III. ANNO. Sabato 1. Luglio 1848. M 3*. Parlamento Costituente. Furono nominati Deputati al Parlamento costituente per Trieste: i sigg. Oobbi Ur. Ferdinando „ Hag-enauer Giovanul. per i Istria: i sigg. de Hadonizia Dr. Antonto. „ de Fttccliinetli Hichele „ Dr. Francescht Carlo „ Tlacli .... „ Vidulich I»r. Notiamo che 1' Osservatore Triestino nel N.° 77 registrando i voti dati per Trieste, tralascid di avvertire che il Dr. Kandler aveva in precedenza alla elezione di -chiarato per le stampe di non poter accettare 1' officio di deputato se a lui venisse mai conferito. Processo verbale delta Seduta del 48 giugno UELLA SOCIKTi DEI TRIESTINI. In questa sera la Societa si e riunita a congresso ordinario, ed innanzi che si passasse alle discussioni poste ali'ordine del giorno, si fece lettura del protocollo 11 giugno, che ha subito qualche piccola modificazione. Indi fu fatta distribuzione di schede a' soci presenti, per nominare una commissione, col titolo di comitato eletto-rale, la quale dovesse occuparsi apreparare materiali per la prossima elezione dei deputati al Parlamento Imperiale; fu tosto per votazione nominata la commissione composta da dieci signori soci, i quali tutti accettando gentilmente, andavano tosto ad occuparsene. Durante lo spoglio venne ragguagliata la Societa deli' operato di apposita commissione incaricatasi per e-stendere una protesta ali'Assemblea di Francoforte che fu intieramente approvata. Taluno credeva meglio corroborare la medesima an-nettendovi copia autentica del patto di dedizione del 1382, che non venne pero riputato di necessita. Siccome poi la Commissione trovd necessario che non solo i cittadini nella loro specialita, ma la Rappresentanza Municipale prendesse 1' iniziativa in affare si urgente e di tanto interesse, si fe' noto codesto delibe-rato, e sentito il parere dei sod, concorsero pienamente a darvi la loro adesione. Fu quindi richiesta la lettura di una ragionata istan-za alla prelodata Rappresentanza Municipale, cui dopo alcune modificazioni, la Radunanza diede la sua intiera approvazione. Nacquero alcune osservazioni sulla piu o meno convenienza delle prese disposizioni; ma la Societa dei Triestini non reputa atto indegno della Rappresentanza Municipale, il fare buon accetto alle sincere ed utili proposte di alcuni cittadini, e si dichiara pronta ogni quaIvoIta la cosa abbia a sortire buon effetto, di rinunziare anche alla gloria del primato, purche ne ridondi vantag-gio alla patria. Pria di chiudere I' odierna tornata la societa ac-cord6 piene facolta al comitato elettorale, accio il suo operato rapido seguisse ed utile, per quanto la ristret-tezza di tempo e la non compatibile tardanza dei ruoli il oonsentirebbero; dopo di che la Radunanza si sciolse Segue il tenore della protesta: ALL' ALTA ASSEMBLEA NAZIONALE GERMANICA IN FRANCOFORTE. Alfa Assemblea l Nella seduta del 27 maggio p. p. codeet' Alta Assemblea ha dichiarato, che tutte le determinazioni delle singole costituzioni germaniche, le quali non stessero in armo-nia colla costituzione generale della Germania, che va ad essere fondata, non abbiano a considerarsi valide se non secondo le norme di quest'ultima. Di fronte alla quale decisione i Deputati Triestini diedero a protocollo la loro opinione contraria, prote-stando contro tutte le conseguenze che riuscissero in-compatibili colla particolare costituzione dell'Austria e colla speciale condizione della citta di Trieste. Considerando pertanto che tale massima spiegata dali' Alta Assemblea sta' in aperta opposizione col pieno e libero esercizio di sovranita deli' Imperatore d' Austria come tale, ed in ispecie come Signore di Trieste; Considerando che in virtu del Patto di dedizione del 1382, con cui la Citta e Comune di Trieste cedettero spontaneamente la propria sovranita agli Arciduchi d'Austria, 1'Imperatore e PArciduca d'Austria non pud alie-nare tale sovranita, ne in tutto ne in parte, senza il consentimento di questo Comune, qual altra parte con-traente; consentimento che finora ne fu dato, ne fu tam-poco addomandato; Considerando che con lo stesso atto di volontaria dedizione il Comune di Trieste si ha riservato 1'autono-mia di se stesso, nonche diversi altri diritti; Considerando che in virtu di successive concessio-ni Sovrane la citta di Trieste godette e gode tuttora degli importantissimi privilegi, a cui non potrebbe rinun-ciare senza grave pericolo della propria sussistenza; Considerando infine che la citta e territorio di Trieste, colla sua popolazione preponderantemente italiana e slava, colle peculiari sue istituzioni tanto antiche che moderne, separata inoltre dalla Germania da un lungo tratto di paesi slavi, non per altri titoli che per i subiti trattati del 1815 fu indirettamente e per disposizioni di-plomatiche aggregata alla Cenfederazione germanica; Tutto cio considerato, la Societa dei Triestini ed i sottoscritti Cittadini, facendosi organo della generale opi-nione di questa Citta e Comune, prendono atto della di-chiarazione e riserva emessa dai Deputati di Trieste, 1' appoggiano e mentre formalmente e solennemente pro-testano tanto contro la suddetta misura presa dali'Alta Assemblea nazionale Germanica, quanto contro ogni altra che venisse minimamente ad intaccare il principio di piena sovranita, tanto rispetto ali'Impero d'Austria, che rispetto al dominio di Trieste, dichiarano: 1.° La supremazia attribuitasi dali'Alta Assemblea coslituente colla sua decisione del 27 maggio, siccome implicherebbe una subordinazione deli'Imperatore d'Austria e Signore di Trieste alla medesima, non viene ri-conosciuta dalla Citta e Comune di Trieste. 2.° L'eventuale aggregazione di Trieste alla Germania non deve recare pregiudizio all'autonomia ed agli altri diritti e privilegi spettanti a questa Citta e Comune di Trieste successive in virtu deli'atto di dedizione del 1382 e delle concessioni Sovrane. Accompagnaiotia alla provvisoria Commissione Municipale. Spettabile Commissione! L'esito dimostro quanto fondali fossero i timori di chi riteneva che la rigenerazione della Germania non ad altro tendesse, che ali' assorbimento delle singole Sovranita in una sola. Non senza ragione quindi questa popolazione titubo di seguire ai lusinghevoli inviti, scor-gendovi pericolo non soltanto a' suoi diritti e privilegi, ma anco all'indipendenza della Monarchia Austriaca. Cio ch' era in allora semplice sospetto e ora pur troppo divenuto una verita. La fusione della Germania in un solo stato fede-rativo, non forma piu oggetto di questione, essa e gia bella e decisa. L' Assemblea costituente di Francoforte, dopo avere inutilmente tentato d'impedire la convocazione delle Ca-mere dei singoli Stati Germanici, insospettita che le de- cisioni prese da queste non attraversassero i progetti dietro cui essa vuole modellare la Germania tutta, diede di piglio ad una misura energica, e nella sua seduta del 27 maggio p. p. proclamo la sua Sovranita, decretando che le norme da essa dettate sarebbero obbligatorie per tutti i singoli Stati Germanici, ed assoggettando in tal guisa alla sua supremazia Principi e popoli sinora te-nuti indipendenti. Fra tutti i Deputati austriaci furono i soli Triestini, che trasalirono a tale minacciosa sentenza, e memori della causa del Principe e dei mandanti che rappresen-tavano, energicamente vi si opposero, non concedendo che venga sacrificata 1' Austria a pro della nascitura Germania ; opposizione cui accedette in seguito anche il Deputato deli' Istria. Quanto peso fosse dato alla loro protesta e noto; essa fu rimessa agli atti. Nella considerazione che la menzionata decisione deli' Assemblea germanica, viene a ledere patentemente la Sovranita della Monarchia Austriaca, ed i diritti di Trieste, e ci espone inoltre alla perdita dei nostri importantissimi privilegi, in quanto che non si tardera a Francoforte di proclamare in conseguenza delle gia spie-gate idee di livellazione, la cessazione di tutte le fran-chigie ed immunita; Considerando, che i Deputati Triestini colla loro franca opposizione gettarono il guanto aH' Assemblea germanica intera, e che sarebbero gravemente compro-messi, qualora la citta di Trieste con un atto solenne non approvasse il loro contegno e dichiarasse di conve-nire pienamente nella massima da loro spiegata; Considerando infine che il decoro eSige di non la-sciar passare inosservato il modo poco delicato, con cui' fu acco!ta Ia suddetta protesta, e che si debbono quindi rilasciare ai Deputati opportune istruzioni sul proposito; Tutto cio considerato, la Societa dei Triestini in-vita la Spettabile Provvisoria Commissione Municipale,. quale attuale rappresentante del Comune, perche ponde-> rata la gravita ed urgenza deli' oggetto si compiaccia: 1.° Presentare a nome del Comune di Trieste, per mezzo dei suoi Deputati in Francoforte, a quell' Assemblea nazionale germanica, formale e solenne protesta contro la suddetta sua decisione del 27 maggio p. p., al quale fine, come iniziamento si assoggetta la protesta in copia adottata dalla Societa, ed invitare, ove lo tro-vasse opportuno, i singoli cittadini a concorrervi colle loro sottoscrizioni. 2.° Requirire i Deputati Triestini di Francoforte, di rassegnare tale protesta ali' Assemblea, coll' istruzione di abbandonarla qualora essa rifiutasse di prenderne alto,oppu-re si pronunciasse in modo non soddisfacente sul proposito. In seguito la Societa si raduno nelle sere 22, 23, 24 e 25 giugno in assemblee popolari, nelle quali si discussero gli argomenti per redigere un programma da presentarsi ai signori Deputati. — Domenica 25 corr. esaurito Pelaborato suo, il sig. Presidente del Comitato elettorale prendendo commiato cosi si esternava: " II Comitato elettorale onorato di vostra fiducia ha pressoche compiuta la sua missione, e va superbo di avere esternato nel Programma, come venne preletto, e punto per punto discusso, la schielta e lcale tendenza non soltanto della Societa dei Triestini, ma quella dei distmti ed ottimi cittadini che, volonterosi pel pubblico bene, intervennero alle sue popolari Assemblee. Se il concorso di questi frutto lumi utilissimi alla discussione, essi d'altro canto saranno giunti al convincimento che la Societa dei Triestini nel suo spirito patriotico e nei suoi elaborati si studid di mostrarsi veramente consen-tanea al nome che porta ed al progresso dei tempi. — In quanto essa abbia potuto riuscirvi, spetta ad altri il decidere, ed agli elettori in particolare. Deh! scelgano questi i Deputati nostri fra' Triestini; abbiano in mira non 1' aristocrazia del sangue, non quella del censo, ma si 1' aristocrazia deli' ingegno. — Trieste conta molti tra' suoi abitanti che in altre provincie ebbero la culla; ama-no anch' essi questa patria adottiva, o per la cortese ospitalita che vi trovano, o per utilita dei commerci; ma noi Triestini la amiamo di caldo amore per natura,' per vincoli di sangue, per sentimento insito nel cuore d'ognuno; anche lontano il Triestina ricorre con un pal— pito di desiderio al suo mare operoso, alla sua bella citta, alle colline, ai monli che le fanno corona. Ed i Triestini potrebbero affidare ad altri il patrocinio de' loro alfetti, de' loro sacri diritti ? „La Societa dei Triestini non olfre nomi, ma principi ; vorrebbe scelti i suoi Deputati fra' liberali ed in-dipendenti; vorrebbe che 1'uno rappresentasse Fintelli-genza, 1'altro il commercio; li vorrebbe puri da rela-zioni aristocratiche che ne paralizzerebbero il libero voto e la franca parola; vorrebbe che uno almeno di loro si portasse alla Dieta fornito delle indispensabili cognizioni diplomatiche e politiche; che le professioni di fede, meglio che scritte, fossero date dalle azioni, dalla vita, e che 1' opinione del popolo ne avesse gia in addietro por-tato favorevole sentenz«. — Scevri da ogni influenza cerchino gli Elettori nella propria coscienza uomini cotali, e ne avranno in compenso non il contento delle indivi-dualita, ma il plauso di tutti i concittadini, che fiduciosi riposero in loro mano le sorti della patria „. Accolte queste parole con Iusinghevole applauso, fu chiesta unanimamente la stampa e datone dal Presi-dente 1' assenso, 1'Adunanza si sciolse. II testo del programma fu divulgato colle stampe. — Della Cittadinanza di Trieste. Le domande che ci pervengono da piu parti se vi sia legge che regoli la cittadinanza di Trieste e quale sia questa legge, ci persuadono a dirne quel poco che sappiamo. La legge che regola la cittadinanza nell' interno di una provincia o di un municipio, e legge provinciale o municipale. Nessuna legge generale dello Stato ha re-golato ancora cio per tutto P impero Austriaco. La legge per Trieste e lo statuto di Ferdinando I, confermato dai successori e propriamente da Carlo VI, da Maria Teresa, da Francesco I; legge che non fu abo-lita se non nelle singole parti, nelle quali sia stata'rim-piazzata da leggi espresse generali dello Stato o speciali per Trieste. Ouesta legge dispone (Lib. j. Rub. 35.) Cittadini di Trieste siano, e si chiamino Cittadini chi quelli, che nati nella citta di Trieste ivi abi- siano ? tano, o che sono stati dal Capitanio, e Consiglio grande ricevuti nel numero de' Cittadini. Ma se uno nato nella citta trasferira il domicilio altrove, cioe andra ad abitar in altro luogp colla famiglia e cose sue, pas-sato che sia il quinto anno non s' intenda piu Cittadino fin tanto che non ritornera ad abitar nella citta. I forastieri, che non hanno moglie che sia cittadina di Trieste, dopo che avranno avuto domicilio nella citta per dieci anni continui, e che si ritrovano po.sseder per ragion di dominio diretto nella citta, o ter-ritorio beni stabili di valuta a štima univer-sale, di ducati cento, siano reputati Cittadini CiUadini di Trieste, e godano, fruiscano, e sottogiac- tn™ ciano a tutti i privilegi, onori, gradi, e carichi legi de' Cit-de'Cittadini della citta; eccettuato pero quel tadini da uno privilegio, di cui dirassi nel prossimo seguente in poi' titolo, sotto il Nessun possa essere. Ma se '1 forastiero pigliera moglie che cittadina sia di Trieste, e con quella avra prole, ed avra abitato nella citta di Trieste per anni cinque continui sia Cittadino di Trieste, e similmente come si e detto, goda, e sottogiaccia a tutti i privilegi, onori, dignita, e carichi de' Cittadini di Trieste, purche si trovi, che egli abbia per ragione di dominio diretto beni stabili della stima soprascritta. Li quali nuovi Cittadini possano, e debbano essere astretti dal Capitanio, o Giudici della citta con solenne giuramento a dover esserci fedeli, e difender le ragioni, e comodi della citta. Altri poi, che li sopradetti non s' intendano Cittadini di Trieste, ne godano dei loro privilegi. I forestieri poi che tengono domici- Abitatori chi lio nella citta, siano stimati, e chiamati sola- siano? mente abitatori della citta. Ma quelli che tengono domicilio nel territorio siano reputati per abitatori, e distrettuali del territorio. S' intenda ivi il domicilio aversi, ove si tiene la famiglia, e la somma delle sostanze. Chi poi non ha domicilio nella citta, ne anco nel territorio si reputi, e si chiami fo-rastiere, o straniero. Pensieri su Trieste detfati nel 1785 da Antonio de Giuliani triestino. (Continuazione — Vedi i num. anteced.) cDeduzione.') — Dal fin qui detto si puo dedurre che Trieste sia capace d' ingrandimento, o piuttosto che il suo destino sia quello d'ingrandirsi. Dipende peraltro dali'amministrazione, dalle viste, e dali'attivita di chi e destinato ad influire, di facilitare, o di ritardare i pro-gressi di una nazione. Nel corso ordinario degli affari si ubbidisce puramente come in tutto il resto alle im-pressioni del momento; l'anima noneagitata se non re-Jativamente alle idee, e le idee non si estendono se non a misura che gli oggetti coll' acquistare maggior importanza feriscono con piu forza 1' immaginazione. Con due movi-menti diversi veggonsi i corpi politici andare a quel punto d'elevazione, dal quale devono poi decadere; o per un seguito di lente e tarde operazioni, che le circostanze e la necessita dei tempi fanno nascere; o per gli urti di un uomo di genio, che a guisa di un fuoco elettrico co-munica la sua attivita nelle maggiori distanze, ed agisce con effettuare i piu rapidi cambiamenti: nel primo caso tutto succede per cieca necessita, nel secondo tutto per determinazione di un uomo che agisce da se medesimo. Percid la natura sempre provida nelle sue produzioni porta di quando in quando il germe di un nobile entu-siasmo in qualch' essere felicemente organizzato per renderlo istromento de' suoi stabiliti disegni, e per cam-biar la sorte delle nazioni. Cosi erano le orride e fan-gose situazioni del Baltico sui principi di questo secolo, e cosa sarebbero attualmente, se per fecondare quelle spiaggie non fosse nato Pietro il Grande? Dipende in oggi dali' inquieta attivita di un genio niente inferiore a quello il dare una mossa decisiva ad una citta marittima nata e cresciuta sotto il suo regno: di farne una citta, che sia nuova meta al corso dei naviganti, onde risorga sotto altro nome P estremita deli'Adriatico; una citta per cui abbia da sentire nuove rivoluzioni in commercio. (Attuale aspelto della citta.') — Si pud dire, che il commercio presso di noi non faccia che nascere. Farlo nascere era il piu difficile; i successivi sviluppi dovran-no necessariamente venire in oggi che le operazioni politiche non hanno altro fine che quello. II movimento, che Trieste presenta ne' suoi principi, non e nienle in-differente. Dalla maggior parte si credono esagerati i suoi progressi per la stessa ragione, che non si credevano mai possibili. Fu tutto merito del Conte Carlo di Zin-zendorf d' aver dato moto ai piu estesi ingrandimenti di questo paese. L'industria fu da lui sciolta dai lacci, che la tenevano oppressa. Fu egli che seppe far uso di quei mezzi secreti, che sono atti ad invitare il commercio. Sempre attivo il suo spirito d' altro non si occupava, se non dei vantaggi di questa piazza. Lo spettacolo del mare era un vasto campo alle sue riflessioni: un orizzonte aperto donava maggior estensione alle sue idee, e la sua immaginazione agitata da oggetti tutti grandiosi portava P anima sua alle piu sublimi ricerche. Durante il suo governo videsi un fermento di speculazioni agitare gli spiriti, e familiarizzarli con piu vasti progetti. Le nazioni piu lontane osservarono non senza stupore i loro lidi ricercati da un paviglione per lo innanzi ignorato. E vide P Adriatico per la prima volta con sua sorpresa andare, e venire dai climi remoti, d' onde nasce e- tra-monta il sole, maestose navi, che sulle rive di uno, e P altro emisfero fecero eccheggiare i nomi piu rispetta-bili della nostra Monarchia, e che c'invitarono con un' ardita navigazione a provvedere da noi medesimi ai nostri bisogni. Trieste conserva sempre viva la memoria di un uomo, che un' anima benefica, un cuore pieno di zelo, e disinteresse reso avevano la delizia comune. La sua per-dita non poteva venir compensata se non da un succes- sore (/t), che si sacrifica egualmente, e sotto i cui au-spici si rende piu che mai sensibile il giornaliero au-mento della popolazione, la quale va moltiplicandosi in maniera, che quanto prima sara forse indispensabile di chiedere dal mare il fondo necessario allo stabilimento di un nuovo borgo. A Trieste venga P uomo di rifles-sione a meditare sopra il modo, con cui nascono, e si formano le citta: a Trieste venga il ministro a compia-cersi negli effetti delle solitarie operazioni del suo ga-binetto: 11 legislatore ad apprender 1' arte di servirsi delle facolta degli uomini per condurli loro malgrado ad una felice esistenza. Si formarono dei codici criminali, e lo spirito umano si esauri nell' invenzione de' rigori piu barbari, e piu atroci per bandire i delitti, e per met-tere un argine alle sedizioni, ai tumulti; ed una popolazione composta di varie nazioni, vive pur quivi tran-quilla per nessun' altra ragione (0, se non perche l'uo-mo nato per essere agitato, vi trova nell' innocenle, e facile esercizio della sua industria la sua felicita, e con-tentezza. II peso d' una vita miserabile, ed un' oziosa immaginazione porlano ordinariamente gli uomini a que-gli eccessi, che per lo piu non si pensa che a punire, quando spesso manca nel legislatore 1' arte di ottener tutto dagli uomini senza mai violentarli. Se tale e P aspelto che presenta in oggi la citta di Trieste, si giudichi qual egli dovra essere allora quando si vedranno sortire dal loro letargo vaste provincie, che tutt' ora trovansi nell' inazione. Volendo calcolare gl' ingrandimenti della citta di Trieste in ragione degli sviluppi, de' quali puo essere suscettibile la Monarchia, si troverebbe, che a torto si limitano le proprie idee. L' oggetto il piu importante dev' essere di scuotere la dipen-denza dalle altre nazioni, e di non dare agli stranieri uno stipendio, che renda migliore la loro condizione, e ch' e contrario ai veri interessi dello Stato. Onindi la necessita di una navigazione propria. (Sara continuato) (Ji) S. E. il Conte Pompeo de Brigido, la cui instancabile attivita si vide messa alla prova nella moltiplicita degli affari cagio-nata dali' aggregazione delle Contee di Gorizia e Gradišča, e nel doppii gravoso impegno di presiedere non solo al governo, ma ancora ai tribunali di giustizia. (i) Si disse, per nessun' altra ragione, perche da alcuni si pretende che sia tutto merito del tiraore inculcato dal militare. Sarebbe a desiderarsi, che del militare se ne facesse il minor uso' che fosse possibile. II soldato ordinario i per lo pift inclinato alla violenza: il suo amor proprio n'ž lusingato: il suo cuore sente un piacere tutte le volte che pud dare una bastonata. A Trieste il marinaro, il forastiero son pur troppo esposti a tali insulti per ignorare le convenienze di rispetto dovuto ad una senti-nella, che ordinariamente non si osserva. Se alcuna legge non obbliga se non dopo esser promulgata, quando mai si pubblic<> che in vista di una sentinella abbia ad essere un delitto il fu-mare una pipa di tabacco, o 1'ubbidire ai bisogni piO indispen-sabili nella natura? Si permetta ancora di riflettere di passag-gio, come in Trieste l'uso che si fece del militare ebbe 1' effetto di far svanire quella giovialiti, che vi regnara, e ch' e propria dei climi temperati. nasce da tutto questo, che nel mentre sul trono vi siede la clemenza e la moderazione, il popolo ingiustamente s'imagina, che vi regni il despotismo.