono i tratti semantici e, spesso, anche la forma lessicale dell'oggetto: dormiré sonni tranquilli vivere una vita felice e serena ® Abbiamo aggiunto tra parentesi esempi concreti di costrutti. Al lettore italiano questi esempi applicativi potranno risultare superflui. Non cosi per il fruitore straniero. 9 Poche grammatiche ne trattano; tra di esse la GID, pp. 284-285 e Renzi, I, 61 et passim. Noi seguiamo la GID. 6 correré una magnifica corsa cantare vittoria gridare aiuto 4. In concorrenza con il tassema awerbiale: a) oggetto di estensione, distanza (nello spazio e nel tempo): Il lago si estende cinque chilometri e dista sei chilometri dalla città. Il campanile si eleva (o sorgé) sessanta metri. Mió nonno visse ottanta anni. Ho dormito tre ore. Ieri ho dormito tutta la notte. b) oggetto di misura, peso: La botte misura cinquanta litri. La cassa pesa duecento chili. c) oggetto di valore, prezzo: Quell'edificio è valutato trenta miliardi. L 'orologio l 'ho pagato cinquantamila lire. Nella trattazione dell'oggetto diretto vanno menzionati i verbi transitivi riflessivi diretti (o propri): io mi diferido = io difendo me stesso egli si guarda nello specchio = egli guarda sé stesso... Qui il soggetto, eseguendo l'azione su sé stesso, coincide con l'oggetto. Altra cosa sono i riflessivi apparenti (io mi lavo le mani, Cario si taglia le unghie). Essi equivalgono a una forma transitiva accompagnata da un "complemento di termine".10 Quanto poi ai verbi riflessivi reciproci (Roberto e Maria si amano) essi esprimono un rapporto scambievole ossia una réciprocité di azione. Anche il problema della diates i passiva rientra nel campo della trattazione dell'oggetto diretto in quanto solo i verbi transitivi, con il complemento oggetto espresso, possono rendersi passivi. II problema viene trattato più ampiamente dalle varie gram-matiche nel capitolo dedicato alia coniugazione passiva. Qui puô bastare un esempio di trasformazione da forma attiva in forma passiva: La grandine ha distrutto le seminagioni. Le seminagioni sono state distrutte dalla grandine. Nel passaggio dall'attivo al passivo l'oggetto della proposizione diventa soggetto. Va ricordato anche il SI PASSIVANTE, un costrutto in cui il verbo transitivo diretto viene reso passivo con l'aiuto del pronome riflessivo SI, mentre l'autore dell'azione non viene espresso: Il riflessivo apparente (chiamato anche "medio") puô venir rinforzato con pronomi atoni (la, ne): godersela, andarsene, passarsela. 7 La sera si accendono i lumi. Si sono fatti molti progressi. In Italia si parlano molti dialetti. In unione all'oggetto diretto le grammatiche italiane parlano anche del complemento predicativo dell'oggetto, un aggettivo o sostantivo che si riferisce grammati-calmente all'oggetto e viene introdotto da verbi copulativi (eleggere, chiamare, ritenere e sim.): lo hanno elettopresidente, lo ritengono un uomo intelligente, non ren-derti ridicolo. Tuttavia questo problema va trattato piü ampiamente nella sezione dedi-cata espressamente al predicativo, sia libero che legato. NOTA CONTRASTIVA Benché gran parte dei verbi transitivi diretti abbia un costrutto analogo anche in croato, esistono pur sempre notevoli eccezioni in questo campo. Ecco innanzi tutto alcuni casi di coincidenza: Mio padre gestisce un'impresa - Moj otac vodi poduzece Hanno costruito una fabbrica - Sagradili su tvornicu. I contadini lavorano la terra - Seljaci obraduju zemlju. Ed ecco alcuni esempi di costrutti discordanti: ringraziare qualcuno - zahvaliti KOMU ricordare qualcosa - sjetiti se ČEGA aiutare qualcuno - pomoči KOMU minacciare qualcuno - zaprijetiti KOMU invadere il paese - provaliti u zemlju soccorrere qualcuno - pružiti komu pomoč FRASEOLOGIA išli smo za njima zaprijetili su nam pomogni mu ako možeš zahvaljujem direktoru na ljubaznosti ne sječam se više te sjednice pritekli su mu u pomoč nemoj to nikome reči nema šta! pusti na miru tvoga susjeda nemoj doči prekasno ne znamo da li da to učinimo ili ne li abbiamo seguiti ci hanno minacciati aiutalo se puoi ringrazio il direttore della gentilezza non ricordo piü quella seduta lo hanno soccorso non dirlo a nessuno non c'é che diré! lasciare stare il tuo vicino non venire troppo tardi non sappiamo se farlo o no 8 ne znam kamo iči a mogli smo pobijediti non so dove andaré e dire che potevamo vincere 2. L'oggetto indiretto L'oggetto indiretto o preposizionale, chiamato anche oggettoide, è un elemento costitutivo della frase (ossia è un tassema) introdotto da verbi transitivi indiretti, cioè da verbi preposizionali. P. es.: discutere di informática - raspravljati o informatici Simili esempi vengono classificati dalle grammatiche italiane nella vasta categoría dei "complementi indiretti" dove vengono contraddistinti con criteri semantici. Solo in via eccezionale alcuni autori di grammatiche italiane distinguono una categoría di "complementi dell'oggetto improprio" dipendenti da verbi che rispondono alia domanda "di chi?", "di che cosa?"11 Tali sarebbero, per esempio, i verbi "di memoria" come ricordarsi, rammentarsi, dimenticarsi e certi verbi "di affetto" come rallegrar-si, dolersi, rammaricarsi, stupirsi, meravigliarsi. Rientrerebbero in questa categoría anche verbi "di argomento" come accorgersi, avvedersi, rendersi conto. Quanto ai sintagmi o alie proposizioni rette da un nome o da un aggettivo, come ad es.: la gioia di rivederti la fretta di partiré la possibilité che tu non riesca a vincere lieto di conoscerla capace di intendere e di volere contento che siate arrivati in tempo questi casi non rientrano nella categoría degli oggetti, ma vanno da noi considerati forme di attributi di varia specie semantica, giá elaborata nella GID12, una concezione sostenuta anche da altri linguisti. Cosi, ad es., Giacomo Devoto nella sua ultima opera usufruire di ribassi - rispondere a una domanda - attenersi a una decisione - differire dall'originale - sperare negli aiuti di qcn. - insistere su un'affermazione - romperla con qcn. - è partito per la Spagna - koristiti se popustima odgovoriti na pitanje držati se odluke razlikovati od originala nadati se nečijoj pomoči uporno ostati kod tvrdnje prekinuti prijateljstvo s kim otputovao je u Španjolsku 11 V. p. es. Bini, o. c. 257. Lascio iuori discussione la Grande grammatica italiana di consultazione di L. Renzi e G. Salvi I/III. 12 GID, pp. 300-305. 9 "Lezioni di sintassi prestrutturale" parla di attributi analitici e di locuzioni attributive come lavoro d'impegno, febbre dafieno, con un volto tra l'attonito el'ardito, e annota "preattributi" come alieno dal bere, duro nel discutere, aperto al dialogo nonché "postattributi" del tipo valido per ritornare, voglioso di vederne qualcheduno grosso Se dunque eliminiamo le reggenze oggettive sostantivali e quelle aggettivali riman-gono le numeróse reggenze verbali e precisamente quelle con verbi transitivi indiretti nonché quelle con verbi intransitivi pronominali. Questi verbi introducono oggetti indiretti mediante preposizioni di cui le più numeróse sono DI e A. Prima di procedere oltre diamo l'elenco di una piccola serie di verbi che possono avere un doppio costrutto, diretto e indiretto:14 applaudire qcn. o a qcn. - pljeskati komu compiacere qcn. o a qcn. - ugoditi komu insidiare qcn o a qcn. - vrebati na koga, ugrožavati koga perdonare qcn. o a qcn. - oprostiti komu ubbidire a qcn. (raro: qcn.) - biti poslušan komu, slušati koga Esempi d'uso: II pubblico ha applaudito la cantante (o alia cantante) Lo faro per compiacerti (o per compiacere a te) Insidiava alia sua reputazione (o la sua reputazione) Non gli posso perdonare questa infamia (o non lo perdono di qu.i.) Non ha ubbidito ai suoi genitori (raro: i suoi genitori). I verbi con oggetto indiretto introdotti dalle preposizioni A o DI si contano a die-cine. Qui ne diamo alcuni esempi in forma infinitiva con rispettiva versione in croato. Sono sempre le reggenze che interessano particolarmente. Verbi con la preposizione A aspirare a qcs. assistere a qcs. badare a qcs. consentiré a qcs contribuiré a qcs. credere a qcs. guardare a qcs. pensare a qcs. rinunciare a qcs. težiti za čim prisustvovati čemu paziti na što pristati na što pridonijeti čemu vjerovati čemu paziti na što misliti na što odreči se čega ^ Devoto, Lezioni..., pp. 125-129. Prendo l'elenco da Reumuth, o. c. 178. 10 rispondere a qcn. rispondere a qcs. sopravvivere a odgovoriti komu odgovoriti na što (na pismo) nadživjeti koga ili što Verbi pronominali (riflessivi) con A abituarsi a qcs. - accingersi a qcs. - attenersi a qcs. - iscriversi a qcs. - limitarsi a qcs. - opporsi a qcs. - ostinarsi in qcs. - rassegnarsi a qcs. - sottrarsi a qcs. - priviknuti se na što spremiti se na što držati se čega upisati se u što ograničiti se na što oprijeti se čemu uporno ostajati pri čemu pomiriti se (sudbinom) izbjegnuti što, izvuči se od čega Verbi con la preposizione DI abusare di qcs. approfittare di qcs. chieder di qcn. dubitare di qcs. parlare di qcs. ringraziare di qcs. trattare di qcs. usufruire di qcs. zloupotrijebiti što koristiti što tražiti koga sumnjati u što govoriti o čemu zahvaliti na čemu raspravljati o čemu koristiti što Verbi pronominali (riflessivi) con DI accontentarsi di qcs. - accorgersi di qcs. - armarsi di qcs. - dimenticarsi di qcs. - interessarsi di qcs. - lamentarsi di qcs. - nutrirsi di qcs. - occuparsi di qcs. - servirsi di qcs. - vergognarsi di qcs. - zadovoljiti se eime opaziti što naoružati se čim zaboraviti što zanimati se za što tužiti se na što hraniti se čime baviti se čime poslužiti se čime stidjeti se čega Verbi introdotti dalle preposizioni DA, IN, SU, CON, PER allontanarsi da differire da udaljiti se od razlikovati se od dimettersi da - dissentire da - guardarsi da qcs. - servire da (esempio) - tradurre (dal franc.) - dati ostavku na (mjesto) ne slagati se s kime (u mišljenju) čuvati se čega služiti kao (primjer) prevoditi s francuskog commerciare m consistere in credere in (Dio) persistere in sperare in trgovati čime (drvom) sastojati se od čega vjerovati u (Boga) ustrajati u čemu nadati se čemu accordarsi su qcs. contare su qcn. giurare sull'onore discutere su insistere su ritornare su qcs. soffermarsi su qcs. složiti se, nagoditi se u čemu računati na zakleti se čašču raspravljati o čemu uporno ostati pri čemu vratiti se na što zadržati se na čemu arrabbiarsi con qcn. confídarsi con qcn. misurarsi con qcn. scusarsi con qcn. (di qcs.) capire per intuizione comunicare per telefono tremare per il freddo raccontare per filo e per segno - Verbi con due oggetti (diretti e indiretti) chiedere (o domandare) qcs. a qcn. - insegnare qcs. a qcn. - invitare qcn. a qcs. - minacciare qcn. di qcs. - accusare uno di qcs. - avvertire uno di qcs. - convincere uno di qcs. - informare uno di qcs. - pregare uno di qcs. - rasrditi se, naljutiti se na koga povjeriti se komu ogledati se s kime (u) ispričati se komu (zbog čega) shvatiti neposredno javiti telefonom tresti se od zime pričati potanko, na dugo i široko pitati koga za što naučiti koga što pozvati koga na što prijetiti komu čim optužiti koga zbog čega obavijestiti koga o čemu uvjeriti koga u što obavijestiti koga o čemu moliti koga za što 12 riempire qcs. di qcs. ringraziare uno di qcs. sospettare uno di qcs. napuniti što čime zahvaliti koga na čemu sumnjati na koga o čemu FRASEOLOGIA Ci siamo congratulati con loro per il bel risultato - Da chi l'avete saputo? - Li abbiamo distolti dal loro proposito - Li avevo avvertiti del pericolo - Manderemo delle cartoline ai nostri amici - Non mi hanno informato del suo arrivo - Dovreste ringraziarli della loro premura - L'ho riconosciuto dalla voce - Speriamo che non si vendichino su di loro - Li difenderemo da ogni pericolo - Ci siamo serviti del dizionario - Lo hanno incaricato di una missione difficile - Li hanno privati di quanto avevano - Non posso che considerarmi soddisfatto - del mió collaboratore Lo destituirono dal suo impiego - Mi ha ringraziato del dono - E molto difficile persuaderlo della veritá -delle tue parole Čestitali smo im na lijepom uspjehu Od koga ste to saznali? Odvratili smo ih od njihovog nauma Bio sam ih upozorio na opasnost Poslat čemo razglednice našim prijateljima Nisu me obavijestili o njegovom dolasku Morali biste im zahvaliti na njihovoj brizi Prepoznao sam ga po glasu Nadajmo se da se neče osvetiti na njima Zaštitit čemo ih od svake opasnosti Upotrebljavali smo rječnik Povjerili su mu težak zadatak Oduzeli su im sve što su imali Ne mogu a da se ne smatram zadovoljnim sa svojim suradnikom Skinuli su ga sa svog položaja Zahvalio mi je na daru Vrlo je teško uvjeriti ga u istinost tvojih riječi Tipología dell'oggetto indiretto Secondo criteri semantici gli oggetti indiretti, ossia gli oggettoidi,. si dividono in parecchie catégorie di cui indicheremo le principali.15 1. Oggettoidi esterni (diretti) colpiti totalmente o parzialmente dall'azione. (Cfr. gli oggetti diretti esterni): imbattersi in qcn. (= incontrarlo), abusare di qcs. (= usarla male), aver paura di qcs. (= temerla), bere di qcs. (= assaggiarne un po')... 2. Oggettoidi di luogo: andaré a, pervenire a; venire da, uscire da; abitare a, trovar-si a. (In concorrenza con l'avverbiale di luogo). '^Questa classifica semantica degli oggetti sia diretti (vedi prima) che indiretti richiama alia memoria la tradizionale numerosa partizione dei complementi indiretti delle grammatiche italiane. Nel nostro caso la situ-azione é del tutto diversa trattandosi di una classifica di elementi sintattici ben definiti mentre che le lunghe liste dei complementi indiretti comprendono in modo indistinto tassemi nominali (attributivi) e tassemi verbali (oggettoidi, avverbiali, circostanziali). 13 3. Oggettoidi di specificazione, misura, valore: sapere di rancido, sapere di ricercato; estendersi per, elevarsi per, sprofondarsi per. (In concorrenza con l'awerbiale). 4. Oggettoidi di termine (o dativali). Indicano la persona o la cosa presso cui si svolge l'azione. Inoltre completano spesso l'azione dei verbi transitivi (daré qcs. a qcn.); augurare qcs. a qcn., attribuire qcs. a qcn., acconsentire (a una proposta), pretendere (a un premio), aderire (a un partito), presiedere (a una riunione). Affine a questo costrutto é il cosiddetto DATIVO ETICO, una specie di forma intensiva espressa mediante pronomi atoni {mi, ti, si, ci, vi, si): stammi bene a sentire, cosa mai mi combini?, te lo trovi nella birreria, non aspettatevi un risultato migliore. 5. Oggettoidi di argomento, contenuto: parlare di qcs., dubitare di tutto, non ne abbia-mo parlato ancora, me ne infischio della sua opinione. 6. Oggettoidi di limitazione e restrizione: difettare di cibo, abbondare di frutta; il testo manca di citazioni. Alio stesso ordine di concetti appartengono anche oggettoidi di stima, colpa, pena: lo apprezzano per la sua rettitudine, é stato accusato di furto, lo hanno incolpato di tradimento. In campo semántico non sono possibili tagli netti fra i vari signifícati delle locuzio-ni. Cosí p. es. "incolpare di furto" puó essere interpretato come oggettoide di causa, invece che di limitazione. Esiste poi tutta una serie di oggettoidi introdotti da varié preposizioni e basati su signifícati diversi (mezzo, fine, causa, esclusione, ecc.). Vedere comunque la GID alie pp. 286-290. 3. Le proposizioni oggettive Le proposizioni oggettive fanno da oggetto alia proposizione reggente, sia principale che secondaria. Vengono introdotte da verbi transitivi diretti, transitivi indiretti e da locuzioni verbali equivalenti (essere d'opinione, avere l'impressione, essere convinto, daré la promessa, avere la certezza). Possono essere esplicite o implicite. Le proposizioni oggettive esplicite sono introdotte dalla congiunzione che (talora come) e hanno il verbo all'indicativo, al congiuntivo o al condizionale. Reggono generalmente l'indicativo i verbi che esprimono un fatto certo, reale (affermare, sostenere, dichiarare, informare, vedere, guardare, avere l'impressione, venire alia mente): Ti assicuro che é la veritá Ditegli che verremo domani Sentó che il rumore é cessato Ci siamo accorti che avete sbagliato 14 Nella forma negativa questi verbi preferiscono il congiuntivo: Non dico che ció sia una vostra invenzione. Non ricordo più che io l'abbia detto. Reggono il congiuntivo i verbi che indicano una volontà, un desiderio, una spe-ranza, un'opinione, un timoré, un'incertezza. Il congiuntivo è il modo del voluto o del pensato. Il contenuto délia dipendente viene sottomesso alla volontà espressa dalla principale (ossia dalla reggente): Credo che ciô sia esatto. Spero che abbiano ragione. Non ricordo che Lei abbia detto una cosa simile. Suppongo che egli sia malato. Sospettava che tu intendessi ingannarlo. Dipende solo da noi che le cose vadano bene. Con le proposizioni oggettive al congiuntivo vanno trattate le interrogative indirette: Non so se possa (o se potrô) venire. Gli chiesero quando fosse arrivato. Non è noto che cosa egli voglia intraprendere. Le grandi invertzioni dimostrano quanto sia potente l'ingegno umano. (Contemplativa in forma di interrogativa indiretta). Al posto dell'indicativo o del congiuntivo si usa il condizionale quando l'azione espressa dall'oggetto dipende da una condizione, da un'ipotesi. Questa puô essere anche taciuta: Sostengo che egli sarebbe riuscito, se avesse lavorato di più. Non credo che ci saremmo divertiti. Le oggettive implicite sono introdotte dalla preposizione DI con il verbo all'infi-nito quando il soggetto délia reggente è lo stesso di quello délia dipendente: Dice di non essere completamente sano. Ti consiglio di approfittare di questa occasione. Sei preoccupato di non ricevere lettere da casa tua? Spero di arrivarci in tempo. Quando il soggetto è diverso, è necessaria la forma esplicita: Egli crede che io abbia ragione. Tuttavia, con verbi come comandare, vietare, proibire, permettere o verbi di signi-ficato analogo, si puô usare la forma implícita anche se il soggetto è diverso: 15 il medico vieta al malato di fumare il capitano ordinó ai soldati di sospendere il fuoco Come abbiamo visto al cap. 1, con alcuni verbi si usa il costrutto assoluto (senza DI). P.es.: Sento suonare il campanello. Vedo venire gli ospiti. Ritengo necessario accettare la proposta. Gli esempi di costrutti oggettivi con le preposizioni A, DI, ecc. elencati al cap. 2 si prestano bene per formazioni di proposizioni oggettive. Bibliografía Battaglia S. - Pernicone V., La grammatica italiana, Torino 1957, pp. 626 Bini A., Nuova grammatica italiana, Firenze 1941, pp. 355 Coli P. L. e Rossi G., Dolcissimo idioma, Torino 1937, pp. 311 Dardano M. e Trifone P., Grammatica italiana, Bologna 1996, pp. 789 Devoto G. e Massaro D., Grammatica italiana, Lecce 1962, pp. 402 Devoto G., Lezioni di sintassi prestrutturale, Firenze 1974, pp. 324 Duro A., Grammatica italiana, Torino 1956, pp. 384 Fogarasi M., Grammatica italiana del Novecento, Roma 1984, pp. 427 Jernej J., Talijanski jezik, Zagreb 1999, pp. 216 Migliorini B., Grammatica italiana, Firenze 1958, pp. 306 Reumuth W. - Winkelmann O., Praktische Grammatik der italienischen Sprache, Gottfried Egert Verlag, 1991, pp. 325 Regula M. - Jernej J., Grammatica italiana descrittiva, Bern 1975, pp. 336 Renzi L. - Salvi G., Grande grammatica italiana di consultaziont, I/III, Bologna 1991/96 Serianni L., Grammatica italiana, Torino 1991, pp. 750. Povzetek NEPOSREDNI IN POSREDNI PREDMET Slovnice italijanskega jezika se pri obravnavi predmeta, stavčnega člena, ki izraža enoto, na katero se veže dejanje ali delovanje povedka, največkrat omejujejo na neposredni predmet, posredni predmet pa obravnavajo kot zgolj dopolnila glavnega dogajanja (subjekt - objekt). Prispevek skuša posebej osvetliti posredni, indirektni predmet, zlasti kar zadeva glagolsko vezavo. To je še posebej pomembno protistavno, ker se jeziki med seboj ne skladajo, kar lepo kažejo protistavni primeri italijanskega in hrvaškega jezika. Na končuje dodan kratek pregled predmetnih odvisnikov. 16