ANNALES »/'% strokovno delo UDK 73(450):929 Merengo E..-726.591 (497.4) CONTRIBUTO ALL'OPERA DELLO SCULTORE VENEZIANO ENRICO MERENGO NataSa POLAJNAR-FRELIH laureata in storia deü'arte, Museo religioso sloveno, SI-1295 Ivančna Gorica, Stična 17 prof. um. zgod., Slovenski verski muzej. Si-1295 ivančna Gorica, Stična 17 SÍNTESi Nello studio l'autrice tratta ¡a scultura marmórea deli'ultimo Seicento e del primo Settecento in Shvenia. L'a na lis i comprende soprattutto le statue eseguite per la bottega lubianese di lapicidi guidata verso ¡a fine del XVII secolo da Mihael Cussa (1657-1699). Sulla base deü'analisi stilistica I'autrice conclude che le statue eseguite per i'altare di S. Marti no a Hrenovice presso Rostumia (commissíonate per la cappells privata presso i Francescani di Lubiana da! commerciante Jakob Schell von Schellenburg fra gil anni 1695 e 1699) e ¡I pulpito deila cattedrale di Zagabria (commissionato dal vescovo di Zagabria Antón SelisCevic nel 1695), sonó molto vicine alie opere eseguite dall'importante scultore veneziano F.nrico Merengo (1639-1723). A titoh comparativo l'autric.e cita le opere documéntate del Merengo nella chiesa di S. Giustina a Padova, nella Cappella de! Monte di Pietá di Udine, nella chiesa di $. Stefano a Nimls, in quella di S. Antonio a Aquileia e nell'es chiesa cistercense di Viktring in Carinzia. In tale contesto sottolinea il ruolo di Lubiana quale centro culturale che assorbiva le moderne tendenze barocche che giungevano da i Paesi limitrofi. Parole chiave: statue, ch/ese, Slovenia, Enrico Merengo Ključne besede: kipi, cerkve, Slovenija, Enrico Merengo A Lubiana negii anni fra il 1677 e ii 1699 fu attiva la bottega di lapicidi guidata da Mibaei Cussa (1657cca -1699).1 In essa nacquero numéros! altari in pietra nera, pulpiti, lavabi, portali, cornici di finestre e altri oggetti in pietra.2 Questi altari sono tutti caraftenzzati da una parte arcbitettonica relativamente piatta di pietra nera e da uno o due paia di colonne ai lati del tabernacolo.3 La maggior parte degli altari eseguiti dalla bottega di Mihael Cussa è priva di scuiture ma, in caso di corn-mittenti important!, Cussa provvedeva at'finché ci fosse anche una decorazione scultorea di qualità, che egli stesso ordinava a Venezia. Suli'altare di Mekinje del 1695 dedicato a S. Antonio da Padova pose cos'f le statue di S. Pietro d'Aicantara e di S. Giovanni Capistrano. 1 Per la letteratura su M. Cussa vedi: V. STESKA 1925, 1-12; E. CEVC 1951, 222-224; M. STELÉ 1957, 31-38; S. VRlSER 1976, 4a-50, 202, 222; S. VRIŠER 1983, 55-33, 170-171. 202; N. POLAJNAR 1992, 77-84; B. RLSMAN 1995, 11-36. 2 A Lubiana. capital« delta Carniola, negli ultimi due deccnni del XV1Í secolo, maturarono le condizioni per la penetrazíone e la dif/usione dell'aríe barocca. Un processo favorito dai Cesuiti che si assunsero ¡'inearieo di istruife l'irtteíligbeijzia" Socale. Le nuove generazioni di študenti non si indirizzarorso cosí ai Nord, nelíe universitá tedesche, ma preferirono quelle del Sud, da dove ritornarono arrícchiti dalle impressioni dell'arte e delia cultura italiana. L'importanza di Lubiana come centro culturale crebbe ulteriormente quando questa generazione comincid a collegarsi e a organizzarsi. Per lo sviluppo delie atti e per il loro inffirizzo verso i modelli italiani sono importan ti soprattutto due orgarsizzazionh la "Confraternita di S. Dísmo", fondata nal 1688 e l"'Ac:ademia operosorum", fondata nel 1693 (M. STELÉ 1957, 31 -32: M. PIRJEVEC 1994, 23-34). 3 La pietra nera che ven iva esíratta nelle cave di Lesno Brdo e Podpeč, entrambe presso Lubiana, abbellisce in determioati punti l'incrostatura policroma di forme geometriebe e fitomorfe. 287 ANNALES 8/'9f> NataSa POLAfNAR-fRELIH: COKTRI8LTO ALi.'OPEKA DEL LO SCUttORE VENEZIANO ENRICO MERENGO, 28»-298 Fig. 1: S. Giacomo, chiesa parrocchiale di S. Martino, Hrenovke presso Postumia, 1699 (foto: M. Frelih). Si. 1: Sv, Jakob, ž.c. sv. Martina, Hrenovke pri Postojni, 1699 (foto: M. Frelih). Una coppia di figure širnih' si trova anche sull'altare di S. Giovanni Nepornuceno di Rakulik presso Postumia (Postojna) (1699) mentre sono sei !e statue poste sull'altare di S. Martino a Hrenovice, sempre presso Postumia (1695/99). Sul pulpito deila cattedrale di Zagabria Cussa sistemd un eingeio atlante e cinque riiievi (1695). Sulla base deil'analisi stilistica sono giunta alia con- Fig. 2: S. Giovanni Evangelista, chiesa parrocchiale di S. Martino, Hrenovke presso Postumia> 1699 (foto: M. Frelih). Si. 2: Sv, jane? Evangelist, i.e. sv. Martina, Hrenovice pri Postojni, 1699 (foto: M. Frelih). clusione ene alcune di esse furono eseguite, con tutta probabilita, dalla bottega di Enrico Merengo - Heinrich Meyring (cea. 1639-1723), uno degli scultori barocchi veneziani piü in vista.4 Enrico Merengo fa parte di quegli artisti giunti a Ve-nezia dal Nord d'Europa.3 Rimase neiia cittá lagunare per 4 Per la letteratura principale su Enrico Merengo vedi: THÍEMf-BECKER 1930, 4)1; V, MOSCHiNi 1964, 132-183; V. MOSCHJNf 1965, 171-173; C. SEMENZATO 1966. 27-29, 91-92; G.VÍO 1985, 204-2Û8; P. ROSSÍ T9S5, 194-203; C. BERGAMJNI et. al. ¡958, 145, 239: P, ROSS1-M. PREGNOLATO 1990, 200-201; P. ROSSi 1993, 95-99; S. O. ANDROSSOV 1993, 3ÔÛ-385; P. ROSSJ 1994, 36-4": P. ROSSI 1994, 47-56. 5 Le forme del suo cognome, Meiring, Meyering, Meyring, Ma ir, ne indteano l'origine nórdica, come testimoníalo anche da «no scritto nel testamento dello scuftore: "Henrico Meyring, del quondam Enrico, originario di Rhein" {G. VIO 1985, 207). Le idee barocche giunsero tardi a Veneria segitendo due vie distirite. Le noviîà veiinero portare dagli scultori che arrivarono c¡íj¡ da i Paesi a nord délia Alpî e dagii Ualiani, che si fermarono nella citta lagunare per periocli piü o irieno lunghi. Lo scultore piCi attivo sino al 1679 è "sfraniero", il fiammingo Josse de Corte ossia Giusío Le Court (1627-1679) che raccobe attorno a se molti artisti stranreri, assieme ai quali labelo a Venezia moki monumenti barocchi, Una delle sue opere principali é Pairare maggiore délia chiesa di S, Maria deila Salute, compiuto assieme a ailievi e aiuti nel 1670. La sua opera inñwenzó «n'intera generazione di scultori sino al 1700 Ne fu influenzato anche Merengo nelta sua attività giovanile, nonostante appartenue già ad una generazione piii giovane di scultori. (N. IVANOFF 1948, 115-126; C. SEMENZATO 1966, 20-23, 86-88; P. KÖNIG 1973; R. WÎT7XOWCR 1932, 450-4S3). 288 ANNALES 8/'% Njfcrta POIAINAR-FRELIH; CONTRI BUTO ALL OPERA ORLO SCULTORE VÉNEZ1ANO ENRICO MERENGO, 267-293 Fig. 4: E. Merengo, volto detla Carita, chiesa parrocchiale, Nimis, 1695 (foto M. Frelih). SI. 4: E. Merengo, obraz kipa Ljubezni (Caritas), ž.c., Nimis, 1695 (foto: M. Frelih). Fig. 3: Volto di S. Caterina, chiesa parrocchiale di S. Martino, Hrenovke presso Postumia, 1699 (foto: M. Frelih}, Si. 3: Obraz sv. Katarine, ž.c. sv. Marina, Hrenovke pri Postojni, 1699 (foto: M. Frelih). HBRPl gfjgpi Fig. .5: S. Caterina, chiesa parrocchiale di S. Martino, Hrenovke presso Postumia, 1699 (foto: M. Frelih). SI. 5; Sv. Katarina, ž.c. sv. Martina, Hrenovke pri Postojni, 1699 (foto: M. Frelih). Fig. 6: Santa martirc della facciata della chiesa di S. Antonio, Aquileia (foto: M. Frelih). SI. 6: Mučenica $ fasade cerkve S. Antonio, Oglej (foto: M. Frelih). 289 ANNALES 8/'96 "ixAINAR-fRÉUH. CONTRIBUÎO Al í.'OPfRA DELLO SCULTORE VENECIANO ENKICO MERENGO. ¿87-290 Fig, 7: Santo María, chiesa parrocchialc di S. Martino, Hrenovice presso Postumia, 1699 (foto: M. Frelih). SI. 7: Marija, ž.c. sv. Martina, Hrenovice pri Postojni, 1699 (foto: M. Frelih). circa ciriquant'anni e ¡n questo periodo scolpî numeróse statue che andarono ad abbeliire altan, íacciate di chiese, giardini e scalinate di pafazzi. II suo primo iavoro documéntalo sonó i quattro angeli della chiesa di S. Giustina a Padova, due suli'altare di S. Giuliano Confessore (1679) e due su quello di S. Massimo (1680). Nelie chiese veneziane sonó suoi gli altari maggiori di S. Maria del Giglio e di S. Moisè, Paitare della chiesa di S. Silvestre, oggi a Nimis, che reca la firma dell'autore, ¡'altare dell'oratorio di S. Mana della Pace, oggi o Barcola presso Trieste mentre ¡'altare dell'Estasi di S. Teresa agit Scalzi (1698) e quello maggiote della chiesa d¡ S. Cassiano (1698) sono sue opere documéntate. A Este è suo Paitare della chiesa di S. Maria delie Grazie come suo è anche il gruppo di statue per Paitare della Cappella del Monte di Pietà a Udine (1695). Statue da Fig. 8: Santa martire della facciata della chiesa di S. Antonio, Aquileia (foto: M. Frelih). SI. 8: Mučenica s fasade cerkve S. Antonio, Oglej (foto: M, Frelih). lui eseguite ornavano, con tutta probabilîtà, anche la facciata della chiesa di S. Moisè a Venezia (prima del 1679) mentre la sua ultima opera, pure questa documentât», è costituita dall'Angelo custode sulla facciata di S. Angelo Custode (1714).6 Al vasto elenco delle opere di Merengo se ne possono aggiungere anche alcune eseguite per la bottega lubianese di Cussa che si trovano oggi al di qua deil'attuale confine ítalo-sioveno. II 26 diciembre 1694 Mihaeí Cussa sigló con il commerciante e banchiere Jakob Schell von Shellenburg un contratto relativo all'altare della S. Croce nell'aflora chiesa francescana di Lubiana. Nel contralto, pubblicato di recente da Blaž Resrnan, si puô leggere: "... Che esso Sig. Michele Cussa Sia tenuto di far ¡'Altare conforme i! disegno con essato fauore di pietra ñera di pezzi intieri Senza dtffeto: Secondo sia tenuto à fare li 2 Angioli 6 V. MOSCHINf 1964, 182-183; C. S€M£NZATO 1966, 91-92; G. VIO 1985, 207; P. ROSSI-M. PREGNOLATO 1990, 200-201; P ROSSI 1994, 38-47. 290 ANNALES 8/'96 NalaSa PQLAINAR-F RELIH. CONTRIBUTO Al.(.'OPERA DFI.LC SCUITORE VENIZIANQ ENRICO MERENGO. Î87-298 Fig. 9: Angel» di sinistra dell'altare maggiore nella chiesa parrocchiale di S. Martino, Hrenovice presso Postumia, 1695 (foto: M. Freiih). Si 9: Levi angel na glavnem oltarju v ž.c. sv. Martina, Hrenovice pri Postojni, 1695 (foto: Al Freiih). Fig. 11: G. Le Court, Angelo di destra delimitare della Cappella del Santissimo, S. Giustina, Padova, 1674 circa (foto: M. Freiih). SI. 11: G. Le Court, Desni angel z oltarja v Cappelli del Santissimo, S. Giustina, Padova, ok. 1674 (foto: M. Freiih). Fig. 10: Angelo di sinistra dell'altare maggiore della chiesa di S. Antonio, Aquileia (foto: M. Freiih). Si. 10: Levi angel na glavnem oltarju v cerkvi S. Antonio, Oglej (foto. M. Freiih). Fig. 12: Angelo di destra delfalfare maggiore della chiesa parrocchiale di S. Martino, Hrenovice presso Postumia, 1695 (foto: M. Freiih). St. 12: Desni angel na glavnem oltarju v ž.c; sv. Martina, Hrenovice pri Postojni, 1695 (foto: M. Freiih). 291 ANNALES 8/'% N'aliMil «XAINAft-FREtîH: CONTRI8UTO ALL'OPERA I Fig. 13: Angelo di destra delt'altare maggiore dvlla chiesa di S. Antonio, Aquileia (foto: M. Frelih). Si. 13: Desni angel na glavnem oltarju v cerkvi S. Antonio, Oglej (foto: M. Frelih). grandi al canto del quadro délia pietà: Cos) pure il telaro à longe2za del Crocefisso, fi quatro Angioli nef fondo del nero à rilieuo: Come anco il Padre eterno con doi altri Angiolini di marmo fino di Genoua di prima qualité lustro, e dal primo Mastro di Venetia. Item per il terzo sia te-nuto à fare i! Tabernaculeto, ô Conserua di marmo di Genoua fino come di sopra è da parte di questo nel ni ero rimeltere doi Angiolini coi incensatoi. Per il quarto nei pedestali di Sopra da un canto rimetter un'arma, e nel-l'aítro intagliar un'iscrittione: Ne' inferiors poi à cantodei-í'Ara, ö Altare rimetter in ogn'uno un gropeto d'Angioli piangenti. Per quinto, Sia tenuto far Scoipire a Venetia un bel Christo di legno per mettere in Sepolchro...".7 Resman ha scoperto anche che nel 1699 fu operata un'aggiunta aü'altare.8 Scheilenburg scelse in quel-l'anno quale propria tomba ¡o spazio sotto la cappella e fece Irasferire suíl'altare íe statue di S. Giacomo e S- 3ELLO SCULTORf VfNEZIANO ENRICO MERENGO, 2Ö7-298 Fig. 14: Angelo atlante, pulpito della cattedrale, Za-gahria, 1695/96 (foto: M. Frelih). SI. 14: Angel allant, priinica v katedrali, Zagreb, 1695/96 (íoto: M. Frelih). Caterina, protettori suoi e della moglie, delîa Vergine e di S. Giovanni Evangelista. La parte architettonica ecce-zionalmente alta dell'altare venne cosí arricchita da numeróse scuíture in marmo. L'altare doveva essere davvero imponente e probabilmente era uno dei piu grandi di tutta la lubiana di quel periodo. Quando il convento verme soppresso nel 1787, Pal-tare fu venduto a Hrenovice, presso Postumia, dove subí numéros! quanto radicali rimaneggiamenti. Del lustro e della grandezza di un tempo non si sono cosí conservati che i resti della parte architettonica e fe statue di S. Giacomo (155 cm), S. Caterina (155 cm), i'Addolorata (150 cm), S. Giovanni Evangelista (152 cm) i due angelí del tabernacolo (120 cm), due putti, il rilievo del Dio Padre e due teste di angefi. (Figg. 1, 3, 5, 7, 2. 9, 12) Confrontando il volto di S. Caterina dell'altare di Hrenovice con quello défia Carita deli'altare maggiore 7 B. RESMAN 1995, 87. 8 B. RESMAN 1995, 292 ANNALES 8/'96 N«l»$a POIAJNAR-EREIIH; CON TRIBUTO AU'OPERA HELIO SCULTORE VENEZIANO 0SRICO MERENGO. 287-293 Fig. 15: Angelo atlante, pulpito dclla cattcdrale, Za-gabria, 1695/96 (foto: Al Frelih). SI. 15: Angel atlant, priónica v katedrali, Zagreb, 1695/96 (foto: M. Frelih). di Nimis, opera autógrafa di Merengo del 1695, si possono riscontrare numeróse simiiitudini. I visi, con gli occhi ciechi, hanno i trattí morbidi. II naso, la parte sotto ad esso, le labbra e il mentó in risaíto denunciano la stessa mano. I capellí con riccioii molto simili sono acconciatí alí'indietro in entrambe le figure, Entrambe le figure hanno anche la scriminatura al centro e !a fronte scoperta. I capelli coprono un po' di piú le orecchie di S. Caterina ma in entrambe le figure sono visibili i Jobi. Dalla base delta testa, in entrambe le figure, prende forma un cappuccio. Simili sono anche il doppio mentó e ií eolio ieggermeníe ingrossato. (Figg. 3, 4) La statua di S. Caterina di Hrenovice é, per impo-stazione, posizione delia figura, drappeggio e pieghe dell'abito, molto símile alia martire di destra delia facciata di S. Antonio a Aquileia, attribuíta a Merengo.9 Aggiungendole la ruota del martirio accanto alia gamba sinistra, togliendole dalla mano destra ía fogíia di palma e copcendo ¡a stessa mano con un panneggio, ci si troverebbe di fronte ad una sosia di Caterina, ¡Figg. 5, 6} La fattura dei corpi di entrambe le martiri delia facciata di S. Antonio di Aquileia assomiglia a quella Fig. 16: Viso delí'angelo atlante, pulpito delia cat-ledrale, Zagabria, 1695/96 (foto: M. Frelih). Si 16: Ohraz angela atlanta, priínica v katedrali, Zagreb, 1695/96 (foto: M. Frelih). delia Madonna di Hrenovice. l¡ corpo, relativamente corto, è cinto da una cintura, le pieghe delia veste cadono diritte e ¡i mantello che le avvolge da origine a pieghe e risvolti. (Figg. 7, 8) Sull'altare maggíore delia chiesa di S. Antonio ci sono due statue, di autore anonimo, di partic.olare intéressé. Una coppia di angelí, iri arenaria, molto símile a quella di Hrenovice quanto a forme del corpo e círappeggi, ma diversa per quanto riguarda la fattura dei visi e dei capelli. (Figg. 9, 10, 12, 13) Già Resman ha constatato che I'angeío destro di Hrenovice è una copia fedele di quello destro délia Cappella del Santissimo in S. Giustina di Padova, opera questa dal predecessore di Merengo, Gíusto Le Court, eseguita attorno al 1674.10 (Figg. íI, 12) Resta ancora da spiegare quanto So siesso Schellenburg (1652-171S) avesse potuto determinare la scelta dello scultore. Sí trattava di un importante firianziere. Era ¡nfatti il concesionario principale per tutta la merce locale e per quella in transito. Commercíava con gli stati provinciafi di Carníoía e Carinzia, amministrava le propriété di Carníoía del duca di Slesia, principe Franz ít Opera attribuita a Merengo cb Paolc Goi (M. VVALCHFR t<382, 292, 298). 10 3. RESMAN IM5, 19. 293 ANNALES 8/'96 rvUiliä POLAJNAR-tREL¡Mí CONTR18UTO ALL'OPERA DR SO SCULTORÊ VENEZtANO ENÄICO MfRENCO, 287 298 Fig. 17: E. Merengo, viso deU'angelo di sinistra dell'altare di S. Massimo> S, Giustina, Padova, 1680 (fofo: M. Frelih). SI. 17: E. Merengo, obraz levega angela z oltarja sv. Maksima (S. Massimo), S. Giustina, Padova, 1680 (foto: M. Frelih). Ka re! Auersperg, gestiva ¡ crediti dei príncipe Porzia in Carinzta ed era amministratore fínanziarío del vescovo lubianese Ferdinand Karel Kuenburg. Nel 1696 l'imperatore lo insign'i del íitolo nobiliare. Quello stesso anno gil stati provincial i della Carniola gli assegnarono lincolato, imitati nel 1713 da quelli della Carinzia. Fu benefaüore e protettore di istituzioni religiose carniolane e grande mecen ate. Neglí anni ira il 1695 e ií 1703 supportó finanziariamente il rifacimento del convento irancescaño di Kamnik, nel 1703 ha pagato per ií restauro della cappella di Loreío e della sacrestia nel convento agostiniano (oggi francescano) di Lubiana, nel 1706 acquisto ií lavabo in pietra ñera e preziosi candelabri per la nuova cattedrale cii Lubiana, alia quale tecc anche dono di una notevole somma di denaro. Sostenne finanziariamente anche la chiesa di S. Rocco a Dravlje e quella di S. Francesco a Trieste. Ma la sua fondazione piíi importante era il convento delle Orsoline e la scuola femminile di Lubiana.1! Visti i contatti con i Paesi vicini Schellenburg era forse egíi stesso un buon conoscitore della scultura veneziana del I'época e poteva, se non di re Ka mente Fig. 18 : E. Merengo, viso della s tatúa della Can ta, chiesa parrocchiale, Nimis, 1695 (foto M. Frelih). SI. 18: E. Merengo, obraz kipa Ljubezni (Caritas), í.c., Nimis, 1695 (foto: M. Frelih). almeno tramite le sue conoscenze, seguirne lo sviíuppo. La sua corrispondenza, che si riferisce solamente ai suoí viaggi commercial!, ci svela tutta una serie di nomi di persone che in determínate occasion! avrebbero potuto cons'igliarlo o fornirgli dei dati reiativi a! mondo del-l'arte.12 5oprattutto riguardo alí'altare per la sua cappella fúnebre. Forse Schellenburg affidö a Cussa l'intero progetío dell'altare di S. Croce, tanto che oggi dob-biamo ringraziare proprio i suoi contatti professional! con gli scultorí venezíani che nella chiesa francescana di Lubiana esisteva un'opera cosí importante. II 28 aprife 1695 Cussa conclude con il vescovo di Zagabrla Stjepari SeliSfevic1, rappresentato da Ivan josip ßabic, un confratto relativo alia costruzione del pulpito della cattedrale.13 Nel documento si legge: "... Primo quidem ut sit cathedra, raîione cuius praesens conventio instituitur, ex marmore duplicí albo et nigra, intermixta ac lapídibus genuvensibus interpositis in opere quinqué statuts, prima Salvatoris mundi, ad paites quatuor evan-gelistfirum cum insignibus suis, inferne vero ángelus ex marmore albo sustinens universum opus humeris, et man ibus..."'4 (Cussa si impegnava a "... eseguire il 11 M. MIM.AVÜC i960, 215-216 12 Scheilonburg aveva contattt commerciali con Veneria, Corizia, Trieste, LJdine, Serai, Kiagenfurt, Graz, Vicrma, Fiume. A Venezia conosceva i seguenii eommerdanti: Canis, Lorenzo; Donadoni, Stefano; MonelSi, Angelo; Paolo, Bartolome« Tutte le lettere sono dei 1685. (ArchiWo di Siato della Repubblica di Sloveriia, AS 996, Schell von ScheNenburg jakob) Qui ringrazio Ja dott. Erna Umek per J'aiuto prestatoini nella cosultazione det materiate d'ardiivio. 13 Fia gli altri autori di serüti sul pulpito della cattedrale di Zagabria citeremo: V. STESKA 1925, 7-9; A. IVANDIJA 1965, 313-341; A HORVAT 1932, 239-240; A. DEANOVlC 1988, 79-80; N. POLAJNAR 1992, £0-84. 14 A. IVANDIJA 1965, 323. 294 ANNALES 8/'96 Na