original scientific article UDC 903.3(497.4Socerb) received: 2008-10-04 DATAZIONE ED INTERPRETAZIONE DELLA FIGURA DELLA COSIDDETTA ABITAZIONE PROTOSTORICA NELLA GROTTA DI SAN SERVOLO / SVETA JAMA (ISTRIA) Clara FERLATTI Societa speleologica Sežana, Partizanska 61, 6210 Sežana, Slovenija Matej ŽUPANČIČ Commissione per la topografía, Biblioteca nazionale slovena e degli studi, via Petronio 4, 34138 Trieste, Italia e-mail: matej.zupancic@guest.arnes.si SINTESI Gli autori definiscono le coordinate temporali e contenutistiche della figura incisa all'entrata della Grotta di San Servolo presso !'omonimo castello dell'Istria slovena. Nel 1977 Ausilio Priuli!'aveva definita come la raffigurazione di una costruzione preistorica collegandola con i reperti degli ultimi scavi di Santa Lucia / Most na Soči di Tolmino. Gli autori pongono in evidenza anche l'iscrizione in sloveno SUETISOCERB incisa subito accanto. In base ad alcune raffigurazioni simili, i due autori interpretano la figura come lo stemma del Club Touristi Triestini - operante a cavallo tra il XIX e il XX secolo - cercando anche di ascriverla all'attivita di detta associazione. Parole chiave: Socerb, Sct. Servulus, costruzione preistorica, petroglifi, Club Touristi Triestini, L. K. Moser, A. Priuli, Istria, Santa Lucia, Most na Soči, Sveta jama DATING AND INTERPRETATION OF THE FIGURE OF THE SO-CALLED PROTOHISTORIC DWELLING IN THE CAVE OF ST. SERVULUS (ISTRIA) ABSTRACT The two authors of the article determine the time and content coordinates of the figure carved at the entrance to the Cave of St. Servulus near the homonymous castle in Slovene Istria. It had previously been defined by Ausilio Priuli in 1977 as a depiction of a prehistoric building connected to the findings from the recent excavations in Most na Soči. The authors also point out the inscription in Slovene SUETI SOCERB carved directly next to the figure. Based on several similar depictions, they interpret the figure as the emblem of the Trieste Tourist Association (Club Touristi Triestini) - operating in the late 19th and early 20th century -, trying also to ascribe it to the activity of the aforementioned association. Key words: Socerb, St. Servulus, prehistoric construction, petroglyphs, Club Touristi Triestini, L. K. Moser, A. Priuli, Istria, Santa Lucia, Most na Soči, Cave of St. Servulus (Sveta jama) INTRODUZIONE La figura incisa nella roccia all'entrata della Grotta di San Servolo (Fig. 1) ha suscitato notevole interesse per lo meno dalla metà degli anni Settanta del secolo scorso. Tanto più dopo che Ausilio Priuli si disse certo di aver riconosciuto in essa una casa preistorica ed identifico le più vicine analogie reali nelle appena dissotterrate costru-zioni dell'abitato protostorico di Santa Lucia di Tolmino nonché nelle incisioni rupestri della Val Camonica. Cosï scrive: "La continuità di tradizione di incidere e graffiare disegni, figure, nomi sulla roccia, nonché dediche ed ex voto fatti dai pellegrini come disse Mons. Tommasini (G. F. Tommasini 1837) appare evidente dalla osservazione di innumerevoli casi di sovrapposizione degli stessi. Tra tutte queste incisioni, all'entrata della grotta, sulla parete in prossimità dello stipite della porta d'ingresso si osser-va in maniera evidente una figura di costruzione eseguita per mezzo di strumenti metallici, attraverso la percussio-ne indiretta in modo da ottenere profondi solchi incisi e picchiettati. La figura sembra riprodurre una capanna, leggermente sopraelevata per mezzo di brevi strutture atte a tenerla orizzontale su un piano inclinato. La costruzione presenta il tetto a due spioventi i quali apparen-temente non si incontrano nella parte alta, ma lasciano un breve vuoto o apertura forse causata da una rottura della roccia posteriore alla esecuzione della figura. La visione frontale della costruzione permette di osservare come questa fosse molto semplice: pareti vertical i, tetto Fig. 1: Raffigurazione della "casa preistorica" della Grotta di San Servolo, secondo Priuli 1977. Sl. 1: Slika »prazgodovinske hiše« v Sveti jami, po Pri-uliju, 1977. a due spioventi, piano di appoggio sopraelevato, sempli-ci strutture portanti del piano e quindi di tutto l'edificio. Sui due fianchi della costruzione, con origine dal piano, si dipartono due motivi a semicerchio rivolti verso l'alto. Le strutture rappresentate richiamano senza alcun dub-bio una reale costruzione che probabilmente era costrui-ta in parte in muratura ed in parte poteva essere di legno. Gli unici confronti possibili tra le incisioni preistoriche alpine si hanno in Valle Camonica, nell'area di maggior concentrazione di incisioni rupestri preistoriche che si conosca. Dopo aver preso visione dei resti di strutture dell'abitato hallstattiano di S. Lucia di Tolmino in Jugoslavia, è stato per me spontaneo collegare questa figura di costruzione alle capanne che anticamente sorgevano in quell'area attraverso i resti visibili sul terreno ed in modo particolare vedere nei sostegni del piano della figura le sottomurazioni portanti il pavimento delle capanne di Santa Lucia; nei motivi a semicerchio, le strutture poste a riparo della capanna con lo scopo di sostenere il terreno circostante isolandola nello stesso tempo dalla umidità, espresse graficamente nella maniera più semplice possibile. Non penso sia quindi eccessivamente azzardato ipotizzare che codesta figura possa riprodurre una reale costruzione di tipo hallstattiano, graficamente sintetizzata attraverso una visione frontale semplice con strutture di riparo laterali riprodotte su di un unico piano (Prospettiva cinese). Questa figura è quindi di notevole interesse, sia per essere antica, sia per essere molto probabilmente la riproduzione di una reale costruzione preistorica che trova delle strette analogie nelle figure di alcune costruzioni incise in valle Camonica." (Priuli, 1977, 21-23) In tal modo fu in grado di suggerire con considere-vole precisione la datazione del petroglifo della Grotta di San Servolo. La forma caratteristica della visione frontale della costruzione, con tetto a due spioventi, è alquanto convincente; ma un esame più attento rivela l'assenza del colmo del tetto facendo presumere una libera uscita del fumo: il vuoto tra i due spioventi sarebbe cioè voluto e non da ascriversi a rotture della roccia posteriori all'esecuzione della figura, come scrisse Priuli. Egli descrisse minuziosamente la técnica di incisione effettuata con "percussione indiretta" sulle linee vertica-li e i solchi obliqui, come pure il piano d'appoggio che presenta due rebbi ripiegati verso l'interno. Lo studioso supponeva che la figura rappresentasse una costruzione realizzata parte in muratura e parte in legno. Non era del tutto chiaro se il Priuli intendesse rife-rirsi all'analogia protostorica (halstattiana, 800 - 350 a. C.) oppure a quel la preistorica camuña (età del Bronzo, cca. 2000 a. C.). In un lavoro molto più recente (Priuli, 2006), tra le raffigurazioni delle case pre- e protostori-che dell'ltalia non sono presentate analogie alla "casa" di S. Servolo. La sua interpretazione è stata parzialmente condivisa da altri, anche se, ad esempio, Drago Svoljsak, che ha studiato l'insediamento protostorico e romano di Santa Lucia, non ha mai paragonato l'incisione della Grotta di San Servolo con la "casa isontina" (p. es. Svoljsak, 1999), ma non ha nemmeno rigettato tale paragone in modo esplicito. Della figura ci ha parlato anche il sig. Manlio Sorta di Capodistria che ci ha accompagnato fino all'entrata della grotta (Museo regionale di Capodistria, ricognizio-ne archeologica, Socerb, 3/02/1981). In quell'occasione abbiamo capito che all'attenzione di Priuli era sfuggita l'iscrizione (Fig. 2) incisa nella roccia subito vicino alla figura. Priuli non riusci ad afferrare l'insieme, forse perché non conosceva la lingua slovena. Secondo noi nell'iscrizione si legge: SUETI SO CERB significando in lingua italiana "San Servolo" e, considerando le tecniche d'incisione, non è da ritenersi di più antica data.1 Dobbiamo comunque ammettere che, data la re-putazione di Priuli e la pubblicazione per mezzo della quale divulgo le proprie scoperte, in un certo senso siamo stati incapaci di un approccio indipendente ed inoltre non sapevamo come interpretare un'iscrizione slovena, e presumibilmente abbastanza recente, in un contesto protostorico. Nel febbraio del 2008, la sig.ra Clara Ferlatti ha dato avviso dell'esistenza di una raffigurazione identica, o quasi, nella Grotta dei Morti presso Padriciano sul Car-so triestino (Fig. 3) (vedi il testo >B di C. Ferlatti). Una terza figura, scolpita nella roccia e avente caratteristiche simili a quelle delle due menzionate in precedenza, è stata evidenziata qualche tempo dopo da Franc Malec-kar (Fig. 4). Essa si trova all'aperto, nella parete verticale accanto al castello di San Servolo, ed è semicoperta da un gradino di pietra facente parte della via d'accesso, ristrutturata probabilmente negli anni 1924/25. OSSERVAZIONI E DESCRIZIONE DETTAGLIATA DELLE INCISIONI Nelle umane vicende e per le scoperte importanti (grandi o piccole) il caso gioca un ruolo preponderante. Caso è una parola vaga che significa in realtà fato, destino. Quanto si espone è una singolare catena di coinci-denze innescata dal fatidico caso. Tutto è iniziato con la lettura di un articolo scritto da Priuli (1977; 1978) sulle incisioni rupestri carsiche. L'attenzione nostra si è soffermata sulle incisioni relative alla Grotta di S. Servolo e su una in particolare. Ci siamo recati più volte sul posto2 ed abbiamo espresso qual- Fig. 2: L'iscrizione incisa (foto: C. Ferlatti). Sl. 2: Vklesan napis (foto: C. Ferlatti). che perplessità sull'interpretazione della prima incisio-ne che si nota sulla parete rocciosa, a sinistra, prima di vareare il cancello di accesso alla grotta: l'incisione, secondo Priuli, era una casetta preistorica. Per noi, poteva essere tutt'al più un'abitazione su palafitta. Inoltre, confrontando questa "casetta" con le capan-ne incise sulle rocce (arenaria permiana) della Val Ca-monica - Naquane, fu rilevato che queste ultime sono totalmente differenti: in particolare lo "stile" ed il tetto che è sempre ben delineato e chiuso (Bernardini, 1975, foto 69). In quel periodo, effettuando una ricerca storica sull'esplorazione della Grotta dei Morti (VG 15, Carso Triestino, prossimità Monte Spaccato), la Ferlatti noto sul Tuttocat, notiziario interno del Club Turistico Triestino la foto dello stemma (Tommasini, 2004) del Club Touristi Triestini (CTT) fatto su una parete della Grotta nel 1894. In quel momento l'autrice fu colpita da un "flash" mentale o, per meglio dire, ebbe 1'illuminazione: lo stemma del CTT è quello che campeggia alla Sveta jama e non esiste alcuna "casetta preistorica"! I risultati delle ricerche sono i seguenti: - II Club Touristi Triestini ha esplorato la Grotta dei Morti il 13 maggio 1894 e dal 24/8 al 12/9/1894 per la prima volta dopo la tragedia del 1866 (4 operai morti asfissiati dal gas di scoppio di una mina). Rilievo Andrea Perko e G. Pucalovich. Profondità raggiunta m 264. Materiale impiegato 600 kg (scale di corda!). Illuminazione: candele e presumibilmente lampade a carburo. È da ritenere che lo stemma del CTT sia stato fatto soprattutto con il "nerofumo" delle candele. In quegli anni e sino ai primi decenni del '900 si usavano molto le candele steariche che venivano messe anche sugli elmetti. 1 Al martire triestino Servulus fu dedicato il piu antico convento di Venezia, menzionato gia nell'819 (Bratoz, 1999, 210, n. 64). A Trieste, il leggendario santo (il suo nome sloveno "sveti Socerb" e in realta un pleonasmo) fu forse raffigurato nella cattedrale gia nell'XI secolo (Mason, 2005), oppure nel XIII. Fig. 3: Raffigurazione dello stemma nella Grotta dei Morti 10/15 VG, da Tommasini 2004 (foto: A. Polsini). Sl. 3: Slika grba iz Jame mrtvih 10/15 VG, iz Tommasini, 2004 (foto: A. Polsini). - I soci del Club Touristi Triestini hanno compiuto numeróse escursioni a San Servolo (castello, allora in rovina, e grotte): 17/11/1895 - 11/4/1897 - 26/6/1897 - luglio 1898 - 24/5/1900; si devono menzionare anche 5 indagini nel 1899 da Ludwig Karl Moser, presidente del CTT con i soci G. A. Perko e H. Veit in 2 grotte sotto il Castello. - Lo stemma del CTT nella Grotta di San Servolo e sta-to inciso sulla parete di roccia (calcare dell'eocene inferiore) leggermente aggettante nella prima parte, a sinistra della scala che porta alla grotta, ad un'altezza (l'inizio dell'incisione si considera "dal basso") di 93/94 cm dal quindicesimo gradino dal piano di campagna. Dimensioni: altezza cm 30 -lunghezza cm 30. Considerato il tipo di roccia, sup-pongo che l'esecutore non sia riuscito ad incidere anche l'alabarda dello stemma. Proseguendo la discesa, sempre sulla stessa parete, ci sono altre incisioni, molto interessanti, per le quali si presenta la successione temporale: a) la scritta SUETI SO/CERB si trova ad un'altezza di 72/73 cm dal ventesimo gradino, ha una lunghezza di cm 40. L'altezza delle lettere varia da 5 a 7 cm; i caratteri sono arrotondati e profondamente incisi. b) Un'altra scritta, molto più piccola ed immediatamente soprastante è stata incisa delicatamente con caratteri eleganti - forse con uno stiletto o un pu-gnale? - e sia i segni che le lettere dovrebbero venir studiati con accuratezza. Sotto c'è la data 1693 ed il numero 6 è stato rovinato dalla lettera U di SUETI. c) Subito a sinistra (di chi guarda) della scritta di cui al comma a) ci sono 5 fori disposti in una sorta di ovale (vedi foto), delle seguenti misure: 4 fori piccoli (3 in alto, 1 in basso): 0 cm 3, prof. cm 2,5; foro grande centrale: 0 esterno cm 9, interno (sul fondo) cm 6,5, prof. cm 10,8. La lunghezza di questo "lavoro" è di cm 30 con un'altezza di cm 28. L'esecuzione di que-sti fori ha causato la rottura della lettera S di SUETI (comma a). Infine, per avere un'ulteriore conferma di quanto constatato e soprattutto la consulenza sulla tecnica di "scalpello", fu chiesto ad un professionista qualificato di venire sul posto per vedere e toccare con mano le incisioni. II signor Božidar Marušič, classe 1939, (Sli -via / Slivno - com. Duino Aurisina / Devin Nabrežina) è un espertissimo marmista che ha iniziato a faticare e lavorare la pietra carsica (ne conosce l'intima essenza, potremmo dire 1'anima) all'età di 14 anni. Oggi è un simpatico signore, di poche ma valide parole, che porta molto bene i suoi anni: sembra un giovanotto. Da bambino aveva sempre con sé punta e mazza (allora i ragazzi andavano a pascolare il bestiame) per incidere su affioramenti calcarei più o meno lisci dei solchi per giocare alla tria con i suoi compagni. Il signor Marušič, dopo avere accuratamente visto, controllato e "toccato con mano", munito anche di un piccolo scalpello, da vero professionista, si è cosí espresso: - le incisioni dello stemma del CTT (ex "casetta") sono state fatte con punta e mazza, tramite percussione diretta, e non possono avere più di 150 anni. - Più antiche sono invece quelle della scritta SUETI SO/CERB ed anche i fori. Per questi ultimi ha ipo-tizzato con intelligenza che ll doveva essere infis-sa probabilmente qualche lastra metallica rotonda, scalzata (chissà quando) con forza ed i segni di tale strappo sono evidenti nella rottura della roccia ai bordi del grande foro centrale. - Per quanto riguarda infine l'altro stemma del CTT notato da Malečkar su una roccia del Castello di S. Servolo, parzialmente coperto da un gradino quando il castello è stato ristrutturato, è stato eseguito con la tecnica della picchiettatura con punta metallica. 2 F. Malečkar, curatore della Grotta e conoscitore della geología carsica e C. Ferlatti, speleologa. In questo caso - si perdoni l'istintiva boutade - è da dubitare molto che i membri della civiltà hallstattiana abbiano contribuito sia alla costruzione che alla ristrut-turazione del Castello di S. Servolo. Infine, si evidenzia che negli ultimi decenni dell'Ottocento ed i primi del Novecento era normale per escursionisti e sportivi percorrere molti chilometri a piedi per raggiungere la meta delle loro gite. Era normale avere zaino in spalla, per portarsi dietro la merenda, la borraccia, delle piccozze, una punta e mazza. Il tutto sotto il sole o 1'acquazzone, avendo fiducia nelle proprie forze e in quelle dei propri compagni. CONCLUSIONE La datazione della figura, come pure il suo contenuto, sono perfettamente chiari: si tratta dell'emblema del Club Touristi Triestini operante a cavallo fra il XIX ed il XX secolo (Mader, 2003) che cosí ha dissipato ogni dubbio! I due spioventi del tetto che non si toccano vanno letti come TT (iouristi Triestini), ed il piano d'appoggio con i due rebbi come una C (Club) rovesciata. Anche l'iscrizione nella roccia sotto il castello puo senz'altro essere attri-buita a quest'associazione. Nell'ottobre del 1885, il suo presidente L. K. Moser visito la grotta per la seconda volta dedicandole poi un breve scritto dall'eloquente titolo (Moser, 1886). Il castello e la grotta di San Servolo anda-vano aprendosi al turismo escursionistico triestino (due ore di cammino dalla stazione ferroviaria di Borst/S. Antonio in Bosco fino al castello di San Servolo) e soprattut-to al CTT del presidente Moser. Seppur di tendenza filoa-ustrotedesca, durante la propria esistenza l'associazione collabora con la componente slovena del Litorale. Con gli anni questi contatti diedero i loro frutti visto che A. J. Bunc, il preside della scuola di Dolina, informo proprio lui del ritrovamento di sepolture protostoriche e romane Fig. 4: Raffigurazione dello stemma nella párete verticale sotto il Castello di San Servolo, parzialmente co-perta da una recente opera di ristrutturazione (foto: F. Malečkar). Sl. 4: Upodobitev grba na vertikalni steni pod Socerb-skim gradom, delno pokrita zaradi nedavnih obnovitvenih del (foto: F. Malečkar). sotto il Castello (Moser, 1903, Kol. 117; 1908). Anche se l'iscrizione slovena scolpita nella roccia puo non essere decisiva ai fini della collocazione storica della figura incisa, essa e comprensibile nel contesto di questi contatti - e del riguardo di Moser per la toponomastica e le usanze slovene (Moser, 1909) - e della "stratigrafia" delle incisioni, dimostrata da C. Ferlatti. Ringraziamenti: Franc Malečkar, Premančan / Pre-manzano; Božidar Marušič, Slivia / Slivno; Brigitta Mader, Trieste-Vienna; Mirjana Kramarič, Izola / Isola. K DATACIJI IN INTERPRETACIJI UPODOBITVE T. I. PRAZGODOVINSKE HIŠE V SVETI JAMI NA SOCERBU V ISTRI Clara FERLATTI Jamarsko društvo Sežana, Partizanska 61, 6210 Sežana, Slovenija Matej ŽUPANČIČ Komisija za topografijo, Narodna in študijska knjižnica, Ul. Petronio 4, 34138 Trst, Italija POVZETEK Avtorja obravnavata datacijo "prazgodovinske hiše", domnevno upodobljene na vhodu v Sv. Jamo pri Socerbu v istrski Sloveniji. Kot upodobitev prazgodovinske hiše jo je prikazal leta 1977 Priuli. V upodobitvi je prepoznal dvo-kapno streho in vertikalne zidove ter neke vrste temelj, kar bi naj ustrezalo halštatski "posoški hiši" iz Mosta na Soči. Priuli je napačno domneval, da se streha ne stika na slemenu, kar naj bi bilo posledica naknadnih poškodb, česar pa pozorno opazovanje ne potrdi. Prav tako je spregledal napis SUETI SOCERB ter drobno letnico 1693 in vdolbine v neposredni bližini. C. Ferlatti je na osnovi podobnega znaka v Jami mrtvih pri Padričah uspela v upodobitvi razbrati znak in napis CTT, torej logo društva Club Touristi Triestini, ki je delovalo konec 19. in v začetku 20. stoletja. Med omenjenimi znaki je analiza vzpostavila tudi stratigrafske odnose, tako da sta napis in znak nastala nedvomno po letu 1693, znak sam pa ob koncu 19. ali v začetku 20. stoletja. Avtorja opozarjata na pogosto prisotnost članov in tudi predsednika društva, dr. L. K. Moserja, na Socerbu in na njihovo občasno sodelovanje s slovensko lokalno elito. Ključne besede: Socerb, Sct. Servulus, prazgodovinski objekt, petroglifi, Club Touristi Triestini, L. K. Moser, A. Priuli, Istra, Santa Lucia, Most na Soči, Sveta jama BIBLIOGRAFIA Bernardini, E. (1975): Arte millenaria sulle rocce alpine. Milano, SugarCo. Bratož, R. (1999): Il cristianesimo aquileiese prima di Costantino: fra Aquileia e Poetovio. Udine - Gorizia, Istituto Pio Paschini - Istituto di storia sociale e religiosa. Mader, B. 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