ANNO XI Capodistria, 16 Gennaio 1877 LA PROVINCIA DELL' ISTRIA Esce il 1" ed il 16 d'ogni mese. ASSOCIAZIONE per un anno fior. 3; semestre e qua-tr imestre in proporzione. — Gli abbonamenti si ricevono presso la Redazione. AVVISO AGLI ASSOCIATI Preghiamo i signori associati a spedire direttamente d'ora in avanti il prezzo d'abbonamento a questa amministrazione con vaglia postale, e li avvertiamo che la dichiarazione di ricevimento sarà pubblicata di volta in volta nel testo della Provincia. Ed in seguito a questa nostra determinazione sentiamo il dovere di rendere le più vive grazie che per noi si possano a quei signori, nostri buoni amici, che fin ora si sono zelantemente e gratuitamente incaricati nelle varie città ad incassare i canoni degli abbonati alla Provincia, sollevandoli così dal penoso incarico. La Redazione NUOVA SERIE di Effemeridi Giustinopolitane {Coni. V. n. 1) Gennajo 16 1422 (M. V.) Ducale che officia il pod. e cap. a distribuire proporzionatamente le lire 1009 dell' annua imposta, spettante ai villici del distretto, in ispecialità alle ville del suo circondario extenuate et inhabitate propter guerras, - 1, - 40*. 17 1474 (M. V.) Ducale che impone al comune di armare la galera, non ostante le sue strettezze, per muovere contro il turco. - 1, -207". 18 1271 II vescovo Azzone, eletto arbitro, appiana certe differenze ira i comuni di Buie e d'U-mago. - 5, — IV, - 341. 19 1599 II capitano Pietro Kino fuga gli Uscocchi nell'assalto di Albona. - 5, - III, - 193. 20 1430 (M. V.) Ducale che autorizza la nostra carica di trattare in appello le cause a quei di Buie. - 1, - 9". Articoli comunicati d'interesse generale si stampano gratuitamente. — Lettere e denaro franco alla Redazione. — Un numero separato soldi 15. — Pagamenti anticipati. 21 1461 (M. V.) Ducale che avvisa il pod. e cap., Lorenzo Onorati, di attendere, perchè le barche armate sorveglino i triestini a fine non invadano lo stato veneto. - 1, - 178 . 22 1286. Gli arbitri deliberano, che Venezia restituisca al patriarca aquileiese la città nostra e la metà degli incassi fatti prò rata temporis. -6, - III, - 190. 23 1419 (M. W.) Ducale che autorizza i nostri a pe- scare, come per lo addietro, in tutte le acque istriane. -1,-33. 24 1618 Gian Francesco fu Rinaldo Gavardo eletto a capitano degli schiavi in luogo del defunto Giacomo del fu Antonio Bruti. - 4 - 35. 25 1475 (M. V.) Ducale che ordina al pod. e cap., Luigi Barozzi, di non sequestrare le rendite del vescovato triestino cui sono tenuti i suoi diocesani soggetti alla repubblica di Venezia. - 1, - 210*. 26 1436 (M. V.) Ducale che permette anche ai fo- restieri di poter levare il dazio-vino, ecc. del nostro comune, purché presentino un pieggio. - 1, - 79b. 27 1428 (M. V.) Ducale che ordiua al pod. e cap., Marco Memo, di adoprarsi, che il civico consiglio elegga a podestà di Due-Castelli persona di buona fama e di sufficiente levatura. 1, - 68. 28 1347 II patriarca Bertrando investe Giovanni, Ugolino e Sclavolino del fu Vecellino Sabini del feudo della decima di Valmorosa, goduta già in addietro dalla loro famiglia. - 2. 29 1478 (M. V.) Ducale che ordina al pod. e cap., Pietro Orio, di accettare in suo camerlengo Leonardo de Priuli. - 1, - 220. 30 1485 (M. V.) Ducale che annulla tutti i privilegi personali, dannosi ai civici dazii ed agli introiti, ove non fossero stati concessi dal consiglio maggiore o minore di Venezia. - 1, -245. 31 1574 Gli ebrei, Cervo di Mestre e Mandolino di Oderzo, facoltizzati a stabilirsi nella nostra città e ad erigersi proprio cimitero entro il pomerio, e sinagoga in casa. - 7, - I, - 100. ——~ VERBALE del primo congresso generale della Società alpina dell' Istria, tenutosi a Pisiiio li 25 novembre 187C Presenti: 17 soci In seguito ad invito del Comitato promotore d. d. 10 ottobre p. p. N° 10 la società si raduua nella sala delle sedute del nuovo palazzo comunale, all' uopo gentilmente concessa. .. ,, , In assenza del Sig. presidente del comitato promotore, Cristoforo Dr. de Belli, presiede all'adunanza 11 Sig. Antonio Dr. Scampicchio di Albona, membro del comitato stesso; — funge da segretario il Sig. Giuseppe Bradicich da Pedena. Aperta la seduta alle ore ll]/2 ant:, il Sig. presidente pronuncia un discorso di circostanza, in cui anzitutto accenna ad un dispaccio ricevuto dal Sig. Cristoforo Dr. de Belli da Capodistria, il quale, dichiarandosi impedito di assistere al congresso, manda alla società un affettuoso saluto. Chiamandosi onorato di presiedere al congresso in sì solenne circostanza, nell' occasione in cui s'inaugura nella gentil Pisino la costituzione del primo club alpino istriano, constata con vera soddisfazione come sì felice idea, sorta anni addietro in alenili giovani istriani, sia ormai un fatto compiuto, che le adesioni sono tante da garantirne non solo l'esistenza, ma anche la futura prosperità e che quindi non resta altro se non se seguire uniti, concordi, volonterosi la via-aperta. Fa emergere che le speranze della società devono essere tutte riposte nei giovani, avvegnacchè alle escursioni alpine non possano prender parte che gfo-' vani forti e robusti; che sebbene l'Istria non avesse monti elevati, i suoi colli pieni di ricchezze offrono largo,campo allo studio. E qui accenna alle espressioni del Taramelli, il quale nella sua descrizione geo-gnostica ed orografica dell'Istria, tuttodì inedita, fa notare che alcuni territori, tra cui Pisino, Pinguente ed Albona, sono così ricchi nella parte geologica da sostenere il confronto con tutte lo altre regioni d'Europa poste a pari condizioni geologiche, ad eccezione della Francia. Fa infine appello alla gioventù, perchè con tutte le sue forze favorisca un'istituzione così utile allo sviluppo fisico e morale e tanto diffusa nel Trentino, nel Piemonte e nella Lombardia, nella certezza che questa preparerà giovani forti ed intelligenti alla patria. Su di che, nel rassegnare a nome del comitato fondatore il mandato ricevuto a Montona, il Sig. presidente ringrazia pella fiducia dimostratagli ed invita l'assemblea a discutere lo statuto sociale. Avverte che darà lettura di 2 o 3 articoli alla volta e che non venendo sollevata qualche eccezione, li riterrà per approvati. Letti gli articoli I. e II. essi vengono approvati senza discussione. All'articolo III. chiede la parola l'onor. Romano Lion per proporre la seguente emenda: "La domanda per far parte della società dovrà essere appoggiata da due soci e presentata in iscritto alla direzione ecc. „ L'on. D.r Stradi gli osserva che sull'ammissione delibererà già la direzione e che quindi la domanda dovrà essere appoggiata da più di due soci. Non può appoggiare la proposta volendo riservata alla direzione ampia libertà d'azione su questo riguardo; il volere appoggiata la domanda d'ammissione da due altri soci non sarebbe altro che dimostrare poca fiducia verso la direzione. Non venendo appoggiata da nessuna parte l'emenda proposta dall' on. Lion, essa cade ed è accettato l'articolo come sta nel progetto. Approvato senza discussione l'articolo IV., il sig. presidende annunzia l'arrivo di due telegrammi, tino della società di ginnastica triestina, l'altro del Mnnicipìo di Capodistria. Questi sono del seguente tenore : 1. "Comitato promotore della società alpina dell' Istria.„ Pisino Direzione associazione triestina di ginnastica augura prospere sorti alla società alpina dell'Istria e le invia fraterno saluto. Presidente Antonio Vidacovich 2. "Presidenza società alpina istriana, Pisino Capodistria invia cordiale saluto fa voti perchè corrano prospere le sorti codesta società. Madonizza podestà L'on. D.r Fonda propone un atto di ringraziamento e questa proposta è accettata. Vengono perciò spediti i seguenti telegrammi : 1. Antonio Vidacovich presidente asssciazione ginnastica Trieste. Società, alpina istriana accetta auguri assicurando unione fraterna. 2. Municipio Capodistra. Società afpina ringrazia felicitazioni ricevute. In questo frattempo un socio si allontana dalla sala. Continuandosi la discussione dello statuto, chiede la parola l'on. Bradicich. Propone che l'art. V. stabilisca l' obbligazione triennale dei soci e ritiene tanto più fondata questa sua proposta in quauto che molti soci, non compresi ancora dell' importanza ed utilità sociale, potrebbero forse nel primo anno chiedere la cancellazione dal ruolo dei soci, ciò che non' avverrebbe certamente dopo tre anni, durante i [quali ognuno potrebbe persuadersi dei vantaggi che offre la società. Vi si oppone l'on. M. Costantini facendo vedere come con un' obbligazione triennale non si farebbe altro che attirare elementi di discordia, costringendo i soci a rimanere tali contro lor voglia. Egli voterà perciò sempre per la proposta del comitato non ritenendo cosa ben fatta l'esercitar pressione sulla libera volontà di alcuno. Nessuno prendendo la parola e non venendo qnindi appoggiata la proposta Bradicich, essa cade ed è accettato l'articolo come sta nel progetto. L'art: VI, viene approvato senza discussione. All'art: VII chiede la parola l'on. Costantini. Egli vorrebbe che fra le parole voto deliberativo e quelle "di usare degli oggetti ecc., sia inserita l'aggiunta di nominare soci onorari. Gli risponde il sig. presidente che ciò è già previsto dall' art : VI e che quindi la proposta aggiunta non sarebbe che un pleonasmo, da cui il comitato volle guardarsi per rendere lo statuto più semplice che sia possibile. Non venendo da nessuna parte appoggiata la proposta Costantini, cade anche questa e si accetta l'art: VII. come proposto dal comitato. Approvati senza discussione gli art. VIII. e IX., chiede al §. X. la parola 1' on : Costantini, per proporre che 1' elezione del presidente segua direttamente per parte dei soci, e vorrebbe perciò così concepito ì' articolo : La società raccolta in generale adunanza esamina i conti consuntivi ed approva il preventivo, nomina il presidente, il vicepresidente e la direzione sociale e poi 1' ultimo periodo dello stesso articolo : Le deliberazioni sono valide, qualora il numero degl' intervenuti sia almeno di quindici. L'on: Bradicich, essendo già intenzionato di proporre una modificazione all'art: XVII e poi all'articolo transitorio, non dividendo l'opinione dell'onorevole preopinante per ciò che riguarda l'elezione diretta del presidente e del vicepresidente, trova però di appoggiare la seconda emenda proposta dall' on : Costantini, cioè quella di fissare un certo qual numero d'intervenienti per la validità delle deliberazioni, e dichiara che voterà a favore di questa proposta. (Continua) Note sopra i Castellieri 0 Rovine preistoriche della penisola istriana del capitano R. F. BIRTOX, vicepresidente della Società Antropologica di Londra, e console di 8. M. Britannica in Trieste Prima versione acconsentita dall'autore di N. M.-6. istriana. (Coni. V. N. 1) "L'autunno seguente (1868) ritornato in Istria fui ancora più fortuuato. Ricuperai dalle mani di un contadino in Vermo, distretto di Pisino, una punta di freccia di selce simile a quelle del vicentino. È di perfettissima conservazione, ed ha la forma e le dimensioni precise di quella che il chiarissimo Lioy dà disegnata nel testo della sua Escursione sotterra e che fu riprodotta in altre pubblicazioni. "Da cosa vien cosa. Riseppi allora che nello stesso agro di Vermo furono dissotterrati molti anni addietro altri ed altri oggetti di cotto, di rame, di bronzo, 1 quali finirono non si sa dove. Ultimo avanzo di questi ebbi per gentilezza un cavalluccio di rame, rimarchevole anch'esso per il collo lungo oltre il naturale delle specie viventi. "La punta di freccia 1) ritrovata in terreno recente dev' esser venuta giù colle acque dai poggi circostanti, poggi ch'io ho visitato, ma che non potei ricercare ancora in tutte le loro parti così da riescire a risultati sicuri. Intanto il fatto della freccia mi animò a spingere innanzi, le mie ricerche. "Il suolo dell' Istria è perforato non solo da grande numero di profonde voragini, ma anche da antri e caverne praticabili ed abitabili : — Pensai che importerebbe visitare e frugare ad una ad una almeno quest' ultime che in esse forse potrebbero nascondersi traccio e avanzi di epoche ancora più remote e veramente selvaggie. "Fecimo coli'amico Scampicchio delle ricerche, impegnammo altri amici ad estenderle e moltiplicarle, ma ancora non ci arrise il desiderato segnale. Non disperiamo. Gli uomini dell' età della pietra, dei quali si hanno, come vede, indizi! non dubbi nell'Istria, non saranno già cascati qui dal cervello di Giove belli ed armati. Insistendo ci si arriverà, ci si deve arrivare. "L' ultimo autunno (1869), potemmo fare qualche escursione sull'isola di Cherso. Nelle vicinanze di Vrana, donde avevo avuti i primi saggi di breccia ossifera, ne trovammo altri ed altri ricchi sopra tutto di denti. Poi n' ebbimo di più rari tratti dalle parti dei Lussini. In uno di questi v'è un notevole miscuglio di grossi denti d'animale e di denti minori ch'io non oso dire d'uomo. È un esemplare che vuol essere giudicato da chi ha famigliarità colla anatomia comparata. — Finalmente, accompagnato da egregie persone pratiche dei luoghi, sono sceso nelle caverne di Ghertnosal, non luugi dal canale di Ossero, già descritte dall' illustre Naturalista Alberto Fortis nel suo Saggio di Osservazione sopra V isola di Cherso ed Ossero, Venezia, 1771. "Molti accusarono il Fortis di esagerato, poetico, visionario. Facile il dirlo, ma io colla scorta del suo libro ho colto la natura per così dire in flagranti, nell'atto cioè che forma e consolida la pasta ossifera chiusa fra strati di pietra. La descrizione eh' ei fa di dette caverne è così esatta eh' io e i miei compagni possiamo dire di aver posto il piede e la mano dove egli le pose. Ma i cent' anni corsi dalla sua esplorazione sono un giorno nella vita della natura. Tolta forse in qualche tratto l'ultima superficialissima crosta, ogni cosa nelle caverne è oggi appunto Com'era ai tempi del Fortis. La scienza invece ha percorso un immenso stadio, ma oggi, se fosse vivo il Fortis certo sarebbe coi primi. "A Cherso ci dissero che nelle famiglie dei contadini si tengono come infallibile guarentia contro il fulmine certi pezzi di pietra nera che dalla descrizione dovrebbero essere altrettante armi o stromenti dell'età della pietra. Osservarono altri che lo stesso avviene in altre parti dell'Istria e specialmente sul Carso. Non è facile accertarsene perchè la cieca superstizione impera, dicesi, al possessore di farne mistero. Pur cerca e ricerca saltò fuori, precisamente in Cherso, una accetta di pietra nera poco dissimile da quella ritrovata molti anni addietro sui monti di Albona. "Per ultimo nello escavo di un canale a Pola sono stati estratti con altre ossa dei grossi denti ai quali pure giova prestare attenzione. "La punta di freccia, le due ascie, uno dei denti trovati a Pola, avuto dal sig. G. Seraschiu e alcuni esemplari di breccia ossifera con varietà di denti, tengo al momento presso di me per istudii e confronti: tutto il resto che ho accennato di sopra esiste in Albona. "Queste cose furono in parte narrate dalla Provincia che si stampa a Capodistria, e ne fu toccato di volo anche in qualche articolo del Dizionario Corografico dell'Italia che stampa il Vallardi, sotto la direzione del prof. Amati in Milano. "Prima che ad altri io desideravo di comunicar tutto ciò di persona al chiarissimo prof. Lioy, ma nel-l'occasione cui sembra voler alludere il sig. D. M. ebbi la sfortuna di non ritrovarlo a Vicenza e quindi confronti tra le cose Istriane e le Vicentine ho dovuto instituirli al Museo senza il dotto concorso di lui. "Non ne ho dato poi comunicazione formale a Corpi scientifici, perchè voleva prima portare a compimento una serie ordinata di osservazioni e confronti, indispensabili a dedur conseguenze veramente concludenti e accettabili dalla scienza. "Ma giacché ella, esimio signor ingegnere, e il sig. D. M. colla loro gentile pressione mi hanno fatto rompere un riserbo che mi parea doveroso ; oggi deposto ogni riguardo mio personale, dirò intiero il mio pensamento. "Penso che la punta di freccia avuta a Vermo di Pisino, e le due ascie di Albona e di Cherso appartengano alla terza età della pietra; — penso che i cocci e gli altri oggetti in pietra reperiti e reperibili sulle cime di alcune montagne dell'Istria, possano corrispondere all' epoca delle abitazioni lacustri o siano posteriori di poco ; — penso che le abitazioni lacustri o palafitte non siano mancate in Istria, paese che e per le sue posizioni al mare, e per le conformazioni di alcune interne vallate, vi si doveva prestare benissimo, ma parmi che non siano da ricercarsi per ora alle sponde del Quieto, dell'Arsa o del suo Lago, dove l'enorme quantità di terra calata giù dai monti colle acque dovrebbe averle assai profondamente sepolte, sì piuttosto in altre valli all' interno e lungo la doppia marina ; — penso finalmente che le numerose caverne del suolo istriano visitate e frugate con diligenza debbano fruttar« importanti rivelazioni, se non alla scienza, certo alla storia del nostro paese. "Molto di questo non è oggi che ipotesi ma è ipotesi confortata da fatti. "Oltre le cose accennate più sopra, sta il fatto che anche il sig. Carlo De Franceschi, Segretario della Giunta provinciale, ha trovato sopra non so qual colle del Parentino un cucchiaio di argilla biancastra, a corto manico, rozzamente conformato, e come par, cotto al sole — e che il sig. Ingegnere Pietro D.r Madonizza di Capodistria tiene una ruota pure di cotto grossolano rinvenuta in una delle valli vicine. Non pretendo che cotesta ruota sia appunto un indizio di abitazioni lacustri in quella valle, — non corro si rapido, — pure essa non è arnese romano, nè balocco moderno. Ora in questi casi bisogna attaccarsi a ogni filo e prima di affermare o negare, bisogna cercare, indagando argutamente tenacemente le prove. Io oggi non affermo in modo assoluto bensì espongo e propongo, contento abbastanza di poter offrire qualche non ispregievole indizio ad una scienza positiva che in pochi anni ha dissepolto un mirabile complesso di fatti, la luce dei quali sperdendo tenebre addensate da secoli giova e gioverà sempre più alla ragionata indipendenza e quindi alla vera grandezza dello spirito umano. "Le presenti mie confessioni l'avranno di certo persuasa eh' io non sono un paleontologo, nè un paleo-etnologo : posso io sperare di più ? eh' esse la spingano a visitare la piccola ma interessante Istria ? Visitandola a parte a parte, Ella s'accorgerà di cose che da Trieste non vedonsi abbenchè Istria e Trieste sieno uno stesso paese. Desidero che possa farlo. — Ella troverà non solo in Albona, ma in ogni Terra dell'Istria persone premurosissime di accompagnarla nelle sue escursioni, e per agevolartene il non facile compito, e per apprendere da lei il modo più sicuro di fare e di proseguir le ricerche. A Pisino non tralasci di vedere il cosi detto Castellar dei Bertossi. Le sarà guida il signor Antonio Covaz, che intende egregiamente a studii geologici e segue con grande fiducia i progressi della scienza nuova 2). Questo è, onorevole signor Ingegnere, tutto il più ch'io possa oggi dirle delle cose mie e delle C09e dell'Istria relativamente alle età della pietra. Ne metta a parte, prego, il sig. D. M. e, se lo vuole, anche i lettori del Cittadino. Forse il vedere ch'io senza capitale di scienza, colla sola buona volontà e un poco di perseveranza, anche in mezzo a lunghe distrazioni ed interruzioni, sono pure riescito a risultati di qualche valore, forse, dico, invoglierà altri ed altri a proseguire, a ripetere, ad allargare le avviate ricerche e così ia mia ipotesi sarà o ampiamente confermata dai fatti, o ridotta entro più giusti confini. Se non ci avrò guadagnato io, che nou importa affatto, ci avrà guadagnato la scienza, la storia, il paese che importa moltissimo. 'Gli errori stessi Giovan sovente a dar più lume al vero. "Grato in fine alle cortesi, troppo cortesi, espressioni che ha voluto usare a mio riguardo senza ancora conoscermi di persoua e desiderosissimo di fare appunto la personale di lei conoscenza, chiudo oggi collo attestarle la mia ammirazione e coll'augurarle la letizia di qualche importante scoperta qui nel nostro bene amato paese. "Di Lei, Sig, Dottore e ingegnere „Obbligatissimo Tomaso Luciani Venezia, febbraio, 1870. L'esempio di questi uomini egregi giovò un cotal poco a Trieste ad abbattere ia esclusiva legge dei Dio Fiorino, la pura e semplice adorazione del Vitello d'oro. Fra la piccola comitiva v'era pure il fu dottor Carlo Buttazzoni, la cui immatura perdita nell'età d'anni 39 è tuttora deplorata. Nato a Trieste nel 1833, egli s'addottorò a Vienna, e ritornato in patria nel 1869 cominciò la pratica legale; ma preferì il campo dello studio istorico - archeologico alla carriera professionale, consacrando tutto se stesso ad illustrare il passato di Trieste, dell' Istria, e del Friuli. La estesa sua lettura, la sua perspicacia, ed uno spirito di fina critica gli guadagnarono il plauso degl' intelligenti, ed ha lasciato un fascio di manoscritti, i quali, spero, vedranno la luce sulle pagine dell' Archeografo triestino. 3). Un altro dotto triestino è pure l'avvocato Carlo Gregorutti, il quale sfortunatamente è in oggi impedito di proseguire gli interessanti suoi studii. Voi vi accorgerete che questo breve compendio tratta di un soggetto, che richiederebbe assai più tempo e spazio di quello mi potete accordare. Dirò solo a mo' di conclusione che Trieste può andar superba de' suoi figli ! (Continua) 1) Queste pagine sono accompagnate da an disegno. 2) Il signor Covaz di Pisino, deputato alla Dieta istriana, sta ancora studiando 1' epoca glaciale della sua provincia. 3) L'Archeografo triestino (edito per cura della Società del Gabinetto di Minerva. Nuova serie, volume terzo, fascicolo III e IV, novembre 1871, e gennaio 1873. Trieste tipografia di L. Hermanstorfer, 1872) dà una breve notizia necrologica del d.r Buttazzoni. Un medico insigne Voce non odo che mi conforti, Par o coi morti. Animo o scolta, giorno farà: All'erta, olà! La Scolta. C. Cornili Ma noi ben grandi e forti uomini e saggi Dormiam, poiché siam morti, in cava fossa Lunghissimo, infinito, eterno sono? Idilio di Mosco — trad. di Leopardi Ritorniamo alle Biografie, non certo per ridicole velleità gentilizie, ma per debito di onoranza alla memoria dei nostri illustri morti, e più ancora perchè l'amore verso di essi ci sembra mezzo efficacissimo a rendere l'unione feconda di utili conseguenze. Non sono i nostri morti che dal cupo ma eloquente silenzio della tomba mandano ai vivi il grido della Scolta: „ AH* erta olà : „Giorno farà? E questa volta abbiamo prescelto Santorio Santorio, perchè nome non ristretto ad un municipio, o ad una provincia, ma di fama europea, e gloria nazionale. Di questo insigne istriano molti hanno scritto, ma non quanto bastasse a ritrarne con verità la vita, l'intelletto e la dottrina, che a farlo adeguatamente abbisogna scrittore il quale a penna valente accompagni scienza medica profonda. Chi sa che questi pallidi cenni non sieno sprone o scintilla un giorno ad un proficuo lavoro che veramente onori la memoria del celebre istriano ? Molti hanno scritto del Santorio, e specialmente tra forestieri lo Sprengel, alemanno, nella Storia prammatica della Medicina, il Lorry, francese, nei Commenti e nelle Annotazioni alla Medicina statica del nostro istriano, il Quincy, inglese, nella traduzione della stessa opera; fra gli italiani poi scrissero del Santorio il Bernardi nel Saggio sopra il collegio medico di Venezia, il Tiraboschi nella Storia della letteratura italiana, il Corniani nelle Opere di letteratura italiana, il Papadopoli nell' Istoria gymnasii patavini, il Fac-ciolati nei lasti gymnasii patavini, il Cicogna nelle Iscrizioni veneziane, l'Arcadio nel sermone letto intorno al Santorio al Collegio medico di Venezia e eh' è intitolato De vita clarissimi viri Sanctorii San-ctorii — sermo habitus Venetiis in almo physicorum collegio, e che fu pubblicato nel 1750 a Venezia presso Giacomo Tommasini. Scrissero ancora di questo illustre, gl'istriani Agostino Carli, Petronio, Girolamo Gravisi, e in ispecie il canonico Pietro Stancovich nella Biografia degli uomini distinti dell'Istria, tomo II, pagine 235 — 258, — Trieste presso Giovanni Marenigh tipografo, 1829; e Carlo dottor Combi nella sua Porta orientale dell'anno 1857, Trieste, libreria Schubart editrice. Dal Cicogna, dal Tiraboschi, dal Gravisi, dal Combi, e più specialmente dallo Stancovich noi abbiamo attinto la parte storica di questi cenni. Santorio nacque a Capodistria nel 29 marzo 1561 da onesta e agiata famiglia. Fanciullo ancora fu condotto dal padre a Venezia ove conobbe ed ebbe a protettori i patrizii Morosini, e strinse amicizia con quell'Andrea Morosini che fu poi celebre storiografo della Repubblica. Questo è bene notare non perchè si debba ritenere argomento di lode o di merito lo stringere amicizia coi grandi, ma perchè parendo incresciosa a quei gloriosi repubblicani l'abiezione dei popoli, davano adito colla loro amicizia di aquistarsi onore e considerazione. Un esempio di ciò lo abbiamo negli altri illustri medici istriani contemporanei o quasi del Santorio; cioè in Girolamo Vergerio, capo-distriano, due volte professore a Pisa e poi chiamato dalla Serenissima a professare medicina teorica e pratica all' Università di Padova, in Cesare Zarotti, pure ca-podistriano, che venne stimato tra i migliori del suo tempo, in Giovanni Battista Goineo piranese di cui è ancor noto il Medici Euchiridion, in Nicolò Robba, in Giovanni Secondis muggesani, e in Marcantonio Val-dera, detto dallo stesso Santorio suo concittadino medico eccellentissimo. Ma cos' era Venezia al tempo di Santorio in fatto di scienza ? Intermedia fra l'Europa e il Levante e centro del commercio, ella potea raccogliere e trasmettere novità, e quindi aumentale le ricchezze scientifiche. Queste però non davano sempre forza al pensiero e credeasi aucora dal volgo alle stregherìe, dai dotti all'alchimia, all'astrologia. Per altro fin dal 1330 Venezia possedeva un orto botanico, poi ne istituì uno a Padova nel 1545, e nel 1565 cattedra de' semplici. In quella Università insegnavasi comunemente la circolazione del sangue, allorché ve la intese Harvey, chè la ridusse a verità scientifica. Vuoisi che fra Paolo Sarpi avvertisse la contrazione e dilatazione dell' uvea, e che il Santorio assegnasse più tardi l'introduzione dell' a-ria nel sangue (!). Il pontefice Paolo II, eh' era di casa Barbo, diede al Collegio medico di Venezia il diritto di conferire laurea; e v'insegnarono già tre Bragadin, due Foscarini, un Corner, un Giustiniani, un Trevisan, un Mocenigo. Trilustre appena, il Santorio si recò a Padova per istudiare filosofia da Jacopo Zabarella e medicina teorica da Bernardo Paterno, e a ventun anno fatto dottore si diede nella stessa città alla pratica medica con tanta dottrina da superare i professori più dotti. Nel 1587 passò alla corte di Polonia inviato, dietro richiesta di quel re, dal Vicario padovano Nicola Galerio, che lo raccomandò colle seguenti parole : Abbiamo tra noi un uomo distinto per scienza e probità, di patria giu-stinopolitano, di cognome Santorio. In Polonia si trattenne per parecchi anni, occupandosi non solo nella pratica medica, ma anche nelle osservazioui e negli sperimenti della scienza. Colà pure tanto si diffuse la fama del suo nome che fu chiamato in Ungheria, specialmente in occasione di pestilenza da cui tutta quella regione era stata invasa. Lo Stancovich dice in proposito di lui : È difficile concepire com' egli potesse estendere tante osservazioui utilissime alla medicina, tante riflessioni ed esperienze, mentre era sempre, giorno e notte, con tutti i tempi e in tutti i momenti, con cavalli sempre pronti per accorrere qua e là, ove V urgente bisogno lo chiamava per il pestilenziale malore che dovunque andava infierendo. Di quest'epoca è l'opera: Metodo per evitare tutti gli errori contenuti nella Medicina, scritta in latino (Methodus vitandorum errorum ominum qui in arte medica contingunt). Ella è in quindici libri, e si dimostra in essa quale e quanta sia la forza dell' abitudine che a lungo andare può mutar la costituzioue di tutto il corpo. Vi si confutano poi Plinio e Dioscoride sopra le proprietà mediche di varie piante ; si combattono gli empirici (cerretani) e si biasima tanto l'a-buso quanto la negligenza del salasso, — il tutto con grande acume e profonda dottrina. Quell'opera ebbe varie edizioni in Venezia nel 1602, nel 1603, nel 1630 e nel 1631. (Continua) G. NOTIZIE La Giunta provinciale nella seduta del 22 decembre p. p. riscontrando la ricercatoria della i. r. Luogotenenza, partecipa che col capitale appartenente al fondo delle confraterne ex venete, ascendente a fior. 637000 in obbligazioni di Stato di v. a. e f. 12700 di valuta d'argento non gravitano obblighi particolari, ripartendosi soltanto gli annui interessi alle varie confraterne soppresse in ragione delle rispettive quote di capitale; e che giovandosi di questo fondo per costituire la voluta garanzia di f. 50 000 per l'attivazione dell'Istituto di Credito foudiario provinciale, rimarrà egualmente disponibile l'annuo interesse per essere versato agli aventi diritto, mentre all'incolumità del capitale provvede poi, nel caso di eventuali perdite, la garanzia del fondo provinciale. Autorizzava la podesteria di Dignano a riscuotere in via provvisoria fino alla comunicazione della sanzione sovrana sulle ricercate addizionali prò 1877, l'addizionale del 50 p °/o SU1 dazio consumo erariale. Assegnava a favore del fondo stradale del distretto di Buje l'importo di f. 250 a titolo avversuale per la spesa di un tecnico stradale per 1' epoca dal 1° ottobre 1875 a tutto decembre 1876. — Assegnava l'importo liquidato di f. 4957.74 all' impresa, per la strada costruita dal Castello di Rozzo a quella stazione ferroviaria; f. 2228.28 per la strada alla stazione di Poccecai. Disponeva per il pagamento della VII rata f. 2177 ad estinzione graduale dell'anticipazione di f. 37000 avuta dallo Stato nel 1866; e la IV rata di f. 2500 pure ad estinzione graduale dell' altra anticipazione di f. 35000 dello Stato dell' anno 1868. Dal prospetto degli Introiti delle .ferrovie Austro-Ungariche pubblicato pel mese di Settembre 1876, togliamo che il ricavato della linea Divazza-Pola fu in quel mese di fior. 5026. AI BACHICULTORI La temperatura tiepida ed umida che corre attualmente deve animare tutti quelli che detengono semente di bacili a custodirla in locali asciutti, ventilati, e freddi. Conviene evitare, per quanto è possibile, le forti variazioni di temperatura, ricordando che il fred-' do, anche a 0 gradi, non nuoce alla semente, ma è fatale sé sorviene dopb che l'ambiente sia stato per molti giorni tiepido. — Se non si usano precauzioni sono a temersi schiudimenti precoci, con i danni conseguenti. La gaietta costerà quest'anno 6 lire e forse più: vale quindi la pena di farne molta. Ne abbiamo bisogno tutti. (Dal Giornale di Udine) Il Comitato ordinatore del Congresso bacologie internazionale, che avrà luogo nel 1878 durante l'È sposizione, si riunirà a Parigi il 20 mese corrente pe formulare il programma delle questioni da trattare nel la ventura tornata del Congresso. PIETRO TOSASI Il primo dell'anno, quando i suoi amici rivolge vano il pensiero all'amico carissimo, compiacendosi d un suo saluto e del saluto a lui inviato, in quella mattina stessa Pietro Tornasi venue improvvisamente rapite all'amore dei suoi cari. Pietro Tornasi era uomo noto a tutta la provincia perchè appartenne a quella scarsa, ma valorosa falange, che combatte nei municipii, in seno alla Dieta in ogni occasione, a difesa dei nostri diritti di nazionalità ! Fu deputato alla prima Dieta dell'Istria, uno di quelli che risposero nessuno all' invito di votazione pei i deputati al parlamento in Vienna. Poscia contristato da gravi sciagure domestiche, afflitto dal lento morbo che lo condusse alla tomba, non prese più quella parte nelle lotte della vita pubblica, eh' egli avrebbe volute nel suo animo generoso e la patria desiderato per le sue virtù. Di agiata e nobile famiglia, fu ottimo padre, ottimo cittadino, ottimo amico : Montona, sua patria, tutta la provincia, piangono la sua perdita. R. Ci furono comunicate da Montona e pubblichiamo le seguenti epigrafi collocate sulla porta della chiesa, ed ai lati della bara nei funerali di Pietro Tornasi: Per pregar pace eterna a Pietro Tornasi Cittadino integerrimo chiaro i cui avanzi tra universale compianto sono da Morte qui ahi!