. - ' s.'n t'r« s V6.55S?F’ H 1 S ? 5?3 ? S S.¥ S. 9 * ? " m ■■ % mmmrn mm '*k <- : " - J mtiotie &®itESM5&BtaBe usnorisišco tš&i Tbffeìqfbo etii Tfì&ség Attenzione ! V emìdì 1(< a pule uóeilà il notilo numero elettorale! PREZZO Ih TUTTO IL T.L.T. Lire 20. h. 78 - 13 APRILE 1948 Tassa postale pagata - AbB. // Gruppo Ili FILO df Arianna cioè con la tuta — dichiarazione pubblica di alti ufficiali che ai meravigliano perchè «avendo mangiare, ohe volere operai triestini»? — Fatti slegati, fatti isolati? Mai più. Un filo , il filo della logica li unisce, ne fa un tutto coordinato, facile a leggersi, facile a interpretarsi, quando se ne abbia la voglia e la capacità. Certo, non si può pretendere lo facciano gli esalta tori di Mussolini, i glorificatori della lotta contro 1 banditi-partigiani o i pi auditor e« degli «aiuti americani» e dei vari piani Marshall, Truman, Forre-stai, annidati nei posti di comando e nelle redazioni di giornali monarchici e fascisti fino al 1845. Il popolo, però anche se non «colto», anche se non inzuccherato di cultura raccogliticcia e volgarmente superficiale, il popolo che bada alla sostanza e non alle vuote cavillazioni da salotto blu (forse è per questo che lo dicono, sprezzantemente, materialieta) capisce e vede. Vede molto lontano, vede all’interno delle coscienze. Esamina, giudica e si serve dell’esperienza per camminare avanti, sempre avanti. Domani, in epoca di bilancio, alla chiusura del conto Perdite e Profitti della classe dirigente triestina, il filo matematico, il filo della logica io stenderà le classe lavoratrice. E lo stenderà a dovere, fin dove sarà giusto sia steso. Numero 18 Continua tenacissimo, amico proletario Continua, è necessario non cedere al sopruso, non cedere a chi provoca, a chi ti vuole escluso’. Continua. Dura secoli la lotta al buon diritto. E’ ehi si sa sconfitto che frena il tuo progresso, che tenta, prova, specula, che freme al tuo successo. Continue. Arresti, cariche, soprusi sindacali, 0 veti madornali, n°n ti potran fermare nel tuo lottar , titanico -he i ferri vuol spezzare, i: Continua. Tendi al massimo unità. Onora chà ti stima. Lavora Pel disprezzo a chi sfrutta 1 sudori tuoi poveri. ha lotta è questa, tutta! Un filo, sottilissimo filo, lega gli Ultimi avvenimenti: il filo della logica. Un filo invisibile che unisce ciò che apparentemente è slegato diverso, caotico e proietta la luce sui tatti più oscuri che, normalmente, riescono «comprensibili. Quale è il filo che collega i fa .ti più recenti successi a Trieste? Quale il nesso tra gli ordini compiacenti del governo (compiacenti i proprietari delle fabbriche e i loro pulitori di sottocode) e gli assassini, a catena o isolati, che avvengono, purtroppo, frequentemente a Trieste addirittura nel centro, dove la Polizia dovrebbe essere padrona della situazione è dove, invece, riesce soltanto a essere serva. In ordine di tempo: i proclami e gli ordini generali sullo sblocco dei licenziamenti e le altre misure a carattere tutelatone di chi ha contro chi non ha — incarceramento di uomini che si oppongono al dispotismo delle Direzioni a danno degli operai — condanne di un anno per un pugno e pochi mesi per scariche di mitra, al contraio — arresti arbitrari della polizia padrona— serva per i comizi nelle fabbriche — dimostrazioni di giovani delinquenti sotto la sede dei sindacati col pretesto di difendere l’«Ita-lianità» (forse quella dei portafogli di chi ha) — l’assassinio, in dieci contro uno, di u-n dirigente sindacale per il solo fatto di essere vestito alla slavo-comunista,. Hanno beffato compare... „Manfredi"! A quanto pare, quel pazzer elione del col. Savio Fonda (Savio, ironia di certi nomi) cont inua ad immischiarsi nelle faccende delle persone serie. Si è montato la testa, il povero colonnello, da quando qualcuno, amante delle facezie, gli ha suggerita l’idea che lui, passai o un certo periodo dalla liberazione di Trieste (avvenuta nel la maniera che tutti sanno) avrebbe potuto autodefinirsi LIBERATORE della città. Tanto! — Gli hanno detto... nessuno si ricorderà che tu te nc sei stato chiuso per gior ni interi in una autoambulanza, e che i tuoi «volontari» se la facevano con i tedeschi pregandoli di difenderli, contro il popolo deciso a farla finita con i fascisti, fino all’arrivo d elle truppe alleate. Bisogna premettere che i « volontari» come questo esaltato li chiama nella «nota», erano i X Mas, le Brigate Nere e le Guardie Civiche che, all’ultim o momento, per non venire pizzicati dalla popolazione ins orla s’erano messi un bracciale tricolore sfruttando il sentimentalismo a favore della loro pelle. Ma si sa, che cosa non far ebbero gli uomini seri per mezz’ora di celebrità? Figuria moci perciò che cosa non a-vrèbbe fatto un campagnolo istriano, presuntuoso come ti colonnello Savio Fonda. Ha creduto che inviando u na «messa a ponto» ai vari giornali della città sarebbe sta lo creduto sulla parola. Povero «colonnello» Savio Fonda, quando dei buontemponi (amanti delle facezie) gli hanno suggerito l’idea di autodefinirsi LIBERATORE di Trieste non si è accorto delle gomitate nei fianchi che quest i si davano, non si è accorto delle risatine sotto i baffi. Ci è caduto in pieno, ha creduto di essere veramente un eroe, così come il carbonaio di Piazza di Spagna ha creduto di essere nobile grazie al Marchese del Grillo, ed allora ha inviato la «messa a punto» ca rica di fesserie a tutti i giornali di Trieste. «Messa a punto» ohe chiama i partigiani che hanno liberata la città «esotiche truppe e «segnorineggia» e f* la mossa con i neo-zelandesi (arrivati a combattimenti finiti) chiamandoli «belli, civili e gioviali». Poi a furia di sproloquiare su cose più grandi di lui, si contraddice e confessa di non essere italiano e di aver tradito nel 1914, abbandonandosi, in chiusa, ad una bestemmia nel paragonare sè stesso a Sauro e Battisti. Povero «colonnello» Savio- Fonda, LIBERATORE di Trieste attraverso una «Messa a punto»; forse l’ha fatto per raccontare ai nipotini qualche cosa quando sarà vecchio. Racconterà che un tempo la «Voce Libera» lo aveva chiamato «condottiero». Racconterà che «il Giornale di Trieste» lo aveva chiamato «grande uomo». Ma si guarderà bene dal dire ciò che i triestini hanno detto di lui le ggendo «Voce Libera» e il «Giornale di Trieste». ' Ora forse, quando il povero «colonnello» farà leggere ai suoi amici questo neretto, questi faranno terribili sforzi per tenersi dal riso. E quando Savio Fonda alzerà la testa la-ranno magari finta di niente, e gli diranno che noi siamo dei porci, dei bugiardi, che lui è stato molto bravo, e che dovrebbe inviare ai giornali un' altra «messa a punto». Speriamo allora che il povero «colonnello» capisca che lo hanno detto apposta, per ridere, perchè lui è uno di quegli uomini che si sfottono, mica altro. Di quegli uomini che nessuno prende sul serio. Neanche, quelli che Trieste liberarono davvero. che »-vrebbero potuto sputargli in faccia e dirgli bugiardo e spergiuro! Perciò stia cheto il «colonnello» Fonda-Savio, si dica fortunato e. soprattutto, non si immischi negli affari delle persone serie. reparto agitati 0 <3 — ... e quello è il colonnello Savio Fonda che crede di aver liberato Trieste. — Poveretto! (Dis. di Lucas) Trasse un lungo sbadiglio Don Chisciotte dopo aver deposto la copia detta «Voce libera». Sondo lo guardò e gli chiese: —Perchè Vostra Signoria sbadiglia? Forse che il giornale no» le è piaciuto? — No, Sondo — rispose il Cavaliere — non è per questo; dopo tutto si vede che il giornale è fatto da gente del mestiere. Ma, accidenti, è diventato così scemo quel giornale, da qualche tempo. — Lo dicevo io, Vostra Signoria — disse Sancio — che sarebbe venuto il giorno in cui... Bah, andare — continuo Sancio — sono stufo di sentirmi dire che cé l’azzecco sempre. Ma guardi, Vostra Signorir — aggiunse Sancio — che. forse, leggendo il «Giornale di Trieste»... Don Chisciotte volle seguire il consiglio detto scudiero ma. dopo qualche minuto, Sanelò udì russare alla più bella e guardando dalla parte del Cavaliere lo vide appisolato sull’erba. E dormiva saporitamente Don Chisciotte quando d’un tratto, sentendo urlare Sancio con quanto fiato aveva in corpo: — Trieste restituita all’Italia! — Balzò in piedi Don Chisciotte e, prese avidamente le «Ultimissime» che Sancio sventolava, si buttò a divorare le colonne dì stampato. Ma giunto che fu alla fine, con un gesto di stizza, esclamò: — Sancio, per l’anima detta tua genitrice, se mi pianti eneo- urti 1T’dnidéla in nero ra una volta un trucco simile, parola di Cavaliere, che ti faccio ingoiare il giornale tutto intero. Sancio, piangendo, si gettò ai , piedi del Cavaliere pregandolo 1 che lo risparmiasse dalla morte per avvelenamento. E, rìavv.tosi che si ebbe, propose rti Cavaliere una tregua. — Elettorale, Sancio? — chiese Don Chisciotte ancora acciq. .alo. — No, Vostra Signoria, fece Sancio — non elettorale. La Democrazìa Cristiana sarebbe capace di farla aggredire dai suol scagnozzi e far dire che sono . stato io — aggiunse. j — E tregua sia dunque, San-i ciò — rispose Don Chisciotte p.ù ■; calmo. — Ma, dimmi, durerà m-( che questa fino al 18 aprile? — No, Vostra Signoria — disse Sancio. — La Democrazia Cristiana dopo la trombatura delle elezioni cercherà ancora di creare cor.fu ioni e di dare pretesto ai «marìnes» di sgranchirsi le gambe a terra e perciò... — E’ possibile, Sancio — affermò grave Don Chisciotte. — E come si fà, allora? — chiese. — Occhi aperti, occhi aperti. Vostra Signoria. E scarpe pronte. — Per scappare? chiese l’ingenuo hidalgo. — Per dare calci — concluse Sancio ammiccando. — Scarpe grosse? — chiese lo Eroe della Mancia, meravigliato. — E punte chiodate, certo — sbottò Sancio. — Sancio. tu esageri — affermò grave Don Chisciotte. — Magari, Vostra Signoria, ma- gari. Ma me lo sà dire lei l’effetto di certi caldani sugli stinchi dei fascisti? I fascisti non cj. sono più Sancio — disse Don Chisciotte. — Eh, Vostra Sig" i — re- plicò Sancio — la camicia si è allungala e tocca i calcagni, or? mai. — Sancio — strillò Don Chisciotte — ti tolgo la parola. — Abuso d’autorità — protestò Sancio. Ma il Cavaliere, che aveva compresó dove si poteva arrivare con la scioltezza dì lingua dello scudiero, aveva già inforcato Ronzinante e si era incamminato verso la più prossima dirà. Sancio lo seguì sacramentando èri. ensttglìnno: le sole parole che arrivarono .però, portate dal vento, erano:... alleato... alleato. Continua non rispondere al pecoril belato che s’accoppia al latrato dei servi del padrone °§8i sarebbe inutile loro una lezione. Continua Calmo, olimpico, D°t«nte, progressivo, tenaoe, assiduo, vìvo, fedele ai tuoi rimani. Ca reazion malefica sì morderà le mani! Continua tenacissimo, amico proletario. Continua, è necessario. Cadrà ia loro boria. sulle loro ceneri arriderà vittoria 1 j: «FÉ* AIUTO, SIAMO PROTETTII 2)m Ckiàeiotte P' arrivata on nem rari on dl— ■*-* «aiuti americani». A Taranto l’ambascia kxce americano (Prego, s’accomodi, tanto lei è a casa sua!) ha, ancora una volta, esaltate i grandi meriti dal governo di Washington ohe pensa notte e giorno al benessere del popolo italiano, togliendosi addirittura il pane di bocca. Poverini, che sferzi! Che non gii venga l’ernia strozzata, a Truman, per S txcfy po sforzarsi! n nohe a Molletta 8 ani veto, però, una nave carica di— armi e munizioni. L’« ANSA» (non «Stefani», badiamo bene) ha subito detto che quelle erano armi per i comunisti italiani e che erano state caricata e Piume. Ma, che è ohe non è, si è saputo, invece, eh» si trattava di armi «»risate a Trieste cioè nelle dolse terra dei G. M„ Tuoni e fulmini, da parte di Sceibe, sul sindaco di : Moffette ohe he avuto l’indelicatezza e il torto di volerei veder chiaro nella faccenda. Addio edizioni straordinarie pno-D« Gasperi.™ n Ibis «atre, rito premia 51 *"* Moc falcone, tetta maKÌacn. Si sono scomodati, per essa, i colossi dalla Democrazia Cristiana, ambasciatori, ministri e tetto t’armamentariutne tri satino e Sta- ff (tabe te natta * sorte a Pttm-** le Popolerà» DegU, a* wen-15*01 §te$8®» iìra*8«*w*»»«»*»'rara>*»«bia [ due dlemìendi società capitalistica possa vivere senso la guerra perchè in tal caso dovrebbe vivere senza uno parte di essa stessa. Oggi gli Stati Uniti d’America, che sono l’essenza delia società capitalistica, per poter mantenere ancora l’attuate sistema sociale, hanno bisogno di fare la guerra. 8 i fatti stanno a dimostrare che cercano in tutti i modi di farla. D’altra parte coloro che U rappresentano e ne difendono gli interessi, e con gli interessi del padrone pure le loro magre bri-ciolette, devono conseguentemente andare fino in fondo. Se la società che essi rappresentano e difendono ha bisogno di fare la guerra per sopravvivere, è evidènte che anch’essi ne hanno bisogno. Quindi urla, invocazioni ella guerra, spasimi di bellicismo a-cuto. Leggere gli ultimi numeri di alcuni di questi fogli per sincerarsene. Ma, e qui casca Tosino, questa gente i in effetti una minoranza. La maggioranza infatti è costituita da un’infinità di gente che non ha nessuna voglia di fare la guerra. He ha avuto già abbastanza. 8 non piange molto se per non fare la guerra una società va in pezzi, specialmente se al suo posto ne subentra una nuova che per poter prosperare ha invece bisogno della pace. £ queste con- siderazioni valgono naturalmente anche per gli stesti Stati Uniti. Infatti crediamo ohe la maggiorante degli americani abbia-poca voglia di andare e farti scannare i» Europa o in Asia perchè l’attuale minoranza di monopolisti continui a realizzare profitti giganteschi con il petrolio o la siderurgia. Crediamo che preferisca piuttosto buttare a mare l magnati del petrolio e del-l’acoiaio e continuare a vivere i* pace. Ed è appunto questa la nostra forza! Ed è appunto per questo che i signori menzionati hanno bisogno di far molto baccano, hanno bisogno di creare una psicosi di guerra, hanno bisogno di creare uno stato d’animo tale per cui io maggioranza si persuade veramente die la guerra deve scoppiare e che non si ribelli quando essi vorranno farla. Per questa ragione noi invece dobbiamo gridare sempre pi* forte che non vogliamo la guerra, dobbiamo dimostrare che te guerra è facilmente evitabile ee soltanto sapremo stare urtiti per evitarla, ai vari menestrelli della bomba atomioa che ogni giorno e sempre più forte gridano: «Viva la guerra!» dovremo rispondere: «Guerra? Macchi! Lo guerra cari signori andate a far-vela voi. Non ne abbiamo nè la voglia nè Fin ter esse. Noi vogliamo la pace. E con le pece te vostra fine». Qui-pro-quò di poliziotto — Buondì, do» Camino giona-tico! Bccì... «ocl.. e™ Cippieo! — Stinto e dollari, don Grego-. - rio innocentieoi — Umidità, don Camillo sempiterno, con quest! comizi all’aria aperta un giorno o l’altro mi prenderò un grosso malanno, — Cì tona delle novità, don Gregorio lapidi aco? — Perbacco, altroché don Camillo pastoralioo; bisogna comunicare ai parrocchiaini che la Democrazia Cristiana ha vinto alle: elezioni politiche. — Ma, don Gregorio» absidi co, mica riamo al 18 aprile ancoro;! — Appunto, don Camillo cam-panaceo, il 18 aprile col cavolo potremo comunicare al parrocchiali. che la Democrazia Cristiana ha vinto alle «lezioni politiche. — E se •?. parrocchiani non voteranno per la D. C., don Gregorio torquemadioo? — Bisogne esperti convincere, don Camillo eacerdotico, bisogna dire loro che se non votano per A Democrazia Cristiana De Ga-eporL.. — ... ee ne andrà dal Governo, don Gregorio camerl engbico? — Per carità, don CamiUe che-rubinlco... bisogna dire loro «he se non votano per la D. C— De Gas peri resterà ancora al Governo. — K perché m*fi, don Gregorio pacellieo? — Perchè è fumico modo per farli votare a favore orila D.C. don Camillo litanico! — Senonehè, don Gregorio vespa raceo, temo che i mie parroc dilani siano trerv o religiosi par «irsi,re riila politica! — Per fortuna, don Camillo -«.utoralleo! Devono votare appunto senza pensare, solo cosi potremo avere il loro voto. — Religione di stato dunque, don Gregorio ehieriehettico? — Religione di stato d’assedio, don Camillo mitrico. E ricordatevi se per ì «sepolcri» bisogna pregare in yeti? chiese, e ile riunioni bisogna votare almeno in i. dieci sezieuil fascista! Accorrete, laggiù si sta ammazzando un anti- Non possiamo, siamo in divisa. (Die. «8 Walter) Scopi reconditi delle „Parate militari* \ — Allora, my dear friends, avete inteso il colon- nello? Quando arriviamo vicino alla gente fare il muso brutto e gridare: Bau! Bau! (Die. di Walter) : l- STORIELLA DI GRECIA 1941-47 ARRI B A ES P A N A — Continuate pure serenamente la vostra opera signor Franco, la vostra esclusione dal Blocco Occidentale non è che una manovra elettorale, poiché non appena finito il periodo delle elezioni italiane vi pregheremo noi stessi di voler aderire senz'altro a detto blocco in difesa della civiltà che noi rappresen- Se dipendesse da noi... IO DIFENDO Maria Gambavana *Dr Bnor*> Quella donna che ri-hu>'^e nome di Maria Gam-1ru’Q7ta e cfle onoT° di P°- tntt-n dunque, la donna otte- esiste? Se non esistesse noi da ,C* saremmo posti la domatn-■ Infatti, ci siamo forse noi t chiesti *e «otite o no lo “arzombtìm?, Mai. Perché? Perchè lo «starxomMim», al-™er‘o per il momento, non esiste. La certezza, adunque, che la rt.II7** onesta esiste ci propiene possibilità di dubitarne. "'‘fatti, qttando noi, indicando »to £av°*° di legno diciamo* Que-^ un tavolo di legno», io ebaVì10 pCT evitare che altri, dj y^Qhdo, lo credano un ietto c°»to*r° ° * a*tra »nateti« meno ì^0$i> dopo aver chiaramente strato che la donna onesta vomente esiste, passo a di--?3tTaTtxi che la dorma disonesta " esiste. '^erché esiste la danna one-J * domando. *ist spondo: «La donna onesta e-Op.® *n quanto abbiamo il suo eOSj Sto’ ci°è la donna disonesta; e ii ?onie abbiamo il color nero morfp nco’ come la ciZa e to ''ccchìaf07'16 ia vioptnezza e la Prff j™11 togliessimo, cosi per ea-qual '0' color nero, l’opposto di Be F cpiare sarebbe il bianco? ”iort minassim° per Scherzo la ÌTf^‘ che sarebbe la vita? Gìo- Affetti forfTe^e svMa Punta dei piedi lo e re» vecchietto appena guari-Zu7l0° e perniciosa molatiti Sputerebbe accompagnandosi * cembalo, forse, qualcuno, la gioia di vivere se t timo- eiasse? "°n *** *° min«c- e batterebbe le moni e Ecco, adunque, che l’onestà di una donna dipende dalla disonestà di un’altra. Togli la disonesti, e che sarà la onestà la quale tanto di pii vivida luce nsplende guanto di più profonde tenebre ha trionfato1 Ed eccoci al punto giusto. Può, vi domando, chiamarsi disonesta un’azione che giovi a far risplendere di luce celestiale un’altra azione? Si può /orse dire che pK ebrei fecero un’azione disonesta eroci-flggendo Cristo? No, perchè Cristo, per redimere pii uomini, doveva morire sulla croce. Ordunque, se gli ebrei s’incaricarono di fare da boia, (crocifìggendo Cristo avevano eseguito la volontà di Dio/ ma reso possibile la redenzione degli uomini, hanno, è vero, commesso una cattiva azione, ma quale immenso bene non i seguito a tanta moia azione? Ecco, perciò, signori, dimostrato come Maria Gambavana non donna disonesta e di facili costumi sia, ma proba e onestissima, degna di diplomi e medaglie. Infatti, con ammirevole spirito di abnegazione, Maria Gambavana ha sacrificato se stessa pur di far apparire oneste le semioneste, onestissime le comuni, sante tutte quelle che, sta per timore della calunnia, sla per ta loro scarsa avvenenza, , non hanno mai ricevuto un bacio da un uomo. Ringraziate, perciò, signore e signorine la mia patrocinata perchè è solo per merito suo se oggi, voi, non arrossite per i torli /atti ai vostri mariti e fidanzati in quanto potete ben dire: «Oh, al confronto di Maria Gambavana io sono una santa!» Onoratela, adunque, questa Maria Gambavana, e fatele o-maggi floreali e accettatela nei Sindacati. elgar Ecco, noi, se dipendesse da noi, non solo cacheremmo De Gas peri dal Governo, ma cancelleremmo il cognome De G asperi dall’elenco ufficiale dei cognomi italiani, scomunicheremmo Santo Alcide, e annunceremmo ai giornali che non abbiamo niente a che fare con un nostro zio che porta questo disgraziato nome: insomma, noi, se dipendesse da noi, faremmo di tutto per far dimenticare a tutti che è e-sistito un nomo politico che si dice italiano e che ha combinato alla disgraziatissima Italia tutto quello che è "stato capace di combinare un Alcide De Gasperi. Forse vi parremo esagerati Vi preghiamo però di starci a sentire fino in fondo e vedrete che abbiamo tutte le ragioni per desiderare di essere al potere (per soli cinque minuti s’intende, sennò ve lo immaginate un governo formato dai redattori del nostro giornale?) e mandare ad effetto 1 succitati provvedimeli ti Per cominciare 0 De Gasperi Alcide non è italiano io quanto non fa una politica italiana. Egli fa la politica di una potenza straniera, di una grossa anzi grossissima _ potenza straniera governata da alcuni ricchi signori antibol-schevichi che fanno i bolsve vichi perchè temono di rimetterci le penne o, per specificare meglio, 1 baiocchi, bezzi o schei, che dir si voglia. Che questi ricchi signori facciano gii antibolscevichi a noi non ce ne frega niente. Padronissimi di farlo. Affari loro. O, al massimo, affari di Goring e soci. Ma che c'entra l’Italia con la politica di questa grossa potenza. Che ai direbbe se un capo del Governo italiano facesse la politica di qualche altra grossa nazione contendente alla succitata, ad esempio l’Unione Sovietica? Si direbbe tutto quello che ai sarebbe detto, se per esempio, Stalin, a poco tempo dalle elezioni italiane, avesse fatto un discorso incitando gli italiani, sui quali nessuno ha il diritto di comandare. a votare per il partito comunista. Si direbbe tutto quello, cioè, che non si è detto quando Truman il capo della grossa nazione di cni sopra, ha fatto un discorso consigliando alla gente, che non è sua suddita e sulla quale e-gli non può e non deve comandare, a votare contro il «Fronte del popolo» pena la sospensione degli aiuti ed altri boicottaggi e riscatti del genere. Perchè allora, davanti a dei fattori così lampanti, Dessimo dei signori dei gruppi di destra (ci scusi il signor Pacciardi ed il signor Saragat) che pure l’ideale dei loro partiti (ma forse ci sbagliamo) tende unicamente al benessere ed alla libertà della patria, non fanno proprio I nostri personali sentimenti? Misteri della politica. Misteri della politica, poiché non potrebbe essere diversamente, noi ci scomettiamo, guardate, come oggi nessuno dei paladini fieramoschiami si muove di fronte alia deleteria politica antitaliana di De Gasperi, domani quando De Gasperi precipiterà dal suo castello di oscure manovre e di imbrogli, nessuno insorgerà in suo favore. De Gasperi non gode soverchie simpatie. Chi si innoverà in aiuto di De Gasperi il giorno che il popolo si presenterà nel suo ufficio dicendo: «A Degà, d hai stufati, bisogna che smammi»? Degli italiani nessuno. In quanto agli amici della grossa nazione di cui sopri sarà tanto il loro sgomento che se ne staranno zitti zitti per paura d’un colpo apoplettico! Però concludendo, se De Gasperi è antipatico a tatti, che cosa aspettiamo di prenderlo a calci nel sedere? Amiamo il G.M.A.! MEMENTO HOMO t . ~~ Perche’ affaticarsi tanto a costruire navi, ope-10 dal momento che l'America ci ha promesso altre eHto e Liberty » ? (Di*. lonzo ri era mosso, chiamò gente. Uno lo tiro di qua, Coltro di là. Chi gli ricordava . la bevuta della sera prima, chi lo celiava. Ma Alonzo sempre fermo. Infine fu chiamalo Don L u, jj quale dopo aver constatato tl fatto, e considerato lungamente la cosa, annunciò ai presenti emozionali: «Eiglj miei (c’era anche quei diavoletto di Gigino e sua madre, Perpetua di Don Evelino) figli i miei ci troviamo di fronte ad un miracolo. La potenza del Signore 4 infinita. Egli ha voluto mostrare come il peccatore convertito resti fermo sulla via del Paradiso, e non ci sia nulla di mondano che possa più distrarlo. A- lonzo vive, come noi, ma nulla gli importa più se non adorare Il Signore, e pereto resta /er* ma in questa devota posizione. Segnatevi di fronte a lui, perché 4 un indice dell’onnipotenza divina t andate a raccontare alle genti che S. Agata di Sotto ha «I suo miracolo, più beilo, più convincente di quello di tutti gli altri paesi». Quello che 4 successo poi no* ve io dico. A Sant’Agata s’è riversato un fiume di gente che vuol vedere Alonzo «la statua del Signore» come l’ha definito il «Popolo* che è un grande giornale che si pubblica a Milana. Don Evelino 4 stato costretto a creare un servizio d’ordine, per permettere a tutti d( ammirare U miracolato. Ha stabilite «n modico prezzo d’entrata nella cesa di Alonzo, per evitare la ressa, ed anche perchè — die« lui — 4 giusto che la gente paghi per vedere uno spettacolo santo, se paga per andare al cinema * vedere spettacoli diabolici. Don Evelino i certo, taltra parte, che, compiuta la sua missione, Alonzo riacquisterà i movimenti, e ciò accadrà — egli prevede — qualche giorno dopo il 1* aprile. Chissà perchè poi? D’altronde è is,utile che ci poniamo questa domanda, noi poveri profani, mentre Don Evelino dà prova di essere tanto saggio e di prevedere le cose. Non aveva previsto che anche noi avremmo avuto un miracolo? 1 soliti maligni affermano che la cosa è tutta una montatura. Hanno osato affermare che Alonso 4 d’accordo con Don Ève lino, ed hanno persino riferito che Caterina Sbusà, la moglie del miracolato, in un momento di «-brezza, avrebbe detto: «Stavolta finalmente c’è andata bene. Là gente non chiede più ( soldi che le dobbiamo. Cecco, l’oste. Ci dà di nuovo vino a credito, il nostro nome è sui giornali, U denaro che ci passa Don Evelino lo mettiamo da parte. Non è un miracola questo? Quanta gente maligna c’è in giro, però! ANTIFRONTISTI — Signore, la mia pos izione contro il Fronte decisamente presa; ritengo inutili pertanto tutti i vo stri tentativi! (Di*, di erto) ! - I S 3 i e e 1 « I i 6 ■ I J i I 1 « ] « « 1 < 1 I i I j E di aprile il diciassette Gasperonzi, ronzi ro Le mutande mi van strette.,. Pauronzi, ronzi ro. Mi van stretti anche i calzon. perchè penso allé elezioni. Miralipuzzarierellì Miralipuzzarierà. Il diciotto poi di aprile Papaponzi ponzi pò. Sto morendo dalla bile papaponzi, ponzi pò. Dalla bile sto morendo perchè il Fronte sta vincendo. Miraliterizzierella Miraliterizziarà. E' arrivato il diciannove Cippiconzi conzi co. Per partir faccio le prove Cippiconzi conzi co. Non resisto più in Italia perchè Truman m'ha tolto il vaglia Miralipacellini Miralipacellà. SISTEMA DEMOCRATICO RAFFREDDORI Cippico, cippicare •* ladro, ladroneggiare. Ecco dei neologismi che si sono presto affermati neEa lingua parlata e che hanno trovato fortuna in questo periodo di ele- zioni. H Vaticano si stà mangiando le unghie... Non poter trovare «n equivalente per Garibaldi, accidenti! Ma l’onicofagìa degli alti prelati non serve. Cippico resta il simbolo della divorazione, il phirimascelluto esponente di quel lercissimo mondo che si chia-clasae dirigente italiana, entipopolare per interesse, anlina- ma ( _ ___ _________ tionale per involuzione, antidemocratica per costituzione. Cippieoi E dalle sante volte e lui l’impietosita eco rispose. 'Pensieri Sovversivi 'Pensieri Sovversivi Ameni Cippico: Democrazia Cristiana! Il figlio è degno della Madre. E dell’avo suo, il senatore dalmatico «patriota degnissimo». Buon sangue non mente. Si cippica alla D. C. Si cippica in Vaticano. Si cippica nelle Curie. Dappertutto dove si trovi l’Alto Clero ricco, dorato, trippone, si cippica. H codice penale avrebbe un gran da fare se ci fosse, in Ita- Chi va con Cippico Impara a Cippicare. lia, un regime onesto, un governo fatto di italiani, ma cone si può parlare di giustizia se tutti i governanti, in Italia, sono complici del Così salverà rifalla che quel lenone di De Gasperl voleva farle fare la segnorina. Eccì... ecci... e.. . cippico! Salute e dollari Santo Padre! Monsignore ladro? Se gran parte delia stampa è pagata dalla D. C. perchè non si sappia, dagl- Italiani, che gli americani vogliono avere in mano l’Italia, e in parte oe l’hanno già, attraverso un partito che è vaticano cioè dipendenza di uno stato estero per la politica, americano per i finanziamenti, austriaco per la Carlo Scorza ultimo tarlo di Mussolini Conte Sforza ultimo tarlo di De Gasperl Pensate: vent'anui in pri' glone, tre in convento e adesso sgualdrina! 1 COMUNISTI \vemu j '-Awmuq!/ guida di De Gasperi? frutte, contrabbandi, pecula ti, furti, tutto in funzione del «Si salvi chi può» dei barattieri che guidano la' sconquassata arca del governo. Dicono: «Dopo di noi il diluvio» e ai ingozzano fino a scoppiarne. Ma che scoppino dunque, tanto nessuno n rimpiangerà. Anzi, I capitalisti di Wali-Street dicono: Italiani votate per chi volete, meno che per il Fronte! Chiaro, no? Democrazia Cristiana: fab- brica di manganelli con legno di prima Sceiba. Chi ha detto: «Sarà-gat, ma per mè è un poro»? H conte... Sforza, ma non ce la farà fino il 18 Aprile; lo ingannato ignobilmente facendogli credere che votando per la ’ a Crisi ana si salvava l’Italia dalla «barbarle». Cippico. Un nome, un I rig ramina, uoa fede (nelle robe di altri). Ma... B GARIBALDI? GARIBALDI? Giudicate da vo-; stessi, Italiani. Cercate nel Fronte anche un solo Cippico, sia pure a scartamente ridotto e, je siete capaci di trovar',-), sarete beatificati. GARIBALDI vuol dire ma nuova Italia, una nuova storia eer 9 Popolo Ital-ano. «Costi quel che costi» tanto paga l'Italia dice De Caspe ri. Ma sbaglia. Prima cosa si dice «costi quello che costi» e poi se qualcuno dovrà pagare, questo sarà proprio Ini! Trieste a De Gasperl: cioè anche l’Italia sotto il G.M.A. Il popolo italiano sta per tradire la-, patria: voterà per l’Italia invece che per l’America. Q? — Maiale di un anti* italiano; giù quando passa la bandiera della patria! Settimo: non Cippi«ara. O'qjf C i ;• - i m F ? * ì; lìč'1 trk i m j u- vane correnti di destra : BIEŠ E Hi •M P.R. 1. v .a a » « * V B X U O 3 V S 8 èS J V < J3 S .< * S S % 0