ANNO III. Capodistria, 46 Maggio 1869. N. 10. LA PROVINCIA I) ',ilìL'i'. ' GIORNALE DEGLI INTERESSI CIVILI, ECONOMICI ED III MUTUA Elfi r.CDilddt DELL'ISTRIA. . mi u ufit obouf e! (Il io» noi i'i K»ce il 1 ed il 16 d'ogni mete, ASSOCIAZIONE per un anno f.ni 3; semestre e quadrimestre in proporzione. — Gli abbonamenti si ricevono presso la Redazione. , .Si -I -i o««9 ibig^o ,ól!o:« »vi&q a .onmaub •CODICE « delle epigrafi romane, pagane e cristiane dell' Istria per cura di P. Dr. Kandler. Perchè il prezioso libro, custode delle piti care memorie del nostro passato, corra per le mani di ogni buon Istriano che ami ispirarsi alle glorie della sua patria per ringagliardire l'animo ad opere alte e generose, la Giunta provinciale diramava a' Comuni la seguente Circolare: - 'iioifl-fvnoo omotm^TaW'ti 0101 TCD ■) i ' ■ - 1 1V. J All' Onorevole- Sig. Podestà di....... L'illustre archeologo e storico nostro Dott. Pietro Kandler ha preparato con perseverante laborioso studio di molti anni la raccolta completa delle nostre iscrizioni romane che pubblicherà sotto il titolo: Codice delle Epigrafi romane, pagane e cristiane dell' Istria, dui limavo al Cantero, dall' Adriatico alta dulia seconda, e delle Epigrafi della Liburnia litoranea dall' Arsia al Tarsia. e delle isole di Clierso, Veglia e di Ossero» e ne aperse la sosci izione di abbuonamento. L'Autore pel grande affetto che porta all' Istria ad illustrare la quale spese l'intera sua vita, velie dedicare a lei quest' Opera, la quale mentre accrescerà presso gli stranieri l'onoranza ed il lustro della nostra patria, mostrando loro in quanto conto la tenessero i Romani,, e quanto prospera colla saggia ed anoorevele loro amministrazione sapessero renderla,, apprenderà anche a noi, svelandoci le antiche sue condizioni, i mezzi onde risollevarla dalla dejezione presente, e ci darà contorto ad impiegarvi fiduciosi tutte le nostre forze e premure. Articoli comunicati d'interesse generale w stampane gratuitamente;. gli altri, e nell'ottava pagina soltanto, a «oidi 5 per linea. — Lettere e denaro franco a Ha Redattane.1— Pagamenti antecipati. 11 Codice delle epigrafi non è già un nodo prospetto delle medesime da servire soltanto pei dòtti in siffatto genere di studj; le belle illustrazioni che le accompagnano, rendono accessibile e dilettevole il libro anche ai profani iti archeologia, divenendo per esse le epigrafi i più sinceri documenti della nostra storia antica civile ed ecclesiastica. Come i dotti d'ogni nazione accoglieranno senza dubbio con meritato plauso l*Opera, è ben d'attendersi che anche l'Istria, a cui viene dedicata ed a gloria della quale fu scritta, verrà col mostrare d'aggradirla condegnamente, rimeritare l'illustre Autore delle gravi fatiche e profondi studj impiegati a compilarla, e del suo vivissimo affetto per la provincia. Questa Giunta provinciale stimando di potersi rendere garante del lieto animo, cori cui l'Istria saluterà questa desiderata preziosa opera, e del favore che presterebbe alla pubblicazione della medesima, ha deliberato di fhrsi proniotrice. della soscriziorie dei comprovinciali al di lei abbuonamento. Rimettendo pertanto alcune relative schede a Vossignoria, La interessa caldamente a voler darsi premura, perchè a decoro della patria, a prova della nostra civiltà* ed a testimonianza d'onore e gratitudine verso il benemerito ed illustre Autore, numerose quant' è- possibile riescano in codesto Comune le soseriz;ioni, da parte delle persone dèi ceto s'r civile che eeclesiasticoj precedendo con beli' esempio il Comune stesso. Voglia compiacersi, onorevole Signor Podestà, di usare in questa bisogna tutta sollecitudine onde la pubblicazione non soffra ritardo* Par,omo 7 Maggio 1869. D.r Amoroso m. p 550 f .0381 oia^&M SI Diamo luogo assai di bacìi grado al seguente articolo, che ha uno stretto legame con la Circolare surri/erita. uitoihnr (rrr. a r n Quando, come narra la Genesi, alla parola polente di Dio «sia fatta la luce» la terra avvolta in fitte tenebre si rischiarò, questo mutamento non s'operò già in un attimo; ci volle il corso di una giornata, ossia d'un lungo periodo di tempo per effettuarlo. In modo simile anche l'ombra in cui fatali destini avevano ^èrtalo l'Istria nostra in guisa, da vetlerlasi ignorata o tenuta in pochissimo conto dagli estranei, ed in parte anche dagli stessi suoi figli, dubbiosi della possibilità che per lei spunti il giorno della letizia, quest'ombra, dico, non poteva diradarsi ad un tratto, poiché il sole non appare improvviso nella maestà de' sfolgoranti suoi raggi, ma col pallido crepuscolo, poi coli'alba rosata va togliendo grado a grado alla notte il suo dominio, per indi mostrarsi nella pienezza della sua luce, ed ascendere la curva del brillante suo cammino. La luce pertanto si va gradaiamenle facendo anche per noi; questo paese viene sempre fallo oggetto di studio lanlo in riguardo al suo passalo, che alle condizioni presenti, e già questi, direi, primi studii la rischiararono cotanto da renderla nota e rimetterla in onore presso gli stranieri, confortale i provinciali ad aver fede nel suo risorgimento, ed additandogliene le vie opportune, spronarli a procacciarlo. Pubblicaronsi scritti sulla botanica, sulla geologia dell'Istria, s'investigarono le cause della malaria di Fola, si scrive di storia, statistica, agricoltura, istruzione ecc., insomma c' e un risveglio, un avviamento coasolanle a illustrare e ristorare la provincia. Un' opera delle più interessanti ed alte a rischiarare I' epoca romana della nostra storia, è prossima a comparire alla luce, e ne è già aperta la soscrizione all' abbuonamento, cioè il Codice delie Epigrafi romane dell' Istria dal Timavo all'Alpe Giulia ed al Tarsia / il fìumicello che scorie presso Fiume, erroneamente da taluni creduto l'Eneo di Tolomeo)!» comprese le isole del Quartiere; esso comporrà un volume in 8 ° di circa 20 fogli di stampa al prezzo di soldi 2b per foglio, e verrà distribuito in puntate di tre fogli luna. .<»«*:>!,•mutiti li ottUrte? Hfejf aoo È questa una Raccolta di tutte le iscrizioni i ornane, si pagane che cristiane dell' Istria sinora conosciute, con infallibile perseveranza di lunghi anni elaborata, ed insignemente illustrala dal chiarissimo D.r Pietro Kandler; sicché lungi dal presentare, come taluno potrebbe credere, un arido libro fatto pei soli archeologi, una serie di nude iscrizioni, essa, mercè le illustrazioni, che Te accompagnano, le offre in forma di preziosi e sinceri documenti storici, che chiariscono meravigliosamente le condizioni sociali, politiche, economiche e religiose della nostra patria ; questo Codice delle epigrafi è, in una parola, xma parte integrante della nostra storia, e quindi indispensabile a chi intenda conoscerla o scriverla. Ne' secoli decorsi il Vescovo Tommasini, Frà Ireneo della Croce ed il Carli si diedero premu-1 ra di raccogliere e pubblicare le iscrizioni romane dell' Istria. A' nostri giorni il benemerito Stan-covich prometteva di darne alla luce una sua fcol-lezione, ma questa non comparve, nè si sa se esista, intanto se il numero di queste iscrizioni conosciute in passato arrivava a poco oltre le duecento, e parve molto, oggidì esso è portato, a quanto sentiamo, a più d'un migliajo. Il Codice delle epigrafi farà ad un tempo onore all'Autore ed all'Irina cui egli volle dedicarla; se a quest'opera faranno plauso gli archeologi, anche ogni altro colto lettore vi troverà diletto per le sue storiche illustrazioni, ed ogni pa-triotla ne andrà superbo e lielo, perchè da lei si apprenderà quanto calcolo facessero i Romani di questa estrema provincia italiana, a quale floridezza essi seppero elevarla colla sapiente loro amministrazione, e quanto quindi debba anche oggidì apprezzarsi; imperocché essa non perdette gli elementi di risorgimento, purché si sappia e voglia dar loro lo svolgimento conveniente, sollecito ed energico. Opporlunissima ci giunge quesl' opera, ora che i Taborisli sloveni, recentemente quelli del Coglio di Gorizia, presumono coi loro deliberati distruggere le nostre tradizioni, la nostra civiltà, i noslri destini, attrarci e seppellirci nella ideata loro grande Slovenia. Noi apriremo loro questo libro, onde leggano in esso la romanità nostra. Noi diremo loio : » Eccovi ciò che fummo. I romani conquistarono l'Istria in buona guerra, valorosamente combattila fra noi e loro. Il sangue istriano sparso per la patria commisto al romano sui campi di battaglia, fu lècondo di felicità per la terra che ne venne inaffiata. Gl'Istriani si fusero coi Romani, e divennero un sol popolo; ve lo mostrano le iscrizioni latine disseminale per ogni parte della nostra terra. La loro vittoria ci apportò la civiltà, la lingua e l'indole Ialina. Ad essi dobbiamo un lunghissimo periodo di prosperità, attestato della storia e da copiosi monumenti d'ogni specie; le loro istituzioni durarono in parte fra noi fino ai giorni nostri. E potreste credere che dimenticammo questo glorioso passato, che in tante guise ci vien rammentalo? La civiltà latina qui innestatasi non peri più, essa attravei-sò incolume le barbariche incursioni e la feroce ignoranza del medio evo, e continuò col risorgimento italiano ad essere dominatrice del paese,' anche quando altre schiatte vi furono trapiantate. » » Noi rammentiamo che Avari, Slavi, e Longobardi vennero in Istria non già come conquistatori, ma come orde passanti, e che iniziarono colle feroci devastazioni a ferro e fuoco la nostra decadenza. 11 sistema feudale inauguralo da Carlo Magno ci porlo in provincia i primi Slavi per coltivare le terre scemale d'abitatori, e per appoggiare le insolenze baronali, altri slavi di varie schiatte ed albanesi vi furono trapiantati successivamente in varie epoche; ma nessuna di codeste stirpi la conquistò, nessuna vi recò una propria civiltà nò in seguilo potè comporsela; sicché sino al presente nell'Istria non esistette mai altra civiltà che la latina, cioè la romana dapprima e l'italiana dappoi, a cui s'informano gli sia-vi stessi. Voi Sloveni dunque aspirando al possesso dell' Istria, vorreste una terra italiana, la quale sappiate, ed imprimetevelo bene in mente, giammai rinuncierà alla aulica sua civiltà italiana^ giammai vorrà perdere la sua autonomia per far parte del vostro paese, da cui ci dividono la natura, la storia, la civiltà, le tradizioni, l'indole, gl'interessi. » Speriamo che gì' Istriani coli* associarsi numerosi al Codice delle epigrafi, vorranno dar e-spressione al loro patriottismo, e mostrare d'apprezzare altamente, e voler difendere l'antica lo- WWwl ib nimbctm'lk vro'it nifgnbtrti ojùfroq r.i ol!o« ttWttgtft/flfoite .òiiMÀftitd orni t*'l■ f. SAo» ",;,J ♦ ■'li; .•» (!, Jwmwtat ùo£ .una/ '•( .lu, ; loanour o -idilnr Usa proposta. Un' opera di grandissima lena, si vicn publieand» ila qualche anno a Milano dal Val lordi, e làrà certo nuore al coraggio dell'editore, non meno che al valore delli autori: essa è iItalia sollo l'aspetto fisico, storico. artistico e statistico, e va divisa in tre parli, il Dizionario Corografico compilato da quell' instancabile ingegno dell'Amati, la descrizione naturale e statistica affidate al Bertolini, al Gibelli, al Luzzatli, allo Stop-pani. al Villari e altri, e finalmenle l'Atlante ricchissimo. Il Dizionario Corografico è ormai giunto alla dispensa 174 e tocca la voce Pigna, per cui a breve andare sarà finito. Scorrendone più volte i fascicoli mano mano che uscivano abbiamo cercato come in noi doveva essere naturale, di preferenza i nomi dei communi della no-^ra provincia, e mai le nostre ricerche furono vane. L'abondanza, 1'esattezza5 la freschezza delle indicazioni riguardanti anche i più modesti e oscuri abitati dell'Istria ci fu di non piccola sodisfazione e in parte ci compensò delli strafalcioni, che sul conto nostro si videro anche testé publicati da opere non meno vo- luminose di questa, quantunque assai più pretensiose come p. e. la Enciclopedia Popolare edita a Torino ti il Pomba sotto li auspicj dello storico universale Cantù. Li articoli relativi alle città più cospicue e ai Municipj di maggiore rilevanza poi si possono veramente dire delle monografie complete, in cui la storia^ la statistica, la corografia, la etnologia e le arti belle si danno la mano e si fondono in armonico insieme. Basti a pa-gion d'esempio citare li articoli Partnzo, i'isino, IJinfluente, Pirano, che ricorrono appunto iielli ultimi la-scicfjlfc?>'■-<' » vjq ,*>{■/ clfob itaeq ìwìki bn »lp« r>t « Cotesto lavoro è dovulo a un chiattissimo nost*o comprovinciale, Tomaso Luciani, nome ben nolo a quarti amano l'Islria, e che, vicino o lontano, s'adequa assiduamente per lei. Ora, quando il Dizionario sarà condotto a termine, non sarebbe egli utile e anzi opportuno stralciarne tutte le voci attinenti all'Istria e formare un piccolo Dizionario Corografico della Provincia? È un li* bro, che finora non abbiamo, e che pur gioverebbe d'avere, e nessuno potrebbe rifarlo meglio di quello, che l'abbia già presso che ultimato il Luciani ÌNoi siamo siculi che l'Amali applaudirà a questa idea, e che anche il Va Nardi non ci dovrebbe avene a ridire per molte ragioni, e specialmente per questa che il nostro piccolo Dizionarietto non potrebbe certo far concorrenza alla sua costosissima opera, e ad ogni modo difficilmente varcherebbe i limiti della provincia. Del Luciani non dubitiamo: conosciamo per lunga e-sperienza la sua modestia, ma sappiamo anche che più della modestia egli ama la patria, e certo non disco» nascerà il vantaggio della publicazione, che noi proponiamo. Resterebbero le spese, ma anche a queste si può facilmente prò vedere. liei 4861 ci furono venti deputali della prima Dieta provinciale, che dopo aver pronunciato una parola, la quale lu cagione della loro dispersione, rinunciarono alli onorarj ad essi dovuti, a patto che se ne formasse un l'ondo per la publicazione di opere d'interesse provinciale. Mediante cotesto fondo fu data alle stampe nel -1865 la preziosa Bibliografia istriana del nostro Combi, ma dopo d'allora non se ne fece altro, per cui qualche gruzzolo ci dovrebbe ancora esser rimasto. E come spenderlo? Testé ancora un nostro corrispondente proponeva che si adoperassero que' denari per ristampare certe lettere del Muzio; con tutto il rispetto pel Muzio noi, po-sli nell'alternativa di dover scegliere, preferiamo il Dizionarietto, il Muzio è quello, che è, e al dì d'oggi, in cui Tasso e Caro e altri cotali sembrano diventar vecchj, ben pochi sono quelli, che lo vogliano leggere; è un gusto da archeologo, che noi non contestiamo, ma che è divenuto rarissimo. Il Dizionarietto invece potrebbe correre iu edizione economica per le mani di tulli, raddrizzare molte storte idee, destare molti buoni pensieri, provocare molte ricerche, insomma. farebbe senza alcun dubio del bene assai. Glie ne dice il Luciani? «xmisi'ì hfittrw!»!» al'ouv. o»i iittiaitui ih mjutfsnj, -«—... .i\ • -^mi i anobo jbii jJi» ,w\riìt>iu : snOiinBbnjflro ISTITUTO D'FSTRUZIOM: FEMMINILE SECONDARIA. La missione della donna dovette essere sempre la medesima, poiché segnata dalla natura, che. vaga di imitare la forma degli oggetti, è immutabile nelle sue leggi Quella missione dovette essere, dicemmo, sempre uguale: ma giammai fu sentito cosi vivo il desiderio che venga pienamente soddisfatta, come ai giorni nostri, sebbene tuttavia si numerino di quelli, che ).->. donna vogliano avere oggetto di mero piacere e, se uoii condannata a vili lavori, per il più benigno consiglio, ristretta al domestico focolare. Noi intendiamo che la donna non sia più soltanto del devoto femmineo sesso. Nella famiglia la vogliamo regina, educatrice dei figli nei primi passi della vita, per crescerli co-ktumati noti pure, ma generosi caratteri e cittadini, come affettuosi, così industri del bene della patria. Ancora devono comprendere lo sposo, sollevarlo, essergli conforto nelle battaglie della vita pubblica, dargli nuova lena a ritentare le prove generose: stimolo alla gloria, perchè il senno e la mano adopri nello studio <*ella potenza e delia felicità della nazione. Poi, per i-scopo più modesto, spesso la vogliamo curante interessi ordinariamente affidati agli uomini, e la condotta di scuole primarie, che desideriamo sempre più moltiplicate; senza dire d'altre infinite condizioni di vita. In una parola la vogliamo partecipe della vita sociale e patria. E le donne veramente non mancano di mostrarvi la loro influenza in ogni parte, la quale rari o nessuno havvi che non abbia gradevolmente provalo. Ha se le nostre donne devono porsi, e, poste, mantenersi nel grado che loro spella, se l'amore degli uomini, ora appoggiato sulla prolezione, deve trovare più nobile , fondamento, se le donne devono suscitare simpatia meglio che per i vezzi esteriori e la pingue dote, e se la loro voce con maggiore peso deve dare migliori risultali nei famigliari consigli, esse, oltre le e-gregìe doli naturali che possiedono uguali alle ave, abbisognano di menti convenientemente culle. Soltanto, perfezionando i mezzi esquisiti, che natura loro affidava, per l'istruzione potranno aiutare la buona educazione dell'umanità e la felice sorte della patria. Solo per essa non saranno costi-ette a riposare per i loro interessi sulla discrezione e fede altrui. Solo per essa infittiranno virtualmente sull'uomo per renderlo vero cittadino e probo uomo, hi cotcsta influenza o-pera precipuamente il cuore: ma solo la illuminala «icnte ne modera i moti e lo eleva a nobiltà. Ora cotcsta istruzione, che diciamo necessaria, sta ancora in troppo umile grado; è apprestata iu copia insufficiente al bisogno. Nel convito del sapere la parte che facciamo alla donna sono appena gli assaggi «Iella mensa, anzi le bricciole, che ormai è ridicolo chiamare istruzione pubblica. E ancora questo poco è guasto. Della condizione meschina delle nostre scuole elementari più volle si ebbero a leggere i lamenti in questo medesimo dormile, eco di quanto ognuno di noi ode ripetere continuamente nel circolo della privala e pubblica conversazione. Come pretendere che le figlie delle meglio agiate famiglie e di quelle, che tengono certo grado nella società, stiano paghe di un'istruzione che appena ai nostri giorni può bastare ad jigiicollori ed artigiani? Le scuole elementari hanno bisogno di radicali riforme. Ma per quanto esse si migliorino, emendandone l'indirizzo, estendendone i programmi, elle saranno pur sempre scuole elementari: però insufficienti ad un grandissimo numero di fanciulle, destinale ad essere donne cittadine, spose e madri di cittadini. Le donne iu Italia devono ricevere istruzione ed educazione supcriore di grado a quella, che presentemente viene loro compartita, condegna alle menti a-perte, al sentire delicato e generoso, alla passionata e felice immaginazione. Si faccia loro giustizia; e cureremo pure l'interesse nostro proprio. Ragione questa, la quale ommettendo molte autorità chea mostra d'erudizione potremmo addurre, ci piace confermare colle parole che St. Mili scriveva alle dame di Pietroburgo istitutrici dell'insegnamento superiore per le donne : L'égal accès des deux sexes à la culture intellectuelle importe, non seulement aux femmes, ce qui est assuré-ment une recomandation suffisante, mais encore à la civilisatiou universale. Je suis profondement convain-cu, que le progrès moral et intellectuel du sexe ma-sculin risque beaucoup de s'arrèler, si non de reculer, tant que celui des femmes reste beaucoup en arrière : et cela, non seulement parceque rien ne peul rempla-cer les mères pour l'éducation de leurs enfant», mais aussi parceque l'influence sur l'homme lui-uième du caractère et des idées de la compagne de sa \ie ne peut pas ètre insignifianle; il faut que la lemme le potisse en avant, ou qu'elle le relienne en arrière. » L bene fu detto, che nulla può sostituire la donna nella educazione dei figli. Perchè se Socrate ad un padre, che gli affidava la educazione del proprio figlio, ebbe a dire rimandandoglielo: » Non posso insegnargli nulla: egli non mi ama; - potremo invertire il discorso al m.tt-slio, e la madre dirà: io gli insegnerò molto, perchè io sopra tutti lo amo. Ma intendiamo bene. Noi che scriviamo nella 1 ro-vincia per interessi provinciali, e di ragione che sia nel cerchio della potenza e del bisogno della provincia, non ci preoccupiamo qui dell'insegnamento superiore; dove, pur pendendo la questione insoluta Ira gli uomini di scuoio, gli economisti, i politici, piace sapere come le donne in lscozia ed altrove nelle maggiori università frequentino i corsi speciali, come riportino medaglie d'oro all'accademia di Pietroburgo, come a Berlino istituiscano scuole superiori solio la presidenza della principessa leale, e come una scuola di medicina si stia fondando perfino in Delhi d India. Sarebbe discorso inopportuno e vano. Non intendiamo adesso, con istudi speciali, aprire alle donne l'arena delle arti e delle scienze a contrastarvi la palma agli uomini. Ci fermiamo a quello, che si desidera per le donne che non appartengono all'ultima classe, impropriamente chiamala del popolo: e ripetiamo quanto m altro luogo ci fu dato di scrivere: (*) Concedasi alle donne una istruzione, per ora, almeno tale, che uguagli quella fornita nelle scuole secondarie maschili, e la patria e la famiglia da queste rinnovellato membra ritrarrà vantaggi quali appena si possono prevedere nei nuovi campi d'azione che loro verranno aperti, o in quelli che esse si apriranno. Si pensi dunque, si pensi, e non vi si dorma sopra, a provvedere la provincia di uno di cotesti istituti d'istruzione femminile. Ad invanire questa proposizione non si opponga molte essere le donne che non stanno alla sola istruzione elementare; nè si opponga la bella cultura di molte signore istriane: il beue deve essere generale. Vero è pure che molti padri e molte madri compio (•) Alleanza, giornale internazionale, Milano 1865. (ano essi slessi la istruzione delle figlie; ma quanti sono che ciò possano e per il tempo e per l'abilità ? e potendo, non forse altre cure ancora pur elevate li attendouo? Altri mandano le figliuole nei collegi fuori della provincia, oppure stipendiano una istilutrice in casa. Ma come rari sono quelli che possono fare lauto! Ollredicchè l'uno e l'altro metodo rado è che corrisponda ai desideri dei parenti: la educazione riuscendo spesso manchevole, più spesso falsata, di rado rispondente al nostro genio e ai nostri bisogni. I collegi, con poche eccezioni, sono tenuti da dame romantiche o da monache o almeno regolati più o meno inonasticamente. Le giovinette, quanto alla istruzione, vi ricevono una leggera tintura. Allevale poi al pietismo o alla vanità, vengono ridonate alla vita col cuore di ghiaccio o colla fantasia in fiamme e corrotta; disamorate e misconoscenti della famiglia; esposte a-jili inganni e pericoli, o esse slesse mina di quanto le attinge; sognando sempre il mondo un continuo dra-ma di avventure romantiche, o paventandolo tappezzalo di agnusdei e scosso da neri demoni. Noi invece abbiamo bisogno che, per un ottimo sistema, la donna affidala alle affettuose cure dei genitori o di altra persona civile, sia educata alla famiglia, fatta capace di mantenersi nel suo posto di confronto dell'uomo; e abbiamo bisogno che di una più estesa istruzione possano fi nire non le cinque o le dieci ricche, ma la u-nivcrsalilà delle bennate figliuole. Quelli, che, più altro pensando, dicono sottilmente la donna di casa non bisognare di tanta scienza, - dicono iunla! - scambiare meglio il libro colla calzetta, la penna coli'ago, non vorrebbero per la mala lede avere risposta. Pure li invitiamo a considerare nn vantaggio palpabile : forse una donna che sa di conteggio, di tenitura di libri, che possiede una lingua straniera, che vale a dare qualche savio consiglio, che può essere applicala nella corrispondenza, non risparmia più di quanto costi la calzetta falla fuor di casa? E il ricamo nou risparmia molte spesuceie della moda? non il pianofòrte quelle dell'ozio? Un libro di letteratura o di scienza popolare toglie la tentazione o la necessità di sfogliale le soporifere pagine di qualche leggenda più o meno pia, o di favola, che, falsa il concetto del consorzio umano. Ma l'indole della Provincia non essendo la predica ; nè la sua mole consentendo ancora ampio sviluppo di prove e riprove e confutazioni, non vogliamo tare qui la riepitogazione di teorie generalmente accettate. e che i lettori altrove poterono lecere svolte con migliore ordine ed efficacia, con preziosissimi documenti sulla suprema legge dell'istruzione e dell'educazione, e sullo scopo, sull'ordine, sull'indirizzo loro. Di buone idee gli Istriani, grazie a Dio, ne hanno abbastanza. Manca la spinta ad attuarle. Perciò senz'altro passiamo al modo, che ci sembra migliore, di ordinare questo istillilo, il cui bisogno viene espresso da molle parti. Stati in forse prima di scrivere, ci decidemmo, non perchè ci crediamo autorevoli, si pei' rompere il ghiaccio, e per dare occasione ai consigli di quelli che l'Istria ascollò sempre volontieri. Se alcuno ha proposte di meglio, scriva; e con tulli i buoni pa-triolli ci uniremo per applaudirlo e per invocare l'attuazione delle sue idee. Non intendiamo scrivere a sfoggio di peregrinità, o per accattare facile faina, ma solo per giovare, come è dato, alla provincia, che do- vrebbe una volta essere avviala per ogni rispetto alla passala celebrità e degna della nostra Nazione, di cui divide il sentire e il pensiero. (Continua) -jnt fil'ii : no-» oWdiib E,\fi'-i: » aJ'isq ni *>(ho??.E .'•'• ' ;> il'.'ii .V Mfo Ì'WIIOjINVI U .'jliltti; bb Ìi8'J'J')}iH 11. r-i'p i fùri! i :..">;•■• . h !«'•:> . ili.'.' .».-.'. '' ISTRUZIONE AGRARIA !" ' Relazione della Società agraria istriana alla Giunta provinciale. • L'Istria paese essenzialmente agricolo non ebbe mai a ricordi storici alcuna istituzione specialmente diretta a far progredire l'industria agricola. Non accademie, non fondazioni speciali, non scuole, nè pubbliche nè privale. Appena nel 1808 si fondava il consorzio a-grario distrettuale di Parenzo, quale saggio preparatorio alla formazione della Società agraria istriana, la quale, come è noto, non ebbe principio di vita che ai primi giorni del testé passato Deeembre. Non v'ha d'uopo di peregrine dimostrazioni pe;' comprovare se questa deplorabile condizione di cose abbisogni di un pronto provvedimento. Il progresso agrario che da qualche anno trovasi avviato ili provincia sulla via retta d'un migliore avvenire, fu pel passato ed è al presente tutto dovuto alla iniziativa privata ed individuale. Alcuni proprietari e coltivatori, più istruiti e solerli, o posti sotto speciali favorevoli condizioni, migliorarono alcune pratiche a-grarie, le quali per imitazione si diffusero nel vicinata. Questo modo di progresso, innegabilmente ridestato in ogni angolo dell'Istria, dove sotto forma di migliorata orticoltura, dove di viticultura, dove di migliorie introdotte nell'allevamento degli animali, riesce troppo lento nei suoi effetti, ed abbisogna quindi urgentemente di essere spinto ad incremento, nonché di essere sorretto e guidato dalla face della scienza. Il mezzo migliore e più pronto si presenta quello di offrire istruzioni' ai più volonterosi, onde si trovino meglio diretti nei loro tentativi di progresso individuale, e moltiplicare per tal modo gli esempi dell'iniziativa privata. Onesto scopo sarebbe pienamente raggiunto colla diffusione dell'istruzione agraria. E sulla utilità dell'istruzione non vi ha necessità che questa Società agraria si accinga a dimostrazioni, essendo argomento già dimostrato e che si dimostra da sè. Concordi tutti nella massima e nel principio, la difficoltà comincia e termina nel rinvenire il modo migliore di metterla in pratica esecuzione. Nessuno potrà lusingarsi clic colla fondazione dì una Scuola agraria nell'Istria siasi raggiunto pienamente lo scopo, e che dì nuli'altro abbisognisi ulteriormente che di migliorare ed ampliare quella unica, ed attenderne gli effetti; melte ce ne vorrebbero e speciali, su basi più ampie o più ristrette, diffuse in varie parli della provincia, a seconda dei bisogni e delle locali condizioni. Ma se da una parte parecchie renderebbonsi necessarie, non è a presumersi e crearsi l'utopia che tutte le necessarie o più d'una se ne possa instituire fino dai primi momenti. Nè va pretermessa in tale riguardo la condizione oS'i specialissima della provincia d'Istria, unica forse nella Monarchia, riguardo al modo cioè in cui sono distribuiti i suoi centri civili. Tutto diversamente dagli altri paesi della Corona, nei quali una capitale predominante, assorbe in parte e senza dubbio concentra tutti gli interessi del paese, si economici che morali e civili, nell'Istria, tanto i centri amministrativi quanto gli interessi civili, sono sparpagliati in ogni angolo della medesima. E tale condizione, comunque giudicare la si voglia, favorevole o sfavorevole, è condizione di folto, non mutabile per lunghi e lunghi anni futuri. Perfino le condizioni puramente agrarie della provincia, sebbene piccola, non sono eguali nè per clima, nè per abillidini, nè per progresso agrario. Nell'Istria montana c'è il carso e non alligna la vile; nell'inferiore, forma l'olivo il ramo precipuo della svia ricchezza. Mentre vi hanno dei Comuni assai progrediti nella éoltura dell' ortaglia, alti-i ve ne bantio che tutto fondano sulla pastorizia degli animali ovini tentili alla patriarcale. Se aggiungasi a questo la difficoltà dcllè comunicazioni tra i vari piccoli cenili civili, la correlile economico-commerciale che si dirige dai vari pittiti, per un verso a Trieste, per altri diretlamcnle al mare ed a Venezia, per altri a Fiume e da pochi anni a Pola, appena quest'ultima nel territorio provinciale; facilmente potrà desumersi che una sola scuola non basta, e chc quand'anche una scuola si fondasse, questa non irradierebbe gran luce al dì là di una ristretta cerchia di territorio. Prèmessi questi pochi cenni sull'urgente necessità di dare almeno Cominciamelito all'istruzione agraria nella provincia dell'Istria, vista la impossibilità di'erea-re più d'uha scuola,, e considerando essere al momento assai difficile di fissarne le basi, senza la guida di un qualche esperimento, questa Socielà agraria istriana troverebbe cènsigh'abile di stabilire al più presto per tutta la provincia un professore viaggiante con tutte quelle saggie pfettUizìoni da stabilirsi, quando ne fosse per intanto abbracciala la massima. E certo che quésto professore ambulante non sarebbe chiamato ad imprendere In ogni luogo di sua eventuale stazione ttn corso regolare di scienza e pratica agraria, che a ciò mancherebbe il tempo e 1"opportunità; ma ciò non si richiederebbe da esso. Anche in una rapida corsa per la provincia noti isfuggireb-bero al suo occhio indagatore i difetti generali dell'agricoltura istriana ed i speciali di ogni singolo distretto. Trattenendosi un adequato tempo (qualche mese) nei centri dei varii comizi agrari nei quali sta per suddividersi la provincia agricola, potrebbe tenere delle utilissime conferenze cogli agricoltori del luogo, e delle libere lezioni sui varii rami dell' agricoltura/ a seconda dei distretti, delle stagioni e delle circostanze. 1 maestri stessi delle scuole popolari della provincia potrebbero approffittarne, o nel luogo della loro dimòra, od i più volonterosi riuniti nell'epoca delle vacanze. Queste conferenze e queste libere lezioni, oltre che istruire, dèsterebbòfó F emulazione fra i Comizi e fra gli agricoltori, ed iinonderebbero f energia ed il soffio di vita là dovè giàcè ancora latenti'. Ogni Comizio agrario riceverebbe (in fttiovo impulso ed un utile direttiva. Quello che avesse già predispósto un vi-•vajo, un orlo, un predio più o meno esteso, riceverebbe delle pratiche istruzioni, e questi stessi predi Sotto la consultazione dell'unico professore, potrebbero essere diretti nella loro varietà, ad una unità di scopo provinciale. Questo modo di istruzione, non sarebbe certamente l'Ultima parola in fatto di istruzione agraria; non ne sarebbe anzi che la prima, e solamente come saggio sperimentale, e sopra ogni cosa agirebbe subito, presto e da per tutto il territorio provinciale. Nel frattempo, altre insliluzioni, attualmente allo stalo di formazione potrebbero offrire necessaria occasione di lina dimora più lunga del professore: e di questo modo la pralica convenienza di fondare mia o più scuole stabili, verrebbe a manifestarsi da se, senza disposizioni foriate e premature, e senza il pericolo di incorrere in errore. Il meglio al tempo future». L'istruzione agraria si diffonde dall'alto. Senza negare, e tiit-t'altro che negarlo, la utilità dell' istruzione agraria ai fanciulli od all'agricoltore bracciante, non opina questa Società agraria che dovendosi appena cominciare, si abbia a farlo dalla suaccennata categoria di persone. Il professore viaggiante non si occuperebbe che raramente di quelli. Si occuperebbe e diffondereb-be l'istruzione fra i possessori di fondi che esercitano l'agricoltura e chc già per pratica o per isludio la praticano con successo Li awferebbe soltanto a qualche nuovo progresso; e se nel suo trattenersi in un centro agricolo qualunque, non riuscisse che a sradicare un inveterato pregiudizio o colf influenza della sua autorità, ad indicare un solo miglioramento, l'opera sua avrebbe bene meritato della patria agricoltura. Non v'ha dubbio che la massima delle difficoltà si racchiude nella scella del professore. Quesla Società Agraria si esprime senza timore di errare che il detto professore dovrebbe essere dotto e pratico dell'agricoltura meridionale, alla quale appartiene l'Istria. Sebbene vi abbia nell'Istria del nudo Carso montano che vive di pastorizia, la massima parte della provincia e soggelta a quelle interminabili siccità eslive, le quali sono In caratteristica dei paesi meridionali. Il suo versante da N'ori!-Est a Sud-Ovest, la colloca in una condizione agraria assai più meridionale di quanto indicherebbe la sua latitudine geografie.-!. La sua agricoltura è impernata sulla coltura delle piante arboree, viti, olivo, gelso e bosco, non già su quelle delle produzioni erbacee annuali e sulla produzione dei foraggi e dei lalicini. Il bosco occupa una gran parte della superficie dell'Istria, e questa produzione è scuscellibile di grande incremento, quando le boscaglie venissero trattate secondo i dettami di una perfetta pratica forestale. A ciò non potrebbe essere chiamato il professore ambulante, e per incaminarsi a ciò sarebbe assai utile e di urgeute necessità che per la provincia venissero fondati almeno due stipendii a favore di giovani istriani, assegnati ad uno degli stabilimenti di istruzione forestale, assai bene diretti e celebri della Monarchia. Non consta che neppure un istriano siavi stato ammesso gratuitamente, ire che alcuno siavi concorso pagante. E troppo poco per una provincia che conta tanta superficie boscata e centinaja di migliaja di jugeri di Carso, gran parte da imboscare. In riguardo al modo di organizzare l'istruzione circolante, non sì crede opportuno di occuparsene spe-cificatamentej qualora non ne venga antecipalamente accettata la massimo. Tale modo d'istruzione se rie- sce forse nuovo «olla Monarchia è però d'uso-frcquci)* le in altri Stati assai progrediti nello scienza e pratica rarin. e lo stesso Ministero comunicò un progetto distruzione circolante proposto dal professore Roller risguardante il solo ramo orticolo. Non troverebbe per altro felice partito questa Società Agraria di dare il passo ad un ramo speciale d'insegnamento quantunque importantissimo, prima di aver procurato di dare iniziamento a quanto risguarda l'agricoltura in generale che tanto abbisogna d'istruzione, Per quanto risguarda la spesa necessaria, questa Società agraria deve rendere noto che novella di sua fondazione {appena quattro mesi) non è in condizione di offrire denaro. 1 singoli Comizi potrebbero, quali più quali meno, concorrere alle spese di viaggio, dei locali ecc, ma nulla più. Ed altrettanto si può predire della concorrenza dei Comuni, stremali di forze economiche. Questa Società è pronta ad entrare a più dettagliate informazioni, qualora venisse onorata di ulteriori richieste.""" *v-»«» uhm , t iM ui.fi uu ti i<>q»:i<( ■i rtlsb » tAMiiai Mitici ti»ioofc ilM l~(ConlÌflM t^wldflt Oli tt *l«l*0'i» .,,•• .£, ► il.* .ut » ,. :uKuifitq«ic>!/« olt^b ilioumoj tv >> nlu'uuij'uftf Giuseppe deì^va I • ti it >ti:tit>iq uj oo» oso*««4 ib « auotauM ib ncèiifcj:; .Qg 1 ib aifciXy nq oau bi ,001 tftyHiifc iib „?«> q hoo A nfasmijir.qffwta tiVnluf il .61 £ ;t> uni r>n Mtr.q nu atti moloV » v/ooaM**'J ib iitutbtr SOCIETÀ' AGRARIA ISTRIANA Oc' .| ib MHioMq itti» AVVISO DI GONGOHSO. , OilllJtu'MsuO Allo scopo di impiegare io modo conveniente e profìcuo I» sovvenzione dello Stato accordata all'Istria ancora nell'anno decorso pel miglioramento delle razze degli animali ijtilj iill'eco-nomia rurale, ed all'appoggio di un progetto già iniziato dallo Spettabile Consorzio Agrario di Parenzo, viene djtllit si^losjjritta Presidenza della Spciefd Agraria htriana aperto un coffeorsu di premi per animali bovini e lanuti da accordarsi quest'anno da apposito giurì secondo le modalità del seguente Regolamento. fon ti>JooiMJuq(ft<*is oHvbOjlV&'IP'T) t'M1) ib •:i'»sjl-»a Degli animali da premiarsi. 1( yg ^ § I. La razza da premiarsi sarà di massima quella di la- imi""'1 r.'i,'vi)-!qm , ■ II HI IV V V'I VII » ad Albona » a Montona r> . t » a Lastefnuovo •> a Pinguente » a Bnje § 35. L'anno venturo cambierà la sede del giuri entro lo stesso scompartimento. § 34. L'esposizione ed il conferimento dei premi avranno luogo per quest'anno: a Castelnuovo ai 22 Maggio a Pinguente ai 24 » a Buje ai 26 » a Montona ai 29 » a Dignano il 1 Giugno ad Albona ai 3 » a Veglia ai 7 » § 55. Le disposizioni di questo regolamento corrispoudon» ai progetti confermati dall'eccelso i. r. Ministero dell'Agricoltura con dispaccio 29 Marzo 1869 N. 1565.474. Rovigno 20 Aprile 1869 Giampaolo Polesini, Presidente Andrea Ghiri, Direttore anziano Dr. Giorgio Piccoli, Segretario.