Esce una volta per settimana il Sabbato. — Prezzo anticipato d'abbonamento annui fiorini 5. Semestre in proporzione.— L'abbonamento non va pagato ad altri che alla Redazione. due lettere del vescovo PIETRO BONOMO di Trieste del i 622. II vescovo di Trieste, Pietro Bonomo, del quale demmo alcuni cenni biografici in numero precedente, fu prelato pio ed insieme uomo di affari pubblici che tratto sia nella veste di diplomatico, o come gran cancelliere deli' Austria. L' affezione a Trieste sua patria, fu grande in ogni tempo, e dalle lettere che gia di lui esistevano, si raccolgono non solo i consigli confidenziali che dava ai triestini, ma altresi notizie di quei tempi, che invano si cercherebbero nelle storie scritte. Diamo due lettere favoriteci dal Sig. Luigi de Jen-ner, 1'una delli 11 aprile 1522 da Neustadt, 1'altra dei 28 di settembre. Nella prima si toccano le controver-sie col vescovo di Cittanova Antonio Petrizio Marcello, che fu generale dei frati Minori Francescani, poi vescovo titolare Millatenense, indi arcivescovo di Patrasso, avuto pel possesso di Umago, che spettava ai vescovi di Ti ie-ste, e che quelli di Cittanova reclamavano. Vi si dis-corre poi di altro importantissimo argomento sorpassalo dalli storici nostri, il progetto di una combinazione politica degli stati austriaci verso P Adriatico, nella quale doveva entrare Trieste, reclamata dalla provincia del Carnio. Vi si leggono notizie dei moti di guerra che fa-ceva il Turco contro la Časa d' Austria. L' altra lettera tocca pure alcune pubblicho faccende di Trieste, le con-troversie di Umago, ed anche cose che si riferiscono al commercio, il qua!e allora voleva dirigersi a Fiume, de-viandolo da Trieste. Pensiamo che il pubblicare queste due lettere, non sia per tornare ozioso = a Baptista p.che siamo partiti da Gratz et venuti in Neustat assai lontani et fuor de via de li paesi n.ri dove non si potra haver cossi facilmente messi che vegna-no de la mi ha parso farte p. le presenti mie, le qual mando alavia de Gradischa, un breve memorial dele cose mie in genere acio tengi a memoria et neli bisogni li sapi provedere. " Et prima cerca quelIo apartene ala Cura de le mie cose familiari delo Episcopato, dove bisognera a pre Rizo tuo consiglio et adiuto si nele cose s^irituali come etiam seculari, dove tu li possi soccorrere, vogli prestarli 1' opera et studio tuo, come me confido p. piu respecti lo debi fare, et adiutarlo et drizarlo si nele cose necessarie nela terra come di fuori, adoperando etiam li amici quan-do bisognera. Circa le cose de humago p. altre mie ti ho avisato come D. Jodoco Ehinger me significava che frate Antonio de Cherso E.po titulare millatenense et substituto in loco del Foscarini in Cittanova, se havea lassato in un Car.lo el cui nome non mi scrive ch'avesse a conoscere sup. mentis Cause se lui havesse rasone, et non havendo se ne volea liior groso et renovar la lite del cui exito me ne daria poi adviso. Io dapoi nulla ho inteso et aspeto in dies resolutione, la qual venendo a mano tue, potrai aprir le litere et proveder a quel!o bisognera et acadendo darmene aviso de qui, et in q.to volesse cessar dieto frate Ant.o Jo saria gran contenlo p. destrigarmene, Iassar cader et spese et interessi, pur chio havessi pace, tamen volendo procedere si fara q.lle prouision che domino Jodoco consigliera, et essendo io avisato fard provision de denari et quelIo sara neces-sario p.o sarai diligente darmi aviso se cosa si havera da roma. Le litere non havendo messo po. ch. vegna qui, lo potrai drizar a Lubiana in mano di Marco Stetner o-ver Bolfgango poss. ch. sarano mandate qui. . " Altre volte ho avviso de la come el Ser.mo Principe n.ro havea obtenuti dala Cesarea M.ta tuti quelli luogi de la zoe el Friuli, Goriza, Gradišča, Marano, Trieste, Fiume, Istria, Carso et Metlica quali prima se havea conscrvato sua M.ta per se, heri havessimo qui le litere le qual sua M.ta ha dato al principe de acceptar dieti paesi et luogi et havemo gia constituite le diete in Car-niola lunedi post tertia Dominica pasehe, et alcuni zorni dapoi a Gorizajdove Gorizani Triestini Gradišča e Marano prestarono obedientia. Bisognera ch. mandate deli ho-mini pratici ch. sappieno dir el bisogno n.ro p. liberarvi dal Dominio de'Cranzi i quali solecitano siate sotoposti de li, et pero bisogna informarli ben li Comissarij ch, im-possibile e, ch. Vui possate ess. facti equali a Carniolani, essendo la terra n.ra gravata a modo d' Italia con mille gravezze, che Carniola č libera a modo d'Alemagna et defendervi quanto possete de ess. sotoposti a Crain p. ch. ne farano suo'schiavi. "El Conte Christophoro e facto Grando Cavalerizo del Principe, zoe Maestro di stala elqual grande offitio ž primo dapoi li Camerarj et lassara Gradišča et Marano, ch. ha via ad esser de li no. lo Idio voglia ch. sia alcun ulile ma necessita li luogi. a El principe no. e ancora partito de Fiandra ne čredo che parta sine rason benehe lui habi seripto per P ultima posta ch., a diese del p.nte sperava partirse. Se dicea ch. la M.ta Cesarea etiam si dovea partire a dieta zorno tamen per esser le cose de Italia ben drizate p. sua M.ta, se p.suadono alcuni che scrivono d.la sua Corte, che andara a Ia volta d'Iia!ia per coronarsi a Roma et poi p. Napoli andara in Spagna p. che si intende el papa sia partito verso Roma. " Di qua sono nove che Turchi veneno in Hunga-ria con la p.sona del gran Turco. lOO.m Combatenti.In Transilvania 6<).m in n ri paesi Istria Carso et Carniola 13.m i qua!i dieono farano quello che vorano p.che non li vedo alcun Contrasto: Altro no se da novo. " Io ho recevuto le misure d. lassi et vestiture d. Julia vedero, se dispor haverč il modo, di far qualcosa, mi doglio siamo venuti tropo lontani. Saluta Zuanna, Julia et Bonomo. Ex nova Civitate Die XI Aprilis 1522. Petrus E.pus Tergestinus. (A tergo) Nobili Viro Iohanni Bap.te Bonomo. Patrueli nobis Dilccto. Tergesti. " Sp.tes Viri Amici hon. Post plurima salut. Ritor-nano a Časa li vostri Ambassatori Dominico Burlo et 0-dorico Bonomo con quella expeditione che si ha possuta obtenere, secondo da loro sarete pienamente informati non hano mancato de exactissima diligentia et fede de far tutto q.llo che debino fare fidelissimi et Oratori et cittadini et io insieme con loro ho usato al solito offi— cio, ma non si po sempre obtener quello si vole. Sel principe non si fusse partito, si haveria forse expedita qualcosa piu a proposito: ma non bisogna pero inancar di speranza di poter in altro tempo obtenere quello che hora non si ha possuto. " El Vicario nostro D. Fabio Capella ha parso a a questi oratori et a noi ancora mandarlo a Noremberga ala presentia del Ser.mo Principe, p. quel novo edicto e-manato, che tuta Ia mercantia debia andar p. la via di Fiume p.che de qui non si ha alcuna autorita di poter rinoare tal cose. El qual Vicario ha facto p. Ia nostra Comunita quel officio che pochi haveriano ardito a farlo; non guardando in faza ad alcuna p.sona ha diligenlissi-mamente narralo tuti li inconvenienti facti nella terra et dichiarito tule le necessila et bisogni, p. il che io existi-mo non manco esso officio nostro d. renderli pare gra-titudine, che mio a raccomandarvelo, p. che non e mancato in punclo alcuno de far il debito suo et exeguire il carico a lui imposto, ne potresti haver facta miglior e-lectione; et existimamo sia degno de esso commendato da ogni homo p.che a facto grandissimo honore a tuta la terra n.ra. " La cosa del Salvo Conduto de Bartholomeo Ju-liano benche fusse stata commessa a questo nostro Con-siglio, tamen p. esser facta certa mutatione dapoi el par-tir n.ro dal Principe, no si ha possuta expedire ma si ha rimessa item a sua Sere.ta Ia qual habiamo informata ad plenu de tuto q.llo e, accaduto et aspetaremo risposta sua; quelIo che sarž terminato Io intenderete poi. a Et pero se li Ambassatori non portano seco al- tre expeditioni sopradicte non havele imputar a loro, p. che non hano mancato di far ogni ultimo conato, ma dal Conseglio non hano havuto altro che una annotation sopra la loro supplicatione la qual vederete. " Di novo non scrivereino altro p. che li predicti oratori potrano narr.ne a bocha tuto q.Ho harano inteso de qui. " Dove noi possamo giovar a li honori et commodi vostri si in genere come etiam in singulari ne haurete semper promptissimi et apareehiati. Iddio Optimo Ma-ximo, insieme con la parva nostra Commune Vi cons.v sani et incolumi a molti anni. «Ex Nova Civitate Austrie. Die 28 Septembris 1522. Petrus E.pus Tergestinus Administrator Viennensis, Magnus Cancellarius Austriae. (A tergo) " Spectabilibus Viris D.nis Judicibus et Consilio Civitatis Tergesti n ris hon. Tergesti. DEL VESCOVO DI PEDENA ild1mgo vvrovlo dei piccardi, Aldrago Antonio dei Piccardi, nasceva in Trieste il di 6 maggio 1708 da Francesco del fu Aldrago dei Piccardi e da Giacoma Gregolini. La famiglia originaria da Verona affine della Scaligera, era fino dal 152& ascritta al Consiglio decurionale o dei patrizi, e fu cospicua per le cariche ed onori municipali, e di chiesa. L' educazione di lui fu cura del collegio Lojoleo di Trieste, ed in Trieste compie gli studj d'umanita, filoso-fia, e di teologia, nel patrio Seminario di San Francesco Saverio, dimodoche triestino egli si fu di nascita, di do-micilio e di educazione. I Gesuiti tenevano a quei tempi scuole aperte nel locale che oggigiorno ancora si dice il collegio, ove insegnavansi i primi elementi pel popolo, insegnavasi grammatica, rettorica e poesia per le classi medie, e per chi a maggiori studi volovasi preparare, tenevano Seminario in quel locale che oggigiorno occu-pa la guardia di polizia, sulla facciata del quale la ge-nerazione adulta ricorda ancora incisa in letlere auree cubitali Ia leggenda SEMINAR1UM SANCTI FRANCISC1 XAVER1I, ePimmagine del santo; tenevano ivi prossimo un convitto per P istituzione della gioventu nobile o pos-sessionata nei costumi e nel vivere sociale; siccome ten-nero in quegli edifizi scuola di matematica e nautica in corso bienne per P istituzione dei mercadanti e dei ca-pitani di mare, scuola alla quale il solo nome del P. Or-landi diede lustro, e che vediamo oggigiorno mediante la non interrolta serie del Padre Aloisio Capuano, e del Prof. de Sladler continuata nella sezione nautica della presente I. R. Academia Reale di Nautica. Compiuto il corso degli studi preparatorii in patria, e prescielto lo slato di chiesa, venne nel 1731, in eta di 23 anni, ascritto al sacerdozio, dal vescovo nostro Luca Sartorio Barone Delnieslri; dieci anni piu tardi ascritto aH'ordine canonicale dal vescovo Conte Leopoldo Giuseppe dei Petazzi di illustre famiglia triestina; e nel 1759 promosso per la morte di Corrado dei Giuliani alla di-gniia di decano capitolare. Come le pratiche di quei tempi portavano, attendeva alla cura delle anime, ed alle letlere. Nel 1754 decretava Ia Municipalita che 1'antico suo archivio, e quel!o che dicevano segreto, nel quale cu-stodivansi i rotoli antichi ed i diplomi piu imporlanti, venisse pošto in novello ordine; non gia che di ordine difettasse, perche costante e tradizionale ebbero i decurioni delle antiche memorie sollecitudine a decoro della patria, a comprovazione di sua condizione, a gralitudine verso chi di grazie ed onori fu generoso. 11 decurio-nato sceglieva a tale oflicio il canonico Aldrago dei Pic-cardi, ed il nobile Andrea Giuseppe de Bonom« Slettner, ambedue del suo collegio; e quanto la scelta fosse giu-diziosa, basti la sentenza del dotto e troppo severo conte Rodolfo Coronini, il quale nelle opere sue miscellanee tolse a mazzo i triestini tutti ed antichi e de'suoi tempi, e negata ad essi ogni civilta, ogni umanita di costumi, o-gni sapere, e collocato fra gli arcifalsarii il P. Manaruta o, cOme nell'ordine si disse, il P. Ireneo della Croce dei Carmelilani scalzi, e quanti altri delle cose nostre seris-sero, spinto alPeccesso da gelosie di vicinato, da odii antichi, e da avversioni di scuola, sebbene ei medesimo fesse allievo di Gesuiti; il conte Coronini eccepiva dalla generale scomunica i soli Piecardi e Bonomo, ed accor-dava loro un pošto distinto tra i dotti e civili dei tempi suoi. Ouesta sentenza perche appunto di persona in tutto avversa, vuolsi tenere in gran conto,ed ha per noi doppio peso. Perche il Piccardi ed il Bonomo gli ultimi furono degli antichi triestini; gli ultimi prodotti di una civilta di duemila anni; alla quale snbentrata una novella sopra elementi che agli antichi si dicono avversi, ma che agli antichi dovranno quandochessia ritornare, nuovi e divergenti prodotti sembra voler dare; ma non percio e scemato il merito di quelli della vecchia scuola. La scelta dei Piccardi e Bonomo Stettner torna in onore del corpo decurionale, perche ebbe a frutto l'or-dinazione delle pubbliihe carle non solo, ma die vita al Codice diplomatico Piccardiano, che piu noto solto il nome Colletti e deposto alla pubblica Biblioteca; altro sebbene non si perfetto b nell'Archivio Municipale; die vita alle memorie sulle monete dei veseovi di Trieste del Bonomo, ed all'appendice dei diplomi, preziosi monu-menti delle patrie memorie, tenuti in estimazione da quel potentissimo ingegno del Carli nostro comprovinciale. E sebbene gli sludj di questi diretti fossero ai rotoli dei tempi di mezzo, anche alle antichita di epoca piu eolta, di epoca che segna il massimo stadio fra noi delFinci-vilimento, deli' epoca romana, rivolsero la loro attenzio-ne. II Piccardi sollecito fu di comunicare al Canonico Bertoli di Aquileja ed al Conte Carli quante leggende gli fu fatto di scoprire, altrettanto fece il Bonomo, fat-tosi ei medesimo raccoglitore di quante pote monete e romane e greche, e di carte antiche. Un antenato di lui Cristoforo de Bonomo glie ne dava 1'esempio nel 1600 col raccogliere in Trieste monele antiche, d'ogni sorta, armature ecc. Grande merilo deve al nostro Piccardi aseriversi per la conservazione delle memorie dei tempi di mezzo; e le vicende posteriori giustificano 1'elogio, se elogio puo dirsi il rendere giustizia. Moriva nell'anno 1765 in Pedena il goriziano Giovanni Giuseppe Cecotti, vescovo di quell'antichissimo e-piseopio, e Farmo seguente Giovanni Antonio Taurinetto conte e marchese Prie, conte di Pisino presentava al-1'Imperatrice Maria Teresa il nostro Piccardi a vescovo, in forza di antico diritto di patronato che gli antichi conti d'Istria avevano, e che erasi trasfuso nei novelli feudatari. Papa Clemente XIII nel di 26 settembre 1766 confermava 1' elezione, e nel di 22 febbrajo 1767 veniva ordinato in Gorizia da quell' arcivescovo e Principe Carlo Michele de Conti d' Attems, dal vescovo di Capodistria Carlo Comuzio, e dal vescovo di Concordia. Gia nelPanno 1752 divisa la diocesi di Aquileja, e soppresso il Patriarcato, Como di Lombardia, Trento del Tirolo, Trieste e Pedena d'Istria furono destinate a comporrc 1'Arcidiocesi di Gorizia, insieme aH'antico Vi-cariato ex parte Imperii della diocesi di Aquileja; ed il vescovo petenate Cecotti concorreva a consacrare il primo Archiepiscopo. II nostro Piccardi interveniva nel 1768 al primo Sinodo provinciale celebratosi nella nuova provincia metropolitica. Attaccato alla patria per nascita, per onori e per provincialita di officio, interveniva del 1769 al 31 luglio e 1 agosto all'inaugurazione del Lazzaretto di S. Teresa, insieme al vescovo di Trieste Co. Herberstein, alPAb-bate di Sittich Francesco Saverio Bar. di Teufezer, ed all'Abbate di Landstrass Leopoldo de Buset, e nello stesso anno interveniva alla consacrazione della chiesa di S. Ignazio in Gorizia deli'Ordine Lojoleo; nel 1774 alla ' consacrazione della B. V. del soccorso in Trieste, ossia S. Antonio vecchio. Non appena assunto a vescovo petenate, seguendo 1'inclinazione sua, raccolse le memorie dei Veseovi di Pedena, che dal Museo si possedono) e seguendo un antico lodevole costume di conservare le immagini degli antecessori, le raccolse, per cui tramandata fu ai posleri la memoria. ALDRAGVS • ANTONIVS DE • PICCARDI ANTISTES • PETINENSIS IPSO • ANNO • ELECTVS ANTIOVOS • SVAE • SEDIS • EPISCOPOS AB • 1NIVRIA • ET • OBL1VIONE • TEMPORVM FERE • SEPVLTOS NE • BIS • MORI • COMPELLANTVR SCRIPTO • ET • IMAG1NIBVS A • SECVNDO • INTERITV* VINDICAVIT M • DCC • LX • VH. II benefizio di Gollagorizza goduto da molti dei suoi predecessori, ottenne che fosse in perpetuo unito alla mensa episeopale; Pimperatrice Maria Teresa, lo čred suo Consigliere e gli assegno 1'annua pensione di fiorini 300, di rilievo a quei tempi, ed in quelle circo-' stanze. Ebbe nel 1770 un coadjutore, del quale igno- riamo il nome j non P ebbe per Ia vastita della diocesi, che piccolissima era in verila, ma perche appunto la po-verta e ristrettezza, suggerivano allora a doviziosi di-gnitari a chiederne il titolo per rnigliore decoro della persona, per motivo a migliori avanzamenti. Ctsi ve-diamo titolari di Pedena, i capitolari di Lubiana, i pre-posti di Reifniz, e perfino prelati che vescovi furono di Vienna. Zelante della chiesa sua Ia ridusse in forma rnigliore, aggiunse un Canonicato ai tre che erano di fondazione, e piu avrebbe fatto, se novelli destini, e di lui e della chiesa sua altrimenti non avesstro disposto. L'e-piscopato petenate comeche piccolissimo fu coetaneo a-gli altri della provincia, del VI secolo come crediamo, rispettando la credenza che Costantino 1'avesse fondato. Gia nel 1238 si pensava di trasferirlo ad Orteinburg nella Carintia perche depauperato e deserto; ma Papa Gregorio IX non aderiva aH' inchiesta e chiedeva rela-zione ai vescovi di Emona e di Tergeste. L' episcopato torno a vita, ne piu di soppressione parlossi fino a'tempi moderni. La soppressione della Aroidiocesi di Aqui-leja, faceva prevedere la riduzione di altri vescovati, siccome avvenne nei tempi di Giuseppe II. II quale Iras-ferito nel 1783 il nostro Piccardi alla sede riunita di Segna e di Modrussa, col titolo di Consigliere e di si-gnore di Gollogorizza; decretava nel 1788 la soppressione del Vescovo di Pedena e P unione perpetua a quel-lo di Trieste. II nostro Aldrago fu piu litolare che altro di Segna, e ritiratusi in patria attese alla pace ed agli studii che giovane ed adulto aveva coltivato. Fino dali' anno 1757 si era costrutta una časa, quasi presago dtTPavvenire, in Androna cho da lui prese il nome di Aldraga; e l'acci-dente secondando le sue inclinazioni nello scavarne la cantina gli faceva trovare gli avanzi del tempio di Ci-bele, ed un'ara antica, che gli amici suoi Bertoli, e Carli illustrarono e che passo nelle mani di un Conte Villana-Perlas inallora porsonaggio di conto in Trieste e Commissario alle pie fondazioni. L'Accademia degli Arcadi Sonziaci trasferita a Trieste per le sollecitudini del benemerito Co. Ptmpeo Bri-gido, quelP accademia che prima apri al pubblico triestino una biblioteca, ed una sala di esperienze fisiche, lo a-scriveva nel 1787 tra i suoi socii, come aveva ascritto 1'amico e collega de'lavori di lui il Bonomo Stettner. Fra gli studii e le affezioni famigliari il dotto prelato terminava i suoi giorni in palria il di 13 settembre 1789 in eta di anni 81, chiamando erede il nipote di lui Francesco, che rilorno ali' antica patria di sua famiglia in Verona. Oltre gli studii antiquari, e precipuamente diploma-tici, coltivo con succes?o le lettere latine. Ullimo dei triestini che giungesse ali' episcopato, ultimo dei vescovi di antichissima sede istriana, onoro per Ia coltura, e la patria e Ia sede cui fu preposto, e la provincia inliera; egli ed il Bonomo, senza sortire dalle mura ristrette di piccola citta, mostrarono quanto le buone istituzioni valgano a formare gli uomini? Fu sepolto in duomo nella navala di mezzo; Ia lapida che copriva la tomba, si vede ora collocata fra le vescovili sulla facciata del duomo. La leggenda dice: ALDRAGO ANTONIO DK PICCARDI CANONICO DECANO COTH: TERG: EMERITO OB PIETATEM VIRTUTEM ET CANDORKM AD PETINENSE EP1SCOPIUM EVECTO SAC. CAES. REG. APOS. MAI. CONS DEIN A JOSEPHO II IMP. AUG AD. SEGN1ENSE TRANSLATO SENIO CONFECTO AC PIE IN DNO DEFUNCTO LAPIDEM HUNC MOESTISSI.V1US NEPOS FRANCISCUS DE PICCARDI POSUIT OBUT IDIBUS SEPTEMBRIS M. DCC. LXXXIX.. ANTICIIITA' Ci e accaduto molte volte di udire che in cosliera di qualche monte, si vedessero anelli antichi di bronzo, Jei qiali qua!cuno ci fu dato di vedere, quando gli occhi della nostra mente, altro vedevano di quello che piu tardi; di altri potemmo vedere le buche ove erano as-sicurati. Di qualeuno ci venne fatta indicazione in prova che il mare giungesse ivi presso, e servissero ad assi-curare le barche; di altri ci fu detto che servissero a quest' uso quando il mare era in livello assai piu alto che non oggidi ed udimmo perfino buccinare di dPuvi, di arche di salvamento. Nelli stessi seni ora interriti di mare, vedemmo collocati tali anelli ad altezza siffatta, ed in tale posizione che non potevano servire a legarvi barche. Seppimo di siffatti anelli come veduti, sul Carso di Trieste, nei monti e nei colli del Goriziano, nella Carnia, nel Carnio, di questi ne parla se non erriano, il Grassi nella descrizione della Carnia e qualche altro autore, che non sovveniamo, e leggemmo come a questi anelli si legassero corde, e su queste si facessero scor-rere, travi, materiali, od altro. Ci accadde di sapere come frequentemente in stretta di monti, un anello fosse sopra una costiera, P altro su quella dirisnpelto al di la della valle o fiume. Un pensiero ci baleno per la mente, ed e che da un anello ali' altro attraverso valle o dirupo, si tendesse corda, sulla quale pendesse altra al di cui capo fosse at-taccata čorba, o che di simile, entro cui si collocasse persona o cosa; e che questa corda pendente scorress.e per carrucola sulla corda traversale; formando cosi ponte volanle aerco. E se cosi fosse, sarebbero questi, ar-tifizi delle antiche popolazioni che precedettero i romani, durate anche fra gl' indigeni durante il dominio di questi. Raccomandiamo di notare i luoghi ove si conser-vano anelli silfatti od ove dura Ia tradizioni, e pregh a-mo volercene gentilmente dare notizia, o dovrebbero tro-varsene lungo la valle deli'Arsa inferiore, lungo Ia valle del Ouieto fino al mare, nella valle di Siziole, lungo la Draga ed il Leme, in altre ancora, ove il terreno sia cal-I care.