ORGANO DELL’UNIONE SOCIALISTA OLI LAVORATORI Anno VII. — No. 349 Redazione e Amministrazione: CAPOOISTR1A Via Santolo 28 - tei. 128 MARTEDÌ’, 1. GIUGNO 1954 Prezzo 10 din — 20 lire ABBONAMENTI: TX.T. Zona Jugoslava e R.F.PJ.: annuo din. 420, semestrale din. 220, trimestrale din. 110 Spedizione in e. o. p. PER OHI SUONA Conclusioni al HI. Congresso della Lega dei Comunisti Croata la c4OT/MiiM?§yi|||ppj|rij iicessanieieite i rapporti socialisti nelle campagne La prospettila del nostro contadino é quella di divenire nn agricoltore Moderno PER LÄ SOLUZIONE DEL PROBLEMA TRIESTINO NON E' MUTATA la nostra volontà Dichiarazioni di Branko Drašković alla stampa Da Palermo Sceiba ha risuonato la famosa campana del Campidoglio che Pella aveva scampanato a distesa dopo aver concentrato le sue «balde» divisioni ai confini jugoslavi ed aver manovrato nei corridoi delle diplomazie occidentali la barchetta dell’otto ottobre, finita poi miseramente in secca sugli scogli della ferma volontà dei popoli jugoslavi e dei triestini che non bevono alle botti dell’irredentismo. Dopo aver finto di mantenere pei mesi quello che lui definiva «dignitoso riserbo» il primo ministro italiano di turno ha colto al volo l’aereo e l'occasione del 24 maggio per andare nella sua autonoma ed indipendentista Sicilia ad attaccarsi alle corde delle retorica sciovinista e al suono della campana di quei Fella che lo ha preceduto sia nel seggio del Viminale che nella cam-pagna per le pretese rivendicazioni italiane. Però, a differenza di Pella, fattuale primo ministro sembra essersi intimorito di quanto si è lasciato sfuggire di bocca ed ha sentito la necessità di «precisare» in 10 parole quello che aveva profuso in un fiume di retorica a Palermo. Quasi ciò non bastasse, ha poi fatto precisare dalla sua agenzia quello che aveva voluto dire sulle precisazioni di Palermo. Non si tratta di uno sciogli lingua e nemmeno di scherzo, ma solo del resoconto fotografico delle peripezie di Sceiba nei 4 giorni della sua prima avventura ufficiale attorno al problema triestino. In riscontro facciamo un riassunto cronologico. Lunedì discorso a Paiermo con scampanio a vuoto per la scoperta che la Jugoslavia di oggi sarebbe figlia dei 600.000 morti (che dai dati ufficiali italiani risultano poi 350 mila) che l'impena-lismo straccione del 1915 aveva mandato a morire perchè — in base al mercato del Patto di Londra -- Roma potesse mettere piede, grandi potenze aiutando, a Trieste, nell’lstria, nel Quarnero ed in Dalmazia. Lunedì, dicevamo, discorso palermitano con rispolveramento della mummificata Nota Tripartita del 20 marzo 1948, nonché della decisione dell’8 ottobre che Sceiba, come Pella, considera solo un contentino in quanto indica — bontà sua! «come soluzione di giust zia... la restituzione di tutto il1 T. L. T. all’Italia». Martedì: Sceiba, che aveva suonato la campana ben sapendo la musica che intonava — «precisa» e dice: «Ho ricordato i precedenti perchè se ne tenga conto nella soluzione». Con questa affrettata precisazione il primo ministro italiano supponeva di dissipare la pessima impressione che il suo discorso aveva provocato nell’opinione pubblica internazionale che lo aveva interpretato per quello che era, cioè un siluro contro un’eventuale discussione per la soluzione del1 problema triestino. Però quella «precisazione» fù, come si dice, «un facon pezo del buso.» Difatti quali precedenti aveva ricordato Sceiba perchè «servissero per la soluzione della questione triestina»? I 600.000 ecc. ecc. che «avevano contribuito a fare della piccola Serbia la Jugoslavia di oggi» (!!!!) il fatto che, secondo lui, la Jugoslavia dei Karageorgevió aveva (sotto la pressione delle grandi potenze, fra l’altro) «riconosciuto che i naturali confini d’Italia andavano ben più in là dell’attuale T. L. T.» ; poi ancora la tripartita, la bipartita ecc. ecc. Come si vede la «precisazione» doveva invogliare a creder che Roma desidera risolvere «con giustizia» il problema di Trieste.. . non pregiudicando oggi le sue pretese di domani. Come logico, la «precisazione» di Sceiba non ha convinto nessuno della buona volontà del lupo che si faceva agnello solo per chieder uno spuntino che gli stimolasse l’appetito. Ed allora al mercoledì altra precisazione, o meglio quella che fu detta «l’interpretazione ufficiale delle parole del primo ministro italiano.» Interpretazione ufficiale che voleva essere una sviolinata agli occidentali, con la promessa della ratifica della CED e con il giuramento che Roma sarebbe stata la prima della classe nell’organizzazione del Patto Atlantico ecc. ecc. Al rumore della campana era seguito il suono mellifluo del violino, ma II discorso di Palermo sembrava necessitasse di altre «precisazioni» e il governo italiano fece annunciare che Sceiba avrebbe parlato a Napoli il giovedì. Parlato, naturalmente di Trieste. Invece Sceiba a Napoli ci andò ma... non tuonò. Anzi se ne stette zitto per non tirare altri incauti sassi nella piccionaia della sua diplomazia di Palazzo Chigi. Riepiloghiamo: lunedì, campana a stormo, martedì, sordina, mercole-di, sviolinata, giovedì, silenzio e «dignitoso riserbo», come un qualsiasi moccioso che, dopo aver tirato il sasso, nasconda la mano pensando: «intanto ormai il vetro è rotto». Il vetro rotto, nel caso Sceiba, è il siluro contro un accordo per Trieste ed ij ricatto verso gli alleati, unito alle recriminazioni per chi cerca «nuovi strumenti per rafforzare la difesa delle nazioni alleate e rifugge da atteggiamenti incompatibili con lo sviluppo di tale difesa». Le frasi fra virgolette sono di Sceiba e di Sceiba anche le insinuazioni contro la Grecia, la Turchia e l’alleanza Balcanica. E qui — come si dice — casca l’asino ! Con o senza precisazioni postume, il pel-l'iano scampanio di Palermo voleva quindi essere il ricatto che suonasse campana a morto per la progettata trasformazione del Patto di Ankara in alleanza militare. La campana è stata suonata per soffocare col suo rumore ogni possibilità di soluzioni concordate per Trieste, in quanto il problema triestino, insoluto, rappresenta per Roma — meglio nelle intenzioni di Roma — l’asso nella manica (come ogni buon baro) per tentare di impedire la conclusione dell’allean^e balcanica. Siccome abbondiamo di dolorose esperienze sulla linea politica del l'espansionismo italiano comprendiamo gli affanni di Sceiba. L’alleanza balcanica ;— non diretta contro l’Italia ed anzi utilissima alla sicurezza del popolo italiano contro pericoli di aggressioni da est — farebbe svanire i sogni di interferenza dell’imperialismo italiano nei Balcani. Con una salda alleanza turco-greca-jugoslava, in avvenire nessun Cagni potrebbe sognare spedizioni nei Dardanelli, come nel 1911, nessun Mussolini bombarderebbe Corfù o sognerebbe di «spezzare le reni» ai popoli dei Balcani ... e in fondo, lanciando il siluro contro un accordo per Trieste, Sceiba ha mirato ai Balcani. Come nel 1915 dietro la bolsa retorica dell’italianità di Trieste, ci sono i sogni balcanici dei campanari del Campidogli. Però il suono della campana a Palermo è stato chiaro, senza bisogno di confuse «specificazioni» e dovrebbe far riflettere chi è oggetto delle sviolinate post-Palermo. Perchè non caschino nella pania, come nel marzo ’48 e nell’ottobre ’53. Campana e violino di oggi hanno gli stessi scopi dei mercati di ieri. I popoli dei Balcani lo sanno; non è male lo sappiano anche altri. «E lo ricordino per tenerne conto al momento della soluzione.» Come ha detto Sceiba, ma non come vorrebbe Sceiba. L. V. La profonda crisi che attanaglia la vita politica in Italia offre ogni tanto delle sorprese. Ha cominciato il leader della sinistra democristiana Gronchi dichiarando solennemente in un discorso: «Bisogna abbattere lo stato liberalistico borghese». Togliatti da parte sua ha proclamato apertamente nella stessa giornata: «Il mio partito ha un ruolo storico identico a quello svolto a suo tempo dai liberali». Qualche giorno dopo il social-democratico Saragat votava in parlamento in blocco con i monarchici. Il clericale dunque si è trasformato in socialista, il cominfor-mista si è proclamato liberale e il social-democratico è andato a braccetto con i monarchici. Ve n’è abbastanza per confondere le idee. Queste tre manifestazioni di «fregolismo» rientrano comunque nel quadro di quella confusione di idee politiche che è una delle risultanti della mancanza di quella radicale riforma delle strutture economiche e sociali del paese che fu l’istanza prima delle "forze popolari nella lotta antifascista. Senza dubbio delle tre dichiarazioni la più interessante è quella del presidente della Camera, Gronchi, sia perchè proviene da uno dei leader del maggiore partito politico della borghesia, sia perchè in essa non mancano elementi positivi. Gronchi con notevole dose di coraggio, noncurante degli strali del Sant’Uffizio, rendendosi perfettamente conto delle precarie posizioni politiche della democrazia cristiana dopo le elezioni del 7 giugno e temendo un ulteriore scivolamento a destra, concretamente un’alleanza del suo partito con monarchici e missini, ha cercato di agganciare il cosiddetto centro democratico ai socialisti di Nenni. In sostanza Gronchi ha annunciato il seguente programma sociale: nuovi rapporti dello stato verso le masse lavoratrici, infrangere il monopolismo capitalista, romperla con il liberalismo borghese ed attrarre le forze del lavoro alla direzione della cosa pubblica. La più energica reazione all’iniziativa di Gronchi è provenuta proprio da dove meno era attesa, e cioè dal social-democratico Saragat. Il ragionamento del leader social-democratico è stato il seguente: se qualcuno dei quattro partiti della coalizione governativa è chiamato a parlare di socialismo, tale partito non può essere che il mio. Per ora però, data la poltrona vice-presidenziale, è meglio che l’unione delle forze di sinistra sia accantonata. I nenniani da parte loro non sono rimasti completamente sordi alle sollecitazioni di Gronchi. Non hanno detto, è vero, nè si nè no, ma hanno dimostrato una certa preoccupazione di non presentarsi difronte ad un notevole strato della popolazione come ciechi assertori della politica di Mosca. Non che essi pensino ad una ri- Fra gli argomenti trattati al III. Congresso della L. d. C. della Croazia, tenutasi il 27 e 28 maggio scorso nella capiitale crcpata, quello centrale e maggiormente discusso è stato il problema dello sviluppo dei rapporti sociali nelle campagne, parallelamente allo sviluppo della produzione agricola. Nella relazione al Congresso, i.1 comp. Vladimir Bakarić, esponendo i termini della questione, ha rilevato la necessità di intraprendere ogni misura per elevare la produzione cerealicola, quale elemento fondamentale della produzione a-gricola in genere, e di trovare il modo 'coirne stimolare, più che nel passato, il contadino produttore. A tale riguardo egli ha detto : «In primo luogo le nostre comuni, i lavoratori e la collettività si impegnino in maniera immediata maggiormente nella produzione di questi articoli a ne seguano attentamente ii consumo. Neli’una e nell’altra direzione noi siamo abbastanza trascurati. Verso nessuna cosa le nostre comuni e le rimanenti collettività economiche barino tanta avversione quanta verso gli investimenti nell’agricoltura. Essi rifuggono semplicemente da questo e non prestano inoltre quasi alcun aiuto ai demani statali già esistenti, alle economie, alle cooperai ver, ecc. Fanno eccezione soltanto alcune cooperative e alcuni demani statali. Il motivo di tale incuria e avversione risiede, forse, in primo luogo nel fatto che per la fornitura di questi generi si preoccupano la federazione, la Jugoslavia e questa preoccupazione non è piccola. Noi importiamo contingenti di grano che, ad esempio, in que- nuncia al patto di unità d’azione con i cominformisti di Togliatti, ma si nota un certo tentativo di mitigare il linguaggio specialmente in rapporto alle questioni della CED e del ' patto atlantico. Sono proprio queste infatti le pregiudiziali sostanziali che Togliatti pone all’adesione dei nenniani ad un’azione comune con la sinistra democristiana. Del resto i compromessi di politica interna, anche a scapito degli interessi della classe operaia, trovano il leader co-minformista numero uno più conciliante che non quelli che possano implicare una deviazione dalle direttrici di politica estera dell’Unione Sovietica. Riuscirà l’azione di Gronchi a superare le difficoltà che ad essa appongono e il Vaticano e il partito cominformista? Le probabilità di nn successo almeno per il momento sono minime. Tuttavia anche se non porterà in un futuro immediato ad una auspicabilissima unione delle forze democratiche, l’azione del leader della sinistra democristiana sarà valsa ad indicare e la necessità di auesta unione e il pericolo di una nuova offensiva delle forze conservatrici del paese. «L’artificiere Branco Banovich e il minatore Mirko Ratrcich si trovavano da alcuni mesi alle dipendenze di una impresa edile, in trasferta in quel di Umago. Secondo la versione data alle autorità locali, cui essi si sono rivolti dopo barrivo sul suolo italiano, Branco Banovich avrebbe dovuto partecipare in questi giorni ai lavori di demolizione di una chiesa aderta al culto nel territorio di Umago. I due avrebbero rifiutato di aderire a tal genere di lavori, sicché l’impresa da cui dipendevano li avrebbe minacciati di farli rientrare a Fiume, dove le condizioni di vita sarebbero state peggiori di quelle che essi erano costretti a sopportare ad Umago». (Dal «Corriere della Sera» del 26. u. s.) Come accennato in altra parte del giornale, sulla stampa clerical fascista di Trieste e dello stivalone imperversa ora una furiosa campagna contro il nostro Paese, alle cui basi sta lo specioso pretesto della demolizione, per ragioni urbanistiche, di una piccola cappella ad Umago. Da ciò lo spunto per la magnifica trovata di fabbricare un giallo sensazionale sull’esodo dei menzionati due «giovani slavi che soffrivano il mal di mare» e che perciò si cimentarono nella «pericolosa avventura», da Salvore a Grado, accompagnati da un giovane agricoltore di nazionalità italiana. Rimane quindi asso- sto anno economico hanno superato due volte l’esportazione annua media della Jugoslavia d’anteguerra». E ancora: «Abbiamo visto che sono insufficienti gli attuali nostri mezzi per stimolare il produttore. L’odierna situazione si potrebbe forse definire cosi in terminologia «filosofica». Lo scarso rifornimento del mercato dei cereali non è conseguenza dell’arretratezza della nostra agricoltura, bensì della sua trasformazione in agricoltura più moderna e nelle difficoltà della trasformazione del contadino in agricoltore moderno. Alcuni esperti agricoli stranieri hanno riscontrato giustamente questo fatto. Di grano, al vecchio modo d’anteguerra, non ne avremo mai più a suf-ficenza. E sarebbe terribile se l’avessimo. Questo sarebbe il pieno crollo di tutti i nostri sforzi, un pretto ritorno al vecchio, alla miseria, a una situazione senza via d’uscita in genere. ì nostri «esperti» ed anche molti quadri si stupiscono a quest’asserzione sul progresso quale causa della penuria. Questo è perchè essi sono dominati da concezioni tecnocratiche e simili del progresso, ed hanno dimenticato i principi fondamentali marxisti sulla rapidità dello sviluppo delle forze produttive per via «americana» e «prussiana» (Lenin) nello sviluppo della economia cittadina. Non vi è alcun dubbio, infatti, che nella campagna si sviluppa ulteriormente o il mercato delle merci, mercato del piccolo produttore di merce e che in questa situazione la via «americana» è la più indolore, è la più rapida » la nostra prassi l’ha confermata. Nel suo assieme e parallelamente alla nostra giusta politica, ciò deve dare un maggior aumenta delie foiize di produzione di quanto lo darebbe il metodo della «collettivizzazione del villaggio. «Ma per poter trovare la via giusta bisogna innanzi tutto comprendere questo dinamismo, quindi esaminarlo praticamente e addentrarsi coraggiosamente nel suo ulteriore sviluppo. Si comprende che if metodo di questo sviluppo «liberato» completamente, condurrebbe ad una rinascita del capitalismo o di tendenze capitaliste nel villaggio. Perciò un tale sviluppo pienamente «libero» è impossibile. La funzione di quel grosso capitalista agrìcolo nella produzione deve essere assunta dal nostro settore socialista. In ogni caso, in base alle altre condizioni del nostro contadino, que-, sti non può divenire tale. La sua prospettiva è quella di essere sulla propria terra un agricoltore più moderno che si appoggerà sulla propria mano d’opera, sulla mano ■d’onera della sua famiglia e sui moderni mezzi tecnici. Una tale prospettiva deve essere sviluppata e bisogna aiutarlo affinchè riesca nella sua realizzazione. «Si comprende che ciò richiede abbastanza studio. In primo luogo esige un concreto esame dei problemi di stimolo e delio scambio di merci con tale specie di produttori. Noi dobbiamo aiutare la creazione dei fondi merce che abbiano interesse per questi consumatori ed aiutare l’orientamento della struttura delle l'oro uscite verso le u-scite della produzione in senso vasto e ristretto. La merce ad un 11- dato, attraverso l’organo più quotato della grande industria italiana, che per la demolazione di una modesta cappella ad Umago dovevano essere trasferiti da Fiume ad Umago addirittura un artificiere ed un minatore, i quali, ribellandosi all’atto sacrilego, sono riparati nella «Patria dei santi ed eroi» dove potranno assurgere agli onori degli altari. Un modo migliore per dar prova della propria puerilità ed idiozia, sia del precitato giornale come degli altri che gli fanno coro, non poteva essere escogitato. Commendevole, infine, il fatto che, in questo caso, lo stesso giornale e gli altri parlino di «chiese aperte al culto» qui da noi, dopo aver per anni e anni imbonito le teste dei loro lettori coi preti in «tuta», le chiese ridotte a stalle e sale da ballo. ESEMPLARI ! «Il congresso del «Sudtiroler Volkspartei», il partito clericale austriacante deH’Alto Adige, si è svolto in una atmosfera di acceso sciovinismo, un vero clima di «guerra santa» contro tutto ciò che c’è di italiano nell’Alto Adige. «E che le votazioni abbiano avuto questo carattere lo conferma un altro nome: quello del dottor Benedikter, eletto vice presidente. Il Benedikter vello superiore di consumo, la merce necessaria per il miglioramento della produzione, la merce per un livello culturale più alto, quindi facilitazioni nelle imposte ed altre, negli investimenti, nell’economia da una parte e le pressioni finanziarie e altre là dove questo potere economico di tali economie viene impiegato per il rafforzamento dello sfruttamento capitalista, per la truffa della società e simili». Tale argomento è stato chiarito anche nella discussione del comp. Komar Slavko che ha detto fra l’altro: «Nei limiti che sono oggi posti e che sono molto ampi, incrementi il contadino la propria economia nei senso di intensificare e ricevere maggiori raccolti. Qui sono grandiose le riserve interne. Abbia il contadino più bestiame e tragga un maggiore reddito da esso. Si servà di metodi moderni d’economia e trevi in generale possi-(itutà massime per l’occupazione, dei propri congiunti. Si rifornisca delle macchine e degli attrezzi più moderni, se lavora con essi senza manodopera salariata. Il lavoro suppletivo organizzato dal nostro cooperativismo va pure ricevuto come un prezioso sforzo nella produzione dell’aumento dei fondi merce per il mercato interno ed in particolare per il mercato estero. In tutto questo noi vediamo oggi la via per l’incremento della nostra agricoltura e per la soluzione di molte nostre questioni nella campagna. La quinta settimana ginevrina ha portato il primo risultato ufficialmente positivo nella questione indocinese. L’azione mediatrice del ministro degli esteri britannico sembra aver sbloccato dal punto morto le discussioni dei diplomatici dando il via alle conversazioni dei militari per la stesura di un progetto di armistizio che consenta la sospensione delle ostilità. Tutto lascia credere che il compromesso abbia già tracciato ai militari le grandi linee da seguire per la pratica attuazione della tregua e se ne può dedurre che i diplomatici abbiano deciso di concludere un armistizio anche se non hanno ancora affrontato le soluzioni politiche del problema indocinese, seguendo forse cosi le linee generali della situazione che sembra far evolvere i rapporti fra i due blocchi contrapposti dalla guerra fredda alla pace armata fino ai denti. Ora che il compromesso si è affacciato, resta da chiedersi — in base alle indicazioni che offre — se esso rappresenterà, anche in campo diplomatico, una semplice tregua d’armi o se potrà portare alla pacifica soluzione del problema indocinese nell’interesse generale ed in quello dei popoli interessati. Da parte del blocco orientale — attraverso le prese di posizione di Ciu En Laj e di Molotov e i piani da quest’ultimo attribuiti alla delegazione del Viet .Minh —- si sosteneva, quasi come questione di principio, è un ex disertore dell’esercito italiano e come tale fu condannato». (Da «L’Unità» del 24 u. s.) Dopo la prima guerra mondiale il più grave addebito che i partiti nazionalisti italiani facevano ai partiti di sinistra era quello di non dimostrarsi italiani, curando e prì occupandosi di ogni altro interesse che non fosse italiano. Poggiando e valendosi sopratutto di questo slogan, il fascismo, autodefinitosi «quintessenza e potenziatore dell’italianità», arrivò alla «marcia su Roma» e alle redini della tirannia da esso esercitata sugli italiani per un quarto di secolo. Da quanto si vede, la lezione è servita poiché, come testimonia il precitato loro màssimo organo, oggi i social-cominformisli italiani sono passati all’avanguardia negli «spasimi d’amore per l’Italia» e nell’opera di «amalgama degli italiani sulle altre genti». Infatti bollare col marchio d’infamia l’altoatesino Benedikter, di pretta marca tedesca, perchè «disertore dell’esercito italiano» e per di più «condannato come tale» significa essere all’avanguardia nella «nobilissima lotta per l’italianità» dentro e fuori i «confini da Dio assegnati all’Italia». Ben fece perciò il nostro prossimo vicino Viđali a rinnegare «il vergognoso passato» ed a partire lancia in resta per lo Stato libero di Triestiì con il «poi si vedrà». Il rappresentante del Segretariato agli esteri della R. F. P. J., Branko Drašković, ha dichiarato venerdì scorso alla consueta conferenza stampa, che è errato inserire nella questione della alleanza tripartita fra Jugoslavia, Grecia e Turchia elementi che denotino fretta o tendenza di rinvio e che, finora, in tale lavoro niente è stato caratterizzato dalla fretta o dovuto rinviare. Con ciò Drašković ha risposto alla domanda di un giornalista straniero, se il Governo jugoslavo sarebbe pronto, d’accordo con i propri alleati, a rinviare la alleanza, nel caso si manifestassero sintomi che l’Italia accettasse in tal modo di entrare a far parte: «Nói non possiamo tenere in conto tendenze che contraddicono tale organizzazione e che sono perciò dannose alla causa della pace. Noi possiamo unicamente condannare tali tendenze», ha detto il rappresentante del Segretariato di stato, il quale ha ouindi rilevato che, cedendo a tali tendenze, si porta un danno alla stessa Italia. «Per ciò che riguarda Trieste —■ ha detto Drašković — la Iugoslavia desidera risolvere tale questione, tuttavia l’accettare «condizioni» porta soltanto alle lunghe». In merito al discorso pronunciato a Palermo, dal signor Sceiba, Branko Drašković ha espresso la spe-ìanza che la reale posizione del Governo italiano sarà tuttavia più comprensiva, non ostante le dichiarazioni ufficiali. Ciò specialmente in quanto il Governo jugoslavo esprime continuamente il desiderio di risolvere il problema triestino. Alla domanda in che modo egli che una semplice tregua d’armi in Indocina non avrebbe potuto risolvere nulla se non si fosse in precedenza raggiunta un base per una soluzione politica dell’intero problema. Ciò in quanto l’armistizio sarebbe stato aleatorio se non avesse avuto la sua ragione d’essere in un regolamento dell’intera questione che tenesse conto del fatto che da sette anni esiste in Indocina un movimento di liberazione che combatte per l’indipendenza del paese dai colonialisti. In vista della soluzione politica, Molotov aveva anche fatto ventilare l’idea di una linea di tregua che dividesse provvisoriamente il paese in due unità organiche, una sotto il controllo del VietMinh e l’altra sotto l’amministrazione degli stati associati della Francia. Le delegazioni occidentali, e quelle dei tre governi degli stati associati si sono sempre dichiarate invece per una immediata tregua d’armi, lasciando ad un secondo tempo l’esame dei nroblemi politici sui quali, fin qui, sono praticamente riuscite ad eludere la discussione per evitare ogni riconoscimento del movimento di Ho Chi Minh come unità, politicoamministrativa di una parte del paese. Alla luce del compromesso raggiunto sabato, le concessioni fatte dagli occidentali si riducono in pratica ad aver accettato che il problema della tregua d’armi venga discusso a Ginevra in sede di conferenza oltre che nelle trattative fra i comandi d Ile due parti belligeranti in Indocina. Più sostanziali appaiono invece le concessioni sovietiche, particolarmente se si tiene conto della improvvisa ed inaspettata richiesta di Molotov che le zone di raggruppamento delle opposte forze al momento dell’armistizio, non rappresentino una divisione provvisoria del paese fra il governo di Ho Chi Minh e i governi associati della Francia. Non è stata questa la prima volta, nel corso della conferenza, che il ministro sovietico ha avanzato proposte in contrasto con quelle presentate originariamente dalla delegazione del Viet Minh, ma quest’ultima — per il fatto di essere venuta al momento del compromesso diplomatico — ha destato particolare sorpresa fatto sorgere il sospetto che la mossa di Molotov faccia parte di un compromesso più vasto di quello annunciato ufficialmente. Forse è troppo presto per trarre delle conclusioni. Pensiamo però che la fretta improvvisa di Molotov nel-l’abbandonare le posizioni, fatte assumere inizialmente alla delegazione del Viet-Minh a Ginevra, autorizzi, assieme alle esperienzze passate, al sospetto che Mosca abbia in mente un’altro mercato a proprio esclusivo vantaggio. Se così non sarà, tanto meglio per il popolo indocinese. Se invece nei corridoi sarà già stato siglato il mercato, non resta che attendere per veder quale prezzo Molotov ha ricevuto in compenso del sacrificio delle aspirazioni dei popoli dell’Indocina. Come resterà da vedere se un mercato a danno dei popoli potrà essere utile, in ultima analisi, ai colonialisti, anche se dovessero avere il placet di Mosca. giudichi le voci provenienti da Roma secondo cui il discorso del signor Sceiba sarebbe stato male interpretato, il portavoce jugoslavo si è astenuto da ogni commento per evitare maggio tensione nei rapporti, dimostrando con ciò la sua buona volontà per la soluzione del problema triestino. Alla fine Branko Drašković ha letto un comunicato del Segretariato di stato agli esteri in merito alle tendenziose notizie del «Giornale di Trieste» circa un’ipotetica ■ liquidazione dell’apparato dell’Amministrazione militare della zona jugoslava dèi T. L. T. e un’ipotetico divieto degli esercizi del culto. Nel comunicato è detto che tutte queste notizie sono infondate. ULTIMA ORA IL COMP. TITO IN VIAGGIO Il Presideiste della R.P.F.J., Maresciallo Tito ha lasciato ieri mattina Spalato alla volta della Grecia. Lo accompagnano il Segretario di Stato agli esteri, Koća Popovič e il Segretario generale alla Presidenza della Repubblica, dr. Jože Vilfan. Prima della sua partenza il Maresciallo Tito ha fatto alcune dichiarazioni, rispondendo a vario domande del corrispondenite dell’Agenzia Telegrafica Ateniese: DOMANDA: La popolazione greca vede nella visita di vostra eccellenza ima conferma all’amicizia che unisce le due nazioni, i cui interessi e laspirazioni pacifiche mirano allo sviluppo di quest’amicizia e all’OTgainizzazione della difesa comune. Quali prospettive offre secondo Voi la stretta collaborazione economica e culturale tra i nostri due popoli vicini? RISPOSTA: Attendo con gioia di giungere in Grecia e di rendermi personalmente interprete dei sentimenti d’amicizia che i popoli della nuova Jugoslavia nutrono per il popolo greco, e di scambiare con i dirigenti ellenici i punti di vista sui problemi inerenti i nostri due paesi e che sono di interesse generale. Sebbene finora siano stati già conseguiti louevon risultati, specie nel campo della collaborazione politica e culturale, ritengo non siano con ciò esaurite tutte le pos-pibilità per rendere la nostra collaborazione ancor più efficace, sia nel campo economico e culturale che in quello politico. Sono persuaso che i dirigenti greci faranno come noi tutto il possibile affinchè nulla venga trascurato di ciò che potrà contribuire ad uno sviluppo della collaborazione in tutti i campi, come Io esigono gli interessi dei nostri popoli. DOMANDA: Che cosa intendete Vai per rafforzamento dei rapporti amichevoli greco^jugosliavi? RISPOSTA : Ritengo che tale rafforzamento dei rapporti d’amicizia greco-jugoslavi risieda proprio in quella collaborazione da me poc’anzi definita e nella stretta unione dei nostri sforzi difensivi per la salvaguardia dell’indipendenza, della sicurezza e delia pace nei Balcani. DOMANDA: Cosa intendete Voi per consolidamento dell’accordo tripartito? RISPOSTA: Ritengo che l’accordo tripartito balcanico verrà consolidato con la sua prossima trasformazione in alleanza e con la precisazione degii impegni che i membri si assumono. IL NUOVO C. C. DELLA LEGA DEI COMUNISTI CROATA Lutvo Ahmetović, Petar Alfire-vić, Ivan Amulić, dr. Vladimir Bakarić, Boris Bakrač, Milutin Baltić, Marko Belinić, Andrija Benusi, Anka Berus, Antun Riber, Jakov Blažević, Čedo Borčić, Zvonko Brkić, Ivan Buković, Petar Car, Josip Cazi, Marin Ceti-nić, Marijan Cvetković, đr. Dušan Čalič, Tode Čuruvija, Stjepan Debeljak, Perica Dozet, Dušan Dragosavac, Veljko Drakulić, Beška Fmtić, Drago Gizdić, Ivan Gošnjak, Bude Grahovac, Ivica Gretić, Josip Gržetić, Maca Grže-tić, Stjepan Ivić, Vlado Janjić, Grga Jankez, Edo Jardas, 'Ante Jurjevič, Djuro Kladarin, Slavko Komar, Ivan Krajačić, Soka Kra-jačić, Vicko Krstulović, Milka Kufrin, Božidar Maslarić, Ante Milkovič, Milan Mišković, Karlo Mrazović, Kata Pejnović, Mile Počuča, Stjepan Puklek, Ante Raos, Nikola Rački, Ante Roje, Dragutin Sajli, Djuro Salaj, Ivo Sarajčić, Nikola Sekulič, Vajo Skenđžić, Ivan Šibi, Milka Špiljak, Simo Todorovič e Miloš Žanko. LA COMMISSIONE DI REVISIONE Franjo Culjak, Branko Drezga, Ivo Družić, Čedo Grbić, Jure Ivezić, Greta Kàvaj, Josip Kolar, Antun Krajnović, Ivan Leko, Milan Majstorović, Ivo Mardešič, Marko Mrkoci, Ivo Senjanovič, Jovo Ugrćić e Slobodan Uzelac. aFBEGOUSMOa AL VEBTICEIH ITALIA Confusione di idee nei contrasti sociali MA6NIFICA LA TROVATA! Cosa nasconde la fretta di Molotov? NUOVO MERCATO a danno dell’ Indocina I SACERDOTI e l'opinione pubblica Si è svolta lunedì a Oapodiistria una conferenza stampa alla qual» hanno presenziato i parroci di Car podistria, Truške, Miaresego, Košta-bona, Bertoki, Krkavče, Grìsignana, Mondano, Salvore, Umago, Ditta, nova e i padri francescani Suihač e Pio di .Oapodiistria. E’ stato questo il primo incontro diretto tra i giornalisti e II clero defila nostra zona, svoltasi in un’atmosfera cordiale e che aveva per scopo di informare la nostra opinione pubblica sui problemi religiosi. Rispondendo a una serie di domande dei giornalisti, 1 sacerdoti hanno ancona una volta ribadito • che non esistono ostacoli di sorta allo esercizio del loro ministero. Se ostacoli vii sono staiti, questi provenivano dalle autorità eioclesistatl-che, e precisamente dal Vescovo Santin ohe perseguendo la sua ben nota politica nazionalistica, ha impartito ordini e divieti per cui nessuna novità doveva essere introdotta neH’esp'letamiento delle funzioni religiose, mettendo così nell’imbarazzo i sacerdoti — sopratutto dii alcune zone del Buie&e — i quali, dà contro, subivano 1® esigenze del fedeli affinchè nelle parrocchie dove, prima del fascismo, la lettura del Vangelo e le prediche venivano fatte nella 'Ungula materna, fosse ripristinato tale uso, Don Bassa, parroco di Salvare, ha dichiarato ch’egli ha ripristinato tale uso di propria Iniziativa, accogliendo le richieste di numerose delegazioni 'di fedeli che a llui si sono rivolte a tale scopo. Sintomatiche nello stesso senso sono state le -dichiarazioni di padre Rupert, giunto a Gapodistria con altri due francescani sloveni alla fine dello scorso anno, e ai quali il vescovo di Trieste aveva, in un primo momento, negato ogni facoltà e sdlo dopo interventi e resistenze ha autorizzato il decano di Oapodiistria, don Cosolo, a concedere la facoltà, temporanea, per le confessioni. Le richieste dei sacerdoti sloveni del distretto di Capodistrìa, fatte alto stesso presule, perchè concedesse la facoltà anche per le prediche in lingua slovena sono rimaste sino ad ora lettera morta. Nè i solleciti fatti a Roma dal provinciale dei francescani hanno ottenuto risposta. I sacerdoti hanno poi riconfermato che alcuni di loro sono stati puniti lo scorso anno dal vescovo Santin per aver partecipato alla riunione dell’Aissociazione sacerdotale iS. Cirillo e (Metotìlo. Hanno poi dichiarato che le affermazioni contenute nel libro di Lav Čermelj «Il Vescovo Santini» sono del tutto esatte. Alla domanda riguardante 1 problemi insoluti fra clero e autorità, i sacerdoti hanno risposto dii aver travato, salvo qualche caso locale, la massima comprensione da parto degli organi dello stato, comprensione che si è rivelata nella conces sione di aiuti finanziari alla maggioranza dei sacerdoti, nella ricostruzione dèlie chiese di Truške e Maresìgo distrutte durante gli e-venti bellici, aliutli e investimenti che nei due distretti assommano a circa 6 milioni di dinari. Anche sul. la questione delle imposte il potere è venuto incontro ai sacerdoti nel casi dove le stesse: si presentavano alte, riducendole a limiti monto ra gionevoll. Alla conferenza stampa è stata discussa anche la subdola campagna condotta dalla 'stampa irredentista italiana riguardo la chiesetta dell’Assunta di Umago, dovuta demolire per la realizzazione del piano regolatore urbanistico di Umago. Dan Lugnani, parroco di Umago, hr dichiarato di aver ricevuto una let-ter-a da parte delle autorità in cu: sì offriva, in compenso della chiesetta demolita, la ricostruzione di una -nuova, oppure il restauro dello ohiesa parrochiale d'i Umago. L'ordinariato vescovile, al quale ha rimesso la lettera, ha deciso che fosse costruita una chiesetta nuova, per la quale il potere ha già stanziato un importo di 5 milioni Non mancano però nel documento ve scovile i velenosi accenni all’effet-tuata espropriazione del terreno «senza chiedere il permesso al vescovado», come se le autorità della zana Aycotanto lodate da quel vescovado, si curassero di chiedere il permesso agli 'agricoltori sloveni per l’esproprio dei 1-oro terreni a Zauto e in altre località. Fra ì problemi ancora da risolversi, è Stato ricordato quello delle modalità diverse fra il distretto di Bule e Capodiistria nella concessione ded permessi per le processioni. Padre Rupert ha dichiarato ohe a. Lubiana la domanda è unica pet: tutte le processioni ordinarie nel corso delPanno, mentre per quello straordinarie deve essere chiesto un permesso speciale. -Sarebbe perciò opportuno adottare modalità uniche, e riteniamo che quelle seguite a Lubiana siano le migliori. Assemblea dell’USPI a Gapodistria Si è svolta venerdì scorso a Capodistria la conferenza annuale deb I’U.SjP.L. Il -Comitato comunale del-ITJ.SjPJL,. ha presentato ai rappresentati de’lie organizzazioni di base delle organizzazioni sociali la relazione sull’attività svolta In città nei periodo dal -luglio ideilo scorso anno ad oggi, che ha costituito oggetto di larga discussione. -La relazione, come anche la di-sccussione, hanno messo in rilievo le esperienze, i risultati e le deft-cenze registrata nel lavoro dell’Unione socialista e delle altre organizzazioni sociali. Particolare attenzione è stata dedicata dalla conferenza ai problemi della gestione sociale nella comune e neM’econo-mia e ai problemi organizzativi in genere. Dal 12 al 20 niuflno nella nostra Zona Ricchissimo programma al «Festival della Gioventù» Apertura a Rine e chiusura a Gapodistria iNell-a settimana dal 13 al 20 giugno, e quindi in coincidenza con 1-a Chiusura delle scuole, la .gioventù che lascia le aule, e quella delle fabbriche si uniranno in un avvenimento ohe lascierà nella nostra zona un ricordo di sorrisi, di canti e di voci 'liete al sole. In questo «Festival della gioventù», perchè è di questo che si tratta, i giovani della Slovenia e della Croazia e dà nazionalità italiana discu-t-aranno i toro comuni interessi, sì scambieranno propositi -ed esperienze. Festeg-gerann-o sopratutto la loro età felice, facendo della settimana del «Festival» un inno alla giovineizz-a. Come già abbiamo comunicato nei nostri numeri scorsi, le manifestazioni avranno luogo in parte a Buie ,e in parte a Capodistria. Si prevede la partecipazione di numerose società artistico-cullturali con un programma ricchissimo, mai visto finora nei nostri due -distretti. Soltanto i cori della Croazia e della Slovenia allineeranno circa 1500 persone. Alla capodisiriana Muda è ritornata a zampillare l’acqua Cronache APPROVATO IL BILANCIO I COMUNALE La scorsa settimana si è ritmato il Comitato Popolare comunale per la città di P irono per esaminare il bilancio di previsione comunale per l’anno 1954. Dopo -ampia discussione con l’intervento di numerosi delegati, il bilancio, che -prevede 41,985.381 dinari di entrate ed un pari -importo di uscite, è stato approvato. Nel corso di quest’anno verranno investiti a Piramo complessivamente 24 milioni di dinari, d!i cui 6 per gli enti a finanziamento autonomo. Altri 7 milioni verranno destinati all’incrememto della produzione, mentre il rimanente sarà utilizzato per la costruzione della pescherìa, del mercato coperto, per l’ultimazione della canalizzazione e la costruzione dello spogliatoio del campo sportivo. A-lla fabbrica di gazose, she ha iniziato recentemente la produzione, sarà assegnato un milio- piranesi ne di dinari per l-a modernizzazione del macchinario. CONSULTAZIONE COMUNALE DELL’UNIONE SOCIALISTA DEI LAVORATORI Si è tenuta nei go-mi scersi la consultazione comunale deh*U-miione socialista del popolo lavoratore. La relazione è stata svolta dal compagno Parenzan Antonio, membro del cimitato comunale. Durante la discussione che ha fatto seguito, è stata rilevata la necessità -di intensificare il lavoro politico con la partecipazione diretta di tutti i membri dall’Unione socialista alle attività della comune. Alcuni hanno criticato la lentezza con cui procede il -rinnovo delle tessere, A tale proposito è Stato deliberato che il rinnovo stesso venga ultimato entro il 10 giugno prossimo. CULTURA ITALIANA Nella recente assemblea del circolo italiano di cultura popolare di Pirano è stato eletto il nuovo comitato direttivo, che si è messo all’opera con. sollecitudine.. Così ieri è stata aperta la rassegna tosale della cultura italiana. Dopo il discorso di apertura è’ stata tenuta una conferenza su Dante Alighieri, quindi il complesso orchestrale del-Ì’APJ di Portorose ha eseguito alcuni brani scelti. Domani il complesso filodrammatico presenterà la commedia in un atto «Amor sincero» -di Gino Valori. La rassegna verrà chiusa venerdì con una serata di arte varia, con l’intervento di balletti, cori e del complesso ma-n-dolinistico. Per il prossimo: festival giovanile sloveno croato il circolo si -propone di presentare l’operetta «La Gondola azzurra», attraverso un complesso di oltre 50 esecutori. PROSSIMA APERTURA DI PICCOLE INDUSTRIE LOCALI Ad iniziativa di alcuni esperti, è stata progettata a Pirano l’àpertu-ra di piccole industrie locali, che contribuiranno ad aumentare i cespiti del bilancio comunale. E’ prevista l’apertura di urna vetreria e di un piccolo stabilimento per la produzione di tubi fluorescenti. Gli invest,imenti necessari, secondo -le previsioni degli ambienti economici locali verranno torniti dal Comitato Popolare distrettuale. L’apertura ufficiale -dei «Festival» avrà luogo sabato 12 a Buie. Il lobate Dramma croato eseguirà, col concorso dell’orcheisira dell’APJ di Portorose e di alcuni cori, la «Dubravka» di Guniduiié, un classico del Teatro dì Dubrovnik. Lo spettacolo, il cui allestimento richiederà una notevole spesa, verrà inscenato dal noto regista Marko Fotez, Che ha gentilmente accettato l’incarico. Il giorno seguente, domenica, incomincierà il vero e proprio- «Festival della gioventù». L’iinno wLlinter-nazi-oniàie» aprirà le manifestazioni. Quindi si susseguiranno le società artiistiico-cultu-rali con i loro programmi. Questi gruppi si alterneranno come segue: due locali e due ospiti. Oltre che nei capolu-o-go di distretto, anche nelle località minori avranno luogo delle rappresentazioni. Si sa, ad esempio, che il Dramma croato si recherà a .Portorase. Il «Festival» fornirà inoltre un quadro dalla partecipazione della gioventù nel campo dell’educazione fisica poiché ospiterà esercizi ginnici e manifestazioni sportive. Vedremo cosi i migliori ciclisti della nostra zona, della Croazia e della Slovenia impegnarsi sui 155 km del percorso Buie—P-ola—Buie. Di, questa corsa forniamo notizie più dettagliate nel nostro, supplemento sportivo. Grande interessamento suscita sta d’ora l’annunoiata partecipazione agli esercizi ginnici dei marinai di -Spalato. A Capotìitetria si produrranno i cori della Carinzia slovena, idi Gorizia, di Lubiana e un gruppo folcloristico di Zagabria. Davanti a Pirano si svolgerà una regata che presenta notevole interesse essendo in qualche modo -l'anticipazione della .tradizionale «Regata istriana» di Pola. Nei piani ,degli organizzo tori del «Festival» sono- contempla te esibizioni di paracadutisti, di idrovolanti ed aerei a reazione- «Matajur». Sempre a Oapodiistria, assisteremo a u-na corsa di motociclette. Delle varie mostre che verranno aperte a Buie e a Capodistria, merita segnalare quella -dei fotoamatori nonché l-a mostra di pittura di Pohlen e Vittorio Birsa. QUADRI PIRANESI La seduta dell' Assemblea Distrettuale di Capodistria RIDUZIONI DOMENICALI SULLE AUTOLINEE Anni addietro i lavoratori della nostra zona avevano la possibilità di recarsi nelle giornate festive fuori dalle località idi loro residenza, partecipando alle igite organizzate frequentemente dai collettivi di lavoro, e da altre .associazioni a prezzi popolari. -Con l’introduzione dei nuovo sistema economico e per evidenti motivi di risparmio, neH’or-ganizzaziione delle gite si è avuta una fortissima contrazione non del tutto giustificata, perchè anche risparmiando, -tali gite, benché in numero minore, potevano esisere u-gualmente organizzate ise da parte dei collettivi, di lavoro e delle organizzazioni sindacali ci tosse stato il dovuto interessamento. Comunque, il problema della mancata possibilità per le nostre genti di trascorrere le giornate festive all’aria salubre dei monti o in Un sano svago nelle città si è fatto sentire. Tale questione è stata più volte trattata sulle cotenne dèi nostro giornale però senza effetto per gli elementi responsabili nelle aziende che hanno continuato a disinteressarsi della questione ohe, pur non essendo d’importanzia vitale, influisce non poco isulllo standard di vita -dei lavoratoli. Il problema è stato però avvertito dalie nostre autorità popolari e risolto in questi giorni nei limiti delle -possibilità economiche del nostro distretto. Con disposizione, entrata in vigore il- 15 maggio, il Comitato Popolare distrettuale di Capodistria ha introdotto una riduzione del 40 per cento per tutti i viaggi di andata e ritorno sulle seguenti linee: A. Linee 'deUTAzi-enda «Slavnik» di Capodistria 1. Pirano—-Lubiana—Pirano con partenza oli pomeriggioidel sabato -da Pirano e ritorno la domenica alle 23.30 con destinazione per le seguenti stazioni : Pustumia e Lubiana. 2. Oapodiistria—Bovec (Plezzo) — Oapodiistria con partenza il sabato e ritorno alla domenica alle ore 20 e per le seguenti stazioni : Most na Soči (S. Lucia di Tolmino), Tolmino, Kobarid (Caporet-to) e Bovec. 3. Capodistria—Umago — Capodistria con partenza la domenica alle -6.30 da Capodistria e con ritorno a Capodistria alla 20.45 considerando anche le partenze da Isola e Portorose. 4. -Capodistria—'Port-orose — Capodistria per tutte le linee domenicali. B. Linee delFAutotrans Fiume 1. Capodistria—Fiume — Capodi-stri-a, attraverso Abbazia, con partenza a-1 pomeriggio di sabato e ritorno la sera della domenica per tutte le stazioni oltre Kozina sino a Fiume. C. Linee dell’Autopromet Gorizia 1. -Capodistria—Saltano — Capodi-isftriia con partenza da Capodii- stria il pomeriggio del sabato e ritorno il pomeriggio del lunedi per tutte le stazioni oltre Divača sino a Salcano. Oltre a queste riduzioni concesse a tultti i passeggeri in partenza dalle stazioni situate nei distretto di Capodistria, la stessa disposizione prevede una riduzione del 50% per gruppi superiori a cinque persone facenti parte idelTAssociazione alpinistica di Capoidistria per le stazioni tra Crnikal, Divača e Sežana per tutte le linee facenti servizio in questa direzione. Riteniamo che -una disposizione analoga potrebbe essere adottata anche nel distretto di Bude. TRUFFAVA L’IMPRESA L’ASTUTO ADDETTO E’ stato processato ia Buie, tale Kočj.ančilč Aleksander, dipendente dall’lstra Benz di Capodistria, quale addetto al distributore di Benzi-na. Il Kcčjianč-ič rivendeva a privati il petrolio, fatturandolo alla locale cooperativa. In tal modo egli veniva ad intascare il 6% di margine concesso per Ila vendita all’in-grosso. Questo sistema traffaidino è durato oltre un 'anno e perciò il K-očjančič è stato condannato a 15 mila dinari di ammenda. AL FRESCO E’ (ricomparsa dinnanzi ai giudici di Buie tale Miani Giuseppina da Menigoti (Castagna), (imputata di offese nei confronti di un vicino di casa. La Miani, una «Petronilla» in quattordicesimo, è -nota -per la sua lingua in continuo movimento e quasi sempre a sproposito. I giudici, tenuto conto della recidività del-l’imputata, l’hanno condannata a 20 giorni dì carcere. SCUOLA GUIDA CHE PORTA CONSEGUENZE Rovina Elio, aiuto cuoco presso l’albergo «iSlavia» di Buie, porta un cognome che è ... tutto un pro gramma. Olfatti intestarditasi a voler -divenire .autista, egli la sera dell’otto maggio, penetrò nel garage distrettuale di Buie, e dopo aver forzato lo sportello de-ll’autofiurgon-cino dell’impresa «Elektra», si mise al volante con l’initenzione di fare un po’ di scuola guida. Senonchè, per nulla pratico della manovra, l’auto andò a sbattere contro la porta d’entrata riportando danni ti, uno dei quali chiedeva fossero presi dei prówedimeniti disciplinari nei confronti della commissione. Infine i-1 compagno Cotar, sostenendo Che l’attività dell'Elite era soddisfacente, iaveva criticato la commissione definendola -incompetente ed a-veva chiesto il rinvio idei bilancio di questa -azienda ad altra commissione, L’Assembtea, come abbiamo già detto, h-a accolto la proposta dì rinvio. Il -compagno Kosmač h-a trattato degli abusi dei direttori di alcune aziende d'quali licenziano e special-mente assumono manodopera senza il consenso dei consigli operai, abusi che poi portano a contrasti in seno alle -imprese nonché a inutili spese. .-«e *•»*** Ha quindi preso la parola il compagno Ubat di Dekani, óllùstrando lo stato del patrimonio zootecnico nel suo Comune. Egli ha detto che questo va assottigliandosi con un ritmo impressionante in quanto nel-ne attuali circostanze un capo lattifero costa al contadino più di quanto renda. Per rimediare a questo stato di cose, il compagno Ubat ha sostenuto la necessità di (aumentare il prezzo del latte e di allargarne l’eispcrtazione, stranamente limitata -mentire all'esportazione del -vino non ci sono limiti. Il compagno Benčič ha ribadito quanto affermato dal precedente (oratore. Cifre alla mano, egli ha do-mostrato che isi rendono necessarie immediate misure ove non si veglia peggiorare ulteriormente la situazione. Il dottar Kovačič e il compagno Cotar sono pure intervenuti nella discussione, sottolineando., 'anche 'se icon varianti, lo stato critico del problema. Infine il compagno Beltram ha fatto un'acuta disamina della situazione del bestiame lattifero, dimostrando che non si tratta soltanto di aumentare il 'prezzo 'dèi latte, quanto invece di 'agire su tutta -una serie di altri fattori a cui è dovuta la crisi. L’Ajssembdea, su proposta del presidente Kralj, ha rimandato Ila cosa -allo studio della commissione -agricola. Si giungeva infine a un punto debordine del giorno ohe l’Assemblea aveva -atteso con verna e pro- Ritorncrà a brillare a sale a Sicciole CHIUSO A UMANO IL CORSO DI TAGLIO Dopo 'due mesi di intenso lavoro, si è chiuso -domenica, 23 maggio a Marmano, li corso di taglio, al quale hanno partecipato 23 ragazze, di cui 16 dà Marniamo, 1 da Brdo, 2 da črnci e 4 da Smll-ovići. -Frutto dèi corso: molte nozioni di taglio di pratica utilità. Mamife- Leggete e diffondete LI NOSTRI LOTYJI stazione esteriore di questa operosità: una beila mostra di modelli, allestita con gusto tutto femminile. Il numero e la varietà dei modelli — abiti da uomo, da donna, berretti, eoe. — come -pure i quaderni riempiti di bei disegni, abbastanza difficili e di annesse, tabele- numeriche e istruzioni, testimoniano la serietà e -llamore con culi questo ragazze hanno lavorato. Il numero dei visitatori — ben 700 in 7 ore — costituisce un’altra prova del'l’inte-ress-amento della popolazione ai corso e dell’utilità di iniziative dì questo genere. Merita un elogio il comitato promotore della associazione delle donne, che non solo ha intravisto la necessità di istituirà il corso, ma si è dato d-a fare per trovare i mezzi occorrenti. «E’ questa solo una parte dei modelli, gli altri li abbiamo a casa», afferma 'con giustificato orgoglio' una delie partecipanti Chiedo qualche nome alla loro maestra, La compagna Antonini Giovanna da Buie. «Tutte brave — mi risponde — tutte hanno dimostrato il massimo interessamento. Se qualcuna rimaneva indietro ( e ciò succedeva. in casi giustificati) frequentava i-1 corso non solo per la durata del suo turno, ma nache tatto l’altro, vale- a dire dalle 4 fino alle 11 e mezzo di sera, -solo per mettersi al corrente!» Questo un bell’esempio di serietà e di impegno nel lavoro, senza dubbio. BISOGNA PRESERVARE il patrimonio zootecnico Sabato scorso ha avuto luogo. al ridotto dei Teatro del Popolo la XVT.ma Assemblea del Comitato distrettuale idi Oapodiistria con un ordine del giorno che- già in apertura subiva notevoli varianti, ed aggiunte. Dopo lo svolgimento delile relazioni e una lunga discuss ione, -l’AsBem--blea ha approvato i crediti per le licitazioni e i bilanci consuntivi 1953 di 10 aziende. Il bilancio dell’impresa «Elite», pure approntato per l’ap-provaiziome, è stato invece rimandato all’esame idi una commissione di -ispezione che ne riferirà alla prossima seduta. Il Compagino Cario Prion aveva osserviate che la -rei-azione presentate dalla commissione incaricata dalla irewi&iome idei bilancio -dell’«-EIte», contenente un errore di conteggio, 'metteva in cattiva luce l'operato d-eilìazienda. Gli aveva risposto il Compagno SkaliC, ammettendo l’errore, ma sostenendo tuttavia che il quadro presentato dalla commissione circa lo Stato di 'bilancio del-l’Elte rispondeva alla reale situazione. Erano seguiti altri imterven- pria impazienza: l’esame della situazione alla fabbrica Salvetti. Il nostro giornale -ha trattato il problema nello scorso numero, quindi S mostri lettori sanno già per sommi capi di che cosa si tratta. Non Ci ripeteremo-, faremo solo Ila cronaca succinta degli interventi. 11 compagno Parenzan, direttore della iSalvetti, ha preso per primo la parol-a illustrando le difficoltà di quel collettivo e l’operato della prima -commissione -d’dmchiesta, nominata dopo lunghe insistenze da parte -dello (stabilimento. La prima Commissione, a suo parere, non a-vrebbe svolto diligentemente il suo compito, sottovalutando il reale stato delle cose e incorrendo in errori di valutazione ohe rivelano negligenza e irresponsabilità. Gli è Seguito, nella -lunga fila idi intervenuti alla discussione, i,l compagno Flini-o Tommaisin, il quale ha detto di aver -avuto la sensazione, precedentemente,, che si fosse cercato -di nascondere e giustificare l’operato della prima commissióne. Invece essa merita il biasimo più se- vero, ha aggiunto, facendola oggetto -di una serrata critica. Il compagno -Carlo Prìjon ha voluto rilevare che il problema è grave e va affrontato con decisione ed energia. Il compagno Sokol, fatta la -storia di un suo intervento allo stabilimento, ha difeso l’operato die! collettivo. «Abbiamo trovato — ha detto fra l’altro — che la contabilità non è in ordine. Ma non oi soho .ammanchi nè si tratta d’incuria, perchè il contabile sapeva sobbarcarsi anche a un lavoro di 14 ore -al giorno. La verità è che da isolo non poteva sbrigare tutta l’amministrazione. Ora, considerato Che noi abbiamo trovato a suo tempo inopportuno un altro contabile, di chi è la colpa?» Infine l’Ass-emblea ha deciso di .accettare provvisoriamente la relazione della seconda commissione d’inchiesta alila falbforioa 'Salvetti, riservandosi di discuterne, più ampiamente alia prossima seduta. Intanto ha voltato la garanzia per un credito circolante di 84 milioni a questo codleittivo. CwnacUetU CAPODISTRIA Nati: Maran-ciìna Marina, di Romano e Kavrečič Rosa; Du-dine Loriana, di Anna; Zgur Ksenija dii Tončka; Tatalovič Jelena, di Branko e Djurić Ljubica; Davanzo Sergio, di Bruno e Degrassi Jolanda; Jakomin Darko, di Josipo e Kovačič Brigitta; Babič Edi, di Emil e Perossa Antonia; Korenič Alida, di Virgilio e Koščica Maria; Gorel-la Franca, di Faust e Fonda Rosita; Budin Boris, di Jože e Mondi Maria; Kastelič Bruno, di Benedetto e Gorella Rodalia ; Degrassi Silvano, di Francesco e Z-aro Angela. Decessi: Dudine Loriana di giorni 1 ; Bacci -Giovanni di anni 84. Matrimoni: Mondo Lino di anni 22, agricoltore, con Banica Silvana di anni 20, casalinga. IŠOLA -Nati: Degrassi Roberto, di Albino e Stradi Dionella. Decessi: Délise Bortolo di anni 78. Matrimoni: Ziaro Elvio dii- anni 31 falegname con Kaligarič Maria di anni 20, operaia; Božič Anton di anni 30, autista, con Jurgec Maria di .anni 29, infermiera, Dall’ospedale ; E’ deceduto per gravi ferite riportate da una rovinosa caduta dalle scale, il 25 maggio scorso, tale Nežić Bozo di anni 58, dà Buie. BUIE Nati: Djurdjević Boris, di Jakomin e Crnac Stefica; Benulić Anton, di Jakov e Burolo Evelina ; Sever Mirella, di Jvan e Stipančić Antica; Nemac Loredana, di Ruggero e Brezac Antina; Morgan Zdenka, di Matteo e Braico Amalia; Mar-kežič Argelia, idi Antonio ,e Bonazza Maria; Kauška Mario, dii Edoardo e Dinka Samson; Mod-ru.šan Radoslav, di V-alentino e Dunis Maria; Smilovič Nada di Maria; Bemibič Nadia, di Jvan e Bembič Maria; Colja Daniel, di Stanko e Milani Selia; Marinkovič Zdne-ka, di Živo-rad e čeko Maria; Trento Maria-rosa, di Gino e Benulić Nives ; Kozlovič Lorena, di Ottavio e Bonetti Luigia; Veznaver Rita di Josip e Sanie Marina; Rađešić Riccardo, di Vittorio e Poropat Regina; Lakota Silvano, dii Romano e Matič (Maria. Decessi: Medizza, nata Prodan, Antonia di anni 62. Matrimoni; Djurdjević Umberto di anni 23, (agricoltore, con Dionis Marta di anni 22, casalinga; Mlar desowski Veselin di anni 27, meccanico con Priba» Marina, di anni 27, casalinga. CHIUSURA DELLA RASSEGNA A ISOLA Mercoledì 26 maggio, in occasione della Rassegna Culturale, la Scuola ottermale di Isola si è presentata ai teatro «Arriigoni» con uno Spettacolo varilo. Si sono avvicendati sulla scena complessi corali, scenette, esercizi ritmici, solisti e dizioni. Hanno risaltato gli esercizi ritmici e le scenette tratte dall’operetta «Cappuccetto rosso» di R. Corona, presentate e cantate con bravura dalla simpatica e spigliata pioniera Adriana Vascotto. Per questo spettacolo un elogio vada agli insegnanti ohe si sono prodigati per la buona riuscita. Seguiva l’orchestrtma ritmica, diretta dal M.o Vittorio Rata. Hanno cantato Graziella Carlils, Francesco Leale e Benvenuti Miriian. Il numerosissimo pubblico, che gremiva il teatro, ha tributato calorosi applausi ai grandi e ai piccini. Si chiudeva così la Rassegna Culturale del Circolo Italiano di Cultura di Isola ohe portò sulla scena nei vari spettacoli ben otto complessi con 375 esecutori. Hanno partecipato alle manifest.aaioni culturali 2.400 spettatori. valutati ad oltre 8 mila dinari1. Temendo le conseguenze del suo gesto, il Rovina incappò in un guaio ben peggiore. Mentre tentava di varcare clandestinamente la linea di demarcazione e riparare in zona A, venne sorpreso dagli addetti al Servizio confinario. I giudici, tenuto conto della lieve entità del danno e, ohe figurava incensurato, lo hanno condannato a 20 giorni di prigione. ILLEGALI OLTRE IA MORGAN Le seguenti persone sono state condannate dal Tribunale Popolare distrettuale di Capoidistria per aver tentato 'di varcare clandestinamente Ila linea di demarcazione : Mrkić Roman a 6 mesi di carcere, Grizon Valeria a 6 mesi', Grizon Zora a 5-mes'i, Bručič Juvan e Ladić Anton a 6 mesi della Stessa pena. rpiGCi3L^PIJB3L,CIT— OFFERTE DI LAVORO Cercasi impiagata con perfetta Conoscenza della lingua italiana e, possibilmente, slovena e abile dattilografa. Le offerte vanno indirizzate alla nostra redazione. ★ LIQUIDAZIONE La Cooperativa Agricola di Boršt (C.P.C. Marezige) è in liquidazione. Si avvertono pertanto i debitori a regolare le loro pendenze e i creditori a presentare le loro richieste entro il 30 giugno 1954, alla Commissione di liquidazione della Cooperativa Agricola di Boršt, presso la Federazione Cooperativistica Distrettuale in Capodistria. DOPO LE PRIME DIECI TAPPE NON E' DIMINUITO IL DISTACCO DEGLI ASSI aerici. Woortiig e Van Steenbergen i veri protagonisti delia settimana La settimana passata, seconda del Girò ciclistico d’Italia, ha portato uno scombussolamento imprevisto alla classifica, generane, relegando gli assi dopo il decimo posto, con distacchi di Oltre mezz’ora, sconcertando i tecnici, i quali non si scino peritati dii rimproverare i vari Coppi, Kohlet, Magni e compagnia con parole dure, poche voillte usate nelTambiente ciclistico. Il distacco, lanche se molto grave, non può però essere considerato come , decisivo, dato che mezz’ora è difficile ricuperarla contro avversari di pari Classe, mentre è più facile contro elementi partiti all’attacco alla garibaldina nelle prime tappe, nella ricerca del solo successo di tappa, e che non aspirano alla vittoria finale. Nessuno oggi può affermare con sicurezza che Clerici, la maglia rosa ideila Guerra, crollerà alle prime •esperita, essendo comcisc'uto come ottimo passista e buon scalatore, paragonabile quasi alla classe di Fornaira. Per di più lo svizzero, oltre avere il forte vantaggio, fruirà, semiprechè tenga il passo, l’appoggio del suo caposquadra Kohlet e * 1 di Schaer, partiti quali canditati alla vittoria finale. Il crollo, ovverossia l’apatia degli assi, si è verificato nelle diue tappe 'ritenute di trasferimento: Bari-Na-poli e Napoli—L’Aquila. Mentre essi 'stavano 'oontrcilandosi a vicenda, i soliti scavezzacolli, — spinti di volta in volta dalla freccia Vallone, Rik Van Stenbergen; da Clerici e Voorting — hanno messo fra loro ed il gruppo tempi superiori alla mezz’ora. Dopo la tappa (Bari—Napoli, vinta dal belga Van Steenbergen delia Girardengo — che ha visto l'olandese Voorting nuova maglia rosa, passata alle sue dalle spalle di Minardi — nella quale gli assi sono arrivati coin ben 21’31” di ritardo, tutto faceva pensare ad una pronta riscossa, o ad almeno un comportamento più guardingo. Invece nulla di tutto ciò. 11 giorno dopo, nella Napoli—L’aquila, nuova e sonora isconfitta degli assi, arrivati fisch latissimi con ben 34’52” di svantaggio sulla nuova maglia rosa Clerici, vincitore della tappa. Con queste due imprese, nate sullo lapunto dei traguardi TV per gli scatti repentini deiTinsuperabile Lo Strugnano si qualifica perla “Coppa Tito,, Atmosfera rovente nell'incontro finale STRUGNANO — STIL 2:1 (2:0) STRUGNANO: Russignan, Delisc, Renvenuti, Vascotto, Žaro I, Sorgo, Lugnani, Costanzo, Felluga, Carboni, Žaro II. STIL: Vatovec, Bertok, Paskulin, Križmančič, Klasinc I, Bolčič, Klasinc II, Gregorič, Kočevar, Bertok II., Gregorič II. ARBITRO: Lonzar di Capodistria. Come previsto, le due finaliste della movimentata «Coppa del Maresciallo Tito« si sono date domenica convegno sul campo neutro di Isola, per disputare l’incontro finale e designare la vincitrice del torneo. Dura battaglia ed animi molto eccitati. Le squadre, scese sul terreno di gioco ben decise a far valere i propri diritti e a vender cara la propria pelle, hanno giocato per 90 minuti con il fiato mozzo. In un simile stato di cose, l’incontro ha avuto uno svolgimento tiratissimo e nervoso, tanto che al 21’ della ripresa l’arbitro era costretto ad espellere dal campo il capitano della squadra strugnanese, nonché il dirigente delia stessa società. Infatti, per un banale, fallo di mano di Carboni l’arbitro decretava la giusta punizione, Il Carboni trascinato dal gioco, non si era accorto del fallo commesso, perciò inveiva contro il direttore di gara. Il dirigente si univa alle proteste del capitano, facendo succedere un vero parapiglia. Però, mentre il dirigente veniva facilmente allontanato dai limiti del campo, il Carboni si rifiutava di uscire. Ma dau- 1 fermo atteggiamento dell’arbitr i compagni di squadra convincevano il loro capitano a lasciare il terreno di. gioco. Da questo momento il gioco, già scorretto, degenerava in un vero caos, che, grazie alla filosofica direzione di Lonzar, poteva essere portato ugualmente a termine. Ed ora veniamo alla cronaca. Alle 16 e 15 l’arbitro dava il segnale d’inizio. Le squadre, da principio, sembravano studiarsi onde individuare il punto debole, perciò si limitavano ad un gioco a metà campo, fatto di batti e ribatti. I primi a sferrare gli attacchi sono però gli strugnanesi che si accorgono della debolezza avversaria nel settore sinistro della difesa. Perciò fanno partire ripetutamente il giovane Lugnani che al 4’ colpisce la traversa, dando modo a Vatovec di deviare in calcio d’angolo. Tiro di Carboni dalla bandierina che Lugnani prende e tra un groviglio di gambe, insac-aa nella rete avversaria. A questo punto gli Strugnanesi, anziché portare le azioni offensive, preferivano difendere il vantaggio acquistato sicuri della controffensiva avversaria. La Stil però non rimetteva le sorti in parità, perdendosi in inutili giochetti a metà campo che apportavano solo qualche sporadica azione in area avversaria. Lo Strugnano, visto che la Stil non svolgeva azioni pericolose, si portava nuovamente all’attacco- prendendo decisamente le redini dell’incontro. Di uno dei rimandi disordinati traeva profitto Delise, che al 35’, ricevuto il pallone dai difensori dello Stil, segnava da 30 metri con una fucilata imparabile. Nella ripresa, la Stil operava diversi cambiamenti di molo che giovavano in un certo modo a rinforzare la difesa. Dal canto loro, gli strugnanesi rispondevano ai ripetuti attacchi della Stil con altrettante azioni di contropiede. Si arrivava così al 2U con il verificarsi del fattaccio descritto all’inizio. Lo Stmgnano, ridotto in dieci uomini, si chiudeva in difesa e ne approfittava la Stil per ridurre al 25’ le distanze. In una mischia in area avversaria, Gregorič riusciva a ingannare Russignan. Da questo momento la Stil vedeva profilarsi la possibilità del pareggio e si buttava con piena foga in’area strugnanese, . Tutti i suoi attacchi sconclusionati e privi di mordènte tecnico, finivano ai piedi della salda difesa avversaria. Col risultato di 2 a 1 si giungeva così al triplice fischio finale. P. M. sprinter Van Steenbergen, il quäle si è igià messa al sicuro nelle prime 'tappe una cospicua somma, Clerici Voorting si isooo trovati ai primi posti della classìfica e, ne siamo sicuri, faranno di 'tutto per*mante-tervissi 'Coppi, Kolbtet e compagni hanno tentato idi prendersi la loro brava rivincita nella breve toppa l’Aquila—Roma, condotta a ritmo IndiavoTtato a quasi 41 km di media, ma non sono riusciti che a guadagnare, e sul solo Clerici — dato che Vòorting si era unito a loro •— la piccolezzia di 27>0”, una bazzecola nei confronti del grosso passivo.. Hanno dato però prova di. buona volontà, il che è bastato per micon-cigliarl'i coi .tifosi, ma non con i tecnici. La tappa di Roma, oltre che gli assi, ha messo in luce il già quasi dimenticato Monti, vincitore della Roma—-Napoli—Roma, ritornato dopo ile note disavventure iniziali’ il bei corridore di iniz'o stagione, e Albani della Legnano, vincitore della tappa in volata addirittura su Koblet, Coppi, Schaer, Magni, Monti e Van Stieenibeirgen. 'Controllo assoluto' della situazione niella Roma—iChiainciano Terme, nella quale i soli uomini, di secondo piano hanno lavuto vìa libera, mentre tatti gli elementi idi classifica sono stati francobollati alla perfezione. Fuga audace e solitaria per ben 150 km del p’ceulo Pettinati, vincitore con distacco ideila tappa, nella quale si è visto per la pri-ma volta all’opera Ho spagnolo Bernardo Ruiz, messosi in luce nella bagarre if inaile. Stesso esito nella Chianciano Terme—Firenze, disputatasi domenica, che ha visto la prima vittoria della Bartali con il velocista Giovannino Corrieri su un gruppo di rincalzi. Il vero Giro però ha ancora da venire. Gli assi, che ihamno ora i seguenti distacchi: Minardi 29’42”, Schaer 30’42”, Magni 31T9”, Koblet 31’24”, Coppi 36T6” e Bartali 42’50” aspettano le montagne. Saranno, coirne cigni anno, le Alpi con i loro aliti o duri passi, ancora una volta a decidere le sorti dell Giro, (Su esse Coppi e Kolblet si daranno battaglia, con inframöttenza di qualche altro, forse, Magni, Asitrua o Formara, ma ohe, alla fine, rivo-luzionerà in modo neltto la classifica, nella quale splodheramno quasi di sicuro i nomi dei due assi Coppi e Koblet, gli unici iin grado di dare il colpo di grazia a tutti i concorrenti. Rimane isolo il dubbio, almeno a nostro parere, sul vincitore finale. Se Coppi sarà-quello- dell’,anno passato, i favori seno tutti per lui. Ma non bisogna dimenticare che Koblet, oltre ad essere un gran campione, ha quasi cinque minuti di vantaggio sul grande rivale, per la qual cosa condurrà una gara di marcatura, mentre sarà Coppi a dovere attaccare. Finale elettirizziante, dunque, che non lascierà dormire con il cuore in pace i girimi sino alTulitimo atto. Sarà degno, però, ne siamo certi, del nome dei due grandi campioni, che oggi non hanno Tegualle in tutto il mondo. La prossima settimana comunque porterà schiarite alla situazione. LA JUGOSLAVIA SI APPRESTA ft TRASFEB1RSI IN SVIZZERA BILANCI E PREVISIONI PERI CAMPIONATI MONDIALI . - : - . . .T.N. Domenica 13 giugno tutti i circoli «Partizan» della Slovenia si raduneranno a Lubiana per svolgere un imponente saggio ginnico generale. 'Nel prossimo numero riporteremo il programma completo della manifestazione sportiva CAMPIONATO DI CALCIO RAGAZZI Una sonora vittoria dei giovani isolani ISOLA : Dagri, Gruber, Togncn, Vascatto, Dagratssi, Baooi I, Deiiise, Ivamcic, Vittori, Baco! II, Dagostini. PIRANO SALINE: Oeirgalj, Kobal, Ivančič, Manfredi, Giacomi,n B'au-cer, Greboč, iSvefiinia, Tamiburlini, Vatta, Giacomün II. I piranesi, scesi a Isola con la convinzione di li2iseiiarci le penne, hanno appesto ai più quotati avversari una mediocre difesa. Essi, dopo aver subito il terzo, gol, si sono 'lasciati andare alla deriva, mostrando solo qualche sprazzo che ha permesso loro dii salvare Tenore, mettendo a segno due reti, una per tempo. Dal canto loro gli isolami non si sono lasciati pregare per dare la caccila alla porta avversaria e, per fare a gara in, fatto di segnature. 'Infatti se i gol sono stati sette, lo si vede solamente ail generoso, Oer-igoilj che, con il suo ardimento e il 'suoi buoni tuffi, ha cercato di opporsi il più possibile alle continue azoni avversarie. Fer la .cirenaica ci limiteremo al Iresoconto ideile segnature. Al 9’ Vittori, avuto un ottimo passaggio, Isi liberava del terzino e, con un tiro sulla sinistra, apriva la marcatura. Al 22’ gli ospiti riuscivano a pareggiare con Giiacomin I, su calcio di rigore; tre minuti più tardi Bacci II, riportava la propria squadra in vantaggio segnando da fuori areia. Esso veniva imitato al 28’ da Vascotto che realizzava un iriigore concesso dall’arbitro per fallo di mano di Giiacomdn. Al 42’ Bacci II segnavia la quarta rete. (Nella ripresa, gli ospiti operavano Idei cambiamenti dii 'mollo che apportarono ia completa disfatta della Igià surclassata compagine piramese. E’ in questo periodo' che il pontie- re Oergclj operava le sue migliori parate, impedendo sino al 25’ ai padroni di casa di aumentare il Vantaggio. Ma in questo momento Vascotto realizzava la sua seconda rete, imitato al 36’ da Vittori. Gli ospiti raccorciavano le distanze al 40’ con Svelina, ma ai 42’ Va-Iscotto chiudeva con la .settima rete la marcatura, della giornata. P. m. (Nostro servizio) BELGRADO, maggio — E’ giunto ormai il momento di parlare un poco dei prossimi campionati del mondo, il cui gigantesco apparato organizzativo già da parecchio tempo s’è messo in movimento e tra breve concluderà le sue fatiche. Ed è il momento di parlarne specialmente dopo la vittoriosa affermazione della nazionale jugoslava sul-VInghilterra, una affermazione che non deve essere considerata solamente sulla base del risultato conseguito in campo (1—0) ma piuttosto della mole di gioco sviluppata dagli jugoslavi e del netto predominio che da questi è stato ottenuto nell’arco dei novanta minuti di gioco. Il successo raggiunto contro l’Inghilterra ha dimostrato che la nazionale Iugoslava è ben salda in piedi e che rum esìste alcuna crisi, come l’incontro con il Belgio avrebbe potuto far credere, ma piuttosto ci sono delle screpolature che non dovrebbe essere difficile colmare. Screpolature che si riflettono esclusivamente sull’attacco e più particolarmente su quella mancanza di tiro a rete che sembra diventata malattia congenita del quintetto di punta jugoslavo. E proprio il tiro a rete è materia di insegnamento all’allenamento collegiale di Lubiana, che, iniziatosi il 24 maggio, continuerà fino alla partenza per la Svizzera. Come è noto ai campionati mondiali la Iugoslavia sarà rappresentata da 21 giocatori e cioè dai portieri: Beara, Kralj; terzini Stankovič, Crnkovič, Zekovič, Belin; centromediani: Horvat, Spajič, Milanov; mediani laterali: Čajkovski, Boškov, Mantula; attaccanti: Rajkov, Milutinovič, Mitič, Vukas, Bobek, Veselinovič, Zebeč, Papec, Dvornič. Quale sarà la formazione standard? Non si sbaglia molto dicendo che il sestetto arretrato, con il ritorno in squadra di Horvat; sarà sicuramente LE CONTINUAZIONI Aurora - Krim (Segue dalla pagina precedente) alle prese con il reparto destro dell’attacco degli ospitanti (indubbiamente il più pericoloso). Anche Dobrigna era in cattiva giornata, mentre Orlati I se l’è cavata alla meno peggio e Perini è stato il solito gladiatore. L’attacco, che pur aveva iniziato bene facendo promettere cose pregevoli, con il vuoto alle spalle e con un Norbedo, Poljšak e Zitto senza idee e troppo fenili, ha giocato solo finché Rama-ni e Faven-to hanno potuto resistere alla massacrante fatica di andarsi a cercare i palloni all’indietro. Del Krim possiamo dire che pratica un gioco solido e veloce, e che mira al concreta II punto di forza della squadra è stata la mediana, dove si è distinto il giovane Petrovič, mentre Fajon, vecchia volpe dei campi di gioco, è stato sempre registrato e tempestivo e Kastelič ha ben retto il suo confronto. Ottima impressione hanno lasciato anche le due ali, pericolosissime, è i terzini, due tenaci mastini. Visto così, il SOTTOLEGA DI FIUME RISULTATI Orient — Scoglio Olivi 1:1 Abbazia — 3 Maggio 1:2 Jedinstvo — Hidroelektra 6:0 Naprijed — Crikvenica 1:0 Rudar — Nehaj 7:2 Albona — Borac 1:4 Torpedo — Mladost 0:1 LA CLASSIFICA Scòglio O. 24 16 5 3 64:29 37 Orient 24 13 5 6 65:29 31 Jedinstvo 24 15 1 8 57:44 31 Mladost 24 13 4 7 62:41 30 Rudar 24 13 3 8 63:55 29 Crikvenica 24 12 2 10 58:44 26 Torpedo 23 11 2 10 42:38 24 Borac 24 10 4 10 39:47 24 Abbazia 23 9 4 10 43:39 22 Naprijed 22 7 3 11 37:42 19 Nehaj 24 7 5 12 35:59 19 Hidroelektra 24 6 5 13 33:61 17 Albona 24 7 3 14 30:60 17 3 Maggio 24 2 2 20 30:68 6 Le regole della piccola pallamano Introduzione. Sotto la denominazione di «Piccola pallamano» si intende la pallamano che viene disputata in campi di dimensioni ridotte e con 7 giocatori e tre riserve. Questa viene chiamata anche «pallamano da sala». Però questa denominazione non è esatta poiché questo gioco non viene effettuato solamente in palestre ma anche, ed ancor meglio, in campi aperti. La denominazione più esatta è perciò »piccola pallamano» che si differenzia dalla più grande, che viene disputata in grandi campi aperti e con undici giocatori. Causa lo spazio ristretto in cui si gioca, la piccola pallamano assume un aspetto molto veloce ed interessante, con azioni alterne in cui abbondano i tiri in porta e le prestigiose parate. Proprio per questa velocità e continuo movimento di tutti i quattordici giocatori la piccola pallamano è governata da uno spirito antagonistico difficilmente riscontrabile in altri giochi di simile portata. Anche il tempo di gioco, naturalmente, è più breve di quello della grande pallamano. Il regolamento permette un continuo cambio di giocatori, a differenza dell’altro tipo nel quale non è concessa questa permutazione. i-Sbj 1 1 / /"I i / / I 1 / / n« i 4H • \ I • \ \ 1 i i 1 , b* rirsL 1 Da parecchie parti si è fatta l’obiezione che la pallamano non è un gioco adatto alle ragazze, poiché un grande campo porta a sforzi troppo grandi. Ciò, in pratica, si è dimostrato senza alcun fondamento. Parecchie partecipanti dichiarano che questo gioco è molto meno faticoso della palla canestro. Dopo i primi incontri femminili, si è potuto accer-zare che la piccola pallamano è un gioco molto adatto alle donne, anche per la bellezza stessa delle azioni. Gettare la palla a grandi distanze, portare velocemente l’azione dinanzi alla porta avversaria, centrare con precisione, tutti questi sono gli ostacoli che le donne hanno incontrato nella grande pallamano. Perciò, in un primo tempo le partite femminili sembrano poco dinamiche. Tuttociò non accade nella piccola pallamano perchè l’azione può essere portata con sveltezza da una parte all’altra e non è necessario lanciare la palla a grandi distanze. Il tiro in porta viene effettuato da appena 6 metri. Per queste ragioni il nostro gioco è molto adatto alle donne e presenta una disputa bella ed interessante. La piccola pallamano richiede nei giocatori un perfetto maneggio della palla, combinazioni veloci, impossibilità di azioni individuali, centro preciso in porta, veloce marcamento, finte e buona prestazione fisica. Il conseguimento di tutte queste qualità è necessario in tutti i giocatori. Per lo piccolo spazio richiesto e la minima attrezzatura, la piccola pallamano si presta a diventare un gioco di massa. Ogni sala che possa contenere uno spazio di 16 per 32 m, e così ogni corte dà la possibilità di installare un campo per la piccola pallamano. Per fare ciò basta solo segnare il campo e costruire due porte di 3 per 2 m. In caso di necessità, queste porte possono venir improvvisate con due bastoni infissi ina terra ed una corda per montante. Non bisogna però considerare la piccola pallamano come uno sport ausiliario o come un’introduzione alla grande pallamano, ma come un gioco nuovo ed indipendente, destinato a costituire esso stesso dei campionati anche in campo internazionale. Nei paesi dell’Europa settentrionale questo sport è più popolare della stessa pallamano e così pure nell’Europa centrale. Qui durante tutto l’anno si effettuano campionati ed incontri singoli. Nel 1950 in Svezia si tenne il primo campionato mondiale della piccola pallamano maschile al quale parteciparono sei nazioni. Il titolo veniva conseguito dalla Svezia che, sinora, ha dato il maggior contributo allo sviluppo di questo sport. Al III. Congresso a Vienna è stato stabilito che ogni quattro anni si effettuerà il campionato mondiale maschile. Il prossimo verrà tenuto in quest’anno. Perciò ogni giocatore, che si accinga a giocare la piccola pallamaìio, avrà uguali grandi possibilità di quelle concesse dagli altri sport. Come la picco'a pallamano si sviluppò dalla già esistente pallamano, così pure da essa ha ricavalo le sue regole, che sono state conservate il più attinenti possibile all’originale. Le differenze maggiori si possono cosi esporre in brevi linee. 1. Nelle dimensioni del campo; 2. Nel numero dei giocatori; 3. Nelle discese concesse; 4. Nel fatto che il portiere non è considerato giocatore attivo agli effetti del calcio d’angolo; 5. Che il calcio d’angolo è sostituito da un lancio libero, da una linea posta a tre metri dall’area di porta. Da ciò si può constatare come la differenza fra la piccola pallamano 1 e quella grande è minima ed ogni giocatore può in seguito applicarsi a tutte e due. IL CAMPO 1. — Il campo è limitato da un rettangolo lungo 30—50 metri e 'largo 15—25. Le dimensioni più favorevoli sono 40x20. I lati lunghi si chiamano laterali, quelli corti di fondo. 2. — Al centro di ogni linea di fondo si trova la porta. La sua larghezza interna è di tre metri e la sua altezza di 2 metri. I pali devono essere di legno di sezione quadrata di 8 cm. di lato. Devono essere dipinti in due. colori, differenziati chiaramente dal fondo (per es. bianconero, bianco-rosso, giallo-nero) ogni striscia dipinta è larga venti centimetri. Le porte devono essere fatte in tal maniera che sia possibile constatare se il gol è stato effettuato o no. Devono dunque essere fornite di rete. Oltre ciò, non è permesso porre nell’interno della porta sbarre o pali longitudinali che potrebbero provocare un rimbalzo della palla in campo. Le dimensioni desiderabili della profondità delle porte è di 80 cm. nella parte superiore e un metro alla base. Krim è una buona squadra, volitiva e caparbia, ma non imbattibile. Dell’arbitraggio possiamo dire soltanto che è stato scandaloso: almeno 6 falli di mano in piena area di rigore del Krim e uno in quella dell’Aurora, non rilevati il fuori gioco della seconda rete degli ospitanti, cariche a tergo nei salti di testa e errate valutazioni delle regole più elementari del gioco. Uno spettacolo veramente pietoso, che ha suscitato fino l’ilarità di un pubblico di parte, e ha innervosito gli atleti. Ed ora un pò di cronaca: L’Aurora parte subito all’attacco e per un quarto d’ora preme contro la rete di Slevec, sciupando 3 o 4 occasioni d’oro per segnare. Al 18’, su un contropiede, mal controllato da Santin, il Krim va in vantaggio. Lo stesso Santin si rifà qualche minuto più tardi, salvando sulla linea di porta una rete ormai fatta. La prodezza viene ripetuta in seguito da Bunc, che respinge proprio sulla linea fatale un bello spiovente di Ramani, che aveva attratto fuori porta il portiere. .L’Aurora cerca il pareggio, ma i suoi attacchi sono ancora indecisi e il riposo trova gli ospitanti in vantaggio. La ripresa vede un inizio di marca aurorina che però la difesa del Krim riesce a controllare bene. A questo punto la mediana neroverde cala ancora di tono e il Krim si rifà sotto, minacciando spesso la rete di Dobrigna. Poi, proprio quando l’Aurora si distende in avanti, un pallone, rinviato da Fajon dal limite della propria area, passa alto oltre la linea dei terzini amorini, dove Fajon, appostato in netto fuori gioco, l’in-segue e lo mette nel sacco con la difesa capodistriana, Dobrigna compreso, felina ad aspettare invano il fischio dell’arbitro. Scottati da questo smacco, i capo-distriani riprendono ad attaccare con più decisione, ma la confusione e il nervosismo annebbiano il loro gioco. Più di qualche mischia e alcuni calci d’angolo non vengono sfruttati o per troppa precipitazione, o per indecisione. Al 72’ Poljšak marca il punto della bandiera con un tiro dal limite dell’area. La susseguente pressione aurorina non smonta però la difesa del Krim che, aiuntadosi un pò con la forza, un pò con il perder tempo nelle rimesse, riesce a mantenere il punteggio sino alla fine. Pirano - Slovan (Segue dalla pagina precedente) con un ,prec,ilso tino' da distanza, riesce a sorprendere Piccini. La b'ait-itia,glia però continua e, a tratiti, assume un tono drammatico. La difesa piranese riesce a Spezzare tutte le insidie dellìavversairio. Al 24’, tìalTarea piranese il pallone giùnge al centro. Dapretto e Huast, con ■un veloce scambio idi passaggio, mescono a superare prima Kralj poi (Kanite e ia giungere sotto porta di 'Hömedh, dove Huast realizza la quinta .rete. Al 26’ con un calcio di punizione, Baie raccorcia le distanze, ma inutili si dimostrano i successivi attacchi dello Slovan. In Chiusa, rinate giallo,, con il pubblico che si sbaglia contro un segnalinee locale, pestandolo e intervento della forza pubblica. SLOVAN : Hörnech, Kamte( Po-plek, Kralj, Herbst, Korder,’ Flori ančič, Bajc, Oplatnik, Vertier, Majer. PIRANO : Fornasa.ro, Fonda, Sal-vestrlni, Pieruzzi, Dudime, Bonifacio, Huast, Božič, Dapretto, Tama^ to, Piccini. il seguente: Beara; Stankovič, Crnkovič, Čajkovski, Horvat, Boškov. Per l’attacco la questione non dovrebbe venire risolta all’infuo-ri di quello che è lo schieramento Civico e cioè Rajkov, Mitič, Vukas, Bobek e Xebec. Tuttavia, proprio perchè parecchi di questi uomini non si trovano nel loro ruolo abitudinario e cioè Vukas è mezz’ala sinistra e non centroattacco, Rajkov mezz’ala destra e non destra, eccetera, le combinazioni potrebbero essere diverse. Ed a questo proposito, sempre per l’attacco, Zvone Mornar del «Narodni Sport» di Zagabria vropone un quintetto di punta formato, da destra a sinistra, da Belin, Rajkov, Mitič• (Bobek), Vukas c Zebeč. In tal modo Belin, terzino d' origine ma anche ala destra d’adozione, darebbe più forza all’attacco e nello stesso tempo Mitič o Bobek in buone condizioni, potrebbero offrire quelle qualità di sfondatori che Vukas non possiede. Ma lasciamo da parte, per ora, la questione della formazione, per vedere. un poco da vicino, sulla base dei risultati recenti, quali possibi-bilità ha la Iugoslavia di superare gli ottavi di finale. Come è noto, il grunpo nel quale figura la nazionale jugoslava comprende il Brasile e la Francia (teste di serie) e il Messico. Regola degli ottavi di finale S che vengano disputati cfpe incontri nei quali le squadre teste di serie non debbono giocare tra loro. Per cui il 1 gruppo ha dinanzi a se il seguente calendario: 16 giugno: a Losanna: Frància— Iugoslavia; a Ginevra: Brasile—Messico. 19 giugno: a Losanna: Brasile—-Iugoslavia; a Ginevra: Francia— Messico. Bisogna notare che nel caso gli incontri abbiano a terminare jn parità allora si dovranno disputare due tempi supplementari di 30. minuti. Qualora anche in questo caso la partita terminasse in parità, allora dovrà venire ripetuta. Le due squadre che figureranno ai primi due posti come punteggio potranno disputare i quarti di finale. La nazionale jugoslava dovrà incon-tiarsi prima di tutto con la Francia. Partita che non dovrebbe essere fonte di preoccupazioni. Infatti con la Plancia, se diamo un’occhiata al passato, vedremo che la Jugoslavia ha disputato dieci confronti dei quali ne ha vinti quattro, persi quattro e conclusi in parità due. Tuttavia è proprio dello scorso anno la vittoria ottenuta con un secco 3 a 1 a Zagabria sui francesi, i quali da allora non hanno cambiato per niente la loro formazione. Quindi non è per niente improbabile una vittoria jugoslava. Dopo la Francia la Jugoslavia dovrà affrontare il Brasile. Che risultati abbiamo finora ottenuti con i Brasiliani? E’ presto detto. Complessivamente sono stati disputati tre incontri, due dei quali hanno visto la chiara affermazione jugoslava. Ecco i risultati: a Montevidea nel 1930 2-1; a Belgrado nel 1934 8-4; a Rio de Janeiro nel 1949 0-2. Presypponendo che la Jugoslavia battesse la Francia e venisse a sua volta sconfitta dal Brasile, il quale dovrebbe avere facile gioco sul Messico, fi avrebbe al primo posto il Brasile ed al secondo, a pari punti, Francia e Jugoslavia, mentre il Messico dovrebbe essere inevitabilmente fanalino di coda. In tal caso si renderebbe necessario un altro confronto tra Francia e Jugoslavia che dovrebbe, naturalmente, concludersi con la vittoria della Jugoslavia, la-quale, in tal modo, verrebbe ammessa ai quarti di finale. In questo pronostico, che è il più logico, rimane tuttavia solo un punto oscuro. E cioè riuscirà effettivamente il Brasile a conquistare il primo posto? Il calcio sudamericano oggi bisogna guardarlo con maggiore oculatezza. E’ giusto infatti rilevare che nella finale del campionato del mondo del 1950 si trovarono di fronte Uruguay e Brasile, ma è anche vero che allora si giocava sui terreni sudamericani, coìiosciuti primi dai paesi d’oltreatlantico. D’altro canto poi non bisogna dimenticare che le squadre sudamericane, che sono venute in tournée in Europa, non hanno dato spettacolo eccezionale e che si sono dimostrate di gran lunga migliori quando giocavano in casa propria. Clima, terreni di gioco, arbitri, sono diversi che nel Sudamerica. E questi sono fattori che possono avere un notevole peso sulla bilancia di un risultato. Non solo, ma se consultiamo tutti i campionati del mondo finora disputati vedremo che i sudamericani in Europa non hanno troppo convinto. E per questo non bisogna credere che il Brasile possa dimostrare di valere anche più del suo avversario. O. P. LEGA INTERREPUBBUCANA RISULTATI Lokomotiva — Sloboda 4:2 Metalac — Ouernero 3:2 Tekst’Iac — Slaven 0:0 Segesta — Split 1:0 Lubiana — Korotan 2:0 CLASSIFICA Metalac 18 12 3 3 45:21 27 Tekstilac 19 9 5 5 39:18 23 Lubiana 18 8 6 4 24:24 22 Slaven 17 7 6 4 33:20 20 Split. 1!) 7 1) 6 41:26 20 Sloboda 18 6 6 6 35:24 18 Quarnero 18 8 2 8 34:25 18 Segesta 18 7 4 7 26:25 18 Kladivar 17 4 5 6 20:32 15 Lokomotiva 18 5 1 12 28:44 11 Korotan 18 2 2 14 17:58 6 Il quarto Giro dell'Istria Questa volta a carattere internazionale Giovedì la partenza domenica arrivo a Capodistria Favorite le squadre Proleter, Scoglio Olivi, Fiume e Union di Vienna Sono in corso gli ultimi preparativi per l’inizio del IV. Giro ciclistico dell’Istria, riservato alla categoria allievi, al quale quest’anno, oltre alle migliori società ciclistiche della Centro calcio Pola Buio botte Scoglio Olivi 2:0 L’undici buiese ha raccolto altri due punti in classifica, battendo in una veloce partita le tramontanti riserve dello Scoglio Olivi. La squadra polesana non ha saputo sfruttare nei primi quarantacinque minuti un fortissimo vento a favore, dal quale era derivata anche la sua superiorità, mercè sopratutto la generosa prestazione della difesa del Buie. Al 30’ del primo tempo, anzi, per un fallo in area di rigore dello Scoglio Olivi, l’arbitro Jeremič decretava la massima punizione. Tirava Bonetti, ma il portiere riusciva a respingere in campo, dove riprendeva Vascotto, che con un calcio fortissimo, raso terra, scuoteva la rete polesana. Ma... fra la sorpresa generale l’arbitro annullava perchè il «pallone, respinto dal portiere, non può essere ripreso da nessun giocatore» (sic.). I primi minuti della ripresa, vedono il Buie proteso all’attacco, assolutamente superiore all’avversario che si difende a spada tratta, però inutilmente poiché Bonetti riusciva per due volte consecutive a infilare la palla nella rete polesana. L’arbitraggio dr Jeremič è stato pessimo. II. Buie è sceso in campo nella seguente formazione: Radovčić, Bortolin, Pešek, Gianol-la, Bonetti I, Monica, Levakovié, Cassio, Bonetti II, Mitrovič e Vascotto. Da notare che per la prima volta hanno esordito domenica i due «pulcini» Monica e Levakovié, dando una buona prova, specie l’ultimo. PALLAVOLO Si è svolto a Buie un torneo ufficiale di pallavolo maschile e femminile. Il torneo femminile si è concluso ceni la vittoria del «Partizan» di Buie che ha battuto la squadra del Ginnasio per 2—0 (15—7, 15—2). Nel torneo maschile si sono avuti i seguenti risultati: Ginnasio — Buie B 2—1 (11—15, 15—12, 15—5). APJ — Buie A 2—0 (15—11, 16 -14). Nell’incontro finale la squadra dell’armata ha battuto quella del Ginnasio per 2—0 (15—11, 15—12). Jugoslavia, parteciperà pure la squadra deH’Unionsportclub di Vienna, dando così al Giro il carattere internazionale. La Proleter, organizzatrice dell’edizione di quest’anno, ha già preso le misure necessarie affinchè il Giro, pure dal lato organizzativo ottenga un buon successo. La partenza verrà data giovedì alle ore 14 davanti all’albergo Triglav di Capodistria, da dove i ciclisti si porteranno verso Bertochi, Dekani, Risano, Kozina, sino a Fiume, dove ci sarà il primo traguardo dopo 94 km di corsa. La prima tappa, anche se presenta la dura salita da Risano a Kozina, non è la più difficile, ma potrà presentare già una buona selezione dei valori in campo. Non v’è dubbio che il Giro si adatta in primo luogo agli scalatori, essendo incluse in tutte e quattro le tappe salite di una certa asperità. La seconda tappa Fiume—Pola, che si correrà venerdì, è divisa in due eszioni con semitappa ad Arsia, dono 67 km. Da Arsia a Pola, per un totale di 38 km, i ciclisti si misureranno a cronometro individuaie. Contrariamente agli anni precedenti, l’ultima parte dal percorso, da Pola a Capodistria, verrà quest’anno divisa in due tappe. Sabato infatti si correrà la Pola—Parenzo di km 53, domenica la tappa conclusiva Parenzo—Capodistria di km 67. L’arrivo del giro è previsto per le ore 17 di domenica 6. giugno sempre dinanzi all’albergo Triglav. Fra le società sinora iscritte fanno spicco quelle istriane che si presentano con un complesso di ciclisti ormai affermati e desiderosi di conquistare la vittoria assoluta. Tutte e tre, Proleter, Uljanik e Fiume, sono, dal punto di vista tecnico, quasi dello stesso valore. La squadra capodi-striana è forse più equilibrata come valori individuali, mentre le altre due hanno i propri capisquadra e gli elementi di rincalzo, di cui potranno disporre i favoriti. Fra tutti, sei nomi si impongono sul lotto dei concorrenti (almeno su quelli conosciuti) austriaci esclusi, dato che di loro nulla si sa, e precisamente Matossi di Pola, Brajan e Fatur di Fiume, Mikalvčič, Visintin e Piciga di Capodistria. Da questa rosa di nomi, salvo le solite sorprese, dovrebbe uscire il nome del vincitore. Una certa esperienza del Giro l’hanno già Matossi, Fattur, Brajan e Miklavčič, terminati pure neH’ultima edizione, vinta dal polesano Valčič, nei primi posti della classifica. Interessante sarà vedere il comportamento degli elementi nuovi, fra i quali fa spicco Piciga per il suo brillante esordio nelle prime corse stagio-vali. Egli, affiancato ad elementi es- SUPLEMENTO DI CRONACA SPORTIVA AL N.ro 349 DELL'ORGANO DELL'UNIONE SOCIALISTA DEL POPOLO LAVORATORE - 1 GIUGNO 1984 perti quali Visintin ed il capitano della Proleter Miklavčič, potrà e dovrà dare una conferma sul suo valore reale poiché al Giro gli sarà data via libera- essendo considerati gregari Ri-cobon e Steffè, che però non figurano di molto inferiori ai compagni della squadra. Insomma la Proleter, con tre elementi di primo piano, punta alla vittoria di squadra ed ai primissimi posti nella classifica generale. Speranza più che legittima, data la qualità dei nostri ciclisti. I polesani hanno l’uomo di punta in Matossi, favorito numero uno alla vittoria finale, ma non hanno un’altrettanto omogenea squadra, per la qual cosa è prevedibile che punteranno tutte le loro forze sulla vittoria individuale a scapito del piazzamento della-squadra. Matossi è l’elemento più esperto, insieme con Miklavčič, di corse a tappe. Attualmente sta attraversando un periodo di forma smagliante, confermato dalla sua recente vittoria ai campionati repubblicani della Croazia, ciò che lo fa preferire agli altri nelle previsioni. Fiume, con l’alfiere Brajan, seguito a ruota da Fattur, è un pò la squadra enigma. Se tutti i suoi componenti daranno il massimo delle possibilità, potranno puntare al migliore risultato finale. Siamo convinti che saranno gli avversari più pericolosi della Proleter e di Matossi. Nelle altre squadre spiccano i nomi di Šebenik, dellTlirija di Lubiana, terminato terzo, dietro a Visin-tìn e Piciga, nei recenti campionati della Slovenia a Maribor, Beloklapić di Karlovac ed i componenti della squadra dello Železničar di Nuova Gorizia. L’umica a rappresentare un’incognita, è la squadra viennese, poiché non si conoscono la forza ed il rendimento dei suoi atleti e che, nel caso si trovi all’altezza dell’Union, partecipante l’anno scorso al Giro della Vojvodina, potrà puntare sulla vittoria assoluta. Eccovi l’elenco, non definitivo, dei partecipanti: UNION — Vienna: Bugnar Wilhelm, Weichselbaum Hans, Raupe Heribert, Buzek Ernst, André Josef, Gatterer Helmut; ILIRIJA — Lubiana: Benkovič Jože, Na"odè Jože, Šebenik Marjan, Popovič Rastko; KARLOVAC: Brozovič Ivan, Beloklapić Branko; FIUME: Brajan Vjekoslav, Fattur Josip, Star-čevoč Željko, Stepančič Boris, Kon-tus Josip, Marinčič Bruno; ULJANIK — Pola: Matossi Romano, Išič Mario, Butkovič Mile, Sancin Antonio, Biašič Gianno, Poccari Livio; PROLETER — Capodistria: Miklavčič Mirko, Visintin Bruno, Piciga Rajko, Steffè Pietro, Ricobon Giuseppe. Mancano i nominativi delle squadre dello Železničar di Nuova Gorizia, dell’Odred e Železničar di Lubiana, del BSK di Belgrado e delle squadre di Zagabria, che hanno mandato le loro adesioni, ma non comunicato i nomi dei partecipanti. Nel prossimo numero pubblicheremo un’ampio servizio del nostro inviato speciale al IV. Giro ciclistico dell’Istria. P. Al 16 giugno la Coppa Rime! ALLA JUGOSLAVIA L'ONORE DI ALZARE LE BANDIERE L inizio delle competizioni per il massimo campionato di calcio sta ormai avvicinandosi a passi da gigante. Tre domeniche fa, 16 maggio, la nostra rappresentativa è scesa in campo per vincere i maestri inglesi. Esattamente un mese dopo, cioè il 16 giugno, i nostri incontreranno l’undici francese nella partita d’apertura del campionato mondiale. La partita avrà luogo allo stadio «Pon-taise» di Losanna che, secondo gli ultimi rilievi, potrà contenere esattamente 48.880 spettatori. In questo stadio si terrà la cerimonia inaugurale. Per primo parlerà Jules Rimet, presidente della FIFA, e subito dopo il presidente della Federazione svizzera, Rubbatel, dichiarerà aperto il campionato. Seguirà l’inalberazione delle 16 bandiere. Queste saranno issate dagli atleti jugoslavi e francesi. La cronaca della manifestazione verrà radiodiffusa in tutti gli altri campi, nei quali verranno effettuate le prime partite. Che succederà se l’incontro finale, che dovrà dare il campione del mondo, (e che si terrà il 4 luglio prossimo allo stadio di Wankdorf) si conclude in paritàP Su questa possibilità gli organizzatori hanno deciso quanto segue: La partita dovrà ripetersi sul medesimo terreno, tre giorni più tardi. Se anche questa prova dovesse concludersi con un nuovo pareggio, all’incontro verranno aggiunti due tempi supplementari di 15 minuti ciascuno. Qualora neppure così si giungesse a selezionare il campione, spetterà al comitato organizzatore, decidere, la stessa sera, la data della terza prova. ★ Gli ungheresi, i grandi favoriti, si trovano attualmente in difficoltà con la loro formazione standard. Il magnifico mediano Boezsik è stato operato giorni fa di tonsille. Gustavo Sebes non ha fiducia nell’ala destra Budai che si trova in cattiva forma. La formazione per la Svizzera dunque sarà, con ogni probabiltà, la medesima che ha vinto tanto clamorosamente contro l’Inghilterra, salvo aualche lieve mutamento. ★ Sono state comunicate ufficialmente le quote con le quali le varie società radiofoniche dovranno contribuire per avere il diritto di ritrasmettere le radiocronache degli incontri. Le trasmissioni saranno organizzate su di un piano prettamente commerciale. Le stazioni radio pagheranno degli importi relativamente grandi poiché le spese degli organizzatori in questo settore ammontano a circa mezzo milione di franchi svizzeri. ★ Sono già stati posti in vendita i francobolli emessi dalle poste svizzere in occasione dei campionati. Il valore nominale della serie è di 0,40 franchi svizzeri. Su di essi è raffigurato un pallone d’oro sullo sfondo di un globo. ★ Ai nostri lettori che volessero seguire le radiocronàche delle dispute, comunichiamo che quelle in corso sabato e domenica avranno inizio esattamente alle ore 17, mentre le altre durante la settimana inizieranno alle ore 18 precise. Ciò vuol dire che la radiocronaca diretta dell’incontro Jugoslavia—• Francia potrà essere ascoltata mercoledì 16 giugno alle ore 18, mentre quella Jugoslavia—Brasile verrà radiotrasmessa alle 17 del 20 giugno. Gli italiani, dal canto loro, sono seriamente preoccupati per il successo dei belgi. Dopo il due a zero di Zagabria, l’allenatore federale italiano Czeisler ha comunicato di aver avvertito i suoi giocatori del «pericolo belga». L’Italia si incontrerà con questa compagine il 20 giugno a Lugano. ★ Enorme sensazione ha destato nella stampa mondiale la notizia che Schiaffino, il miglior giocatore della nazionale uruguayana, si trasferirà in Italia dove subito dopo i campionati svizzeri, giocherà nelle file del Milan, e ricevendo quale premio la somma di 80 milioni di lire. Così, per la prossima stagione, il terzetto d’attacco della squadra milanista sarà composto da Liedhol, Nordhal, Schiaffino. ★ L’ultimo controllo agli impianti dei sei campi di gioco, sui quali verranno effettuate le partite del campionato, sarà fatto, per conto della FIFA, da Sir Stanley Rous e dall’ing. Ottorino Barassi. Panorama settimanale dello sport Jugoslavo In lotta aperta contro gli speculatori sportivi Ottima l'organizzazione per i femminili di Basket Eccoci puntuali per dare assieme uno sguardo panoramico .agli avvenimenti più salienti della settimana sportiva jugoslava. LA RAPPRESENTATIVA CALCISTICA A LUBIANA In primo luogo .un’ofcohi.ata al più popolare di tutti gli sport, il calcio. [Settimana magra, qualora la si osservi dal punito di vista lagonisticoi, ma tuttavia non priva dii interesse. Tutta la stampa sportiva jugo-slava è in questi giorni impegnata nel seguire l’allenamento collegiale, che sì svolge .a Lubiana, dei ventun calciatori che avranno il non facile campito di difendere il prestìgio del calcio nazionale ai prossimi campionati del mondo. A questo riguardo ci è dato di sapere che il grado di forma dei nostri atleti è arrivato ad un punto soddisfacente e va progressivamente aumentando. ISu questo punto, l’aillen&tore federale, Milovan Čirič, è piuttosto ottimista e si è dichiarato soddisfatto delle condizioni di salute di quegli .atleti che, fino a qualche giorno fa, destavano preoccupazioni, come Rajkov, Horvat, Zebeic e Spaijć. Dif-tfatti, abbiamo 'appreso che butti questi quattro nostri calciatori hanno ripreso contatto col' pallone, moto risentendo alcun disturbo. CHI VA E CHI VIENE Vivo interesse destano pure le notizie sui trapasso di vari giocatori da una società all'altra. Così, ad esempio, l’Odreid di Lubiana perderà il suo migliore attaccante, Toplak, che ha già firmato il cartellino per la Crvena Zvezda dii Belgrado. In compenso però potrà valersi dell'abilità idell'ex giocatore della Vojvodina, Leskov e di Vor-gič e Jurišič del Partizan. Su tale argomento la Federazione calcistica jugoslava è in viVa agitazione. Essa ha fatto fioccare numerose sospensioni a vari giocatori e dirigenti di società, in attesa di effettuare le inchieste ohe dovranno appurare i fatti e portare a galla tutte le irregolarità sospettante in queste transazioni,. Infatti, sembra ohe nella maggior parte dei casi siano state trasgredite le -severe norme oche regolano il trasferimento dei , giocatori. Fino ad oggi si trovano sotto inchiesta i seguenti calciatori : Radonič, Tasič, Prtin-čević del B.S.K.; Leskov, Krstić e iKrgil II del Vojvodina; Vorgič del Partizan e Cremkovič del Dinamo. Questi per menzionare i più noti, ma altri ancora ce ne sono e, come detto, pure numerosi sono i dirigenti incriminati. Concluso a suon di trombe il massimo campionato italiano di Calcio Unter si è proclamata già promossi Il Catania campione in serie A Cosi, tra un sospiro e l'altro., anche quest’agitatissima edizione del (massiimo campionato italiano ha, come si vuol dire,. tirate le cuoia. L’,internazionale, che è stata giuste-menite proclamata campione, ha votato terminare in bellezza, ponendo, quattro decisi pialloni nella rete di un'a Triestina, ormài sicura in partenza (di non retrocedere. Quando lo spirito sportivo regge contro la violenza CON DIECI UOMINI IN CAMPO IL PIRANO DOMINA UGUALMENTE Chi invece deve aver maisitioato un bo'oeone di pane lamaro è l’unidi-'ci degli zebrotti bianconeri. Infatti gli juventini speravano in un possibile pareggio deilTnter. Ne saprebbe risultato un incontro nazionale di eLiimimatoiria di altissimo rilievo e dalia quale la squadra piemontese avrebbe farse potuto uscire con gli allori. Tutte le tre candidate alla retrocessione hanno dal canto loro vinto, lasciando completamente aperto quesito problema. Ci, vorranno degli incontri eliminatori per stabilire la seconda condannata. Spai? Udinese? Palermo? Chi andrà a ,fapre compagnia alla derelitta Legna- SLOVAN PIRÄNO 4:5 Non erano ancora scaduti i primi ■60 secondi di gioco, che Verber, ita-'tercettando .un passaggio di Majer, riusciva a insaccare il pallone die-, tro le spalle di Foirnasaro. Naturalmente, ciò noin poteva ancora confermarci, di pronostico Che dava per perdente il Pirano, handicappato di alcuni titolari e impegnato sul difficile campo del secondo in classifica, fermamente deciso a Spuntare in testa, ma ohe, pur di raiggiungere bàie scopo., domenica 'non è andato troppo per il sottile quanto a mezzi, usando anche quelli che, con un comun denominatore, potremo chiamare antisportivi. Difatti .al 6’ dàil'angolo destro del fondo campo, perviene al ceto-, tro un allungo di Huast, Pieruzzi è .pronto sul pdEone e, dal limite, licuote la rete di Hörnech. Gli Slovani premano sotto porta di Foma-saro, senza tuttavia impegnarlo soverchiamente,, mentre ogni discesa dell’incisilva quintetto piirainese mette in pericolo la toro rete. All’ll’, e — conosceva una donna te per bene. Oggi la gente per bella, seducente, f ormosa, detiene si è allontanata ed il ange, senza sapere di che, , Aptonio Pesaro — che tale pigUatura, Amalia riempiva in m<>lte Poesie romantiche i i nome e. nostro poeta del suo perpetuo canto le am- della prima metà dellOtto-— nacque a Isola d 24 gm- pic stonze della casa paterna> cento, quasi presagendo l im- e al piano suonava soltanto i ballabili più in voga a quei tempi, e inai le lacrimose romanze fiorite «sulla tomba del morto amico c dell’estinta tato in compagnia del Belen- amica», come esigeva la moda 8hi sullodato, fungendovi da dell’epoca. Essa era, infatti, rettore e da docente di let- così poco sognatrice e tanto ere il proprio zio, mons. Pe- povera di gusto poetico e ro-saro, simpatica figura di mac- montico che, messa sul punto stro, della quale s è perduto dj scegliere fra le disperate, lo stampo. raa sublimi malinconie del Per desiderio paterno, ter- Leopardi e le ardimentose esi-minato il corso umanistico a bizioni equestri d’un ufficiale Capodistria e a Udine, egli si di cavalleria, non avrebbe estera iscritto alla facoltà di tato un solo istante a conce-medicina nell’università di dere la palma a quest’ultimo. Padova. Rientrato a Isola nel Amalia non cercava il suo luglio del 1850 allo scopo di ideale nella tremolante luce '.rascorrervi le vacanze autun- delie remote costellazioni: aiuoli, strinse amicizia con la l’opposto si accontentava di famiglia Fontana di Trieste, rintracciarlo su questa vasta 'a quale dimorava nella corno- terra, e possibilmente sotto le ta da un nuovo amore quello la casa, situata nel rione det- spoglie di un uomo fisicamen- di un «amico intimo» di lui!) 'o «Alle porte», al principio te perfetto. E allora perchè gli si palesava ogni giorno del paese, a man ritta di chi Antonio se nera tanto dinamo- viù fredda e quasi ostile. E viene da Capodistria. rato? Forse per là legge dei partendo Antonio alla volta In quell’accogliente casa contrasti... minente «rollo del suo amore, in una lirica, intitolata «Mestizia», satura di risonanze manzoniane, egli canta di sè: Come abbattuto all’impeto erudel della tempesta, sopra lo stelo languido un fior china la testa e un profumo solvesi dopo che langue e muor; tal io deserto, spargere sui suolo del dolore devo un’amara lagrima dal fondo del mio cuore, e di mia vita al cespite langue appassito il fior. Si, il fiore della sua vita languiva avvizzito, perchè egli «sentiva» che non lo riscaldava più l’affetto della sua fanciulla, la quale, attira- A convegno oli steno del mondo Personalmente credo che l’energico intervento delle autorità rafforzerà il prestigio che il porto di Fiume si è assicurato nelle sfere mercantili intemazionali. Agli argani competenti il compito ««dunque» idi attuare la volontà Ideila stragrande maggioranza dei cittadini di Fume, con l’augurio a quest’ultimi di ritrovarsi in un giorno, non lontano, nuovamente dlieinti fissi dell’Uč- (Nostro servizio) LUBIANA, maggio — Scrivendo questo articolo, o meglio ,redigendo questa intervista, siamo consapevoli di accennare ad un problema finora completamente ignorato da tutta la nostra stampa. Parliamo di stenografi e di stenografila. L’incontro con Pierina Dobrila, luibianese, professoressa di slavistica, giovane per età, ma tra le ka, caffè e locale esclusiva/- più 'anziane stenografe in Ju- li ponte di Sušak, che unisce questa cittadina a Fiume mente per gente onesta. B. C. QUEL CHE PUÒ' CAPITARE A UN TURISTA POCO INFORMATO A SARAJEVO Una alla vecchia ricerca guida e un del «Cirkus inglese platz» ci riparta alla propoisizions originaria : senza la stenografia è impossibile immaginare alcuna attività pubblica. Non è un gioco di sillogismi, badate. Gli stenografi sono quelli che conserviamo alla istoria i discorsi degli uomini politici, le discussioni nei fori pubblici, culturali, ecc. di ogni paese e dei fori intemazionali; essi riferiscono fedelmente discussioni, polemiche, conferenze che 'altrimenti andrebbero perdute. Sono essi che distruggono ili malefico effetto det detto «verbo volant». Si dirà Che ci sono le macchine. E vero: c’è fi dittafono, di magnetofono, il disco grammofonico ed altri apparecchi. Ma ci vogliono pui sempre gli stenografi per stilare discorsi e discussioni che "la macchina, senza cervello, infonderebbe con i rumori professione, essi sono, gli artisti della stenografia. Di tali stenografi in Jugoslavia ne esistono soltanto venticinque. ☆ La prima organizzazione di stenografi che sia sorta in Jugoslavia fu la Società Stenograf iica slovena fondata nel 1934, attiva fino al 1941. Gom l’ocaupazdone anche gli stenografi si opposero ail nemico instaurando il periodo del «silenzio (culturale» nella vena ed è delegata presso l’Unione stenografica federa, le. La quale Unione, cólme organismo, di allacciamento e diffusione per tutto SI pae. se, è sorta nel 1953, .appena un anno- fa dunque, e presidente ne è Vlado Majer. Finalità dell’Unione stenografi jugoslavi sono: complteitare e sviluppare lo studio delia stenografia, il sistema e l’uso in massa di essa. L’Unione jugoslava, appena nata, (Nostra corrispondenza) di aver sbagliato locazione e rimediabilmente perduta, sfo- cola, films artistici e docu-Sarajevo, maggio riprende la sua passeggiata garono la loro rabbia prima mentori. Quando il forestiero mette lungo i marciapiedi con cinte di darsi alla fuga. Ai rami dei p ■ i i ri il piede a Sarajevo, la capitale di verde. Sul suo cammino in- vecchi castagni di Marindvor avere un simbolo delta della Bosnia-Erzegovina, cer- contra l’edificio della Facoltà penzolarono in una sola notte nuov(f Sarajevo basta soffer-ca subito di soddisfare una tecnica e un parco, un parco 55 patrioti. Giovani e ragazze, Tnfrs\ a“a Stazione ferroviarie curiosità covata nell’animo da sul Marindvor, un parco pres- uomini e donne innocenti ve- c"e ® P®“ bella, grande e interessandosi dell’aspetto, diciamo così, folcloristico della città, lasciandosi guidare dalla ricerca dei coioti orientali dell’ambiente — le moschee musulmane, i costumi ed altri tracce storiche so la Centrale elettrica, parchi di divertimento a Grbavica e Ilidža, il grande stadio di Koševski... Ma dovè il Cirkus Platz? — Where is it? — Pleace, mister... non vi nivano catturati per-le strade o strappati dalle loro case per essere liquidati fra mille torture alla Dariva, a Vrace, a Beledija, (nei sotterranei di villa Berković. dell’influsso e della domina- arrabbiate. Avete fatto tardi -ione ottomana; oppure ricor- all’appuntamento, un ritardo da la vicenda sanguinosa del di pochi anni, fonte Latino. Ma ben presto è Ma l’inglese fa l’inglese. Il costretto a gettar via questa suo temperamento conservato-morbosità perchè istintiva- re, flemmatico lo porta a vomente sorpreso sopratutto dal vistare fra le invecchiate scarnito nuovo della Sarajevo mo- toffie del Museo. zi», i senza terra e i proletari. «na scena di un tempo andato. Oggi le donne della Bo sn'a non portano più la «feredja» che le nascondeva agli occhi del mondo Una «cronicha» scritta da pjfna che con i suoi edifici, Rubriche, strade, scuole, tea-$ ecc. rassomiglia ad una «elle tante belle, confortevo- ' e attraenti città europee. 1 Questo nuovo è molto più dell’antico perchè di vita mentre il vecchio la morte. p‘er esempio... vedete quel-'nglese che si comporta stra-,°tente col cicerone? Non è ? lìngua che lo pone in dif-''coltà. E’ la sua guida turi-tiica vecchia di 15 anni a locargli dei brutti scherzi. Z*®0no cerca il «Cirkus Platz» iv fungo, gli immondezzai, ‘ vecchi sepolcri che face-“"o la caratteristica di que-q° luridio angolo cittadino. ,'ra gli occhi intorno e scorci nn alto edificio a quattro !>«, bianco, e sull’entrata ^egna del Ministero dell’in-rfìria, quindi un edificio a J piani che ospita il Con-ßio territoriale dei sindaca-J tede un parco di diverti-e aiuole ben sistemate (i. °rno alla vecchia moschea 1 Ah Pascià. Il mister crede un frate nel 1649 dice che in nuove fabbriche e il numero quel tempo la vita dei conta- delle botteghe artigianali e dini bosniaci, soggiogati dai aumentato di qualche centifeudatari turchi era tale che: naio. Gli abitanti di oggi, in «oh, quanto è duro guardare numero di oltre 135.000, so-i campi deserti senza uomini, no il doppio di quanti se ne senza animali, senza frutti! I contavano nel 1945. vivi invidiano i morti». L Università fondata nel Quindi l’inglese si sprofon- ^50, ha sei facoltà e 3000 da su alcuni libri monastici s*ldentt affollane i suoi edi-ove ignoti cronisti hanno de- fici e quelli delle scuole su-scritto i sanguinosi orrori del- Ver^or^ Pedagogia e en i la seconda metà del XVII se- stica■ DoP° 1“ Aerazione han-colo, gli anni delle rivolte dei no Preso a funzionare nuovi contadini. Una pagina gli dice enti scientifici: l Istituto vete-che nel 1682 a Sarajevo città rinario, l Istituto per la tutela — ove erano convenuti i co- de* monumenti, per l xstruzio-loni di tutte le «nahje» invi- sanitaria, l Istituto urbani- tati a pagare le tasse — que- Pe/ citarne alcuni. Le sti contadini si ribellarono, biblioteche che a Sarajevo an-uccisero il malfamato Mulo teguerra erano una ranta sono Omer Efendia e tenacemente eggi 30 con oltre 1 milione di lottarono in una rivolta che fu '-d)rb ha sola Biblioteca popo-soffocata nel sangue. {lre ne possiede 230.000. Non _ ., manca il teatro con l’Opera, il STRAGI E LIBERTA Dramma, il Balletto e l’Istitu-Sarajevo visse giorni o notti to d’arte drammatico, il tea-agitati tra la fine di marzo e tro dei pionieri e quello delle l’inizio d’aprile del 1945. Te- marionette. Sopra Ilidža la deschi ed ustascio in preda alla «Bosna film» produce da al-disperazione per la partita ir- cimi anni chilometri di pelli- moderna del nostro Paese! La rivoluzione ha cancellato per sempre la vecchia «Sarajevska čaršija» dove «òifti», «bani»,-«begovi» ed «ago» signori e grossi commercianti, Poi da Ivan Blanina e dai seduti, dirigevano la politica monti Crvena Stiena comin- la politica per opprimere in ciarono a giungere colonne di Bosnia ed Erzegovina i «sojsu-camions carichi di tedeschi feriti. Il nemico, premuto dall’armata popolare di liberazione, non aveva tempo neppure di seppellire i propri cadaveri, Gli ustascia, con la preda saccheggiata, si affrettavano a raggiungere Zagabria dove credevano di mettersi al sicuro. Dapprima tuonarono i cannoni, da Sarajevo. Poi presero a cantare le mitragliatrici. Infine i tedeschi minarono le proprie caserme e le scuole. I partigiani incalzavano, la libertà era vicina. Il popolo si accinse a salvare la città dalla distruzione, guidato dall’eroe popolare Vlado Perič - Valter. Nella battaglia decisiva migliaia di cittadini in armi si batterono eroicamente e molti caddero. Cadde anche Valter. All’alba del giorno della libertà. Un decennio di libertà, e non completo, è assai poco per una città che ricorda secoli di schiavitù. Eppure in questo breve periodo Sarajevo ha fatto maggiore progresso che durante tutto un secolo, diventando più grande, più graziosa, più moderna. In questi pochi anni sono sorte otto he immaginarsi senza la stenografia. Per fare un riferimento storico accenneremo ai fatto che se non ci fossero stati gli Stenografi laccanto al marsi alla Stazione ferroviaria grande Shakespeare, nessun suo dramma sarebbe oggi conservato e conosciuto e rappresentato. Perchè nella maggior parte dei oasi il grande inglese non scriveva i suoi lavori, ma semplice-mente ili dettava fra una ristretta cerchia di artisti. Gli stenografi, pazienti e previdenti, si preoccuparono' di affidare alla carta e fare ereditare ai posteri d tesiti com-Ora a Sarajevo, a dirigere la pleti .ascoffltati a teatro. vita politica e economica dei Serbi, Croati e Mussulmani Straordinariamente impor-della Bosnia-Erzegovina, sie- tante e indispensabile è la dono operai: ministri, deputa- stenografia per i giornalisti. ti e consiglieri, quelli che Credo non occorra spiegare il hanno fatto la rivoluzione, perchè. I giornalisti sono I quelli che hanno demolito la preziosi collezionisti degli «čaršija», quelli che hanno avvenimenti che fanno la edificato tutto quanto c’è di storila, e sono i cronisti della nuovo e di bello al posto del vita umana in tutte le sue fango e dei sepolcri del «Cir- manifestazioni. Risulta logt kus Platz». G. Scotti. ca perciò la conclusione che goslavia '(da 20 anni pratica questa professione e da altrettanti ne è diventata la propugnatrice più fervente) ha dato motivo a questo scritto. Non è scopo nostro spiegare come sia sorta la stenografia, tanto meno darne il prospetto di sviluppo storico. Diremo soltanto, per inciso, ripetendo le parole della nastra imfeflocutrice, Che nessuna attività pubblica specialmente oggi nel campo della politica, potreb- o semplicemente ripeterebbe nuovamente nella cornice brevissima del tempo di trasmissione. A decifrare li pappagialleg-giare del magnetofono, ci vuole lo stenografo. Il Parlamento svedese provò a sostituire gli stenografi del Parlamento con le macchine, Ma la prova fu di breve, durata. E fu costretto di nuovo a richiamare in servizio gli stenografi, e a pagarli questa volta, salatamente cari, perchè questi vollero lavare raffronto subito e valorizzare la categoria. Perchè si sappia, non è cosa d’Oigni giorno incontrare un vero stenografo, imo stenografo cioè dì dibattiti (qeulli parlamentari, ad esempio). In Germania esistono oggi ben 4 milioni di persone che sono passate attraverso 1 coirsi di stenografia, di quesiti solo 40.000 sono diventati stenografi e soltanto '400 sono riusciti ad elevarsi al-l’ia'ltez'za delio «stenografo di dibattiti» :ì virtuosi della Charlie Chaplin ha ricevuto in questi giorni il premio comi nf ormista per la pace. A prescindere dei doppi fini che 51 premio (persegue, il grande attore l’ha accettato. Nella foto: Chaplin in una scena dell’ind Imeni {cabile «Dittatore» vita pubblica, e sviluppando si è già fatto invece vivamente ogni attivi- presso le org; tà nelIPiMeigaliità, al servizio lari degli altri della E/F.L. I migliori steno- fondazione dii grafi, in vestito partigiano, alone intern': vanno a lavorare presso il ■ grafica. Colsi, io di ASTERISCHI IL DRAMMA JUGOSLAVO A PARIGI Dal 10 c. m. sino alla fin© del luglio prossimo si terrà a Parigi il Festival intemazionale deH’arte drammatica, al quale parteciperanno i migliori complessi tedeschi, inglesi, danesi, norvegesi, spagnoli « altri. Al Festival prenderà parte anche il (Dramma nazionale jugoslavo di Belgrado con la commedia «Dundo Maraje» di M. Držić. ACCADEMIA DI LETTERATURA IN INDIA In India si è costituita la «Sahyhtia Academy» che ha lo scopo di favorire 10 sviluppo letterario. A presidente è stato eletto lo. stesso Premier, Pandit Nehru, e di essa fanno parte 24 letterati in irappresientanza dei 14 principali gruppi linguistici dei paese. COSA LEGGONO I FRANCESI? Il giornale «Arbs» pubblica regolarmente un elenco dei libri che più si leggono ogni mese nelle principali città della Francia. A Parigi figura in testa 11 romanzo «Hécate et ses chiens», di Morand, ohe ha attirato l’attenzione dì una larga schiera di lettori, anche nelle altre località del paese. A mila e Lyon, invece, ili libro più letto durante l’aprille scorso è stato «L’olio e il fuoco» di Baizim. Degli autori stranieri ili più letto è stato Granin («La spada della giiuistbissitei»>.■ .Seguono Troytat (««Les se-mailles et les maiissonis»), Montherlant («Histoiire d’amoiur de la rose de sabre»), Roy («Le navigatemi»), Hunt («La vit- toria isuinUverest»), Chagamy («La felicità a Bali») e Maurais con «Olimpio» la più letta fra .'le opere Storiche. CONGRESSO DI GIOVANI MUSICISTI L’Assooiiaizìon'e intemazionale dei giovani musicisti, costituitasi in seno al-il’UINESOO, terrà dai 2 a!l’3 luglio p. v. a Hannover (Germ, otcoiid.) il suo IX. Congresso, cui, presenzieranno 1200 delegati di 'ogni paese. DIVERTIMENTI IN REGRESSO Di frequente ol si lamenta che la gente desidera sempre più divertimenti e si interessa sempre meno alia vera arte. A dar retta ad altri, invece, succede proprio il contrario. Si cita infatti che mentre 50 anni fa a New York esistevamo 62 teatri di rivista e 16 locali dii divertimento, in totale 78, tale cifra si è ridotta a soli 39. Cosi pure a Parigi, dove si contavamo ben 54 locali di divertimento, compresi i circhi, oggi il loro numero è sceso molto al idi sotto di quella cifra, mentre a Londra —■ città, dove prima esistevano ben 130 locali di divertimento — ne sopravvivono oggi soltanto 80, ivi compresi quelli dei sobborghi. La diminuzione di tali locali non è dovuta tanto alla taro soppreisisione, quanto per la loro trasformazione 'in teatri con un solido programma artistico. E’ interessante anche notare che Taumento dei teatri a spese idei locali di divertimento è .avvenuto nonostante la grande diffusione dèi cinema. Comando supremo dell’EjP. L. Ed è solo grazie ad essi se oggi oi sono pervenuti i documenti dei periodo più glorioso della nostra epopea. Essi ci hanno tramandato i discorsi dei comandanti dei-l’EjP.L.; gli ordini di battaglia, le direttive, i verbali degli istorici convegni ed altro materiale che ci permettono di ricostruire la storia della nostra guerra di liberazione. La nostra intervistata cita l’esempio del suo collega Tiča Stanojevič che dail’ihiteio della E.P.L. e dopo ed ancor oggi segue come un’ombra il Maresciallo Tito stenografando oigni sua parola, ogni suo colloquio, ogni suo discorso. In Slovenia un .asso deffla stenografia è Milan Megušar, il cui nome partigiano fu Borut, oggi capo del bureau stenografico dell’Assemhfea popolare. Nel dopoguerra il bisogno di stenografi si è fatto vivamente sentire. In Serbia, Croazia e Slovenia sono stati formati uffici di stenografia presso i rispettivi Parlamenti repubblicani e fra breve verranno creati anche per il Montenegro e la Macedonia Dopo la liberazione sono •stati fatti vari tentativi per vivificare la Società dii sto nagrafia nei nostro (Passe Dapprima ha preso ia funzio nare FAssociazione croata a Zagabria (su proposta ed i-niiziatiVa delia collega slovena (Pierina Dobrila), qu.in. di quella Serba e dlue mesi or sono è sfata rimessa in vita anche VAssociazione Slovena. Tièa Stanojevič è presidente In Serbia, Vladoi Ma jer ■‘in Croiaizia e Milan Me-gušar-zBorut in Slovenia. Pierina Dobrila occupa ili posto quest'anno si sono riuniti a Mainz i rappresemtanltli della Jugoslavia, Austria e Germania Occidentale preparan-do il necessario per l'apertura idei Congresso costitutivo dell’organi'zzazìone m-ternazicnaile stenograifìitea che si terrà la Montreal (Svizzera) dai 5 a'U’8 giugno. La Jugoslavia invia esperti per la birotelcniioa. «Attendiamo Ida questa organizza^ zione — oi dice la compagna Dobriila — grandi risul" tati pratici. Che si sviluppi nel mondo Pimportanza e Futilità dèlia stenografia e si affermi il ruolo degli stenografi nella società». ☆ Oggi Puntane stenografi jugoslava conta circa 1500 membri. «L’OirganiizKlaBione ha in prospettiva TorganiZr zaizione su scala nazionale di corsi, la pubblicazione di un giornale e tende costantemente ad .estendere .ili numero dei suoi membri facendo una politica costruttiva per la formazione di nuovi quadri, il loro impiego nella vita pubblica e la loro premiazione con criteri che abbiano presenti gli interessi comuni della società e della categoria». A mettere in rilievo una soddisfacente inclinazione verso la stenografia nel nostro Paese, la compagna Dobrila ci .fa sapere che nel mondo quasi ogni Nazione possiede uno stenografo di dibàttiti (i Virtuosi li abbiamo altrimenti definiti) su ogni 1000 stenografi1. In Jugoslavia il rapporto è di 5 su 1000. Ad uno stenografo, perchè ottenga dii essere («stenografo di idilbàtititi», si chiède che sappia scrivere almeno 150 parole -al minuto, ovvero 300 di Padova per laurearsi in medicina, l’affida proprio a colui che da qualche tempo gli si era sostituito nel cuore incostante della volubile e sensuale ragazza. E qualche mese appresso, gli giunge, terribile, la notizia che «l’amico fedele» (un piranese che a Isola esercitava la professione del farmacista) si è fidanzato con la «sua» Amalia! Tuttavia il Pesaro, spirito veramente generoso, non maledice i «fedifraghi», e sapendo i suoi giorni contati per un male inesorabile, che lo rode, esce in questi accorati accenti: Mi venne detto alfin quel che temei a tempo assai Ionian; detto mi venne ehe gli affetti miei t’aveva offerto invan, chè tu eri superba; misero, Invero, dacché un sogno lieto per me non s’awerò . . . Ma anche in braccio della «livida dea» dalla falce inesorabile, il radioso passato viene a turbargli l’atrocissima agonia; e per quanto si sforzi di scacciare da sè la seducente immagine della vezzosa Amalia, questa gli sta sempre davanti agli occhi ormai velati dalla nebbia del transito imminente: ed egli le parla come se fosse presente e le dice lacrimando: Io ti stringea al mio cuor, io ti parlava d’un santo amor, d’un unico ben ch’anco mi rapisce. L’affan ti palesava che tormenta il mio cuore e si l’oltraggia, per cui, dolente spirito, vò errando nell’orror che mi circonda ! Lo sventurato poeta spirò il 19 agosto 1853, dunque a soli ventun anno. La sua salma riposa nel piccolo cimitero, ora abbandonato, che fin dal 1811 la «Municipalità» d’isola, obbedendo a quel decreto napoleonico che doveva ispirare al Foscolo il suo celebre carme ai Sepolcri, aveva costruito sul bellissimo «Scoglio San Piero», in faccia al sonante Adriatico che, quando è in collera bagna le tombe scavate a ridosso del muro di cinta. Sotto quelle umili zolle dorme, e da gran tempo, anche la povera Amalia: e chissà che i due infelici spiriti, purificati dal dolore (poiché pur lei fu infelice) non siano rappacificati, finalmente, dalla morte, che tutto livella. Alfredo Bencivenni. di segretaria dell’Associazio- sillabe. Gli stenografi dèi none stenografi della R. P. Sio- stro Parlamento superano Il Vardar a Skoplje questa norma. Il record mondiale della stenografia consiste nella trascrizione di 250 parole — 500 sillabe — al minuto. Ma è difficile che esista ai mondo un oratore che possa parlare con tale stra^ ordinaria sveltezza. GIACOMO SCOTTI UN PROBLEMA CHE SI TRASCINA NELL'INETTITUDINE DEL GOVERNO DI ROMA CARATTERISTICO ANGOLO DI SARDEGNA Mentre in Italia sta sempre più approfondendosi ed allargandosi la piaga cancrenosa della disoccupazione, mentre in Italia il problema della emigrazione diventa sempre più preoccupante ; mentre il governo democristiano pone quale base fondamentale della sua politica il problema di Trieste; mentre a Trieste il vescovo Santin ed il sindaco Bartoli porgono il loro «commosso» saluto ai triestini in partenza per l’Australia, abbandonando la propria terra ai figli preferiti dalla «Grande Madre», mentre ciò succede in Italia ed a Trieste, sarà bene ricordare che l’Italia ha pure una terra non sodo spopoliate, ma per vaste zone add irittura deserta. Questa terra è la Sardegna dove la valorizzazione delle ingenti risorse naturali, assorbirebbe, oltre 'alla disoccupazione locale, una notevole parte di quella delle regioni sovrapo-polaite della penisola. PATRIMONIO NEGLETTO Infatti la Sardegna possiede un patrimonio idrico, delle riserve minerarie, una pescosità marina e una superficie notevolissima di ter- ritorio sfruttabile dal punto di vista .agrario, che ora giacciono quasi del tutto negletti. ili patrimonio idrico solo da qualche anno comincia ad avere uno sfruttamento adeguato, Il potenziamento delibala in fatto di bacini di ritenuta, sia per l’irrigazione e provvista d’acqua potabile, ohe per la produzione d’energia elettrica, è superiore a quello di tutte te altre regioni del Mezzogiorno. Supererebbe di certo ogni previsione di utilizzo per la valorizzazione massima del territorio .isolano dal punto di vista demografico, agricolo ed industriate. Alla quinta Mostra internazionale della fotografia artistica di Lubiana UOMINI DI OGNI PAESE CHI PARLANO UN UNICO LINGUAGGIO RISERVE MINERARIE 583 maestri dell'obiettivo esprimono nelle loro opere l’amore degli nomini per le bellezze delia natura Quanto alle riserve minerarie — come piombo, zinco, argento, .antimonio e dii combustibili fossili come .il carbone di Suteis e Fantiracite — non è un luogo comune quello ohe dà ben lontane dalii’esaur.mento te già note e quelle non note, altrettanto ingenti. E’ di comune dominio il fatto che fattuale produzione mineraria dell’isola rappresenta ila più alta percentuaie~~di quella glo- castanza che i dieci centri maggiori dell’isola osp tano nelle loro mura oltre un quarto della popolazione;. Inoltre, al contrario di quanto .avviene in ogni isola e penisola, la popolazione sarda non vive affacciata sulle coste, ma nell’interno. Questo fenomeno trova la sua causa enei millenario susseguirsi delle incursioni piratesche sui litorali della Sardegna dairvill all’inizio del XIX. secolo. Ancora oggi la distanza media dal mare della popolazione sarda è di circa 17 tal. Secondo l’ultimo censimento la popolazione abitante in riva .al mare .era il 10% del1 .totale '(per la Sicilia il 37%). Ma pressoché disabitate .sono ancora le vallate delle vaste conche delle adiacenze dei fiumi e delle intere zone pianeggianti, dove .la terra è profonda e meno povera d’acqua ; mentre sono abitate te dorsali dei monti, dove dominano i terreni rocciosi, dove io spessore del suolo è minare e l’ap-prowigionamento idrico è SCARPE AL SOLE SUI GRATTACIELI DI NEW YORK LUBIANA, maggio — Lun- loto artistiche. Al secondo sono quasi unanimi nel ri- le proprie grandi attitudini, go la «promenade» che con- posto nella graduatoria per conoscere pregi elevatissimi dette inizio a nuovi esperi- baie dell’Italia. Eppure mol- tìuce al Tivoli pendono gran- collezioni si è piazzato il alle opere esposte e alla mo- menti che, in breve, portare- to oammino resta da fare Fotoclub di Zagabria con 15 fotografie artistiche. di trasparenti, bandiere e scritte. Nulla di insolito per Lubiana, usa a vestirsi bea più riccamente a festa in oc- casione delle grandi ricorren- La Mostra è arredata mo ze nazionali. L’insolito c’è in- dernamente e con molto gu-vece ed è costituito dalle nu- sto. La prima sala ospita il merose bandiere nazionali gruppo delle foto in bianco dei paesi di tutti i continen- e nero, la seconda quello a ti. Ma non si tratta di una colori e la saletta di fondo conferenza intemazionale, quello delle diapositive a co-chè le scritte ci dicono trat- tori. Peccato che — unica tarsi della V. Mostra inter- deficenza — i locali al pian-nazionale della fotografia terreno della Galleria Mo-artistica, allogata nelle sa- derna, messi a disposizione le della Galleria Moderna e degli organizzatori, siano organizzata aaii|\ssoci;azw>-. troppo ristretti per una Mo- n/, C/,! rt »i« « ». — f „ ... - CZ .. „ J _ 11 . Cr.rn rS-i 4- o 1 rt »nnlrt A imnofd-on stra nel suo complesso. Sopratutto è confortante il fatto che i nostri fotografi dilettanti hanno dimostrato di non sfigurare al confronto con quelli esteri, k no a nuove scoperte nel campo della fotografia. ★ L’importanza della Y. Mostra internazionale della fotografia artistica, di cui Lubiana è diventata ormai se- par migliorare la produzione e per la trasformazione industriale del .minerale che ora viene fatte sempre fuori «Mirisela ed anche dell’Italia. più difficile. Nulla da meravigliare perciò che, .dajte situazioni così endemiche, la popolazione sarda offra indici di disoccupazione estremamente gravi (oltre 50 mila unità) non tanto come cifra assoluta, quanto in rapporto al livello già spaventosamente depresso delia vite economica iso-lana e che si presenti come BATTAGLIA DI IDIOMI per il predominio nel mondi La Slovenia è una regione de adottiva, consiste anche che occupa una parte infini. neii fatto che tramite essa si tesimale del globo terrestre, avvicinano i popoli più diver-Tuttavia essa è una terra sj e più distanti. SI TRASCURA LA PESCA ne fotocinematografica della stra di tale mole e importan. Slovenia. za. ★ Già ora — siamo a metà Gli organizzatori hanno a- del periodo di durata — l'af-vuto u loro daffare per la fluenza di visitatori è impo-scelta dei lavori presentati. meravigliosa. Gli appassionati della foto, e non solo essi, ma tutti coloro cui piace ammirare e gustare la bellezza — possono esserle grati per la ric--ehezza di motivi che essa offre alla loro arte: dalle meraviglie del suo mare, a quel- la pesoa è quasi, del tutto trascurata in Sardegna, sebbene 11 suo mare sita uno. fra i più pescosi del Mediteirra- 583 autori di 35 paesi avevano fatto pervenire ben 2161 opere. A differenza della mostra precedente, oltre alle foto in bianco e nero, sono esposte,, stavolta, fotografie e diapositive a colori. In pratica, quindi, la mostra è suddivisa in tre gruppi diversi. La giuria ha scelto fra I tre gruppi 370 opere, premiando i loro autori con 38 medaglie e diplomi. II criterio adottato nella cernita è stato accurato e severissimo. Il premio più ambito, la medaglia d’oro, è stato asse- E non a caso gli espositori provengono da ogni parte neo. Con un perimetro co-dei mondo. Argentina, An- stiero che è un quarto di straba, Austria, Belgio, Bra- quello nazionale e superici sile, Canadà, Cuba, Cecoslo- ire .di 260 km. a quello, siL vacchia, Danimarca, Finlan- cibano, te medie della prodia, Francia, Giappone, duzioine, nel 1947—49, erano Gran Bretagna, Germania di 42 mila quimteli di pesce _______________ _ occidentale, Hong-Ko-ng, In- contro i 360 mila della Sile dei suoi boschi, delle* sue dia, Islanda, Italia, Israele, cilia e i 746 mila della pe- pittoresche montagne e delle Jugoslavia, Lussemburgo, mäsüla. Le cause sono ilo scar-sue vaste pianure, ogni ango- Malacca, Messico, Nuova Ze- so assorbimento interno- e ia lo è una gemma preziosa che 'landa,, Ofandla, Porto gal tei mancanza dii industrie, per adorna il volto della natura. Saar, Svezia, Svizzera, Un- la trasformazione del prodot-Non solo. La Slovenia con- gheria, U. S. A., Sudafrica, to, ma più ancora la scarta vecchie e pregevoli tradi- ecc. sono qui rappresentate site idi pescatori: 2752 nel zioni nell’arte della fotogra- con gli uomini che parlano 1937, contro 14.099 della Sì- ria. Esse risalgono al lonta- una lingua sola: quella della cilia e 30.831 della peniso-no 1840, quando Janez Pu- foto, comprensibile a tutti e la. bar, servendosi delle idee del da tutti amata. Daguerre e facendo uso del- MAVIL TERRE INCOLTE Per la comprensione fra i popoli il mezzo migliore! ia peggio qualificata sotto sarebbe una lingua comune a tutti - Là dove i popoli i reflessi professionali. ° , vivono ad nn basso livello di civiltà le lingue e i dialetti sono piu’ numerosi SI FARA’ QUALCOSA? Sui nostri schermi Circa la superficie produt- LOTTA (AL TORRENTE D’ARGENTO f tira della Sardegna (2.321.700 ettari) nel 1948 solo 460 mila c rea risultavano adibiti a coltivazioni stagionali e permanenti, mentre 536.997 era- Matisse ai museo Per la prima volta in Francia un museo viene dedicato a un artista vìvente. Si tratta del «Museo Matisse» a Chateau, nel settentrione, dove il grande pittore e scultore nacque 83 anni fa. Inizialmente si pensò di raccogliere nel Museo soltanto riproduzioni aene opere matissiane originali. Tale progetto venne però abbandonato, in seguito all’opposizione dell'artista, "cue jSl ritinto, ni firmare le copie e pratose che se si voleva esporre le sue opere al Museo si ricorresse soltanto a originali. Matisse donò in seguito al Museo ben 80 disegni a tratto, 5 sculture, 4 quadri a olio e una tappezzeria della sua collezione personale, che tutti assieme danno un ampio quadro della sua evoluzione artistica. Il grande artista, ormai infermo, sta dedicandosi ora soltanto al ritaglio. Costretto quasi sempre a letto, lavora instancabilmente dì forbici e carta colorata. «Le forbici possono avere una sensibilità maggiore nei pennen)»»,^ afferma il vecchio Matisse. Una di queste opere, «La toga del re» è entrata da poco al Museo dell’Arte moderna di Parigi. E’ la prima del genere a far parte delle collezioni di un museo in Francia. LE ANH THAI (Indocina): E’ giunta la primavera... po di Opal. Ma Kid non si no occupati daill’imcoLto p.ro-lascia abbindolare dalla ra- iduttilvo e dal bosco; il resto, Battaglie e pistolettate so- &azza e si innamora dell’a- cioè 1.300.000 ettari, etra la-no al centro di questo film mica dello sceriffo, Dusty sciato a pascalo brado op~ «western» americano a cote* Fargo. Kid scopre i veri com- pure in .abbandono. Perc.ò in ri, che ci rappresenta la lot- ponenti della banda e sma-ta fra la legge, personifica- schera la bella Opal, che ne-ta dallo sceriffo e dal suo gava i fatti, dicendo di a- ver il proprio fratello Rod Il disegno di legge, presentato al Parlamento Italiano da un gruppo di 60 deputati nel luglio 1950 sulla «sistemazione in Sardegna della sovrapopolazione delle altre regioni mediante valor zza-zietne ideile risorse agricole ed industriali dellTsolia», dal quale abbiamo .attinto i dati surriferiti, concludeva affermando .ohe «l’.attuate popolar zieme, numericamente, nella sua distribuzione topografica ,e meflffla sua sjpscifilaaiziiome professionale, è di gran lunga Insufficiente, .almeno te ragione del 50% rispetto a quella necessaria e possibile». Ma, come accennato in premessa, bem altri e più importanti sono i problemi che assillano i governanti romani, primo e ftomdlamentialje quello di Trieste, assorbente, con ila sua Lega Nazionale e la fungaia dei suoi circoli degli Italiani a pagamento, una forte aliquota dei miliardi occorrenti per da valorizzazione ideila Sardegna. A. d’U. iLjeigoilsmo spenge iltyipmo grétto a porre la propria lingua al di sopra di quelle adoperate da altri uomini. Ed anche .l’uomo di sentimenti elevati sente certe volte an-t patila per una determinata lilnigua che non sila la propria. In ogni uomo, infine, sorge un, senso di ribellione alta considerazione che una lìngua estranea alla propria venga a imporsi con la prepotenza ; perchè la lingua materna è un fattore della natura stessa dell’uomo e fa parte delile sue tradizioni, dèlia sua cultura, della sua storia, delta sua nazionalità. Appunto per questo, e per altri motivi, che si alllaeoiano alle caratterist'che delilo sviluppo e della storia idei popoli, spesso le lingue, sono cause di odi e di lotte. Da lingua serve agli uomini perchè si comprendano a vicenda. Per una tale com-prens'cme il mezzo miglioro sarebbe un idioma solo, uni- co par tutti 1 popoli. Purtroppo nel mondo d’oggi (e non solo oggi) si parlano migliaia di lingue e dialetti. Solo le lingue assommano a circa 2.000 te une diverse dalle altre. Fra i vari idiomi, ì più d:ffusi, dominanti, sono l’ilnigtesie, il cinese, il francese, l’arabo, il russo, il tedesco, lo .spagnolo, Fitelliano, Fra te lingue cosiddette «dominanti» principali, dia anni si conduce uin’accesia lotta per il sopravvento : ia battaglia per la conquista del titolo dii «lingua intemazionale». Questa lotta, si badi bene, non è un fenomeno del tempi moderni o contemporanei. Nell’evo antico vi furono pure delie lingue che dominarono: la greca e la latina, per esempio. La batta, glia fra le lingue modeme per la supremazia, nel mondo risaie invece al Medio Evo. Il conflitto è lanoora lontano dalla sua cassazione. tanto ed è parlata, attualmente, da 16 milioni di uo-mìni di ogni paese del mondo.' Questa lingua si stud a, .come materia di insegna, mento, in 16 nazioni fra cu: ia Francia, i’Inghilterra, la Danimarca, il Belgio, i’Ura-guiay. Sono esperantisti l( professori della Sorbonne d: Parigi. L’Esperanto è già on lingua ufficiale a varie fieri commerciali intemazionali (Dyem, Francoforte, ecc.) ed è pure considerata come una delle lingue ufficiali in elettrotecnica, .radiotecnica e nel commercio estero. L’Esperanto è stato riconosciuto comi lingua ufficiale deliFarganfc zazione ginevrina per -il parlamento mondiale. nente, superiore di gran lun aiutante;, e una banda di sfruttatori, imbroglioni e ladri, i quali avevano la pro- ga a quella registrata alla sede a Silver City. -1 13 (VI*» t »vtVenoiori rt'nvft n precedente, tenutasi due anni addietro nei locali dell’ex caffè «Emona». Ben 26 mila firme con i relativi pareri e impressioni sono ormai depositati nei registri della mostra. Si possono leggere così le lingue piu svariate, da quelle nazionali alla inglese, la francese, tedesca, ecc. Nè 1 cercatori d’oro, nè 1 proprietari delle erano al sicuro davanti alla banda ben organizzata e guidata. Il capobanda risiedeva pacificamente nel bel centro della città, senza che i cittadini nutrissero il minimo sospetto. Lo sceriffo Linghtning, un asso nel ma- fra ' cercatori d’oro. In verità Rod non era altri che uno dei delinquenti che avevano ucciso l’amico intimo-«farmes» dello sceriffo Dan, gli avevano rubato l'oro e la terra. Nella furiosa tetta fra i componenti la banda e la polizia, la giustizia riesce infine a trionfare. La banda viene completamente sgominata. tutta l’Isola solo il 19% della superficie .agraria era coltivata. Considerato questo Stato di cose, sorge spontanea la domanda : Fattuale popalazio-nie .dalla Sardegna, se agevolata da più larghi aiuti economici, può da sola mutare sostanzialmente lo stato arretrato dell’isola? La risposta è del tutto negativa. neggio della pistola, venne Per dare un giudizio sulla ferito dai banditi. Riparato-mostra ci serviremo delle sj per le cure med che in un VIVA ZAPATA IL PROBLEMA DEMOGRAFICO Infatti, il-a popolazione di Sardegna è troppo scansia per fronteggiare un lavoro cosi improbo. Un milione e due-centofereintiaquaititromiDa abitanti isu 24,089 kmq. significano Ila mèdia di 45 abitanti per kmq. contro i 156 della In America la leggenda su impressioni annotate da un fortino militare, incontra la Emiliano Zapata, l’eroe na-visitatore qualsiasi nel capa- bella Lacey Opal, pure agen- zinnale combattente per fi ce registro: «La Mostra non ta della banda, quando gli diritti dei lavoratori dei cam- ^ ___ mi ha solo soddisfatto, ma viene in aiuto Silver Kid, al pi, è tuttora attuale. La leg- Sicilia (che su una superficie anche lietamente sorpreso, quale i banditi avevano ucc;- genda te vuole ancora vivo, di poco superiore — 25.713 Essa è una dimostrazione so il padre. Da quel momen- e volteggiante sul suo cavai- kmq. — ospito 4.383.000 ab.) di quanta bellezza l’uomo to 1 due si uniscono con un te bianco. Verso l’imbrunire e contro i 152 ideila med a possa trovare nella natura e unico scopo: annientare i 1 contadini, ( guardando della penisola. Inoltre, men-lasciarle in perenne eredità malfattori. Compito non fa- l’ombra, riconoscono in essa tre nella parte occidentale al ricordo». I pareri delle de- eile, specialmente se si met- la figura di Zapata, pronto dell’isola, si raggiungono e cine dì migliaia di visitatori, tono in mezzo bellezze del ti- a ritornare dalla montagna in loro aiuto non appena te chiamassero. La leggenda di Zapata risale al 1909, quando una delegazione di indios si era portata dal dittatore Diaz, a. Mexico City, per chiedergli la restituzione della terra rubato loro dai latifondisti. La delegazione era .capeggiata dal contadino Emiliano Zapata. Per questa sua azione Zapata venne bandito e ricercato dalla polizia. Fidanzato con la ricca Gina, figlia del commerciante Eusebio, volle sposarla. Il padre superano i 50 .ab. per kmq. nella parte orientate la densità è invece inferiore ai 25. Peir .di .più, di qual milione e 200 mila unità, 800 mHa circa attendono all’agriicoltu-ra e attività connesse. Pur ammesso che una metà di questi abitanti si occupi della terra e che all massimo un 40% di toro .(per età e sesso) possa lavorare in agricoltura, è chiaro Ohe 2.322 mila ettari di terra agraria stanno .di fronte a 160 mila lavoratori validi, ossia 15 ettari per .lavoratore. Da ciò dipende se della LOTTA PER L’EGEMONIA Dà lotta fra te lingue è una lotta di prestigio e porta in se i germi delil’egemoiniia polisca. Prava ne sia il fatto che una data lingua ha segnato nella storia il sopravvento solo nel caso che la mariane madre dalla lingua stessa abbia ottenuto conquiste paliltiidhe. Ma, a parte tutto, l’uso di ■urna lingua mternazilonalle, comune alla maggioranza dei popoli, è una necessità. D’umanità ha sempre cercato, in vari modi, di semplificare i vari idiomi o di trovare un modo comune di comprendersi. Fra i risultati raggiunti in questo campo ricordiamo 'Fuso dell’inglese «basic» quale lingua commerciale — marinara comune a quasi tutti i popoli dell’ex impero britannico eid ai cinesi, l’uso dalla terminologia tedesca per la denominazione di apparati, misure, strumenti, eco. nella tecnica, l’uso .dell’italiano nella musica, l’uso del latino nella medicina, biologia e zoologia e, infine, la creazione di un gran numero di parete in-tennaz'onali che hanno la medesima radice. CI SARA’ UNA LINGUA SOLA? L’esempio dell’Esperanti ohe va sempre più diffondendosi fra gii uomini ci fa porre la .domanda : «Sorgerà ili on'im-rrvr* .olilo nmr lmnihomiA in MALLY JOŽE (R.F.P.J.): Desiderio LA LINGUA DEL 16 L’Esperanto è una lingua che poggia su 16 regole sol- giomo sia pur lontano, io cui Fumante parlerà una lingua soia?» Crediamo che si passa rispondere affermativamente. 11 mito della Torre di Babele, secondo il quale gli uomini, parianti all’oriigine una lingua soia, avrebbero coltrisi aito a non comprendersi p;Ù adoperando diversi idiomi, reste un mito. L’umanità, al-Falba dei tempi, parlava non centinaia, ma diverse migliaia di lingue. Più il tempo passa, più le lingue vanno diminuendo. Il processo segue le forme d: una piramrde, restringendo si verso ili vertice. L’unifica-rione delile lingue è uno sviluppo che si realizza attraverso gruppi di idiomi affin-Questa .realizzazione è il ri-sUItato idei progresso econemico e culturale dei popoli Là dove i popoli vivono al un basso livello di civiltà 1® lingue e i dialetti sono meroei. Presso i negri del Sudari che vivono nella vastissima zona dell’Afrioa tropicale, a sud del Sahara, sono in u£ 435 lingue diverse parlai® ciascuna, in media, da me®0 di 100.000 abitanti. Fra 'f,-tribù delia Nuova Guinea < di altre isole dell’Oceano Pa' cifico si parlano lingue diverse in ciascun villaggio. LA LINGUA DEI 150 H.Pečarič>poeia del colore guato - E. Robertson (Australia) per il gruppo di foto in bianco nero, a Pelei Hirsch (Germania occidentale) per il gruppo di foto a colori e a Ruth Wòllmer (Gran Bretagna) per il gruppo delle diapositive a colori. Degli espositori nazionali due soli, e precisamente Marijan Pfajfer e Frelih dr. Ivo, ambedue da Lubiana, hanno avuto due diplomi al merito per fotografie del gruppo bianco e nero. Le rimanenti medaglie d’argento e di bronzo e i diplomi sono stati appannaggio di concorrenti stranieri. Il «premio Puhar» — intitolato a un pioniere della fotografia — destinato alla migliore collezione è andato al portoghese Fotoclub «6x6’ di Lisbona, presentatosi alla Mostra con nna serie di 32 della ragazza lo denunciò al- terra .sarda solo il 3,1% è la polizia, ma Zapata potò occupata da colture legnose sfuggire all’arresto con l’aiu- e dèi 7,2% ohe rappresen- to dei compaesani. In montagna, assieme a Pancho Villa, Madera e Huerta iniziò la lotta contro il dittatore Diaz. Dopo la vittoria armata, Zapata volle che la terra tamo i seminativi, appena la metà è coltivata; se l’al-Jevamento del bestiame continua cal sistema brado; se molte sorgenti non vengono utilizzate; se il 'denaro non fosse distribuita ai contadini, s’inveSte per aumentare la ma Madera, divenuto presi- produzione agricola, ma solo dente, pressato da Huerta, nella compravendite di ter-non volle accondiscendere al- reni. la richiesta. Huerta, avido dì potere, uccise Madera, ma venne destituito da Zapata, n quale venne proclamato presidente da Pancho Villa. L’arte del governare non era però facile, specialmente per Zapata,' che aveva nemici dappertutto. Tentando di riparare alcune ingiustizie, partì solo verso il pro- per di più la popolazione sarda è anche mal ripartita. Il 92% vive concentrato nei paesi e nelle città: 484 in tutto, con la media di 1 ogni kmq. mentre la .medila na-zinnale è di 11 per agni kmq. Questo significa : riduzione della .giornata lavorativa a poche are di lavori utili, date te grandi d istanze per E. ROBERTSON (Australia): Mata Hari prio paese natale, ma cadde raggiungere il posto di la-sotto il piombo nemico, tra- voro; insicurezza «felle cam-dito dall’anarchico Fernando, paghe; frequenza degli abi-che, nel frattempo, era pas- geati e degli incendi; ecc. Il sato dalla parte del nemico, fatto è aggravato dalla cir- Nella «Hall» delFHotel «Triglav», di Capodistria, il pittore accademico Herman Pečarič espone vemtidue tele, quasi tutte dedicate al paesaggio ed all’ambiente istriano. Questo l’annuncio scarno, che nasconde però, sotto la nudità dei termini, una rassegna che può ben definirsi una lirica alla natura. Ci siamo accostati a queste opere per rimanere prima sconcertati poi attoniti di fronte ad un colorismo estroso, ma nel contempo reale per la purezza del sentimento ispiratore. Una gamma di toni che dal rosso terroso arriva sino all'acquamarmo, attraversando un’infinità di «nuances» trasparenti che noi tutti abbiamo spesso ini-maginato, ma non visto. Ec-co il coraggio di Pečarič! Esso ci ha superato di gran lunga col suo pennello e con la sua poesia, mettendo a nudo quel sentimento che assopito rimane nell’animo di colui che sosti a contemplare questa nostra Istria, terra di stupende bellezze. Grandi maestri hanno già seguito la medesima via, e Pečarič ne batte oggi le orme con un suo «io» spiccata-mente deciso. Anche se egli, a prima vista, pecca ai acquarelliamo — forse l’espressione più pura della sua arte — all’analisi profonda i valori reali delle sue tele aumentano man mano con l’osservazione raggiungendo infine un apogeo, che sfocia inevitabilmente nell’entusiasmo del critico. Le sue pennellate, decise per forma e direzione, sono tanto ben dosate da fondersi dolcemente una con l’altra creando quel delicato effetto che forma la base della tecnica di questo nostro artista. Pečarič è un mago della tinta; le tonalità più disparate e stridenti, da lui manovrate, divengono docili, ed accostate una airantra, assumono la funzione di versi in un canto. Una ventina di tele, messe li a descrivere angoli e scorci, stanno a dimostrare la compiutezza dell’artista. Guardando luoghi differenti, in differenti stagioni, pur nella diversità di effetti, ma-nifestano uno stile fermo e puro che non deflette dì fronte ad alcun opportunismo formale pur di conservare integra una sua legge regolatrice : trasmettere ad ogni costo l’impressione ricevuta. Parlando con lui, abbiamo sentito Pečarič soffrire per la soppressione di un’ombra, e ci siamo resi al. tora perfettamente conto della sua grande onestà Se noi volessimo parlare dell’opera migliore, dovremmo necessariamente soffermarci su un angolo di Pira-no, delineato con tanta intensità da avventare tridimensionale. Ma questo accenno deve bastare. Dire di più sarebbe un voler fare torto alle altre opere. Oggi Pečarič, poeta del colore, ha sostato. Domani, riposte le tele, riprenderà a fondere luce col suo magico pennello, « noi attenderemo pazienti che il suo canto si levi nuovamente Vice. Il processo idi unificalo® è -tuttora iin corso. Quand® parleremo, tutti, una ling® solila? E’ difficilissimo essere p® feti. Questo processo d®8 parecchie decine dii secoli Intanto oggi la situazione d®' gli idiomi nel mondo è 18 seguente : si pariamo con1' pltìsssivamente 2798 lingue1 3117 dialetti. Nell’Europa d11 | raccolgillie relativamente all* superficie il maggior nu®®^ ro di popoli si parla ili ®: nor numero di lingue e ciò® soltanto 58. Nella sala Indi3 ohe, politicamente forma $ solo stato, si parlano inve®® 200 lingue diverse e nell’^l frioa 700 senza contare K idiomi letterariamente no" riconosciuti. Il più piccolo popolo esistente .al mondo che pa®* ancora un proprio idioma ® quello dei Veda. E’ un p*®®1' lo ridotto a soli 150 men®11' viventi nell’isola di CeyP® Direttore : LEO PUSILLI Vicedirettore responsabd*1 MARIO BARAK Stampa: Tip. «Jadram» - Oapwtiwf1 Pubblicaste«« «■li<*—ft SARDEGNA-TERRA DA SCOPRIRE ATTENDE Li VALORIZZAZIONE DELLE SUE RISORSE L'utilizzo delle ricchezze naturali sarde allevierebbe la piaga della disoccupazione in Italia e eliminerebbe la depressione economica dell'isola k