ANNO VII—N. 26. Sabbato 26 Gl'agno 1852 Esce una volta per settimana il Sabbato.— Prezzo anticipato d'abbonamento annui fiorini 5. Semestrein proporzione.— U' abbonamento non va pagato ad altri che alla Redazione. Tavola delle Indizioni. 1 diplomi del medio tempo portano pressoché contantemente la nota cronica delle indizioni, la quale talvolta (o dall' origine o per ingiuria dei tempi) manca il modo di giungere a conoscenza della data cerla'sia per concordanza con principi di nota epoca, o con altre note croniche. Abbiamo indicato in occasione di diploma triestino da noi pubblicato, per quale confronto di indizioni abbiamo potuto farne certa la data; siffatto procedimento è unico nelle ducali anteriori al secolo XV, nelle quali non vedesi segnato che il nome del Doge e l'indizione, non l'anno. Per risparmiarci la noia di ripetere le calcolazioni note per riscontrare la sincerità delle indizioni, abbiamo compilato Tabella per nostro uso ; la diamo alle stampe desiderando che possa giovare anche ad altri. AQUILEJA. Il Sig. Vincenzo Zandonati ci fa sapere l'aquisto da lui fatto di un tubo di piombo già destinato ad aqua, con bollo a rilievo: HERCLAARRE su altro tubo simile: LXXIII il quale va posto in compagnia del tubo letterato di provenienza Aquilejese ora nel museo imperiale in Vienna su cui: AQ • DEMET • F del tubo letterato registrato dal Bertoli Antichità d'Aqui-leja CCCCII GEDTHEOF in seguito ai quali va pure il tubo laterizio di Aquileja su cui: AQ • IV VEN AL • F Noi pensiamo che in tutti questi bolli si faccia menzione del servo fabbricatore, ammaestrati da leggende triestine. Nel 1732 scavandosi fuor porta Donota nel predio che dissero poi dei Rossetti, dalle stalle che vi tenevano, nel sito che or dicono la Via degli Artisti, al Teatro Filodrammatico si rinvenne un tubo letterato di piombo ed altro frammento dello stesso, i quali poi passarono al sig. de Rcigersfeld amantissimo delle cose antiche. Sul tubo stava scritto: FELIX • PVBL • TERG • F sul frammento: ///PVBL • TERG/// A leggere questa inscrizione giova mirabilmente altra conservata dal P. Manarutta od Ireneo della Croce : Q • PVBLICIO • TERGESTE • L FELICI • SEPTVMIA • SP • F S E X TA • Q • PVBLIC1VS FELICIS • L • INGENVVS • V • F che da noi si interpreta : A Quinto Publicio Felice affrancato del comune di Trieste fecero in vita Settumia Sesta figlia di Spurio, Quinto Publicio Ingenuo affrancato di Felice. Appena potrebbe dubitarsi che l'affrancato Felice della leggenda funebre, sia lo stesso schiavo Felice del tubo; i comuni avevano schiavi in loro padronanze, e li affrancavano come facevano i privati, e nel passare a stato libertino non avendo nel patrono nome gentilizio da assumere, pigliavano quello di Fublicia gentilzzato da l'ublicus che indicava schiavo del comune. Noi pensiamo che la leggenda del tubo vada così: Felice pubtico (cioè schiavo) del comune di Trieste, fece. Altrettanto pensiamo sia di Aquileja, anzi soffrendo facilmente nome Aquileja la gentilizzazione, pensiamo che le famiglie AQVJLE1A, AQYILIENSIA sieno di servi pubblici affrancati. Così per noi la leggenda sul tubo laterizio vale Giovenale schiavo del comune d'Aquileja, fece; quella sul tubo del Museo imperiale di Vienna Demetrio Schiavo d' Aquileja, fece. La leggenda registrata dal Bertoli offre maggiori difficoltà; l'inspezione del tubo viennese mostra che il Bertoli nel registrarne la leggenda negligesse affatto i punti, che sono visibilissimi. Bolli raccolti in Trieste portano chiaramente. L. EP1DII • THEODORI con lettere in nesso, in altro pure in nesso EPIDIORVM • C ' M; sarebbe troppo arrischiato il supporre che stasse scritto: — Cajus EPiDius THEOdorus Fecit? — I punti darebbero certezza se non piuttosto le due ultime lettere indichino OFficina. La leggenda del Zandonati offre pur questa difficoltà. Pensiamo che il segno preposto alle lettere sia un marchio dell' officina. Noi diremmo che gli antichi abbiano per l'industrie mercantili conosciute ciò che oggigiorno si indica colla voce ditta, ragione-, sembrano ditte: FR • AVI- ■ ET • CRIS = G • PETRONII • APRI ■ ET EPIDIANI = VALERIAE • MAGN'AE • EPIDIANI = EP1DIORYM • C • M —, bolli che si trovanoi su mattoni in Istria indicanti la fabbrica. La leggenda potrebbe intendersi : IIEREDES • CLAYDIAE • ARRIAE Ma se questa interpretazione si volesse rifiutata (e noi non insistiamo, esponendola piuttosto come congettura) vi sostituiremmo 1' altra : HERCLAnius ARRIAE Nomi desunti da divinità si hanno in Aquileja Dler-curinlis, Mercurius, Mercussena, e da Ercole un Jler-ciUinmis, ed un Herclanìus ambedue della gente Claudia libertina, altri due Hiercoles, 1' uno padre 1' altro figlio di una Claudia Acale; altro Heraclìda della gente Settimia. Della gente Arria molte memorie si hanno e di un' ARRIA NICOPOLIS la quale nel cognome manifesta essere stata di condizione servile. Sul numero 73 apposto ad altro al tubo diremo : nescimus* 'ALCUNI PODESTÀ' VENETI DI ROVIGNO ED ALCUNE MEMORIE PATRIE CONTEMPORANEE (Continuazione.) 1754-55-56. Stefano Balbi q. Lucio (Suo ingresso li 17 ' Ottobre 1754). 1. Onde por freno alla licenza di questi pescatori, che in disubbidienza dei pubb.i divieti passavano a vendere in estero stato il pesce, elio doveva essere venduto alla Dominante (V. 1750-51-52 n. 1.) la Carica di Ca-podistria Piero Dolfin con Lett.a 26 febbraio 1755 trasmetteva il Proclama in proposito- del magistrato alla Giustizia Vecchia, per la sua pubblicazione ed esatta osservanza. 2. Con Decreto della citata Carica 1. Marzo 1755 veniva approvata la Parte di questo Consiglio comunale 9 febbraio antecedente, con la quale si spediva a spese del comune Cristoforo Spongia qual Nunzio alla Dominante, per agire nella tentata smembrazione del Civile di questa cancelleria pretoria. Mi manca la Parte per mancanza del Libro Consigli di quell' anno. 3. Il Senato con Ducale Francesco Loredan 22 marzo 1755, sentito il parere 2 marzo 1754 dei Consultori in jure sopra il Memoriale 22 marzo 1752 del Capitolo di Rovigno, aboliva la Confraternita dell' Agonia, instituita in questo Duomo fin dall'anno 1734 arbitrariamente con Decreto di assenso del Diocesano mons. Mazzoleni. a. Come pure rigettava l'assegnazione per le quattro Mansionerie da instituirsi nel Duomo sudd.o dai Canonici (V. 1750-51-52 N. 6), non avendosi potuto riconoscere i proposti fondi di dotazione liberi, propri e suf- ficienti; ordinando che in proposito non fossero portate ulteriori istanze. 4. Per ordine del Magistrato all'artiglierie 26 marzo 1755 la Carica di Capodistria Pietro Dolfin emanava il Proclama d' invito 14 succeduto aprile alla carica di Capo maggiore dei bombardieri e bombisti di Venezia, e della casa dell'Arsenale, vacata per la morte del soprainten-dente all' artiglieria Nicolò Garzotto Sora (di Rovigno). 5. La sudd.a Carica di Capodistria accompagnava con Lett.a 22 aprile 1755 la Terminaz e a stampa del Magistrato alle Biave 10 detto, approvata dal senato nel proposito dei Fondaci di questa provincia, affine di togliere le delusioni e defraudi, che di frequente succedevano per colpa degli amministratori. N. B. La suddetta Terminazione si trova nella raccolta Paruta a c. 137 lib. 3. Contro il 5. capitolo di detta Terminaz.e, che commette che P elezione dei Fondacchieri cadesse su persone del popolo e non del Consìglio, supponendoli composti di civili, questo Comune avanzò supplica al Principe li 13 agosto di quell'anno, affinchè in riflesso, che questo Consiglio componevasi di 300 e più uomini, la maggior parte esercenti meccaniche professioni; che i carichi di fondacchiere erano affidati ad alcuni dello stesso Consiglio bensì di mediocri fortune, ma onorati e fedeli, e che prestavano idonee pieggierie, per cui non accadevano nè delusioni nè defraudi nè intacchi; che il metodo di allora era quello corso da secoli ; che la vigilanza dei Presidenti e il loro zelo per la patria e per il popolo numeroso di 14 in 15 mila anime avea giovato sin allora a far anzi crescere il capitale da poche centinaia di lire nei suoi principii in 30 mila ducati, oltre le corrisponsioni in pubbliche occorrenze di grossissime somme alla Repubblica dai propri civanzi; e dimostrando eziandio, che questo fondaco era il più ben diretto e il più integro ne'suoi capitoli degli altri in Provincia — fosse dispensato dalla esecuzione del predetto 5. capitolo, Ed il Senato con Decreto 27 agosto sud.o, rimesso con Letta 1. sett.e dello stesso Magistrato alle Biave, scioglieva questo Gomune dall' obbligo contenuto nel citato 5. capitolo, perchè avesse luogo l'antico sistema nel proposito dell' elezioni di questi Fondacchieri. 6. La stessa Carica di Capodistria con Lett.a dello stesso giorno rimetteva, alcune stampe della Terminaz.e del Magistrato sopra le miniere in un a Mandati, Libri, e Licenze, il tutto stabilito sì per le maggiori regole, cautele, ed avvertenze, che per essenziali pubblici riguardi da praticarsi nell' asporto delle pietre, sassi, e scaglie, che si escavavano da ogni luogo della provincia, onde non si disperdesse, nè fuor dello stato furtivamente passasse requisito tanto necessario al bisogno dei sudditi, e specialmente agli usi della Dominante, nei sostegni dei pubblici Li'ii, per li suoi edifizi, e per le fabbriche private. Nota delle famiglie, e numero dei cittadini abili al consiglio, falla li 10 maggio 1755. Famiglia Basilisco N. 20 „ Bichiacchi „ 1 „ Brionese „ 4 Riporto N. Famiglia Burla Caenazzo Calucci Costantini Gioita Pesce Quarantotto Segala Sponza Vescovi Bello estinta 25 A 24 4 9 9 2 34 28 134 88 N. 361 8. Cariche, che da questo Consiglio dei cittadini venivano distribuite ai cittadini medesimi con salario ; come da nota IO maggio 1755. Del Comune. N. 3 Giudici. „ 1 Sindaco. „ 1 Cancelliere del Comune. „ 1 Avvocato del Comune. „ 1 Conservator delle Leggi. „ 2 Cattaveri. „ 1 Munizioner dell' armi. „ 1 Scasador dei Soldati. „ 2 Soprastanti, e alcuni anni, quando vi era entrata di olive abbondante, quattro: ,, 2 Provveditori alla Sanità. „ 1 Cancellier della Sanità. „ 1 Camerlengo del Comune. N. 17. Del Fondaco. N. 1 Presidente. „ 1 Ragionato. „ 1 Fondacchiere dei frumenti. „ 2 Fondacchieri delle farine. N. k2 9. Incsivamente a Ducali del Senato 8 febbraio e 17 aprile 1755, con le quali manifestavasi il pubblico aggradimento per l'impiantagione dei morari fatta praticare dalla suddetta Carica di Capodistria Pietro Dolfin in quel Campo Marzio, la stessa Carica con Lett.a 14 susseguente maggio ecciuva lo zelo del Balbi ad animare questa popolazione d'imitarne l'esempio, acciò si dilatasse la trattura e commercio della seta ad universal benefizio. a. Difalti alcune famiglie tenevano filugelli ; ma essendo scarsissimi i morari e poca quindi la foglia, oper altre cause, fra lo quali certo anche quella delia ristrettezza dei locali, non poterono a lungo sostenere questo ramo d industria. Or« però fra gli altri pochi, e da qualche anno il solo sig. Matteo Rismondo se ne occupa con qualche risultato, attesa la numerosa impiantagione di gelsi, che lodevolmente fece praticare nei suoi campi. 10. In seguito alla Supplica 27 agosto 1755 dei territori di Montona, S. Lorenzo, e Due-castelli per l'introduzione dei loro vini ed uve in Parenzo e Rovigno, tolta loro per alcuni professati privilegi di detti luoghi— rimessa con Ducale Francesco Loredan 19 settembre a. sud.o alla Carica di Capodistria Pasqual Cigogna per informazione, che dalla stessa fu data favorevole li 20 gennaio 1756 in riflesso, come nella Supplica, che non avevano altri più prossimi luoghi popolati dove smaltire questa loro unica derrata, che serve anche ora al sostentamento delle )loro famiglie, anche per la insorta in allora difficoltà di smerciarla nei contermini luoghi austriaci, stante l'esorbitante dazio d'importazione a quell'epoca attivato: ed in riflesso eziandio, che l'introduzione medesima in Parenzo e Rovigno veniva fin già poco allora eseguita per uso derogante le deliberazioni proibitive comunali in proposito il Senato, dopo d'aver rimesso il tutlo all'esame del Magistrato alla provvigion del danaro con decreto 3 giugno 1758, deliberò in consonanza della stessa informazione a favore dei terrilorii supplicanti. 11. Il Senato con Ducale Fran.co Loredan 27 novembre 1755 approvava, dietro informazioni di questo Podestà, e di quelle dei Consultori in jure, il suffragio della dottrina cristiana, tendente ad avere per i confratelli dietro un mensile esborso di danaro, benefizio in morte, e i suoi X regolativi capitoli, che alcune comode, discrete, e divote persone di Rovigno, dimessesi già da lungo tempo dalle navigazioni e dai traffichi, al solo oggetto di far impegnata la popolazione tutta a promuovere il decoro maggiore della religione col procurare di rendere istruita questa gioventù nei misteri della Fede, aveano con fervorosa pietà proposto di fondare in questo duomo — ordinando però in modificazione del 7. capitolo, che i chierici di detta confraternita non potessero mai aver voto, intervento, o ingerenza alcuna nel governo economico ed amministrativo della medesima —ed aggiungendo, che il parroco dovesse avere l'intiera direzione delle scuole ossiano classi, conoscenza dei maestri, vigilanza su la qualità degl'insegnamenti, ed uffizi che si facessero nelle scuole stesse tanto in chiesa, che in altro luogo a ciò destinato — e che nelle processioni, come ultima istituita, avesse questa società l'ultimo posto. (V. 1732-33 N. 1), soggetta d'altronde a tutte le leggi in materia di confraternite laiche. a. Questo suffragio tuttora sussiste, sebben colpito dalla generale legge francese; ma l'istruzione della dottrina cristiana è di dovere partici lare della corifraternila di S. Filippo Neri in unione al clero. (V. 1605). 12. Il Magistrato dei Conservatori delle leggi, dopo aver rilevato da informazioni di questo Podestà, che si conservavano le carte dei Notaj defunti nella cancelleria del Comune, legate, alfabetate ed inventariate, e che quelle del q.m notajo Bozzolai si trovavano sciolte ed informi; così con Lett.a 11 dicembre 1755 gli commetteva quelle fossero ridotte secondo le leggi, nonché facesse subito depositare tutte le carte dell'altro Notajo Antonio Costantini defunto, che si trovavano a mani_ di suo nipote Francesco Costantini. 13. Fu approvato l'accrescimento del salario ai presidenti del fondaco con I ett.a di Pasqual Cigogna capitanio di Capodistria 1. gennaio 1756. 14. La suddetta Carica con Lett.a 1. e 23 gennaio 1756, e Francesco Loredan con Ducale 10 detto raccomandavano a questo Podestà, dietro inchieste del Comandante di Trieste, -è per reciprocanza nell'investigazione dei rei, le più diligenti indagini per lo scuoprimento e fermo di Mattia Rucovina di Pago, uno dei delinquenti dell' assassinio e svaleggio della regia carrozza della posta colà avvenuto, e suppostosi rifugiato in queste parti. C'ContinuaJ \ - Navigazione sul Pò. La navigazione sul Pò va ora a riprendersi in corsi periodici e mediante barche a vapore. Questo provvedimento dei tempi moderni per la comunicazione fra la Lombardia e l'Adriatico, va a rinnovare le antiche condizioni durante le quali pel Pò si scendeva da Pavia, indi per canali a Ravenna da un lato ad Aitino, anzi ad A-quileja dall'altro; va a rinnovare le condizioni del primo medio tempo nel quale Pavia fu centro di commercii. Non toccheremo del commercio attivo fra Trieste e Lombardia durante l'impero di Maria Teresa e Giuseppe II si faceva per la Mesola; registreremo in vece le inscrizioni che stanno sulla porta di Milano in Pavia collocate nel 1818, favoriteci dal Sig. Bibliotecario di Pavia Gu.M. Beutedi. i i Sotto la statua allegorica del Pò : PADVS • FLYRIORVM • INSVBRIAE RECEPTATOR IN • MARE • AD RI AC VM • INFLYENS E • TERGESTINO • EMPORIO DITIONIS • AVSTR1ACAE • PROYENTYS AD • LONGOBARDIAM • BENEFICE • REYEHIT Sotto la statua allegorica del Ticino: TICINYM EVRIPO • ET • LIBERA • NAVIGATONE CLEMENTIA • OPTIMI PRINCIPIS LOCVPLETATVM COMMERCI • AVGMENTO • CIVIVMQ • SOLERTJAE MIRIFICE • INSERYIT A sinistra poi di chi esce per quella porta: IMP • ET • REX • FRANCISCVS ■ P • F • AVG FOSSAM • NAVIGAB1LEM • RETRO • INCHOATAM MOLITIONIBVS • REGIA • MAGNIFICENTIA • PROMOTIS HANC • VRBEM • VSQVE OLIM • DOMINATVS • MOX • STYDIORVM • SEDEM PROYIDENTISSIMVS • PRINCEPS • PERDVXIT A dritta: RAINER10 • ARCHID • AYSTRIAE • VICE • SACRA LONGOBARDIAM • VENETIAMQ • FORTVNANTE CIVITAS • TICINENSIYM PORTA • IN AMPLIOREM • FORMAM • EXTRVCTA CAES • INDVLGENTIAE • MONVMENTYM CONSTITVIT • AN • MDCCCXIIX Riempitura. Nella villa Cumano in Cormons lessimo posto nel muro il seguente brano d'inscrizione latina: /I IMPANTO AVG II // MSICVM //TER • FVSC ed altra greca: CEAIHNQ //T- MA A A- rElNOMA CEIAONIOT- TO ACENACIAI ■ THP CSÌMA • XAAEINO ambedue come sembra venute d'Aquilej a. Di altra inscrizione greca seppimo dei dintorni di Aquileja nella quale si vorrebbe fatta menzione di Duino, ma non è così: OC nACH CO'DIH TE ArAAEIH EKEKACTO HPSIC AOTEINOC ATAKAITOC ENOAAE KITE KSÌMHC AIEN KATKQNITtìN ET4EM0N0C rAAATlHC QVI OMNI SAPIENTIA ET SPLENDORE EXCELLVIT STRENVVS DVINVS AGACLITVS QCELEftERM VIVS) HIC JACET, E PAGO PERPETVE CAVCONIORVM FELICIS GALATIAE Nel predio deRitter in Monastero vedemmo recentemente roco di colonna posta capovolta a capo di campo sulla quale le parole a cattivi caratteri: ATTE • PArA THEYDAT • THEY • F D • D • L • M la quale accennerebbe a dono fatto da Deodato figlio dì Deodato ad Atti pagano.