ANNO IX. Capodistria, 16 Gennaio 1875. N. 2. LA PROVINCIA DELL' ISTRIA, organo ufficiale per gli atti della Società Agraria Istriana. Esce il 1° ed il 16 d'ogni mese. ASSOCIAZIONE per un anno fior. 3; semestre e quadrimestre in proporzione. — Gli abbonamenti si ricevono presso la Redazione. Articoli comunicati d'interesse generale si stampano gratuitamente. — Lettere e denaro franco alla Sedazione. — Un numero separato soldi 15. — Pagamenti anticipati. I Signori Soci che non avessero ancora pagato l'abbonamento a tutto 31 Dicembre p. p. sono pregati a soddisfare sollecitamente al loro obbligo. Atti ufficiali della Società agraria istriana. CORRISPONDENZE. Muggia 2 Gennaio. Avevo più volte l'intenzione di tenervi informato delle cose del luogo, perchè nel giornale la Provincia sia fatto cenno anche di Muggia. In una sola volta sarebbe lungo dirvi di tutto, perchè vi sarebbe da parlare del Comune, delle Scuole ultimamente sistemate, del Lazzaretto Marittimo, di S. Bartolomio, del Cantiere San Rocco ecc. Mi limiterò questa volta a dirvi che l'amministrazione comunale si trovava quattro anni or sono in istato tutt' altro che florido, perchè il Comune privo di rendite proprie, aveva contratto molti impegni che ammontavano complessivamente a fior. 31 mila circa, i quali tutti i giorni andavano aumentando. Le rendite venivano sequestrate e tutta l'azienda era incagliata e nulla faceva presagire un migliore avvenire. Per riparare a tanti mali finalmente si è deliberato di contrarre un prestito di fior. 40000 am-mortizzabile in 20 anni, verso corrisponsione dell'interesse del 5 p. °/o, e cosi estinguere tutte le passività del comune e dar mano a ristauri e lavori di constatata necessità e pubblica utilità che non ammettevano dilazione. Si diede mano infatti al ristauro del vecchio mandracchio e se ne interrò una parte. Furono intrapresi i lavori di riparazione della chiesa parrocchiale, quelli per la costruzione del nuovo cimitero e per la strada di accesso. Ed a fronte di tutti questi lavori, che costarono somme non indifferenti, come potrei dimostrarvi, a fronte di tanti dispendi, le condizioni del Comune in oggi sono molto migliorate, e lo si deve a questa operazione di prestito contrattato con rilevante vantaggio, quantunque vivamente opposta dall' Inclita Giunta Provinciale la quale voleva ritenerla dannosa per il Comune. Intanto fino al giorno d'oggi, il nostro Comune oltre che far fronte alle molte, giornaliere e dispendiose sue incombenze, si mantenne iu corrente no n solo nel pagamento degli interessi, ma ben anco nella corrisponsione della rata annuale di fior. 2000 per ammortizzazione di capitale. Pagò antecipati gli emolumenti a tutti gì' impiegati, maestri, guardie comunali, medici, inservienti. E vi faccio osservare che il comune di Muggia, unico luogo industriale della provincia, è aggravato da molte imprevedute, stante l'affluenza degli operai al cantiere di S. Rocco; affluenza che, è vero, porta anche degl'utili, e per cui deploriamo che oggi vada scemando, causa la scarsità di lavori nel cantiere. Se non chè oggi, per colpa non nostra, ci troviamo in qualche imbarazzo. Ed ecco perchè. La nostra rappresentanza comunale approvava nella seduta del 9 Novembre i conti preventivi per il comune locale di Muggia ed i comuni censuarj di Valle, Oltra, Monti, Scoffie e Plavia, ed aveva assegnato le seguenti addizionali: Pel comune censuario di Muggia : L'esazione del 150 p. °/o sul dazio consumo della carne, del vino, degli spiriti e della birra ; e del 15 p. % sulle dirette. Pel comune Censuario di Valle-Oltra : L' esazione del 100 p. % sul dazio consumo idem, idem. ; e del 10 p. e/0 sulle dirette. Pel comune censuario di Monti : L'esazione del 150 p. % sul dazio consumo idem, idem, e del 20 p. % 0 sulle dirette. Pel comune censuario di Plavia e Scoffie : L' esazione del 50 p. °/o sul dazio consumo idem. idem. Ma 1' I. R. consiglio scolastico distrettuale, nella seduta del 30 Novembre p. p. deliberava di separare dal circondario scolastico di Muggia i comuni censuarj di Valle, Oltra e Monti perchè, secondo le sue vedute, quei comuni venivano aggravati nelle spese di concorrenza per le scuole, senza che potessero partecipare dei vantaggi, perchè distanti più di un ora da Muggia, sede della scuola. E li costituiva in un solo circondario scolastico ordinando l'attivazione di apposita scuola. Tale deliberazione portava un grave dissesto nel bilancio del comune censuario di Muggia, dovendosi, in conseguenza, sopportare per intiero il dispendio di f. 1340 pei bisogni materiali della scuola, mentre le spese del personale insegnante sono sostenute dal fondo provinciale mediante 1' introito dell' addizionale sul dazio consumo votata, a questo scopo, dalla Dieta nell' ultima sessione. La Giunta Provinciale in base al deliberato dell'i. r. consiglio scolastico distrettuale riduceva del 50 p. % le addizionali sul dazio consumo di tutti gli accennati comuni censuarj, e partecipava che 1' addizionale sul dazio consumo pel comune locale di Muggia veniva ridotta dal 150 al 100 p. %, con sovrana risoluzione del 19 Dicembre p. p. In conseguenza di queste riduzioni l'introito del Comune viene diminuito di f. 2716 senza che i comunisti risentano perciò qualche vantaggio, ma bensì gli esercenti, i quali mantenuti inalterati i prezzi dei generi, colpiti da addizionale anche ridotta, andranno introitare dai consumatori l'importo maggiore del dazio, sottrato, unicamente in loro favore. In fin dei conti la conseguenza ultima è questa, che il nostro comune, il quale andava assestando le sue finanze, si trova di nuovo in brutti imbarazzi e non sarà in caso probabilmente di pagare la rata di f. 2000 d' ammortizzazione dell' incontrato prestito, ne potrà neppure mantenersi in corrente con gli interessi come ha sempre fatto per lo passato ! ! (P. B.) Bozzo 29 Dicembre 1874. Eccovi qualche notizia riguardo la peste bovina. Scoppiò a Dolegnavaz e ritengo esservi pervenuta dagli animali che conducevano colà ed a Lupoglau, dalla stazione di Mattuglie, attrezzi ed altre cose necessarie pella ferrovia istriana, mentre il primo caso di malattia ebbe luogo nello stallaggio di certo Martino Sergo di Dolegnavaz, dove perivano quattro animali bovini. Il povero proprietario attribuiva la malattia e perdita dei suoi bovi, per essersi questi saziati di ghiande. Da quel centro si comunicò il male ad una prossima stalla dove perivano quattro bovini, il proprietario fece regolare denunzia all'ufficio podestarile, e da questo venne avvanzata al Capitanato distrettuale. Pochi giorni dopo l'epizoozia scoppiò in altra stalla prossima, e pare, portata da uu vitello di due mesi proveniente dall'ultima stalla infetta. Perirono sette animali, parte di peste, parte macellati conforme la legge. In tutto nella parrocchia di Dolegnavaz, presso sei proprietarj, perirono quindici animali di malattia ed altrettanti furono fatti macellare perchè in contatto con quelli. Dodici giorni fa successe un caso nel comune di Colmo, poi nessuno. A Poglie di Rozzo, mezz' ora circa di distanza dai ceutri della prima infezione, scoppiò la peste nella stalla di un certo tale che aveva acquistata un'armenta di una delle stalle infette nella parrocchia di Dolegnavaz. Com'era da prevedersi furono colpite altre stalle e perirono circa uu quindici animali. Il giorno 24 corr. era cessata la contumacia ; ma un nuovo caso avvenuto il giorno dopo, la prolungò per altri 21 giorni. In tutto fin oggi perirono trenta animali di peste e venti furono macellati. Potete credere quale dissesto economico abbia portato questo nuovo malanno! oltre il danno reale delle perdite degli animali, bisogna contaro il danno delle contumacie. I nostri poveri contadini si disperano a veder macellare gli animali sani di quelle stalle dove succede anche un solo caso; vorrebbero che si formasse un ospitale di contumacia, ma la legge non lo concede! È giustizia far gli elogi della commissione di sorveglianza per il molto zelo con cui disimpegna le sue mansioni. E giacche sono con la penna in mano vi aggiungo quattro righe sulle strade. Il Comitato stradale di Pinguente lascia molto a desiderare, perchè le strade da quello amministrate sono nel massimo disordine. Yi basti questa, che sulla strada Pinguente-Vrazna, importantissima, le ruote si profondano nel fango fino alla loro testa! Lo stesso incoveniente s'incontra sul tronco Pinguente-Poglie di Rozzo. Anche gli altri Comitati di confine non curano a norma dell'importanza le loro strade; per esempio osservo che il tronco Co-vedo, S. Antonio, Capodistria, da qualche anno è quasi abbandonato. Quella strada, a noi di Pinguente, risparmia una buona ora, di confronto alla linea che siamo costretti a percorrere per Decani, la quale a dire il vero in molti tratti è assai in disordine. La strada da Cernical ad Ospo*) ridotta che fosse, con poca spesa, servirebbe per farci risparmiare da Pinguente a Trieste, una buona ora. Necessaria sarebbe la prosecuzione della strada da Mandichi sotto Bogliuno fino all' incontro della nuova strada per Susgnevizza, e finalmente facciamo voti per il compimento della strada che dalle Levade mette al Ponte Portone. Causa i lavori della ferrata le campagne sono neglette; ma questa è la conseguenza indispensabile dei lavori di costruzione di ogni ferrovia; manco male se dopo dovesse venir il buono, ma che utilità porterà a noi questa ferrovia di congiungimento col Cragno? Quanto maggior utile per lo stato e per la provincia, se si avesse fatto un tronco Pinguente-Trieste, invece che il tronco Canfanaro-Rovigno! Ma ora a che giova discorrerne? IL RISANO. Nel N. 22, 16 Novembre p. p. del nostro giornale, abbiamo fatto cenno di un interessante articolo pubblicato nell' Unione del 9, istesso mese, sul taglio del Risano. La questione era svolta soltanto riguardo la pubblica igiene. L' Unione del 25 p. p. porta *) Il Comitato stradale di Capodistria ebbe l'incarico dalla Giunta Provinciale di praticare i necessari esami e rilievi per le riparazioni del tronco di strada da Ospo alla nuova Di-vazza-Pola, presso Cernical, in seguito a istanze prodotte dai comuni di Ospo e Gabrovizza. il seguito dell'articolo, dove si dimostra la necessità del taglio riguardo all' agricoltura ed alle industrie. Anche da questo lato la questione è svolta assai bene, in modo da non lasciar dubbio sulla necessità della proposta rettificata. Inoltre viene dimostrato all'evidenza, tutto l'utile derivabile dalle acque del Risano, quando il fiume venisse regolato nell'intiero suo corso, ciò che ci lusinghiamo che avvenga a benefizio dell'intiero distretto e della intiera provincia Riportiamo quella parte dell'articolo dove sono riassunti i i principali vantaggi che dal lato igienico agricolo ed industriale si dovrebbero ottenere con la proposta rettifica e regolazione : "Col raccorciamelo e regolazione del fiume Risano si otterrà: la possibilità di utilizzare tutte le acque del fiume nei momenti di massima magra: quella di renderlo navigabile sino ai pressi del "ponte di Risano» : di ovviare agli inconvenienti dei subiti trabocchi col diminuire pella maggiore capacità del suo alveo l'impeto delle torbide, per cui risulteranno minori od insensibili i danni alle saline e circostanti campagne. Inoltre con questa regolazione verrà impedita qualsiasi interruzione dell'arteria stradale tanto importante che congiunge Trieste colla massima parte dell'Istria, e col raccorciamento del corso del fiume si allontanerà maggiormente l'epoca nella quale si avverrerà il bisogno di un nuovo espurgo ; in linea igienica si toglierà affatto l'incubo che gravita sulla nostra città ; il fiume verrà con facilità reso navigabile nei momenti d' aita marea fino al suaccennato ponte con barche da 12-10 tonnellate, e le saline delle località denominate "Fiume,, potranno utilizzare l'Ara Fiume come canale apportatore di acqua salsa ai singoli fondamenti limitrofi : con maggiore facilità si potrebbe formare un consorzio per l'ulteriore utilizzazione di quest'acqua a scopi agrarii: e con una semplice noria od altra macchina elevatrice, avere la sicurezza di ottenere un vantaggio agricolo incontestabile in tutte le basse valli poste nell' ultimo tratto del suo corso „. E conclude : "Gli interessi agricoli, industriali ed igienici di tutte le circostanti comuni si fanno sentire in modo da doversi decidere a porre in atto questa regolazione, per cui lo stato e la provincia dovrebbero concorrere in proporzione ai vantaggi generali che da questa de-vesi ripromettersi. Completato questo lavoro si potrà presentare agli industriali l'occasione di fondare con profitto degli stabilimenti manifatturieri lungo le sponde di questo fiume prossimo a Trieste, e per un buon tratto navigabile. Quando il fiume Risano sarà immesso nel suo alveo antico, per maggiore sicurezza delle saline e delle basse vali, sia l'Ara della Fiera il suo scaricatore ; così lo Stagnone verrà da quella parte a poco a poco immonito, ma avranno tutta la facilità di impedire che questo interramento diventi pericoloso,,. DATTI STATISTICI. Atti del Vescovo di Capodistria, Agostino co. de Bruti To. I. c. 294—302. In seguito a domanda dell' 111.mo podestà capitano il nobile Giorgio Bembo (28 Novembre 1736) il vescovo gli manda nota dei benefici! tutti della Diocesi, delle persone che ne sono in possesso colla specifica delle rendite di ogu'uno (4 dicembre anno stesso). Specifica dei beneficii e beneficiati nella Diocesi di Capodistria li 4 Dicembre 1736. A. Capodistria Nella chiesa cattedrale X1Y Canonicati con IV dignità, Decanato cioè, Arcidiaconato, Scolastria e Te-soraria, quali vengono conferite a quattro signori Canonici. Attuali possessori de'canonicati e dignità: Il M. Rev. Sig. don Giovanni Gerardini decano, Dr. in ' ambe le leggi. „ don Andrea del Tacco, arcidiacono, Dr. in ambe le leggi. „ don Girolamo Morosini, Tesoriere. „ don Raimondo Grisoni, canonico-Zarotti. „ don Lodovico Tarsia. „ don Gian Maria Corte, Dr. in sacra Teologia, Penitenziere. „ don Romano di Pietro Romano, Dr. iu sacra Teologia. „ don Nazario Lugnan, Dr. in sacra Teologia, Teologo. „ don Nazario Musella. „ don Giacomo co. Bruti. „ don Nicolò Zarotti. „ don Barnaba co. Bruti. „ don Andrea Corte. NJB. La Scolastria era vacante fin dal marzo p. p. Mansionerie due coli'obbligo quotidiano al coro. Attuali possessori: Don Giuseppe Gerin. Don Gian Battista Bragadin. Rendite dei beneficii ecclesiastici, rilevate dalle note e notizie esistenti ili Officio episcopale. Rendite del Decanato, detratte le spese Lire 240 circa „ dell'Arcidiaconato detratte le spese L. 19 circa „ della Scolastria vacante detratte le spese L. 2 „ della Tesoraria, detratte le spese Lire 2. Rendite capitolari, detratte le quotidiane distribuzioni, e li redditi di anniversarj e messe, da dividersi in XII dei signori canonici, (seclusi li signori canonici Tesoriere, che, detratte le quotidiane distribuzioni, non ha altra reudita che la sopranotata, e il signor canonico Grisoni, possessore del canonicato Zarotti che ha la sua particolare prebenda), circa Lire 548. — Rendita del M. Rev. signor canonico Grisoni, detratte le quotidiane distribuzioni e messe circa Lire 1257. Rendite de' controscritti Monsignori, detratte le quotidiane distribuzioni, per ciascuno . Lire 42:— B. Pirano Nella Collegiata VI canonicati che compongono il Capitolo. Arcipretato o Pievanato, che per il passato si possedeva da uno dei signori canonici capitolari, ma ora posseduto da uno non cauouico. Possessori attuali dei medesimi : 11 M. Rev. don Giovanni Colomban, arciprete. „ don Marcello Lanci, Scolastico. „ don Nicolò Torre. „ don Antonio Tartini, Dr. in sacra Teologia. „ don Francesso Venier, Dr. in sacra Teologia. „ don Angelo Petronio. Il sesto canonicato era vacante. Altri III canonicati di Juspatronato laicale. Possessori attuali do' medesimi : Il M. Rev. don Antonio Predonzan (canonico-Testa). „ don Accorsio Corsi (canonico-Corsi). „ don Giorgio Castro (canonico del Comune).. Rendite dell'Arcipretato o Pievanato circa........., . . Lire 120: — Rendite capitolari, detratte le quotidiane distribuzioni, aggravj e spese, circa „ 2519 : — Rendite del canonico Predonzan, detratte le quotidiane distribuzioni, le messe ed altre spese pel mantenimento di stabili, circa..........„ 24: — Rendite del canonico Castro, detratte le quotidiane distribuzioni e le messe, circa..........„ 568: — Rendite del canonico Corsi, detratte le quotidiane distribuzioni e le messe, circa............p 292: — Tre Mansionario residenziali Possessori attuali delle medesime : Il Rev. signor don Ottaviano Bianchi. „ don Gian Antonio Rastelli. „ don Bernardin del Seno. Rendite del signor Mansionario Bianchi, detratte le quotidiane distribuzioni e messe, circa....... Rendite del signor Mansionario Rastelli, detratte le quotidiane distribuzioni e messe, circa....... Rendite del signor Mansionario del Seno, detratte le quotidiane distribuzio- Lire 77:- 74: — ni e messe, circa 57;- C. Isola Nella Collegiata IV canonicati con un Pievanato, che viene posseduto da uno dei canonici. Possessori attuali dei medesimi : Il M. Rev. signor don Antonio de Lise, pievano. „ don Pasquale Carlin. „ don Agostino Vidali. „ don Francesco de Ugo. Rendite del signor Pievano e dei signori Canonici, detratte le messe, circa Lire 650 : D. Ville a) Due Pievi perpetue 1. Carcauzze, posseduta dal Rev. don Stefano Umer, — Rendite detratte le spese, aggravj e messe, circa . Lire 704: 2. Covedo, posseduta dal Rev. don Gian Pietro Fermeglia, — Rendite, detratti gli aggravj, circa . . . „ 319 : b) Otto cappellate curate de mensa episcopali 1. Monte, posseduta dal Rev. signor don Filippo d'Ambrosi, — Rendite, detratte le messe, spese ed aggravj, circa........... 480: 2. Corte d'Isola, posseduta dal Rev. signor don Giuseppe Longo, — Rendite, detratte le messe ed aggravj, circa.......„ 368: 3. Maresego, posseduta dal Rev. sig. don Pietro Marchiano, — Rendite, detratti gli aggravj. circa. . . . „ 370: 4. Ceruschie (ora Trusche), posseduta dal Rev. signor don Giacomo Saule, — Rendite, detratti gli aggravj, circa......... „ 336: 5. San Sergio (ora Socerga), posseduta dal Rev. signor don Antonio Fermeglia, — Rendite, detratti gli aggravj, circa........„ 337: 6. Villa Morasia ( Valmorasa), posseduta dal Rev. signor don Pietro Dell' Osto. — Rendita, detratti gli aggravj, circa........ 200: 7. Sant'Antonio, posseduta dal Rev. signor don Nicolò Micol, in qualità d'Economo. — Rendite, detratti gli aggravj, circa........ 429: 8. Villa Cano ( Villa Cannorum), posseduta dal Rev. signor don Nicolò Spagnoletto. — Rendite, detratti gli aggravj, circa........ 300: c) Quattro cappallanie curate de mensa Capituli della Cattedrale. 1. Castel Bona (Gostaiona), posseduta dal Rev. signor don Simone Voch. — Rendite, detratti gli aggravj, circa..........„ 535: 2. Risano (Lazzaretto), posseduta dal Rev. signor don Bartolomeo Buda. — Rendite, detratti gli aggravj, circa........ . . „ 700: 3. Antignano, posseduta dal Rev. sig. don Gian Mattia Antoniuti (Zi-gante) in -qualità di Economo. — Rendite, detratti gli aggravj, circa „ 200: 4. Pomignano, (ora l'augnano), posseduta dal Rev. signor don Francesco Vescovo, in qualità di Eco- nomo. — Rendite, detratti gli aggravi, circa......» • » 292: | d) Due cappellanie curate de mensa capituli della Collegiata di Pirano. » 1. Castel-Venere, posseduta dal Rev. signor don Matteo Dianich, della Diocesi di Zara. — Rendite, detratti gli aggravj, circa....... 500: — 2. Salvore, posseduta dal Rev. signore don Francesco Rosolio, d'Omago Diocesi di Trieste. — Rendite, detratti gli aggravj, circa . ... „ 550: — FINE. Clero secolare della Diocesi di Capodistria nel 1737, mese di maggio. A. CAPODISTRIA. Canonici XIY, il posto di Scolastico era vacante; — Altri sacerdoti LV, — Diaconi I, — Chierici V, — Tra i Canonici v' erano V. Dottori, due di essi in ambe le leggi, gli altri in sacra Teologia, e tra i Sacerdoti v'erano due laureati, uno in ambe le leggi, 1' altro in sacra Teologia. Seminario Clericale con II sacerdoti e XVII Chierici. B. PIRANO. Canonici IX oltre l'Arciprete che allora non era canonico, due di essi erano Dottori in sacra Teologia. — Altri sacerdoti XVI, — Diaconi I. — Suddiaconi I, — Chierici II. G. ISOLA. Canonici IV. — Altri sacerdoti XIII, — Suddiaconi I, — Chierici II. D. Clero Foraneo Sacerdoti XVII, tra i quali uno è Cappellano in Carcauzze. Bruti, Atti Tomo I. RECENTI PUBBLICAZIONI. /U/ - Tavole mjrali di frutticoltura ordinate secondo i migliori e più recenti sistemi dai prof. G. e M. fratelli Roda, rappresentanti in modo particolareggiato le varie maniere di coltivazione delle frutta. — Torino 1874. Stamperia Reale di G. B. Paravia e Compagni. Annuario dell'I. R. Istituto Bacologico sperimentale di Gorizia — Anno 1873, redatto da G Bolle. — Gorizia Tip. Saitz 1874. NOTIZIE. Il Comitato stradale distrettuale di Capodistria . tenne seduta il 24 Novembre p. p. Incaricava la Presidenza, — a proposito di una circolare della Giunta provinciale riguardo la presa in consegna delle strade comunali, — avuto riflesso al metodo usato di prendere in manutenzione strade relativamente in buon assetto, di provocare dalla Giunta provinciale una esplicita dichiarazione, se a fronte dello stato di deperimento o di abbandono più o meno rimarchevole di una strada comunale ruotabile, questa debba venire senz' altro presa in consegna dal Comitato per l'ulteriore manutenzione o meglio per la quasi ricostruzione, o di attenersi nel ricevere in consegna nuove strade conformemente alla dichiarazione stessa. Il Comitato approvava il conto di previsione per il 1875, proposto dalla Presidenza, con lion modificazioni: con un dispendio di f. 7710; da coprirsi: con civanzo di cassa (f. 1500) presumibile alla fine dell'anno 1874; coi fondi provinciali per ciò che riguarda la mercede del tecnico (f. 300); col 12 p. % sulle imposte dello Stato (prescrizione del 1874 fiorini 58616) calcolato che il presumibile incasso raggiunga il 65 p. %, per cui si avrebbero f. 4571 ; ed in fine col sperabile incasso di arretrazioui per fiorini 1300. In seguito ad incarico della Giunta provinciale il sig. Ingegnere Dr. Vicentini di Trieste ha effettuato la misurazione della portata delle sorgenti del Risano, nel giorno 29 Novembre p. p., che diede per risultato una portata di metri cubi 47347. 20 in ventiquattro ore. Venne disposto dall'i, r. Ministero dell'istruzione pubblica che il sussidio dello Stato di f. 23,856 annui pel fondo istriano delle scuole elementari, venga corrisposto alla Giunta provinciale dal 1 Gennaio 1875 in poi in rate antecipate semestrali anziché mensili. La Giunta provinciale ha diretto una circolare a tutte lo Podesterie ed al Magistrato Civico di Ro-vigno per ripetere da queste autorità gli estratti sommari delle gestioni di tutte le amministrazioni delle fondazioni laiche e degli istituti di beneficenza di origine privata, nonché il prospetto di tutte queste fondazioni ed istituti esistenti nel Circondario del comune locale, aggiungendovi copie degli atti fondazionali e degli statuti, come pure gli inventari ed altri prospetti dimostranti le rispettive facoltà; e ciò in seguito a diritto di essa Giunta di esigere l'ispezione degli accennati estratti sommarii delle gestioni, in avanti presentati per obbligo dai rispettivi' istituti e fondazioni alle i. r. Autorità politiche locali. Secondo il bollettino ufficiale a tutto il 4 corr. la peste bovina era cessata nel Capitanato distrettuale di Pisino e nel territorio di Trieste. Rimanevano in- fetti : il Capitanato distrettuale di Capodistria, comune di Bozzo, comune di Pinguente, comune di Dollina. Il Capitanato distrettuale di Pola, ed il Capitanato di Yolosca, comune di Castua e di Velsane. Il giorno IO corr. si riunì in Parenzo la commissione provinciale per la regolazione dell' imposta fondiaria per deliberare definitivamente sui prodotti reclami contro la tariffa di classificazione. Il giorno 14 dello scorso Decembre ebbe luogo in Vienna la festa dell' inaugurazione della Società degli studenti italiani. Abbiamo informati i nostri lettori della costituzione di questa Società, la quale, e per l'indole sua e per la qualità delle persone di cui e formata ; di giovani nostri, nei quali sono riposte le speranze della patria, deve destare le più vive simpatie. Serio e nobile è il compito di questa società in Vienna: oltre che il mutuo soccorso, onorare in mezzo ad una delle più colte città tedesche, il nome italiano, con la severità degli studi e col contegno che riveli la dignità del carattere. Noi abbiamo fiducia che quella parte della nostra gioventù che costituisce la società sappia rendersi degna di tanto incarico e meritare bene della patria. Da un sunto della relazione del comitato direttivo, letta nella adunanza generale del 16 dicembre a. p., apprendiamo, che tutta la stampa della capitale accolse con plauso la costituzione della società, che molte e influenti persone vi sono inscritte, tra altri il cav. Dr. Vidulich capitano provinciale, i deputati de Franceschi e Coronini. Il numero degli studenti inscritti arriva a ottanta. Il fondo di cassa ammonta oramai a f. 531. Alle cariche sociali furono eletti i signori : Piz-zamiglio Adolfo, presidente; Reich Desiderio vicepresidente ; a membri del comitato : Elio Longo, Gabriele Lauro, Giuseppe Girardelli, Domenico Zatelli, Augusto Valentincig. COSE LOCALI. ELENCO dei benemeriti Signori che in ricorrenza del Capo d'anno elargirono in surrogazione alle visite d'augurio le sottospecificate, offerte a beneficio del CIVICO SPEDALE Almerigotti Giuseppe f. 1, — Apollonio Gia-nandrea e famiglia f. 2, — Babuder Giacomo f. 1,— Bratti Andrea e famiglia f. 2, — Bartoli Antonio f. 2, — Barega Giuseppe f. 2, — Berlam Benedetto f. 1, — de Bosizio cav. Luigi f. 1, — de Baseggio cav. Giorgio f. 1, — de Baseggio Nicolò f. 1, — de Baseggio Santa f. 1, — de Belli Dr. Cristoforo e famiglia f. 5, — Callogiorgio Giorgio e famiglia f. 2, — Cadainuro Marco e consorte f. 1, — Coiene Cristiano f. 1, — Coverlizza Carlo f. 1, — Demori Domenico f. 5, — Del Bello Dr. Pietro f. 1, — Del Bello Dr. Nicolò f. 1, — Doluitscher Catterina f. 2, — Debel-lich Pietro e famiglia f. 2, — Dragovina Carlo f. 15, — Dragovina Francesco f. 1, — Del Tacco C.a Teresa f. 1, — Daudruzzi Nicolò f. 1, — de Fa vento Don Giovanni f. 1, — Floriani Pietro f. 1, — Gallo Dr. Augusto f. 1, — Gallo Pietro f. 1, — Genzo Giovanni f. 2, — Garbini Pietro f. 1, — de Gravisi Don Pietro f. 1, —■ de Gravisi Andrea e famiglia f. 1, — Da Mosto Antonio e famiglia f. 5, — Manzini Dr. Giovanni f. 1, — Manzoni Dr. Domenico f. 1, — Madonizza Giovanni f. 1, — Madonizza Nicolò e famiglia f. 5, — Mason C. f. 1, — Merkel Francesco f. 1, — Mako-rich Adolfo f. 2. — N. N. f. 1:50, — Orbameli Antonio e consorte f, 2, — Orbanich Francesca f. 1, — Orbameli Ferdinando f. 1, — Pellegrini Giuseppe e famiglia f. 4, — Presidenza Sali f. 2, — Rota Cont. Girolamo e famiglia f. 2, — Rozzo Pietro e famiglia f. 2, — Regancin Giovanni e famiglia f. 1.50, — Smarda Ervino f. 1, — Scarizza Stefano 1, — Savor-gnani Dr. Achille f. 2, — Steffanutti Antonio f. 1, — Simsig Federico f. 1, — Stradi Don Elio Nazario f. 10, — Sbuelz Carlo f. 1, — Totto Cont. Giovanni Gregorio f. 5, — Totto Cont. Maria nata Vico f. 2, — Totto Cont. Orsola f. 5, — Tommasich Andrea f. 1,— Valentincig Luigi f. 1, — Venuti Leonardo f. 1, — Vettach Gius. f. 1, — Visentini Edoardo f. 1, — Zanella Giovanni e famiglia f. 2. Nel Teatro Sociale recita la compagnia drammatica diretta dagli artisti Amilcare Ajudi e Virginia Benelli. VARIETÀ. LI FRUTTE. Il frutto è l'ultimo termine, a dir così, della vegetazione annua: scopo e benefico fine che s'è prefisso il sommo Autore delle cose nel creare quella moltiplicità di vegetali, i cui prodotti sono sì preziosi per l'uomo e per l'innumerevole varietà degli animali. Esse da un lato fanno uno dei nostri principali alimenti, dall' altro ci porgono grato ristoro al palato e somministrano utili rimedi alla medicina. Pel vocabolo frutto il comune della gente non intende che le frutta carnose o che son buone a mangiare, come le pere, le mele, i fichi, le ciriegie, le fragole, i poponi, ecc. I botanici prendono questa voce in significato infinitamente più largo, e comprendono sotto il nome generale di frutto il risultato perfetto di ogni fiore compiuto, la cui ovaja o le cui ovaje producono un frutto qualunque. Di tal guisa il grano, le segale, l'orzo, 1' avena, ecc., in cui il volgo non iscorge che un grano, pel naturalista sono un frutto compiuto. Non discostiomoci per ora dal valore che ha il vocabolo presso il comune della gente. Le frutta, coltivate e mangiate dall'uomo, esibiscono gran numero di varietà che sono il premio della sua industria. Non venne creata in origine che una sola sorta di melo, di pero, ecc. e queste nello stato selvaggio. Con gli assidui sforzi d'una diligente coltivazione 1' agricoltore è riuscito a raddolcire 1' asprezza di que' primi frutti, ed a procacciarsi quelle copiose e squisite varietà eh' egli ha l'arte di perpetuare cogl' innesti. Ogni clima, ogni paese, ha certi prodotti, e quindi certi frutti che gli sono proprj e particolari. Avvertirono i naturalisti she questi prodotti sono in generale d'una qualità analoga al temperamento degli abitatori di esse contrade ed alle malattie cui questi vanno più sottoposti. In tal foggia le piante antiscorbutiche abbondano e si moltiplicano maggiormente ne' siti bassi e paludosi. L'ananasso, l'arancio, il limone, e molte altre frutte di sapor agro e rinfresca-tivo, si trovano copiose ne'climi caldi. Nondimeno i commerci dei popoli, i bisogni del gusto, e le cure degli agricoltori ci hanno arricchito di tutti i frutti delle altre regioni sino a quel punto che la natura delle piante il concede. Il più de'frutti delle altre parti d'Europa, le vennero, dice il Beausobre, dall'Italia, ed essi vennero all' Italia, dalla Grecia, dall' Asia, e dall'Africa. La vigna passò dall' Asia nella Grecia, dalla Grecia in Italia, dall'Italia nella Gallia Narbonese, e finalmente si sparse per tutta l'Europa. L' olivo tenne all' incirca lo stesso cammino. Il meliaco (prunus armeniaca di Linneo) venne d' Epiro. I migliori perì vennero dalla Numidia, dalla Grecia, e particolarmente da Alessandria d1 Egitto. La Persia, la Media e 1' Assiria diedero i cedrati e gli aranci ; Cartagine i fichi e i pomi granati che tuttora conservano nel botanico lor nome la memoria della prima origine loro (Punica di Linneo). Castania in Magnesia, provincia della Macedonia, somministrò i castagni ; Cerisonte nel Ponto i ciriegi ; la Persia i persici, che più volentieri diciam peschi; l'Armenia e la Siria i prugni, più comunemente chiamati susini. L'America ci regalò gli ananassi. Queste piante, prosegue lo stesso, danno migliori frutta in Italia che non altrove, e così pure il mandorlo e l'ulivo. Prosperano eziandio nella Francia meridionale, nella Spagna e nel Portogallo ; paesi tutti che ne fanno gran traffico. La Bretagna, la Normandia posseggono in grande abbondanza certi peri e certi meli, da' cui frutti traggono una bevanda fermentata, simile al vino. Essi chiamano sidro quella che è tratta dalle mele, e perata quella che cavano dalle pere. Alle volte il sidro è fatto di mele e di pere. La mela di cui si fa il sidro è molto aspra; i Tedeschi la chiamano pomo di legno. Il sidro più pregiato è quello d'Inghilterra. Se ne fa anche in Italia colle mele comuni, e questo ha il gusto di vino bianco, dolce e scipito. Le frutta europee di cui si fa maggior traffico sono:— l'uva. Dall'uva si trae il vino, come ugnun sa, spremendo i grappoli e lasciando fermentare il licore che n'esce. Il Portogallo, la Spagna, la Francia, l'Italia, parte della Svizzera, l'Ungheria, la Grecia e la Germania meridionale producono i migliori vini. L'uso presente distingue i vini di maggior prezzo, in secchi, spumanti e di liquore. Tra i secchi i più prelibati sono i vini di Borgogna, di Bordò, del Reno e d' Oporto. Tra gli spumanti il più celebre è lo Sciam- pagna: havvene del bianco e del rosato, e questo costa un quarto di più. I più segnalati vini di liquore ci vengono dalla Spagna, dal Portogallo, dal Friuli, dall' Ungheria : appartengono pure a questa classe i moscati di Francia, le malvasie di Grecia, l'aleatico di Toscana, il vin santo del Bresciano, ecc. ecc. Le terre di Napoli e Sicilia, la Sardegna, la Toscana, il Piemonte producono squisitissimi vini d'ogni maniera, ove l'arte di farli si adoperi con diligenza; ma non ne esportano, tranne forse la Toscana, quanto pure potrebbero fare. L'isola di Madera provvede di eccellenti vini l'Inghilterra che ne fa il maggiore consumo. Una vite di Borgogna, trasportata al capo di Buona Speranza, vi ha generato vigne che rendono un vino delicatissimo. De'vini dell'America, ove la coltivazione delle vigne e per così dire recente, non abbiamo fondate notizie. Tuttavia i missionari già ci parlavano, è più di un secolo, della bontà dei vini del Chili, e gì' inglesi aveano usato grandi sforzi per far prosperare la vigna nella Carolina. Di tutti i vini del mondo, il più pregiato è 1' ungherese Tokai. L' oliva. Dall' oliva si ricava l'olio con due metodi diversi, cioè coli'acqua fredda e coli'acqua calda od anche bollente. Il primo metodo fa l'olio migliore, al che pure contribuisce la qualità dell' olivo, albero che ha molte varietà. I paesi d'Europa, d'Asia e d'Africa che girano intorno al Mediterraneo, o vi stanno in isola, proveggono di olj la maggior parte del mondo. I più fini sono gli olj della Provenza, della Riviera occidentale di Genova e del Lucchese. Un autore dello scorso secolo, attribuisce la palma agli olj di S. Remo, e non a torto. I Francesi preferiscono a tutti gli olj il verdognolo d'Aix in Provenza, che sa molto gentilmpnte il gusto del frutto. Veramente i vini e gli olj, benché prodotti dell'uva e dell'oliva, farebbero un capitolo separate dalle frutta. Ma le uve passe e le olive conservate in salamoia, sono, specialmente le prime, un ramo d'importante commercio. Delle prime le migliori ci vengono da Malaga e da Smirne. Quelle di Malaga meritano pienamente il lor nome: esse conservano il grappolo intero, e il sapore dell' uva. Quelle di Smirne e di altri scali di Levante, chiamatisi più propriamente zebbibo, o uva di Corinto. Tra le olive primeggiano quelle di Provenza e di Verona, e quelle di Spagna che sono il doppio più grosse delle nostre. Ottime per gl'intingoli sono parimente le olive meramente secche. Le prime si colgono verdi, le seconde mature. La castagna. Essa è il nutrimento invernale degli abitatori de'monti. Il fico. Tra tutte le frutta d'Europa, i fichi secchi tengono, dopo le castagne, il primo luogo come alimento. Vi sono popolazioni che non si cibano d'altro durante l'inverno. E molte navi non recano altro carico che di fichi secchi. Smirne, la Barberia, la Calabria n'esportano la maggior quantità. Gli agrumi. È il nome generico che ora si suol dare a' limoni, alle melarance, ai cederni o altri frutti di questa specie. Essi chieggono un clima ancor più dolce che non 1' olivo ed il fico. Conviene che il termometro nell'inverno di rado scenda al 1° o 2° sotto il 0, perchè prospera mente fruttifichino a cielo scoperto. La pianta del limone è ancor più delicata dell'arancio. Le migliori arancie vengouo dal Portogallo e dalla Sicilia. Si pretende che i limoni del lago di Garda, ivi tenuti al coperto nell'inverno, e de'quali si provvede molta parte della Germania, contengano il succo migliore. Le due Riviere di Genova sono coperte degli alberi che danno gli agrumi. L' arte del confettiere ivi condisce con zucchero i cederai, gli arancini, ecc. e ne spedisce per centinaia di migliaia di lire nei paesi settentrionali. La mandorla. La nocciuola. Queste due frutta, naturalmente secche, formano un rilevante ramo di traffico. Il dattero. Questo zuccherino e polposo frutto della palma che fornisce il vitto all'errante Beduino, viene pure dalle coste dell' Africa ad abbellire le nostre mense. Quelli che da Tripoli o da Tunisi arrivano quasi freschi a Marsiglia, a Genova, a Livorno, a Venezia, a Trieste, porgono un saporitissimo cibo. Le carrube, frutto amato dai cavalli, ma nauseoso all'uomo, e la dolce e verdiccia mandorla del pistacchio chiudono l'elenco delle principali frutta del Mondo antico, che alimentano il grande commercio, od almeno che fanno parte del commercio marittimo. (Dall'Archivio Domestico). RE DEI CANNIBALI Intorno al re delle isole dei Cannibali leggiamo nell'eco d'Italia di Nuova York. Ora che il Re Ka-lakaua delle isole Sandwich si trova sul suolo americano e fra giorni farà una visita anche a questa metiopoli, non sarà discaro ai nostri lettori che noi ne diamo in succinto l'origine e la biografia. Nell'anno 1821 il bastimento baleniero Indé-pendance proveniente da New-Bedford, nel Massa-chusets, naufragò nell'Oceano Pacifico colla perdita di tutti i marinai, eccetto quattro che si salvarono in un battello ed i quali dopo di essere stati diversi giorni bersaglio dell' infido elemento, poterono alla fine toccare le isole Sandwich, allora iu uno stato semi-barbaro, ed in cui in quel tempo appunto giunsero primieramente i missionari cristiani. Uno di questi marini era un avvenente e robusto giovane, nativo di Barnstable. Questi non si perdette d'animo trovandosi in quella strania terra, in cui fu a caso gittato dagli irrompenti marosi, ma mostrò quella vivace disposizione di genio che distingue un vero Yankee, procurandosi impiego e sussistenza. Appena due anni dopo che egli veniva fra i kanakas, ebbe la straordinaria fortuna di unirsi in matrimonio colla figlia e sola principessa del monarca che governava allora le isole anzidette. La erede presuntiva al trono s'innamorò perdutamente di lui e gli fece proporre, in forma reale, il suo matrimonio che avrebbe pure accettato senza l'intimazione del re, il quale lo minacciava di fargli togliere la testa dal busto, se avesse rifiutato l'offerta. Essendo stato, in seguito al connubio, riconosciuto come membro della dinastia, il nostro eroe si accomodò facilmente alla dignità di principe consorte, e da questa rimarcabile unione nacque il presente re delle Isole Sandwich, l'unico figlio sopravvissuto della numerosa prole del marino del Massachusets. Il nome Kalakana dinota l'origine come sovrano, e tradotto nel nostro idioma sgnifica: "Fortunato viaggio o Aiuto di Dio„ riferentesi allo scampo del più prossimo an- tenato dalle burrascose onde del mare. Quantunque il nostro protagonista avesse immensamente migliorata la sua condizione e si trovasse felice per ricambiato amore, pure sentiva palpitare il cuore di vivido amore per la patria lontana e per 25 anni spiò ansioso l'arrivo di un bastimento americano a quelle deserte spiaggie. Finalmente lo vide e ritornandogli in mente i dolci ricordi di sua gioventù, abbandonò il suo rango e la sua famiglia, e col medesimo fece ritorno ai patri lari. Tre anni rimase a Barnstable prima di trovare occasione per restituirsi presso i suoi cari. Finalmente nel 1847 si imbarcò sul bastimento baleniero il Thomas Jefferson di New London, nel Connecticut. Questi incontratosi nel Pacifico in una quantità di balene, mentre la ciurma si preparava all'azione, il principe si offrì spontaneo all'azzardoso cimento. Come avvenne di sovente le ferite inflitte ad uno di quei mostri marini non furono mortali e furibondo si rivolse contro i suoi oifensori, fra cui eravi il suddetto principe, che rimase preda delle sue ingorde fauci. Questa fu la fine della carriera del nostro romantico eroe. Quando questi fuggì dalle Isole Sandwich, la sua sposa vestì il bruno per un dato tempo, assumendosi tutte le responsabilità della vedovanza. Essa dette perciò ai suoi figli la miglior possibile educazione in patria, e David, come il più favorito, quantunque non fosse il primogenito, fu inviato a San Francisco per applicarsi alla politica ed alla finanza. Sua madre più volte insistette perchè egli visitasse il luogo natale di suo padre, cosa che si riserva di fare ora. Ed ecco spiegata la particolare amicizia di questo monarca per gli Stati-Uniti d'America. NAVIGAZIONE A VAPORE GIORNALIERA FBA TRIESTE - CAPODISTRIA e viceversa che intraprenderà il Piroscafo EGIDA. Incominciando col giorno 1 Novembre 1874 fino a nuovo Avviso verrà attivato (tempo permettendo) il seguente : ORARIO pei giorni feriali Partenza da Trieste per Capodistria alle ore 11 ant. » » „ 3l/2pom. Partenza da Capodistria per Trieste alle ore 8 ant. » » » » » 2 pom. per le domeniche e giorni festivi Partenza da Trieste per Capodistria alle ore 91 a ant. „ « „ » 12 mer. » » » » » ó'/^pom. Partenza da Capodistria per Trieste alle ore 8 ant. ini/ » » » » n ±KJ 2 « „ " * 4 pom. Prezzo di Passaggio: indistintamente soldi 40. L'Impresa.