UNNO XXIII. Capodistria, 16 Novembre 1889. N. 22 LA PROVINCIA DELL'ISTRIA Esce il 1° ed il 16 d'ogni mese. ASSOCIAZIONE per un anno fior. 3: semestre e qua-Jrimestre in proporzione. — Gli abbonamenti si ricevono presso la Redazione. DIETA PROVINCIALE Quarta seduta. — Parenzo 19 ottobre, presenti il capitano provinciale, il commissario governativo cav. Eluschegg, e 29 deputati. Aperta la seduta alle 11 a. m. viene approvato il protocollo dell' anteriore. L'on. Laginja a nome della minoranza, protestando, domanda che la presidenza disponga perchè il discorso in lingua slava dell' on. Mandich nell'anteriore seduta, in risposta all'on Fragiacomo, sia riportato resoconto. Il presidente respinge la protesta, dichiara che nei resoconti non possono trovar posto se non le cose dette nella lingua d'affari della Dieta, ed unicamente compresa dalla presidenza. 1. Comunicazioni: Presentarono istanze per sussidi : Giuseppe Giraldi di Isola, per la figlia allieva di musica ; ed jl comitato direttivo della società d' asilo dell'università di Vienna. Le istanze passarono al comitato di finanza. — La Giunta provinciale ha presentato un progetto di legge per modificare la legge provinciale sulla regolazione dei rapporti di diritto del personale insegnante presso le scuole popolari. Il progetto passò alla commissione scolastica. — La deputazione comunale di Pola domanda una modificazione della legge provinciale sulla tassa dei cani; e viene passata alla commissione politico economica. 2. Elezione della giunta provinciale. Risultano eletti: dai deputati del grande possesso fondiario, ad assessore l'on. Dr. Guido conte Becich. sostituto l'on Dr. Tomaso nob. Vergottini ; dai deputati delle città e della Camera di commercio, ad assessore l'on. Dr. Antonio Gambini, a sostituto l'on. Francesco Sbisà; dai deputati dei comuni foresi, ad assessore l'on. Don Luigi Spincich, sostituto l'on. Dr. Matteo Laginja; dalla dieta complessiva ad assessore l'on. Dr. Giovanni Cleva, sostituto l'on. Dr. Marco Tamaro. 3. Relazioni della commissione politico economica. L'on. Lius propone a nome della commissione, di passare all'ordine del giorno sulla domanda del circolo triestino dei cacciatori per la parziale riforma della legge provinciale sulla conservazione della selvaggina. L' on. Conti propone che la Giunta provinciale Articoli comunicati d'interesse generale si stampano gratuitamente. — Lettere e denaro franco alla Sedazione. — Un numero separato soldi 15. — Pagamenti anticipati. abbia a studiare i mezzi per tutelare la pesca contro i danni della caccia. j Le due proposte sono accolte. L' on. Cleva per la commissione propone che sia accettato il progetto di legge fatto sulla domanda dei comuni del Carso aggregati al comune locale di Dolina, pel distacco da questo e la istituzione di un nuovo comune con la sede in Clanz. Parlano gli on. Laginja, Spincich, Costantini, Gambini e il relatore. Il progetto viene accolto anche in terza lettura. k Lo stesso relatore propone che sia accolto il progetto di legge sulla domanda di Draguch, Colmo, Ra-cizze e Grimalda pel distacco dal "comune locale di Pinguente e costituzione in proprio comune autonomo. Parlano contro gli on. Dukich, Spincich, Laginja, Flego, Volarich, Stangher; in favore gli on. Costantini, Gambini, ed il relatore. Il progetto viene accolto anche in terza lettura. Stante l'ora tarda, il presidente rimette la seduta al giorno 22 corrente. Quinta seduta. Parenzo 21 ottobre, presenti il capitano provinciale, il commissario governativo cav. E-luschegg, e 29 deputati. Aperta la seduta alle 11 ant. viene approvato il protocollo. 1. Comunicazioni: La presidenza del consiglio a-grario provinciale ha presentato la relazione della sua attività nel periodo dal settembre 1888 all'ottobre 1889; e la giunta quella dell'istituto agrario provinciale. — Alcuni consorti domandano il distacco di Ustrine dal comune locale di Cherso e 1' aggregazione a quello di Ossero. — L'assessore Dr. Becich, domanda gli sia confermata pel prossimo sessennio la riserva del posto e carattere di segretario della giunta provinciale, statagli accordata colla deliberazione dietale 25 agosto 1883 ; l'oggetto viene deferito alla commissione di finanza. — L' on. Flego presentò 1' istanza di un comunista di S. Antonio perchè un suo figlio sia ricoverato nell' ospitale di Trieste a spese del fondo provinciale ; P istanza è passata alla giunta provinciale. L'on. Sbisà ha presentato la domanda di Francesco Grimani per uno stipendio a sussidio straordinario a favore del figlio Guido allievo di pittura ; l'istanza è passata alla commissione di finanza. 2. L'on. Wassermann, per la commissione di finanza, propone : 1. „Resta approvato il conto consuntivo del fondo scolastico provinciale prò 1888 con un introito di fiorini 145,698.04 e pari esito., 2. ,Resta concesso 1* assolutorio per sorpassi di spesa che presenta nel complessivo importo di f. 1379.11. 3. , Resta autorizzata la commissione finanziaria relatrice ad opporvi clausola di approvazione., Le proposte sono accolte. L'on. Amoroso, per la stessa commissione, propone: „ L'eccelsa dieta voglia approvare il conto di previsione del fondo scolastico provinciale per l'anno 1890 con fior. 171.081, nell'esigenza, con un introito proprio di fior. 26,538, e quindi con un contributo dal fondo proAinciale di fior. 144,543. L' on Laginja presenta la mozione : ,che a compimento delle esigenze del fondo sco-stico prò 1890 venga compreso l'importo risparmiato nel 1888 per non essere stata sanzionata la legge sul miglioramento degli emolumenti dei maestri, e sia così rifatto il preventivo., Babuder, Gambini ed il relatore combattono la mozione, e l'on. Laginja la ritira per riprenderla in altro momento. La proposta della commissione viene accolta. L'on. Amoroso, per la stessa commissione propone: ,L' eccelta dieta voglia approvare il conto di previsione del fondo generala di pensione pei maestri delle scuole popolari per 1' anno 1890 con fior. 14893 nell'esigenza, con un'introito proprio di f. 11,166,'e quindi con un contributo dal fondo provinciale di 3730., La proposta è accolta. 3. L'on. Vergottini per la commissione politico economica, riferisce, sulla domanda della deputazione comunale di Pola per la modificazione dei §§ 2 e 3 della legge provinciale 9 novembre 1868 N. 10, concernente la tassa dei cani ; e propone di accettare il relativo progetto di legge di modificazione. La proposta viene accolta, e viene votato il progetto di legge anche in terza lettura. L'on. Scampicchio per la commissione scolastica, riferisce sul progetto di legge con cui viene modificato il § 37 della legge provinciale 3 novembre 1874 N. 30 sulla regolazione dei rapporti di diritto del personale insegnante presso le scuole pubbliche popolari, e propone di accogliere il presentato progetto di legge. Il progetto viene accolto anche in terza lettura- Il presidente leva la seduta, fissando la prossima per il giorno 24 col seguente ordine del giorno: 1. Comunicazioni. — 2. Relazione della commissione finanziaria sul resoconto dell' istituto di credito fondiario dell'anno 1888. — 3. Nomine di 4 consiglieri di amministrazione e fra essi di un consigliere quale sostituto del direttore, per il periodo dell'attuale dieta. — Relazioni della commissione finanziaria: a) sul conto consuntivo del fondo agrario provinciale per l'anno 1888; b) sul preventivo dei fondo stesso per l'anno 1890 -- c) sull'istanza dell'assessore provinciale Dr. Beri eh perchè gli sia confermata la riserva del posto e carattere di segretario della giunta provinciale. — 5. Relazioni della commissione delle verifiche ; a) sull' elezione nel collegio dei comuni foresi del distretto politico di Capodistria ; b) su quella dei foresi del distretto politico di Pola; c) su quella dei foresi del distretto politico di Lussino. Sesta seduta. Paranzo 24 ottobre, presenti il capitano provinciale, il commissario governativo cav. E-luschegg, e 28 deputati- Aperta la seduta alle ore 10 ant., viene approvato il protocollo della precedente. Al primo punto dell'ordine del giorno, il presidente scusa l'assenza dell'on. Dr. Stanich; — rimette ella commissione di finanza una petizione dell'on. Venier a nome del Comitato per la progettata ferrovia Trieste Parenzo, colla quale si chiede venga riconosciuta di u-tilità provinciale la progettata ferrovia e ne sìa favorita 1' esecuzione con concorso del fondo provinciale. — Venne passata alla commissione scolastica una supplica dei catechisti delle scuole popolari di Dignano, presentata dall'on. Cleva per aumento di rimunerazione ed assegno di rimunerazione od assegno di sussidio straordinario. Al secondo punto. L' on. Fragiacomo per la commissione di finanza propone e la dieta accoglie : 1. Di approvare con compiacenza il reso - conto dell'istituto di credito fondiario per la sua gestione a tutto 31 decembre 1888; 2. di passare alla nomina di 4 consiglieri di amministrazione dell'istituto stesso, e fra di essi uno che sostituisca il direttore, di conformità al § 51 dello statuto. Al terzo punto. Risultano eletti a maggioranza : a consigliere di amministrazione dell'Istituto di credito fondiario, e sostituto del direttore, l'on. Francesco Sbisà ; a consiglieri d'amministrazione i sigg. Pietro Madonizza da Capodistria, avv. Adamo Mrak da Pisino, e Nicolò Rizzi da Pola. Al quarto punto. L'on. Venier per la commissione di finanza, riferisce sul consuntivo del fondo agrario, propone, e la dieta accoglie : 1. Viene accordata la sanatoria pel sorpasso ri-scontrantesi nel consuntivo del fondo agrario provinciale i pel 1888 alla rub. I, tit. 1 di f. 161.59, alla rub. III di f. 35, alla rub. IV di f. 150 ed alla rub. IV di f. 150 ed alla rub. IX di f. 550. 2. Viene approvato il conto stesso con un introito di fior. 8532.26 con eguale esito. Al quarto punto. Per la stessa commissione l'on. Venier propone: 1. Viene approvato il conto preventivo del fondo provinciale per l'anno 1890 coli'esigenza di f. 12,000 e con uguale introito. 2. Viene fissato il contributo del fondo provinciale per l'anno 1890 a f. 6800 da erogarsi secondo i bisogni del fondo agrario provinciale. _ 3. Viene incaricata la giunta provinciale di ritirare dai consorzi agrari distrettuali il resoconto denari loro versati quale ricavo delle licenze di caccia e di uccellazione e delle multe contemplate dalle leggi provinciali 30 giugno 1886 N. 8, 9, 10, 11, 12 e di chiedere la restituaione degli importi incassati dai consorzi the non ne giustificassero 1' impiego o già avvenuto o da seguire prossimamente. 4. Tenuta ferma la ripartizione fissata dalla legge degli importi preaccennati, viene raccomandato alla giunta provinciale di non emettere nuovi assegni a favore dei consorzi agrari distrettuali se non previa concertazione col consiglio agrario provinciale. L' on. Babuder parla in appoggio ; quindi le proposte sono approvate. Al quarto punto. L'on. Babuder per la commissione di finanza propone : Al signor Dr. Guido conte Becich viene confermata anche per l'attuale ora iniziato periodo dietale la riserva del suo posto e carattere di segretario della giunta provinciale, colla non interrotta decorrenza degli anni di servizio ed il riconoscimento degli aumenti quinquennali maturati e maturabili sull'emolumento di segretario durante l'ufficio di assessore provinciale. La proposta è accolta a unanimità. Al quinto punto. — Per la commissione delle verifiche, l'on. Scampicchio fa la proposta: Piaccia all'eccelsa dieta di convalidare l'elezione degli on. Don Luigi Spincich e Francesco Flego a deputati provinciali pei comuni foresi di Capodistria, Pirano, Pinguente. Parlano il commissario governativo e l'on. Gambini. Il presidente dichiara che trattandosi di elezioni contestate, porterà a votazione separatamente la proposta di convalidazione per ciascun deputato. L'on. Laginja si oppone. Il presidente insiste, e porta a voti la convalidazione dell'on. Spincich che è approvata, quella dell'on. Flego che è pure approvata. Mancando l'on. Stameli relatore, non è possibile discutere uno dei punti dell'ordine del giorno; e l'on. Scampicchio propone : Piaccia all'eccelsa dieta di convalidare l'elezione degli on. Don Francesco Dr. Vola-rich e Domenico Sersich a deputati dei comuni foresi di Veglia-Cherso-Lussino. L'on. Laginia propone che sia votata la proposta senza divisione. L'on. Amoroso propone che la convalidazione segua separatamente per ciaschedun deputato. La [proposta dell'on. Amoroso è accolta, e viene convalidata l'elezione dell'on. Volarich, e poscia quella dell'on. Sersich. Esaurito l'ordine del giorno, il presidente leva la seduta rimettendo la prossima al 26 coir, col seguente ordine del giorno: 1. Comunicazioni. — 2. Relazioni della commissione di finanza: a) sul conto consuntivo del fondo d'esonero prò 1888 ; b) sul conto preventivo del fondo di esonero per l'anno 1890 ; c) sul conto consuntivo del fondo provinaiale per l'anno 1888. — 3. Relazione del comitato politico economico; a) sulla petizione dei comunisti di Orlez per modificazione di di alcune disposizioni delia legge forestale; b) sulla petizione dei comunisti di Ustrine pel distacco da Cherso e l'aggregazione ad Ossero. — 4. Relazione della commissione alle verifiche sulla elezione contestata dei foresi di Pola, e su altre elezioni che fossero pronte per la riferta. Dei doveri civili del clero istriano (Continuazione e fine vedi N. 21) Considerando la questione dal lato strettamente religioso più gravi appariscono i doveri del clero istriano. Si voglia o non si voglia, il sentimento nazionale è vivissimo oggi da pertutto ; e se questa speciale tendenza degli spiriti, male intesa e non debitamente frenata, ha potuto suscitare qualche disordine, è innegabile che ha anche prodotto da per tutto nobilissimi effetti. Alle guerre d'interessi dinastici sono succedute le guerre di popoli : le ambizioni degl'individui e delle famiglie scomparvero, sottentrarono gì' interessi generali ; onde per poco si voglia riflettere, ogni uomo credente e di buona volontà comprende subito che il sentimento nazionale è la parola d'ordine, il mezzo provvidenziale di cui l'essere supremo si serve per avviare l'umana famiglia a migliori destini e su quella via del progresso nella quale l'umanità fa pur troppo dei passi indietro, ma poi con più foga s'avanza per riguadagnare il tempo e lo spazio perduto. 0-steggiare questo movimento, e inspirati da un falso pietismo ritenere tutto ciò opera diabolica, e spirito uscito dall'inferno a conturbare la terra, come pretende la setta farisaica e gesuitica, è pazzia, è empietà vera, e ribellione contro gli ordinamenti provvidenziali; è danno gravissimo che si reca alla religione. Perchè in questo subito risveglio del sentimento nazionale, gli uomini più attaccati naturalmente alla terra che al cielo, rinnegano il cielo, quando veggono che i ministri della religione o-steggiano ciò che da tutti è amato e profondamente desiderato. Nè mi si opponga il catolicismo, come fanno alcuni pietisti in buona fede. Se negli interessi d'ordine religioso e morale formiamo tutti una sola famiglia; « Tutti fatti a sembianza d'un solo; Figli tutti d'un solo riscatto;» anche è innegabile che a questa unità religiosa sono chiamati popoli di stirpe diversa, e che l'unità politica, il sogno della Monarchia Universale di Dante, è almeno per ora una sublime utopia. Cristo stesso si è adattato alle condizioni del suo tempo, e perciò prescrisse ai suoi di rivolgersi prima alle pecore disperse d'Israele ; Paolo più tardi, innalzandosi ai grandi principi del fondatore, gli applicò a tutti i popoli. La chiesa stessa poi, contenta dell'unità nelle cose essenziali, riconobbe fino dai primordi la necessaria distinzione delle varie razze, e perciò vi fu la chiesa greca e la latina, i padri greci ed i latini; e col tempo adattandosi ai vari bisogni e alle consuetudini dei vari popoli, salvo sempre 1' essenziale, concedette lingua, cerimonie ed usi diversi. Ora così stando le cose quali saranno i doveri del clero istriano ? Soddisfare a queste legittime a-spirazioni del popolo ; affinchè il popolo contrariato, non abbia ad abbandonare la religione e i suoi ministri. Poiché nelP Istria, pur troppo abbiamo popoli di razza diversa, ne viene che i preti di nazionalità slava, negl'interessi della religione connine difendere devono, la nazionalità slava; e i preti italiani, l'italiana. Predicare ciò agli slavi, ed inculcare questo dovere sarebbe un portare nocciuole a Rovigno e sale a Pirano. Piuttosto a questi vuol essere raccomandata la prudenza e la moderazione; affinchè i semplici contadini comprendano che ai loro innegabili diritti si accompagnano altri gravi doveri; e primo fra questi la gratitudine al paese che gli ha ospitati e il rispetto alla secolare civiltà del paese che fu sempre italiana. Piuttosto inculcare si deve lo stesso dovere ai buoni sacerdoti istriani di parte italiana. Non è più tempo di starsene neutrali, o solo intenti, come ho già detto, a mistiche speculazioni : mentre i semplici e i buoni pregano, la religione perde ogni giorno terreno, e gl'Italiani si allontanano dalla chiesa dove si prega per la perdita di quanto essi hanno più caro. Facciano invece tutti i buoni preti istriani, che di ognuno di loro giunto alla sera di sua vita, si possa dire da tutti : fu un ottimo prete, fu un buon cittadino ; amò la religione e la patria. L'esperienza dimostra evidentemente la validità di queste ragioni. Perchè credete voi che gli Slavi siano ancora attaccati alle cose di religione? Perchè così viva tra loro, perfino la superstizione? Perchè hanno fiducia nei loro preti, che ne difendono a sciabolate i diritti civili. Sarà un pò' anche l'ignoranza, deriverà ciò da mancanza di coltura; ma egli è un fatto che per simpatia al prete di parte loro, sono pronti a chiudere un occhio ed anche due, a tutti i suoi gravi difetti e alle sue colpe; e si lasciano ciecamente menare pel naso. Usciamo poi dall'Istria, dove gli Slavi con tutti gli sforzi dei loro preti non arriveranno mai, se duriamo uniti, a stendere il loro regno croato, e gettiamo invece uno sguardo sul mondo slavo di là dal Quarnero. Perchè credete voi che vi abbiano ancor tanta voce in capitolo i preti? Certo perchè sono i più strenui difensori dei diritti civili. Guardate Monsignor Stross-mayer, ben a ragione amato, idolatrato da tutti gli Slavi. La sua attività politica, siamo giusti, il suo amore ai connazionali, le sue assidue cure, l'alta mente, le larghe vedute, il denaro versato (pur troppo malamente nell'Istria) ma a proposito altrove, 10 sperpero stesso delle quercie slavone: tutto ciò non a disdoro, ma torna anzi in suo onore, e in benefizio della religione stessa della quale è un così alto e simpatico rappresentante. Oh se nel clero istriano, e in generale nell'italiano sorgesse, temperato dall'indole più mite, e non così rinfocolato da impetuosi entusiasmi, un qualche prete, un qualche vescovo, certo anche la religione vi sarebbe più rispettata, e la parte colta, per dispetto del prete, cattivo o indifferente cittadino, non diserterebbe dalle chiese. Tanto è naturale e profondo 11 sentimento religioso, e il civile insieme, che se qualche voce, sorge anche isolata nel presente conflitto, tutti si volgono subito ad ascoltarla con la viva speranza di tempi migliori : Monsignor Bono-melli vescovo di Cremona, e il padre Agostino ne sono buoni testimoni. Adunque per difendere la religione, il prete italiano deve difendere la patria, e con tanto più ardore il prete istriano, italiano nell'Istria, perchè più grave è il pericolo della patria stessa, minacciata nella sua nazionalità; e più ardito, inconsulto, e tenace l'ardore dei preti slavi nella difesa della loro nazione in paese dove sono ospiti, e che non ad essi appartiene. Ma vi ha un'altra ragione ancora. Il mondo slavo, si agita e si volge, tutti lo sanno, alla santa Russia. E la Russia non si appaga dell'unità civile; il capo delia Religione, il Papa degli Slavi è lo Czar. La questione slava non è solo politica, ma religiosa. Recentemente, un intero villaggio (Podraga nella Carinola) si è staccato dalla chiesa cattolica, ed abbracciò la russo-ortodossa. La direzione ed una sconfinata fiducia da parte degli abitanti di Podraga tiene e gode uno dei più fanatici agitatori panslavisti dei dintorni che ha afferrato per i suoi scopi l'occasione che spontaneamente gli si offriva. ] Come si vocifera in circoli bene informati sarebbero state spedite per effettuare la cosa forti sovvenzioni j di danaro dalla società panslavista di beneficenza j di Pietroburgo. Così la „Nuova libera stampa" di Vienna. Il mio amico Marco Tamaro, da questo fatto ne ritrasse argomento ad assennate considerazioni. ■ („Istria" n. 409). È innegabile che una parte del clero slavo nelle nostre campagne ha le stesse tendenze: non accusiamo nessuno, ma i fatti parlano chiaro. Che il clero slavo cerchi di abolire in chiesa il male- j detto latino, (che molti, sia detto tra parentesi non intendono e non sanno pronunziare) è noto lippis et tonsoribus. E il male è antico e proviene da varie cause, non ultima la triste necessità di rag-grannellare giovani nei paesi slavi, e fino nella lontana Boemia, per improvvisarne alla bella e meglio dei preti in quattro anni di studio nella caserma teologica di Gorizia, di cui lo scrivente potrebbe raccontare cose da mettersi le mani nei capelli. Scosso il giogo del linguaggio di Roma, viene naturale il desiderio di staccarsi anche dal Papa. Già nel 1848 si parlava apertamente dal clero slavo di ridurre al dovere Pio IX; e preti altolocati nella sagrestia di San Giusto e liberamente parlavano della fondazione di una chiesa nazionale austriaca. Cangiato l'ultimo epiteto, la cosa resta. Ma voi esagerate, si potrebbe rispondere, gli Slavi vogliono pregare nella loro lingua, e cattolici resterebbero egualmente, accedendo non alla chiesa ortodossa, ma alla chiesa greca unita, come in Gallizia e in altri luoghi della Polonia. Tutto si ridurrebbe al cambiamento della lingua e delle cerimonie, e di vedere installate nelle canoniche le cuoche in qualità di papesse con vantaggio dei buoni costumi e aumento di nomi nella lista dei nati legittimi. E sia pure ; ma è troppo noto come la Russia non si appaghi di ciò ; e come faccia in Polonia una lenta guerra alla chiesa unita, cercando di attrarla verso l'ortodossa. E lasciamo da parte che la differenza di riti e di consuetudini porterebbe una più grave confusione nell'Istria; e sarebbe causa di nuove e più profonde inimicizie tra le città e la campagna. Esagerazioni, rispondo altri, lo scisma non è possibile nell'Istria, finché i vescovi (e di ciò non è lecito il dubbio) si mantengono saldi nella comunione con Roma. Sta bene ; ma che sorta di autorità hanno i vescovi in Istria, se i loro decreti, decreti emanati in un concilio provinciale, rimangono lettera morta? E sarebbe forse nuovo il caso di pastori fedeli, e di pecore sbandate che vanno altrove ad unirsi sotto altro pastore; lasciando la vecchia guida isolata? E i vescovi nostri che fanno le leggi, e non sanno o non possono farle eseguire, non sono già di fatto, se non di nome vescovi in partibus come si diceva una volta? La minacciata divisione adunque deve eccitare lo zelo dei buoni preti di parte italiana, affinchè coli' estendersi del movimento slavo nell'Istria non abbia a venirne grave nocumento alla religione. E i provvedimenti devono essere pronti ed e-nergici. Qualche cosa già si è fatto con l'istituzione di un convitto diocesano dal benemerito vescovo di Parenzo : il convitto, se bene diretto, intendiamoci, ci darà buoni preti istriani. E se, come è a temersi, il rimedio non basta al male, si ha a mirare più al largo ed in alto. Forse le mie parole faranno sorridere taluno ; non importa, la libera stampa, arriva dovunque lo scrittore libero ed onesto ha sempre diritto di parola. Certo Leone XIII con la sua nobile mente ha già dimostrato di saper provvedere a tutto, e di mirar largo largo sulla vigna. Se l'Istria difetta di giovani leviti, non occorre cercarli in Boemia, l'istituzione di un collegio istriano in Roma, come si è fatto per altre regioni, già da molto tempo, sarebbe proprio del caso. Arriverà la voce della povera Istria fin là? 0 sarà forse soffocata dai clamori e dai lamenti dei soliti piagnoni che strillano per la perdita del temporale ? Così il chitareggiare dei poeti, il tintinnio dei bicchieri e i carnevali dell' arte impedirono ad un altro Leone di udire il rombo lontano della tempesta; e le prediche di un frate ribelle. Si continuò a cantare e a scrivere dei versi, con la speranza che al frate passassero i fumi della birra. La birra non passò, e quel che avvenne, avvenne. Ma Leone XIII non è Leone X; e i tempi sono mutati. Santità, fate per poco tacere le querule rane, che nei giardini del Vaticano ridomandano a Giove il Re. Anche nell' Istria si beve e non alla vostra salute ; e il vino cioncato dai nostri parrochi, non è fatto con uva della vostra vigna. Udite le canzoni bacchiche e i clamori, che assordano i figliuoli dei Santi Ermagora e Fortunato, i nipoti dei martiri di Aquileja e di Roma, i sudditi già fedeli di San Marco ; e con l'altissima vostra autorità, giacché uulla vale la voce dei vescovi intervenite ve ne preghiamo umilmente, affinchè dalle chiese filiali delle basiliche di Parenzo, di Pola e di Trieste, non si abbia un giorno a bandire il latino. P. T. —-------- UOTIZIE sullo stato della pubblica istruzione in Istria durante il dominio DELLA REPUBBLICA VENETA 1647. 4. Giugno e 9 Luglio. Capodistria Il Senato loda il Podestà Capitanio di Capodistria per lo studio che ha posto nel far risorgere V Accademia, ma prima di devenire a deliberazioni domanda informazione distinta intorno ai fondi coi quali s'intende di sostenerla. La città proponeva una tassa di soldi 4 sulle sentenze criminali al di sotto di ducati 100, di soldi 8, su quelle al di sopra di detta summa. Il Senato vuol sapere se si intenda estendere la tassa anche sulle sentenze civili, che parrebbe troppo, come gli par troppo lo aggravio proposto di soldi 4, sopra tutti gli atti pubblici niuno eccettuato. 9 Luglio Avute informazioni soddisfacenti, il Senato approva. Le informazioni sono state date dal Podestà Capit. in lettera dei 12 Giugno. Senato Mar. Registro 105 a 1.24 e 164. „ Le Filze nulla danno di più del Registro. Non è riuscito di rinvenire la Informazione o lettera 12 giugno, nè altro atto che spieghi cosa sia stata e dovesse essere l'Accademia che si faceva risorgere : non si può dubitare però che si trattasse di una Scuola pubblica per l'insegnamento della Grammatica, delle Belle lettere, e certo anche della Filosofia. 1650. 7. febbraio Capodistria 11 fontico di Capodistria è più degli altri della provincia aggravato di contribuzioni diverse, specialmente al salario in parte del Medico et Precettore. Così Pietro Basadonna Podestà Capitanio di Capitanio di Capodistria nella sua Relazione. Filza Relazioni: 1652. 8. Giugno Capodistria Nel Santo Monte (di Capodistria) vi è capitale di ducati 14300, tutto impiegato sopra pegni a ragione del sei per cento, uno de' quali applicato a conto della contribuzione in pubblico ; con li altri cinque si pagano le mercedi a Ministri, e ducati duecento annuali a quattro scolari cittadini di quella provincia che istudiano in Padova, in virtù di Terminazione approbata dall'Eccellentissimo Senato. Così Stefano Capello Podestà Capitanio di Capodistria nella sua Relazione. Filze Relazioni. 1657. 19. Aprile Capodistria Il salario del Medico e del Precettore assegnati già sul dazio molini, viene, a richiesta della città di Capodistria, posto a carico del dazio vino a spina. La ragione del cambiamento fu puramente finanziaria. Il dazio molini non rendeva più tanto da poter coprire le spese poste.a suo carico. Tanto l'uno che l'altro dazio erano in origine della città, più tardi questa li cedette allo Slato, con qualche riserva. Senato mar. Reg. 120 a 309-1656 „ r 121 a 70-1657 „ Filza 490 — 1657 Informazione del Pod. Cap. di Capodistria e inserti, 22. Xbre 1656. 1655. 29. Settembre Capodistria 1659. 3. Luglio 1660. 19. Marzo Il Senato concede provvisione di ducati 10 al mese a Teodoro Gavardo, in grazia di servigi prestati in guerra da lui, dai fratelli di lui e dai preautori loro, a mira.... eli agevolargli il modo di ben educare cinque figli r imasti del quondam Capitano Francesco di lui fratello. Il decreto di primo assegno è dei 29 settembre 1655 è l'assegno è fatto sulla Camera di Raspo. In altro decreto dei 19 marzo 1690 è ripetuto, che gli fu concessa la provvisione alV oggetto di agevolargli il modo di educare li Nepoti per la strada della virtù. Senato mar. Registro 123 a 101—1659. 124 a 37 1660. 1664. 12. Aprile Capodistria 1 salari del Medico e del Precettore, come mercede di fatiche, sieno esenti da decima. Nuovo decreto del Senato, emanato sopra istanza della città di Capodistria, a conferma di molti decreti anteriori, dei quali non è citata la data. Senato mar. Registro 128 a 55. 1669. 13. Aprile Capodistria Coi redditi del fondaco (di Capodistria) si supplisce alle spese de' salariati ministri, Medico e Precettore della Communità. Così Agostino Barbarigo Podestà Capitanio di Capodistria nella sua Relazione. Filza Relazioni. 1670 Parenzo-Orsera Pietro Loredan Podestà Capitanio di Capodistria nella sua Relazione finale accenna a Seminario esistente in Orsera da trasferirsi a Parenzo. Filze Relazioni. 1675. 21. marzo — 29 Settembre e 21 dicembre. Capodistria "La città di Capodistria supplica il Serenissimo , Principe a voler ravvivare e restituire il Seminario o „per dir meglio il Collegio, nato ancora l'anno 1612 „ (altrove è detto 1609) in virtù di premurose Ducali «dell'Eccellentissimo Senato, ma poi estinto nella guerra „di Gradisca dall'anno 1617 e nella peste del 1630. ,La città propone a tal effetto tre Precettori forestieri ,che in ripartite classi insegnino, massime a' cittadini, ,ed a tutti gli altri dell' Istria, leggere, scrivere, aritmetica, e tutta la grammatica, con stipendio di ducati ,400 fra tutti: un altro Rettorica e Poesia con ducati ,250, ed uno Logica e Filosofia con ducati 200 ; aggiunti altri ducati 150 necessari per altri impieghi et ,occorrenze, in tutto ducati 1000 mille annui. Di questi ,propone che 800 sieno ripartiti sulle confraterne laiche , della città e della provincia, (prima della guerra e , della peste erano state con pubblici decreti tassate ,ducati 1040) avendosi gli altri ducati 200 in altrettanti che corrispondono già al Precettore attuale la ^magnifica Camera e il Fontaco. Le spese per la fabbrica si averanno (soggiunge la Supplica) o con l'ag-,gregazione di qualche famiglia al Consiglio della città ,o col rilascio dei salari delle cariche del Monte e del ,Fondaco, nelle quali si offrono di servir gratis i cittadini o in qualche altra lecita e commendabile forma., La Supplica fu presentata ai 10 febbraio 1675 a mani del Podestà Capitanio dal Sindico della Città Elio Belgramoni. Il Podestà Capitano Lorenzo Donado, con lettera dello stesso giorno la accompagna favorevolmente al Senato, e il Senato in seduta dei 21 del marzo successivo loda in massima la proposta, ma prima di devenire a deliberazione concreta, vuole sapere : 1.° il numero delle famiglie che si intendeva aggregare al Consiglio della città. 2.° quanto tempo saranno esercitate gratuitamente le cariche di Monte e Fondaco. 3.° quanto potrà venir contribuito dalle scuole o Fraterne della città e della provincia. Vuole, in breve, che si assicuri la continuata sussistenza del Collegio divisato, e che possa esser provveduto in modo che si mantenga nella conveniente stima e decoro. Vuole in fine sapere chi doveranno essere li Direttori del Collegio, se laici, ecclesiastici oppur regolari. Continuando di bene in meglio le trattative il Consiglio della città di Capodistria con parte dei 15 settembre 1675 deliberò l'effettiva erezione del Collegio, e il Senato, avute le informazioni e garanzie necessarie le approvò con decreto 29 settembre dell'anno stesso 1675. Dall' assieme degli Atti risulta — che si è provveduto alla fabbrica della casa coli' aggregazione di due famiglie, e al salario dei Maestri con un comparto sulle scuole della città e della provincia. Alle cento scuole della città e suo territorio s'impose una tassa di ducati 93, e a 412 altre scuole della provincia una tassa di ducati 377. Aggiunti a questi il salario delle cariche di Monte e Fontico assunte gratuitamente dai cittadini, gli assegnamenti del Fontico e il denaro che già s'impiegava nel Precettore ordinario, si ottenne la somma annuale di ducati 886. La tassa sulle scuole è stata riconfermata dal Senato con decreto dei 21 dicembre. Il Senato in fine deliberò che V elezione dei Maestri, che sarà fatta dalla città, doverà di tempo in tempo essere dal Collegio nostro (parla il Senato) confirmata, eome ricerca la città medesima. Senato mar. Registro 141 a 13-148-9-191.to Filze 602-605-606. 1675. 2 novembre Pirano Don Lodovico Coloni chierico secolare, con altri chierici suoi compagni, domandano il permesso d'istituire nella chiesa di Santo Antonio la Compagnia di S. Filippo Neri. Il Senato prima di concedere vuole distiute informazioni da quel Podestà. Senato mar. Registro 141 a 165. 1680 a 1708 Pirano Prima del 1680 Pirano manteneva due pubblici Precettori coll'annuo salario complessivo di Ducati 280. Invalsi nelle scuole abusi e disordini, e visto che la gioventù non ne profittava in colpa specialmente dei maestri terrieri spesso trascurati o ignoranti, e ciò non pertanto sostenuti per favore di parentele al confronto dei forestieri, il Consiglio del Comune si determinò nell'anno 1680 di eleggere due Provveditori alle scuole con incombenza di escogitare e proporre le forme più proprie per regolare dette scuole, et introdurre un ordine proficuo per V insegnamento de' figli. (Continua) ---------—— ■ —— 2nT o tizi e Il giorno 14 la Dieta provinciale ha tenuta la XIII seduta, e fu l'ultima della sessione. Il Correspondenz-B ureau, nel dar relazione delle ultime sedute della nostra Dieta, dimostrava di parteggiare per gli slavi di confronto alla grande maggioranza italiana ; tanto che 1' on. Amoroso, nella seduta dell' 8 corr., rilevata l'inesattezza delle notizie fornite alla su nominata agenzia, ha pregato la presidenza a voler disporre perchè vengano trasmesse dallo stesso ufficio di presidenza. Il commissario governativo ha trovato necessario dichiarare che alle suddette comunicazioni è del tutto estraneo il governo, ed il suo rappresentante presso la dieta. Rileviamo con viva compiacenza che l'egregio nostro concittadino, Eugenio conte Rota, avvocato, fu eletto a far parte del Consiglio provinciale di Venezia. La Direzione della Società filarmonica „ Tartini" di Pirano, ci manda la seguente circolare : „Col giorno 18 del corrente novembre si compie il 50° anno dacché Giuseppe Verdi affidando alle scene il suo Oberto di San Bonifacio, faceva il primo passo in quella splendida carriera che doveva poscia consacrare il suo nome all'immortalità. „Questa ricorrenza che tutto il mondo civile si appresta a festeggiare, non poteva essere dimenticata dalla nostra Società, che nel fregiarsi del nome di Giuseppe Tartini, si è proposta di coltivare in ispecialità quell' arte nobilissima di cui Giuseppe Verdi è la più grande illustrazione". Ai 18 novembre pertanto la Società Tartini darà uno straordinario trattenimento vocale ed istrumentale il cui programma è promessa di ottima riuscita. Nell'assemblea generale del gabinetto di lettura degli studenti italiani dell' università di Graz del 26 corr., furono chiamati a far parte della nuova direzione i seguenti signori : Giorgio Pitacco presidente, Arturo Deleonardi vicepresidente, Achille Venier segretario, Guido Zanutti cassiere, Carlo Forti bibliotecario; sostituti: Venceslao Plitek, Venceslao Perlini; revisori: Eugenio Rolli, Giovanni Pais. Il comitato direttivo del circolo accademico italiano in Vienna, ci ha comunicato il risultato delle elezioni avvenute il giorno 31 ottobre. Furono eletti a presidente il sig. Feliciano Costanzo, vicepres. il sig. Ettore Finazzer. A direttori effettivi: Zaccaria Perozzi segretario, Francesco Bandel cassiere di mutuo soccorso, Giovanni Ivanissevich cassiere sociale, Carlo Devescovi bibliotecario, Angelo Ma-rinaz provveditore di giornali. Direttori sostituti : Vittorio Luzzatto, Enrico Clement, Luciano Vicentini, Mario Gles-sig, Giuseppe laschi. Membri della giuria : Edoardo Menz, Giulio Reicich, Michele Depangher, Giuseppe Chierego. --——--- Cose locali Bollettino statistico municipale di Ottobre 1889 Anagrafe: Nati (battezzati) 25; fanciulli 12, fanciulle 13; morti 13, uomini 3 (dei quali 1 carcerato), donne 2, fanciulli 6, fanciulle 2 al di sotto di 7 anni. — Trapassati: 4. C. M. (carcerato) da Dignano d'anni 32; 7. Leporini Giovanni fuAnt. d'anni 81/16. Burdian Lucia di Carlo d'anni 9; 27. Lonzar Maria fu Bort d'anni 34 ; 30. Kozlin Luigi di Gius, d'anni 17. Più fanciulli 6, fanciulle 2 al di sotto di 7 anni. — Matrimoni: 2. Giuseppe Ezman —Antonia Ubaldini di Sebastiano; 13. Pietro Parovel - Domenica Padovan di Giovanni Maria ; 27. Giuseppe Marsich — Filippi Giovanna di Pietro. — Polizia: denuncie per furti 1, per contravvenzione al-l'ora_ di polizia 2; arresti per vagabondaggio 1. Sfrattati 12. Usciti dall'i, r. carceri 14, dei quali 6 dalmati, 1 istriano, 3 triestini, 2 goriziani, 2 carintiani. — Insinuazioni di possidenti per vendere al minuto vino delle proprie campagne 1, per litri 1131, al prezzo di soldi 36 al litro. — Certificati per spedizione di sardelle salate 8, per barilli 88 del peso di chilogr. 3852; per spedizione di sar-doni salati 6, per mastelle 314 del peso di chilogr. 5354 ; per salamoia 4, per barilli 5, del peso di chilogr. 276. — Nulla osta per permesso di porto d'armi 1, permesso di viaggio marittimo 3, per carte di legittimazione 1. — Passaporti per bestiame 3 per capi 3. — Libretti di lavoro 8. — Animali macellati: buoi 47 del psso di chilogr. 10616, con chilogr. 452 di sego 5 vacche 35 del peso di chilogr. 4983 con chilogr. 215 di sego ; vitelli 44,* castrati 162. — Licenze industriali 0. -----sasesÉ-----T- Appunti bibliografici Il Giorno di Giuseppe Parini. Commento del prof. Giovanni de Castro. Milano, Libreria di educazione e d'istruzione di Paolo Carrara. 1889. Un volumetto di pagine 161. L'autore dà un' ottimo commento al poema immortale del Parini, così giovandosi del molto, fu scritto in proposito, come de' suoi studi particolari e delle sue opere già edite relative ai tempi della rivoluzione francese e del regno napoleonico. Accogliendo poi il commento degli altri, interpone spesso il suo giudizio, e con fino buon gusto mostra ove il commentatore ha passato il segno. E per vero spesso chi annota, non sente il freno dell'arte come il poeta; tutto è inteso a metterci del suo, e per amore del nuovo dà in ciampanelle. Così il Val-maggi che, spiegando i versi 14 e 15 del Mattino « Se in mezzo agli ozi tuoi ozio ti resta Pur di tender gli orecchi a' versi miei.» così scrive: „Una delle tante arguzie del nostro poeta: vuol dire semplicemente ascoltare; ma per dirlo si serve di una perifrasi, che sappia un tantino del bestiale, e in qualche modo sembri accennare alla lunghezza degli orecchi del giovine signore. „ Non è ironia di gusto pariniano; e in ogni caso se questa fosse stata la sua intenzione, il poeta avrebbe scritto orecchie e non orecchi con la nota distinzione. Benissimo fece adunque il De Castro ad aggiungere di suo — Forse il commentatore oltrepassa qui l'intenzione del poeta (pag. 52). Valga questo esempio a mostrare con quanta diligenza il professore De Castro ha eseguito il suo non facile compito ed utile per le scuole. Così si potesse dire dell' editore ; chè gli strafalcioni e le storpiature vi sono seminate a larga mano. Apro il libro a caso — essense (pag. 26) da volgar ren per fren (pag. 27) — Vedea un pastore e una pastorella — spangean di gigli (pag. 28). Gravissimo difetto è questo per un' edizione ad uso delle scuole. Si provveda il signor Paolo Carrara di un buon proto, perchè ai professori che sanno meglio impiegare il loro tempo, non si può, per quei quattro, ragionevolmente imporre che facciano anche i correttori di stampa. E giacché qui cade la palla al balzo, quando si farà una sesta edizione del Cajmi — Il Bello delle lettere italiane — si rammenti di correggere alla canzone — Italia mia — del Petrarca la terza strofa, alla quale ha levato di peso il verso — Mario aperse si '1 fianco, — e che manca in tutte le edizioni sue con quanto vantaggio dell'intelligenza del testo pel giovane lettore,, ognuno lo vede. P. T. ----——--- PUBBLICAZIONI Il nostro bravissimo comprovinciale, prol. Domenico dott. Lovisato, ha pubblicato nel Bollettino di Paletnologia italiana (Parma, a. XV, N. 1-6, 1889) uno studio importante dal titolo : Di alcuni nuovi oggetti litici della provincia di Catanzaro. (Calabria ulteriore seconda). Questo lavoro può considerarsi come una continuazione di altro suo precedente studio Contribuzione alla preistorica calabrese pubblicato ancora nel 1885 nelle Memorie della 11. Accademia dei Lincei di Roma. Sono 27 nuovi pezzi litici che ora illustra il professore, i quali uniti ai 350 già illustrati, come fu detto, fanno salire la sua collezione di oggetti preistorici calabresi al bel numero di 377. Ce ne congratuliamo col carissimo amico, e gl'in-viamo i nostri fervidi saluti.