PÜBBUICITA (pre2!zi per mm d'altezza, larghezza 1 colomm): commerclall L. 1.50 — flnanzlari, legall, cronaca L. 2.50 — Concesslonarla escluslva UNIONE PUBBLICITA ITALIANA S. A. LUBIANA, Via Selenburg n. 1 — Tel. 24 83 Lubiana. 13 febbraio 1943-XXI Sl PUBBLICA OGNl SABATO ABBONAMENTI: Annuo L. 25 — Semestrale L. 13 — Sostenltore L. 1000 Spedlzlone in abbonamento postale H» Gruppo — UN NUMERO CEOT. ft O DmEZIONE — REDAZIONE: LUBIANA, VIA WOLPOVA 12 — Tel. 2195 NUOVA TEMPRA L'umanita si rinnova nel batlesimo di sangue della nostra geneiazione. E la gio-ventCi, la parte piii rappre-sentcliva della generazione, assolve con enlusiasmo e con impeto questo grave compito della storia. Noi sappiamo che nella nostra vita si stampa il vol-to dell'eta nuova e nel sangue nostro si riconsacrano : perduti valori del passato e sappiamo pure che gli anni che abbiamo non ci appar-tengono: sono assorbiti dal tempo che in essi acquista novita e gloria. E dinanzi a Dio — che le sorti dell'universo volge, regge e giudica — e questa una suprema responsabilita. Egli si compiace di gettare in seno alia generazione pre-sente i semi del luturo, che poi feconderanno nel solco del nostro dolore e al sole della nostra gioia. Se co-struiremo il luturo nella giu-stizia e nella verita, Egli ci esaltera e il beneiicio si pro lunghera ai figli e ai nipoti fin quando nuovi errori non ne chiuderanno brutalmente il luminoso capitolo. Bisogna rivendicare alia generazione presente questo grave incarico affidatole dal-la Provvidenza: portare chia-rezza nella vita dove e un velo opaco d'estrema con lusione, ricomporre, nella giustizia e nella verita, I'e-quilibrio d'ogni cosa e, con I'equilibrio, I'ordine. E' questa un'altra segreta ma grande e dura battaglia, il cui fronte non sfugge alI occhio vigile che sonda la superficie della vita e tende I'orecchio alle profondita dello spirito. Trincee ne sono cuori, armi la parola e Vesempio. La'preda e grande e Chi s'impegna ha 1' ac-canimento e il sacrificio de-gli eroi. In alto vigila una bianca sentinella di verita e di pace. S'e levata percio, sulle ali delle tempeste che scuotono la vita torbida e dal mediocre vagliano il sublime, una legione d'eroi dalla terra, sul mare e nei deli. S'e levata percio dai cam-pi, dalle officine, dagli uffici e dalle scuole una legione di santi che sfida il secolo e prepara nuovi altari dov'era la minaccia di putride tom-be. Le tombe scavano nella coscienza della societa uma-na il male accumulato dalle passate generazioni i cui falsi profeti hanno a gran voce cercato I'anim" col bisturi o I'hanno vista sfuggire col bottone d'Ardigo. Le acqut' dell'epoca sono ancora scon-volte dal ven t o di quel la ri-voluzione che affermö i di-ritti delVuomo su quelli di Dio, generando nel mondo I insubordinazione, 1'indiife-renza, la confusione delle cose semplici, il perverti-mento della stesso buon senso. II fiore e sbocciato e Churchill ha raccolto ... un fiasco Ma a questa prolluvie di mali, triste ereditä del passato, la nostra etä oppone col suo sangue una barriera insormontabile, decisa a co-struire un ordine nuovo e duraturo. 11 giovane che accoglie in se il gemito e I'ansia del tempo guarda innanzi e al riverbero del sacrificio presente giä delinea e plasma la sua tempra futura. Tempra nuova di soldato che non disprezza la vita, se dura, ne la brama, se comoda. Che combat te an-che quando e pace, che e tranquillo anche quando e guerra. Tempra di valoroso, fatta per I'eroismo, per I'aiferma-zione generosa dell'ideale che aborre da quella piega-ta al semplice tornaconto, al compromesso col piu facile, al terribile veleno del lo scetticismo che ne smorza e paralizza tutte le irrom-penti e calde energie. Tempra d'audace che non teme I'onda burrascosa, anzi ad essa s'affida per giungere piu presto al porto. Tempra d'ardimentoso ch'emula nel volo le aquile e dell'altezza e della morte fa pedana di lancio per il cielo. Tempra di cristiano ardente che sulla tristezza dei de-lusi sa spargere il sorriso della gioia piii schietta, sul brontolio degli insoddisfatti afferma I'azione travolgente. Tempra di patriota, bacia-io dal sole delle piii pure aperanze, che sul cuore della Patria posa il capo e ne sente i palpiti, e ad essa sa donare in pace opere d'in-gegno e d'arte, in guerra anche la vita; che per essa sa lanciarsi primo nella mi- schia e tornare con le ferite sul petto e sul labbro i canti deH'immancabile vittoria. Una nazione che conterü cento e mille di queste nuo-ve giovinezze sara benedet-ta e degna di comandare al mondo e far sua la storia. Nessuna dottrina — fuo-ri quella di Cristo — dottrina di rinunzia, di sacrificio. di perfetta letizia, e capace di forgiare queste nuove tempre. E ritalia, che col suo ge-nio incomparabile sa sempre eleggere e valorizzare per la sua grandezza quanto di piu sublime ha portato Dio fra gli uomini, ha figli d: tale tempra: sono legioni ed essa del nuovo ordine sara maestra e regina. * * LA CONCILIAZIONE Non e dubbio che il Fa-scismo abbia attuato in Italia il culto deirautorita ed il concetto romano e catto-lico del potere, cosi come lo vide e lo preconizzö il nostro sommo poeta Dante. Se-condo questo concetto, due Soli brillano nel cielo d'lta-lia: il Sole Imperiale che illumina l'umanita terrena ed il Sole della Chiesa, che regola la vita spirituale, base e fondamento della vita terrena. Non quindi due Autorita confuse e sovrapposte, ma due Autorita distinte, come le affermö Cristo ai Farisei: ftDate a Cesare quel ch'e di Cesare e a Dio quel ch'e di Dio». E queste due forze non in lotta tra loro, ma in perfetta collaborazione contro il Regno delle tenebre e del disordine. Come bene ha det-to Giovanni Gentile, dopo la firma dei Patti Lateranensi.. «oggi abbiamo uno Sta to in-timamente religioso ed una Chiesa materialmente pove-ra, cioe spirituale, alimenta-trice di quella vita etica che nello Stato trova la sua at-tualita e la sua tutela». E i due Santi Segni, per cui Lucifero nell'Inferno ma-ciulla i traditori di Cristo e di Cesare, sono romanamen- te onorati dal Fascismo, che ha riportato al piu augusto splendore la Monarchia, ga-ranzia dell'unita e della con-tinuita della Nazione, e nel-le Scuole e nella vita dello Stato ha restaurato I'osse-quio alia Religione ed alia Fede, mezzo necessario ed indispensabile per la conser-vazione dell'unita e della sanita dello Stato. Nello stemma sabaudo, tra i Fasci e I'aquila, brilla la Croce di Cristo, per la quale il Poeta cantava: «Bianca Croce di Savoia, — Dio ti salvi e salvi il Re!» Questo concetto dantesco ha potuto attuarsi in Italia solo per opera del Duce e della vene-rata memoria di Pio XI per mezzo del Trattato di Conci-liazione felicemente conclu-so I'll febbraio 1929. Le ragioni politiche non furono le sole a muovere il Duce alia conclusione me-morabile dello storico atto, ma un profondo senso di re-ligiosita. A provare ciö basterebbe soffermarsi a guar-dare la luminosa figura di cristiano e di fascista del fratello Arnaldo ed il suo testamento che e un raggio immortale di luce cristiana. Basta esaminare ancora le istruzioni della riforma fa- scista della scuola, scritte da Giovanni Gentile e ap-provate da Duce, nelle quali si considera I'insegnamento religioso quale «base, fondamento e coronamento di tutta la istruzione»; basta esaminare il memorabile e primo discorso parlamentare del Duce, pronimciato alia Camera un anno prima della Marcia su Roma, che sorprese Parlamento e Pae-se, e nel quale Egli afferma-va che i nove decimi degli Italiani sono cattolici e bisogna tener conto quindi della Chiesa Cattolica «po-tenza morale, millenaria ed internazionale». Questo discorso, e la riforma scola-stica precedono il Trattato del Laterano, come precedono questo Trattato le dichia-razioni ed il pensiero del Duce su S. Francesco d'As-sisi nel quale Egli vide «il piu Santo tra gli Italiani, il piii italiano tra i Santi». Non quindi semplice e solo calcolo politico, ma so-prattutto convinzione reli-giosa determinarono la firma della Conciliazione. La Conciliazione segna la realizzazione di un sogno che fu caro a due Grandi che vollero I'ltalia potente, non piu divisa ma unita nella A RAPPORTO da Coda Scacxa Durante i giorni 7 e 8 cor-rcntc tutti 1 Capi Ufficio Stampa 0 Propaganda e i Direttori (lei giornali (Idle Federazioni dei Fasci di Combattimento del Regno sono stati adunati a rapporto dal Vice Segretario del Partito Carlo Scorza. II rapporto, improntato alia piu Schletta sincerity fascista, ha voluto essere il consuntiv« di quanto le Federazioni dei Fasci fanno in questi speciafi momenti nel settore della stampa e della propaganda. Ne sono scaturite discussioni di idee che, alia fine, sono state ampiamente riassunte c illustrate dal Vice Segretario del Partito, il quale, con quella foga che lo distingue fra i fascisti e i combattenti, ha tracciato attraverso I'illustra-zione delle discussioni, diretti-ve che verranno applicate da noi tutti con stile schietta-mente fascista. II popolo italiano e le po-polazioni annesse al Regno avranno dalla stampa e dalla propaganda del Partito I'esat-ta yisione di quanto il Regime fa per la Vittoria che non poträ mancare e di cui 11 Partito ne e il garante e il cn-stode. vita dello spirito, Cavour e Crispi, e ad un atleta della Gioventii, S. Giovanni Bo-sco, che vide tutta la impor-tanza di questa unione e la forza potente del fattore religioso, nella educazione della gioventü. Ma quello che non fu pos-sibile fare dai govern! liberal! e democratic! infeudati alia massoneria, fu possibile per Benito Mussolini, che sin dalle prime battaglie pw-itiche inizio la lotta contro queste forze oscure di di-sgregazione dell'vmita della vita nazionale, pronte al gioco di correnti politiche straniere. II pensiero del Duce e di una continuita mera-vigliosa e cristallina nel campo politico-religioso. Dopo 14 armi, la Conciliazione resta la base dei rapport! tra la Chiesa Cattolica e lo Stato italiano, nonostan-te le voci dei facili profeti che nel 1929 si levarono a preconizzare la breve durata del Concordato. Non man-carono screzi, ma furono subito compost!, perche la po-litica italiana non subisce oscillazion! appunto perche non vincolata a mutamenti di partiti; di essa e respon-sabile un Uomo la cui firma e avallata da tutto il popolo italiano che lo segue con dedizione e con amore. La Chiesa e I'lmpero grandeg-giano; e grandeggerarmo maggiormente dopo la im-mancabile Vittoria, cosi come 1! sogno Dante, e, tutti e due, mirano alia elevazio-ne del popolo nostro, il popolo prediletto da Dio, che volle in Roma porre la sua Sede immortale «onde Cristo e romano». Con la Conciliazione si sono posti, e senza riserve, i cattolici italiani al servi- '/Mfna Unec BOLSCEVI5MO- Tutta la nostra letteratura antibolscevica in genere, an-che quella abbastanza recen-te, ha, forse, trascurato di suf-ficientemente illustrare quali sono i veri rapporti fra I'in-temazionale ebraica e il bol-scevismo. Crediamo, infatti, che non basti parlare di bol-scevismo giudaico, come si fa ormai comunemente, senza delucidare bene alia massa, con documenti alia mano, perchž possiamo affermare la reale identitä del bolsce-vismo coU'ebraismo. Bastera rifarsi piü fre-quentemente agli scritti e di-scorsi del Duce; bastera rifarsi piü frequentemente a quel documento che sono I «Protocolli» dei «Savi An-zianh di Sion, e scorrere piü sovente le collezioni di talune riviste italiane, per avere a nostra disposizione abbon-dante materiale, che non puö proprio essere accusato di fine propagandistico. Da cio si potra innanzi tut-to meglio dimostrare come il Fascismo abbia acoertato fin dall'inizio la vera consistenza del fenomeno bolscevico, e come, anche qui, non abbia nulla, assolutamente nulla da r.pprendere da nessuno. Esiste un articolo di Mussolini pubblicato nel Popolo d'ltalia il 4 giugno 1919, in cui e fra I'altro detto: «La fi-nanza mondiale e iin mano ägli ebrei. I grandi banchieri ebraici di Londra e di Nuova York, legati da vincoli di raz-za con gli ebrei di Mosca, si prendono la rivincita con la razza ariana che Ii ha condannati alia dispersione per tanti secoli. In Russia vi e I'ottanta per cento dei dirigenti dei soviet che sono ebrei... La razza non tradi-sce la razza. II bolscevismo e difeso dalla plutocrazia inter-nazionale>. Tutto cio e alquanto significative. In esso vi e la con-ferma piü netta e irrefutabile che Mussolini ha fin d'allora visto e chiaramente indicato ?il mondo quali sono i veri BLcmici dell'umanitä, ed e d'altra parte assai sintoma-tico che Egli, non appena sa-Uto al potere, decida la sop-pressione delle logge masso-niche, le quali, come e preci-sato nel Prot. IV dei «Savi» di Sion, «in. ogni parte del mondo agiscono inconscia-mente da maschera al nostro scopo>, cioe lo scopo dei per-fidi e dannati figli d'Israele. Vediamo del resto chi sono i caporioni della rivoluzione bolscevica del '17: tutti ebrei, da Lenin, il cui vero nome era Ulianoff, ebreo (calmuc-co), sposato con un'ebrea (Krupskaia), a (Nakhames); da Larin (Lur-ge) a Martinov (Zibar); da Zwiesdin (Weinstein) a La-pinsky (Loewensohn); da Trotzky (Braunstein) a Mar- ebrei... Furono precisamen-te gli ebrei a condurre il pro-^^ Ictariato russo all'aurora del-P D n ^ f C ^J rintemazionale». Non poteva " " " ■ ■ ■ ^^ essere diversamente. Era ed e perfettamente naturale che una teoria uscita dalla baca-ta scatola cranica dell'ebreo Carlo Marx (il cui vero nome era Karl Mordechai, fi- tov (Zederbaum); da Bohrin (Nathanson) a Kamene v (Rosenfeld); da Suchanov (Gimel) a Sagersky (Kroh-mann); da Sointzev (Bleichmann) a Garin (Gai-feld); da Kammev (Katz) a Gorev (Goldmann); da Axel rod (Orthodox) a Tschemomor-sky (Tschemomordkin); da Maklakow^sky (Rosenblum) a Meschkowsky (Goldberg); da Abramowitsch (Rein) a Uri-sky (Radomilsky); da Ga-netzky (Fuertenberg) a Bogdanov (Silberstein); da Ria-zanov (Goldenbach) a Piat-nitzky (Zixin); da Glasunov (Schultze) a Zinoviev (Apfelbaum) ; da Dan (Gure-witsch) a Parvus (Gold-fandt). Vogliamo una conferma di quanto sopra? Ce la da Mr. Cohan nel giomale The Communist, n. 72, 12 aprile 1919: «La rivoluzione russa, egli afferma, e stata opera degli pre saputo di combattere nel bolscevismo la piü bestiale e perciö antiumana manifesta-zione dello spirito ebraico e della volontä ebraica; come abbiamo tenuto a documenta-re, e molto tempo prima della Marcia su Roma, «senza la quale non vi sarebbe oggi la Marcia su Mosca», che il Du- glio del Rabbino di Treviri) Ice individuö perfettamente fosse applicata dai suoi cor-religionari. Ed infatti sono pure ebrei al cento per cento i portatori del verbo bolscevico nei vari paesi. In Un-gheria troviamo Bela Kun, Agoston Peter, Grunbaum, Weinstein; in Baviera Kurt Eisner, Loewenberg, Bir-baum, Kaiser; a Bei-lino Rosa Luxemburg, Lewishon, Moses; in Cina Borodin-Cru-senberg; in Italia Claudio Treves; nel Brasile Rosenberg, Gardelsran, Gutnik, Golberg, Srenberg, Gria e W. Friedmann; nella Spagna Del Vayo; in Francia Leon Blum. E quindi molto opportuno ribadire per noi e per gli al-tri che il Fascismo ha sem- che il bolscevismo non ei-a in realtä altro che il pilastro fondamentale sanguinosa-mente creato dagli ebrei per la realizzazione del loro paz-zesco piano di dominazione mondiale, piano che chiunque puö trovare nettamente spe-cificato nei «.Protocolh-» dei «Savi Anziani-» di Sion. Ed e pertanto suprema-mente giusto che siano oggi i valorosi vessilliferi della dottrina fascista a regolare definitivamente i conti con il mostro bolscevico-giudaico, nella terra stessa ove esso, lordo di sangue e pieno d'il-lusioni, riusci a plantare le sue velenose radici. Domeiiico Vanelli migliore ed il piü attreante, vi problemi, impone l'ora che per acquistare la cultura. \ volge. Ma quando, anche nel Si noti poi che, sino al campo educativo, si poträ ri- Gli ebrei Hanno voluto la guerra COMMENTANDO LA CARTA D&LLA SCUOLA IL LAVORO NELLA SCUOLA ContlmiKilone dl "Cnnclllazione,, ?io del Paese, ed il consoli-damento dell'unitä della Patria e opera grandissima ed unica della, Conciliazione, che 6 il capolavoro dell'Ita-lia di Mussolini e di Pio XP. Pietr.o, e Cesare, hanno, come in ogni tempo della cri-stianitä e come nella visio-ne dantesca, due cömpiti e due sfere di azione, ma am-bedue questi cömpiti con-vergono nel bene degli uo-mini, nella rinascita religio-sa e nella grandezza civile, nella gloria terrena. della Patria e nella gloria infinita di Dio. L'ossequio dello State verso la Chiesa, il rispet-tc della Chiesa verso il potere Imperiale dello Stato, sono la migliore salvaguar-dia della Conciliazione, che ha «dato Dio all'Italia e l'Ita-lia a Dio». G. B. Foniana L'introduzione del lavoro nella scuola, sia pure in modo tanto radicale e con inimma-ginabile serietä di intenti, non meravigliö, dapprima, nessuno. Sembrd, anzi, a molti che la Carta della Scuola si fosse Umitata a dare ri-Stekfow i soZMzione definitiva ad un problema di ordinaria ammi-nistrazione, convalidando ciö che giä da tempo era in atto 0 proponendo quanto, matu-ratosi attraverso esperienze, tentativi, polemiche, si pre-sentava ormai meritevole di una decisiva impostazione. II lavoro, insomma, era giä nella scuola, e non da un giomo soltanto: la novitä semmwi — si diceva — era nella sua estensione ad ogni ordine e grado e nella suxi moltiplicata importanza e ri-conosciuta possibilitä di svi-luppi. Questa superficiale valuta-zione ha impedito — anche nel campo degli educatori, purtroppo — di intendere nel suo significato rivoluzio-nario (e l'aggettivo deve essere accettato con tutto il suo peso) il significato dell'in-troduzione del o^nuovo* fat-tore lavoro nella scuola anuo-va*. Che i pedagogisti di tutti 1 secoli abbiano inclinato, per l'una 0 per l'altra ragione, a considerare il lavoro come elemento di educazione e cosa risaputa. Tanto piü che la parola si e sempre prestata a molte-plici interpretazioni: lavoro pud essere divertimento, studio della natura, ricreazione della mente, irrobu^timento fisico; preparazione alla pro-fessione, invito alla vita at-tiva a contatto della realtä e tante altre cose ancora. A quMle di queste interpretazioni si puö riportare il nostro pensiero educativo? Rispondiamo: a nessuna. Ecco, dunque, che il significato rivoluzionario del lavoro non sta per noi tanto nel termine — abußato, come diciamo — quanto nella sua valorizzazione originale, nella suä importanza, nel com pito cui lo si vuol far ser-vire. Scorriamo in fretta la Carta stessa. Nella prima dichiarazione si assegna al lavoro l'ufficio di innestare lo studio, «con-cepito come formazione di maturitä» tnella concreta attivitä dei mestieri, delle ar-ti, delle professioni, delle scienze, delle armin. La quinta dichiarazione, intieramente ad esso dedica-ta, lo definisce — ripetendo l'espressione della Carta del Lavoro — «.dovere sociale» e, nella formazione del caratte-re e deU'intelUgenza, lo consider a atto ad educare . Non e chi non veda che iniziative di tal genere (certamente al di la, nell'in-tento, di un valore meramen-te indicative, anche se impos-sibili a riscattarsi sul piano di una valida cifra poetica) possano dar luogo ad una grande varieta di indirizzi e di considerazioni. Ad esempio il criterio se-lettivo degii autori, come e inevitabile in opere di tal genere, puo dar adito a piü di una contestazione (due nomi a caso fra gli esclusi: Eliot e Michel Gold; e, fra gli inclusi, nel periodo degli ir-requieti, era proprio necessa-rio Callaghan? Piü necessa-rio di Morley ad es.?), e an-cora: il criterio compilativo, per quanto Cecchi awerta nel conunento intz-oduttivo al volume che l'antologia non puö rappresentare che un complemento a precedent! in-contri e letture, porta forza-tamente con se un accenno di guida, di indirizzo da cui molti possono dissentire (e non del tutto a torto diremmo se, per la bellezza delle traduzioni e I'autorita del compilatore e cento altre cause, alcuni autori possono apparire al lettore sproweduto sotto un aspetto insolito. Sempre a caso: dal racconto inserito nel volume, Steinbeck lascia intuire mol-to di piü di quanto sia in grado di dare). Ma noi lasciamo volentieri ad altri il compito di un'ana-lisi in sede estetica; mentre ci piace segnalare la validity dell'opera da un punto di vista nettamente attuale. Intendiamo dire che «Američana» fa il punto, con ba-stevole autoritä, sull'assurdo fenomeno di una controversia ove una delle parti veniva ix)tentemente aiutata dalla parte awersa nel consegui-mento del suo scopo. Abbia-mo infatti assistito con stu-pore crescente, lungo questi Ultimi dieci anni, .aH'infan-tuazione, fattasi via via piü fastidiosa, del lettore medio per la produzione letteraria d'oltre-oceano; dimodoche, come e inevitabile accada in simili casi, si e giunti a un punto limite ove era suffi-ciente I'etichetta «made in U. S. A.» perche anche i peg-giori tentativi di scrittori di quint'ordine (ricordai-e) al ixroposito, I'incredibile «mo-mento italiano» dei vari Allen, Mitchel, Bronfield, e, su di un altro piano, di Sinclair Lewis) veleggiassero contem-poraneamente sulle ali del-I'entusiasmo popolare e del-Tammirazione del «bel mon-do>. L'awento ultimo (ultimo, s'intende, per coloro che conoscono una letteratura at-traverso le traduzioni di col-lane uso «I gi-andi success! d'ogni paese») di Cain, Caldwell, Steinbeck, ha portato al diapason la frenesia dei no-stri bravi borghesi. Poi con la rottura dei rapporti e la guerra, alcuni acutissimi fi-lologi di provincia hanno re-putato opportuno gettarsi sulla narrativa nordamerica-na, mescolando gli elementi estetici etici sociali politici nel piü buffo dei modi (ricor-diamo un articolo apparso su «II popolo di Calabria», se la memoria non ci tradisce, a firma di un certo Bruno che, forte della propria incompe-tenza, passava un energico colpo di spugna su tutta la narrativa nordamericana contemporanea senza neppu-re far il nome di Faulkner nž di Hemingway). Bompiani fa il punto. Af-fidata al massimo nostro co-noscitore di letterature an-glosassoni, Emilio Cecchi, una sorta di supervisione al-I'accurata fatica di Vittorini (di Cecchi sono il commento introduttivo e la scelta dei saggi critici premessi ai vari periodi) la raccolta colloca la letteratura ameriicana al posto che le compete: una decorosa sudditanza fra le grandi letterature intemazio-nali. Ed a Bompiani dobbia-mo essere grati. Uno degli indizi della maturita di un grande popolo e la coscienza obbiettiva della propria tradi-zione: i fanatismi ancipiti e gli anatema incoscienti sono del pari avvilenti. E soprat-tutto una serieta filologica inveterata non ci consente I'ignoranza (molta critica ita-liana ha riscontrato nell'ultimo Vittorini una certa af-finitä a moduli espressivi d'oltre-oceano; ma si crede proprio che arricchire la propria sensibilita di esperien-ze vive e passibili di impen-sati sviluppi significhi tradir-la o renderla sorda alia propria intima voce?). Grazie dunque a Bompiani di aver detto a molti bi-sognosi che i mediocri socio-loghi alia Steinbeck, gli epi-lettici dibattentisi entro il circolo della propria fastidiosa limitatezza come Caldwell, i cronisti nevrastenici uso Dos Passos lasciano il tempo che trovano; e che Hemingway o Faulkner, Anderson o Saroyan hanno una voce che anche fra noi puö essere ascoltata. Tullio Mancinelli C A SJ 6 sintomatica la recrudescenza delle segnalazioni, obbiettive ed esatte, dei «casi» piü disperati ri-scontrabili nella schiera, invero non sparuta, dei nostri critici ci-nematografici. 6 del numero novembre-dicem-bre scorso di Signum I'appunto mosso da L. S. a Calcag:no per la maniera dilettantesca ed incompe-tente con cui redige le recensioni di Film, cioe di un giornale spe-cializzato. fe del numero 154 di Cinema il trafiletto di Pastone dedicato a Frateili, critico cinema-tografico di un quotidiano. Ma le segnalazioni potrebbero continuare: a cominciare per esempio da Frattini che, se come umorista forse non si discute, ž pero discutibilissimo dal punto di vista della serieta e della compe-tenza in materia strettamente ci- nematografica e critica. • Quando ci si convincera — par- 10 non per i giovani, che dimostra-no rigorosita di documentazione e non offuscato amore per I'arte, ma per i sordi «volontari» — che 11 compito delicatissimo di critico (cioe di censore e di consigliere, in una parola di «indirizzatore» del gusto del pubblico e della produzione verso quegli ideali etici ed estetici che perseguiamo con sublime ostinazione) non si assolve con la manipolazione accorta ed economica della freddura, della battutina brillante, dell'aneddoto piü o meno spiritoso, destinati a insapidire la giä funambolesca recensione? Ma gridarc e inutile: i sordi, almeno per ora, jgnorano I'in- venzione del cometto acustico. * Fra le ultime notizie: il cambio della guardia alia critica cinema-tografica de «II corriere della sera». Ecco un male che minacciava di diventar cronico curato con un cerotto: cioš un'incompetenza che si vuol guarire con una quasi-incompetenza. Misteri della chirurgia gioma-listica, si vede. arelusa Uno dei canoni fondamciitali della cinematografia russa fe la costante aderenza alia geiiuinita dellal tradizione popolare, di cui qucsto fotogramma e un esempio (da! film «Villaggio del pec-cato» di Olga I*reobagenskaia) Caratteri e finalifa della cinematografia russa II volto della cinematografia russa ha una fisionomia propria, incontondibile. I soggetti dei film concerno-no in prevalenza il movimento operaio Internazionale, la rivo-luzione e la guerra civile, i problemi dell'industrializzazio-ne, la lotta contro la religione. A questi temi si aggiungono quelli scientifici per la divulga-zione delle nozioni tecniche, e quelli dimostrativi, collegati a tutto il sistema dell'insegna-mento politecnico, Tutta la produzione b riaer-vata a scopo di propaganda interna, essendo pochi i film che varcano i confini. II dogma stabiUto come su-piiemo fine di ogni propaganda e la conquista della tecnica, I'esaltazione del proletariat© russo, il vilipendio degli dementi vecchi borghesi e degli infidi stranieri; argomenti di innegabile monotonia. Eppure il cinematografo e oggetto di grandi cure e di grandi costruzioni leoriche da parte deUo stato sovietico. La principale ricostnizione ha trovato la sua espressione esteriore con I'entrata nel sistema del Consiglio Superiore dell'Economia Nazionale; cosic-chö da organismo vicino all'ar-tigianato e ritardatario, I'indu-stria cinematografica si e tras-formata in un fattore industriale della rivoluzione culturale. Piü che una questione economica si trattava di risolvere una questione politica. Infine I'opposizione ideologiea del cinematografo straniero ha obbli-gato i russi a liberare il loro mercato dai film importati. Qualche cifra — tratta dalle statistiche ufficiali delle quali bisogna ben ricordare la ten-denza ultraottimistica e I'im-possibilita di controUo — varra a chiarire, se non i risultati raggiunti, almeno gli scopi per-seguiti da questa branca della politica cinematografica russa- Mentre il governo degli Zar aveva lasciato circa 900 impian-ti cinematografici in tutto I'im-pero, nel 1927 essi raggiun-gono il numero di 5 niila; nel 1931: di 23 mila, nel 1932: di 34 mila. Gli ultimi dati fomiti dall'ufficio previsioni, che b I'ufficio che lavora di piü, fra i miUe e miUe che formano la paurosa, tirannica, onnipotente bardatura burocratica sovietica, preannunciavano, per il 1984, 77 mila impianti cinematografici. II medesimo ufficiO di sta-tistica preventiva spinge gli studi fino a caloolare che, nel 1934, gli spettatori raggiun-geranno la cifra di 2 miliardi 603 milioni, e la produzione dei film ammontera a circa 700, ognuno dei quali avrä una tira-tura variante daUe 150 alle 200 copie. Per raggiungere questa produzione bisogna caloolare che occorrono stabilimenti capaci e attrezzati per produrre annual-mente qualche oosa come 250 milioni di metri di peUicola! Per il cinema sonoro invece la situazione ed anche le previsioni sono meno brillanti. Infatti risultano in tutta la Russia appena 9000 macchine sonore, mentre il numero dei film rea-lizzati raggiunge il massimo di 300. I Russi medesimi confessano di non essere ancora riusciti ad organizzare la produzione in serie degli apparecchi riprodut-tori del suono. II gruppo piü importante della produzione cinematografica sonora e queUo costituito da Vestov, Erofeev e Kopaline specializzatosi per il documen-tario, che rinunzia all'opera degli attori per sfruttare unicamente le possibility Offerte dalla riproduzione della realtä come le vie della cittä, le offi-cine, le miniere, gli istituti ecc. Per quanto riguarda la ri-costruzione ideologiea del cinema sovietico in senso socialista, I'espressione b associata alia opere di Eisenstein La Suggerimento per convegni di sogni pomeridianl corazzata Potemkine, di Pu-dovkin La madre e La fine di PietTobuigo, di Dovienko L'arsenale, di Vestov La sesta parte del mondo. Queste opere hanno esercitato una profonda influenza sullo sviluppo del ciuiema sovietico in quanto sono poemi e canti profondamente lirici di artisti presi dall'eroismo della lotta rivoluzionaria. Essi cantano meno la vita che gli avvenimenti, si interessano meno agli uomi-ni che alle opere, meno alia societä e alia divisione in classi che alle masse poste in movimento dalla tempesta della rivoluzione; cosicche, registrando tutto dal punto di vista storico, in quanto per loro la storia ha detto tutto quello che poteva essere detto, respingono ogni dettaglio e non si arrestano che alle grandi linee. Assai caratteristico b il modo di esprimersi di questi artisti. Nella Corazzata Potemkine, il ruggito dei leoni di pietra esprime I'indignazione popolare; ne L'arsenale la corsa fu-riosa dei cavalli di artiglieria esprime la solidarieta dei lavo-ratori; ne La line di Pietro-burgo, la statua di Alessan-dro III simboleggia la Russia burocratica; un gigantesco agente di polizia la Russia poli-zLesca e le trombette la Russia imperialista. La produzione scientifica invece b affidata alia piü grande organizzazione dell'U. R. S. S. chiamata, «Rosfilm» che produce inoltre film d'arte e di carattere educativo-istruttivo. II film istruttivo rientra tra i fenomeni dell'ossessione russa: la conquista deUa tecnica. II suo scopo b quello di aiutare e di completare I'opera svolta dai conferenzieri neUe fabbri-che e dai maestri neUe scuole, dove si improvvisano, in pochi anni, dicono, i nuovi ingegneri e in pochi mesi gli operai mec-canici specializzati, con la co noscenza visiva delle macchine piü varie, dei loro organi, del loro funzionamento. Ma le finalitä programmate dal govemo sovietico sono ben altre. II cinematografo deve rispon-dere ad una quantita di idee preconcette e di pregiudizi che ne impediscono il libero sviluppo. Innanizitutto il forma-lismo: il perseguire infatti astrattamente ogni sorta di ri-oerche formali conduce al di-vorzio dell'artista dalla realtä. Questa e in sintesi la ten-denza caratteristica dello stile Ö del contenuto della nuova cinematografia russa. Sarebbe interessante esaminare, a questo punto, i soggetti dei film russi piü noti ed aderenti alle Ideologie rivoluzionarie, ma la trat-tazione, anche soltanto accen-nata a grandi linee, esorbite-rebbe dai limiti di un comune articolo informativo. Basta tut-tavia prendere ad esempio la trama del fUm intitolato Vo-tretschy, in cui si vede imo stabiümiento industriale che produce macchine incapaci di fun-zionare e un gruppo di operai guidati da un capo sovietico che si lascia battere, per di-fetto di preparazione tecnica, da un altro gruppo comandato da un tecnico inglese, per pe-netrare nell'intimo del propo-nimento propagandistico sovietico che consiste, secondo i principi fissati, neUa critica alle manchevolezze, nella condanna degli inetti e degli in-sufficienti, nella ostentazione, quasi, dei gravi disordini che si verificano frequentemente negU stabilimenti industriali o nei servizi pubblici. Ma hanno poi, queste criticbe, queste condanne, questi confermati disordini, lo scopo e la forza di oorreggere, di stimolare alia ri-vincita? No. Queste confessioni, questo riconoscere il male non hanno altro ufficio che quello di creare una zona d'ombra a maggior risalto di una zona di luoe-. L'ombra b sempre il portato dei nemici della rivoluzione, aperti o nascosti; la luce b sempre la rivoluzione. Anche in questo, dunque, ar-tificio, tendenziosita, insince-ritä. Concludendo: quando la luce elettrica, i treni, i tranvai, il .vagliamento non funziona-no la colpa b sempre di qualche traditore vecchio borghese che trama n'll'ombra, aiutato magari da tecnici stranierL E chi trionfa? Sempre il giovane comunista che smaschera i tra-ditori, sventa i complotti e salva la situazione. In questo modo lo spettatore trova commisto a tanto e cosi dolce, in apparenza, liquore il magico filtro politico da trovar-si convertito — se ne ha bi-sogno — o confortato neUe sue idee: in ogni modo sovietizzato al cento per cento. Senza sa-perlo, entra al cinema con I'a-nima piena di malinconia per svagarsi e invece ne esce addi-rittura senza piü anima, perchö uno dei capisaldi del vangelo comunista b I'abolizione del-I'anima individuate e la crea-zione di quella coUettiva. Ed ecco il punto. L'arte, sintesi di vila e specchio di un mondo spirituale, rivela, con i suoi prodotti e con le reazioni che suscita, il fondo dell'anima russa com'6 oggi, il perchö della lunga pazienza e dell'osti-nata fede nell'irrealizzabile Utopia, numera i secoli delle utili esperienze, deUe prove vissute e superate. Ma lo spirito e I'anima, mi-nacciati di sfratto, ei sono tirali in disparte e incominciano le loro vendette. Verrä presto il giomo che, passato il vento di follia, questa gente che gioca eon le cose piü grandi di lei si convin-cerä, dopo dolorose esperienze, che vi e nella natura degli uo-mini qualche cosa che nessuna rivoluzione potra mai mutare nö sopprimere. Nario Umik MUSICA Antonio Janigro alla_iF,ilarmonica Nardmi, coiß un Adagio, e Gueir-rini, con un Allegro, hanno cervito dMntrodomone, neila loro eeilitä, ai pezzi impegnativi — LocatelM, Bach, Haydn — del concerto del violon-cellisla Jandgro: eseguiü tuttaväa com im'aocuraitezza ed una ricerca amoroea del loro valore €66enziale taili da laroi subito dntravedere e pregustaire lo etile di questo solista e la misuTa delle sue ipoesiWHUi. In effetti Janigro poesiede una tale maburitä di resa espreeedva e di virtuiosismo (ci eia permesgo il termine abueato, scdolto perö questa volta da ogni limitatezza di eapore aprioristicamente epregiativo) che gU hanno consentilo pereino di gio-caxe sul mulamenlo dd programma con disinvolta eicuirezza. Sobrio, seppur oon una ehimatuira di diligente accademia, in Bach, Janigro ha aflnontato con calcolato ardore U Concerto in ro magg. di Haydn, rendendo con dila predse e pur aippaasdooate (Haydn 6 forse il piü lucido, e quindi preciso, dei mueicieti sinceiri, caoe appaeeionali, henchS cdö poesa apparire una oon-tradddzione in termini) I'Andante e d'Allegro finale. Ma dove ci h piaciuto di piü, ibenchö la Ireddezzn virtuoeistica vi giochd una parte preponderante in oonflLtto con qualche timida reazione di sentimento, Ö stato neUa Sonata di LocatelH: soprattutto in quel freschiseimo Adagio che spicca solitario nell'ar-chitettura im poco cerebrale, e quindi forzata, della compioadzione. II maestro Uipovšek ha coadiuva-to ollimameaite, al pianoforte, il solista. In complesso una eerata d'insoli-to valore, acoolta perö da un al-trettanto insolito riserbo da parte deJ pubblico scarso e freddo. Pazienza se questo pubblico avesee almeno tenuto fede al detto che dieoi i>ersone competenti ed attente applaudoao per cento; ma no, questa volta non ha applaudito pel cenito. ^icUtta ÜMC •••••• /n« ::: •••••• •••••• •••••• ••• ••• :::::: ::: :::::: soviDmn Siamo col Battaglione «Nizza». Si procede al rastrella-mento della zona di K. II re-parto sta compiendo una inarcia di awicinamento con tutte le misure di protezio-ne. I legionari si arrampin-cano come dei provetti alpini su questi monti che si snodano incombendo cupi e selvaggi sulla pianura circo-stante. Si attraversano boschi a volte radi come parchi citta-dini, a volte talmente fitti da sembrare foreste vergini. I rami si intrecciano come liane rendendo difficile il pas-saggio e la visibilta. Ma i legionari vincono le fatiche della lunga marcia, supera-no tutti gli ostacoli. A volte stringono i pugni, Serrano i denti, aspirano profondamente quasi ad in-ghiottire tutto I'ossigeno che e nell'aria, e poi via, con piu lena di prima. Bisogna stare attenti alle imboscate. II nemico e peri-coloso appunto perche si ap-posta in luoghi sicuri, ti spa-ra addosso e poi scappa per i sentieri impervi e per i boschi dove e assai difficile agganciarlo. In testa a tutti e il Co-mandante del Battaglione. Ma appena messo piede su una radura una raffica di fucile mitragliatore gli sibi-la nella orecchie, le pallottole gli passano a pochi centimetri della testa, tra lui e il suo portaordini, e si conficcano nel tronco di un pino che as-siste indifferente a questa aggressione. Gli Squadristi hanno un attimo di esitazione; guar-dano il loro Comandante, ri-spondono con un sorriso al suo sorriso rassicuratore, si snodano prontamente a ven-taglio e avanzano a scatti veloci, addosso a questo nemico che scappa, per render-gli la vita dura e per annien-tarlo. Intanto, a valle, marcia una piccola colonna con vi-veri e munizioni. Viene at-taccata contemporaneamente ad una pattuglia di prote-zione che fiancheggia sul-I'opposto ciglione. Alle mitra-gliatrici nemiche risponde pronto il fuoco dei nostri «Mitra». La nosti-a potenza di fuoco fa desistere gli awersari dall'attaccarci. Mentre il Comandante con il grosso delle forze converge sul nemico attraversando la valle, gli elementi della colonna viveri, che si erano prontamente difesi, e la pattuglia di scorta lo attaccano di fronte. La sua resistenza viene presto stroncata. Dopo pochi istanti Tunica traccia del nemico e il sangue con cui ha bagnato il terreno. Si fa notte. II caposaldo e ancora molto lontano. Bisogna far buona guardia. Ma il nemico non osa piu attac-care. Ha sentito il vigore della reazione. Dagli Squadristi bisogna stare alia larga. * Altro episodio. Pattuglia di scorta ad un autocan-o con viveri e munizioni. Sono tre-dici uomini. Si sorridono. II tredici porta fortuna. Ad un tratto da una quota una forte banda di partigiani, munita di armi automatiche, apre un fuoco infernale. Gli Squadristi si sono appena appiattati dietro alcuni ripari naturali che scorgono dalla parte opposta, da la da un ampio vallone, altri armati. Qui bisogna vender cara la pelle, pensano, e si appre-stano serenamente e decisa-mente alia difesa. Al di la del vallone non vi sono pero i partigiani, ma Legionari del IV» Battaglione. Indietro, a qualche cen-tinaio di metri, in una casa bruciata, si attestano altri camerati del «Nizza». Occor-re effettuai-e i collegamenti, ma e altrettanto necessario spostarsi frequentemente alio scoperto per ossei'vare i movimenti del nemico che cerca di awicinarsi e di ag-girare la loro posizione. Quasi due ore e durato il fuoco del nemico. Gli elementi di la dal vallone vengo-no a conoscenza della critics situazione della pattuglia e aprono un nutrito fuoco di sbarramento con i propri mortai. V'e un attimo di disorien-tamento fra i partigiani, ma la pattuglia non ripiega per congiungersi ai propri camerati della casa bruciata, an-che se il cammino e piü breve e meno pericoloso. Essa ha una missione da compie-re, e, costi quel che costi, de-ve condurla a termine, ž; questo il pensiero dei tredici Legionari. Non c'e bisogno di ordini, si sono giä capiti. Attraversano tutto il vallone sotto il fuoco delle mi-traglie nemiche e si unisco-no ai Legionari del IV" Bat- taglione. I partigiani vengo-no posti in fuga e la pattuglia puo portare a termine la propria missione senza altri incidenti. AI ritomo al caposaldo un imico modesto commento coi propri camerati: «A momenti ci beccano». * Questi sono alcuni piccoli ma significativi episodi di questa guerra dura e non ap-pariscente che gli Squadristi combattono ogni giorno con entusiasmo e con la certezza di compiere un'opera epura-trice di capitale importanza per il trionfo della civilta di Roma che in ogni tempo e stata appoi-tatrice di benes-'sere tra tutte le genti. C. M. Cesare foflaneiü In una base di aerosiluranti italiuni: si appronbino i siluri per una missione cli {^ucrra AlUTARE LA PROPAGANDA Nei circoli dei cosidetti in-1 tellettualoidi, massimamente fra i giovanissimi, vi e trop-pa gente che non puo' fare a meno di criticare tanto per criticare. Tutto si critica: persone e cose, istituzioni e sistemi. £ di moda, per esempio, scagliare pietre contro la ma-niera con la quale viene fat-ta la propaganda in Italia. Si dice che da noi si gonfiano troppo le vittorie, si svalutano gli awersari e che insultia-uio il nemico quasi come fan-no i bambini quando bistic-ciano. Uniformemente i super-critici in oggetto esprimono concordi in proposito la loro opinione facendo dell'ironia infantile; affermano che i nostri giomalisti, coramentatori alia radio e propagandisti in genere, si sfogano spesso scagliandosi contro il nemico proprio come fanno i piccoli: «tu sei cattivo, sei brutto» gli dicono invece di contrap-porgli argomenti solidi e ri-conoscere (ascoltate im po') la sua superiorita; cosi si fa-rebbe della vera propaganda, della propaganda utile, sen-tenziano spudoratamente co-storo e continuano: il nostro cinema non sa fare, la stam-pa in genere fa ridere; in-somma ö tutta una propaganda sbagliata. Egregi sbarbatelli (tanto per non usare altre defini-zioni che potrebbero fare alza-re gli scudi e gridare: «ecco, vedete, sempre cosi, non san-no che cosa dire e ingiuriano>) si puo chiedere che cosa sape- te voi di propaganda per ima nazione in guerra? Anche se irequentateoavete frequenta-to I'universita certe cose non le potete imparare; voi stessi mi insegnate che, per poter riuscire, generalmente occor-rono le doti naturali, cioe proprio quelle doti di cui voi siete deficientL Con tutto questo pero io sono convinto che se ci foste voi a dirigere I'ufficio propaganda sarebbe tutt'altro affare. Perche non vi fate sot-to, perche le vostre critiche non le andate ad esporre personalmente a chi e I'anima della propaganda in Italia? Potrebbe prendervi in con-siderazione. Penso pero che non ne ab-biate il coraggio; sono certo anzi che, messi di fronte agli autori della nostra propaganda, diventereste timidi e pau-rosi e (siccome conosco il vostro coraggio) ammiratori sperticati del sistema propa-gandistico italiano. La vostra critica non produce nulla, e solo demolitrice, h fine a se stessa. J} una mania giovanile degli inconten-ti e dei falliti. Volete fare i belli nei sa-lotti e in quelle comunita dove sapete che nessuno vi schiaffeggia in omaggio ad un casuale stato di camerati-smo, ma se vi si imponesse di ragionare un momento, ahime, che pietä, che vergo-gna, dalla vostra bocca non uscirebbero che fesserie. Puö darsi che qualcuno de- mezzo propagandistico; egli deve saper sceverare senza criticare, servirsi del buono e, se ci fossero delle manife-stazioni per esso scarse, ta-cere sempre. E tale oonsiglio del moderare la lingua vada special-mente a quelli dei quali ho parlato poc'anzi; anche perche col loro gracchiare potrebbero ridestare la voce del Giusti: «Tacete, tacete o bestie che siete>. In quanto al sistema di vi-lipendere il nemico, mi pia-cerebbe sapere come reagi-rebbero i nostri sbarbatelli se loro offendessero la ma-dre. Voglio sperare che, se non e data altra pos-sibilita materiale, per esempio di spaccare il muso all'of-fensore, la loro ira trovi sfogo ingiuriando in ogni maniera I'awersario. Del resto e uma-nissimo. Ed anche delle frasi come «Dio stramaledica I'ln-ghilterra>, tanto per citare un particolare, non scandaliz-zino persona alcuna ma ci si convinca tutti che essa e rimane sempre una efficace espressione propagandistica qualora non la si volesse ri- tenere un'onesta reazione di animi traditi nei sentimenti piü intimi. Sappiamo benissimo che, in ultima analisi, la miglior propaganda e quella fatta col-I'esempio. Se la massa non ha pane sufficiente sul desco chi fa la propaganda deve averne ancor meno; se la massa lavora molto e si di-verte un poco, chi fa la propaganda deve lavorare mol-tissimo e divertirsi nulla; se dalla massa molti sono usciti per andare a combattere chi fa la propaganda deve aver combattuto primo fra i primi. Ciascuno di noi fascisti si sente per coerenza al servi-zio della propaganda e come tale si fa dovere di agire profondamente su chi lo circon-da, con I'esempio, in ogni tempo, in ogni luogo, in ogni circostanza. Come potremmo quindi tollerare il supercritico che incoscientemente, nella sua acredine, insulta lo spirito di sacrificio silenzioso e modesto di tanti uomini di fede che hanno una sola pretesa: aiutare la propaganda? Ten. A^iilio Moheni LA SIGARETTA DEL CONSOLE COMANDANTE mie brevi note commentan-do sfavorevolmente: non importa; a me basta che questo qualcuno sappia che come lui la pensano in pochi, una mi-noranza quindi non giä costi-tuente un'aristocrazia ma, grazie aU'intelligenza umana, soltanto il solito gruppetto sparuto di malati che trovi in ogni societä. Si ricordi pero questo signore che se la ma-lattia dovesse manifestare sintomi di cronicitä, egli ver-rebbe isolato negli appositi lazzaretti. Se poi la nostra propaganda non riuscisse a persuader-lo, altri niezzi, efficacissimi anche per gli asini, potrebbero fare ottenere dei risultati ottimi. Ed ora delle sobrie consi-derazioni sull'argomento pre-fissoci. La sana propaganda fascista, iniziatasi non con un determinate programma, ha saputo abilmente usare i suoi mezzi oltenendo sempre lo scopo nell'ambiente che piü interessava ed interessa la nazione, plasmandosi secondo le diverse situazioni nei di-versi momenti. Non si fa ne dialettica ne demagogia; fino ad ora sono stati i fatti a dare al popolo italiano la certezza nella sua vittoria, la forza nel sacrificio. Che cosa importa se qualche giornale e talvolta meno intelligente di Chi lo legge? Non fe lo sbaglio di un giorno o di uno degli infiniti mezzi usati che fa condannare un sistema. Anche qui prevale Tin- gli interessati leggera questetelligenza di chi adopera il U or dine era: «condurre azione repressiva contro I'abi-tato di S. G.», base di un forte gruppo di banditi comu-nisti. Pioveva. Era la vigilia di Pasqua. La lotta infuriava da parecchie ore e il centro era giä stato bonificato, ma i banditi, rifugiatisi nei boschi e sulle alture che forma-no corona al paese, resi fero-ci per lo srnacco subito, con-tinuavano, con furia selvag-gia e sorretti dalla disperor-zione, a tenere sotto il fuoco delle armi automatiche il re-parto che si sganciava dalle posizioni raggiunte per rien-trare alia base di partenza. La missione era terminata, la base nemica era stata com-pletamente distrutta. Fu proprio nel momento dello sganciamento che il nemico, credendo di poter ef-fettuare I'accerchiamento ed insaccare il reparto, serrd sotto nella speranza di veder coronata da successo la sua impresa. II momento era difficile, I'intera giornata di combattimento aveva esauri-to gli uomini, molti erano stati messi fuori combattimento; necessitava calma e sangue freddo, bisognava im-pedire a tutti i costi che il cerchio si chiudesse. Fu al-lora che vedemmo il Console Comandante arrivare fino alia prima linea di fuoco tranquillo, ser eno; I'occhio fisso verso il nemico, scruta-va. Impartl qualche ordine, sposto in migliori posizioni le nostre mitragliatrici, di-resse il fuoco. La sua figura alta, quel suo comportamen-to austero, sempre in piedi, fu notato dal nemico il quale concentrd in quel punto tutto il suo volume di fuoco. Qualcuno consiglid al Comandante di abbassarsi, di non rimanere cost esposto. Sem-plice fu la risposta: «Non te-mete ragazzi, la peggio I'a-vranno loro-». E con quel suo gesto naturale, come noi I'ab-biamo visto tante volte, levo di tasca una sigaretta e se la pianto fra le labbra. Gli uomini, animati dalla sua pre-senza, lo guardano; gli occhi si incontrano: «sotto ragazzi, fuoco, fuoco!*: e I'ardorecom-battivo si tramutd in atti di puro eroismo. Abbiamo visto delle Camicie Nere alzarsi in piedi e falciare, col fucile mitragliatore sulle braccia, il nemico che tentava il cor-po a corpo. La lotta si fa aspra, serrata, i contendenti sono a pochi passi gli uni dagli altri e si contendono il terreno a colpi di pugnale e di bombe a mano; ma le Camicie nere non mollano. II Comandante rimane fe-rito all'orecchio destro: qualcuno si fa d'appresso per por-targli soccorso, ma lui con gesto pacato della mano, lo allontana e gli indica il nemico pronunciando una sola parola: «fuoco!-» e rifiuta di essere medicato. Invano il nemico ritenta piü volte Vassalto: viene sempre ributtato con perdite ri-levanti, mentre a poco a poco il reparto si sgancia, la lotta si affievolisce, poi si silenzia. I legionari rientrano alia base di partenza a notte tarda, fradici di pioggia e madidi di sudore, ma fieri. II mattino seguente e giorno di Pasqua. II Console Comandante di buon'ora e giä fra le sue Camicie Nere: una fascia bianca gli copre I'orec-chio ferito. I suoi uomini gli vanno d'attorno e formano un cerchio. Quel sabato di Pasqua e stata una giomata dura e sanguinosa, e il Comandante ha voluto portare ai suoi legionari la sua rirv-cuoratrice parola di conforto ed il fraterno augurio di Pasqua. Forse e stata la sigaretta del Comandante a salvare la situazione del giorno prece-dente: un gesto, un semplice banale gesto di possessiva si-curezza š bastato per centu-plicwre le forze di quegli au' daci. Solo chi e stato in combattimento pud valutare ap-pieno quanta forza morale e spirituale determini suUe tnippe anche un semplice gesto, ma che esprima in ^^ la sicurezza e la padronanza di una situazione diventata difficile e pericolosa. Quel giomo, I'esempio fu dato dalla sigaretta del Console Comandante. C. i. SpaHaco AnnoYawi NOSTRI CADUl Pensiamo noi abbastanza denza di una nuova guerra. RAPPORTO AI GERARCHI PROVINCIALI leri alle ore 9 nella sede del Dopolavoro del Fascio si 6 ini-zlato 11 consueto rapporto mensile al gerarchi della pro-vincia. Tutti 1 camerati hanno di-scusso davanti al Vice-Fede-rale Capurso, presente insie-me alia Fiduclarla del Fascl Femminili, al Vice - Coman-dante federale della GILL e al Segretario del Dopolavoro provinciale, i diversi aspetti deUa vita del Partitx) in pro-vincia. II rapporto continua e si concluderä stasera. AH de e del ras[sli di Inina Le squadre dei Fascist! di Lubiana hanno iniziato la lo-ro nuova attivitä, prestando regolarmente i tumi di ser-vizio secondo le disposizioni ricevute. Attiv^ita dell«^ G. I. L. L. S^&iiacaU tcaicati II 9 u. s. ha avuto luogo una rappresentazione degli artistl del Teatro di prosa del «Drama» per gli Organiz-zati della G. I. L. L. £: stato rappresentato «L'ultimo so-gno di Pierino». Oltre agll Organizzati della G. I. L. L. erano present! tutti gli alunni dei doposcuola e quelli dell'Educatorio federale. Assistevano 11 Vice Coman-dante Federale e I'Ispettrice federale della G. I. L. L. Lo spettacolo ö stato segul-to con vivo Interesse. Ai cafnf^iaHidi sciisUd cU Asia^o- Quest'anno ha avuto luogo ad Asiago 11 12® Campionato nazionale sciistico della Gio-ventü Italiana del Littorio. La G. I. L. L. di Lubiana Vi ha inviato per la prima volta le rappresentative dei Balilla e degli Avanguardisti. Dal 23 al 31 gennado si sono svolte le gare per Avanguardisti e dal 3 al 7 febbraio queUe per Balilla: i rappre-sentanti del Comando Federale della G. I. L. L. si sono classificati rispettivamente al 39« e al 11° posto. I componentl le nostre squadre si sono battuti accanita-mente e non solo con i loro avversari: hanno infatti do-vuto sorpassare una serie di incidenti senza i quali avreb-bero ottenuto risultati certa-mente mlgliori. La fortuna questa volta non ha arriso ai nostri ragazzi che perö hanno messo in luce un buon stile ed hanno soprattutto lottato con alto spirito agonistico. OFFERTE II fascista Umberto Delich ha offerto la somma di lire mlUe a favore deH'Ufficio Ck)mbattenti della Federazio-ne dei Fasci. La rappresentativa dei Balilla della GILL ai campionati sciistici di Asiago ll\ P ROVI I\ CI A A Bloke Un altro ragazzo sloveno in gamba ax nostri gloriosi Caduti? Quest'esame di coscienza do-vrebbe farlo ognuno di noi. Bisogna onorare la lore memoria prima ancora che ne-gli aspetti esteriori di dove-rosa riconoscenza, in noi stes-si. Essi sono stati migliori di noi. Hanno dato alia Patria per I'avvenire migliore dei loro figli il bene supremo concesso ad essi da Dio: la vita. E 1'hanno donata in serenita. Non vi fu in essi calcolo, non vi fu egoismo. II loro consapevole olocausto ci indica la via da seguire. Ognuno di noi ha avuto almeno un parente, un amico, un conoscente morto in guerra. Identifichi in lui tutti i morti in guerra, pensi che come lui tutti hanno data la vita per che quelli che sopravvivono possano godere d'un piu alto tenore \ sociale, perche non abbiano piu. a fare altre guerre. Sap-piamo benissimo che non e possibile stare etemamente H 24 gennaio, nella sede del ' Centro del P.N.F., da parte del Segretario di Centro si ö proceduto aUa distribuzione dl 75 pacchi-dono, In occa-sione della cerimonia della Befana del Duce per i gio-vani della G. I. L. L. Assistevano alia cerimonia le Autoritä militari del Presidio, 11 Podestä e numerosi militi anticomunisti. A Loški Pofok II Segretario di Centro del le Scuole comunali, si 6 proceduto aUa distribuzione della Befana del Duce per I'An-no XXI. Presenziavano alia cerimonia il Coniandante del Presidio, il Comandante di G. I. L. L. di Fascio ed 11 cor-po insegnante al completo. II Segretario del Centro del P. N. F., prima di procedere alia distribuzione dei pacchi-dono, ha illustrato con brevi parole il significato delle prowidenze fasciste volute iii»o« medicina bu rirrile di lulte !• casae amnialnlt. ArredaU modenuimente • Tel. t^-35 PER I COMBAnENTI CONCORSO fUOHOSUU SI conferma che per il glrone di rltomo sara effettuata una claosifica separata ed ai vincl-tori sararuio assegnatl premi si-miU a quclli del girone di andata e cioe: 1" premio L. 300.—, 2» premio Ii. 200.—, 3» premio L. 100.— ed altri 7 premi in oggetto. Si conferma inoltre che la premiazione della classifica generale, che si otterrä sommando i punti totalizzati da ogni con-corrente alia, fine del girone di andata ed alia fine del girone di ritomo, rimane invariata. Risultati del campionato di calcio della 19a giornata: Triestlna-Vicenza 2-0 Fiorentina-Milano 3-0 Roma-Vcnezia 2-1 Genova-Torino 3-3 Juventus-Liguria 4-1 Livomo-Atalanta 1-1 Ambrosiana-Lazio 4-1 Bari-Bologna 0-1 Fioravanti, Art. Tomei Tomma-so. Cap. Magg. Vallsi Armando, Cap.le Moscella Filippo, Cent. Serretti Leopoldo, Art. Bonazzi Gino, Cap.le Reveloni Giuseppe, Marc. Dalla Libera Giuseppe, Cap. Paoletti Leonardo, Cap.le Bisordni Antonio, Sold. Simioni Albino, Art. Cicconi Nello, Art. ParlmbeUi Guido, Art. Minniti Andrea, Cap.le De Metri Alfideo, Cap. Magg. Ezio Cuoghi, Cap.le Bartoli Getulio, Vcsq. SUenzi Stanislao, C. M. D'Altobrando Angelo, Fante Ragginl Guerrino, Art. Pesaresi Luigi, Serg. Magg. Sciotti Vittorino, Cap. Magg. Gregolato Giuseppe, Cap. Magg. Tenani Gilberto, Art. Sviaboni Bernardino, Serg. Magg. Foma-ciari Tullio, Cap. Magg. Renü Remigio, Serg. Revoloni Vittorio, Gen. Valentini Giovanni, Cap.le Di Cosimo Umberto, Art. Dioni-gi Elio, Art. Bisconti PompUio, Gen. Goldani Imez, Cap.le Mon-ticelli Plaminio, Serg. Ramc«n-delli Umberto, Gen. Lanzoni Gino, C. N. Senardi Silvio, C. N. Brumet Renato, Sold. Elvio Me-deotti. Gen. Bonfatti Luigi, Gaf. Edoardo, Gen. Maiorana Giuseppe, Art. Grassi Alessandro, Gen. Bavazzini Remo, Sold. Gobessi Diego, Gen. Gardini Ivo, Gen. Gaudenzi Giovanni. Con punti 3: Cap. Magg. Bo-lognini Ugo, Cap.le Dalla Costa Igino, Cap.le Pesce Celestiao, Gen. Minella Angelo, Serg. Gus-setti G. Batta, Art. Sborliiü Giu-stino, Serg. Magg. Romagnoli Ezio. Con punti 2: Conf. Trevisan Adelchi, Cap. Magg. Rubboli Alberto, Cap. Magg. Casati Francesco, Brig. Lucini Sista I premi assegnati ai totaliz-zatori del punti 10 e 9 sono a disposizione degli interessati presso l'Ufficio Combattenti. I militari che non possono ritirare il premio personalmente sono pregati di rüasciare al compagno incaricato regolare delega. CONCORSO di PlataU Si comunica che la scadenza del «Concorso di Natale» indet-to dall'Ufficio Combattenti e stata prorogata al 28 febbraio prossimo. corso giomaliero perche non e nelle comdlzioni dl nullatenenza volute dalla vlgente legge. La licenza speciale di giomi 15-1-2 deve esserti pagata dal tuo Reparto e non dal Comune di residenza. H Comune paga ai militari in licenza il sussldio militare quando la famiglia gode di tale beneficio e quando il militare in licenza non perce-pisce alcun assegno dall'Ente MUitare da cui dipende. S. Ten. luliani Giuseppe — P. M. 110 La circolare N. 54/61. 2. 1. del 30 agosto 1942 che riguaarda la licenza per esami agli imlversi-tari contempla molti casi e non possiamo quindi stabilire quale possa interessarti. Sarebbe perciö opportuno tu venissi a Lubiana a consultare di persona detta circolare, che non puö esserti inviata, o presso questo Ufficio Combattenti o presso l Ufficio Assistenza del-rxi" Corpo d'Armata. Se invece non hai la possibili-tä di venire a Lubiana richiedi di poter consultare la circolare al Comando del Reparto cui appartieni. "Attenzione! Attenzione! A Casablanca ho tenuto duro...' (ün premio a tutt*" i camerati comballenit che nou indoomeranno cht e questo ftguro) Classifica del partecipanti al concorso: Con punti 10: Art. Lorenzini Lindo, Cap. Benedetti Emilio, Cap. Magg. Perotti Emidio, Art. Medici Ezio. Con punti 9: Art. Palmieri Giuseppe, Cap. Magg. Cautero Espedito, Art. Bovo Virgilio, Vcsq. Bemini Vitaliano, Cap. Magg. Benvenuti Walter, Mort. Baraccani Artemisio, Cap.le An-gellotti Giuseppe. Con punti 8: Mitr. Vitrugno Vincenzo, Gen. Tramontana Silvio, Cap.le Antonio Pani, Fin. Monaco Ettore, Sold. Ferri Paolo, Sold. Del Mese Giorgio, Art. Cesetti Nicola. Con punti 7: Serg. Bemini Giustino, Vcsq. Berti Osvaldo, Capie Canciani Canciano, Sold. Cicerone Eude, Art. Cola Armando, Cap.le Donati Nicola, Cap. Magg. Ferri Ugo, Sold. Japace Pietro. S. Ten. Fuoco Francesco, Gen. Ligabue Rosolüio, Aut. BaJ-lantl Dante, Vcsq. Bagnato Mi-chele, Art. Montagnani Aldo, 0. N. Novelli Mario, Gen. Savio Primo, Gen. Sartori Aldo, Art. Saluzzo Rocco, Cap.le Sabodelli Luigi, C. N. Rizzato Luigi, Art. Pompeo Bonucci, Sold. Poiesi Giovanni, Art. Piva Giovanni, Gen. Picciatl Giuseppe, Art. Paolorossi Giuseppe, Art. Palmieri Attillo, Art. Orlandlni Enrico, Capie Stradolini Odero, Mar. Scaglione Salvatore, Art. Tavema Giuseppe, Art. Testolini Lino, Art. Tosato Bruno, Gen. Veronesl Ildago, Leg. Cometti Serafino. Con punti 6: Vcsq. Borgna Ezio, Art. Mericco Carlo, C. M. Bastianuto Gino, Cap. Magg. Vescovi Giuseppe, Fante Rosa Cossettini Pietro, Cap. Magg. Mauri Emilio, Serg. Zanellato Umberto, Cap.le, Berardi Primo, Gen, Dalla Riva Emilio, Serg. De Simone Antonio, Art. Fabbri Enzo, Gen. Ferrari Renato, Gen. Pasquale Ciccociopi, Gen. Padovan Mario, Gen. Gallerani Paolo, Gen. Zanchetto Armando, Conf. Piezzedaz Valentino, Carab. Ortelli Antimo, S. M. Umana Antonio, Mitr. Galllna Antonio. Con punti 5: Mitr. Rovagnolo Emilio, Art. Ramundo Rocco, Gen. Zumaro Bruno, Gen. Paulin Firminio, Cap.le Andreotti Guido, Sold. Barone Umberto, Cap. Magg. Frattale Mario, Gen. Bissiolo Gino, Cap. Magg. Cor-radini Benito, Serg. Magg. Mu-nari Domenico, Cap.le Bernec-coli Gino, Cap.le Pez Giovani, Gen. Badiali Ismeno, Cap.le Schiavonl Ugo, Cap.le Tarquinio Baldin, Art. Checcacci Dino, Art. Vettorato Adelmo, Sold. Ol-meda Claudio, Cap.le Frosi Palmiro, Sold. Sommacal Giovanni, Carab. Torrlsi Antonio, Cap.le Di Stasio Gaetano, C. N. Stani Antonio, C. N. Obad Adolfo, Gen. Fontana Mario, Sold. Morandini Rino, Capie Moretti Luigi, Carab. Pagnoni Giorgio, Cap.le Battista Gaetano, Cap. Magg. Passalacqua Angelo, Serg. Pecorari Geo, Carab. Paoletti Onofrio, Gen. VittadeUo Armando, Marc. Scataglini Antonio, Gen. Berger Aristide, Art. Basso Mirco. Con punti 4: Art. Volta Azzo, Art. Bellotto Gino, Cap. Magg. Calcaterra Bruno, Cap. Magg. Modolo Carlo, Art. Galletti Va-nini. Cap. De Carla Antonio, Cap. Massacesi Greste, Gen. Spadonl Nello, C. N. Klaniscek CORRISPOiDEiZA cott t miUtaci Fante Begnis Giuseppe — P. M. 153 La dichiarazione attestante quanti richiami hai subito dal 1939 al 1942 non puö esserti rUa-sciato dal tuo Comune, ma dal Comando del Reparto al quale appartieni. Cap. Magg. Pompiii Urbano — P. M. 100 Per ottenere il pagamento del terzo dello stipendio spettante a tuo fratello prigioniero, devi fare domanda al Comando del Distretto Militare del Comune ove risiedl. C. N. De Alessandri Luigi — P. M. 110 A tuo padre non spetta 11 soc- Geniere Baroni Marino — P. M. 100 In base alle vigenti disposizio-ni in materia, possono richiede-re 11 congedo solamente i militari richiamati che abbiano quattro o piü figli minorenn! a carico. jucttna utTcu IITTIMANALl OELLA FEDERAZIONI Dil PAMC DI COMBATTIHINT« DI LUBIANA DIrattor* raiponiabll« LUIGI PIETRANTONIO TIpognfla »Merkurc 8. i LubUnk ^JH.a$simil[Lario ^dtas Miklošičeva 34 - LUBIANA Assortimento dolci - cioccolata - biscotfi miiiira Z A G A B R I A FILIALE LUBIANA Lubiana — Via Verdi, 3 Eseguisce tutte le operazioni di banco FRUTTICULTORI! Per 1 frottamenti invernali alle plante da fruHo usate R'AMITAL 0 CUPRAMIHfl PRODOTTI RUMIANCA Per peschl Anticrittogamici a base di rame ridotto. Uso: Spappolare accuratamente Kg. V» di RAMITAL in 1. 100 dl acqua, oppure sciogllere Kg. '/« di CUPRAMINA in 1. 100 di acqua ed aggiungere gr. 400 di GALCE AGRICOLA RUMIANCA ognl chilogrammo di CUPRAMINA. POLISOLFOL RUMIANCA Prodotto speciale solfocalcico In polvere llnlssima. Uso: Si fa bollire, agitando, Kg. 1 di POLISOLFOL RUMIANCA in 1. 1,500 d'acqua per 1 ora circa, sostiluendo man mano l'acqua evaporata. La pol-tiglia si lascia raffreddare e si adopera nelle se-guenti dosi: polUglia solfocalcica Kg. 2,Vs = acqua fredda 1. 97,»/»7. Con la poltiglia fluida cosi otte-nuta, si fa un paio di irrorazioni quando le gemme cominciano a inturgidire, a distanza di 12/15 giorni. Ripetere i trattamenti subito dopo le piogge. Nella preparazione della poltiglia a caldo, usare solo re-cipienti in ferro, meglio se smaltati. Questo prodotto e mollo economico. RUMIANCA " Industrie Elettrica Chimica e Minerario Soc. per Az.-Capitale vers. L. 150,000.000. - lORINO, Corso Mon:evecchio. 3B Per i meli perl e susIni ecc. G RAN D E AL B E R G O U La drogheria medicinalo „DANICA" ßleiweisova 18 (dl fronte al Caffä Europa) oflre oHicolI dlsln-{efiantl, oggetti dl ioeletta, galanterle, <6 medicinall, crem* speclall per la cura a la bellezza dello pell« „SLAMIC c u c I n a, c e I t 1 I StUai/CHik fili^i^ ;viA roma;, 19 - lubi;ana Negozio in ferramenfa Si "raccomanda ^-Lbaiig^o ^Kditofiolt LUBIANA — di fronte alla Stazione u p r i m issimo caffe e risforanie con CO n f o r to moderno r a C C o a n d a Lubiana — Miklošičeva c. 1 Preminente — Albergo di primi ssimo ordine con ser-vizio inappuntabile — Caffž; dotato di ogni comodita di primo ordine — Ristorante rinomato, con cucina squisitissima — Vini scelti — Categoria extra risforante di primo ordine si raccomanda O t t i m a v i n i s L I B I A N A. VIA ARSELLA REA I i Tratforia CACCIATORE' •••••••••• con annesso servizio di caffö LUBIANA Posizione centrale: all'incrocio di Via Roma, 24 Viale Vittorio Emanuel'^ III - Via Trieste (di fronte airorologlo) Primissinii vini natural!, bevande antlalcooliche, biblte ed oltima cucina PREZZI MODICI V JlistacaHie Itaiiat^O' i 1 a Lubiana - Via A r I e 11 a R ea 16 : Cucina italiana • Ottimo traftomenfo • j Prcglati vini itallaBi • Pasto Lire 14-— : ••••• •••••••••••