studia universitatis hereditati Sintesi L’autore italiano Marco Mancassola, ospitato nel 2018 e nel 2022 dal Dipartimento di Italianistica dell’Università del Litorale come scrittore rappresentativo delle più recenti tendenze del patrimonio letterario italiano contemporaneo, nel racconto Un cavaliere bianco tratto dalla raccolta Non saremo con- fusi per sempre, riscrive la tragica vicenda di cronaca che coinvolge Giuseppe Di Matteo, giovane ragaz - zo rapito e ucciso dalla mafia. Questo contributo si propone di indagare gli espedienti letterari elaborati dallo scrittore per ripensare la cronaca in maniera innovativa e originale rispetto alle soluzioni adotta - te nell’ ambito della narrativa del «ritorno alla realtà» (Donnarumma, Policastro e Taviani 2008). All’ a - nalisi dei tratti distintivi della sua scrittura segue la discussione di alcuni elementi di convergenza rispet - to al racconto, della trasposizione cinematografica realizzata dai registi Fabio Grassadonia e Antonio Piazza con il film Sicilian Ghost Story (2017), liberamente ispirato all’ opera di Mancassola. Parole chiave: Marco Mancassola, Non saremo confusi per sempre, patrimonio linguistico e letterario, cro - naca e letteratura italiana contemporanea Izvleček Oddelek za italijanistiko Univerze na Primorskem je v letih 2018 in 2022 gostil priznanega italijanskega pisatelja Marca Mancassolo, predstavnika najnovejših trendov v sodobni italijanski književnosti in nje - ne jezikovne ter literarne dediščine. V kratki zgodbi Un cavaliere bianco iz zbirke z naslovom Non saremo confusi per sempre pisatelj na novo predstavi tragični primer Giuseppeja Di Mattea, mladeniča, ki ga je ug - rabila in umorila mafija. Namen tega prispevka je raziskati narativne prijeme, ki jih je pisatelj razvil, da bi na inovativen in izviren način premislil resnični kriminalni dogodek v luči t. i. »vračanja k resničnosti« v sodobni italijanski književnosti (Donnarumma, Policastro in T aviani 2008). Analizi prepoznavnih zna - čilnosti pisanja Marca Mancassole sledi primerjava skupnih elementov kratke zgodbe s filmsko prired - bo Sicilian Ghost Story (Sicilijanski duhovi, 2017) v režiji Fabia Grassadonije in Antonia Piazze. Ključne besede: Marco Mancassola, Non saremo confusi per sempre, jezikovna in literarna dediščina, kroni - ka in sodobna italijanska književnost Abstract The Department of Italian Studies of the University of Primorska hosted in 2018 and 2022 a renowned Italian writer, Marco Mancassola, who plays an important role in current trends of contemporary Ital - ian literature and its linguistic and literary heritage. In his short story Un cavaliere bianco, included in the collection entitled Non saremo confusi per sempre, he rewrites the tragic criminal case involving Giuseppe Di Matteo, a young boy kidnapped and murdered by the Mafia. This contribution aims to investigate the literary expedients developed by the writer in order to rethink the real crime fact in an innovative La cronaca ripensata dalla finzione letteraria e cinematografica: Un cavaliere bianco di Marco Mancassola Kronika, upodobljena v literarni fikciji in filmu: Un cavaliere bianco Marca Mancassole Chronicle Reimagined by Literary Fiction and Film: Un cavaliere bianco by Marco Mancassola Mojca Cerkvenik Univerza na Primorskem, Slovenija mojca.cerkvenik@fhs.upr.si 47 https:/ /doi.org/10.26493/2350-5443.11(1)47-60 © author/authors studia universitatis hereditati Introduzione M arco Mancassola (Vicenza, 1973) è uno scrittore italiano che attualmen - te risiede a Londra, conosciuto per le sue opere di narrativa pubblicate dai maggiori editori italiani. 1 Diversi suoi romanzi sono stati tradotti e pubblicati anche in Francia e nel Re - gno Unito. 2 È inoltre sceneggiatore, editor e col - laboratore di diversi quotidiani e riviste, tra cui Il manifesto, Internazionale.it, International New York Times, Wired, assieme a Christian Raimo è stato autore della rubrica Italia, amore del pe - riodico Rolling Stone -edizione italiana. Ideato - re, insieme a un gruppo di altri autori, giorna - listi e traduttori italiani residenti nella capitale britannica, del festival della letteratura italiana di Londra ( Festival of Italian Literature in Lon- don), negli ultimi anni è attivo come insegnante 1 Nel 2001 viene pubblicato Il mondo senza di me (Mancas - sola 2001a), contenente due racconti incentrati sugli anni universitari e il diventare adulti dei due protagonisti, al quale seguono il primo romanzo breve Qualcuno ha men- tito (Mancassola 2004), ambientato a Londra, che raccon - ta il disagio esistenziale di una coppia e successivamente i due racconti del volume intitolato Il ventisettesimo anno, autobiografico, che racconta una crisi di identità e la ricer - ca di sé stessi (Mancassola 2005a). Nel 2005 esce il saggio narrativo Last Love Parade - Storia della cultura dance, del- la musica elettronica e dei miei anni (Mancassola 2005b), nel 2008 il romanzo La vita erotica dei superuomini (Man - cassola 2008), nel quale si raccontano gli omicidi di alcu - ni dei più noti supereroi del pianeta, rivelando le loro os - sessioni e stravaganze, seguito nel 2011 dai racconti conte - nuti in Non saremo confusi per sempre (Mancassola 2011b), alla base dei quali vi sono cinque tragici episodi di crona - ca nera e dal suo ultimo lavoro, il romanzo Gli amici del de- serto (Mancassola 2013b), che racconta la ricerca del senso dell’esistenza da parte di un gruppo di amici. 2 Les Limbes (Mancassola 2010), La vie sexuelle des su- per-héros (Mancassola 2011a) e Les Déserteés (Mancasso - la 2015), tutti e tre per la traduzione di Vincent Raynaud; Erotic Lives of the Superheroes (Mancassola 2013a), tradu - zione di Antony Shugaar. di scrittura creativa in quanto fondatore nel 2017 della scuola di scrittura creativa Londra scrive. Il Dipartimento di Italianistica dell’Uni - versità del Litorale, nell’ambito delle attività di ricerca e promozione del patrimonio linguistico e letterario italiano, ha avuto occasione di ospi - tarlo nel dicembre del 2018 per una giornata di studi internazionale dedicata ai rapporti tra ci - nema e letteratura e all’analisi di alcune ten - denze del cinema italiano contemporaneo. Suc - cessivamente, nel 2022, Mancassola ha curato e condotto, presso l’Università, un corso di scrit - tura creativa dedicato agli studenti del corso di laurea in Italianistica e collaborato come auto - re ospite alla Settimana della lingua italiana nel mondo, con un intervento sull’italiano e i giova - ni, al quale è seguita la proiezione del film Sici- lian Ghost Story (2017), realizzato da Fabio Gras - sadonia e Antonio Piazza e tratto da uno dei suoi racconti. Tutte le iniziative citate, oltre a contribui - re alla diffusione di conoscenze relative ai più re - centi sviluppi della letteratura contemporanea italiana, hanno permesso di approfondire aspet - ti peculiari di un autore atipico come Mancasso - la, che da un lato è riuscito a superare i confini nazionali, non solo per il fatto di vivere all’este - ro, ma anche e soprattutto per aver scritto sto - rie che sono spesso ambientate fuori dal contesto italiano e che possono offrire spunti di riflessio - ne inediti. Inoltre, il racconto Un cavaliere bian- co, contenuto nella raccolta Non saremo confusi per sempre, è stato trasposto in una diversa forma di espressione artistica e adattato per il cinema. Un ulteriore, significativo elemento di ori - ginalità va identificato proprio in riferimento studia universitatis hereditati, letnik 11 (2023), številka 1 / volume 11 (2023), number 1 48 and original way, considering the devices adopted within the so-called ‘return to reality’ (Donnarum - ma, Policastro, and Taviani 2008). The analysis of the distinctive traits of Marco Mancassola’s writing is followed by the comparison between the short story and the film adaptation Sicilian Ghost Story (2017) directed by Fabio Grassadonia and Antonio Piazza, for the purpose of identifying possible elements of convergence between the two. Keywords: Marco Mancassola, Non saremo confusi per sempre, linguistic and literary heritage, chronicle and contemporary Italian literature studia universitatis hereditati la cronaca ripensata dalla finzione letteraria e cinematografica: un cavaliere bianco ... 49 alla raccolta di racconti citata, 3 con la quale l’au - tore introduce una novità in ambito letterario, rappresentata dalla scelta di accostare una di - mensione immaginaria, fantastica e fiabesca, a storie tratte dalla realtà, riscrivendo tragici fat - ti di cr onaca che hanno segnato traumaticamen - te l’immaginario collettivo nazionale italiano: «il tentativo di forzare quelle trame nel fantasti - co, anziché nel cronachistico o nell’autofinzione porta a un esperimento nuovo e sicuramente si - gnificativo» (Mongelli 2011). Nel caso di Man - cassola, la letteratura diviene uno strumento di reazione alla confusione, al brutale turbamento prodotto dalla realtà, e attraverso nuove prospet - tive ricostruisce sviluppi possibili per offrire una simbolica redenzione. 4 Il presente contributo pone quindi al cen - tro dell’analisi la raccolta di racconti Non sare- mo confusi per sempre, in particolare il raccon - to intitolato Un cavaliere bianco, proponendosi di identificare, dopo un generale inquadramen - to delle specificità di una parte della produzio - ne letteraria italiana del primo decennio degli anni Duemila (al termine del quale viene pub - blicata l’opera in esame), in particolare quella che vede emergere elementi di «ritorno alla real - tà» (Donnarumma, Policastro e Taviani 2008), i caratteri più originali della scrittura di Man - cassola nel trattamento della cronaca e della ri - elaborazione di storie che colpiscono per le loro drammatiche conseguenze. Inoltre, nell’ultima parte si cercherà di individuare come la delicata intuizione che ha guidato la riscrittura di una vi - cenda estremamente traumatica sia risultata l’u - nica convincente per i registi che ne hanno tratto 3 Il libro ha avuto un ottimo riscontro dalla critica e all’au - tore sono stati assegnati diversi importanti riconoscimen - ti: il Premio letterario per libri di racconti «Carlo Coci - to», il Premio Fiesole narrativa Under 40, il Premio lette - rario internazionale Ceppo Pistoia. 4 Un’interessante declinazione di questa potenzialità della letteratura viene riscontrata anche nell’ambito delle nuo - ve tendenze della narrativa contemporanea in Istria, spe - cie negli autori più giovani che uniscono immaginari di avanguardia a tematiche tradizionali facendo «percepi - re al lettore le molteplici spinte contraddittorie e convulse della vita di oggi» e per i quali la pratica letteraria diventa «pratica terapeutica e lenitiva rispetto ai cambiamenti, un motore esistenziale a sostegno di un’identità contrastata» (Zudič Antonič 2020, 539, 542-3). il film, rafforzando proprio questi aspetti pecu - liari del racconto. Marco Mancassola nel contesto della narrativa italiana contemporanea Nell’ambito degli studi critici sulla narrativa ita - liana degli anni Novanta e del primo decennio degli anni Duemila 5 si osserva un rinnovamen - to portato da autori che sembrano «reagire più o meno criticamente /…/ al processo di media - tizzazione che investe oramai tutti i linguaggi dell’arte» e la diffusione di una letteratura che va verso la «messa a punto, tra fiction e non fi - ction, di nuovi effetti di reale» (Simonetti 2008, 95). Dopo l’esaurimento del postmoderno com - paiono pertanto diverse opere che cercano di contrapporsi alle rappresentazioni massmediati - che per riflettere sulla realtà e la società contem - poranea con l’intento di darne una chiave inter - pretativa. Spesso il punto di partenza sono fatti di cronaca raccontati con modalità particolari, in quanto «il rapporto degli scrittori con la re - altà - cronachistica e storica - inizia a declinarsi in forme spurie che ibridano liberamente generi differenti di prosa» (Palumbo Mosca 2016, 30). Queste opere, spesso molto differenti tra loro, hanno però in comune alcuni aspetti specifici: da un punto di vista tematico, sono focalizzate sul presente, in alcuni casi vi ritroviamo la figu - ra dello scrittore «impegnato», mentre l’aspet - to formale presenta, come già specificato, un’i - bridazione tra il romanzo e altre forme di prosa quali, ad esempio, l’articolo giornalistico, il dia - rio o il saggio. Inoltre, anche nelle narrazioni ibride che prendono spunto dalla cronaca, l’intento mera - mente documentale viene spesso superato a favo - re un’indagine sugli aspetti universali, una rifles - sione sull’evento che propone un discorso nuovo 5 In seguito alle riflessioni sul «ritorno alla realtà» pubbli - cate nel 2008 sul numero 57 della rivista Allegoria e al vo - lume di Wu Ming del 2009 New Italian Epic, si sviluppa un vivace dibattito critico sul nuovo realismo in ambito let - terario che dà origine a diversi studi. Si veda, tra gli altri, Simonetti (2008), Ricciardi (2011), Serkowska (2011), Pa - lumbo Mosca (2013), Contarini, De Paulis-Dalembert e Tosatti (2016). studia universitatis hereditati studia universitatis hereditati, letnik 11 (2023), številka 1 / volume 11 (2023), number 1 50 sulla realtà: «Se per un giornalista, infatti, la ve - rità di un testo poggia (o dovrebbe poggiare) in - nanzitutto sui principi di completezza e accura - tezza fattuale, per un narratore essi sono sempre immediatamente superati verso una verità altra che è (o dovrebbe essere) scoperta dall’opera» (Palumbo Mosca 2013, 40). Nella sua riflessione sulle possibilità di ibri - dazione di fiction e non-fiction nella letteratura, anche Mongelli riconosce «diverse intenzioni e diversi risultati estetici a cui possono giunge - re i tentativi di ibridare la fiction con il reporta- ge giornalistico, il racconto di un caso di cronaca o di un pezzo di Storia, la biografia e il diario», spesso nel tentativo di restituire «una verità ul - teriore, più «vera» che si dà «attraverso la men - zogna letteraria, ovvero la fiction», e nel suo stu - dio analizza i tratti caratteristici di opere che offrono una reinvenzione letteraria della realtà con risultati originali (Mongelli 2015, 165). Lo studioso evidenzia «processi di letterarizzazio - ne» della cronaca che si possono effettuare at - traverso diverse modalità: «dilatando le scene, variando i registri stilistici, sospendendo la nar - razione in un momento cruciale, persino sposan - do in maniera imparziale una tesi non storica - mente fondata» oppure possiamo trovare una narrazione in prima persona, in cui il narratore diventa personaggio (Mongelli 2015, 169). L ’evo - luzione dell’ibridazione di realtà e finzione por - terà, in Italia, a opere significative come quelle di Roberto Saviano, Sandro Veronesi, Aldo Nove, Wu Ming 1 e altri; e in questo contesto si inse - risce anche la raccolta di racconti di Mancassola che propone « fait divers rivisitati in chiave fin - zionale» (Mongelli 2015, 172-173). Alla discussione delle specificità e del - le modalità riguardanti l’operazione letteraria proposta da Mancassola è dedicato il paragra - fo successivo di questo contributo, tuttavia, per comprendere la sua scrittura è necessario consi - derare che all’inizio degli anni Duemila, precisa - mente nel 2001, ricorre anche il decimo anniver - sario della morte di Pier Vittorio T ondelli, figura centrale per la nuova narrativa italiana in quan - to diverse generazioni di scrittori si richiamano al suo lavoro. Carnero (2001a, 209) individua specifica - tamente una «funzione Tondelli» nella narra - tiva italiana che va dagli anni Ottanta agli anni Duemila: da un lato intende i giovani autori che hanno risposto all’invito di Tondelli nell’am - bito del Progetto Under 25 6 e dall’altra scritto - ri delle nuove generazioni, esordienti nel Duemi - la, che si rifanno alla scrittura di questo maestro. In particolare, in coloro che guardano a Tondel - li rimane riconoscibile il tratto emotivo della let - teratura che attraverso le storie che narra cerca il coinvolgimento emozionale del lettore, è orien - tata alla riflessione e a scelte poetiche moderne che derivano dalla contaminazione di generi e di linguaggi diversi. L’esordio di Marco Mancassola risale al 1996, quando due suoi racconti brevi vengono inseriti nell’antologia Coda, curata da Silvia Bal - lestra e Giulio Mozzi e pubblicata da Transeuro - pa, che rappresenta una prosecuzione del proget - to Under 25 (Gastaldi 2014). E fin dal suo primo libro, Il mondo senza di me (2001), lo scrittore viene indicato da Carnero (2001b, 267) come un autore la cui scrittura si distingue da quella di al - tri scrittori della sua generazione per la «verità emozionale di quanto narrato», narratore «pro - mettente per le sue doti di profondità» che da subito riesce a mettere positivamente a frutto la lezione di Tondelli (Carnero 2001b, 266). Il cri - tico include quindi il giovane autore in quel con - testo della nuova narrativa italiana dei primi 6 Under 25 è un progetto collettivo avviato nel 1985 attra - verso un bando lanciato sulla rivista Linus e su altre ( Rock- star, Reporter, Annabella, Fare musica) e trasmesso da varie emittenti radiofoniche, con l’intento di dare voce ai gio - vani Under 25 invitandoli a scrivere storie che raccontano le loro esperienze auspicando di dare spazio a narrazioni nuove, diverse rispetto alla norma, per poi pubblicare i loro contributi presso la casa editrice Il lavoro editoriale di An - cona (poi Transeuropa). Dal progetto scaturiscono tre vo - lumi pubblicati in 5 anni, tra il 1986 e il 1990, tra cui l’ulti - mo composto di 3 raccolte, con la previsione di pubblicar - ne una quarta che però non viene realizzata vista la prema - tura scomparsa di Tondelli (Carnero 2010). Proprio questa iniziativa ha rappresentato il punto di passaggio tra la sua generazione e quella successiva in quanto da questo «labo - ratorio» sono poi emerse le «voci più originali della scrit - tura giovanili dei due decenni seguenti» (Carnero 2010, 16). studia universitatis hereditati la cronaca ripensata dalla finzione letteraria e cinematografica: un cavaliere bianco ... 51 anni del nuovo millennio che vede il suo prin - cipale obiettivo nella valorizzazione di una lette - ratura capace di «raccontare certi stati d’animo o le inquietudini della provincia o le contraddi - zioni della società, più che / …/ parlare il linguag - gio della televisione o dei new media», tra coloro che «della realtà dei nostri giorni ci fanno sco - prire aspetti inediti o spazi inesplorati. /…/ Per riscoprire anche la dimensione etica della lettera - tura» (Carnero 2001b, 248). Non saremo confusi per sempre: la cronaca diventa letteratura Il libro di racconti Non saremo confusi per sem- pre parte da storie di cronaca italiana che tempo - ralmente si collocano in un periodo che va dalla fine degli anni Settanta fino al 2005, e che ven - gono riproposte in una veste originale, a metà tra fiaba e realtà. Si tratta di riscritture «di crona - che di casi giudiziari di forte impatto emotivo e di grande rilevanza mediatico-televisiva» (Mon - gelli 2011). Le cinque storie presenti nel libro sono: Un principe azzurro, in cui si narra dell’uc - cisione in Corsica di un giovane studente tede - sco, Dirk Hamer, ferito a morte da una fucila - ta sparata dal principe Vittorio Emanuele (1978); Un bambino al centro della terra, in cui si rac - conta la caduta accidentale e la morte in un poz - zo artesiano profondo 60 metri di un bambino di sei anni, Alfredo Rampi (1981); Una bella ad- dormentata, in cui si narra dell’incidente stra - dale, del prolungato stato vegetativo e dell’euta - nasia della giovane studentessa Eluana Englaro (1992-2009); Un cavaliere bianco in cui si raccon - ta dell’omicidio per strangolamento e della dis - soluzione nell’acido del corpo di Giuseppe Di Matteo, figlio di un boss pentito di Cosa Nostra (1996); e infine, Un ragazzo fantasma, in cui vie - ne raccontato il pestaggio di quattro agenti della polizia che porta alla morte dello studente Fede - rico Aldrovandi, avvenuto a Ferrara (2005). Gli episodi scelti e riscritti da Mancasso - la sono caratterizzati da un lato dalla grande at - tenzione massmediatica che hanno avuto, rima - nendo così impressi nell’immaginario collettivo nazionale italiano, e dall’altro, come evidenzia - no i titoli, per alcuni elementi riconducibili alla fiaba e al genere di avventura (il principe, la bel - la addormentata, il cavaliere, i fantasmi …) che suggeriscono un’apertura verso il fantastico che accompagna la vicenda reale. L ’ autore decide tut - tavia di mantenere distinte la dimensione reale e quella letteraria delle singole storie, raccontan - dole seguendo ad alternanza due percorsi e fa - cendo procedere parallelamente il piano crona - chistico e quello fantastico per «giocare su più piani narrativi affinché storie che si sono conclu - se in un modo troppo crudele, insostenibile, ab - biano un’altra apertura» (BlowBook 2011). Nel primo racconto, basato sulle vicen - de dell’incidente subito dallo studente tedesco Dirk Hamer, l’autore introduce l’elemento del teatro che può trasformare il finale della vicen - da reale permettendo al ragazzo di fuggire e sal - varsi dal tragico destino. Il bambino caduto nel pozzo artesiano, Alfredino, nel finale, assieme ai personaggi del Viaggio al centro della terra di Ver - ne compie il suo passaggio in un mondo fanta - stico migliore del mondo reale. Il racconto de - dicato alla vicenda di Eluana Englaro introduce l’elemento catartico accostando alla morte della studentessa la nascita di una nuova vita che una giovanissima sedicenne, Giulia, darà alla luce. Il racconto più articolato è Un cavaliere bianco, nel quale vengono narrati in maniera cro - nologica e fedele alla realtà il sequestro e la mor - te di Giuseppe Di Matteo, ragazzino di dodici anni, a cui lo scrittore aggiunge una componente inventata che consiste nella narrazione dell’im - patto che questi eventi hanno su un’immagina - ria protagonista femminile, una sua compagna di scuola di nome Silvia. L ’improvvisa scompar - sa del ragazzo la spingerà a trasformarlo in un su - pereroe, protagonista dei suoi sogni e dei suoi fu - metti. L’inaccettabilità dell’accaduto, l’intuìto coinvolgimento della famiglia e l’ omertà del con - testo sociale in cui vive, saranno tanto traumatici da non permetterle di crescere serenamente. Sarà costretta a sottoporsi a cure psichiatriche fino a che non riuscirà a liberare il cavaliere bianco che infine potrà inoltrarsi sul suo «cavallo di vento» studia universitatis hereditati studia universitatis hereditati, letnik 11 (2023), številka 1 / volume 11 (2023), number 1 52 nella «straziante libertà del cielo» (Mancassola 2011b, 110). Nell’ultimo racconto, che ripropone la vi - cenda di Federico Aldrovandi, l’autore trasfigu - ra il protagonista in fantasma e assieme ad altri fantasmi di persone morte per mano della po - lizia italiana lo fa entrare nella casa del Grande Fratello. Qui i fantasmi si mescolano tra i giova - ni concorrenti sottoposti al degrado dello spet - tacolo mediatico per dare, attraverso lo scher - mo, l’ultimo saluto ai familiari e provare così a uscire da uno stato di confusione e ad andarsene definitivamente. La frase pronunciata da uno dei fantasmi protagonisti di quest’ultimo racconto, che dà il titolo alla raccolta: Non saremo confusi per sem- pre (Mancassola 2011b, 135), racchiude lo spiri - to che attraversa il libro ovvero la caoticità, l’as - surdità e la tragicità della vita, suggerendo però la possibilità di una strada che permetta il supe - ramento della confusione indotta dalla realtà e amplificata dai media, dalla cronaca e dallo spet - tacolo ovvero quella che può creare l’immagina - zione e la narrazione letteraria (Puglia Eccellen - te 2011). Il rifiuto verso la rappresentazione della re - altà veicolata dai mezzi di comunicazione, è un aspetto che viene affrontato anche da Mancasso - la stesso in occasione della partecipazione a un convegno sul trauma nelle letterature contempo - ranee, tenutosi a Padova nel 2012, dove riguardo alla connessione tra trauma e letteratura mette in rilievo la necessità di riflettere sulla possibili - tà di catarsi, soprattutto in un’era dominata dai mass media. La letteratura, narrando eventi trau - matici, potrebbe offrire un tentativo di compren - sione, qualora trovasse spazio negli ambiti solita - mente dominati dal «circo mediatico» e dalla sua componente spettacolare che presuppone un «pubblico che si nutre del dolore, lo assorbe da spettatore, ma è privato della possibilità di subli - marlo catarticamente. E tuttavia è da qui, dove il mero dato di cronaca non arriva, che la letteratu - ra può iniziare il proprio percorso / …/» (Conter - no et al. 2013, 228). Gli aspetti fino a qui evidenziati emergo - no chiaramente dal testo sul risvolto di coper - tina del volume Non saremo confusi per sempre, che suggerisce una possibile chiave di lettura dei contenuti: In un tempo come il nostro, pare difficile superare la cronaca, la crudeltà degli even - ti, venire a capo del nodo in gola e della ci - catrice che certe vicende hanno lasciato. Se esistono modi di andare oltre, la scrittura è uno di questi. Proprio come accade in que - sto libro. Una scrittura che ci fa sfiorare un luogo lontano, in una sorta di rito catartico. Perché se la realtà è irreversibile, la letteratu - ra può ridare un senso alle cose (Mancasso - la 2011b). Anche in premessa alla raccolta di raccon - ti troviamo una nota dell’autore che ne eviden - zia gli intenti: Questo libro prende le mosse da storie rea - li. Le ho scelte perché a lungo mi hanno sug - gestionato, abitando in me come fantasmi. Nella scrittura di ogni storia ho ricostruito i suoi punti salienti, ma soprattutto l’ho riela - borata con lo strumento dell’immaginazio - ne letteraria. Il libro quindi, in ultima analisi, va considerato opera di letteratura (Mancas - sola 2011b). Il tratto originale della rielaborazione lette - raria messa in atto da Mancassola, dell’ideazione di una dimensione parallela all’evento di crona - ca, che sconfina nell’immaginario, viene trattato anche nello studio di Boscolo e Jossa (2014) che si inserisce all’interno di una più ampia indagine sulla questione dell’impegno politico nella nar - rativa contemporanea. I due studiosi propongo - no una distinzione tra eventi e fatti, dove il fat- to rappresenta una trasformazione dell’ evento, evidenziando la ricchezza di opere che offrono nuovi punti di vista, anche attraverso «la com - binazione della cronaca giornalistica con la let - teratura fantastica» e osservano che «il fatto di Mancassola fuoriesce radicalmente dall’evento della cronaca, della storia e della memoria: si apre quello squarcio, allucinato e visionario, che è il studia universitatis hereditati la cronaca ripensata dalla finzione letteraria e cinematografica: un cavaliere bianco ... 53 solo possibile superamento dell’evento nel fat - to» (Boscolo e Jossa 2014, 37-38). Un cavaliere bianco: la riscrittura letteraria come superamento catartico della realtà Il percorso letterario scelto da Mancassola è orientato a creare nel lettore una commozione che agisca «come strumento di conoscenza e di vita», in contrapposizione a quel sentimento di commozione che nella cronaca veicolata dai me - dia è volto «al consumo delle esperienze uma - ne» e che agisce da anestetico rispetto all’uma - nità (BlowBook 2011). Attraverso la letteratura, l’invenzione letteraria e il registro fantastico, spesso fiabesco, l’autore cerca di ricostruire dei percorsi possibili tentando di arrivare a una libe - razione: «a differenza della cronaca che non ha nessuna morale, nessuna catarsi, la fiaba ha una morale, un’etica, ha un senso, serve a dimostrar - ci qualcosa, a indirizzarci in qualche modo» (BlowBook 2011) per crescere e provare a supera - re una realtà crudele. In questo paragrafo si cercherà di presenta - re i tratti più significativi riguardo al trattamen - to della cronaca nel racconto Un cavaliere bian- co nonché le modalità letterarie utilizzate per riscrivere, da un lato, l’episodio del rapimento e dell’ uccisione di Giuseppe Di Matteo e dall’ altro l’impatto diretto che la sua scomparsa e la sua morte hanno avuto su Silvia, personaggio fem - minile inventato dall’autore. L’ideazione della protagonista femminile permette all’autore di raccontare una storia diversa, segnata dal trauma subito e aperta a una dimensione fantastica, dove il ragazzo viene trasformato in supereroe di un li - bro di fumetti creato dalla ragazza: Un cavaliere bianco era il titolo del libro. Ini - ziava con una sequenza fissa di una finestra che si accendeva e spegneva, una sequenza misteriosa in un bianco e nero iperrealista, struggente e quasi horror. La storia autobio - grafica di Silvia si mescolava con quella del ragazzino e dei suoi rapitori. Il ragazzino fi - niva nell’acido e risorgeva, diventava il Ca - valiere Bianco, vegliava su di lei e lavorava nell’ombra per mettere la polizia sulle trac - ce dei suoi rapitori. Realtà e fantasia si intes - sevano come i fili di un tappeto (Mancasso - la 2011b, 107). L ’elemento portante della riscrittura dell’e - pisodio di cronaca è quindi proprio l’introduzio - ne della prospettiva della compagna di banco in - namorata del cavaliere bianco, supereroe che la protegge, che vive nei suoi sogni e che simboleg - gia il suo desiderio di ribellione e liberazione da una realtà insostenibile, omertosa che coinvol - ge anche la sua famiglia e che la porterà all’iso - lamento e a una forte crisi psicologica. Il letto - re si avvicina al personaggio di Silvia attraverso una descrizione, che anticipa gli sviluppi della sua vita futura e le conseguenze del trauma: Aveva dodici anni. Non sapeva ancora mol - to di ciò che stava per venire, della musica che lei e Loredana avrebbero ascoltato, dei vestiti che avrebbero messo. Le avventu - re gloriose e tristi dell’adolescenza. Soprat - tutto, sapeva così poco dell’abisso che stava per inghiottirla, del tormento che d’ora in poi l’avrebbe seguita dovunque e di tutte le domande che un giorno le avrebbero fatto i dottori, del sapore velenoso delle pillole che le avrebbero dato. Sapeva solo questo, per il momento, che con tutta se stessa voleva ve - derlo tornare, e che il mattino dopo il banco non fosse vuoto. E invece di sicuro lo sareb - be stato (Mancassola 2011b, 72). Il turbamento della protagonista femmini - le viene raccontato attraverso il libro di fumet - ti di Silvia e questo processo creativo, di disegno e scrittura, è un’operazione che farà parte an - che del suo percorso terapeutico. Le permetterà di fare ordine nei suoi pensieri per dare un senso all’esperienza vissuta e l’aiuterà a superare il mo - mento più difficile della sua vita, quando appre - sa la notizia della morte del compagno di scuola, sprofonda in una realtà parallela: Lo psichiatra aveva detto che la ragazza vi - veva in un mondo suo, aveva detto che sta - va cercando di sfuggire da un trauma. Que - sto psichiatra faceva delle grandi scoperte. Dunque, nel disegno c’erano tutti, con gli studia universitatis hereditati studia universitatis hereditati, letnik 11 (2023), številka 1 / volume 11 (2023), number 1 54 occhi in su, tutti a guardare con stupore ver - so il cielo, dove una figura volteggiava ac - canto alla nuvola-cattedrale. Era lui. Las - sù in alto volteggiava lui. Non era per nulla morto, al contrario era diventato un supere - roe al modo di Silver Surfer o dei Fantasti - ci Quattro. Montava un cavallo come in una delle foto che circolavano sui giornali, una foto scattata al maneggio dove andava pri - ma del sequestro, solo che nel disegno il ca - vallo era fatto di vento e si intravedevano ap - pena i contorni. Era vivo, era libero e volava. Un autentico supereroe. Lo battezzò il Ca- valiere Bianco (Mancassola 2011b, 82). Lo scrittore costruisce così una dimensione alternativa composta da una commistione di re - altà, fantasia e dolore: Se un confine tra realtà e fantasia era mai esistito, un dolore corrosivo lo aveva sciol - to. «Non esisteva la fantasia, esisteva solo la necessità di sopravvivere. Come facevano gli altri a non capire? C’era lui, là fuori, a ve - gliare su di me e su ogni altro. Non sarei stata neppure viva, altrimenti.» Dormiva con un ritratto del Cavaliere Bianco accanto al cu - scino. Di mattina trovava il cuscino umido pur senza ricordare di avere pianto (Mancas - sola 2011b, 93). Da questo incubo e dai sensi di colpa, Silvia potrà liberarsi grazie alle cure e alla vicinanza di un giovane dottore che la seguirà nel percorso di guarigione: Fu una cosa lenta, servirono molti colloqui, servì che lui diminuisse i farmaci e la guidas - se in una serie di sedute con la tecnica del so - gno lucido, in stato di semi-ipnosi. Servì che Silvia iniziasse a lavorare al suo libro, su in - coraggiamento di lui. Poco alla volta la sto - ria iniziò a comporsi. Tutte le stranezze del - la sua famiglia. Gli sguardi di complicità di Daniele, il compagno di scuola spaccone, che proveniva da una famiglia come quel - la di lei. Una famiglia di collusi con la mafia. Certi adulti sapevano più di altri. Certi adul - ti erano coinvolti. Il padre di Silvia lavorava per un’impresa edilizia e per anni aveva traf - ficato con taniche piene di liquido incolore. L’oro liquido di quegli anni. Lei non aveva la certezza assoluta che l’acido servito per il ragazzino fosse venuto da suo padre, ma sa - peva che quasi di sicuro lo era. Sapeva. Era cresciuta sapendo. Era cresciuta con la co - scienza che il mondo intero fosse edificato sopra una pozza d’acido, pronto a sciogliere il senso di ogni cosa, di ogni legame e di ogni esistenza (Mancassola 2011b, 103). Diversamente, gli eventi che portano al ra - pimento del piccolo Giuseppe Di Matteo e i fatti inerenti al reale episodio di cronaca vengono rac - contati nel pieno rispetto delle fonti e in manie - ra asciutta e realistica. In apertura del racconto si introduce le vicende che hanno portato al seque - stro per vendetta del giovane ragazzo a causa del - la collaborazione del padre con la giustizia: Era il 1993 e un suo ex amico, un certo Mez - zonaso, si era venduto alla polizia. Il vendu - to stava facendo una serie di rivelazioni sul - le attività dello Scannacristiani. Soprattutto, stava facendo rivelazioni a proposito di una strage alla cui realizzazione avevano preso parte entrambi, l’anno prima, quella in cui avevano ammazzato un famosissimo giudi - ce con la moglie e gli uomini della scorta: la strage di Capaci. Quella che aveva sconvol - to il paese. La strage che tutti ancora ricor - diamo. La polizia nascondeva Mezzonaso in qualche luogo lontano e lui parlava, par - lava, della strage di Capaci, di altre faccende (Mancassola 2011b, 67-68). Poco dopo, anche l’episodio del rapi - mento viene decritto in maniera piuttosto documentaristica: Un giorno di novembre. Il figlio di Mezzo - naso aveva dodici anni e non vedeva il padre da tempo. Andarono a prenderlo tre uomi - ni vestiti da poliziotti, con un lampeggian - te della polizia montato sulla macchina. Si presentarono al maneggio dove il ragazzi - no stava cavalcando. Amava i cavalli. Si pre - sentarono e chiamarono il suo nome, non lo studia universitatis hereditati la cronaca ripensata dalla finzione letteraria e cinematografica: un cavaliere bianco ... 55 avevano neppure mai visto. Il ragazzino vide tre poliziotti e si fece avanti. Gli dissero che erano qui per portarlo da suo padre. Secon - do quanto racconterà più tardi uno di loro, un futuro pentito conosciuto come il Pelato, il ragazzino si fidò. Lo caricarono sulla mac - china e gli dissero di nascondersi, di non far - si vedere da fuori, lo avrebbero condotto dal padre in un luogo segreto. E il ragazzino si nascose e la macchina sgommò via (Man - cassola 2011b, 68-69). Dai passi presentati traspare chiaramen - te come l’invenzione letteraria sottesa alla par - te immaginaria, dal punto di vista tematico e sti - listico riesca ad andare oltre, a cerare uno spazio del possibile, ben distinto dalle descrizioni og - gettive, cronachistiche: il passaggio dalla real - tà alla finzione coinvolge emotivamente il letto - re, crea una commozione che infine possa dare conforto nonostante le insostenibili conseguen - ze degli accadimenti reali. Sicilian Ghost Story: la trasposizione cinematografica del racconto Nel 2017 apre la Settimana della Critica del Fe - stival di Cannes il film Sicilian Ghost Story, 7 scritto e diretto da Fabio Grassadonia e Antonio Piazza. Il soggetto del film è liberamente ispira - to al racconto Un cavaliere bianco e con lo stesso condivide la volontà di riscatto e di liberazione dal fantasma della tragica vicenda del giovane se - questrato e ucciso dalla mafia. La realizzazione del film da parte dei due re - gisti è frutto di un percorso tormentato nel quale più volte si interrogano come raccontare una sto - ria «non raccontabile» spiegando di essere partiti dalla realtà, dai dati di fatto, e l’ab - biamo fatta collidere con una realtà altra, all’estremo opposto di quella che ha gene - rato quest’incubo. Ci siamo interrogati sul modo in cui, pur senza tradire il fatto stori - 7 Il film ha ricevuto numerosi riconoscimenti a livello na - zionale e internazionale, tra i quali il David di Donatello per la miglior sceneggiatura non originale e, sempre per la sceneggiatura, il Sundance Institute Global Filmmaking Award. co, la collisione tra due realtà potesse gene - rare una catarsi: per noi come autori, per noi come siciliani, e per i due protagonisti. Una catarsi che nasce da uno scontro fra ciò che è umano e ciò che umano non è più (Inze - r i l lo 2017). Se nel racconto le vicende vengono narrate seguendo due percorsi, uno realistico che raccon - ta del rapimento, della prigionia e della morte del giovane Di Matteo, mentre il personaggio di Sil - via apre lo spazio alla dimensione fantastica, nel film, viene ulteriormente rafforzata la prospetti - va del personaggio femminile, Luna, compagna di banco innamorata del ragazzino, sensibile, in - troversa e abile disegnatrice. È lei e il suo forte le - game con Giuseppe, il fulcro del film, in cui le azioni sono mosse dalla sua volontà di compren - dere il motivo della scomparsa, di ritrovarlo, dal disagio psicologico generato dal mondo adul - to che la circonda, ipocrita e omertoso, che non interviene in suo aiuto. Le vicende, ambientate esclusivamente in Sicilia, seguono un arco tem - porale più breve rispetto al racconto e si concen - trano su circa tre anni della vita dei protagonisti, rinunciando alla rappresentazione del trasfe - rimento nella capitale e del percorso di crescita della protagonista femminile, presenti nell’ope - ra letteraria. Giuseppe, durante il lungo periodo di pri - gionia riesce a trovare conforto in una lettera, al - tro elemento nuovo del film, nella quale Luna gli dichiara il suo amore; allo stesso tempo egli di - venta il protagonista dei sogni e degli incubi del - la ragazza che disperatamente e ossessivamente cerca di trovarlo e salvarlo. La dimensione oni - rica rappresenta l’unico spazio in cui i due rie - scono a rincontrarsi, a stare insieme, dove realtà e fantasia si fondono a tal punto da rendere dif - ficile, in alcune scene, la distinzione tra gli even - ti reali e quelli immaginari, trasformando effica - cemente in immagini la suggestione delle parole del racconto: «Se un confine tra realtà e fanta - sia era mai esistito, un dolore corrosivo lo ave - va sciolto» (Mancassola 2011b, 93). Luna è una ragazza che sogna continuamente, i suoi sogni e le sue visioni manifestano il rifiuto di accettare studia universitatis hereditati studia universitatis hereditati, letnik 11 (2023), številka 1 / volume 11 (2023), number 1 56 con indifferenza la sparizione di Giuseppe. Si ri - bella a scuola, in famiglia, davanti ai carabinie - ri, è convinta che sia possibile ritrovare Giusep - pe, poiché, come scriverà nella lettera consegnata al ragazzo, «se ti sogni una cosa, vuol dire che può esistere» (Grassadonia e Piazza 2017, 55’ 45’’). Particolarmente significativa è l’ abilità degli autori del film, sceneggiatori e registi, nel coglie - re e riproporre nell’adattamento l’elemento fan - tastico introdotto da Mancassola, caratteristi - ca che li ha particolarmente colpiti e convinti a realizzare il lungometraggio. 8 Come nel raccon - to anche nel film i risvolti fiabeschi permettono il superamento del fatto di cronaca portando a una conclusione alternativa dove Luna riesce a li - berarsi del trauma: nel finale, grazie all’amicizia che la lega ad alcuni suoi coetanei che le stanno vicino, riuscirà a lasciar andare Giuseppe. Il film si chiude con l’immagine di una spiaggia, dove la protagonista ritrova la serenità e la vita mentre Giuseppe si abbandona alla «straziante libertà» (Mancassola 2011b, 110) del mare che sostituisce suggestivamente «il cielo» del racconto. Grassadonia e Piazza, nell’omaggiare la me - moria del ragazzino ucciso dalla mafia, scelgono, come Mancassola, di non falsificare ma di rispet - tare pienamente, nella ricostruzione, i luoghi, la realtà e la cronologia degli eventi: del rapimento, dei 779 giorni di prigionia e della crudele ucci - sione e distruzione del corpo. A questo contrap - pongono la storia d’amore, che vede nella lettera consegnata da Luna a Giuseppe il simbolo dell’ a - more tra i due adolescenti. Per Giuseppe, le paro - le di Luna rappresenteranno un elemento di spe - ranza e l’amore, che resiste nonostante tutto, nel finale salverà e manterrà in vita Luna: Quel che preserva la nostra umanità e l’u - manità dei nostri protagonisti è il loro sen - timento d’amore. Ma è un amore violento, 8 I registi hanno raccontato in diverse interviste come la di - sumanità della vicenda di Giuseppe Di Mattero abbia se - gnato in maniera traumatica il loro percorso, tanto da por - tarli alla decisione di abbandonare la Sicilia. Più volte ave - vano pensato di realizzare un film su questa vicenda ma so - lamente in seguito alla lettura del racconto di Mancassola decidono di portarla sullo schermo ricreando quella real - tà attraverso il sogno (Botta 2018; Inzerillo 2017; Fassina 2017). come la violenza e l’incubo che li inghiotte. L ’ amore vince e salva la vita alla nostra prota - gonista, ma salva e preserva anche l’umanità del ragazzino protagonista (Inzerillo 2017). I due autori del film sperimentano il genere della storia d’amore/fiaba (sul piano fantastico) in contrapposizione alla ghost story (fiaba nera sul piano della realtà) come modalità per coin - volgere lo spettatore e offrire un’esperienza di forte impatto emotivo, in quanto ritengono che nonostante gli esempi del passato di cinema ita - liano di forte impegno civile, un approccio più convenzionale come anche l’aderenza al canone dei film sulla mafia, abbiano portato a una per - dita di efficacia nel colpire le coscienze (Sozzo 2017; Fiore 2017). Di certo a impressionare immediatamen - te lo spettatore, fin dalle prime immagini, è lo scenario insolito e misterioso, inedito rispetto al racconto di Mancassola e lontano dall’immagi - nario siciliano mediterraneo. Nella sequenza ini - ziale i due ragazzi si addentrano in un paesaggio naturale 9 fiabesco, un bosco dai colori autunna - li, con animali dapprima benevoli e poi inquie - tanti e minacciosi, premonitori del crudele svi - luppo degli eventi. Le immagini mostrano «una Sicilia sognata, diversa, come un mondo dei Fra - telli Grimm di foreste e orchi, che collide con il piano di realtà di cui la nostra terra è inevitabile portatrice» (ANSA 2016). Il paese nel quale vi - vono Giuseppe e Luna è situato nell’ entroterra, il paesaggio è composto da montagne, foreste, ca - verne, stagni e laghi misteriosi, dove i riferimen - ti alla fiaba sono evidenti: il bosco incantato, l’o - scuro lago che magicamente permetterà a Luna di accedere al mondo sotterraneo al quale è re - legato Giuseppe con il sequestro, la grotta-canti - na della casa di Luna, il cane feroce (o lupo catti - vo) che li aggredisce, il cappottino di Luna, rosso con il cappuccio, Giuseppe nelle vesti di cavalie - re-eroe, che salverà Luna dal male. L ’ambientazione prescelta favorisce e poten - zia i rimandi e la costante comunicazione tra rea - 9 Le scene vengono girate nel Parco naturale dei Nebrodi, a nord di Palermo, nella stagione autunnale e invernale (Backstage: Un fantasma da liberare 2017). studia universitatis hereditati la cronaca ripensata dalla finzione letteraria e cinematografica: un cavaliere bianco ... 57 le e fantastico, mai nettamente distinti ma fluidi che si compenetrano sul piano visivo grazie alla sofisticata cura della fotografia e al montaggio, 10 contribuendo a rafforzare la dimensione emotiva della narrazione. Sintesi conclusiva Dall’analisi della raccolta di racconti di Mar - co Mancassola Non saremo confusi per sempre e, in particolare del racconto Un cavaliere bianco, emerge come la scelta dell’autore di intraprende - re un percorso letterario in cui drammatiche sto - rie di cronaca di grande interesse mediatico che ricoprono un periodo di circa trent’ anni di storia italiana, vengono rielaborate e riscritte. Attra - verso la scelta di espedienti letterari originali ri - spetto alle scelte stilistiche e di scrittura nel con - testo della non-fiction del primo decennio degli anni Duemila, dove interagiscono scritture do - cumentaristiche e di finzione orientate verso il reportage giornalistico oppure verso la biografia o il racconto storico, egli riesce ad «aprire uno spazio altro, perché la letteratura sia non testi - monianza o specchio, ma rappresentazione, ov - vero ripresentazione dell’evento nel fatto lettera - rio» (Boscolo e Jossa 2014, 36). L’operazione dello scrittore è riconducibile alla volontà di provare, attraverso l’elaborazione letteraria, a ridare un senso agli episodi raccon - tati, andando oltre una ricostruzione documen - taristica o cronachistica per attivare una catarsi. Partendo dal fatto di cronaca, Mancassola sce - glie di aggiungere degli elementi immaginari che sconfinano nel genere fantastico, nel tentativo di cambiare la realtà e salvare i protagonisti. Ana - logamente, il superamento della realtà nella fin - zione e la commozione generata dalla letteratura possono offrire un sostegno al lettore, che per - cepisce gli accadimenti reali come insostenibili (Gastaldi 2014). Il ripensamento della vicenda di cronaca se - condo la chiave di lettura proposta dall’autore del racconto Un cavaliere bianco, è riuscita a sug - gestionare anche gli autori del film Sicilian Ghost 10 Il direttore della fotografia è Luca Bigazzi mentre il mon - taggio è stato realizzato da Cristiano Travaglioli, entrambi anche stretti collaboratori del regista Paolo Sorrentino. Story, che nel loro adattamento per il cinema po - tenziano la dimensione fantastica sperimentan - do il genere della ‘fiaba nera’, in cui il reale si fon - de con l’onirico e il fiabesco, tempo e spazio si dilatano permettendo ai due giovani protagoni - sti di comunicare e ritrovarsi. Questa soluzione permette ai personaggi e allo spettatore di ritro - vare una possibilità di salvezza - dal punto di vi - sta morale e dei sentimenti - e ripropone in ma - niera efficace il messaggio e l’intento dell’opera letteraria. Povzetek Prispevek se osredotoča na analizo kratke zgodbe Un cavaliere bianco italijanskega avtorja Marca Mancassole, objavljene v zbirki Non saremo confusi per sempre (Man - cassola 2011b), in na značilnosti avtorjevih narativ - nih prijemov. V obliki literarne fikcije pisatelj na novo predstavi tragični umor Giuseppeja Di Mattea, ki ga pri dvanajstih letih ugrabi mafija. Mancassola zgodbo, ki temelji na resničnih dogodkih, predela tako, da vpe - lje povsem novo perspektivo ženskega lika – Silvie. Nje - no življenje se po izginotju in umoru sošolca, v katerega je zaljubljena, popolnoma spremeni. Silvio zaznamuje desetletno travmatično obdobje, preganjajo jo prikaz - ni in temu sledita huda duševna stiska ter psihiatrično zdravljenje. Med zdravljenjem Silvia poskuša predelati svojo travmatično izkušnjo skozi ustvarjanje stripa, ka - terega osrednji lik je ugrabljeni fant, beli vitez, ki jo va - ruje. Njeno ustvarjanje zrcali namen samega Mancasso - lovega pisanja, ki na ta način skuša predelati družbeno travmo. Pisatelj izbere vzporedno pripovedovanje, kjer se izmenično, vendar z jasno razmejitvijo prepletajo re - snični in izmišljeni dogodki, povezani s Silviinimi fan - tazijami, in zasnuje izvirno predelavo realnosti, zlasti v primerjavi z ostalimi avtorji in deli italijanske sodob - ne književnosti, ki jih označuje »vrnitev k resničnosti«, kjer so meje med fikcijo in nefikcijo pogosto zabrisane. Mancassolov namen ni predstavitev kronologije ali do - kumentarne reinterpretacije resničnih dejstev, temveč z literarno domiselnostjo in eksperimentiranjem fantazij - skega žanra odpreti pot novemu, alternativnemu razvo - ju dogodkov oz. novi pripovedi. Fantazijska razsežnost preoblikuje resničnost in omogoča vsaj metaforično od - rešitev glavnih likov, kar pri bralcu sproži katarzo. Pros - ta filmska priredba literarnega dela z naslovom Sicilian studia universitatis hereditati studia universitatis hereditati, letnik 11 (2023), številka 1 / volume 11 (2023), number 1 58 Ghost Story (Sicilijanski duhovi, 2017), v režiji Fabia Grassa - donie in Antonia Piazza v primerjavi z literarnim delom dodatno poudari fantazijski element in se povsem osre - dotoči na romantični odnos med najstnikoma. Ljube - zenska zgodba/pravljica (ta predstavlja fantazijski vidik) se zoperstavi brutalni zgodbi o duhovih (ta se nanaša na resnične dogodke ugrabitve in umora), kar odraža izbi - ro režiserjev, da sledita poti, ki jo je začrtal že Mancasso - la. Slednja gledalcu ponuja močno čustveno izkušnjo, ki skuša pripeljati do osvoboditve. Summary This contribution focuses on the analysis of Marco Mancassola’s short story Un cavaliere bianco published in the collection entitled Non saremo confusi per sempre (Mancassola 2011b ), and the distinctive features of his writing. Through literary fiction the author re-writes the tragic crime event involving Giuseppe Di Matteo, a 12-year-old boy kidnapped and murdered by the Ma - fia in 1996. Mancassola chooses to repropose his story by opting for a new perspective introduced through the invention of the female character - Silvia, whose life is completely unsettled after the disappearance and mur - der of the schoolmate she is in love with. For about ten years, her life will be marked by trauma, as she is haunt - ed by visions that will lead to severe psychic distress which she will only manage to overcome after psychiat - ric treatment. As part of the treatment, almost as a re - flection of the purposes of Mancassola’s writing, she will try to resolve her traumatic experience by reorganizing her thoughts through creating a comic book, where the central character is the kidnapped boy who becomes her white knight. The writer chooses a double narrative path, which interweaves, alternately but distinctly, the real news story and the fictional one, linked to Silvia’s fantasies, and conceives an original shift for rewriting a real event, especially if compared to other works within the ‘return to reality’ stream of Italian narrative, where boundaries between fiction and non-fiction are chal - lenged and often blurred. In fact, Mancassola’s intent is not to chronicle or to give a documentary re-interpreta - tion of real facts, but to stray through literary invention and experimentation of the fantasy genre, where alter - native paths and new developments of the story become possible. This new fantasy dimension transforms reality and allows to clear up confusion, at least metaphorical - ly, as well as to save the main characters, thus generating a catharsis for the reader. The film adaptation of the lit - erary work, Sicilian Ghost Story, directed by Fabio Gras - sadonia and Antonio Piazza in 2017, enhances the fan - tasy dimension - which is further developed compared to the literary source - even more, entirely shifting the focus on the relationship between the two young pro - tagonists. The love story/fairy tale (referring to the fantasy aspects) opposed to the ghost story (referring to the real events of the kidnapping and murder), reflects the di - rectors’ decision to follow the path already outlined by Mancassola, with the intention to offer the viewer an ex - perience of strong emotional impact which equally suc - ceeds in its liberating intention. Riferimenti bibliografici ANSA. 2016. «Cinema: due registi siciliani premiati al Sundance.» ANSA, 27 gennaio 2016. https://www.ansa. it/sicilia/notizie/2016/01/27/ansa- cinema-due-registi-italiani-premiati-al- sundance_140f2011-463c-4d9b-8380- ff5bc2ac7e2c.html. 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