ANNO VII. Capodistria, 1.° settembre 1873. N. IT. m i. ;*ß'l ili Giornale degli interessi eivili, eeosiomiei, ammiuisti'alivi DELL'ISTRIA, »h 0rfyoJidiJ$.,oJßtö ol!<>b t^diTmq feib? i . ^ t ed organo ufficiale per gli atti della Società agraria istriana. Isce il 1 ed il 16 d'ogni mese. ASSOCIAZIONE per un anno f.ni 3; semestre e quadrimestre in proporzione. — Gli abbonamenti si ricevono presso la Redazione. Articoli comunicati d'interesse generale si stampano gratuitamente. — Lettere e denaro franco alla, Redazione. — Un numero separato soldi 15i — 'Pagamenti anticipati. ATTI UFFICIALI DELLA SOCIETÀ AGRARIA. >V£iJ Rivolgiamo calda preghiera ai Municipi* che raserò diretti ricorsi contro la 1. R. Commissio-le Provinciale per la regolazione dell' imposta fon-iaria per la tariffa di classificazione, a volerne are comunicazione, e possibilmente a mandarne ipia alla Redazione, la quale sollecitata da più' i, ha in animo di intraprenderne la pubblica- tati une onde sieno meglio conosciuti e più diffusi argomenti di reclamo e per tener "vivo un gelale movimento di protesta che giovi a scongiu-ire il malanno che minaccia la nostra provincia. La Redazione. Dall'Istria, 10 agosto 1873. I lagni che mi fu dato di sentire in ogni lolita di varie parti dell' Istria da me in questi orai percorse, sulla tariffa di classificazione sta-ita dall' I. R Commissione provinciale pel relamento dell' imposta fondiaria, accusandola d'in-ista, e nelle sue ultime conseguenze tendente rovinare il paese; il biasimo di cui qua e là si (icavano i membri delle Commissioni distrettuali provinciale, scelti o dal Governo o dalle Rap-isentanze popolari fra i possidenti del paese,, isi che i medesimi non avessero fatto maturi di Süll' argomento, e siensi lasciati abbagliare prospettive di un miglior avvenire, ponendo non cale la disposizione della legge che vuole fissata la produzione dei foudi in base alle risultanze accertate degli ultimi quindici anni, e non già di problematiche speranze r 1' accenno che nella fissazione del valore di un prodotto, anzi che ricorrere ai mercati della Provincia per stabilito, si prese il mercato di Trieste, che ciascuno sa non essere luogo producente, ma piazza di commercio, nella quale il valore della derrata aumenta in causa appunto delle commerciali transazioni, e per di più si volle aggiungere al prezzo di vendita di Trieste anche la spesa di tra-jpef'to della derrata da Trieste al luogo della sua produzione, che così aumenta della spesa di trasporto di andata e di ritoin : il riflesso che si faceva al contegno della Commissione provinciale in Dalmazia, la quale pria di venire a decisione di sì vitale importanza pei paese, trovava opportuno d' inviare due dei suoi membri a prendere ispezione delle condizioni agrarie nell' Istria, mentre nella nostra Commissione di eiò non erasi sentita necessità; l'appunto, infine, che venia fatto ai membri (non i. r. impiegati) della Commissione provinciale di aver dato in un pajo di sedute, nel corso di 4' o 5 giorni evasione a questo importantissimo argomento, mentre in sì breve spazio di tèmpo non sarebbe stato neppure possibile ehe ciascuno« di essi prendesse esatta conoscenza dei materiali approntati dalle singole Commissioni distrettuali; tutto eiò mi spinse ad istituire da per me un piccolo studio per riconoscere se questi lagni avevano qualche fondamento, o se non fossero il solito ritornello dei possidenti, che amano cantare sempre miseria. E qui vi porgo il risultato di que- sto mio studio, non senza avvertire, primo, che io non sono possidente, ed in secondo luogo che il mio lavoro non è die un calcolo approssimativo, mancando per il momento ogni dato certo della futura classificazione dei terreni; calcolo, il quale però credo, che nelle sue risultanze si presenterà inferiore a quello che potrà essere istituito allorquando la detta classificazione sarà compiuta. Anzitutto devo prevenire che, per la ragione preannunziata non essere io possidente, cui qui unisco andbe 1' altra di non essere neppure fiscale, il mio ragionamento si riduceva: »o il valere della produzione in base alla nuova tariffa riesce esagerato, e l'i. r. Commissione provinciale ha torto, decisamente torto; o il detto valore corrisponde alla realtà, o di poco se ne scosta, e il torto è dei mai contenti A rilevare questo valore io ho oreduto di dover valermi di dati piuttosto al dissotto che al dissopra dei veri, onde evitare ogni taccia di propensione a farlo apparire più elevato. E perciò accettai le risultanze del vecchio catasto in ciò che concerne la estensione e qualità di coltura dei l'ondi, ancorché si sappia che dall' epoca della precedente operazione catastale in poi, i terreni coltivati abbiano aumentato abbastanza considerevolmente. Non tenendosi oggidì la stessa denominazione dei fondi come nella precedente operazione, negli arativi, p. e. compresi gli arativi nudi del vecchio catasto, più una parte proporzionata di estensione degli arativi vignati, degli arativi olivati, degli arativi vignati ed olivati, assegnandone la restante estensione proporzionatamente alle vigne, ed agli orti secondo la nuova denominazione «dottata nella tariffa. Siccome poi non era possibile di calcolare quanta estensione di fondo sarebbe da attribuirsi a ciascuna delle classi di bontà, ho creduto che pel rilievo approssimativo, che intendeva di fare, la miglior cosa era di trattare i fondi di ogni qualità di coltura in una sola classe di bontà al prezzo medio della nuova tariffa. Non è questo il modo migliore per rilevare esattamente il valore della rendita netta, ma nell' im-possibità materiale di poter già da ora conoscere l'estensione di ogni singola classe di bontà, non si andrà troppo errati nell' adottare questo modo, che in generale non darà rilevanti differenze, e, se pure ce ne fossero, verrebbero le medesime ad usura compensate dal non tenersi qui conto della maggiore odierna estensione dei terreni coltivati. Premesso ciò, i calcoli da me fatti mi diedero i risultati che presento nell'unita tabella. — ( Vedi pag. 1308). Da questa tabella risulta che i terreni colti vati nell'Istria darebbero fni. 1,659,862.-di rendita netta, — ed i fondi non coltivati altri.......„ 1,520,911. - assieme quindi un' annua rendita depurata da ogni spesa di . . » 3,180,773. - Beata l'Istria, beati i possidenti istriani quan do ciò si sarà avverato ! A buon conto io ne pren do lieta notizia, perchè questa terra diverrà la fi glia prediletta dello Stato, subitochè sia riconosciu to anche nelle altre sfere amministrative che i ter reni coltivati nell'Istria danno in medio una ren dita netta annua di fni. 8:69 perjugero, ed i fon di non coltivati quella di fni. 2:33 perjugero, a onta che la popolazione agricola atta al lavoro con ii anime 77,000 all' incirca. — Ne prendo lieta no tizia perchè prevedo, che diffusa generalmente 1 conoscenza di questa produttività, vedremo venin speculatori da tutte le parti ad acquistare fondi ad onta della deplorata mancanza di libri tavola ri, certi che, portandovi aumento di capitale e d braccia, la produzione stessa aumenterebbe ancora Insomma l'Istria, se ancor non lo è, ben è pros-sima a divenire la terra promessa. Qual contrasto invece tra queste prospettiv e la triste realtà! Ove i fatti rilievi, portanti i questi risultati fossero esatti, fossero, come lo v\io le la legge, il prodotto constatato pel corso deg ultimi quindici anni, i possidenti istriani in questo periododi tempo si sarebbero intascati ben45,000,0(K di fiorini, e quando pure una terza parte ne aves sero erogata nei pagamenti di imposte arretrate correnti, ne sarebbe loro rimasto ancora un b< gruzzolo per aumentare l'ammalia di cui tanto s'ab bisogna nell'economia agricola, e per procurari qualche agio maggiore. — All' invece lo squallor nelle località di campagna funesta F occhio del viai dante, che incontra per tutto visi magri e spam ti; che scorge appena quà e là alcuni pochi an mali da lavoro, che ad ogni passo e in città ed i campagna s'imbatte in militari in esecuzione pe la riscossione delle imposte, in commissioni che portano a stimare fondi, in cursori che vanno pri ticando sequestri, che vede infine in tutti gli ?.i goli affissi avvisi di vendite esecutive di fondi p quali nessun compratore si presenta; tanto vi è a Iettato dalla prospettiva della sicura produzioi Non è a dirsi che quà e là non si vegga quale | poderetto ben tenuto, p. e. a Capodistria l'ortagl i cui prodotti trovano smercio istantaneo a Tries ( e spingono perciò il proprietario a spendere molto denaro a coltivarlo, sicuro di averne un bel guadagno, o p. e a Moschienizze, dove chi si ritira dalla vita del mare, coi denari ricavati in quest' industria pericolosa, si forma un piccolo campicel-lo e ne ritrae qualche profitto compensante l'annuo dispendio, ma non già la spesa incontrata per fot-mare il campo; e forse ciò avrà contribuito a far sì che i prezzi medi della produzione siano più elevati in Capodistria e Volosca che altrove; ma altro è coltivare un jngero di terra, ed altro coltivarne qualche centinajo. Stando a questi risultati medi, si deve dire che la Commissione provinciale ha sbagliato di grosso. Come essa sia giunta a fissare questi prezzi non è cosa che io abbia potuto conoscere, nè investigare, perchè, per la ragione da me accennata in principio, non ho diritto a ricorso, e quindi mi mancava il titolo e la veste ad esaminare tutti gli operati relativi. Sento però che molti Commi ricorsero, e, la Commissione provinciale dorando occuparsene, stimai di porre giù questi poto cenni, e renderli di pubblica ragione, nella lusinga che taluno degli onorevoli membri della Commissione stessa li degni di sua attenzione, e forse ie tragga motivo ed occasione ad indurre i suoi alleghi a prendere nuovamente in serio esame u-na cosa, la cui importanza è somma per l'avvenire di questo paese, che in questi ultimi quindici anni si vuole abbia fruito di ogni bene di Dio, mentre in realtà ha combattuto quasi sempre colla fame. Pria di chiudere, eredo di dover ancora os-lervare, che in generale, nella legge pel regolamento delF imposta fondiaria si tenda a togliere juanto più è possibile differenze di prezzi tra un Ristretto e l'altro, cosa che qui in Istria mi pare sia stata trascurata. La tariffa lo dimostra ad evidenza. — Cito un esempio, come ne potrei citare tento: le vigne di I.* classe in Capodistria sono tlassificate con fni. 37:50, in Lussino con fui. 15. se prendiamo i prezzi medi, come dalla tabella pi indicata, abbiamo uguali risultati : Capodistria ili. 17:50, Lussino fni. 7:14 per ogni jugero di ligna. Un altra osservazione ancora. — Il distretto «litico di Volosca, si disse, e fu pubblicato nel 1° 13 della u Provincia " in data 1" luglio a. c? ssersi riconosciuto per quinto distretto, relativa-lente alla forza produttiva in naturali ed alla re-itiva rendita in danaro. E ciò sarebbe giusto ed equo, nè altrimenti Io si poteva attendere da chiunque abbia un pò di conoscenza locale di quel distretto. Ma dal detto al fatto c'è un gran tratto. La tariffa di classificazione,, e così pure anche il mio prospetto sui prezzi medi, indicano chiaramente che il distretto di Volosca è il secondo distretto dell' Istria in riguardo a produzione. È ironia,. o sbaglio? Io non pronunzio giudizio! Colmo, agosto.. Neil'anteriore corrispondenza da Colmo ho fatto cenno del massimo disordine nel quale si trovano le poche nostre strade. Ura intendo svolgere li nocumenti che vengono a questo infelice paese per la mancanza di vie di comunicazione. II prodotto principale di questi monti sarebbe fornito dai legnami da fuoco e da costruzione; se ne potrebbe fare una esportazione superba e di grandissimo profitto, mentre, e per natnra del terreno e per clima i boschi, crescono qui rapidamente e con fibra vigorosa in modo da rivaleggiare coi migliori paesi di produzione boschiva. Per dirvi: nel Comune di Colmo si ammirano alcune piante di ginepro rosso di quasi cinque tese di altezza e con tronchi della circonferenza di perfino 13 piedi. Ma a ehe giova tanta ubertosità? Per trasportare legnami, mettiamo a Trieste, bisogna portarli a spalle per più che quattro ore e per orribili sentieri, e poi appena con carri per altre molte ore fino a destinazione. E che avviene? che i possidenti distruggono i boschi con gran danno delle sottoposto' valli, e sfruttano i terreni per qualche anno, dovendoli abbandonare poi per mancanza di braccia, di eoncimi ecc. ecc. Quando la va bene; facciamo del vino, buono e molto; ma chi lo compera e a che prezzi? Quando i trasporti -ono, quasi, impossibili!. Attraverso il Comune di Colmo oW'V •■ • ■ ' Orte, coli' impedimento dqi loro corpi rovesciarono il treno diretto, partito da qui alle 10 di sera per Foligno e Firenze. In un subito corrono voci di numerosi morti e feriti, e fra le principali famiglie, di Roma si sparge la desolazione e lo spavento. Il giorno seguente, in mezzo alla trepidazione di quanti temevano pei proprii cari, si leggono i particolari di questa orribile scena, i vagoni infranti, parecchi morti quasi istantaneamente, numerosi i feriti, fra cui alcuni della più alta a-ristocrazia romana, altri di Terni, dei quali purtroppo già due cedettero alle conseguenze dej mortali ferite ricevute. Sono passati appena 10 giorni ; la co.mmeniu-razione di quel disastro andava subendo triste] efficàcia del tempo, che ogni cosa pone in obblìu, quando un nuovo dispaccio, stavolta da Firenze, rapido diffonde la novella di gravissima disgrazia a Vergato. Presso quella stazione, a metà cammino da Bologna a Pistoja, in mezzo alle gole dell' Appennino, due treni dell' alta Italia, lanciati uno in discesa, l'altro in ascesa colia velodtà di 45 chilometri all'ora, s'urtano, si schiaccino e cagionano nuove vittime innocenti, nuove morti, nuove mutilazioni di membra umane. r> t • .»noisxtiri- Due.si grandi .sciagure, accadute in sì breve volger di tempo, dovevano impressionare vivamente ogni parte d'Italia, non avvezza per buona sorte a simili casi, nè capace di sorridere- freddamente a guisa dell'Anglosassone del Taniigi o dell'Ohio, cui gli scontri ferroviarii apportano di solito il beneficio di una lauta indennità, pecuniaria. Tutta Roma era in angustia, era addolorata, nè contava il numero delle vittime, chè per lèi bastava pur uno solo vi avesse perduta la vita. Chi attendeva amici o parenti corse all'ufficio delle ferrovìe, alla Prefettura ed a palazzo Braschi, ministero dell' interno. Il governo per vero dire' con lodevole sollecitudine aveva immediatamente .incoata un' inchiesta e. domandata la, consegna, dei nomi dei morti e dei feriti ; cosicché gl' interessati poterono subito ottenere le desiderate informazioni. — Cagnani Angelo, un poveto soldato del 19." Reggimento fanteria, che da . Bologna si recava in permesso a Pontassieve, resto,morto sul colpo; altri 12 furono più o, meno gravemente, feriti ed tino fra qq^ sti ha già dovuto soccombere nella stazione di Porretta. La Società ferroviaria dell' Alta Italia ha essa pure ordinata un' inchiesta rigorosa. Di oertò le condizioni delle nostre vie ferrate pare richie- •■ ! «simnseflo» m i>? .e-mmoi «snor severi «ii (kncTun serio esame ila, parte delle Autorità, ed infatti il governo vi si è accinto colla maggiore solerzia. La Società delle ferrovie romano,* di cui le condizioni finanziarie non sono prospere, e che-per i suoi elementi aveva una speciale impronta straniera, mercè l'esclusione di alcuni consiglieri forestieri e la conseguente ammissione d'italiani, si è alquanto nazionalizzata ed è entrata in trattative col nostro governo per un definitivo ordinamento della sua costituzione. Il ministero dei lavori pubblici esige da essa una radicale riforma, le impone di appellarsi al credito per mezzo di un prestito di 90 milioni, dei quali 45 andrebbero al governo ih estinzione di vècchio debito della società, e gli altri 45 dovrebbero essere, impiegati a migliorare ed a pompiere le varie lineo già progettate e sanzionate. Nel caso tale esperimento di riorganizzazione non riescisse,..il : governo, come di suo diritto, acquisterà esso tutte le, linee romane, e questa sarà la soluzione migliore. La questióne delle ferrovie d' Italia è pél1 mille rispetti importante; ina quella parte, che concerne le ferroyie centrali delia. stàtp, che mettono capo a Roma, è sicuramente principaUssima, e deve essere risoluta al più .presto. Mi basti accennarvi come da Roma a Firenze si potrebbe andare in 5 ore al più per la retta di Viterbo, Or-ieto, Chiusi; invece per l'arco di Foligno, Spoleto, Perugia vi si impiegano da 8 a 9 ore j e come da qui a Napoli non ci si metterebbe più di ore col celere per la linea di costiera, mentre percorrendo la curva di Capua si ha il bel conforto di riscaldarsi il sangue per 9 o IO1 ore di seguito. La è questione di progresso pùr* questa converrà risolverla immediatamente. Il governo ha già ordinati gli studj necessari^. Molto si è fatto, lo ripeto, e basta gettare l'oqphio sulla carta della penisola, per rimanere meravigliati della rete intreeeiatissima di strade ferrate, eseguite nel breve periodo del nostro risorgimento. In 12 anni (non bisogna dimenticarlo) abbiamo saputo occupare il quarto posto fra. le nazioni europee per numero chilometrico di rotaje. Credo non si potesse prevedere mai tanto! E se ancora molto ci resta a fare, che c' è da meravigliarne ? Logicamente l'impressione dei due recenti disastri sulle due principali linee dello stato mi ha tratto ben addentro nell'argomento delle ferrovie ^Hk ■ t r , -i- ; |Vr { • » ? italiane ; spero tuttavia che quel poco dettovi non farà stato, privo d'un Certo interesse pei lettori 'a ib'oiiq .oapsoajml ìjsnsra ic oJBIraff* Ja l -della Proìiwicia, i qual; stcuramqjitQ non vorran- .no eroder«? .che nella nostra amministrazione ferroviaria .ci sieno inconvenienti maggiori che negli altri stati. Anzi dal semplice confronto degl' infor-tunii, che accadono sulle altre ferrovie europee, si deve con spddisfazione persuadersi che in Italia essi sono ben più rari e di minori conseguenze di quanti (e veramente spaventosi) succedono in Inghilterra, Spagna, Francia ed altrove, imperciocché negli altri paesi le*vittime non sono mai meno di 30 o più morti ed un centinajo di feriti sopra due o trecento viaggiatori. Possiamo ancora soggiungerò che; ove in Italia si volesse pubblicare una statistica delle disgrafie ferroviarie di questo decennio, essa occuperebbe ben poche linee di stampa. Abbiamo dunque seria ragione di rallegrarci, e se tuttavia persistiamo ad esigere di meglio, ciò non significa altro, senonchè non intendiamo ad- J..1I '.»106^ "">y ,074113 9 [Tin ■ > K>r dormeptarci sui vantaggi ottenuti, e desideriamo andare avanti sempre, finché la nazione non si sia guadagnata la gloria di occupare quel seggio elet-to, che le si compete fra le nazioni più civili e più progredite. Non voglio chiudere questa d'oggi senza vervi,data una buona novella concernente l'agricoltura. Vi aveva fatto cenno nella mia prima delle tristi condizioni dell'agro romano. Or bene, io era lungi dal prevedere che oggi vi avrei comunicato qualchecosa di lieto in proposito. Vi aveva però prevenuto che Roma procede sì rapidamente sulla via del progresso, da dover stare preparati ad ogni sorger di sole a qualche benefica novità. Tacitamente, senza rumori, ma perciò appunto con serietà, si è costituita una associazione, chiamata a rendere di gran servigi alla campagna romana col mezzo dell'agricultura, e forse a gettare le basi di quella vasta impresa, che appellasi colonizzazione dell'agro romano. Questa società cortta fra i suoi promotori fortissimi proprietarii della campagna, e fra questi noto i nomi del principe Viano-Altieri, del principe Giustiniani-Bandini e quello del principe Don Giuseppe Rospigliosi. Sono persone, che dopo il 20 .settembre si erano tenute estranee agli affari. Altri nomi vi lèggo, senza blasone, ma di quella nobilissima schiera, che forma l'aristocrazia della scienza e delle arti liberali, veri progressisti, quali l'avvocato Tommaso Villa di Torino, il gran criminalista, una celebrità del nostro foro e deputatoci Parlamento Nazionale, il barone P. E. Visconti, il commendatore Breda, deputato veneto, direttóre della società veneta di costruzioni, uomo 1,304 il'un'abilità pratica e d'un'acutezza di veduta negli affari sti aordinaria, il cavaliere Tommasi etc. Attenderò che mi si comunichi il programma di questa società;- intanto posso assicurarvi ch'essa si propone di stabilire nell' agro romano delle colonie a-gricole sul genere dei modelli di Mettray in Francia e di Bonafons a Torino. Notizie e documenti per la conoscenza delle cose istriane. I »ruti e i Borisi I Brati o Brutti, nobili di Durazzo e di Dulcìgno, si stabilirono a Capodistria interno la meta del secolo XVI. Nel 1559, Antonio Bruti è stato, per decreto del Senato, insignito, (iella collana d'oro, e creato Cavaliere dal Doge Lorenzo Priuli. Il relativo diploma o privilegio, 30. Giugno 155% è trascritto nel Registro Fri-■rilegii II carte 112^ Nel 15.75. Giacomo Bruti figlio di Antonio, per deliberazione del Consiglio dei X colla Giunta, è stato creato nobile di Capodistria con tutti i di lui discendenti. La Parte compresa in Ducale di Alvise Moce-:nigo 3, settembre 1575, conservasi come inserto (allegato ) nel Smotto Mar, Filza 213. Nel 1*61»,. Barnaba Bruti figlio di Giacomo fu creato Cavaliere di S. Marco. M Privilegio 19-Agosto 161%. esistente in, minuta d'uffici©, nella Cancelleria- inferio-n-e,, Fvivilegii,. Filza I, car: 457, dice che-, ver molti attmi continui si esercitò con somma integrità nel carico di Drag ornano in Costantinopoli et in altri pubblici affari. Tutti tre- documenti, seno interessanti, ma per non rubare- lo spazio agii aa-gomenti della giornata, mi limiterò a dare il test» della citata Parte del Consiglio, dei X, riassu ita nella Ducale di Alvise Mocenigo, om-messe la. introduzione e la chiusa di para formalità. . i. ». .... . • . •- « .. ». • «- n Si è dimostrata in tutti i tempi così fedele et r affezionata al Stir o. Nostro la famiglia di Bruti, et particolarmente il fidelissimo et honorato Cavaher D. „ Antonio Bruti di. buona memoria ha prestato in tutto „ il corso, di sua: vita cosi diligente et fruttuoso servi-tio in tanti carichi commessigli, da questo Consiglio^. * che deve la Signoria Nostra continuando nel solito^ « benigno instituto suo abbracciar i figliuoli del predet-» to Cromino Antonio,, et dimostrar loro tutti quelli ve-» ri effetti, di amore et probettione che la fede et de- * votione non solo del padre, ma di essi figliuoli an- * cora hau meritato in, diverse occasioni ben note a >r- questo Consiglio.. Però- Imvendo detti figlinoli humil-» mente suppbcato d' essere creati Nobili di Capodistria,. n* città eletta da loro, dopo la perdita della Patria, per a ferma loro habitatione, nella quale hanno già mari- ■n tate dei sorelle, et preso moglie uno di loro figliuo- ii; tandosi con le prime Case di Nobili di quel-v la Città, come dalla loro Supplicatone si ha inteso. „ L'anderà parte che per autorità di questo Conseglio, * il fidelissimo et benemerito nostro Giacomo Bruti, et TI tutti li suoi fratelli, figli che furono del sopradetto „ Domino Antonio Bruti Cavaliero, nati di legitimo n matrimonio siano creati Nobili dì Capodistria con tut-n ti lì figli ìegitimi nati et che ! egiti inamente nasceri ranno di ciascun di loro, et i descendenti di quelli 7j in perpetuo, si che da mò possano et debbano goder, „ et usufruttuare dì tutti gl'bonori, dignità, offitii be-« nefitii, utilità, et prehemieentie ehe sogliono goder r et usufruttar gli altri Nobili della predetta Città Noti stra di Capodistria, al ßettor della quale et a Sue-n cessori suoi, et a tutti a chi spetta sia commesso, che » per tali habbino a riconoscer, et così gli habbino ad n osservare et far osservar da ciascuno in perpetuo in-; n violabilmente . ........... . Nel 1617. Bernardo, Francesco e Marc' Antonio fratelli Borisi domandarono, di essere fatti Nobili di Capodistria^ essi e i loro« discendenti — Il Senato, raccolte informazioni dal Podestà Capitana di Capodistria t dal Bailo, di Costantinopoli Almoro* Nani, e dal Michiel Generale-in Istria, deliberò di accondiscendere alla loro domanda; raa piuttosto, ehe crearli Nobili di moto proprio, laccomandò eon lettera secreta, (della quale-non si doveva rilasciar copia^) al Proveditoc General. Zatne destinato nell'Istria d'influire perchè-il Consiglio, dei Nobili di Capodistria deliberi esso di accettarli neL suo grembo. — Questo interessante gruppo di documenti esiste, aieno la Informazione del Generale Michiel, nel Senato Mart Filza 213. Perchè il lettore ne abbi:* un saggio,.offro la Risposta de' Podestà Capitano- di Capodistria,. » Dovendo, dire l'opinion mia con giuramento et n sottoscrittion di man propria^ come mi commette la » Serenità Vostra in lettere di primo stante, sopra la » Supplicatane delli Signori Bernardo Francesco e » Marc' Antonio fratelli Borisi,, per la quale ricercano n d'esser con i loro discendenti Ìegitimi fatti Nobili Jdi n Capodistria, come furono già fatti i Brutti loro pa-» renti, vengo a dirle riverentemente che l'anno 1575, n gli .... . settembre, il signor Giacomo Brutti, al pre-„ sente Capitanio de' Schiavi, poco prima venuto ad » habitar questa Città per la perdita di Dolcigno su» » patria* fu per sua Supplicatiooe-dall'Eccellentissimo n Consiglio dei X con la Zonta creato Nobile di Capo-* distria con gli descendenti, che con questa le invio » copia della Concessione cavata dalli Registri di que-» sta Cancelleria. Il- qual Brutti essendo Avo materno » delli suddetti Borisi, li trass« parimenti ad habitar „. questa Città per la perdita ch'essi ancora fecero d'An-» tivari patria loro,, li quali col progresso dal tempo » hanno fatto acquisti de'Stabili, cosi di Case nella Cit-„ tà, come di Saline et di possessioni in questo terri-n- torio, et appunto il signor Francesco, uno di essi ebo-I » si attrova in Valachia, vi tiene al presente Casa i-, perta con la moglie: havendo cadauno di essi, noi r mentre che vi sono fermati, vissuti così honorevol- ondoid u o*/ài i oirua r-T' " ••.,t p< t niente come hora gli Signori Bernardo e Marc'Au- '■» fonio, col servitio che prestano alla Serenità Vostra s in Costantinopoli, si fanno meritevoli della (apatia 'r che supplicano, Questa è la opinione mia per T in- torinationi c'ho havute. Gratie. "Iti UH*/2il •JJi,\VniJ' jXi«.' JIIlwUI ■ i>'Jlj> iti' JIIUIalIyJ»w 1 I « Di Capodistria a' 16, febbraio 1617. 5) Francesco Querini Podestà Capitani® 55 di man propria con giuramento, n Noterò ancora che nella Lettera del Senato al Prov-veditor G eneral Zane è detto dui fedelissimo Alare' Antonio ......ne serre, di Drag ornano grande in Costantinopoli con nostra somma sod&ìsfatione. — E quel •desso, come fu detto, dopo 36 anni di •assidua, fedele ■j/laudita servitù-, per sosten tar le pubbliche ragioni, morì strozzato sulla soglia de.l Divano. Da t^rie notizie e documenti sulle cose doli'Istria risulta, come si vede, che parecchi nobili soggetti di Capodistria esercitarono 1' ufficio di Dragomani. La cosa prima d'ora è stata notata da altri studiosi delle cose istriane e qualcuno anzi sospettò che in Capodistria vi fosse statu una scuola speciale di lingue orientali. Non pare, e non si può ammetterla senza qualche prova. La cosa d'altronde si spiega facilmente col fatto che in Capodistria, si sono trasportate nei secoli XVI e XVII parecchie famiglie civili, nobili, ricche dell Albania e paesi vicini, le quali necessariamente conoscevano le lingue usate e alla. Corte di Costantinopoli e in tutte le regioni orientali. Questo non esclude però che qualche individuo di cotesto famiglie possa avere raccolto privatamente attorno di se alquanti giovani volonterosi di correre tale carriera, per mantenere vivo l'uso e la pratica di dette lingue attraverso qualche generazione. Anche la famiglia Bruti, oltre il Barnaba nominato più sopra, diede, un secolo più tardi, un altro Draconiano in Bartolotnmeo, il quale fece splendida insieme e disastrosa carriera, copie ce lo racconta il Canonico Stanoòvich traendo le notizie dalla solita Raccolta Decreti Sovrani di Capodistria e dallo Storico Diedo, (Biografia e N. 442. T. III. p. 170.) Lo stesso Stancovich ci ricorda anche altri soggetti distinti della medesima famiglia — un Alessandro e un GiO: Battista letterati, un Giacomo Capitane di mare morto combattendo nelle acque di Corfù, e finalmente il Conte Agostino (figlio di Marco Cavalier di Santo Stefano di Toscana,) il quale nel febbraio del 1809 fu innalzato al grado di Senatore del Regno d'Italia, e trasferì quindi il suo domicilio a, Milano. Mutata la scena politica, non ritornò a Capodistria ma fermò stanza a Venezia dove cessò di vivere soltanto nel 1821. — La quiete della Veneta laguna, e la pensione vitalizia di franchi 6200 non gli impedirono di pensare alla sua provincia e alla sua terra nativa» — Gio: Antonio Moschini nel IV voi: della Letteratura Veneziana del sec: XV111 ecc. (Venezia., Palese 1806.) facendo importanti correzioni ed aggiunte alle cose dette nel T. I. dell' Istria, dichiara di esserne debitore appunto al Conte Agostino Brutti Senatore del Regno d'Italia. Venezia Agosto 1873, Tomaso Luciani. IL e pesciere ilell' Istria 1 Incominciando da Cassiodoro, seriori d'ogni ragione hanno decantato lo peschiere dell' Istria in modo che agli uomini (tei solo presente parve esagerazione. Gli Archiv» anche in questo, ci somministreranno, spero, dati sufficienti per formare un sicuro giudizio, ed ò proba''n'e che dieno ragione agli' Smt&oW. Ad'Ogni modo una serie di dati beni Accertati potrebbe servire di base a studii tecnici ed pcenopiici di pfatfcét utilità. E con qjtiesto intendimento e con questa speranza che offro 9ggi un primo saggio d'indicazioni ufficiali sul prodotto di alcune peschiere dell'Istria. -i.lt O' e.. ..• ; , Nota del pesce preso nelle peschiere della Gìurisditione di Pola nei .mesi di Luglio e Agosto 1658 Adì 7. Luglio 165& .aso [jii/ri • .» Ir, r if ftiouios&n filiti,'' Nicolò Calbolin di questa Città diede in nota le sardelle prese nelli scuri passati nella peschiera di Vi°"no-la con Zuanne da Lussin suo Collega, miara doicento. 11. Detto Nicolò Pleticos da Monticlìio diede ia nota le sar-dele prese nelli scuri passati in: Pertoluago e Val Cor-nolera da Michiel IVdacia, Antonio Botacin, et Micu-la Bodenich da Lussin, miara cento e cinquanta. Adì detto -»ion Il Padre Pietre Sbisà da Rovigno diede in nota 1« sardelle prese in Cuve li scuri passati, miare epuft- e settantadoi. Detto Vn ,,, i/T/Ori I< rancesco Smergo di questa Ci ita diede ia ntita le sardelle prese in peschiera delle Mbrftre detta Lievo-lo, miara cento., Item nel Porto di Pola sgombri, miara quindeci. A dì 21. Luglio Il Reverendo Don Agostin Vio per nome del patron Francesco Tt'evisan suo pescatore, diede in nota le sardelle e sgombri pigliati nelli sèuri passati nel Porto di Pola, sardelle miara settantadoi, - . ■ ■ • i Sbombri barili ventiquattro, Itera disse esser stato preso dal detto suo pescatore nelle peschiere di Cuvele piccolo, sardelle miara sfette 22. Detto . . . • I:;ÌII ta: . Nicolò Pleticos diede in nota le sardelle prese nella peschiera di Cavran sotto Momavan da Domenico Pevenegro da Rovigno, sardelle di doi scuri miara cento e venti. A dì detto I! Reverendo Signor Piovan di Fasana diede in Mota per il patron Andrea Bori, di detta Villa le sardelle prese sotto li otto ?ugno passato nella peschiera di Malìagata, sardele barili 27 de pieni, et un barile dato a Nicolò Pleticos, et quattro barili mozzi. Item sotto li 10. Luglio stante barili 2L di sardelle nella sudetta peschiera» ÌÒ06 'Adì 29 Luglio 1658 Zuanne Micolich e Zuanne Barich da Lussinpiceolo pescano nella peschiera di Badò, disse haver preso nel seuro passato sardelle miara 25, compagno il Capo Felipo d'Altura, il quale ha havuto la X.ma di detto scuro. Adì 2. Agosto 1658. Zuanne Micolich e Zuanne Banich diedero in nota le sardelle prese nel presente scuro nella peschiera di Badò, miara venti. Adì 10. detto Michiel e Antonio Botesini da Lussiti diedero in nota le sardele prese in Porto lungo e Yal Coronelle il presente scuro miara trentatre, e sei barili de scuri. 12. detto Nicolò Pleticos da Montichio diede in nota per Piero Pevenegro da Rovignodo ardele prese nella peschiera di Cavran il scuro passato, miara quaranta. Item il detto Michiel Botecini da Lussin sardels nella peschiera di Yal Cornolera, miara nove. 14. detto Nicolò Calbolin di questa Città diede in nota Tesarcelo prese nelli primi scurì in questa porto, miera cinquanta. Item diede in, nota miera vinti prese il scure passato nella peschiera di Vignole. Item diede in nota per nome di pre Zuanne da Lussin sue Compagno sardelle miara trenta, prese in Vignole. 14 Detto Francesco Trevisan pescader di pre Agostin Yio diede in nòta'le sardole prese nella peschiera di Cuve picco[9' li doi scuri, miara cento e cinquanta. Detto Zuanne Sbisà diede in ilota le sardelle prese da Pier» tSbisà- di Rovigno nella peschiera dì Cuve nel scuro, passato, miara doicento e quaranta. Item diod®- iu< nota sardele vendute fresche-miara quatordeci.. La Njota?, che- esteta- net Renaio Mar, Filza 504, è stata trascritta colla massima- diligenza,, quindi si avverte- che nel vecchie, documento esistono veramente le varianti del cognome Bhtacinr Botesini, e Botecini, come esiste la differente, indicazione di, Val Cornolera, e Val. Coronelley eh», parrebbe una identica peschiera, — Nel documento, stesso- poi non è detto, quanto si, calcor lasse allora in Istria un- barile di sardelle o di, sgombri, ma non è improbabile* che altri documenti ce ne diano in seguito la spiegazione; Intanto« calcoli in via. approssimativa l'avveduto lettore.. Venezia Agosto 1873.. Tomaso Luciani.. It o tizie. La Giunta, provinciale, nella seduta del 4 agosto ha deliberato: Onde predisporre a tempo l'opportuno per l'attivazione della, scuola agraria prov. vengono invi- tate le Deputazioni comunali di presentare alia Giunta provinciale qualche allievo del proprio circondario, i cui genitori o legittimi rappresentanti fossero- disposti verso l'assunzione d'egli obblighi enumerati, a farli frequentare il corso di questa scuola, fermando però nella presentazione stessa l'attenzione su quei giovani che appartengono alla classe degli agricoltori, e fra questa alle miglkv-ri famiglie di possidenti, senza differenza di condizione. Viste le calamitose condizioni economiche (in eui versa la Provincia pei falliti raccolti, per la distruzione operata dalla grandine in varie comuni, e per la preesistente siccità ebe flagella i prodotti pendenti viene deliberato di rivolgersi all'eccelsa Presidenza dell'i, r. Luogoteneiiaa interessandola a volere validamente interporsi presso 1' eccelso Ministero del coöintercio, affinchè di concerta con quello delle finanze voglia dis[Hit're l'opportuno, sia mediante la prouta concessio ne i dell' opera a qualche consorzio che ne facesse domanda, sia mediante l'impiego diretto dei fondi già all'uopo posti a sua disposizione, onde ancora nel corrente anno sia dato principio ai lavori di costruzione della ferrovia istriana, e così venire a sicuro soccorso di questa Provincia, seriamente m i-naeciata dalla carestia. E nella seduta del 28 luglio p.p. Venne deliberato di accompagnare appoggiandola, all'i, r. Luogotenenza la supplica presentata dai Municipi di Buje, Umago, Verteneglio,Gittano-va e Grisignana onde ottenere la sospensione dei passi esecutivi nel! esazione dell'imposta fondiaria. AI termine dell'anno scolastico vennero ammessi, all' esame di maturità, dodici studenti pubblici dell' ottavo corso di questo ginnasio ed uno studente privato. Durante gli esami uno degli studenti si,è ritirato, colto da grave malattia. Dei dodici candidati, quattro furono dichiarati maturi con distinzione e sono i sig Ker-sevnnjJSajdo — Longo Elio — Premuda Tito — Priora GustavorimangrüTcinque furono assolti, e tre rTinèisì ad una nuova sessione di esami. — lu .considerazione dello stato sanitario poco felice, il Municipio, in seguito a proposta del consiglio scolastico locale, ha sospesi i pubblici esami alle scuole popolari ed ha, ordinato la chiusura delle scuole. La nostra Rappresentanza cittadina, nella sedutai del 21 agosto, venuta a conoscere che, in forza di recente ministeriale ordinanza, lo studio della lingua tedesca avrà ad essere obbligatorio in questo Istituto ginnasiale, cominciando dall' anno scolastico 1873 - 74, deliberava, non sconoscendo punto l'utilità dello studio di detta lingua come studio libero, di produrre reclài-mo a chi spetta, perchè, in omaggio ai diritti affermati dalle leggi fondamentali dello stato,j «; 9 i f . 4 ~ j i *■"' f.* CD U ^ - 1 .4 ; c - 55 p § 05 lil H -T 0 < r" S c- 2 — 999£fr8 659995 80889f i"—~ 896651 900899 i ' . • ■ 11 095121 680859 - 6U8H. 2 ? 055099 — 85'9££l- - -i 1 MM2 £ 5£2£21- H60591 c Cr » £2*3 9J9399 movi 59:l ■ .jecoj 990Ì52 *8!5 £84811 §59915 19:5' « ; Ü698 996895 ££:5 :| £8'/9l k! 099095 « - ■ 1 58:5 02256 £98£22 £5:£ t£§m -- -3 " : atuajssy ®9r S 62 ) V - 99! I — — ■ — t 8V5 00=5 m £9^ 09:f 902 t66 0V' i 01 £ — — ipnjej 989639 99:5 9 V&U W608 H-f 5l££? 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