ORGANO DELL’UNIONE SOCIALISTA DEI LAVORATORI Anno Vili. — No. 387 Redazione e Amministrazione: CAPODISTRIA Via Santorio 26 - tei. 128 SOSPETTI O collaborazione ? SETTIMANA POLITICA INTERNA ED ESTERA JUGOSLAVA Mentre sempre nuovi paesi si pongono sulla via ■ dell’assurda gara per la supremazia atomica, o per lo meno sulla via della guerra atomi-Cß di un deprecabile domani, il mondo assiste àd una attività diplomatica frenetica che non sempre si pone obiettivi di pace. Uomini polìtici responsabili della pace e della guerra, non solo per i loro paesi ma per il mondo intero, viaggiano da una capitale all’altra o si affidano agli aerei per raggiungere sedi lontane ove discutere, in nome di una strategia politico-militare, i problemi della pace e della guerra mascherandoli sotto il nome di una collaborazione incapace, funzionalmente, • di sottrarsi al concetto della divisione . del mondo in due blocchi contrapposti. Intanto nel deserto del Nevada o nelle tundre della Siberia il triste «fungo» degli esperimenti atomici e termonucleari si leva ammonitore per tutta l'umanità ad indicare che la via della pace e della collaborazione pacifica ed attiva non è solo la via della convivenza, ma addirittura la via della esistenza degli uomini che su questo tormentato pianeta hanno mezzi tecnici enormi per il loro svilupo che da troppe parti si considerano solo sotto la visuale di mezzi di distruzione. Mentre diplomatici di varie «grandi potenze» accorrono ad ap-vuntamenti di «conferenze strategiche» — a Bangkok per la Seato od altrove per altre formazioni di contingenza politica o di minaccia militare — i popoli seguono con trepidazione tali «viaggi» il cui obiettivo, troppo spesso, Contrasta con le espirazioni e le necessità di pace. Di quella pace che è più che mai indi-visibile ed è più che mai fatta — o distrutta — da episodi singoli, da problemi e da singole iniziative le quali anche se conclamate wl nome della pace, delia pace troppo poche volte tengono conto nelle sue necessità — e perice Ti - - r rali. Così a Bangkok i paesi firmatari del patto di Manile — ■ ossia del patto per la difesa del sud est asiatico che vede diffidenti, e perciò assenti, proprio i maggiori paesi dell’Asia —• si riuniscono per cercare nuove formule «difensive» la cui base tiene conto della strategia militare ed ignora le cause di un conflitto chA, dall’Estren'O Oriente e dal canale di Formosi infilacela il mondo. Così gli incontri londinesi dei ministri italiani e britannici non si limitano al ripristin, di una collaborazione italo-britanni a, gettata nel baratro dell’odio e della d -straziane della politica dell’imperialismo dell'Italia mussoliniana, ma si perdono (nei comunicati e nelle «interpretazioni _ autorizzate» della stampa di governo) nelle considerazioni politiche e strategiche che dividono il mondo. Accade così che incontri che dovrebbero essere positivi nei rapporti fra due paesi, ed al cui buon andamento è interessata pace, si trasformino, sulle colonne dei giornali, in illazioni che nulla hanno in comune con la pace e la collaborazione fra i popoli. Su colonne di giornali dimentichi òggi, magari, del loro Ut ore di ieri. -Di quel ieri di guerra e di odio che faceva urlare ai loro articolisti insani il «dio stramaledici gli inglesi» trasformato oggi in corifeìco osanna, il cui scopo tra due paesi, si rivela /.incora una volta deleterio, in quanto, nella rinata collaborazione tra i due paesi, si vuole innestare la d ffidenza verso altri paesi. La pace sul Tamigi e sul Tevere, come su qualsiasi fiume di qualsiasi capitale grande o piccola, porta le sue acque al mare comune. Assurdo perciò pensare, ed affermare, che la collaborazione fra due stati dove trovare punti comuni nel sospetto e diffidenza verso altri. La pace non ha nomi partico- lari e la collaborazione condizionata da aggettivi cessa di essere tale. Purtroppo non sempre di ciò viene tenuto sufficente conto, il che può trasformare — e sovente trasforma — in motivi di sospetto e di diffidenza tra i popoli che ai viaggi dei loro uomini politici vorrebbero sempre presenti obiettivi di pace e di collaborazione senza aggettivi. Assurdo perciò —- prima ancora che pericoloso —■ voler condensare gli incontri ed i colloqui fra uomini di stato in formule strategiche ed affermare che ad esempio, la pace nel Meditterraneo, nell’Adriatico come nel lontano Mar della Cina, dipende non dalle intese ma dai sospetti verso altri paesi che su quei mari hanno i propri confini e di quei mari vogliono far punti di incontro e non di divisione «strategica» . Ma per fortuna dell'umanità pacifica non tutte le conferenze e non tutti i viaggi di uomini di stato avvengono sotto il segno del sospetto e della divisione. Anche se i viaggi ed i contatti positivi sono da registrarsi da parte di popoli che non si autodefiniscono «grandi» essi restano positivi. Malgrado magarUil mal-celato sarcasmo e le malintenzionate interpretazioni altrui. Accanto alle conferenze di «Patti» più o meno asiatici di paesi non asiàtici, si hanno le conferenze ed i contatti dei paesi che — nell’Asia e nel mondo — non misurano la pace nè sul metro particolaristico nè su quello della potenza atomica. Accanto ai negoziati bloccardi, fatti di diffidenza propria e di artificiose illazioni a danno di altri, stanno i contatti amichevoli con tutti, nell’interesse di tutti, che è poi, in sostanza, Tinte-. resse della pace di tutti, In questa seconda categoria siamo orgogliosi di mettere il viaggio del Maresciallo Tito in India e Birmania èri i suoi colloqui con gli statisti di quei paesi. Nell’altra categoria, in quella dei seminatori di diffidenza e di divisione metta chi vuole gli obhietivi dei viaggi propri. Firmato il regolamento per la Commissione mista delle minoranze Terminato il viraggio 'del Presidente della Repubblica nel’Estrsmo Oriente, i commenti dell’opémone pubblica nazionale volgono attual-lente la propria attenzione su que sfiorii interne ed anche su quelle estere di minor importanza. Fra le prime, il maggior risalto viene dato alla questione riguardante la creazione delle comuni e dei' distretti su nuove basi. A tal uopo si susseguono le riunioni plenarie dei co-mjitaltì. centrali 'delFUnione socialista delle varie repubbliche, nelle quali si cerca di dare un riassunto a tutta la discussione che in campo nazionale si è svolta sulFargo-mento e di trame le debite conclusioni che dovrebbero figurare nella futura legge che a proposito sarà emanata dalle due camere del Parlamento federale. La questione più dibattuta, riguardo le comuni, è quella degli statuti nei quali sono contenute tutte le competenze che dovrebbero avere sia questi argani che i loro organi superiori, i distretti. La commissione per le comuni della Serbia è venuta nella determinazione ohe Fiume e il suo retroterra FIUME, 17 — Ha fatto ritorno la s£(t mana scorsa una delegazione economica, della quale facevano parte i rappresentanti deli’En-. te Portuale, della società marittima »Jugolmija« e delle imprese trasporti di Fiume. Durante la sua missione, durata quindici giorni, in Ungheria, Cecoslovacchia e Austria la delegazione ha avuto fruttuosi contatti coin quegli ambienti commerciali sul transito delle merci attraverso il porto di Fiume e sull’impiego delle navi della «Jugolinija» per i trasporti marittimi. sarebbe erroneo elencare tutte le competenze 'della comune e del distretto in un allegato allo statuto di ciascuna comune o distretto, propendendo invece per l’idea che lo statuto debba contenere i principi generali di attività di questi organi, mentre la determinazione dettagliata delle loro competenze dovrebbe essere fatta per legge, onde evitare che tali competenze varino da distretto a distretto e da comune a comune. Altri organismi non sono dello stesso parere, proponendo ohe ciascuna comune e distretto elabori i propri statuti, compreso l’elenco delle competenze proprio per il motivo per cui la coni-missione serba respinge tale concezione. Giustificano tale presa di posizione con il fatto ohe diverse sono le condizioni e le situazioni di distretto in distretto e di comune in comune per cui, di conseguenza, diverse possono essere anche le competenze che ciascuna comune sarà in građo di assumersi. Su un fatto la maggioranza è concorde: che lo statuto della comune non deve essere lo statuto dell’organismo direttivo la comune, come in molti posti lo si è concepito, ma effettivamente -uno statuto che abbracci tutta l’attività della nuova unità fondamentale dello stato, quindi un’attività che si basi particolarmente, per non dire unicamente, sulle decisioni decisioni degli elettori. Grande frattanto regna l’attesa per la prossima riunione dei ministri degli affari esteri del Patto Balcanico. In una dichiarazione fatta ad alcuni giornalisti, il Segretario agli affari esteri, Koča Popovič ha rilevato che dalla futura si attendono nuovi risultati nel consoli-mento della collaborazione tra -i tre paesi, collaborazione che dovrebbe continuare sulla strada già intrapresa e che ha dato ottimi ri- LA CRISI GOVERNATIVA FRANCESE RICOMINCIA L'ALTALENA dinanzi ai parlamento impotente La crisi ministeriale francese, a 18 giorni dial rovesciamento di Mendès France, è più aperta che mai e, sembra, si vada orientando verso una soluzione di «stanchezza». Ossia verso un mimlisjtero quialsiasi purché venga dato alla Francia un governo. Se esso sarà funzionale ed attivo lo vdirà l’avvenire. In una parola la orisi ministeriale ha ormai assunto i caratteri di crisi funzionale in quanto il parlamento si è dimostrato .incapace dii esprimere una maggioranza in condizione di governare attorno ad un uomo ed a un programma. Il fallimento di Antoiipg Pineau ha dimostrato che un gab netto orientato a destra — dopo Men-dès-France — a Parigi non è ormai più possibile perchè rappresenterebbe il trionfo deirimmobii-liismo e del conservatorismo condannato dal popolo francese, citre che dal parlamento. D’altra piar-te il fatto che il democristiano Pfimliin non si®, riuscito a portare in porto un ministero indica che una maggioranza di centro-destra attorno ad un programma di pura conservazione è oggi difficile a palazzo Borbone, quasi alla stessa maniera che si è dimostrata difficile la formaaione di una mggioranza di- centro sinistra at- torno ad un governo Pineau che sarebbe stato, in fondo, un governo alla Mendès-iFrance siemza Mendès-France. Tolte queste tr€ alternative non si vede dove,- e cerne, possa sfociare la crisi minis leriaile francese, in quanto par il momento sembra dia escludersi sia l’ipotesi di un ritorno mendesista — ritenuto intempestivo e prematuro — sia uno scioglimento dell’assemblea nazionale in quanto provocherebbe automaticamente il rinvio, e praticamente, il seppeilliimeinto degli accordi di Parigi sull’Ueo e sul riarmo tedesco. Toccando questa ultima ipotesi — quella di nuove elezioni — si è in fondo accennato alla unica soluzione che porterebbe la crisi ministeriale — divenuta armai orisi funzionale del parlamento fraincesie — al suo sfogo naturale. Le votazioni sugli accordi di Parigi e le palemiidhei sul riarmo tedesco, a tali accordi strettamente ooinnessoi, hanno dimostrato ohe i gruppi parlamentari ed 1 partiti francesi sono profondamente divisi mentre i deputati delle varie correnti hanno dato il taro voto , alfa ratifica dell’Ueo più in base a preoccupazioni elettorali che per convinzione «europeistica» ed a-tlamtica. UN ALTRO PftSSQ VERSO I/AUTOAMMINISTRAZIONE SOCIALE Scuole dirette dal popolo L’ultimo numero del boiler no delle singole repubbliche popolari, vita assoluta nel funzionamento d’informazioni della JUGOPRESS I comitati .scolastici sii ooempenan- delle nostre scuole consiste nel riporta un ampio commento sul no in particolare del mantenimen- fatto che nelle scuole medie supe-nuovo progetto legge concernente to e dell’acquisto dei mezzi mate-- f ori anche gli allievi sono Ghiaia amministrazione sociale nelle riali, dell’assistenza soci ale e sa- mati a far parte dei comitati sco-nostre scuole di cui tratterà nella nitaria degli allievi, vigileranno lastici. Ciò indubbiamente aiu-sua prossima sessione l’assemblea sullo svolgersi dell’intero program- monterà la responsabilità degli Popolare Federale. ma d’insegnamento, ne studieran- allievi di', fronte allo studio e di Nelle scuole funzionavano sinora no i mezzi di perfezionamento e fronte all’crganizzazione dell’imte-i comitati scolastici che non erano cureranno la vita ricreativa e ra vita scolàstica. Allo scopo di eletti inè composti sulla base di sportiva dei giovani nella scuola, sviluppai^ una quanto più strétta un principe unitario. Essi però, Esamineranno le lagnanze dei ge- oollaborazrone tra insegnanti ed pur non essendo organismi della nitori, e 'del consiglio degli inse- allievi, la preposta di legge preve-amministrazione sociale, hanno guanti, le osservazioni dei cittadi- de anche la costituzione di gruppi rappresentato tuttavia un impor- nj e je eventuali misure discipli- di studio per classi e per scuole, tante collegamento t;ra scuola e nari. Essi inoltre formuleranno al Alle riunioni dj questi gruppi, ohe comunità sociale. La nuova pro- comitato popolare di competenza la legge definisce propriamente posta di legge sull’amm nistrazio- iß taro proposte per il migliora- «comunità di allievi» verralmno e-ne sociale delle scuole, pur con- mento della scuola e proporranno saminatei i problem' della classe o fermando in parte anche la taro i concorsi per il corpo insegnante, della scuola. Il consiglio degli inprassi, prevedg la costituzione di segnanti ha il dovere di prendere nuovi comitati scolastici i quali Entrano a far parte del comi- jn esame je proposte presentate saranno veri e propri organi del- tato scolastico un determi nato nu- cjai]e comunità degli allievi', l’amministrazione sociale. Questi mero di insegnanti, il diretto:re o comitati non avranno soltanto un il preside della scuola, quindi quei Nella proposta di legge si rile-carattere consultativo, ma saranno cittadini che verranno eletti ai Viano ino!ltiìe le tendenze verso le organismi di ammmistrazione tan- comi zi degli elettori e che verram- quali deve svilupparsi la vita into nel formulare raccomandaz'ani no nominati dal comitato popola- terna della scuola. I consigli de-e consigli per il funzionamento re del luogo. Nelle scuole indù- gli insegnanti vengono impegnati della scuola quanto nel decidere seriali e artigiane e in quelle per a convocare riunioni con i geni-su vari problemi concreti che la apprendisti', nei comitati scolastici tori e con gli allievi, e a mante-legge specifica e che non toccano saranno rappresentati i consigli nere una stretta collaborazione i princip: generali deU’insegna- operai delle fabbriche del ramo- coin quelle organizzazioni sociali mento in quanto di essi si occu- rispettivo economico. La legge ira- ia cui attività influisce sulla vita pano i consigli per l’educazione e pegna i comitati scolastici a ren- della gioventù, a sviluppare natola cultura istituti presso i comi- der conto del proprio lavoro agli v,6 forme di vita scolastica per tati popolari distrettuali e citta- organismi che Ù hanno eletti, ri- una più completa educazione dei dinj e presso i consigli esecutivi spetfcivamente nominati. Una no- giovani. Però se — nella incapacità funzionale del parlamento francese — .lo scioglimento dell’assemblea nazionale e le conseguenti nuove e-lezioni rappresenterebbero l’appello al popolo quale unica forma di soluzione della crisi ohe travaglila la vita parlamentare franeese a ciò si oppone lo spettro degli accordi di Parigi e delle pressioni che da oltre mare gravano sugli sviluppi delia situazione internazionale della Francia, Così la crisi governativa parigina si trascina da un gioirna all’altro e da un uomo all’altro veins® una soluzione per stanchezza che non risolverà nulla ed al massimo servirà a dare anche nel senato france.se il crisma dj una ratifica forzata e limitata del riarmo della Germania Occidentalg ed Orientale in un momento in cui nessuno degli uomini politici francesi osa — a viso aperto — assumersi la responsabilità di tale latto. Infatti in seno ai vari partiti francasi dai quali dovrebbe uscire il nuovo primo ministro' le idee sugli accordìi di Parigi sono più che mai poco idbiiare. Mentire i comunisti sono relegati in partenza all’oppoisizione, in quanto rifiutano ogni forma di diretta partecipazione francese all’inclusione della Germania di Adenauer in ,una comunità europea a scopi militari, j. democriistiani di Bidault trincerano la loro 'avversione agli accordi idi Parigi — o forse più semplicemente il tornò timore del-l’elettoirato — dietro ä rimpianti per la fallita Ced. La destra dei così detti indipendenti di Pimay per parte sua accetta — a parale almeno — gli accordìi di Parigi come un fatto ai. quale la Francia non può sfuggire ed i socialisti sono pronti ad lappoggiare l’Ueo come il solo mo-ido dii evitare llisolamenta della Francia nel campo occidentale. Gollisti, radioalsocialisitii di destra e di sinistra si dibattono nella ricerca di formule che salvino capra e cavoli. Cioè il prestigio francese 'g la sicurezza della Francia in un sistema, non ritenuto ottimo ma solo come il meno peggio. Colsi la crisi gcivemaYva francese si trascina, nell’eiquivoco e nei personalismi alla ricerca dii una formula — ise non di un programma — che ricalchi le o:rmie o del vecchio immobilismo che tolse, prima di Mendès-France, ogni funzione inernazionale propria alla Francia oppure per ridarle una funzione che si orienti vers0 la via indicata da Menidès-France anche se ida seguirsi senza Menidès-France. Mentre 1 "Europa ed li mondo guardano alla Francia forse senza rendersi cónto che la crisi ministeriale franceSg può esser il sintomo td; una crisi più vasta. Una orisi che pione gli uomini politici al bivi© della scelta fra Una reale politica europea — di collaborazione al dii fuori dei blocchi — ed una politica che dell’europeismo si vale solo in senso negativo. sulfati, poiché il Patto Balcanico è l’espressione degli, interessi di tutti i tre paesi che ne fanno parte e non lo strumento della politica di uno di essi. Koča Popovič ha poi rilevato 'l’importànza che il Governo Federale attribuisce alPattività del futuro Parlamento Consultativo Balcanico nel quadro dell’approfondimento della collaborazione tra i tre paesi, specie nel campo economico e culturale, dove essa non ha raggiunto ancora le forme e la profondità desiderata. Anche i rapporti tra la Jugoslavia e lltalia hanno fatto un ulteriore passò in avanti con la firma del regolamento sul lavoro delia commissione mista per le minoranze, la cui creazione era prevista dallo art. 8 del Memorandum d’Intesa. Il Regolamento è stato firmato dal sottosegretario 'agli affari esteri, Petar Ivi'čević per la Jugoslavia e dal ministro plenipotenziario, Renzo Carrubbio per l’Italia. Con la firma di questo regolamento, si conclude una parte delle trattative che hanno per scopo la realizzazione pratica delle disposizioni contenute nel Memorandum firmato a Londra. Entrambe le parti hanno espresso la propria soddisfazione per F aoeordo concluso. Dopo una breve pausa, sono ritornate ieri a riunirsi a Udine le commissioni per il piccolo traffico di frontiera, i cui lavori, secondo nostre informazioni, dovrebbero concludersi per la fine di marzo. Anche le commissioni per la delimitazione dei confini nel settore muggesano sono ritornate a riunirsi a Lubiana. Durante la pausa, parecchi membri dii queste commissioni hanno visitato il posto per rendersi personalmente conto della linea che dovreib-bep seguire il nuovo confine. Una delegazione di personalità politiche jugoslave si reca intanto in Francia dove avrà una serie di contatti con gli uomini politici francesi. La delegazione sarà capeggiata da Veljiko Zeković, segretario del Consiglio Esecutivo Federale. A Belgrado è stato formata una commissione, alla cui presidenza si trova il compagno Moša Pijade, per l’erezione di un monumento a Marx ed Engels. Allo stesso scopo è stato indetto un ooncorso con tre premi dell’ ammontare complessivo di 2,300.000 dinari. Ondate gigantesche ed eccezionali maree Qualora siano gli esperimenti termo-nucleari a provocare le terribili stranezze del fenomeni atmosferici che si verificano negli ultimi due anni, come molti scienziati affermano, nulla di strano sarebbe che un giorno gli stati che ne vengono colpiti chiedessero formalmente agli Stati Uniti e all’Unione Sovietica il giusto e dovutissimo risarcimento di danni. Che siano proprio stranezze atmosferiche lo abbiamo visto negli ultimi due giorni anche nella nostra zona. Dal sole si passava in pochi minuti alla pioggia e a coronamento del tutto, fra tuoni, lampi e fulmini è .arrivata la neve. La marea altissima accompagnata da un terribile vento, ha fatto uscire il mare, sui moli, producendo danni non indifferenti al naviglio peschereccio sia a Capodistria che a Pipano. Danni più rilevanti vengono segnalati dalla riviera baroolana, dove l’apocalittica furia delle onde ha gravemente danneggiato le attrezzature del bagno Ferroviario, del circolo Marina mencantile, dell’Exel-sior e della sede della Saturnia. Le ondate hanno fatto una vera strage di imbarcazioni ohe si sono trovate sventrate sulla strada allagata. Il livello delFaoqua ha registrato la sera del sabato una punta massima di 114 centimetri al disopra del normale. Ma questi, seppur gravi danni, sono inezie in confronto alla furia ohe ha devastato il porto di Genova. Ondate 'gigantesche, 'alte luna trentina di metri, hanno danneggiato in più punti la diga foranea del porto e, attraverso la breccia, si sono abbattute sul molo «Nino Ronco» ed in pieno sulla darsena petroli. Due moli, costruiti due anni fa, lunghi 200, rispettivamente trecento metri, sono crollati sotto la furia delle onde. Le ondate sono penetrate anche nel bacino di Sampiedare-na dove le navi ormeggiate hanno riportato danni gravissimi. Una petroliera statunitense di 13 mila tonnellate, la «Gamas Meadows», ha rotto gli ormeggi e nonostante i più disperati tentativi, non ha resistito alla furia dei marosi e si è capovolta. La petroliera «Lord» di 17 mila tonnellate, che stava effettuando lo scarico del carburante, ha rotto gli ormeggi e, andando alla deriva, ha sbattuto contro il molo e contro la «Meadows» capovolta, piegandosi per un terzo. Ne sono uscite alcune migliaia di tonnellate di carburante che costituiscono un grave pericolo d’inoendio. La nave svedese «iNordaniland», sbattendo contro la banchina, ha riportato lo sfasciamento dei parabordi su tutto un fianco. Pane e limoni o... Australia Analizzando nel 1931 la situazione di Trieste e della Regione Giulia «redente» dall’Italia, scrivevamo: Gli abitanti della città e di queste terre che caratterizzano la situazione locale si possono dividere in due grandi categorie. Alla prima appartengono gli immigrati dall’Italia per spirito d’avventura o perchè tarati moralmente e, come tali, noti e sorvegliati nei paesi d’origine e gli immigrati per ragioni di impiego o di servizio e che perciò rappresentano gli «scarti» degli uffici e dei servizi da cui provengono, essendo stati prescelti, secondo una prassi, normale in Italia, fra i peggiori, i cosidetti «lavativi». La seconda categoria è formata dagli italiani più degli italiani, che, vantando questa patente, accampano soli diritti nei confronti degli altri concittadini e corregionali cui dovrebbero incombere solo doveri. Da parte sua, in quell’epoca, il fascismo stava qui attuando la politica, delle «terre di confine» basata non solo sui principi del «veteres migrate coloni» di Roma imperiale, ma anche su quelli di formare ai confini orientali dell’Italia una massa di abitanti razzialmente puri e politicamente insospettì. A tale scopo — come più volte documentato in queste colonne, attraverso le proposte e i pio-getti prefettizi —■' si erano create condizioni tali per le genti slave di queste terre (la rendere loro non solo insopportabile la vita per l’oppressione, le angherie e le imposizioni di cui erano oggetto, ma an- Precisazione «Considerati questi precedenti e tenuto conto che il fenomeno della trasmigrazione degli italiani dal-lYstria continua a manifestarsi anche dopo il Memorandum di Intesa e dopo l’apertura della Rappresentanza italiana a Capodistria, sorge il dubbio ohe questa operi qui, come a Trieste, sotto l’influenza del C. L. N. AD AUTORIZZARE TALE DUBBIO VALGONO ANCHE CERTE CORRISPONDENZE AL NEW YORK TIMES, ORGANO NON CERTO UFFICIALE DI UN RAPPRESENTANTE DIPLOMATITI CO CHE, FRA I SUOI DOVERI DI UFFICIO, NON DOVREBBE AVERE QUELLI DI ALIMENTARE LE CAMPACNE CONTRO IL PAESE DI CUI E’ ČISTITE». Così avrebbe dovuto terminare — con il periodo in maiuscole -- il nostro articolo « Un bilancio delle malefatte» apparso nel numero precedente. Purtroppo, trovandosi a ' fine pagina, il proto ha fatto saltare il piombo, svisando in parte quanto volevamo specificare nel citato articolo. che per l’impossibilità materiale di sfamarsi. — Cosa abbia fruttaio al-l’Italia questa politica e quali siano state le conseguenze per Tdeste e la. Regione Giulia sono cose troppo note perchè valga la peno di soffermarsi su questo argomento. Viceversa interessa rilevare oggi il fatto che la lezione non è punto servita sia per le sfere dirigenti romane come per certi circoli triestini, Infatti, rifacendo ora l’analisi della situazione di Trieste dopo quattro mesi dalla «seconda redenzione della martoriata città» e di gestione del Commissario governativo italiano, appare ancora più evidente il fenomeno triestino delle due grandi categorie degli immigrati e degli elementi locali super italiani. E’ doveroso rilevare anzi che ora lo stesso fenomeno si è reso più manifesto, specie per quanto riguarda. la seconda categorìa, quella degli italiani più degli italiani, cioè di coloro che accampano solo diritti e privilegi dall’Italia. Il numero degli appartenenti a questa categoria è talmente ingigantito, col concentramento a Trieste dei professionisti dell’italianità e degli insospetti di antifascismo, provenienti dall’Istriìa e della. Liburnia, da rendere assai problematiche le condizioni dei triestini che vivono col proprio lavoro. Ora la situazione di Trieste — dove'per nove anni a spese dell’Italia e con l’apporto degli angloamericani era stato formato un eden artificiale del mondo capitalista, contrapposto allo «inferno titino» del mondo socialista, più sviluppato nella Nuova Jugoslavia - ora la situazione, di Trieste ha già raggiunto un punto tale, per decine di 'migliaia di triestini, cui «la Gran Madre» non offre le sue mammelle, da costringerli all’alternativa o di adattarsi al «pane e limoni», condito con l’italianità del sindaco Bartoli, che tanto si è adoperato e ha versato lacrime per riservare loro questo premio, oppure di imbarcarsi per l'Austrdìa in cerca di lavoro e di pane. Ecco spiegato perchè ai 1600 triestini, già emigrati in Australia, facciano seguito in questi giorni le domande di altre migliaia e migliaia di triestini. Questo fatto rivela una particolare gravità quando si tenga conto che fra queste domande figurano numerose quelle di operai specializzati di ogni categoria. Così l’industria triestina, che in certi rami, come ad esempio quello delle costruzioni navali, nulla aveva da invidiare ai più progrediti del mondo, corre il rischio di segnare un punto d’arresto o di rimanere un ricordo di tempi assai migliori quando i confini dell’Italia erano allo Judrio e a Trieste, con gli spasimi d’amore per l’Italia, facevano affari d’oro i dirìgenti de «Il Piccolo» e i circoli di cui questo acerrimo nemico di Trieste, era l’organo. Presso le din — *0 lire ABBONAMENTI : Annuo din. 420. semestrale din. 220, trimestrale din. 110 Spedizione in e. c. p. ★ 7 GIORNI Il disarmo Il sostituto dfel Ministro degli Esteri sovietico, Andrej Gromikoj oapeggerà la delegazione russa alla conferenza per il disarmo ohe si riunirà venerdì a Londra. Nel danne l’annuncio, Radio Mosca ha reso noto di testo delle proposte Che il Governo sovietico sottoporrà .alla Sottooommissiong per il disarmo. L’Unione Sovietica è del parere che l’energia nucleare debba venire impiegata esclusivamente per scopi di pace e in particolare per favorire il progresso dei -Paesi arretrati. «La mancanza- di un accordo internazionale — ha ricordato Radio Mosca — sulla inter-dizione delle armi nucleari e sulla riduzione degli armamenti costituisce un grave ostacolo ad un effettivo impiago pacifico _ della energia atomica». Il Governo sovietico ha- infine proipoisto che con un lacc-oirdio internazionale vengano assunti questi impegni: 1) distruzione di tutti i depositi 'esistenti di anni atomiche e all’idrogeno e impiego dii ogni tipo di energia nucleare per scopi di pace; 2) non procedere all’aumento delle fo.rze armate oltre U tallo livello al gennaio 1955 e non aumentare gli stanziamenti ,peir la difesa al di là delle somme fissate Per il 1955. Il Governo dell’URSS propone inoltre l’istituzione dii un argano di controllo internazionale che dovrebbe vigilare sulla applicazione -dii queiSte misure. - Commentando le proposte sovietiche per il disarmo, un portavoce del Foreign Office ha dichiarato ohe l’Inghileitra potrebbe a-derire ad una conferenza per il disarmo qualora i prossimi lavori diella Sottoiooirnmiissicne riuscissero a stabilire un avvicinamento tra gli opposti punti di vista. «Noi — -si è espesso il portavoce — non abbiamo mai avuto obbiezioni verso una conferenza internazionale da tenere in circostanze proposite. C’è però che il disarmo è stato per lungo tempo al centro di dibattiti senza Che sda stato possibile compiere alcun progresso. Tutti gli altri commenti sono per ora cauti e aridi. Si fa tuttavia osservare òhe l’accettazione del principio di mettere in quarantena le armi nucleare e la riduzione degli armamenti potrebbe essere già un passo avanti sulla via della pace. Conferenze asiatiche Avrà inizio il 23 corrente a Bang-koig la conferenza degli otto Paesi del Trattato di Manila (S.E.A.T.O) e cioè dell’Australia, Gran Bretagna, Francia, Nuova Zelanda, Pakistan, Filippine, Stati Uniti e Tailandia. Il Trattato di Manila, Stipulato lo scorso settembre, prevede ohe vengano adattate misure collettive contro ogni attacco armato all firig di «prevenire e fronteggiare le attività sovversive, da qualunque parte provengano, dirette contro l’integrità territoriale ,e la stabilità politica dei Paesi partecipanti». Ora le potenze della SEATO sembrano disposte a voler d'are al Trainato un carattere più massiccio. Il ,M’'niistno degli Esteri inglese Eden, ,che è già partito alla volita della capitale siamese, proporrà proba-bilmentg alla .conferenza la costituzione di un’organizzazione poli-tica-militare sul tipo della NATO, ma in proporzione ridotte. Gli Stati Uniti, secondo quanto si apprende in certi circoìi vicini al Dipartimento 'dii Stato, propendono per un’organizzazione più poderosa e dello stesso parere sembra siamo aoche l’Australia, il Pakistan e le Filippine. Nello stesso tempo si svolgerà in Asia, e precisamente a Bandung, un’altra conferenza. Questa ultima avrà un carattere del tutto diverso. Vii parteciperanno trenta Paesi afro-asiatici. La conferenza, promossa dal Primo Ministro indonesiano Ali Sastramidojo, non sfocerà in nessu-n trattato nè in altro (impegno del genere tra i Paesi partecipanti, fra i quali la Cina Popolare, l’India, Ceyl-on e Ja Tailandia. La clrinferenza di Bandung si propone di esaminare lo sviluppo sociale ed economico dei Paesi afro-asiatici e di formula,re suggerimenti a meglio incrementarlo. Nonostante ohe tra le due conferenze di corra 'una distanza |fii 1500 miglia, é evidente ohe i loro lavori si svolgeranno in un clima di reciproca concorrenza, motivo per cu; si crede che le preoccupazioni d’ordine propagandistico finiranno col prendere la parte del leone. Tre Paesi saranno presenti ad ambedue le conferenze: Pakistan, Tailandia -e Filippine. E’ probabile ch0 tra il rappresentante idi quest’ulitimo Paese, molto vicino alla politica degli Staiti Unita, e Chu En La; si aP'ra un dibattito non privo di interesse. Il Premier cinese ha intanto dichiarato «che la convocazione idi questa conferenza offre una buona occasione ai popelji delUAsia e- de)lTAfrica che vivono sotto diversi sistemi sociali e politici di trovare la via per una sempre più stabile coesistenza pacifica, nel rispetto reciproco del principio che la forma di Governo e il costume di vita dii ogni altro Paese non deve sùbire interferenza alcuna da paT-tj degli altri.» ALCUNI ASPETTI delle retribuzioni Costituita l’Associazione Turistica di Capodistria OTTIMI PROPONIMENTI per migliorare il nostro turismo giunti. La messa in pratica del nuovo sistema nelle retribuzioni costituisce una questione di preminente attuali ita. Se ne fa oggetto di larghe discussioni nei collettivi di lavoro e negli ambienti della produzione in genere. La settimana scorsa Si. è svolta a Oapadistria, ad iniziativa del Consiglio distrettuale dei Sindacati, una conferenza cui hanno presenziato i presidenti delle filiali sindacali, dei consigli degli operai, dei cioanitìati amministrativi, i direttore delle aziende economi ìche e ì rappresentanti degli organi economici del Potere popolare e delle organizzazioni politicale.' Si è discussa sopratutto sul ruolo Che i singoli fattoli), soggettivi possono esercitare su una giusta applicazione dei principi basilari del nuovo sistema, e in particolare, le organizzazioni sindacali. Su quei pmiineipi e sulle esper.eme, già acquisite nella R. P. Slovena, ha riferito il compagno Tone Boštjančič, membro della segreteria dell’Unione dei Sindacati della Sloven la, che ha ampiamente illustrato ogni aspetto del problema. La discussione è stata appro-fondita nei problemi specifici delle vare aziende e ha dato, in linea generale, buoni risultati e più di una giusta valutazione degli elementi che devono venir presi in considerazione nella prassi. Da quanto emerrso dalla discussione, riteniamo opportuno segnalare, quale utile esperienza, per i collettivi dj lavoro, alcuni problemi Si tratta, innanzitutto, delle norme-iaccoirdo o, più precisamente, delia necessità di evitare che la loro deteirm inazioni^ sia irreale, il che potrebbe avere per conseguenza U superamento del fondo paghe che poi, nella produzione, potrebbe non venir realizzato. C.ò provocherebbe, con quali risultati d’ordine politico non è d iff itile comprendere, l’intervento degli organi amministrativi. Ma il peggio si. è che una serie di tali errori comprometterebbe gli scopi del nuovo sistema retributivo e la fiducia dei produttori in esso. Il lavoro per la determinazione delle norme, oltre che condotto1 non assoluta obbiettività di calcolo, deve essere coordinato fra le aziende di produzione similare, ricorrendo, se del caso, a larghe consultazioni/ e discussioni. , Un altro aspetto fondamentale del problema riflette la necessità di assicurare alla prassi del nuovo sistema retributivo lo stimolo per j produttori ad elevare le proprie capaotà professionali, facendo in modo che il metodo- di retribuzione invogli al massimo il lavoratore a raggiungere quanto Tra i problemi di natura economica discussi all’ultima seduta delle due Camere del distretto di Buie, il più .importante è quello del rifornimento elettroenergetico del distretto giunto, secondo quanto è risultato dalla relazione e dalla discussione, in una fase critica cosicché occorrono provvedimenti di carattere urgente per soddisfare le necessità del consumo industriale e domestico. Le attitezzature elettriche su questo territorio sono state costruite nel 1928-29 con linee di 1Q KW e con rifornimento da Trieste, portate successivamente a 30 KW. Tali impianti corrispondevano al consumo prebellico!, 'notevolmente . aumentato, secondo le seguenti cifre, dopo la seconda guerra mondiale: nel 1930 il consumo era di 340.000 KWh, nel 1945 è salito a 980.000 KWh, mentre nel 1954 raggiungeva i 2,500.000 KWh. Nell’anno in corso il consumo dovrebbe aumentare di altri 480.000 KWh per raggiungere, con la costruzione del Cementificio a Umago nel 1957, la cifra record di 18,200.000 KWh. Se consideriamo ohe, nonostante l’aumamtato consumo, gli impianti sono rimasti quelli che erano prima della guerra, comprenderemo quanto la situazione sia difficile. In base ad un progetto parziale dell’Istituto per il rifornimento elettrico della RP di Croazia, nel distretto di Buie dovrebbero essere eseguiti, nel 1955, lavori per 100 milioni di dinari e nel 1956 per 82 miteni idi dinari onde coprire il fabbisogno industriale e domestico. Tali lavori pamprendegrebbero la costruzione dji una linea ad ìalta tensione da Buie a Umago di 30 KV e di due trasformatori dello stesso potenziale, uno a Buie e l’al-tro a Umago. In un secondo tempo verrebbe costruita una linea -ad alta tensione da Caroiha a Buie e un trasformatore a Umago. Il piano dell’anno corrente potrà invece mettere a disposizione solo un importo di 50 milioni per riesecuzione idei lavori più urgenti, mentre il grosso dei lavori viene rimandato ad avvenuta compilazione dei progetti e preventivi dettagliati. Oltre alla questione del xefomi-mento elettrico, in detta seduta è stata discussa anche la situazione nella fabbrica di laterizi «Sloboda» di Cibtanova. Il rappresentante dell’amministrazione forzata, compagno Majprus Tomo ha esposto dei dati da cui risulta che, con un investimento di 4 milioni di dinari, la situazione della fabbrica potrebbe essere sanata. Si tratta di acquistare una mescolatrice con tutte le at- prima un alt0 guado di' specializzazione dei proprio mestiere. Giò parche se più quadri specializzati e qualificati devono corrispondere alle attuali esigenze della produzione, ancor più dovranno corrispondere domami in rapporto 'alto ulteriore sviluppo della nostra produzione e della nosbra economia in genere. Ci sembra pertanto utile segnalare l’opportunità della decisione, presa dàlia conferenza, di indire consultazioni par ogni singolo ramo della produzione, sopratutto perché la proiblemaft ca di ciascuno di essi lo richiede per la specificità dei propri problemi. POLA, febbraio — loan Motika è il deputato popolare che rappresenta la città ed il distretto di Poh nonché il distretto di Cherso-Lussi-no al Consiglio Federale dell’Assemblea Popolare della RFPJ, a Belgrado. Egli è stato prescelto alle ultime elezioni, alla fine del 1953, affinchè i problemi e le difficoltà delle zone vengano prospettate tempestivamente alle massime autorità. Ivan Motika non si è dimostrato esitante a beneficiare dei diritti dei deputati e delle facilitazioni che il loro mandato giustamente comporta. Del tutto opposto è risultato invece il suo comportamento per i propri doveri. Per più di un anno gli elettori di Motika non hanno saputo niente dalla sua bocca. Si direbbe che egli abbia voluto controbilanciare con un lungo silenzio il diluvio di parole da lui stesso pronunciate in appoggio «di un deputato che sappia destreggiarsi con le leggi e che non si trovi in difficoltà dinanzi all’Assemblea ...» Faceva spertamente capire che ci voleva un legale per fare il deputato.' E, guarda strano caso, Ivan Motika appartiene alla categoria dei legati. In questi giorni si tengono in moltissime località dell’Istria meridionale comizi degli elettori, nel corso dei quali essi apertamente biasimano il deputato che ha mancato ai suoi più elementari doveri. Al Comitato cittadino ed a queVo distrettuale dell’Unione Socialisti, del popolo lavoratore± pervengono le relazioni dei comizi. «Revochiamo a Ivan Motika il mandato!» suonano i verbali. Il chè dimostra che quest’uomo ha perso completamente la fiducia degli elettori. Lo confermano le riunioni che si svolgono nelle organizzazioni dell’Unione socialista, della Lega dei Comunisti riferiremo. brezzature annesse per il valore di 1,900.000 e della pompa per riassorbimento dall’acqua dagli scavi di argilla. Gli adattamenti verrebbero a costare circa 2 milioni di dinari da impiegarsi nella maggior parte per la sistemazione di un locale al dispora del forno circolare per ries-siocazi-ane del materiale fine, ciò che influirebbe notevolmente sul miglioramento della qualità dei prodotti. Inoltre, aumentando il forno circolare con un vano al disopra della stesso, verrà sfruttato il calore eccedente, eliminando un rapido riscaldo e conseguendo un notevole Nell’ultiima seduta delle due Ga-metre del distretto dd Buie è stata opprovata una disposizio- ne che fissa gli orari invernali ed esitivi dei vanii esercìzi pubblici e negozi-, Gl; ciliari esitivi si applicano dai 1 aprile al 30 settembre e quelli invernali dal 1 ottobre al 31 marzo. In base a questa disposizione le rivendite dì pane e le latterie osserveranno il seguente orario: durante l’estate: dalle 5 alle 11 e dalle 17 alle 18.30 ; al mercoledì dalle' 5 alle 12.30 le rivendite dii pane e dalle 5 alle 12 quelle del latte; la domenica dalle 5 -alle 9 le prime e dàlie 6 alle 9 le seconde. Durante l’inverno: gioirmi feriali: dalle 6 alile 11 e dalle 15 alle 17.30 per il pane e dalle 6 alle 11 e dalle 16 allg 18 peir il latte. Il mercoledì e la domenica gli orari per entrambi sono rispettivamente dalle 6 alle 13 e dalle 6 alile 10. Le rivendite di frutta e verdura seguiranno nei giorni feriali l’orario dalle 6 alle 11 e dalle 17 alle 19.30 per l’estate e dalle 7 alle 12 e dalle 16 alle 18.30 per l’inverno. La domenica gli oràri saranno: 6 — 10 per l’estate e 7 — 11 per l’Inverno. Nellg pescherie l’orario rimane invariato per l’estate e inverno e cioè dalle 6 alle 11 e dalle 16 alle 18 nei giorni feriali; dàlie 6 a-lle 11 il mereoledì e la domenica. Le macellerie seguono invece un orario più complicato e precisamente : nei giorni di sabato dalle 6 alle 11 e dalle 16 alle 19 sia per rinveml0, che per l’estate; la domenica 'dalle 6 alle 11 pe,r l’estate e dalle 7 alle 12 per l’inverno; al mercoledì dalle 5 allg 12.30 per l’estate e dalle 6 alle 13 per l’inverno. Negli altri giorni invece tenario sarà: Tesitele dàlie 6 alle 11 e dalle 17 alle 19; d’inverno dalle 6 alie 11 e dalle 16 alle 18. Orari particolari hanno poi i mercati e 16 rivendite di tabacchi, mentre tutti gli altri ne- Venerdì scorso si è tenuta a Ca poidiistria una riunione allargata del Gomitato promotore dell’Asso-ciaZ'one turistica per ila zona che va da S. Bartolomeo ad Isola. E’ questa par noi un’organizzazione nuova la cui importanza da molti è ignorata o sottovalutata, ma che risulta evidente quando si dia un semplice sguardo alle deficenze che tuttora perturbano la nostra 'industria turistica nonostante gli innegabili risultati da essa rag- e della Gioventù. Non sussiste più alcun dubbio sull’attività e sul comportamento di questo «legale» che guazzava nell’illegale. E non esistono quindi dubbi sulla volontà degli elettori. Il mandato di deputato znon rimarrà più per molto tempo a F an Motika. RF Conferenza sindacale a Fola POLA, 14. Nei collettivi di lavoro della città ha avuto termine la seirie di conferenze annuali dei Sindacati. Le hanno tenute tutte le imprese, presenti i membri dei collettivi di lavoro al completo. Nel corso di queste assemblee sono stati discuss^ i problemi della organizzazione, ponendo in risalto altresì i bucini risultati che in generale sì sono avuti. Festeggiando il 10.° anniversario dalla fondazione dei Sindacati Unici della Jugoslavia, le filiali dellg imprese di Pola hanno dimostrato di aver svolto- uina buona attività nei corso dell’anno; in generale i maggiori successi si sono avuti nel potenzi amento dell’autogestione e dell’attività produttiva stessa, mentre è emersa quailchg deficsnza par quanto riguarda l’elevamento professionale dei membri e l’attività artistico-culturale. In alcune imprese veri successi si (Sono registrati nella categoirizzazione superiore dei lavoratori, effettuata- attraverso seminari e scuole serali1. In complesso, l’organizzazione sindacale cittadina si è rafforzata ed in qual misura lo si potrà apprendere dai lavori della pirossima Assemblea annuale del Consiglio' Sindacale cittadino, sui lavori della quale risparmio di combustibile. In base alla stessa proposta, anche i locali per l’essiccazione dei prodotti verrebbero allargati, aumentando la loro capacità di ulteriori 100 mila mattoni. Gli acquisti di carbone, ooime proposto da Majprus, sarebbero più convenienti se fatti nello Zagorje Croato anziché ad Axsia o Sieoiole. Dopo aver discusso la questione, i consiglieri delle due Camere hanno approvato la concessione dell’importo stanziato quando una commissione avrà esaminato la qualità dei mattoni prodotti e dato il parere favorevole. gazi si atterranno ai seguenti orari : d’estate dallle 7 alle 12 e dalle 16.30 alle 19; d’inverno dalle 8 alle 12 e dalle 15.30 -allg 18.30. Nella g ornata dj mercoledì i’orairiio sarà invece unico dalle 7 alle 14 per l’estate e 7.30 — 14.30 per l’inverno fatta eccezione per il periodo. dal 15 giugno al 30 settembre ' quando, sempre al mercoledì, i negozi apriranno alle 7 per chiudersi alle 11.30 e riaprire alle 18 per chiudersi alle 20. Tali 'deficenze scino state amiche argomento di', una relazione presentata alla predetta riunione. Non sono pache. In primo luogo la 'capienza dei nostri -alberghi è .inadeguata 'alle, bellezze naturali del nostro litorale e all’inteiresse che esso suscita all'interno e allo -estero. - Mancano sopratutto 'alberghi che, per le loro attirezzat-ure e icomforts, possano dare un tono ('nternazionalg al nostro turismo, nè migliori si presentano le attrezzature- par 11 turismo di massa. Infatti, se osserviamo tutta la costa idei capod-istriano, non vi esiste un posteggio per i campeggi, idot-ato di quei minimi comforts ohe tale genere di turismo, dimostratosi redditizio nonostante lo scettismo <3li alcuni nastri «profeti» turistici, richiede. Riteniamo indispensabile che sopratutto quest’ultima lacuna debba essere subito colmata poi ché talfi genere di turismo potrebbe convenire particolarmente ai turisti nazionali, .jl cui -numero dii pernottamenti è sceso d-a 92.688, nel 1952, a 75.400 nel 1954, mentre d' contro il numero dii pernottamenti -dei turisti esteri è salito nello stesso periodo da 8.808 a 27.737. Eccettuate Portorose, S. Nicolò e Pirano, nemmeno le attrezzature balneari possono considerarsi a punto. Il bagno di Capodistria richiede tuttora perfezionamenti, ^mentre in altr-g località i bagn: pubblici non esistono e (tale mancanza è particolarmente sentita a Isola. Le località circostanti i centri, mete di. gf,t,e o passeggiate, non sono dotate di luoghi di sosta come ad esempio Semedella, Monte 'S. Marco, eoe. Viceversa dove FOLA, febbraio — Quest’anno sembra che il Teatro del Popolo di Pola si sia incamminato su una buona via verso la popolarizzazione del palcoscenico, compito improbo, specie quando la cornice di pubblico che attornia il gruppo drammatico non vive in una marcata tradizione e nelVamore per la prosa. Questa volta, ripetiamo, seguendo passo per passo l’evoluzione delil attività teatrale a Poh, possiamo affermare idi tesser soddisfatti per la buona piega che prende la stagione in corso. Diffatti ricordiamo ancora le amarezze degli attori dì qualche anno addietro, quando dovevano rimandare la rappresentazione per mancanza di pubblico! Però, considerando che tutta l’attività e la vita morale stessa del collettivo del Teatro a quel tempo mancava di organizzazione, h cosa non ci meravigliava. Abbiamo avuto tra i membri del dramma troppi elementi che trascorrevano la loro giornata ai tavolini dei caffè, in abiti esistenzialistici, discutendo di cose sulle quali non erano in grado nemmeno di esprimersi per il fatto stesso che come attori a cui pia- Italia gli è quasi ovunque oe ,scherzare con aforismi accanto, lo segue nei viaggi siano essi quanto vuoi beili e aneddoti senza andare a e nelle passeggiate, a Na-fondo in nessun problema, poli, Roma, Livorno, Firen-Ma qualcosa in lui, che non ze. Poi si incontrano di nuota vedere, ci fu, rimane: vo a Vienna, in estate. Ne- nadcvič sente la grandezza di questo sovrano in cui vede l’idea .e comba ttente per sprizza qua e là dai suoi versi leggeri, dalle sue prose scjn'fcillanti: la passione li- mgm ed importanti, tutto è marmo, brolnzo e colori . . . Ho incontrato qui un monumento serbo, importantissimo e vivo. Qui è il Principe del Montenegro ! Di lui ti scriverò d’oira in pò; più che di tutt,a l’Italia.» Lo scrittore fu un giorno ospite del principe; il quale parlando espresse jl suo dolore per i popoli Slavi oppress dallo straniero ed e-selamò: «Ma noi, Montenegrini, perdio, non siamo schiavi ! Possiamo guardare neglj occhi ogni libero uo- Montenegro, derise il Papa mo liberamente. Non abb a- qUantj0 tutti lo adoravano, rato di che vergognarci!» Poi, Derise i tiranni quando tut- goš, sorridendo, sentenziava: Quando jn Europa i vari popoli saranno liberi e indipendenti come Sitati e quando saranno alleati fra dii loro ed r,boliranno gli eserciti, allora l’Europa avrà pace e libertà. Ma fino a quando un uomo solo potrà disporre di milioni di soldati a suo piacimento, fino allora i suoi vicini saranno assoggettati, si chiami quest’uomo presidente, Console, Imperatore o Papa è la stessa cosa. L’u-mainità non può essere felice finche sarà divisa i n Stati che hanno per me.ta fondamentale se stessi, la fede, la nazionalità, la dinastia.» Ed III Casa: «Credetemi — diceva — questo sovrano è più repubblicano del Presidente dèdita Repubblica francese !i» Njegoš, principe del libero pensiero e capo del libero IL CINEMASCOPE IN JUGOSLAVIA La fabbrica «Iskra» di Kranj produrrà proiettori per schermi panoramici nulla da invidiare a quelli di produzione straniega. Il reparto più interessante è senza dubbio quello del montaggio. Qu: il montaggio dej contatori si effettua in maniera perfetta: su di un largo e lungo tappeto, che cammina lentamente, i pezzi passano da operaia a operaia f-ino ad uscire messi ins eme In questo reparto lavora pure un cieco il quale, prima di venire alla «Iskra», intrecciava canestri in un istituto per cechi. Ora .v lavora in un ramo ben dif-a*> ? ferente, tuttavia, egli non è I per niente inferiore ai suo' compagni d: lavoro, a.nzj riesce persino a superare la norma. Di tutti gli articoli che j-scono dalla «Iskra» i più noti sono gli apparecchi da proiezione cinematografica. Il loro montaggio è piuttosto complicato. Vederli poi allineati uno accanto all’altro, del tuto finiti, è un bel fazione sarà senz’altro conveniente. Le imprese c he-matografiche impiegheranno le proprig divise estere per l’acqu'sto di quanto non siamo ancora in grado di produrre dia soli. Nella Jugoslavia ci saranno 20 cine- .Nonostante che la produzione di telefoni sia una cosa nuova per l’«Iskra», ,i suol apparati telefonici e centrali telefoniche, hanno destato grande interesse all’estero, sia nell'ambito della concorrenza tra i paesi oc- matoigrafi per la proiezione cidentali che tra gli acqua-di tali pellicole, e questo av- renti dei paesi orientali. La verrà già nel prossimo, autunno, Il primo: centro a possedere un cinemascope sarà Lubiana e tra le prime altre città è compresa pure Capodistria. A Lubiana, per il I. maggio, sarà profita una nuova sala delia capacità dii 600 spettatori. laro esportazione, peir ora, riguarda specialmente la Turchia, e l’Iran. Gilii altri prodotti, oarticolarmente gli apparecchi cinematografici, vengclno esportati in Turchia, Austria, Brasile e Siria. MAVIL CHI LE FA E CHI LE DICE L’Arcivescovo di Sheffield in Inghilterra, reputa che i compositori dj inni religiosi dovrebbero far dono- delle loro opere alla Chiesa, sen- iDcpo una serie di ricercati prodotti della «Iskra» di Kranj ece0 ora i proiettori «e-inemasoopa» fabbrica ne ha prodotti 1.000. La fabbr.ea ne produce pure a passo ridotto. Vicino è si-proiezio-■ecchio vieni duzione della fabbrica si è snellita fino ad arrivare al (Dal nostro corrispondente) Kranj, febbraio. Il cinemascope ,e l’anniversariio della punto dovuto, tanto che at-motrte dq Prešern mi hanno tualmente dalle sue macchi-fatto uscire dalla nebbia di ne escono quegli articoli che Lubiana per portarmi a meglio corrispondono alla Kranj, capitale della Goren- sua organizzazione tecnica. ska’ 11 viaggiatore non può Eotoi ùel lm0 e(MfMo. credere che ci sra Inverno, j macchinari pur essendo perche la neve copre soltian spettacolo. L’anno scorso la Za es'§ere i diritti d’autore : «I diritti d’autore» ha scritto l'alto prelato sul «Manchester Guardian» (cattolico) : «non sono soltanto una cattiva istituzione, ma mettono i compositori d’inni sacri ohe li reclamano, in stato di peccato». Un compositore ha immela notizia diatamentg risposto, in una lettera, pubblica dal «Times» (protestante) : «Perchè gli altisti dovrebbero essere i solii beneficiari di queste misura tendente ad evitare :il peccato? Dopo tut- come parlando ad un fella invisibile : «Ma voi perchè non vi sollevate centro i Turchi? Voj ài. là, io di qua, incontriamoci sul Kossovo. E mentre i diplomatici si scambiano le note, noi fin-remo il nostro lavoro e di- ti li temevano'. Egli, principe e poeta, srisse, prima di morire il poema «Liberbiade». SiilI'Vl'.o Grassi ha l’aspetto u, uma ca moderna come di si potrebbe immaginare guardando gii eleganti prodotti che * espone alla Fiera o a va- rie mostre, ma dailTinsieme si Il celebre principe stame- rileva subito che nel pas-remo all’Europa: quella che se Bira noto corridore auto- sàtò essa è stata una fab-voi avet chiamata la Tur- mobilist ico, non vuole più brica di' tess'M. Durante la ch'ila Europea Questa siamo tenere «nella sua ruota», guerra, la fabbrica ora stata noi . . . anche a noi è cara Ceryl Mary Georginia Bira- smontata e adattata per la la libertà...-» bongose Blanubanth, sua le- produzione di speciali parti A proposito della censura gitt'ma sposa. di aeroplani, d.a parte de- su' giornali serbi disse Nje- Il d'vorzio è stato giudica- gli occupatoci tedeschi. Nel goš: «Perchè la Serb'a do- to dinanzi ad un tribunale 1945, vale a dire dopo la Vivrebbe aver paura della li- di Landra. Benché inglese di berazione, ci si chiese a qua-bertà? La Serbia che è stata nascita, la principessa si fe- le scopo avrebbe dovuto es-generata dalla libertà, che ce patrocinare da un avvoca- sere usata la fabbrica, soltanto con la libertà può to le Alpi, mentre la pianura presenta un aspetto che riooirda l'autunno o la primavera. Dopo aver visitato la tomba dei Dante slloveno, mi sono incamminato verso gli edifici deU’impreSa, per l’e-lettrotecniQa e la meccanica di p,recisi,one «Iskra». Non oìnematografìoa, in perfora-ha l’aspetto di una fabbri- tiriei a mano e fisse, ecc. In tutti i reparti ch,e ho vis itato, ho trovato' un oirdi- di vecchia data, danno l'impressione di oura e ordine. Qui, camle nelle altre officine, non è possibile vedere una gru. Essa non è necessaria. Vie no alle macchine ci sono molti pezzi di alluminio e di altri materiali destinati) a trasformarsi in apparecchi per la produzione Come ho accennato fin da princ pio, mi aveva attirato a Kranj pure che la «Iskra» comincerà à produrre apparecchi dia proiezione per il cinemascope. Ho avuto' così l’oe-casiome d; vedere un «campione» di questi apparecchi che non si differenziano di to, i servizi che l’Arcivesco-molto diali soliti proiettori, vo rende alla Chiesa, gli vai-La lorq, produzione compar- gano non soltanto un sala-torà una spesa di 9 m ilióni rio fisso1, mia 'anche una rodi dinari. Siccome l’interes- tonda pensione. Anche que-se per questo genere di sto è brutto e costituisce un d’esilio per attentato contro films è vivo, la loro impor- peccato!». lo Stata». Il generale Peron aveva un dentista particolare. Per ricompensarlo dei suoi leali servizi, il Presidente della Repubblica Argentina lo incaricò idi una delicata missione diplomatica a Washington. Ai suo 'ritorno a Buenos-Ayres, Carlos Olivia de Par si apprestava a ricevere la ricompensa del suo zelo. Ma ii General Peron eir,a ammalato e costretto al letto da un ascesso mascellare. Non appéna vide lo ambasciatore-dentista, lo obbligò ad un intervento urgente. Carlos Olivia de Par, che aveva evidentemente perso Tiabibuidtne della chinirgia-, fallì l’operaizione. Il giorno dopo egli passò (tristemente) ila frontiera boldviana, condaminiato a «cinque anni che to siamese '(oointirariamente cosa avrebbe prodotto insom- progredire?» A Gettigli«, allora capitele del Montenegro, esisteva lina tipografi a. Quando Simo Milutinovič pubblicò la sua lai principe ohe scelse un britannico) e ciò per far colpo sui giudici, i quali, in effetti, furono favorevolmente impressionati dal giiu- «Dika Omogoska», insieme ramento dei difensore: wmsmmmmm ARCHITTETURA MONTENE GRIN A al «Serto dalla, montagna», capolavoro di Njegoš, fece -stampare a tergo dei Libro: «Io giuro, come se mi trovassi dinanzi a Buddha-, di parlare senza partiti presi. LA TRAGEDIA DEL TITANIC è un film della 20-th Century Fox impermiato sulla tragedia che nel 1912 fece scomparire dai registri di immatricolazione il più grande e lussuoso transatlantico del mondo, il «Titanic». Il film è interpretato dai noti attori Clifton Webb, Barbara Stanwych, Robert Wagner, Thelma Ritter e Audrey Dalton. Regia di Jean Ne-gulesco. La tragedia del «Titanic» ha scosso il mondo nella primavera del 1912. Il grande e lussuoso transatlantico parte il 12 aprile 1912 per un lungo viaggio, con a bordo ben 2200 passeggeri. Fra di loro si trovano pure Giulia Sergis con i figli Annetta e Norman. Giulia rimane sorpresa ed indispettita quando scopre che sul transatlantico si trova pure ài marito Riccardo, dal quale vive già da parecchio tempo separata. Riccardo circuisce con ogni mezzo i figli, cercando di separarli dalla madre, sino al giorno in cui Giulia gli dice che Norman non è suo figlio. Da quel momento Riccardo si stacca dal ragazzo, il quale lo adora. Il Titanic si trova in navigazione da tre giorni. Riccardo, affranto per la dolorosa notizia, giuoca tutto il giorno a carte con un’eccentrica milionaria, tentando di dimenticare: Annetta sta giocando con lo stu- dente Gif, mentre l’infelice Giulia mento terribile, ha qualcosa di sosi sforza di ricondurre alla ragio- lenne. Poi, più Nulla, ne l’ubriaco Elia. Il comandante, pur avvertito di navigare in zona SUI NOSTRI SCHERMI densa di iceberg, dà ordine di accelerare. Poco prima di mezzanotte un formidabile schianto da inizio alla tragedia. Inconsci del pericolo imminente, i passeggeri rimangono calmi. Ma i battelli di salvataggio non bastano. Il panico cresce di ora in ora. Scene terrificanti si susseguono. Riccardo prende il comando delle operazioni di salvataggio. Solo le donne e i bambini vengono calati nelle scialuppe e, al momento di separarsi, Giulia e Riccardo si abbracciano ed è in quell’ultimo abbraccio che comprendono di volersi ancora bene, ma è troppo tardi. Il piccolo Norman, sfuggendo all’attenzione della madre, rimane a bordo con il padre. Mentre i battelli si allontanano, il transatlantico sparisce a poco a poco, inghiottito dalle acque. Per un pò di tempo si ode ancora il canto dei passeggeri riuniti sulla tolda, un canto che in quel mo- PENTIMENTO è un film francese interpretato da Vivian Romance, Paul Fra-cker e Cleman Geur. Regia di George Lampen. Il triangolo marito, moglie e a-mante, è un tema ormai vecchio, ma sempre attuale. La donna, o-scillante tra l’amore per il figlio e quello per l’amante, oberata di obblighi nei confronti del marito, rosa dalla coscienza, vive una vita ch’è un travagliato pentimento. Il caso ha fatto avvicinare i due amanti in occasione di un passaggio clandestino del confine fra la Francia occupata e quella libera. Assieme sono sfuggiti all’ultimo momento alla Ghestapo. In questa occasione Latur viene ferito, cosicché Maria lo fa ricoverare in casa propria. Qui Latur viene accolito cordialmente dal marito di Maria e da ambedue viene curato amorevolmente sino alla completa guarigione. Attratti reciprocamente, Maria e Latur un giorno si baciano. Spaventata per le conseguenze che potrebbero derivare dalla scabrosa situazione, Maria prega l’amante di partire. Passano i mesi, Maria non riesce a dimenticarlo; parte e lo raggiunge a Parigi dove convive con lui. Per Latur però que- sta non è altro che un’avventura e .perciò, dopo un certo tempo, la consiglia di ritornare dal marito. Maria, disillusa, torna a casa. Qui nasce un figlio. Il marito sa che non è suo. Tenta di dimenticare la colpa della moglie ma non ci riesce. Egli odia il bambino. Le scenate violente si susseguono sempre più frequentemente. Maria decide di abbandonare la casa. Il marito accondiscende ma non vuole abbandonare alla donna il figlio. Questa, vinta, non ha il coraggio di la-, sciare il figlio e per amor suo sopporta tutti i sacrifici. Viviane Romance, la celebre attrice francese, ha interpretato la figura di Maria in modo superlativo. mia. Il programma dii tavolo dell’« Isferai» rappresentar va un problema non itodlf-farente, sia peT la tecnica di produzione che per l’orga-nizzazione del lavoro. Avvenirne così che in 8 anni di 'attività, la «Ietorai» proidius-se altre 430 articoli, che oggi si scino ridotti a 29. C. .ricordiamo ancora gli orologi da muro, lucchetti, vari articoli elettrici’', ecc., che oggi nella fa,bbrica «Isitora» si ricordano soltanto. La pro- ne perfetto e un buon sistema di lavoro. Tutto viene fatto in base a uin piano' e si vede subito che si produce in serie. Per la produzione di ceirtii articoli la fabbrica importa alcuni materiali dall’estero; essa, però, tende •a rendersi del tutto indi-pendente in questo senso. Così, ad esempio1, la fabbrica importava pf>ma dallTn-gh Uterina scatole da contatori 'elettrici che eira vengono prodotti dalla nostra lamineria a Jesenice. In un edificio di minori proporzioni! sì trova la fonderia. Quando prima mi ero soffermato ad ammiirare, negli altri reparti certi pezzi ottimamente fusi, non im-mag inavo certamente che fossero opera di questa piccola e vecchia fonderia. Molto interessante è pure il reparto dove si preparano i pezzi in bachelite. Ora si producono pure apparecchi telefon eli che non hanno IL PANORAMA DI KRANJ VISTO DAL NOSTRO CORRESPOND ENTE MAVIL H congresso a Zagabria i sordomuti del mondo Perchè si dice... ESAGERARE : In latin0 la parola exaggerare significava «mettere un alto argine», per difesa da venti o acque. (Nostro esclusivo) Quando ial principio di settembre dell anno passato si tenne a Belgrado il terzo Congresso dei Sordomuti (fella Jugoslavia, alcuni curiosi fuori della sala t della Casa degli Invalidi si dieserò come ponesse sembrare un tale congresso. E certa-imönte Vi sono dei, Sentori che si pongono la stessa domanda : come si può svolgere un congreS'So ove i delegati non sono capaci di ud re e neppure di parlare? Al terzo congresso, ri- un uomo normale, gr,azie all’opera, dii riabilitazione. Ed è questo il compito principale dell’Unione dei sordomuti. ,ra otto anni, e dopo i rà- del signor Jerälla il quale [gazzi vengono inviati alle ha affermato che «alla Ju-scuole per apprendisti ove goslavia va il medi to mag-apprendono vari mestieri, gioire per la creaziome della La Jugoslavia ha ereditato dal suo duro passato e dail’oocupazione militare oltre 50 mila sordomuti viventi in difficili condizfoni sociali. Prima de!Ua Secondo te statistiche, attualmente il numero dei sordomuti supera i 37'000. «L’Unione dei sordomuti della Jugoslavia, — ha dich arato in un suo discorso al Congresso jugoslavo il signor Vittorio Jeralla (Ro-guerra in Ju- 'ma) presidente della Fede- Federazione. Mondiale dei sordomuti». Telegrammi d.i adesione al prossimo congresso zagabrese hanno inviato 41 signor Cesare Mar- garotto (Italia) segretario l’attività dai sordomuti a generale della Federazione Belgrado, una biblioteca Gen- ia Croazia e Slovenia sì sono impegnati di prestare una particolare cura perchè venga concesso aiuto materiale e morale ai sordomuti in Istria e nella ex Zona B. (punto 9 della Risoluzione dei HI. Congresso). Verrà pure apeirto un Museo dei- mondiale, Antonio Marga,-jOitto, presidente della Fede- goislavia esistevano soltanto .razione mondiale dei sordo- razione nazianaie italiana 4 Istituti par la riabilitazione dei sordomuti : a Lubia- ua na, Belgrado, Zagabria e muti. La Jugoslavia ha su-Zvetazarevo. Oggi invece esi- pestato di gran lunga gli al- muti — ha fait-to molto per la iriaibiilitezion,. dai soirdo- Questo innalzare o ingrandì- spondiamo, il isegretarl'o del stono Istituti di riabilitazl o- ,tri paesi ne,lla soluzione dei re è passato poi nel senso Comitato Centrale, Drago- ne per bimbi sordomuti a problemi dei sordomuti e traslato del nostro attuale vocabolo. CORAZZA: Dal latino co-rium (cuoio) ; infatti le primitive corazze erano fatte dì cuoio. ljub Vukovič, tenne il di- Lubiana, Portorose, due a scorso a gestii: parlò nella Zagabria, a Spalato, Niš, Ze-lingua dei sordomuti. Tut- imun, Subotica, Zvetozarevo, ■to qui. I sordomuti, dunque, pr'zren, Belgrado, Sarajevo, sono persone che possono e- Catta,ro e Bitola. La scuola splioaire tutte le attività di elementare dei sordomuti du- POI NON RIMASE AGATA CHRISTIE II' dott. Armstrong tirò un lungo respiro. — E la signora Rogers? Lombard disse lentamente: — Potrei credere nel suicidio di ànthony (con difficoltà) 'se non fosse per la signora Rogers. Potrei Dredere al suicidio della signora Rogers (facilmente) se non fosse per Anthony Marston. Posso credere che Rogers si sia sbarazzato ii sua moglie, se non fosse per la morte inspiegabile di Anthony Vlarston. Ma quello di cui abbiamo bisogno è una teoria che spieghi due morti che susseguono rapidamente una dopo l’altra. — Vi posso forse essere di qualche aiuto per scoprire questa teoria. — E gli ripetè quanto gli aveva detto Rogers circa la sparizione delle due figurine dii porcellana. Lombard mormorò: — Già, le piccole figurine indiane ... Ce n’erano dieci ieri sera a pranzo. Ed ora sono otto, dite? Il dottor Armstrong recitò: rtDieci piccoli bimbi indiani andarono a pranzo: Uno si strozzò bevendo e poi rimasero in nove. Nove piccoli bimbi indiani rimasero in piedi fino a tardi: Uno poi dormì troppo e poi rimasero in otto». I due uomini si guardarono. Philip Lombard sogghignò e gettò via la sigaretta. — Collima troppo bene perchè sia una semplice coincidenza! Anthony Marston è morto di asfissia e di soffocazione ieri sera dopo pranzo, e mamma Rogers ha dormito troppo, indubbiamente. — E allora? Lombard gli battè una mano sulla spalla. — E allora ecco un’altra specie di indovinello. Gatta ci cova, caro mio! Il signor Owen! U. N. Owen. Uno sceaoseiute lueatieo aei «li*terni! — AH! — Armstrong sospirò di sollievo. — Voi ne convenite. — Ma vedete quello che la conclusione implica? Rogers giura che non c’erano altri che lui e la moglie sull’isola. — Rogers ha torto! O forse Rogers mente! Armstrong scosse il capo. — Non credo che menta. Quell’uomo è tèrrorizzato. Quasi non sta più in sè dal terrore. Philip Lombard lo ammise. — Niente motoscafo questa mattina Questa circostanza collima di nuovo con le graziose intenzioni del signor Owen. Indian Islan devo rimanere isolata finché il signor Owen non ha terminato il suo lavoro. Armstrong si era fatto pallido. Mormorò: — Vi rendete conto che quell’uomo . . . deve essere un maniaco furioso? Philip Lombard disse, e c’era un accento nuovo nella voce: — C’è una cosa di cui il signor Owen non si è reso conto. — Che cosa? — Quest’isola è più o meno una nuda roccia. Non ci metteremo molto a frugarla. E non tarderemo a scovare il nostro U. N. Owen. Il dottor Armstrong ammonì: Sarà pericoloso. Philip Lombard rise. — Pericoloso? Chi ha paura del cattivo lupo mannaro? Io sarò pericoloso quando gli avrò messo le mani addosso. Fece una pausa e soggiunse: — Faremmo bene a prenderci in società Biore, per aiutarci. Quello è l’uomo adatto. Meglio non dir nulla alle donne. In quanto agli altri, il generale è definitivamente rammollito, e il forte di Wargrave è una magistrale inattività. Solo noi tre possiamo fare qualcosa. * Fu facile associarsi Biore. Si trovò immediatamente d’accordo con le argomentazioni. — Quanto mi dite circa le figurine di porcellana dà tutto un altro aspetto alla faccenda. E’ pazzia, pura pazzia! C’è una cosa, però. Non credete che l’idea di questo Owen sia quella di lavorare per procura, per così dire? — Spiegatevi. — Ebbene, intendo dire questo: dopo quello strepitoso annuncio grammofonico di ieri sera, il giovane Marston si monta la testa • si avvelena. Rogers pure si monta la testa e spazza via la moglie! Tatte secami* i pia»i di U. N. O. Armstrong scosse il capo, poco cpnvinto. Insistè sul punto del cianuro. Biore ne ammise l’importanza. — Già, l’avevo dimenticato. Non è una cosa che ci si porti dietro, ordinariamente. Ma comé ha fatto ad andare a finire nel suo bicchiere? Lombard disse: — Ci ho pensato a lungo. Marston ha bevuto parecchi whisky, ieri sera. Ma fra il momento in cui bevve l’ultimo e il momento in cui ebbe finito il penultimo, passò un pò di tempo. E’ durante quel tempo il suo bicchiere è rimasto vuoto su uno dei tavoli. Anzi credo, sebbene non ne sia troppo sicuro, sul tavolino vicino alla finestra. La finestra era aperta. Qualcuno avrebbe potuto farci scivolare una dose di cianuro, dal di fuori. Biore obiettò incredulo: — Sensa che nessuno di noi vedesse? Lombard ribattè, secco: — Noi eravamo tutti piuttosto occupati . . . d’altro. Armstrong disse con lentezza: —( Questo è vero. Eravamo stali tutti attaccati, senza eccezione. Passeggiavamo, ci agitavamo per la stanza. Discutevamo, ciascuno indignato e immerso nel fatto personale. Credo che la cosa sarebbe stata possibile . . * Biore scrollò le spalle. — Il fatto è che deve essere stata compiuta! Ora, signori, cominciamo a darci da fare sul serio. Nessuno ha una rivoltella, per caso? Ma credo che sia uno sperare troppo. Lombord dichiarò invece: — Io ne ho una. — E si toccò «a tasca. Gli occhi di Biore si spalancarono. Chiese, con tono indifferente: — La portate sempre con voi, signore? Lombard rispose: — Sì, generalmente. Sono stato spesso in posti assai pericolosi, sapete. — Oh! — Fece Biore e aggiunse: — Bè, probabilmente non vi siete mai trovato in un posto più pericoloso di quello in cui siete adesso! Se c’è un pazzo e si nasconde nell’isola, probabilmente ha con sè tutto un arsenale di armi modernissime^ per non parlare di coltelli o pugnali. Armstrong tossì. — Potreste aver torto su questo punto, Biore. Molti pazzi omicidi sono persone tranquillissime che non si fanno notare in altro modo. Creature deliziose, in compagnia. Biore osservò: — Non ho l’impressione che questo sia un tipo ilei genere, dett. Armstrong. può servire da esempio agli altri paesi idei momdo, specialmente per quanto riiguar-ida riaiiurtia da parte dello Stato». A quanto ci ha informanti il compagno Semzo Fe-r zovič da Pola, membro del /Gomitato Centrale dellTJnio-ne dei sordomuti della Ju-gots’avia, nel corso di quest’anno, inell’estate, avirà luogo a Zagabria il Congress so mondiale dei sordomuti. A ohi si chiederà perchè proprio la jsaeiffca per dei sordomuti, il si gnor Morel, presidente delita federazione spórtiva idei sordomuti francesi, ed altre personalità internazionali. Intanto, fi no alla data del Congresso Mondiale ( agosto 1955) verranno aperti in Ju- tirale e centri di traduzione. Verranno indirizzati sforzi anche per la x dcdle forme medievali e orientali l’intaglio delle figure. | state indicate, via via, da vari eru- **“> a 'nm abbastanza note Quando pero il gioco degli scac- | diti come le patrie originarie del grazie ad appositi trattati) a quel- chi divenne non piu un passatempo. | gioco; ma mentre si hanno notizie, la modema sembra si sia compiuta privilegiato delle corti e dei nobili, | piuttosto vaghe, sulla sua esistenza a varine dal secolo XV m Ispagna ma alla portata di ogni categoria di ,g in Cina, nel secolo primo aniece- * » F”feuL In ^alla ll &oco per?onfr.e pustna, moderna ne | dente la nostra era, appaiono poi n specialmente nel Rinascimento, il moltiplico gli esemplari, ben rara- | del tutto oscure le vie della sua secol° de}le '»novazioni e scoperte; mente i pezzi e la scacchiera ebbero g diffusione nell’India. Qui sembra f. m quel periodo la superiorità ita- valore darte. Oggi, infatti, le scac- g accertato fiorisse nei primi secoli ha™ sl affetm° m luesto camP°• . oh^r\ son°. molto piu popolari e g dell’era volgare, passando poi, prò- E eosa risaputa che tanto i Greci pratiche. Gli scacchi sono un gioco | babilmente nel VI. secolo, alla Per- , Roman, ebbero delle scac- tra i piu diffusi, vantando attuai- | sia. L’etimologia, indubbiamente in- f. chf. le trasmisero ai popoli mente, m ogni parte del mondo, g diana, della parola «shatrang» e il Strofi; gli antichi inventari delle milioni e milioni di praticanti, preciso ricordo della tradizione cortl> del rest0> testimoniano soven-orientale, confermano l’India come l’estremo anello per noi raggiungibile della storia del gioco agli scacchi. Nell’epica e novellistica persiane l’introduzione del gioco dall’India in Persia, che si fa risalire al tempo del re Cosroe Anosharwan, contemporaneo di Giustiniano, è narrata con ogni sorta di particolari, per buona parte certo fantastici, ma con una tale uniformità di elementi fon-namentali da farne ritenere la sostanza storicamente attendibile. Dai Persiani appresero il gioco gli Arabi conquistatori (secolo VII.) e, con questi, esso si diffuse per tutto il mondo mussulmano. L’etimologia di «scacco mato», in arabo persiano «shah mat» (il re è morto), e «arroccare», in arabo-persiano «rukh» (torre) sono vivi documenti della fase araba degli scacchi; ma incerto rimane tuttavia, il problema della ulteriore via che ti gioco avrebbe seguito per passare dal mondo orientale a quello occidentale. Non del tutto persuasivi sono gli accenni dei cronisti che sembrerebbero attestarne la conoscenza a Bisanzio nel secolo IX., e contano la scacchiera tra i doni scambiatisi fra Carlo Magno e l’arabo Harum-ar-Rashid. Tant’è vero che, secondo alcuni autori, per l’importazione degli scacchi in occidente si dovrebbe discendere fino all’epoca_ delle Cro- Andrija Fuderer è uno dei mostri più promettenti scacchisti, ohe ha ottenuto buoni risu Itati anche all’estero tufo da tre' quarti idi campo dn area del Torino. Il pallone perviene a Vincenzi in area .nero-azzurra e questi, nel tentativo di controllarlo, se lo fa soffiare da Buhtz che manda im rete. Al 18’ pareggio del-rintemaziomale ad opera di Armano, su passaggio di Skoglund. Juventus - Novara 2:1 (0:0). — Il Novara ha adottato un’accorta tattica difensiva fino alla segnatura della prima rete ijuventina. Il gol è stato realizzato al 4’ della ripresa in una azione confusa nella quale il terzino Detogni, nel tentativo di rinviare, ha provocato un rimpallo. Al 25’ in un’azione confusa, su tiro di punizione, il centro .avanti degli azzurri, Arce è riuscito a pareggiare. SuU’uno a uno la partita è rimasta solo critique minuti. Infatti .al 30’ Bronce è. stato atterrato in area di rigore. La punizione, battuta dal dischetto, da Manente è stata trasformata in gol. Napoli -- Bologna 1:1 (1:1). — Terreno pesante per la pioggia caduta .ad ■ intermittenze anche durante la partita. Il Bologna schiera Greco a terzino in sostituzione di Rota. Il Napoli, ohe presenta al-!’attacco M aggiomi .al cen tro e Ama-dei a mezz’ala sinistra, parte a forte andatura e va in vantaggio al 13’. Il pallone passa da Mazzoni a Pe-saola ohe tira forte al centro. Imparabile la deviazione di Amadei neH’angolo destro basso. Decisa ■reazione del Bologna e pareggio al 20’ per fallo di Tre Re s.u Pozzan, lanciato da Pivatelli. L’arbitro decreta una punizione dal limite; batte Pivatelli con un secco raso .terra che sorprende Bugatti. Nella ripresa, gioco mediocre da una parte e dall’altra. Al 17’ Amadei esce dal campo per farsi massaggiare e rientra dopo quattro minuti, inutilizzato all’ala sinistra. In dieci il Napoli subisce l’offensiva- del Bologna ohe rimane pérò infruttuosa. ROMA - PRO PATRIA 1:1 (1:1). — Andata in vantaggio al 4’ su calcio di punizione di Orzan che ha sorpreso Moro, la Pro Patria è riuscita a tener testa .alla Roma an- CAMPIONATO ITALIANO SERIE A I RISULTATI Napoii — Bologna 1:1 Udinese — Catania 1:0 Spai — Genoa 1:0 Fiorentina — Lazio 0:1 Atalanta - - Milan 1:1 Juventus - — Novara 2:1 Roma — Pro Patria 1:1 Inter — Torino 1:1 Sampdoria — Triestina. 2:0 LA CLASSIFICA Mila® 20 12 5 3 46:22 29 Bologna 20 11 6 3 39:25 23 Roma 20 7 11 2 30:23 25 Fiorentina 20 9 6 5 29:22 24 Udinese 20 9 5 6 29:24 23 Juventus 20 8 7 5 32:28 23 Inter 20 7 7 6 32:29 21 Torino 20 8 5 7 22:25 21 Napoli 20 6 8 6 26:24 20 Sampdoria 20 7 6 7 29:26 20 Genoa 20 5 9 6 20:20 19 Catania 29 5 8 7 24:24 18 Atalanta 20 4 10 6 19:20 18 Triestina 20 5 7 8 19:34 17 Lazio 20 6 4 10 23:23 16 Spai 20 3 9 8 13:22 15 Novara 20 5 4 11 20:32 14 Pro Patria 20 2 5 13 14:33 9 Sam.pdoria - Triestina 2:0 (0:0). — Nel primo tempo la Sampdoria è sitata nèttamejate superiore ed ha portato continui attacchi. Ha totalizzato ben otto calci d’angolo a uno, ma non è riuscita a passare, .anche peT la saldezza della difesa triestina. Rosa da pochi passi ha mandato a lato e Conti, su traversone di Arrigoni, ha sfiorato la tra^ versa. Nella. ripresa la Sampdoria ha continuato la pressione e al 19’ è andata in vantaggio. Su micio dangolo tirato da Baldini, Soldan sbagliava la presa e Conti era lesto a segnare. Al 23’ Rosa realizzava la seconda rete su passaggio di Baldini. Spai - Genoa 1:0 (0:0). — Con una ocjndotta di gara accorta, la Spai ha battuto di misura i rosso-blu con una rete segnata dal centro avanti ferrarespe, Rossi al 31’ della ripresa, su azione, inziata da metà canapo e condotta da Olivieri e Costantini e conclusa con iun 'tiro fortissimo del centro avanti che spiazzava Franzosi. Nel primo tempo la Spai al 12’ oon Molin colpiva la traversa della porta genoana e un .minuto dopo Mike per i rosso-blu colpiva l’incrocio dei pali della rete di Persico. Udinese - Catania 1:0 (1:0). — La squadra friulana ha .mantenuto una costante superiorità sulla squadra catanese ohe fin dai primi minuti ha arretrato Karl Hansen, indubbiamente il miglior uomo in campo à dare una man forte alla mediana. Le condizioni del terreno, in diversi putiti allagato per la jaclgg’jà caduta in miattinàjta, non hanno permesso all’Udinese di effettuare il rituale gioco. Tuttavia anche oggi la squadra friulana si è fatta ammirare per le sue piacevoli manovre, ben condotte da Selmos-scn e da .Bettini. Il gol della vittoria è giunto al 41’ del primo tempo. Selmosson ha allungato a Bottini, questi ha tirato direttamente in rete e a Bettini non è rimasto altro ohe deviare la palla sulla quale è piombato iSelmossion che ha segnato facilmente. Nella ripresa due spettacolari pali di Menegotti e Karl Hansen. PUGILATO co. impegnato, se ha avuto il me-jdto di parare un’impassibile stangata .sui piedi di Daprétto che aveva superato in dribling tutta la difesa non è sembrato in buona giornata. Detto, questo dello Scoglio Olivi, biso'gn.a aggiungere che, farse, se la son0. presa anche un pò sottogamba. Devono tener conto parò anche ohe avevano da fare con un’Aurora rabberciata alla meglio e che, per di più, ha giocato i 'dne terzi diöll’.incointro praticamente in dieci uomini o, nove, se vegliamo .considerare che il portiere Peechiaii ha giocato o©-cas tonalmente nel ruolo di ala desina. Si tratta, a nostro .avviso, della necessità che la direzione tecnica del sodalizio polase riesamini seriamente tutto il proprio sistema di gioco, impostandolo su un binario più pratic0. e sbrigativo. Dell’Aurora diremo che, venuta a Pela in formazione di ripiègo con rinteinziio-nie di prendere mano goals passàbile, ha lottato gaigliiard.ame.nte riuscendo nel proprio intento. Quella vista sul campo dello Scoglio Olivi non valeva, comunque Ja squadra che altre volte abbiamo avuto modo dii vedere giocare meglio- Con le attenuanti. Da sottolineare, però, ch,e le condizioni dj forma dei suoi] giocatori oi sono sembriate ancora lontane dal .soddtofare. La società capodiistria-.na dovrà lavorare molto par la preparazione dei propri uomini. Per la cronaca diremo che, come al solito, l’Aurora ha subito il .goal iniziale di prammatica. Era Cergnul a concludere una confu-sionariia az.iione sotto la porta di Dcforiigma. Poi il gioco proseguiva alterno fino al 22’ quando Droisii-na segnava, concludendo un’azio-ne sulla sinistra, jl più bel goal della giornata. Dopo che Daprétto., nellla g:à menzionata azione par poco non .riduceva le distanze, terminava il primo tempo sili 2:0 phe faceva, prevedere una vittoria Ipoiese molto dons&steinfe. Invece' non è stato così. Malgrado lo Scoglio Olivi cont;iinuaissie a premere, li suoi attacchi mancavano di mordente nelìja fase oomcfetìiiva. La •rete capodiistriana capitolava ancora al 60’ e doveva essere un mediano, Ninčevič a segnare con un tiro da oltxe 16 metri. Al 67’ Turčiniovič realizzava un rigore, decretato per fallo in area di Lo-renzin su Daprétto. Al 76’ Hočevar segniava da pochi passi, concluclen do una vel°ee azione sulla destra. Lo Scoglio Olivi attaccava poi riuscendo a fissare sul 4:2 il risultato deU’incontro con uno spunto' personale di Drosina. Llincontro di rivincita fra lo Scoglio Olivi e rAurora, che avrà luogo dcimein'ica 6 marzo p. v. allo stadio d'i Oapodistiria, promette di dare bellie sensazioni al pubblico oapodistriano. Nostre squadre in Russia e Polonia BELGRADO, 21 — Il «Partizan» di Belgrado è stato invitato a giocare alcune partite nell’URSS contro alcune delle migliori compagini sovietiche. In base alla proposta, accettata dalla società belgradese, i calciatori del «Partizan» sosterranno due inoontri: a Leningrado contro la rappresentativa d.i quella città e, a Mosca, contro la locale «Spartak». La Vojvodina, invece, su invito della federazione polacca partirà per la Polonia, dove si incontrerà, a Varsavia, con il C. V. K. S. campione polacco e, a Lodz, con il locale «Vlolknjarc». A Belgrado verrà invece la squadra campione di Bulgaria, C. D. N. A. a giocare rincontro di rivincita con la «Crvena zvezda». Come si ricorderà, rincontro svoltosi a Sofia qualche mese fa fra le due rivali era terminato con il punteggio di 2:2. BRILLANTE VITTORIA e ottima organizzazione che dopo il pareggio segnato da Galli al 15’ con un tiro da poohi passi sul terreno abbandonato. AI 35’ un traversone alto di Nyers è stato raccolto da Galli, nua la base del palo, di sinistra ha respinto il tiro che aveva ormai battuto Olda-ni. Nella ripresa i giallo-rossi han- Pola - Železničar (M) 15:5 POLA, 20 —- Il club pugilistico «Pola», dopo un paio di mesi della sua forrnaziebe, hfi 'Colto un’altra brillante vittoria sullo Železničar di Maribor, che, al cinema «Beograd», è stato piegato ,per 15:5. Come si vede, il risultato è quanto mai convincente. Un pò da fare ha avuto 1 aitante Burió, nella categoria dei mosca, con il minuscolo e simpatico Celi. Hin, nei gallo ha piegato il coriaceo Kaiser, boxando al centro del ring e cogliendo spesso l’avversario al viso con pugni ben dosati. Nei piuma, Kavčič, opposto a Hauptman, ha pareggiato un incontro non molto bello, caratterizzato da frequenti scorrettezze. Tuttavia Kaučič è sembrato migliore. Il leggero Rubac, nel match oon Korošec, è stato da questi messo ben presto in condizioni di netta inferiorità. Colpito ripetutamente, il pple.se ben presto era «groggy» e al secondo round finiva di subire l’iniziativa dell’av'versario per getto della spugna. _ «E’ questo l’ottantesimo incontro no premuto senza successo sia per la decisa difesa dei blù-cerchiati che „ ____ ______________ _____ per la scarsa incisività degli attac- che mi aggiudico prima del limite: canti. Al 31’ su calcio d’angolo bat- — dichiarò Banovac I, scendendo tuto da Nyers, Oldani ha salvato la dal quadrato. Lo speaker lo ripetè date, Certo è, invece, che verso la rete da un angolato idi testa di Galli. La Pro Patria, portatasi all’attac'co oon Höffling, ha impegnato Moro in un difficile salvataggio in .angolo. al pubblico che applaudì calorosamente. Infatti alcuni istanti prima alla I. ripresa, Sibila aveva abbandonato, 'travolto dall’ irruenza e dai di- retti .di Aldo. Il combattimento più atteso della giornata fra Kelava, campione) ijiugoslavo dei welter, e Barbakov è finito con la netta vittoria del primo. Calmo, dai riflessi pronti, il campione ha picchiato sodo. Alcune volito, però, Biarbakov lo colse a segno, resistendo poi valorosamente alle di lui sfuriate. Kelava è sembrato particolarmente potente a media distanza e nei corpo a corpo. Nella categoria successiva, Brenčič, in ottime condizioni di forma e nonostante la ciocia, ha* vinto ai punti su Bulabašić, il quale non ha potuto opporre che una strenua resistenza. Gli ultimi tre incontri vedevano uno scatenato 'Bizjak costringere lallläbbando-no Boršnar al secondo round, Bo-gunić, medio massimo battere Salic, ben scosso dalle formidabili mazzate dell’avversario, e Jelkić sbrigarsela facilmente con Zahar che, dopo la prima ripresa abbandonava. Questa, dunque, la cronaca dèlia seconda tiiunicbe ' pugilistica or|ga-nizzata dal «Pola» e conclusasi con una promettente vittoria. Non ancora perfettamente a punto con la preparazione fisica e tecnica i pugili polesi hanno tuttavia impressionato favorevokneint]e. Organizzazione perfetta, accurata e senza pecche. L’arbitraggio del polese Rajkovič è stato brillante, mentre Lušenc di .Maribor, si è fatto fischiare spesso per la sua ottusa partigianeria. B. C LETTERE DI SPORTIVI PARERI CONTRASTANTI Riceviamo e pubblichiamo: «Cara «La nostra lotta» per un errore del proto l’articolo del collega fiumano Renato Tich, «Esagerato pessimismo in casa Scoglio Olivi» venne pubblicato su questo giornale senza la sua firma provocando stupore in certi circoli polesi. Infatti molta gente pensò che l’artico^) in questione fosse del sottoscritto il quale improvvisamente aveva cambiato idee, passando ai mi e bagagli dalla parte opposta. No! L’articolo non • era di Clapcich, ma di Renato Tich di Fiume, il quale, dopo aver visto giocare ivi lo Scoglio Olivi contro l’Orijent, pensò di mandare al nostro periodico un suo giudizio, forse un po’ prematuro, sul valore della squadra e degli atleti, polesi. Il collega fiumano si è lasciato andare e, attorniato da un vacuo ottimismo, ha voluto convincersi che nel futuro le cose andranno meglio per noi. Mi sorprende che fin dalle prime righe e precisamente quando dice: «si è visto che ancora qua e là, ci sono da fare delle correzioni. Correzioni nel sistema di gioco, tecniche nella prestazione dei singoli e .infine nell’intelaia-tura della squadra», mi sorprende, ripeto, che queste cose, Tich le abbia espresse quasi con noncuranza e che non si sia soffermato di più, poiché in quella frase riassumeva l’essenza del gioco nelle sue regole basilari. Lo Scoglio Olivi difetta di tutto ciò e questo è il suo unico e serio problema. Colmare tale lacuna bisogna, e per giungere a tanto ci vuole altra gente alla direzione tecnica della società polese. Ma di questo Renato Tich non parla. Per altro si limita a farci una «squadra dopo aver passato in rassegna i giocatori visti all’opera nel confronto fiumano di un mese fa. Dice di Punis cose da noi risapute, ma non parla di . Rakič, altro portiere, lasciato • in un canto nonostante il suo indubbio valore e fa un problema per il terzino destro, preferendo poi Loren-7in a Banovič, come se a Pola non fossimo dello stesso suo parere. Imperdonabile però quando dichiara che Buie, .laterale destro, non ha rivali in quel iruolo. E Richter, il generoso e valente Rihter, che per sette anni consecutivi ha giocato in quel posto, dove lo mette Tich? «Non è un tecnico — prosegue nel suo articolo l’amico fiumano — e la sua grande volontà e-, quel suo altruismo, sono sufficienti ad assicurargli il posto in prima squadra». Perbacco, non bastano solo volontà e altruismo, ci vuol tecnica e saper giocare. Il mediano, un buon mediano, deve coordinare il gioco all’attacco ed essere di sostegno alla difesa negli urti avversari. Buie purtroppo ha solo volontà e altruismo per adesso. Quanto a Blasič, questi’ esiste solo nelle menti di certuni. L’ottimo centro del Crikvenica, sembra non abbia nessuna voglia di trasferirsi a Pola, laonde ogni (progetto formulato con la di lui pre-isenza è destinato a naufragare. Vlačič, mezz’ala, non rende neppur la quarta parte di quello che rendeva quando giocava nei reparti arretrati del Rudar di Arsia, perciò è inutile insistere con lui in tale senso. Possibile e per niente strano sarebbe lo spostamento di Vlačič a mediano .destro con Rihter a interno con lo stesso settore. Anche per Scattaro niente rivali, prosegue il collega Tich. Ma dov’è che ha visto in questo ragazzo quel senso di palleggio, la padronanza della palla, il gioco di testa, l’anticipo e quell’assolu-la necessaria conclusività che gli consentirebbe di portare a buon fine al- meno la ventesima parte delle azioni •alle quali prende palle? L’uomo di punta deve concludere l’azione, sia o no ostacolato da un avversario, su qualunque piede gli capiti, in qualunque po- sizione utile si trovi. Scattaro non ha nè tanta prontezza di riflessi nè tanta freddezza di esecuzione. Non voglio con questo mio giudizio demolire i giovani Buič e Scattaro, i quali hanno ancora molta strada da percorrere prima di assicurarsi definitivamente il posto in prima squadra, voglio piuttosto far osservare a certi che proclamarli insostituibili è cosa azzardata che li danneggia proprio come a suo tempo fu fatto per Marinovič che oggi crede di non aver nulla da apprendere da nessuno, mentre a malapena sa legarsi le scarpe bullonate. Scusi l’amico Tich questo irruente intervento, ma dovevo farlo. Lo dovevo fare per me e per gli altri sportivi polesi che con ansia seguono le sorti dello Scoglio Olivi. Mi duole che la squadra della mia città versi in tale precaria condizione e per questo non posso permettere a nessuno, neppure a Renato Tich che rispetto moltissimo, di esprimere delle sentenze superficiali su giocatori e squadra, dopo averli visti all’opera una volta sola almeno da un anno a oggi. Pola, 20 febbraio 1955. BRUNO CLAPCICH» PALLACANESTRO I convocati per Italia - Jugoslavia BELGRADO, 20 — L’incontr Italia ('giovani) e Jugoslavia B < pallacanestro che sarà disputato 27 c. m. a Roma verrà diretto dag arbitri E. Chuard (Svizzera) e I Blanchard (Francia). La coinimissir ne selezionatrice federale ha convc cato i seguenti giocatori: Andrijašević, Konjović, Pavašovit e Popovič (Crvena zvezda), Sijači (Partizan), Miler e Kandus (ASK Ljubljana), Amon, Kapelj e Brume (Ljubljana), Rajkovič (Beogra Šport Klub), .Kocijan (Montažno Zagabria), Spiljak (Mladost - Žaga brio) e Dohranoč (Karlovac). L Federaizione italiana ha designat i seguenti giocatori: Alesini, Calebotta, Cana e Zon (V iff us - Bologna), Asteso (Roma) Chiaria e Costanzo (Stella Azzurra, Bizzarro e Pieri (Triestina), Gamh (Borletti), Lucev (Gira - Bologna) Riminucci (Victoria - Pesaro).