ANNALES 14/' 98 saggio scientifico originale UDC 929 Ludwig Saivator"! 895/19ÎS"(044) 929 Marchesetti G. de"1895/1915"(044) "MI CREDA SEMPRE SUO AFP. A. LUIGi SALVATORE ECC." L'ArGiduca Lodovico Saivatore e la sua presenza a Trieste, quale risuita dalia sua corrispondenza con Cario de Marchesetti / h Brigitta MADER A-1050 Wien, Kriehubergásse'25/lT SINOSS1 L'autríce delinea la straordinaria personaliza detl'arciduca austríaco Lodovico Saivatore attraverso i risultati delle proprié ricercbe sul terreno e materiali sinora inediti - come un'intensa corrispondenza con Cario de Marchesetti -rinvenuti in archiví pubblici e privatí d'Austria ed Italia. Assieme al lavoro scientifico di Lodovico Saivatore, la corrispondenza ne evidenza i contatti con altri uornini di scienza europei e gli stretti legami di amicizia ed ineressi culturali con i'arciduca Francesco Ferdinando. Parole chíave: Lodovico Saivatore, Cario de Marchesetti, Francesco Ferdinando d'Austria-Esfe, Casa Asburgo, Nixe, Botanica, Speleologia, Flora di Egitto, litorale Austríaco, Muggia, Trieste, ístria, Gorizia, Maiorca, Ramien, 1895-1915 Suli'Osservatore Triestino de! 14 ottobre 1915 tro- sontuose áule di Palazzo Pitli" quale figlio deH'uitimo vl^mo la notizia della morte dell'Arciduca Lodovico Sal- Granduca di Toscana Leopoldo II (1797-1870), preferí vatore d'Austria (Fig. 1), spentosi il giorno 12 ottobre a "la vita modesta del filosofo e, schivo dclle pompe del Brandéis su! fiunie Elba vicino a Praga. La notizia "fu mondo e degli onorr che spettarano al suo rango, si nppresa con profondo rammarico in tutti i circoli della dedica esclusivamente alia scienza, ... le sue numeróse cíttá e per i rapporíi che l'íístinto manteneva con gli opere formáno un'intera biblioteca per lo piü di grossi scienztati del Paese e per l'aura di schietta popolaritá votumi di gran iusso, adornati da magnifiche ilfustrazi- che circondava da moltissimi anni la figura semplice e oní, da luí stesso con mano maestra disegnate. Sono modesta, e l'attívita del Principe." (O.TS, 1915, 1). descrizioni di viaggi nelle piü lontane regioni, sono Uno di questi "scienzíatt del Paese" fu Cario de erudite monograíie, frutto di lunghe e pazienti indagini Marchesetti (1850-1926) (Fig. 2), botánico e palelnologo ... C non é un secco narratore delle cose vedute o degli di fama ¡nternazionale, che fu dírettore del Cívico avvenimenti storici, nía ií suo stile, sempre forbito ed Museo di Storia nafurale "Ferdinando Massimiliano" di elegante, diventa non di rado vera poesía e ci rivela un Trieste da! 1876 al 1921 (Pillen, 1980, 8s). animo delicalo e gentile, che sente intimamente queíío Marchesetti era legato da una profonda amicizia di che scrive ... Ma quello che maggiormente colpiva nel- lunghissima durata aíl'Arciduca Lodovico Saivatore che l'Arciduca, era I'estrema gentiíezza, con cui trattava per oltre trent'anni trascorse i mesí estivi a Zindis, nelle chiunque avesse l'avvenfura di avvicinarlo, cercando in vicinanze di Muggia. Nel suo necrologio Marchesetti tutti i modi di far scomparire la distanza, che passava tra (1915) lo ricordó come "uno dei principi piü colti, piü il principe ed i! sempiiee borghese." (Marchesetti, 1915). illuminati, piü dcmocratici" che pur essendo nato "nelle 141 ANNALES 14/'9 8 Origina MAOEK: *M» CKíOA SEMPRE SUO AFf. A. (.'JíOI SALVA fORt ECC." .... WM«4 carattere dignitoso come puré il suo modo di esprimersi facevano scomparire ¡n un attimo l'impressione sfa-vorevoie provocata dal suo aspetto trascurato." (Pofzer-Hoditz, 1929. 62). Appassionato di scienze natural i, l'Arciduca vi si dedicó sin da bambino, e rimpiangeva maggiormente le sue preziose ráccolte di piante e mineral i piuttosto che il palazzo Piiti, che aveva dovuto lasciare nel 1859 a causa della n'voiuzione a P/renze (Mantegnazza, 1896. 22). Aveva ereditato l'inleresse per le scienze dal padre che aveva studiato profondamente le opere di Galileo Gaiilei ed aveva falto affluire alie universitá toscane síu-diosi da tutta Italia senza distinzione per le loro opinioni politiche {Weissensteiner, 1985, 13). Lodovico Salvatore pero si rifiuto di seguiré una camera tradizionale in ámbito político-militare. Dopo gli studi a Praga ed un breve periodo di volontariato nella luogotenenza di Praga (Schwendinger, 1991, 381, continuo per la propr a strada scegliendo ¡'ambiente mediterráneo come campa di studio. Trascorreva moltissimo tempo iri viaggio, di" sofito a bordo del suo yot "NIXE" che riteneva l¿ "Nixe" (Fig. 3). Dopo aver sceito Maiorca nel 1872 come dirnorá; stabile, Lodovico declse di comprare una villa anche; á;i Trieste. II presidente del Governo mai'ittimo, August Alber von Glanstátten, ebbe l'incarico di cercare un dom • cilio adatto ai desideri dell'Arciduca, che desiderava una villa lontana dalla citta, ín completa riservate/zn, Fig. 1: Arciduca Lodovico Salvatore d'Asburgo-Lorena, fatto che allora non era tanto fácilmente realizzábjl|| Casa Austria, LiniaToscana.* 4 agosto 1847 a Firenze - Case coloniche a parte, non ce n'erano rnolte altre #12 ottobre 1915 a Brandéis. (Foto: B. Mac/er) abitabili nella periferia di Trieste. 11 9 ottobre del 1876 Si 1; Nadvojvoda Ludvik Saivator Habsburg-Lothringen Alber von Glanstátten informó Lodovico Salvatore deis Casa Austria, Linfa Toscana. *Firenze 4, 8. 1847 - $ l'esistenza di un'unica villa abitabile nella zona col-Brandys nad Labem 12. 10. 1915. .i na re che si estende tra Muggia e Punta Sottilé: Si trovava in posizione elevatá, Isolata, ed era accessibiléí Lodovico Salvatore fu infatti un personaggio molto dalla strada che portava ai Foite Olmí. Altre "bello vi He" paiticolare, non voleva mai farsi riconoscere quale come quelle verso Capodistria oppure quella del de-; membro della casa d'Asburgo, viaggiava sotto lo funto costruttore navale 'fonalIn alie Noghere sembra-pseudonimo di "Conté di Neudorf" e si vestiva in modo vano poco adatte ad Alber von Glanstátten. Le primé: pifi che modc-sto, quasi trascurato, tanto che la gente, erano troppo esposte al solé durante ¡'estáte e l'altra non sapendo, chi fosse lo riteneva spesso un rrien- presentava i i pericolo della febbre a causa della vicina dicante. Cosi avvenne che persino la domestica della palude. II 27 ottobre propose all'Arciduca di prendere in famiglia Marc.hesetti non lasciasse entrare in casa "un considerazione un'altra possibiJitá. Si trattava della Villa uomo" vehuto a consegnare una lettera. Non poteva Voinovich in Passeggto Sant'Andrea, pero anche in certamente imrnaginarsi che l'Arciduca portasse per- questo caso Alber von Glanstatten avvertl súbito del sonalmente un messaggio per il Marcheselti (Farolfi, "fastidioso • vidnato" della Villa Pulgher (leñera del .1.972-73,' 360): Era addirittüra accaduto che anche il 27.10.1876). capo di gabinetto del futuro imperatore Cario avesse Lodovico Salvatore scelse cosí la villa di Zindis ne| scambiato Lodovico per un vagabondo che entrava nel pressi di Muggia che era di proprieta di una certa salone del castello di Miramare per far visita ai suoi Federica Raman vedova de Eckel di Trieste. Esiste tra parenti, dovendo pero poi anche ammettere che "il suo l'altro una pietra, ora inscrita nelíe mura di recinzione ANNALES 14/' 98 Bripiiu MAOfR: "MI CREDA SEMPRE SUO AFf. A. LI.IICI SALVATORf ICC." .... 141.(64 dellá villa, che porta ancora le iniziali F. E. e un 1864, rosi visitaron che visitarono ¡I museo tra il 1890 ed il presurtiifaile armo di costruzione. Dalle ¡ettere di Alber 1895, per la prima volta e "in primo luogo S.A.I. yon Clanstatten risulta che la trattaviva per ¡a com- l'Arciduca Luigi Salvatore di Toscana, che a piü riprese pravendita si concluse in tempi brevissimi. II 13 no- onoró di su a visita il nostro Museo." (Marchesetti, vembrc Alber von Clanstatten ricevette da Lodovico 1895b, 24). Le prime testimonianze dei rapporti tra Salvatore l'autorizzazione ad effettuare I'acciuisto della Lodovico Salvatore e Cario de Marchesetti risalgono ap-villa e quattro giorni dopo gli invio la copia del con- pena al 1895, quindi ben 19 anni dopo i'arrivo dei-tratto, con l'intenzione di stipularlo "lunedi prossimo" l'Arciduca a Trieste. Si tratta di due Iettere di Lodovico (lettera riel 16.11.1876). Cosi l'Arciduca divenné pro- che dimostrano pero giá una certa confidenza nata príetario della villa di Zindis e dei terreni adiacenti, per sicuramente negli anni precedenti. in esse l'Arciduca 20 000 t'iorini pagabili in 4 rale annue di 4.000 fiorini grazia Marchesetti "per la buona accoglienza fatta" ad piü ¡a somma di altri 4.000 fiorini da pagare al mo- una delie sue opere (11.11.1895) "come puré per ¡a mérito delia conclusione della trattativa (copia del con- gentilc visita che ebbe la bontá di tarmi", e sarebbe tratto di compravendita HHStAW). Ora la costruzione si anche "ben liéto"... "se ¡a gita da Barcelona si eseguissé trova in Strada per Chiampore, 31. Ma queslo fu solo quest'anno" (11.09.1895). Ne possiámo quindi dedurre i'inizid. Durante gli anni seguenti Lodovico comperó che aveva invitato Marchesetti a Maiorca almeno un tutto il territorio, da San Floreano fino al nía re (Fig. 4) e anno prima. Di conseguenza dobbiamo supporre che je ultime traftative di compiavendita si interruppero in queste lettere non rappresentino le prime della lunga e seguito alia sua s< omparsa (OMaA 1916). ricca corrispondenza tra Lodovico e Marchesetti, befist Nello stesso 1876 Adamo Simeone de Syrski lasció le prime che risultano consérvate, essendo incompleta la direzione del Museo di Storia naturale di Trieste la corrispondenza, sparsa in archivi diversi. (Pillerí, 1980, 6) e Cario de Marchesetti, benché fosse il piii gicvane dei candidati, ebbe la nomina a direttore del museo a soli ventisei anni (Dolce, 1993 (1994), 79). Avendo pero giá pubblicato vari lavori di argomento bo-tañico sul Bollettino della Societá Adriatica di Scienze Níturali di Trieste e sulle Verhandlungen della i.r. Societá Zooiogica-Botanica a Vienna (k.k. zoologischbotanische Cesellschaft) (Morgan, 1993 (1994), 350), il suo nome era giá conosciuto nell'ambiente botánico. Tra il 1868 ed il 1876 Lodovico Salvatore aveva scrirto una decina di libti, nei quali risulta evidente il suu grande interesse per la botanica, come anche nelle sue opere seguenti. i suoi lavbrí erano giá cita ti nelle varié bibliografie botaniche dell'epoca (p.es.: Marchesetti, 1895a, 175; Beck von Mannagetta, 1901, 38; Ariamuvic, 1911, 118; 1929, 173). Considerando che Lodovico trattava nelle sue opere ancho la flora del Quarnero e della Dalmazia - il suo libro sul golfo di Buccari e Porto Ré use) nel 1871 - fu oráticamente inevitabile che entrasse in contatto anche con il Marchesetti, É molto probabile che hniziativa sia partita dall'Arciduca. Era sua abitudine consultare sci-értztatí e studiosi del posto per arricchire le sue cono-scenze su una cittá, un paese, un'isola. A c|uesto scopo predispose persino una sorta di questionario, le cosid-detíe "Tabulae Ludovicianae" (Ludwig Salvator, 1869), che contenevano schemi prestampati suddivisi per argo-menti e che toccavano praticamente tutte le discipline Scientifiche, e che dovevano essere compifate dai collaboratori in maniera "piü possibile dettagliata". I dati raccolti gli servivano da base per le sue opere. Fig. 2: Cario de Marchesetti: Durante gli scavi pre- Non conosciamo la data precisa del primo incontro isforici sulla necropoli di Santa Lucia, (Kalalog Caput tra Lodovico Salvatore e Cario Marchesetti, avvenuto Adriae). probabilmente nei primi anni Ottanta. Marchesetti infatli SI. 2: Cario de Marchesetti med ízkopavanji i' $v. Luciji ricorda nel volume IX degii Atti del Musco fia i núme- ("Most na SoCi) pri Tohninu. (iz: Katafog Caput Adriae). 143 ANNALES 14/' 98 BifeiH.1 MAÜER: "Ml CREOA SCMPRF SUO AfF. A. IUIÜI SAEVATOKE ECC."..., 141-164 Fig. 3: // primo "Nixe" atl'ancora nel cantiere di San Rocco presso Zindis. (Archivio Assoctazione Aldebaran, Trieste). SI. 3: Prva "Nixe" na sidru v ladjedelnici San Rocco pri Zindisu (pri Miljah). (Arhiv Društva Aldebaran, Trst). Dagli anni 1895-1915 sonó consérvate complessi-vamente quasi 100 lettere e minute* di cui 45 lettere manoscritte rji Lodovíco Salvatore, che si trovano riel-l'Archivio Diplomático della Biblioteca Cívica di Trieste (fondo Marchesetti}, tranne la lettera del 9.07.1904 anualmente in possesso defla famiglia de Farolfi (Trieste). Gl i scritti dí Marchesetti, 47 lettere, 6 minute e un frammento di lettera, sono invece conserva!! in tre di-versi luoghi: a Trieste presso il sopra t i tato Archivio Diplomático (le minute), a Vierina presso Österreichisches Haus-, Hof- und Staatsarchiv (Archivio di Stato Austríaco) nél lascito dell'Arciduca, ed a Maiorca nell'archivio della famiglia Ribas, descendente di Antonio Vives, erede di Lodovico. Le copie di quest'ultime leltere si trovanö anche a Trieste nell'archivio fsmiliare de Farolfi. I de Farölfi sono discendenti della famiglia di Anna de Farolfi, moglie di Carlo Marchesetti. Tutta Sa corrispondenza, tranne una lettera dell'Arciduca in tedesco, é scritta in italiano nonostante l'ottima conoscenza del tedesco di Marchesetti. Lodovico Salvatore conosceva perfettamante il tedesco e ¡'italiano oltre a díversi altri idiomi. La sua madrelingua era in realtä l'italiano e in questa lingua conversava anche con una parte de i suoi famigliari. Con alcuni dei suoi fratelli e sorelle parlava invece in tedesco (corrispondenza familiare HHStAW) ed in questa lingua, che era anche la lingua ufficiale di corte, in realtä scrisse praticamente tutte le sue opere. Tornando alla lettera delI' 11 setiembre del 1895, tro-viamo subito un'interessante annotazione di Lodovico Salvatore, che si riferisce ai lavori del Marchesetti pub-blicati negli Atti dei Museo. "I suoi studi suile grotte (N.d.A. si tratta con molta probabilità di due articoli sulla Grotta azzurra di Samatorza e sull'Ursus ligusticus, Marchesetti. 1895c: d) potrebbero forse gettare importante luce anche su quelle delle Baleari, le quali per tale scopo si propone Martel d'investigare secondo varie lettere che mi ha scrítto, ma che non ha potuto fino adesso levare a capo causa le molteplici occupazioni". II famoso speleoiogo francese Edouard Alfred Martel (1859-1938) fu per moltissimi anni in contatto sia con Marchesetti che con l'Arciduca (Mader, 1994, 179-190; 1998). Lodovico Salvatore, che fu anche membro fon-datore della Société de Spéléologie, fondata cal Marte! alla fine del 1894 a Parigi (Mader, 1998), aveva cono-sciuto il Martel tramite Gaston Vuillier, che descrisse per primo le Cuevas del Drach sull'isola di Maiorca e sapeva dell'intenzione di Lodovico di iar esplorare ac-curatamente queste grotte (Mader, 1998). L'esplorazione fu progeítata per ¡1 1892. A causa di vari impcgni, perô, Martel non riuscl a realizzarlâ prima del setiembre del 1896 (Martel, 1897, 370). Lodovico Salvatore, che aveva predisposto tutto nel migliore dei niodi per appoggiare e facilitare le indagini di Martel é per rendergli quanto più piacevole anche il soggiorno a Maiorca, non era presente quando Martel vi arrive. I due perô ebbero occasione d'incontrarsi un mese dope a Zindis (André, 1997, 575). Martel ar.nunciô il suo breve soggiorno a Trieste "per far visita all'Arciduca Salvator" ("pour rendre visite a l'Archiduc Salvator") anche nella sua lettera del 29 setiembre 1B96, intesíata ad un "Caro Signore e stimato collega" ("Cher Monsieur et ouvré collegue") che pero possíamo con grande probabilità identificare con Friedrich Müller, sia in base al testo stesso che alie indicazioni tróvate sul "Tourista" (1896, 95) a proposito del ricevimento in onore de! Martel. Nonostante la conclusione dei lavori sulle Cuevas del Drach. i rapporti tra Lodovico e Martel conti-nuarono. Tanto è vero che Lodovico invitó Martel ad esplorare ancora altre grotte delle isole Baleari (Mader, 1998) inviandogli una sua breve relazione su una "Nouvelle grotte dans l'île de Majorque (Baléares)" per la rivista "Spelunca", l'organo della Société de Spéléologie (Ludwig Salvator, 1893, 83s). Martel tomô a Maiorca nell'aprile del 1901 ed esplorû anche, la Cueva del Pirata e la Cueva del Puente (Martel, 1903, 333). Un alíro soggiorno a Maiorca progettato da Martel per il settembre de! 1914 (Mader, 1994, 188s) non fn realiz-zato probabilmente a causa dello scoppio della prima guerra mondiale. Lodovico comunque, come vedremo * Mella dtazione de! îe lettere di Lodovico Salvatore e cli Carlo Marchesetti l'suíore seque l'o/íografia e l'inierpunzione originale. 144 ANNALES 14/9« Brigitte MAOER: "Ml CREOA SïMPRE SUC Af <■. A.Ùjîcï SAIVATORE ECC" .. , Ml lf>4 Fig. 4: Planta délia proprietà arciducale a Zindis. (HHStAW Wien) SI. 4: Katastrski načrt nadvojvodske posesti v Zindîsu. (HHStAW, Dunaj) anche piü tardi, ¡n tale periodo non si trovava piü a "il Tourista" (1903, 12), "ai 27 ottobre" un giomo dopo Maiorca. Cío nonostante i proficui ed arnichevoli con- ¡'apertura "alia sede" dove "Con la facilita che carat-tatti tra Lodovico e Marte! abbracciano io stesso ¡'arco ¡erizza l'uomo di scienza e di profonda coitura, S. A. i. e di ben 25 anni R.. ammiro le nostre collezioni. Discusse a lungo ed ani-L'interesse per la speleologia defl'Arciduca non si malamente sui mezzi di discesa e d'esplorazione ca-limito peró alie ¡solé Baleari. Seguiva con paiticolare vernicola, menzionando alcune delle grotte e cáveme aftébzíone anche le ricerche nelle grotte del Carso Tri- da L.ui stesso esplórate, smmiró la carta sinottica, s'm-éstino, che seguiva g razie ai contatti con i! Marchesetti, teresso vivamente ai piani ed alie fotografié delle grotte, "... sicché approfittando delle mili giornate di No- nonché agli istrumenti di misúrazione ideati dai nostri vembre, ho potuto scavare mia caverna presso Nabre- speieologi, dimostrando in ognt riguardo ¡a cornpeíenza sina, ricchissima di resti d'animali diluviafi, tra i quali e la profondita del vero scienziato, sereno nel giudizio un'enorme quantitá dell'Ursus spelaeus, di dimensión! ed amante del bello. Le fotografié delle escursioni colossali e benissimo conservato." Nella stessa Settera sociali, le tavole murali di paesaggi alpmi. nonché la bidé! 26 dicembre 1904 parió anche di un'altra caverna blioteca attrassero puré l'attenzione Sua. AlI'incremento appena "scoperta ed esplorata fin'ora per circa 3 chi- di quest'ultima volle puré generosamente contribuiré lornetri" presso Materia "nelle immediate vicinanze di prometiendo spontaneamerite alcunc deíle Sue opere. Trieste" (N.d.A. la grotta Dimnice a Materija, oggi in Un mese dooo l'ec.celsa Sua visita, al Club pervenivano territorio sloveno), che potra "per estensione e per diffatti in dono ben 37 del/e opere pregiatissime." bellezza di stalailiti benissimo competere con quella di Lodovico Salvátore pero non aiuíava solo Mattel e Adelsberg." (N.d.A. la grotta di Postumia). Ed un anno gli speieologi a concluiré delle ricerche sc/cntifiche. Fu dopo Lodovico aveva puré visitato I'Esposizibne spe- sempre a disposizione degli studiosi e pronto ad appog-leologica, organizzata dai "Club Touristi Triestini". L'Ar- giare i loro progetíi scientifici. Nella corríspondenza con ciduca, che fu protettore del club dai 1898 (Tourista il Marchesetti si riscontrano vari esempi di quesla sua 1898, 41 s), "sí recó", come risulta dall'organo del club generosa disponibilita. II 31 marzo de! 1913 gli scrisse Í45 ANNALES 14/' 98 Brígida MADER Mt CRE;)A S:MPRE SUOAFF.A. LUlGI SAIVATORF ECC .., 1-11-1M ría Maiorca che "da qualche giorno vi e il sig. jordans di Booden, 189/ !. Questo "gra2¡oso scritto deíla Baronessa. Bonn che fá stüdi ornitologici". Adolf von jordans si Yella 5pens Booden", come lo chiamó Lodovico nella occupó dell'avifauna di Maiorca o iléll'estate ed au- sua lettera del 4 maggio del ¡897 a Marchesetti dal tunno del 1913 stava preparando la sua tesi di laurea su quale spérava "che contribuirá a lar venire qualche questo argomento. tn occasione deüe sue ricérche a Triestino verso queste partí" e sopraftutto che "poíesse Maiorca prese cohtatto con í'Arciduca che dimostrava essere Ella (= Marchesetti) il primo", ci da anche una molto interesse per questo studio. Jordans rimase in con- viva ed alirettanto divertente imp'réssione delta vita quo-tatto con Lodovico anche dopo i! suo ritorno a Bonn tidiana a bordo de! "Nixe": "... risalta all'occhio il bel-chiedendogli delle informazioni su certe specte di l'ordine, la straordinaria nettezza, i! comfort e l'eie-uccelli, sul loro comportamenío e sulla loro diffusione ganza delle spaziose cabine, del grande e comodo neü'isola di Maiorca. Gil chiedeva persino di mandaré salóne. La benevole cortesía deíla ciurma sernbra coda Maiorca vari campioni di térra e di iccce per jpo'ter munícarsi anche ai qúadrupedi abitatóri de! "Nixe". metteré a confronto i loro colorí con quedo del piu- Graziosi cáni, nati a bordo e che non hanno ancora mai maggio delle cappeliacce presentí su quest'isola {lettera toccato térra, m'avvicinano lamigliarmente e mi acconv di Jordans del 23.10.1913). lodovico gli invió anche pagnano in ogni parte del battello. Sclmie amábilíssime una bibliografía suglí uccelli della Catalogna ed ínter- rallegrano coi loro bufíoneschí versacci (Spens-venne addirittura con un soüecito ai pióféssor de Buen, Booden, 1897, 88). che da iempo aveva promesso a jordans un'e'ienco d¡ II 26 dicembre del 1896 Marchesetti sc'rlsse a Lodo-uccelli provénieriti da Maiorca (lettera di Jordans del vico fecendó "i pió devoti e sinceri auguri di felicita per 22.07.1913). quello che stáVá álbeggiando "...ll Lessi co! piú vivo Nella stessa lettera del 31.03 1913 a Marchesetti, piacc-re nellá Nüova Antología il brioso articolo del Lodovico accennó che "é anivato qui da me a San Cual Mantegazza, che rispecchia perfettamente i séntimcnti il Professore R. Choriat di Gihevra con sua sorella sua che l'Altezza Vosírá destó puré nell'anilria rñiá fin dal figlía e 8. studenti suoí dei due sessi che si propone primo istanie, ch'ebbi la fortuna di conscerLa.'' ll grande5 continuare qui i suoí studi botanici". Robert Hippolyte fisíologo, antropólogo e medico italiano (1831-1910)/ Chodat (18(>5-1934) fu botánico dí fama inlernazionale professore di patología generale a Pavía e da! 1870 ed anche rettore dell'Universita di Ginevra (Barritan, professore di fisiología all'Universita di Firenze, aveva 1965, 563ss). appunto descritto il suo primo ¡ncontro con l'Arcidüca a Come áppréndíamo sempre dalla stessa lettera di lerici, quando Lodovico si presento da "padrone di quel Lodovico, San Gual si era trasformato ín quei giorni in yacht che ella vede la ancoraío c'avanti a Lerici" dove si un piccolo centro studi Fia infatti arrivato anche "¡I era fermato per strlngere la mano al famoso Mári-Prof. De Buen dí Madrid con 14. studenti suoi". Odón tegazza. In seguito si sviluppó una strelta amidzia Ira ele Buen y dei Cos, il famoso naturalista spagnolo e Mantegazza ed il "signor Neudorí" che Mantegazza in sostenítbre dell'evoluzionismo, fu uno degli ospiti piü un primo momento giudicó "un ricco armatore di Trieste? freqtienti deli'Arcíduca ed installó anche un laboratorio che coi suo yacht sí divertí va ad andaré a spasso per il-di biología marina a Porto Prdove guídava régolarmente Mediterráneo, dopo aver messo insieme una grossa' i suoi studenti (Sabater, 1985, 115f.). fortuna con commerci fortunati". Dopo i! primo irreontro Maiorca pero non attirava solamente l'attenzione di Mantegazza ricevette vari volumi stampati "con lusso vari studiosi e sc.ienziati, Nel febbraiodel 1896 infatti vi principesco", ma tutti anonimi. Questi erano "qualchel arrivó la Baronessa Yella Spens-Bootlen, moglie del de- mía carta stampata, che líbri davvero non oserei c hia-putato al Consiglio dell'lmpero e cognata de! mogote- marli", che Lodovico prometteva di mandare a Man nente della Moravia pt-r le ¡solo Baleari c- consegnó tegazza, che lo ringrazió con una lettera "quasi umo all'Arciduca, il 23 febbraío, una lettera di Marchesetti in ristica e molto gaia" chiamando Lodovico "un bello e cui lo stesso si prendeva "la liberta" di presentare la grande origínale". Quando invece venne a sapere chk Baronessa "innamorata del nostro cielo meridionale" era in realta i! signor Neudorf cascó dalle nuvole e (16.02.1896), Lo stesso giorno Lodovico lo ringrazió "dí ricordó "con molta mortifícazione la lettera scherzosa é avermí procurato il piacere dí conoscere una persona troppo contidenzíale". Ne scrisse súbito un'altra chie-cosi amabile e istruita" e si mise súbito a disposi/ione dendo scusa ed ebbe "poco dopo una risposta córtese, della baronessa "in qualunque cosa" sperando "che il semplice, modesta", che "lusingava troppo" la sua va-soggiorno in quest'isola te pincera.' (23.02.1896) ma gli "íaceva amare sempre piü quell'uomo sinE il soggiorno risuitó talmente piacevole che dopo i; golare" che. gli "rammentava col suo incógnito e la s-.;o ritorno volle trascrivere í suoí ricordí di Maiorca e súbita comparsa e sparizione il suo grande avo Giu-dei giorni trascorsi quale ospite dell'Arciduca. Nacquero seppe II d'Austria." Dopo un'altra visita deli'Arcíduca a cus) le "Pagine sciolte, da un diario di viaggio" scritte Lerici il Mantegazza si era fatto "innamorare proprio di prima in tedesco e poi tradotte in italiano e pubblicate luí" per via della sua "original i ta dí pensieri" e "serri-siil "Toúrista'1, l'órgáno del Club Toüristí Triestini (Spens- plicita di forma". Tanto che era del parere che l'Ar- 146 ANN ALES 14/'98 Bflgitín MADER:"MJ ; REDA5EMPRE Sl'O Afl. A L-.JîCi SAI VATORS ECC." 14MM ciduca Luigi Salvatore era "uno dei pochissimi che. belli esemplari a Zindis nel giardinetto sotto la casa di senza falsa modestà, né goffo orgoglio/' potevano "ripe- sopra ... ccnosco pure quelli di Miramar vicino al la-tere con Michelangelo: lo vo per vie mon calpestate e ghetto dove ^o.no i cigni, ma ¡i Pikrodafni che le ho solo." (Mantegazza, 1896, 20s). mandato ... produce un frutto ben différente ... la scorza Lodovico non potè condividere l'opinion« del Man- del tronco è liscia mentre neii'Arbutus Andrachne si tegazza. "L'ottimo Mantegazza fu ben troppo indulgente scorza come quello deí platano ... il tronco è verdastro e verso di me e sembra che Ella con la tanta bontà che ha non rosso come nell'A. Andrachne ...l!. "Prego l'Altezza per me veda la cosa con uguali occhiali rosei" scrisse in Vostra a volermi scusaie se r¡tardai la risposta di un paio proposito al Marchesetti (16.01.1897). Alcuni anni do- di giorni", rispóse Marchesetti spiegando, "ne fu causa po, Mantegazza dedico all'Arciduca una delle sue opere quella benedetta pianta la cui delerminazione mi fece preferite, ¡ caratteri umani, pubblicati nel 1901 a Firenze rómpete il capo senza airivare ad alcun risultatc'. Dopo (Bonetde los Herreros, 1911, 46). aver fatto già tante invane ricetche pensava "di spedire L'argomento centrale della corrispondenza tra Lodo- la pianla a Befiino aü'amico Ascherson ÍA-d.A: si tratta vico ed il Marchesetti fu pero indubbiamente la bota- del botánico Paul Friedrich August Ascherson 1834-nica. Lodovico infatti chiedeva spesso la consulenza 1913, (Stafleu & Cowan, 1976. 72-77)) profondo cono-botanica del Marchesetti. E carne vedremo le questioni scitore della flora orientale ed oggi ebbi da lui la car-non erano sempre facili da lisolvere, anche se Lodovico tolina postale che mi preggio acchíuderLe, secondo la Salvatore nella sua lettera del 4 maggio 1897 non quale la pianla in question? è il Bupleurum fruticosum" dubito che a Marchesetti "sarà familiare una pianta ras- ammettendo onestamente che ad essa "non aveva nep-somigliante ad una genziana con fiori numerosi messi ¡n pure lontanamerte pensato. perché questa pianta come s^viv? quasi a grappolo." Per facilitare l'idéníificazione tutte le ombrellifere non ha mai per frutti bacche ma del fióte traccio uno schizzo e diede ulteriori indi- mericarpi asciutti, come potrà vedere da quelli che Le cazioni sul periodo di crescita e sulla diffusione. Mar- invio." (letlera del marzo 1905). Nel lascito di Lodovico cheselt; pero fu "dolentissimo" di non essere subito rio- Salvatore a Vienna si trova assieme al campione di una scito a determinare la pianta, che gli pareva, pur cono- pianta secca un biglietto da visita di Marchesetti che si scendo "abbastanza bene" la flora di Daimazia, "al- riferisce proprio a quella pianta: "dolente di non averia quanto strana" (lettera de! 02.06.1897). Identifico ia speciè appena in base ad un altro disegno che Lodovico gli invio sperando che "dal quale forse le sarà possibile ¡1 riconoscerla" (letlera del 22.05 1897). La pianta che Marchesetti aveva mandato a lui non era la prima presentía perché "quella che lo dico è una pianta molto piu grande- v¡ sono dei grappoli di fiori di piü di mezzo metro". CirCa un mese dopo Lodovico scrisse con-téOtiSsimo a Marchesetti, "La pianta in questicne è ben qúeiía della nuafe mi manda un esemplare'' (letlera del 28.06.1897). ' Corosciamo bene l'aspetto di questa pianta. live-látasi la Campanilla pyramidalis L., perché raffigurata sulla copertina del libro "Cannosa" sul quale Lodovico stava lavorando proprio nel 1897 II sopraccennato schizzo della Campanilla, che assomiglia moíto a quedo rèalizzato su "Cannosa", si trova tu tro ra nel lascito di Marchesetti (AD, B.C. Trieste, R.P. MS Mise. 88/P/C-O Busta 1.2} (Fig. 5). Nel corso della pteparazione del suo secondo libro sull'isola di Itaca ("Wmtertage auí Ithaka"), nel 1905 Lodovico Salvatore mando da Ramleh al Marchesetti un campione di una pianta dell'isola di Itaca sulla cui delernunazione aveva "dei dubbi". Come sempre fomiva anche una precisa descrizione ed in questo caso persino il nome locale "Pikrodafni" (lettera del 03.03.1905). II Marchesetti pensava probabilmente ad un corbezzolo Fig. 5: Campanilla pyramidalis !.. in un disegno di Lo-perchè Lodovico gli rispóse ¡I 16 marzo del 1905 man- dovico Salvatore. (Archivio Diplomático Triest) dando anche uno schizzo della pianta. "L'Arbutus An- SI. 5: Campanilla pyramidalis L. na risbi Ludvika Sal-drachne mi è familiarissimo ... io stesso nc ho un paio di vatorja. {Archivio Diplomático, Trsí) ANN ALES 14/'98 8ris»(a MAPfl!:"Ml CKEDASEMPRî SUO AIT. A. IUICI SALVATORf ECC* .... 14t-t64 Fig. 6; Campione del Pupleurum fruticosum e biglietto da visita Cario Marchesetti. (HHStAW Wien) SI. 6: Primerek Pupleurum fruticosum ir» vizifka C. Mar-chesettija. (HHStAW, Dunaj) trovato, mi onoro di Jasciare a V. A. un campione del Bupleurum fruticosum, del quale potra persuadersi che corrisponde perfettamente agii escmplari da Itaca ..." (senza data) (Fig. 6). Le indicazioni sulla presenza del corbezzolo fatte in questa nota botaiiica da Lodovico Salvatore rappre-sentano anche un'origiriale informazione sulla vegetazi-one del giardino sotto la villa di sopra a Zinclis. Esistono inoltre tutt'ora dei corbezzoli accanto al lago dei cigni nel parco di Miramare come descritti dall'Arciduca. Un altro tentativo di individuare una specie di pianta era invece destinato a falliré per circostanze abbastanza banali. Lodovico infatti non pote rispondere al desiderío di Marchesetti che chiedeva un campione della pianta, perché "l'Esemplare assai voluminoso che avevo non é piü al suo posto forse lo buttarono fuori di bordo naturalmente senza dirmelo." (lettera del 24.07.1903). II comüne i interesse per la botánica pero non fu [irriitato solamente a quéstj ccritatti, nacque invece per-sino una proficua coilaborazione. Nel 1899, mentre Marchesetti era occupato a terminare il suo lavoro su¡ castellieri ricevette una lettera dall'Arciduca, che si tro-vava á Bordighera e stava per stampare i suoi "appunti su Ramleh" che aveva "quasi terminati di ordinäre". "Fra questi" trovava "una indicazione" sulla mancanza di piante crescenti spontancamente a Ramleh ("Spontan wachsender Pflanzen gibt es in Ramleh, wo so zu sagen alles kultiviert ist oder als urbarer Grund noch brach liegt, fast keine ...) la quale "non sta d'accordo con que! che Ella mi diceva durante quella troppo corta ora che ebbi il piacere di passare nella sua compagnia nella scorsa estafe a Trieste dove mi diceva era stato colpito dal numero di piante che spontaneamente crescevano su quelle dune." Supposs inoltre che Marchesetti 'durante il suo soggiorno in Ramleh le> avrä raecolte e poi determínate" e sarebbe "gratissimo" al Marchesetti se gli "potesse quanto prima inviare i nomi" (lettera del 14. 12.1899). Marchesetti infatti aveva fatto nell'inverno dell'anno precedente un viaggio in Egino. Part) da T este il 19 gennaio alle ore 12.30 e sbarcö quattro giorni clopo ad Alessandria da dove si recö al Cairo (diario di Marchesetti del 1898). Percorse il Nilo ammirando "i piü vetusti e grandios! monumenti dell'antico Egitto" all'Arciduca del 28.02.1898 da! Cairo) e tornó ad sandria all'inizio di marzo, dove si fermö ancora per circa una settimana ed ebbe l'occasione di anche Ja ñora deíla zona, di Ramleh (diario di chesetticel 1898). Ramleh che vuol diré "sabbia" e comprende tutto terreno di dune da Sidi Caber fino ad Aboukir ad est Alessandria. Fiorente nei tempi antichi, riviveva dooo un lungo periodo d'abbandono nel'900 come zona denziale della moderna Alessandria (Ludwig 1900, 1ff.). Nella primavera del 1899 lodovico anche due teireni a Ramleh e fece eos) il primo per crearsi un nuovo domicilio che poi divento la sua dirnora inveníale prediletta (AdmR 1S99, 1900). gennaio dedo stesso anno alloggiava all'Hoteí Casino San Stefano di Ramleb (March, 1983, 309) e cercando invano una descrizione di Ramleh decíse di fare un lui stesso (Ludwig Salvator, 1900, III) (Fig. 7). Nella prima parte di quest'opera era previsto capitolo sulla flora e fauna di Ramleh e Lodovico i Marchesetti quale "eccellente esperto della flora litorale che torna tanto onore alia nostra Trieste" ("der hervorragende Kenner der Flora des Küstenlandes, unserem Triest zu soviel Ehre gereicht") (Ludwig Sal vator, 1900, 23) ad intervenire con un elenco di specie botaniche. Nell'anno successivo usc'i il volume "Ramleh ais Winteraufenthalt" con il lavoro del Marchesetti (Ludwig Salvator, 1900, 25-28) contenente piú di 200 nomi di piante, che Lodovico riteneva non solo una "preziosa contríhuzione" ma il "miglior fiore" dato alie sue "povei pagine" (lettera del 23.12.1899). Marchesetti continuo ad occuparsi della flora zíana e nel 1903 uscirono i suoi appunti sulla egiziana negli atti del Museo di Storia Naturale (Marchesetti, 1903b, 1-22) Lodovico Salvatore seguí con grande interesse anche ANNALES 14/' 98 Srißte MADER: "Ml CRSOASEMf'RE SUO AFF. A. LLUGI 5ALVATORF eCC." .... Ml-164 gli studi di Marchesetti sulfa preistoria egiziana e gl¡ scrisse da Maiorca, "vedo con p¡acere conté sí occupa probabilmente appoggiato dai materiali regalati rial Schweinfurth della preistoria egiziana e come pens! fare una conferenza." (lettera deM 4.12.1911). Georg August Schweinfurih (1836-1925), celebre es-ploratore del I'Africa ed autore del famoso libro "Nel cuore d'Africa" (Im Herzen von Afrika, Leipzig-London 1874) (Siafleu & Cowan 1985, 430) aveva infatti donato nel 1911 al Museo di storia naturale di Trieste una preziosa collezione di 199 manufatti deil'epoca eolítica e paleolítica (Adria, 1911, 274), trovati da lui stesso durante le sue ricerche sulle radici dell'umanitä. Le sue indaginí furono coronate da splendid! risultati: scopr) nei dintorni di Tebe 38 stazioni paleolitiche ed ancora altre nei pressi di Assuan ai confini della Nubia (Mar- chesetti, 1916, 1). A proposito di questa donazione, Schweinfurth stesso annunció a Marchesetti, "Non voili adora esitare di far spedire al .suo museo la promessa collezione paleolítica. É ¡'ultima ancora disponibile e non riusciró piü a farne: un'altra." (fettera del 27.10. 1910).'Schweinfurth aveva adora 74 anni. Il testo della conferenza del Marchesetti che compren deva anche la rélázione sulrnáteriafe donato dallo Schweinfurth venne pubblicato nel Bollettino della So-cietá Adriatica di Scíenze nafurali in Trieste (Marchesetti, 1912, 89-120). Nel la corrispondenza {ra il Marchesetti e Lodovíco Saívátoré íl norrie: di Schweinfurth riappáre nel 19Í4, quando il Marchesetti scrisse all'Arciduca, "Ho ripas-sato, ma purtroppo inútilmente la Flora dell'Egitto di Aschérson é Schweinfurth (N.d.A: lílustration de la flore Fig. 7: Discgno di Lodovico Salvatore per il suo libro "Ramtch a/s Winteraufentba It". (Foto: B. M.) SI. 7: Risba Ludvika Salvator/a za njegovo knjigo "Ramleb als IVinteraufenthall''. (Foto: B. Madcr) 1 Orig.: "Nun wollte ich aber nicht: zögern die versprochene steinzeitliche Sammlung an ihr Museum abgehen zu lassen. Es ist die ietzte die noch zur Verfügung steht und eine weitere werde ich mal nicht mehr zustande.bringen." 149 ANNALES 14/' 98 Bri8ii¡sMAMR:"MICR£DASEMPR£SUOAr[ A LUICI SAI VATORí F.CC ' 141 1M d'Égypte, Le Caire 1887) come puré quella di Hooker von Mannagetta, 1901, 26s). Nella íeítera del 19.05. delle Indie orientali (N.d.A: si riferisce probabilmente 1911 PArciduca scrisse al Marchesetti, "II Professore alia Plora indica, l.ondon 1855 oppure ali'edizione am- Antonio Baldacci mi rimise la Flora delle isole Pelagosi', pliata: The flora oí British India, London 1875-1897 di nella quale rimanda per la parte geográfica e geologica John Dalton Hooker (1817 -1911) per vedere di stabiiire delle Pelagose alí'oUirrio di lei lavoro." Baldacci aveva la specie di acacia di Ramleh: scrissi pero tosto ai Dr. scritto una relazione botanica su Pelagosa (1910/11) Schweinfurth a Beriino per il libro desiderato, eventual- nella quale rifen anche sulla "Descrizione dell'isola di mente per l'ídentificazione della specie in questione." Pelagosa"; di Marchesetti (1876, 282), che era frutlo di (lettera del 10.07.1914). un'escursione fatta ne! 1876 in occasione dell'inaugu-Schweinfurth fu infatti non soío paleóntologo ma si razione del nuovo taro di Pelagosa costruito per otdine occupó anche di botanica e pubblícó 85 lavori sulle sue del Governo marittimo austríaco a Trieste. Allora la indagini floristiche condotle in Africa {Marchesetti, Commissione del Governo marittimo invitó il consolé ^í 1916, 1; Stafleu & Cowan, 1985, 430 ss). E Lodovico britarmico a Trieste R. F. Burlón, M. Stossich (1875) e ;jl Salvatore stava preparando un nuovo libro sulla flora di Cario Marchesetti a studiare le diverse particolaritá del- jfS Ramleh. Ascoltando i divcrsi rumori provocati dal vento Pisóla. Nella stessa lettera del 19 maggio Lodovico annelle foglie degli alberi nei suo giardino a Ramleh de- notó anche,"... su; giornale Adria sorfi últimamente uno É cise di desciivere i "canti" degli alberi. Nacquero cosli studio sulle Pelagose" ma aggiunse súbito "giít l'avrá ¡1| "Lieder der Baume", questa descrizione delle varíe spe- visto'. Si tratta di lina serie rli artlcoii botanici scritti da cié d'albero del turto insólita e tanto poética, alia quale August Ginzberger (1873-1940), professore di botanica §| non manca pero una solida ba«r> botanica. sistemática aíl'Universitá rli Vienna e vícedirettore del-La specie di acacia che Lodovico cercava proprio l'orto botánico di Vienna (lanchen, 1933,178) che futíá per il suo nuovo libro venne identifícala grazie all'aiuto íaitro anche in buoni rappoití con Marchesetti (Mader, di Schweinfurth nella "Albizzia Lebbek". Al ritorno da 1993 (1994), 152). Muggia, il Marchesetti trovó la risposta del lo Schwein- Sul mensife Adria, edto da josef Stradnér a Trieste - furth "colla determinazione della pianta in questione con sede in via Cordaroli 296. Villa Lucia - trn.il 1908 e che sarebbe la Albizzia Lebbek (Benth and Hooker il 1914 e al quale contribuí anche Lodovico con alcuni;.íS Lond. journ. 1844 p. 87), pianta largamente diffusa in artreoli (tudwig Salvator, 1910a, h; 1911b), lisci nei lS India dell'lmalaia, Ceilon, Birmánia, isole malesi, Africa 1911 un'inchiesfe sull'istitüzione di un parco naturale tropicale ecc. (Hooker: Fl. Brit. India II, 298). ... il suo suil'isola di Meleda (oggi "Mljet" in Croazia) neí- nome arabo é Lebakh." Dopo di che Marchesetti era l'Adrialico meridional«. Fra i numerosi studiosi ed convinto che 'si renderá superflua la spedizione di un amariti del ¡a natura anche il Marchesetti espresse ia suá;í||l campione della stessa pianta" (lettera del 13.07.1914). opinione in proposito. II 12 febbiaio del 191 1 Lodovico A Una volta identificato quell'albero che píaticamente gli scrisse da Maiorca, "Ho letto le suo giuste osser non máncava in nessun giardino di Ramleh, Lodovico vazioni relativamente a! parco di Meleda (in progetfo) pote inserire ¡'Albizzia Lebbek von Bohn nei suoi "canti credo anche ció che sarebbe cosa assai dinicilo l'es- degli alberi" (Ludwig Salvator, 1914, 14f.). propriare tutfa Pisóla e ii terreno che si P'ova in mano In questo contesto botánico va anche accennato un del governo, sarebbe per lo scopo suficiente." Marche- ríettaglío piccolc ma altrettanto interéssante ricavato sed i riteneva infatti ¡>oco ragionevole, nonostante la sua daíla corrispondenza Marchesetti - Schweinfurth che si posizione favnrevole, il fatto di volar espropriare tuíii gi¡ riferisce all'Arcíduca ed illustrá mcilto bene ¡'intenso abitanü dell'isola, non solo per i costi ma soprattulto per rapporto e scambio identifico tra Lodovico Salvatore e lo spopolamenío dell'isola che avrebbe reso impossibíle Márchese«!. Nella minuta del 15.10.1905 Marchesetti anche la gestione de i parco naturale Scortsíglió perció scrisse a Schweinfurth che aveva ricevufo "nell'inverno di fare un parco di tuíla Pisóla proponendo di limitarsi scorso dall'Arcíduca L.S. diverse piante da Ramleh ed alia foresta gia demaníale per trasformarla in una riserva Abukir, che crescono ottimamente nei nostro giardino" naturale (Adria, 1911, 97). ("Vergangenen Winter erhielt ich von Erzherzog L. S. Le sue annotazioni riguardanti la dirézióné íorestale i.í mehrere Pflanzen aus Ramleh und Abukir die in un- responsabile per Meleda "che risiede a Coriz¡a abitando serern Garten ganz ausgezelclwet gedeihcn"). Col "no- solo un impiegato subalterno í'antico convento sul- ' V stro giardino" intendeva evidentemente Porto botánico i'isoietfa della laguna (N.d.A: sarebbe l'ex convento S del Museo di Storia Naturale di Trieste, tuftora esistente Maria del Lago a Meleda) e un guardaboschi in una ; • in via Marchesetti 2. caserta nuova sulla sponda di porto Palazzo (lato Lodovico Salvatore era in corrispondenza per argo- sudovest)" (lettera del 12.02.1911) dimostrano quanto menii e problemí botanici anche con un aitro botánico sero ott'me le conoscenze deil'Arciduca sulle isole dal- | italiano, ii professor Antonio Baldacci della Accademia mate non solo dal punto di vista naturalístico ma anche Reale delle Scienze a Bologna (1867-1950) che si sul piano ammínistrativo, occupó soprattutto della flora balcanica e greca (8eck In seguíto si costitui l'Ósterrelchischer Verern "Natur- ' 150 ANN ALES 14/'98 firi£¡tl.i MAPF.R M; CREDA SLMPPE SUO Af F A I UICI SAI.VATORE ECC." .., MI-164 schutzpark" (Circolo austríaco per la tutela del parco natürale), che cercava di otlenere i¡ permesso di re-alizzare i¡ parco na tu ra le sul terreno della foresta demaniale di Melcda dal k.k. Ackerbauministerium (i.r. ministero di agricoltura). E Lodovico Salvatcre, che era moito favorevole a questo progetto, d:ede persino cbnsigli peí diminuiré la presenza dei serpenti su Me-leda. Si tratta, di consigli che oggi si definirebbero ecologici in quanto Lodovico propose d: combatiere i serpenti tramite nemici cosiddetti naturali come ricri e pavoni (Ludwig Salvator, 1913, 78G). Per quanto riguarda l'ambiente Adriático, l'Arciduca dimostrava non solo interesse per la Dalmazia, ma anche per l'istria benché non abbia dedícalo a questa penisola nessuna sua opera. Ma questa carenza trova proba-bilmente spiegazione nel fatto che Lodovico preferiva porre attenzione a posti, luoghi, paesaggi poco noti e scársamente esplorati. L'lstria invece venne presen tata ad un ampio pubblico nel 1910 quando - da maggio a setterfibre - ebbe luogo a Capodistria "La prima Esposizione provinciale Istriana" (Fig. 8). Questa mostra venne suddivisa in varié sezioni che spazíavano da!-1'ágricolturá all'industria, dalla marinería alie belle artí, dallé sdenzc ail'etnoiogia, al turismo, alio sport e alia Sáiúte pübblica. Lá maggior attrázione in Piazzaie del Baluardo fu un grande acquario, ricco di diverse specie di flora e fauna drll Adriatico, realizzato dal professor Karl Cori, diret-tore deíla i. r. Stazione zoologica di S. Andrea a Trieste (Adria, 1910, 258). Anche l'Arciduca mostró vivo interesse per ía Prima Esposizione provinciale e ne parió entusiasta nella sua léttera del 21 luglio 1910 a! Marchesetti, "Fui molto sodisfatto della Mostra provinciale istriana bellíssimi i fesbri artistici delle varié chiese dei quali buon numero giá conosco, pero che. fui lieío di veder riuniti." Qui si rjíeriseé alia sala dell'arte sacra e profana sistémata al primo piano dell'ex convenio di S. Chiara, dove spun-íaVánb ira ben 150 quadri ed oggetti esposti le opere di Giroiamo Santa Croce, Bartolonieo Vivarml e Vittorio Carpaccio (Adria 1910, 245 e 264 ft.; Mu ser, 1910, lül;. l odovico, che dedico ben due ore alia visita della rñostra (Adria, 1910, 343), si lamentó pero dello :scar-stssimo numero di visitatori cui si dice che affluisce i i pubblico il piü verso sera attirato in parte dal teatro'1 (feltera a Marchesetti del 21.07.1910). In effetti la mostra chiudeva appena a mezzanotte 'Catalogo gen., 1910, 189). L'Arciduca invece preferiva sempre visitare le mostré di buon'ora, al piü tardi nel primo pomeriggío. Voleva evitare l'eccessivo affol-lamento oltre alia confusione e l'aria viziata (Ludwig Salvator 1911c, 29s). Affascinato sin da pic.colo dai temí scientifici, fu un insrtancabíle visítatore delle varié esposizioni mondiali che r i teñe va di grande importanza per l'educazione ¡nieiiettuale. Fig. 8: Cartulina postale della Prima Esposizione Istriana del 1910 (Archivio Museo Régionale, Koper/Capo-distria). \ : Fig. 8: Razglednica Prve istrskc razstave 1910. (Arhiv Pokrajinski muzej, Koper). In occasion« dèll'Ésposizione mondiale di Parigi nel 1878 rícevette la medaglta d'oro per la sua opera in cinque volumi sulle isole Baleari (Ludwig Salvator, 1869-1884), che venne premiata anche con ¡l diploma d'onore di I classe alla Esposizione internazionale geográfica di Venezla nel 1881. 18 anni dopo ia medaglla ricevuta a Venezia, Lodo-vico ringrazió Marchesetti "per ie sue felicitazioni in quanto allá rriedàglia Hauer" (lettera del 19.01.1899) che gli venne assegnata il 16 dicembre del 1898 dalla k.k. Geographischen Geselíschaft in Wieh (i.r. Società di Geografía di Vienna) della quale fu anche membro onorario dal 1870, per i suoi eminenti merítí in ámbito delle scienze geografiche e nei riguardí della Società geográfica (Mít.G.G., 1899, 6). La medagliá "Franz von Hauer" era il massimo rico-noscimento che la Società potesse assegnare.:,'Tanto è vero che nelfarco di un secolo solamente 37 persone ebbero l'onore di riceverla. Lodovico fu il settímo. Ma nonostarife ció se risse a Marchesetti, "Certo io non ho fatto niente per meritarla e mi fa un senso di vergogna al pensare che I'ultimo che la recivette era Nansen!" e aggiunse con semplicità e saggezza, ,;Mai uno diventa tanto piccoli come quando uno vien messo accanto ai grandi." (lettera del 19.01.1899). La modestia e l'insistenza sulla risèrvatezzâ e la dis-crezione dell'Arcíduca si rivelano molto chiaramente anche nella Jettera de! 12 febbraio 1911 in cui narró ai Marchesetti, "Quest'anno volevano collocare neíía sala del municipio (N.d.A. di Palma di Maiorca) ¡1 mío ritratto ma io pregai che non lo facessero come avevo pregato già nel 77, ma mandarono un pittore di qui al quale invece feo fare un quadro di un majorchino e gli lo paga!, per lacollezzione di quadri di giovani pittori dell'ísola." ANN ALES 14/'98 Brígida MADER: "Ml crepa SCMPRE SUC. ak1- A. IUIC.1 SA-, VATORE ECC." ., 141 -164 levóle Miramar" (minuta del 28 12.1896). Lodovico gli rispóse "Sentó con piacere come vada avanti col suo lavoro ma si riposi anche un poco dopo il lavoro vien migliore e più rápido" e sperava cne Marchesetti se-guendo il suo con<-iglio gli "darà cosi il piacere di fare vna gita fin qua di ció che" si rallegrerebbe "oltremodo". Cli ripete ancora com'era facile arrivarci "via Genova con la Veloce o la Comp. Generale". Per di più esi-sterebbero "dei treni rapidi coi quali si pranza a Marsiglia la sera e si fa la mattina colazione a Barcelona!" (lettera del 16.01.1897). Nel giugno del '97 Marchesetti si trovo vicino a me?à percorso per Maiorca. Stava facendo un viaggio a Parigi e Barcellona. " 23. ore cía Barcelona e non venivai Quanto mi avrei rallegrato di vederla" si lamento Lodovico con Marchesetti rin-graziandolo delle sue lettere da Parigi e Barcellona (lettera del 22.06.1897). Perô capl benissimo. Lui stesso era stato infat/i "poche settimane fa solo minuti da Trieste (Nabresina) senza andarci, nia il tempo non me lo permetteva " (lettera del 22.06.1897). E fu anche lui a dire "Ben volentieri percorrerei i suoi scavi neila va 11 ata dell'lsonzo ma uno non puô far tutto ad lina volta. Vedremo." (lettera de! 28.06.1897). Marchesetti sperava che "l'Alfezza Vostra ... si degnasse onorar d'una visita la vallafa dell'lsonzo ed il campo delle nostre indagini." (lettera de! 02.06.1897). Troppi erano gli impegni del-l'Arciduca per seguirli tutti quanti, sempre con la stessa necessarla attenzione, ed il tempo correva altreftanto veloce. E cosi Marchesetti gli relazionava, seppur da lontano, sulle sue ricerche preistoriche nelfa necropoli dell'età del ferro a Santa Lucia (Marchesetti, 13841902), senza perô dimenticarsi di ripetere ('invito a Fig. 9: "Miramar" in una fotografía di C. de Marchesetti. visitare gli scavi (lettera del 29.07.1899). (A fam Farolfi) Nel 1911 finalmente Lodovico ebbe ;l placeré di SI. 9: "Miramar" na fotografiji C. de Marchesettija. salutare a Maiorca Marchesetti assieme a sua moglie. (Družinski arhiv Farolfi) Marchesetti si era preparato bene rileggendo 'con vivo interesse l'opéra monumentale dell'altezza Vostra su Ma Lodovico Salvatore non fu solo "hijo ilustre" di Maiorca" e vide "quale infinita di belle cose vi sarebbeio Palma e delle isole Baleari ma anche cittadino onorario da ammirare." (jettera ciel 06.02.1911). di Muggia (lettera de! Municipio di Muggia del- ¡ Marchesetti partirono da Trieste il 9 aprile alie ore i'08.02.1883). 8.25 dopo aver perso i! treno delíe 5.48 col quale era II 6 febbraio del 1911 Marchesetti preannunció final- partito anche una paite del bagaglio. Via Genova si mente la sua visita a Maiorca, "il be! sogno del viaggio recarono a Marsiglia dove si fermarono per due giorni ibérico potrà in breve awerarsi" scrisse a Lodovico che (Marchesetti, Diario 1911). I! 14 aprile arrivarono a Bár-gli rispóse il 12 febbraio, "sono Netissimo di sapere che cellona e si misero subito in contatto con l'Arciduca, il fra due mesi avio probabil mente i! piacere di sa lutada quale mando loro il suo benvenulo da Maiorca comu-qui unitamente alla sua Signora ..." Erano già numeróse nicando che "la carrozza Sa condurrà a San Cual dove le volte in cui Lodovico aveva invitato Marchesetti a voglia riposare ed io verrô a trovarla." (iettera del Maiorca. Già nel 1895 aveva atteso invano una sua 17.04.1911). Il 17 aprile Marchesetti e sua moglie par-visita. Marchesetti fu in vece impegnato nella prepa- tirano con il piróscafo delle 6.30 da Barcellona. "Non razione délia sua pubbíicazione sulla Flora di Trieste potemmo visitare Palma" annotô Marchesetti nel suo (1896-1897) a proposito délia quale l'Arciduca era diario (1911) "perché l'Arciduca ci aveva mandato in-convinto che " certo rendeià grandi servizi ail i studiosi" contro la vettura e quindi si dovette tosto partiré per (lettera deli' 11.11.1895). Ma anché nell'anno succès- Miramar" (Fig.9). Ed il giorno dopo scrisse, "Aile 10 sivo non vide la possibilité di realizzare la "desiderata" e arrive l'Arciduca a prenderci e ci conduce a Miramar, da "lungo tempo sospirata scappatina alla Sua incan- che dista 5 c.hil da San Gual (N.d.A.: Son Gual in pos- ANNALES 14/' 98 biigws mader: "mi críoa semcre suoaff. a. lusc.1 salvatore etc." ..., ul-164 sesso dell'Arciduca sin dal 1894 (Cañellas Serrano, 1997, 77) si trova nelle vicinanze di Validémosse). La strada scende dapprima tra campi colHvati e grassi olivi. poi si risale fino a passare il culmine della sella di-scendendo poi...fino a Miramar. Egü ci conduceva a vedcre i vari Miradores d'onde si gode una splendida vista". Dell'incontro del giorno successivo annotó, "Alie 9.30 paitimmo per Miramar . Dopo roiazione í'Arci duca ci condusse in vettura a far un lungo giro alia Foradada." II soggiomo duro 12 giorni in cui Marchesetti ebbe non solo occasione di conoscere bene tutta la tenuta dell'Arciduca ma anche di studiare ¡a flora di Maiorca. Cosí scopri persino una nuova specie botanica, una Saxífraga che chiamó in onore dell'Arciduca Saxífraga Ludovici Salvatoris (Marchesetti, 1912, l-lll) (Fig. 10). Dopo aver mandato una lettera di ringraziamento per "la tanta gentilezza onde volle colmarci durante ii nostro lungo ma ahimé! si breve soggiomo in questo incantato paradiso terrestre" (lettera del 29.04.1911) da Valdemossa e puré una cartolina da Palma prima di partiré (lettera di Lodovico del 03.05.1911), Marchesetti é sua moglie si imbarcarono alie ore 0 de! 30 aprile per Marsiglia. Evidentemente incontravono mal tempo lungo il ''lagiRo perché Lodovico rispóse il 14.05. da Marorca alia lettera del 07.05. di Marchesetti in cui comunicó ii lieto ritorno a Trieste. "II golfo Leone e uno dei punti piü agitati del bacino Mediterráneo. Si ra m entera che ció non le proponevo di prendere la vía diretta per Marsiglia". Grazie alia sua ricca esperienza di navigatore Lodovico Salvatore era naturalmente in grado di considerare bene le condizioni meteorologiche e climatiche del Mediterráneo. Quesla spiacevoie esperienza alia fine del viaggio pero non ebbe modo di diminuiré l'entusiasmo di Marchesetti per Maiorca ma soprattutto nei confroníi dell'Arciduca per la "splendida ospitalitá" avuta durante il sitó soggiomo a Miramar (lettera del 18.05.1911). Dedico a Lodovico addirittura una "bellissima ispirata poesía" (Fig. 11) come 1a definí l'Arciduca, che i'accettó con gran commozrone ed altrettanta ammirazione. 'La ho Ictta e riletta e le ne t'accio i miei rallegramenti e ringraziamenti per !e affettuose espiessioni che contiene. La ho letto puré allí altri che hanno ammirato la sua capautá poética ..." (lettera del 24.05.1911). Marchesetti aveva infatti anche una vena poética. Nel-l'archivio familiarc De Farolfi ¿ conservato un qua-derno, nel quale il Marchesetti adolescente scriveva le sue poesie. Tra queste si trova anche una di 14 righe iníitolata "in morte dell'lmperatore Massimiliano", che potta la data del 17 gennaio del 1868 (Mader, 1993 (1994), 149). "É ultimato di stampare il mió scarabocchio (82.pagine) a titolo di curiosita lócale le ne mandero una copia appena ne abbia delli esemplari", scrisse Lodovico il 19 maggio del 1911 a Marchesetti. Lo "sca- rabocchio" era il suo libretto "Lo que se' de Miramar" (1911 d) scritto in maiorchino ed uscito giusto in tempo per diventare anche per Marchesetti un bel rícordo del soggiomo a Maiorca. Marchesetti pos sede va gran parte deiíe opere dell'Arciduca. Gilí daifa corrispondenza apprendiamo del possesso di una ventína di libri, che Lodovico gli invid col desiderto di accettarli "malgrado ia loro pochezza di buon viso" (lettere del 05.01.1898 e del 14.12.1399) op~ puré anche "per la buona volontá dello scaraboc-chiatore" (lettera def 05.06.1911). A questó punto va riportata ancora una curiosita. Sembra infatti che l'Arciduca avesse regalato al Marchesetti anche dei francobolli, perché nell'archivio De Farolfi si trovano parecchie buste vuote proveniénti da tutto ti mondo ed indirizzate a Lodovico Salvatore. E da tutte le lettere so edite dall'Arciduca a( Marchesetti sonto ritaglíati i francobolli. Probabilmente Marchesetti fu anche filatélico. Fig. 10: Saxífraga t.odovici Salva!oris. (Archivio Musco Cívico di Storia Naturale di Trieste). SL 10: Saxífraga Lodovici Salvatoris. (Musco Cívico di Storia Naturale di Trieste / Naravoslovni muzej. Trst). 153 ANN ALES 14/'98 Brigilt,i MAOER "Ml CRUJA SEMPRE SUO aFF. A [ UiCI SAIVATORE F( C " . 111-16 > sonali, degli eventi quotidiani, addirittura del tempo atmosférico che faceva. Se Marchesetti narrava del maitempo, come nel marzo del 1907, quando !e temperature scesero "a ben 14° sotto zero coll'aggravante di una bora impetuosísima" (minuta del 22.03.1907), Lo-dovico era sempre entusiasta dell'aria mite e del verde di Maiorca (lettera del 04.05.1897; 30.10.1910; 03. 05.1911). Altre volte avenne che Lodovico Salvatore avesse bisogno di varie informazioni. Cos) chiese a Marchesetti dove fosse possibile trovare a Trieste gabbie col-I'asticeila in vetro" (lettera di Marchesetti del 21.07. 1901) oppure clove si vendeva "ia carne di montone". Nel primo caso Marchesetti dovette consigliare di provare a Venezia, nel secondo pero riteneva cosa più facile trovare "una costoletta di giraffa" (minuta del 28.09.1906). Di contra era per lui più facile fornire a Lodovico i norm e gii indirizzi di due dentist? a Trieste ('lettera del 21.05.1901). Piuttosto noiosa fu invece una faccenda catastale riguardante la propriété di Zindis, sul cui. pro-fig. 11: Poesía di Marchesetti in anore dell'Arciduca cedimento Lodovico chiese al Marchesetti di averedelJ? Lodovico Salvatore, lettera del 18 maggio 1911, parte notizie daíl'avvocato Valerio di Trieste (minuta del 22. finale. (Archivio famiUare de Farolfi) " ' 03.1907 e lettera deil'08.05.1907). SI. 11: Pesem C. Marchesettija v ¿así Ludvika Salva- Si scambiavano perö anche diverse espériertze ed forja, iz pisma 18.5.1911. (Družinski arhiv Farolfi) osservazioni personali. Il Marchesetti, peresempio, c!i r¡- lorno da un viaggio in Germania, si disse rriolto irriII Maithcsëtti pero non era solo un gran ämmiratofe piessionato dall'enorme sviluppo delle città germaniçhe delle opere deil'Arciduca ma seguí i suoi la vori con vivo che gli rece "sentire dolorosamente la miseria di Trieste" intéressé e molta attenzione. Lo aiütava a correggere le (lettera del 22.06.1912). Ed un'altra voíta a proposito del bozze dei vari capitoll botanici (lettere del Marchesetti suo viaggio in Svizzera e Tirolo narro delle scalate sulici. dell'11 07.1904 é della primavera del 1905; lettere di montagne ma anche della fuga dalle ' scoppietanii. Lodovico del 09.07.1904 e del 16.03.1905) e non e;i- vallate della Carinzia" a causa delle grandi manevre tava nemmeno ad esprimere schiettamente il suo parere. "che hanno tramutato la periférica Mauthen in un rumo-Cosi avenne in occasione del libro su Levkas (Ludwig roso campo di battaglia" dove si era "in pericolo d: es-Sal vator, 1908) quando Marchesetti avrebbe da "natura- sere colpiti dai proj&ttili." (lettere del 20.08.1913 e de! lista p paletnologo persino desiderato I'aggiunta da un 01.09.1913). Lodovico invece fece una riflessione nel la: pajo di capitoli per veder descritto anche da questo lato sua lettera del 24 maggio del 1911 da Maiorca sulla l'isola interessante", ma pensava nello itesso tempo di stràna coincidenza verificatasi "questa mattina" quando essere "forse troppo egoista ... dappoiché I'intento del- "sortendo con la nostra solita carrozza abbiamo incói*: l'Altezza Vostra era quello di fornire una monografía trato sei ufficiali di artiglieria a cavallo seguiti da due deíl'isola dal lato etnográfico presente, lasciando ad altri ordinan2e e al pari tempo uno automobile che venivano il compito di trattare delle dibattute questioni archeolo- dal grand Motel cosi si puo dire si trovano in un gruppo giche (Minuta del 29.12.1908). E nella lettura di "Bougie" le tre età la medievile dell'uomo a cavallo quella dei (Ludwig Salvator, 1899) Marchesetti poté con profonda vecchi tempi era la nostra carrozza di foggia aritiquatä e compassione cap re "l'emozione di quella terribile notte l'epoca moderna con il motore." del 10 Dicembre" (lettera del 26.12.1899), quando la na- In questo amichevole scambio di idee trovavano vè "Mathilde" nel porto di Bougie aveva messo in grave spazto naturalmente anche questioni familiari. Lodovico pericolo il "Nixe" e l'Arciduca aveva corso il rischio di infatti non si dimenticava di salutare "la gentile Signera" perdere nel giro cli pochi anni anche la sua seconda na- di Marchesetti e le porse anche le "più vive corido-vé- Ma il "Nixe" fu salvato miracolosamente propr.o dal- glianze" per la sua "grave perdita". Questa lettera non lo stesso battello di salvataggio che aveva già a sua volta porta la data, perô puo essere datata proprio in bast' a salvato l'Arciduca in occasione del naufragio dei primo quesío evento ali'autunno dei 1904. Esistono infatti due "Nixe". Questa volta perô aveva fatto da cuscino contro lettere del Marchesetti (del 20-10.1904) e di losef Szom-la "Mathilde" (Ludwig Salvator 1894, 10:1899.. 112-114). bathy (del 06.09.1904) in cui si parla della morte della Nel le lettere si parlava spesso anche di cose per- suoeera di Marchesetti (Mader, 1996, 162). -r-^V'cC^^, ^Û^ÂT jP % / 'J , , J Z. ; ¿ y ACi ¿zil^A - / '... jt- a,..^- « r: c. •— ¿Y' ANN ALES 14/'98 frigitU MAIXR "MI CRFDA SFMPRf SUO APF. A II IGI SAIVATOKEECC-* . . 141-16« Parimenti Marchesetti non perse ocrasione cii espri- te dagli Asburgo e facendo dei compiimentt ci chiede mere "le piü sincere condoglíanze e la viva compar- delíe cose, promozioni, onori, tifoli, denaro ..." tecipazione al Suo dolore" (minuta dei 09.11.1898) (Weissensteiner, 1983, 219). Ma la veritä era un'altra. quando moví la madre di Lodovico, la Granduchessa Giä da bambino, svantaggiato in qllanto il padre precaria Antonia di Toscana (1814-1898), che era stata diligeva suo fratelio, aveva subito umiliazioni essendo pmsonaggio noto a Trieste dove soggiornö diverse volte affetto da tubercolosi, quando molti, ed in partkolare gli sia da suo figlio a Zindis che dallr. contessa Nugent a Ungheresi, io davano giä per spacciato. Ma anche in Barcola (lettere di Maria Antonia 1877-1844). Tino ad veste di successore al trono, pur avendo precise idee e alcuni anni f¿>, a Barco (a una targa ricordava i suoí proposte per ¡¡sanare la morente Monarchia, tu sempre soggiorni a Trieste ^Farolís, 1972-73, 350, n. 35). costretto a Stare in seconda fila. Mel 1910 Marchesetti informo Lodovico dei "piii o La forte diffidenza nata da questc esperienze nega- meno fántastici racconti su Giovanni Orth" come Ii de- tive lo accompagnö per tutta la vita ed indubbiamcnte finí I'Arciduca raccontando a Marchesetti, "Venne un influí sulla formazione de! suo carattere forte, anche giomo anche da me a Ramleh G. Orth con cíocumenti testardo, insistente e mai disposto a scendere ai che ío provavano, difatti era un povero tedesco che cosí compromessi. II suo atteggiamento ostinato si manifestó si chiamava e che approffittava di questa coincidenza anche neila clecisione di sposare la contessa Sophie per gabbare quellt che poteva. La po!i2;:a g!i fece Choiek che non e>-a r.li rango adeguato. Ne seguí una prender mare." (lettera dei 21.07.1910). dura lotta finché i'imperatore non dette il suo consenso Giovanni (lohann) Orth come si fece chiamare a quesio matrimonio morganatico, per cui Francesco Johann Nepomuk Salvator dopo essersi distaccato daila Ferdinande dovette in rióme della futura sposa e degli casa imperiale rinunciando al rango ed ai titoli nel eventuali figli rinunciare al trono ed a tutti i diritti U339, era il fratelio minore cli Lodovico (essendo nato rservati ai membri delia casa imperiale (Weissensteiner, rief 1852). I contatti tra i due fratelli pero rion erano 1983; Eisenrnenger, 1930; Kisziirig, 1953). Una deci- niolto stretli. Giovanni si dedico soprattutto alia política, siorie, perö, piü subita che accetlata, sia alia corté che ma le sue idee troppo rivoluzíonarie, la sua critica alie neli'alta societá, ma che a Lodovico invece non creo gerárchte militari e piü che altro il suo modo di agiré di problemi. Accettó Francesco Ferdinande per quello che propria iniziativa nella crisi con la Bulgaria (1886/87) era e Francesco Ferdinande poteva fidarsi plenamente non gli portarono fortuna. Nel 1890 si imbarcö in di luí. Inghilterra per ¡'América del Sud. Arrivato felicemente a Nei rari casi e momenti di totale fíduciá e con- Valparaiso, décise di proseguiré per il Cile circum- fidenza egfi si trasformava, dimostrando il suo essere navigando la Tena del Fuoco. Ma non raggiunsc mai il semplice, sereno, socievole, cordiaie ed anche capace Cile. Probabilmente naufrago con la sua nave "5t. Ma- di affetto proferido. Ed era proprio questa sempíicita e garef nella notte dal 20 ai 21 luglio nei pressi di Capo sinceritä che Lodovico apprezzavö in particolare in Horn (Weissensteiner, 1985, 243 ss). Dopo di che non si Francesco Ferdinande). Di queste qualitä si parlo anche cbbcro piü sue notizie, salvo aícuhe voci, sparse da nella risposta del 31 marzo del 1913 alia lettera del qualche avventuriero, che si spacriava per Giovanni Marchesetti "del 15. corrente" scrivendo che "Sono lieto Orth. Nel maggio del 1911 Giovanni Orth fu uffi- di sapere che la salute sia buona a Trieste e che cialmente dichiarato morto. I'Arciduca Francesco Ferdinand« si sia arrivato peí pro- Sui falso Giovanni Orth e la sua "visita" a Lodovico geitato soggiornö Che non mancherä di aver di beriefico Salvatore esiste anche un rapporto ufiíciale del con- iresuitáto veriendo a contatto con personé di Trieste che solato austríaco al Cairo, secondo il quale nel marzo polranno apprezzare le sue alte doti di mente e di 1904 "sua Altezza Reale'' venne distúrbate cía un in- cuore." Nella sua lettera de! 23 maggio 1913 Lodovico dividuo di nomc Johann Orth" ("Belästigung seiner parlo evidentemente anche deil'interesse botánico cli königlichen Hoheit durch ein Individuum namens Francesco Ferdinando, perché Marchesetti (non piü con- iohann Orth';) (AdmR OK). servata) rilevö proprio da questa lettera "con sorpresa e Un altro párente di Lodovico Salvatore di cui si parló piacere che S.A. I'Arciduca Francesco Ferdínando si piü volte nelle iettere ma soprattutto in occasione della occupa pure di botanica" ed aggíunse "il che mi ta sua tragica scomparsa, fu Í'Arciduca Francesco Ferdi- ancor maggiormente rimpiártgere d< non aver avuto nando, ii successore ai trono austro-ungarico (1863- l'onore cli conoscerlo." (lettera del 17.07.1913). Un fatto 1914), legato a Lodovico da una profonda amicizia. che Marchesetti aveva giä rimpianto prima nella sua A prima vista Lodovico e Francesco Ferdinande, di lettera del 17 maggio in cui informó Lodovico che "do- 16 anni piü giovane, non sembrano aver nierité in co- po una permanénza abbastanza luriga a Miramar e par- mune. Francesco Ferdinande) era un misántropo che si tito S.A. I'Arciduca eredítario, a quanto pare, assai sed aspettava dagli altri prima di tutto qualcosa di negativo, disfatto de! suo soggiornö alle sponde detl'Adria" ag- Lui stesso definí questo suo atteggiamento "un difetto gíungendo che "lo pur troppo non ebbi la ventura di ereditario" spiegandolo cosí: "Da 700 anní viene la gen- vederlo, perché fu sí al Museo di antichita ma non ANN ALES 14/'98 BripiBa MAOER: 'Ml CRtDA SEMI'RC SUO AFF. A. tUO SAtVATORi FCC.".... 141-164 degnó di sua visita queiio di storia naturale, che "come presume Marchesetti "probabilmerite non g!i interessava". Oovette passare poco meno di un anno perché Francesco Ferdinando fosse ancora tratto in argomento rieila corrispondenza tra il Marchesetti e Lodovico Salvatore. Questa volta pero it motivo fu molto triste: il 28 giugno del 1914 Francesco Ferdinando, assieme aíla moglie, venne assassinato a Sarajevo. Marchesetti, che aveva appreso "la fatale riotizía" appena "questa notte al ritorno da una gita fatta a Lignario con la Societa di scienze naturaii", scrisse a Lodovico ii 29 giugno: "Inorrídito innanzí al truce ecidio di Sarajevo e sapendo quate intensa amicizía legava Vostra Altezza alie auguste persone che furono vittima, non posso fare a meno di estemare a Vostra Altezza le piü vive condoglianze per questo nuovo tutto che colpisce si crudelmente l'imperiale Famiglia, e che trovera un'eco cfi dolorosa profonda commemorazione non solo nella nostra monarchia, ma in tutto i! mondo civile." E Marchesetti che poteva "fácilmente figurarsi quale tremenda impressione avia prodotto sull'anima nobile e sensibile dell'Altezza Vostra la nuova del-l'esecranda tragedia", non ardí, nonostante che Lodovico si trovasse nella vícina Zindis, "quest'oggi di venir a turbare con una visita la solennita del Suo dolore." (iettera del 29.06.1914). Per meglio comprendere l'affetto che Lodovico nutrí per Francesco Ferdinando é significativa la testimo-nianza di Alfred von Koudelka. Tanto piü essendo noto come Lodovico cercasse sempre e comunque di evitare eventi uffíciali. Addírittura in occasione dell'otiantesimo compleanno deH'imperatore fece in modo di sfuggire alia grande celebrazione chiedendo di poter íare gli auguri a Francesco Giuseppe con un giorno di anticipo (Nikitsch-Boulles, 1925, 23f.). Ma sentiamo ii contrammiraglio della Marina austro-ungarica barone Koudelka (1864-1947), che fece parte del comitato d'onore per l'Arciduca ereditario quando i! 24 giugno del 1914 aile ore 9.15 questo arrivó alia stazione della ferrovia meridionale di Trieste per imbar-carsi sulla "Viribus unitis" con destinazione Bosnia. Tutti erano giá pronti ad accogliere l'Arciduca "quando un servitore portó una poltroncina e la mise a pochi metri da me. Vi prese posto un signore anziano, dall'aspetto un po'trascurato. Nessuno di noi sapeva chi fosse. Quando ci fummo presentati all'Arciduca, questo guardo l'anziano signore, che sí era sollevaío, e si precipitó verso di lui: "Mi commuove la tua gentilezza, il fatto che tu sia venuto a salularmil" Riuscimnio cosí a sco-prire cfie si trattava del sessanlasettenne arciduca Lodovico Salvatore." (Koudelka, 1990, 184).2 Konrad von Hohenlohe, il luogotenente di Trieste, aveva personalmente infórmate Lodovico Salvatore del previsto arrivo di Francesco Ferdinando (lettera del 20.06.14). Lodovico poté in questo modo finalmente esaudire il suo desiderio di rivedere Francesco Ferdinando, il quale negli ultimi tempi era talmente preso dalla visita deH'imperatore tedesco che nemmeno ora riuscito a rispondere in tempo a Lodovico, che gli aveva proposto un incontro al castello di Blühnbach, una del le dimore dell'Arciduca ereditario. Appena il 21 giugno, quando Lodovico si era giá recato "a Sud" ("südwärts"), gli scrisse una lettera nella quale si dimostrava desolato e chiedeva scusa spiegando la situazione che gli aveva reso tmpossibiíe l'incontro. Contemporáneamente an-nuncio che anda va 'adesso con Sophie per un po'in Bosnia" ("jetzt gehe ich mit Sophie auf einige Zeit nach Bosnien") e parlava dei progetti per i'estate. La grande gioia di aver inaspettatamente rivistd Lodovico alla stazione ferroviaria di Trieste fu espressa nel telegramma che gli mandó via radio dal bordo del "Viribus unitis": "Commosso tantissimo che tu ti sia distúrbalo a venire alla stazione ti ringrazio caro cugino; ancora di cuore della tua gentile attenzione. Mi ra I legra i; particolarmente di averti rivisto e ti prego di essere anche in futuro sicuro deli'affetto della fedeltá di tuo cugino. con i piü cordial! saluti Franz" (telegramma del 24.06.1 914).5 Questi furono gli ultimi saluti a! "caro ed adórate, cugino" ("lieben verehrten Vetter"). Dopo aver ricevuto da Hohenlohe ancho la coiiv.: ferma uíficiale della tremenda nctizia da Sarajevo (lettera del 28.06.1914), a Lodovico non rimase al tro che fare "col cuore sbranato" ("mit zerfleischtem Herzen") lé;¡ condoglianze agli orfani dell'Arciduca ereditario ^Ai-s chelburg, 1984, 75). Contemporáneamente dalla Grecia, Luisa, figlia de) segretario ed amico fedele Antonio Vives e figlioccia di Lodovico Salvatore, scrisse una lettera piena di compassione alla dimora di Zíndis, -.sapendo qusnto era grave la perdita per il suo padrino (lettera de! 29.06.1914). La test nionianza di Koudelka getta anche luce sullo stato di salute di Lodovico. Ormai aveva quasi compiutö 67 anni e negli ultimi anni era molto auméntalo di peso. Di conseguenza aveva anche difficoltá a muoversi, il 2 Orig.: "... da brachte ein Diener einen Feklsessel und stellte ihn wenige Meter neben mir auf. Ein älterer, recht weri'g soigniert aussehender Herr nahm Platz. Keiner von uns wußte, wer das war. Als der Erzherzog unsere Meldungen entgegengenommen hatte, sah er den älteren Herrn, der sich erhoben hatte, und eilte auf ihn zu: "Es ist rüh:end lieb von dir, daß auch du mich begrüßt!" Nun konnten wir uns zusammenreimen, daß dies der 67 jährige Erzherzog Ludwig Salvator war ...":<. (Koudelka, 1987, 200s). 3 Orig: "Ungemein gerührt, daß du Dich auf die Bahn bemüht hast, danlce ich Dir liebe: Vetter nochmals innigst für Deine so liebenswürdige Aufmerksamkeit und bitte Dich auch fernehit» der Anhänglichkeit und treuen Gesinnung Deines Vetters versichert zn sein mit herzlichsten Grüßen Franz." Plrallll Mmé¡& Fig. 12: La "villa di sotto" (stalo attuale). (Fotö: B. Mader) S¡. 12: Današnje stanje 'spodnje vile" v Zindisu. (Foto: B. Mader) ANNALES 14/' 98 Brigitta MADER: "Ml ČREDA SEM PRE SUO AFE. A. LUIC1 SALVATORE ECC." ..., H1-164 4 Ölig.:"... bereit? seit zwei laliren unter den Beschwerden zunehmender abnormaler Fettleibigkeit und in letzter Zeit aucii durch dai Anschwellen der Arme und Hantle immerhin nicht wdiiig zu leiden hat." 5 Orig. "daß der durchlauchtigste Heu Erzherzog zeitweilig von leichten Atembeschwerden befallen wurde und dass sich jucl» eine gewisse Müdigkeit und Schläfrigkeit bemerkbar machte.' che spiega il perché avesse aspertato seduto Francesco Ferdinande. Ma ci si ricorda anche a Muggia che l'Arciduca veniva portato iri una sedia a San Rocco per assistere alia santa Messet nella piccola chieseita ac-canto al cantiere di Strudthoff. Esistono inoltre notizie ufficiali sulle condizioni di salute di Lodovico. In un rapporto (07.07.1913) dell'i.r. consolé generale Szent-inyklósy a Barcellona all'i.r. Ministero dell'imperialregia casa e riegli affari esteri (k.u.k. Ministerium des kaiserlichen und königlichen Hauses und des Äusseren in Wien) a Vienna venivano smentite ie voci messe in giro dalla stampa di Maiorca secondo le quali l'Arciduca si era gravemente ammalato. Veniamo cosí a conoscenza che Lodovico soffriva "gia da due anni di disturbi provocati da un'obesitä anormale e sempre piü grave ed últimamente anche di gonfiore alle braccia e alie maní."4 II 17 novembre del 1913 Lodovico Salvatore árrivo ad Alessandría per trascorreré i mesi invernali nella sua villa di Ramleh (rapporto del 20.11.1913 dal Cairo). Dopo una visita a Lodovico, il viceconsole Schwagula rifen dal Cairo che "l'Arciduca soffre ogni tanto di disturbi di respirazione,. ma anche di una certa stanchezza e sonnolenza".5 inoltre gli arti si presen-tavano molto gonfi, tanto che l'Arciduca ebbe gravi difßcoltä ad aizarsi senza aiuto per salutarlo ("Die Extremitäten seien noch stark geschwollen gewesen und als seine k.u.k. Hoheit sich am Schlüsse der Audienz vom Sessel erheben wollte, sei dies kaum ohne Mithilfe möglich gewesen"). ¡r\ occasione di un'altra visita av-venuta il 4 dicembre, stava pero decisainente meglio ed era anche in grado di camminare da solo, lentamente, fino all'entrata del giardino (rapporto del 10.12.1913 dal Cairo), il soggiornO nef mite clima egiziano ebbe buoni effetti sulla salute di lodovico Salvatore. E quando il 4 giugno del 1914 partí a bordo del piróscafo del Lloyd "Wien" per Trieste, era sia "físicamente che mentalmente molto piü fresco" che dopo il suo arrivo in novembre. Solo gli arti, "in parlicolare i piedi sempre molto gonfi", 157 ANN ALES 14/'98 Brígida WOB!:'MICREDA SFMWC S!JO ÄFF A. LUICISALVATOREECC.". .. 141-16-t gü creavano delle difficollá "non indifferent!" nel cam- 07.1914). Evidentemente Lodovico seguí il consiglio del minare ("Der hiesige Aufenthalt hat Seiner kaiserlichen Marchesetti di mettersi in contatto con Murri perché und königlichen Hoheit entschieden gut angeschlagen, esiste ancora una sua lettera da Brandeis del 11 agosto denn der hohe Herr war bei der Abreise, sowohl kör- del 1915 indirizzata al Murri, in cui Lodovico si con- perlich als auch geistig, bedeutend frischer als während gratulava con Murri per "la sua nomina a ispeltbre der ersten Zeit nach seiner, im Monate November v. Js. generale del servizío clínico deli'armata d'ltalia". erfolgten Ankunft in Egypten, wenn auch die Exire- Sembra perd che questa lettera, per motivi poliüci, non mitäten, insbesondere die Füsse, noch eine starke An- sia mai giunta al destinatario che nsiedeva allora in terra Schwellung aufweisen, welche Seiner kais. Hoheit beim nemica. Gehen nicht unbedeutende Schwierigkeiten verur- Nonostante i buöni risultati delle anallsi delle urine, sacht."; (rapporto deH'08.06.1914 da Bulkeley-Ramleb). Marchesetti consiglió a Lodovico di cambiare dieta per Arrivato a Trieste e poi a Zindis, dove Lodovico calare di peso. Prima di partiré per le vacanze si affretto ormai da alcuni anni, probabilmente anche per motivi ad indicargli "in poche parole la dieta che secondo i di salute, abitava nella cosicídetta "villa di sotto" (ora in principal! igienisti, sarebbe la piii confacente nella cura strada per Chiampore 36) (Fig. 12) (protocollo del 6. della polisarcia" (N.d.A, termine técnico per obesitá) e 11.1915, Obersthofmarschallamt), si mise senza indugi suggeri di non prendere esemplo dal pranzo "cui in contatto con il Marchesetti. Questa volta invece gli l'Altezza Vosíra ebbe la gentiíezza d'invitarmi l'altro chiese un consiglio da medico. Fortuna volle che Mar- giorno" perché non era absolutamente indicato "per una chesetti fosse pure medico, anche se da anni non piü . cura tendente a dimagrire". Seguiva una dettagíiata lista platicante. Aveva studiato medicina a Vienna dai piü dei cibi permessi piñ un piano accurato per ogni pastó illustri protessori dell'epoca come Hyrtí, Rokitansky. Bil- del giorno con indicazioni di quántitá e modo di.prc- Iroih e Hebra (Mader, 1993 (1994), 139) e dopo essersi parazione. Cito anche i cibi e le bevande da evitaré op- laureato il 16 dicembre del 1874 esercitö la professione pure consumare "i! meno possibile" {lettera de! 25.07. medica a Trieste. Nell'autunno del 1875 colse l'oc- 1914). Questo consiglio comprendeva anche la birra, casione per imbarcarsi come medico di bordó su una bévanda tanto amata dalPArciduca. La sua predilezione nave del Lloyd diretta in India. Fu ufíicialmenle inca- per la birra risulta tra l'altro anche da una fattura della ricato di studíare su! posto le maiattie endemiche tro- ditta E:A. jasbitz-Agenzia d'esportazióne della Birra in pical¡ e le relative terapie (Prihoda. 1883, 2). In realtä; botliglie rli A. Dreher a Trieste, la quaíe spcdl neí- questo viaggio costituíva per Marchesetti una meravi- ¡'agosto del '13, col vnporetto "Borgolauro", 4 casse gíiosa occasione per studiare e raccogliere piante do- "con totale 200 boRiglie della birra Kaiser uso Pilsen vunque la nave attraccava. Gia nel maggio del 1876 la non pasteurizzata" piu "2 bottiglie da 1/2 litro con birra sua carrierá di medico si concluse definitivamente con Marzo pasteurizzata" da provare perché Lodovico aveva la nomina a direttore del Museo di sloria naturale di evidentemente dei dubbi sulla qualita di questo tipo di Trieste. Solo alcune ricette intestate "Dr. C. de Mar- birra fornita dalla Dreher {factura con lettera delJ'11. chesetti", che poi furoho úsate per appunti botanici, 08.1913). testimoniara áncora questo periodo. Proponendo a Lodovico anche "moto moderató. a Lodovico pero si fidava de! Marchesetti e fo-se gli. poco ä poco aumentante" e "se possibíle qualche éser- era anche piü facile parlare dei pfóblemi della propria cizio físico anche passivo", Marchesetti fu "persuaso che salute con un caro vecchio amico quasi coelaneo che se Vostra Altezza avrä la costanza di attenersi strét- con un medico qual.siasi. E Marchesetti si occupd infetti tómente ai dettami razionali di una cura di dimá- anche di questo problema con la sua particolare scru- griménto, in qualche mese potra ríaquisíare completa- polositá. Fece fare a Lodovico un'analisi delle urine mente la Sua antica floridezza" (lettera del 25.07.1914). presso il Fisicato Civico del professor Timeus a Trieste. In questo purtroppo il Marchesetti erro, oppure non Nella lettera de! 10 iuglio del 1914 gli comunicó lie'a- volle che Lodovico si pi'eocupasse troppo delle gravi mente che l'anaíisi "non presento nulla di anormale, condizioni della sua salute Ormai gli restava solo poco senza alcuna traccia di albúmina e di zucchero, con pííi di un anno di vita. Soffriva di elefantiasi, una che resta esclusa qualsiasi affezíone urale come pure il mostruosa ipertrofia di tutti gli strati cutane; in seguito ad diabete" e aggiunse "Quanto prima mi permétteró por- un blocco del deflusso nei vasi linfatici. La malattia puo tarle l'anaíisi pariicolareggiata che fornirä elementí im- essere ereditaria oppure provocata da un cronico edema poríanti per un'eventuale diagnosi del Prof. Murri." il linfático. Nei caso dell'Arciduca probabilmente non si professor Augusto Murri esercitava a Bologna e siccome trattava della forma ereditaria - tanto e vero che i primi in questa stagione estiva "le cliniche a Bologna sono gia sintomi si manifestarono appena neil'eta avanzata - rna chiü'se" Marchesetti suggeriva aH'Arciduca di "telegra- piuttosto forse dell'Elefantiasis arabum, causata da una fare (con risposta pagata) alia Clínica di Bologna do- specie di Filaría diffusa nei paesi tropical! che penetra mandando ove ora si trovi e poi Iclegrafare al Prof. tramite insetli che succhiano il sangue nel corpo umano. Murri" per fissare un appunta mentó (lettera del 10. La calcificazione di questi parassiti provoca ¡I blocco dé! ANN ALES 14/'98 RitpilM MADíR "M! CREOASLWPRF5UOAFK A ¡ UIO SALVATORE £CC '.... : tt \M vasi linfatici e d¡ conseguenza lo sviluppo di un crónico Vienna in cui gli veniva comumcato "Sarebbe da imedema linfático (Zetkin-Sclialdach, 1992, 571). 11 falto porre urgentemente cambio di domicilio a causa del che questa forma colpisca in particolare gli arti, cor- pericolo baciamano".6 Una settimana dopo Cario Co-risponde bene con i disturbi di cui Lodovico Salvatore ronini-Cronberg annunció il suo arrivo a Zindis ebbe a soífrire e rende ancora piü probabíle l'ipotesi che (telegramma del 22.08.1914). Cario Ccronini divenne luí avesse contratto la maiattia durante uno dei suoi "Kammervorsteher" (direttore delía Corte) di Lodovico numcrosi viaggi. Anche l'esame autoptico eseguito da! Salvatore nel 1907, quando i! suo prozio e omonímo professor Dr. j. Hlava riportó delle gambe "enormemente non poté piü essere al servizio dell'Arciduca per pro-ingrossite". Fu pero anche constatato un ingrussamento blemi di vista (Zimmermann, 1914, 111. Accompagnato de! cuore, dei polmoni, del fegato, dei reni e della milza dal Coronini, Lodovico si recó a Gorizia, dove in come puré un'ateiosclerosi universale \OMaA). seguito alloggid neila Villa Ceconi, appaitenente alia Quindi tutte le cure prescritte come puré il consiglio famiglia dei Coronini, nell'allora vía Salcano, ora via del Marchesetti di tomare a Gastein dove "¡'aria bal- Montesanto (lettera di G. Coronini del 25.01.1971). samica ... in unione alie sue acque salubri complete- Non sapendo ancora che non avrebbe mai piü rivi- ranno la cura" (lettera del 25.07.1914) e dove Lodovico, sto, dalla sua scrivania a Zindis, "le graziose colime" del soggiomando al "Hotel Elisabethhof", si trovava "molto Golfo con i loro "ridenti paesini" circondate dalla "coro- bene" (lettere deü'anno precedente 29.07.1913 e del na di diamante" delle "montagne innevate dell'ltaíia" 10.08.1913), potevano ormai solo daré un beneficio (Ludwig Salvator, manoscritto senza data)/ Lodovico temporáneo ma non piü evitare l'inevitabile. continuó ad occuparsi dei suoi lavori preparando il suo Ma la siíuazione stava degenerando anche sul piano libro "Zártlichkeitsausdrücke und Koseworte in der fria- pofitico. II 28 giugno del 1914 l'Austria dichiaró guerra ulisch'en Sprache" (1915), l'uítimo uscito con luí ancora alia Serbia er nel giorno in cui l'Austria ordinó la vívente. In quest'ópera trovavano spazio anche esptes- rílobiütazíone genérale, il Marchesetti scrisse da Berna a sioni dialeltali di Muggia c San Rocco, dove come ri- Lodovico ¡nvíandogli "i piü fervidi auguri di felicita sul corda Lodovico "ancora arca 30 anni fa abitavano aS- suc onomástico". Sperava inoltre in "un esito favorevole" cune famiglie friulane ... e tra di loro continuavano a della cura e di aver il piacere di trovarlo a! suo ritorno parlare la loro lingo a" (Ludwig Salvator. 1915, 7). "pérfettamente ristabilita". "La grave notizia della guerra Lodovico Salvatore peró era sempre appassionato di fatalmente scoppiata" l'aveva anche raggiunto a Berna e botanica Osservava con molta attenzione la flora néi ¡0 "rattrista grandemente". Come moiti in quel momento giardíni di Gorizia dove ebbe ancora i problemi a di anche lui pero credeva, "che la traeoíanza serba s.ira in determinare la specie di una pianta. II 30 agosto de! brevé fíaccata e la bandiera de! principe Eugenio 1914 infattí si rivolse da Gorizia al Marchesetti man- sventolerá di nuovo sui merli di Belgrado" (lettera del dando "soltó fascia un ramuscello d'un albero assai fre- 31.07.1914). quente in questi giardini che adesso con la sua abbon- La situazione pero si aggravó. In seguito alia mobi- dante fioritura produce un effetto bellissimo. 1 íiori sono litázione austríaca la k.u.k. Seetranspoitleitung a Trieste color di rosa, ... ve ne un esemplare bellissimo nel il 1 agosto diede ordine di metiere lo "yot a vapore giardtno di Piedimonte di Attems Desiderei saperne il Nixe" ("Dampfjacht Nixe") al servizio della marina nomo." Purtroppo manca ia risposta di Marchesetti per- militare ("Kriegsmarine"). Date le circostanze, quest'or- ché ('ultima sua lettera conservaíasi é quella da Berna ciine non arrivo di sorpresa. Lodovico infattí aveva gia de! 31 lugiiodel 1914. i contatti peró continuarono. dichiarato dieci anni prima la disponibilitá del "Nixe" in Intanto ''Italia aveva abbondonato la sua posizione caso di guerra. Il "Nixe" peró non divenne nave da neutrale nei confronti dell'Austria. Rivelandosi sempre g .e a in quanto si trovava da tempo a Porto Pí di piü nemica dell'Austria, l'ltalia preparó l'entrata nel- Maiorca. A bordo vi era Giovanni Vascotto di Trieste. I'Entente, con ¡a promessa nell'accordo di Londra {26. Altara quarantenne, era al servizio dell'Arciduca come 04.1915) di aquísire Trento, Alto Adige, Trieste, ie primo macchinista A Podo Pí si occupava dd "Nixe" e contee di Corizia e Gradisca e l'lstria, mentre l'Austria faceva puntualmente rapporto a Lodovico (lettere e fat- avrebbe dato in cambio per restare neutrale solamente turo dal 1912 al 1914). Quando scoppíó la guerra, non Trento, Aquileia e Gradisca (Zoílner-Schüssel, 1985, poté piü ritornare e rimase per almeno due anni a 239s). Poco dopo i'accordo di Londra Coronini ricevette Maiorca (domanda del 15.02.1916). una lettera da Vienna. Il primó "Oberstliofmeister" gli 11 14 agosto de! 1914 arrivo alio "Herrn Érzherzog scrisse che. a causa della "tensione coll'ltalia" cresciuta a Ludvik Salvator Triest Lazaretto" un telegramma da tal punto che l'esito sembrava ímprevedibile, "Sua Ma- 6 Ong.-. "Vegen gefSrpung des Aufenthaltes in Triest wäre domizil enderüng dringend gebot Hand löiss;" 7 Orip.: "Von meinem Schreibtische aus übersehe ich den ganzen Golf von ahmüthigen Hügeln umgürtet die lachende Ortschaften besetzen und denen das schneebedeckte Gebirge Italien; einen diamantenen Kranz bildet." ANNALES 14/'08 8i¡s¡lla MADER: "Mi CREDA SEMf'RE SUO ÄFF. A. LUICI SAt VATORE ECC.".... 141-164 está ritiene sia arrivato il momento che Sua Altezza Impelíale lasci Gorizia ed si stabíliscai più a nord." "Naturalmente", aggíunse, "tutto ció dovrebbe svolgersi con un pretesto platisíbile." (Jettera de! 05.05.1915):8 La situazione era davvero precaria, considerando i! fatto che l'ltalia dichiarô guerra all'Austría ií 23 maggio e appena un mese dopo cominciarono le tremende baitaglie sull'Isonzo, Quindi Lodovico Salvatoré non poté più rímanere nemmeno a Gorizia. Ricevette ancora ai primi di mag-gio la visita del Marchesetti ed I due fecero un'ultima passeggiata insieme nel giardtno di Villa Ceconi (March, 1983, 373). A meta maggio (per quanto riguarda la data precisa le due biografié di March (Le.) e di Schwendinger (1991, 219) si contraddicono) parti a bordo di un treno speciale (lettera di Guglielmo Coronini del 25. 1.1971) assieme alia famiglia Coronini - che si recó al suo castello di Wôllan - per Brandéis suli'Elba, vicino a Praga. Lodovico aveva ereditato dal padre il castello di Brandéis (oggi Brandys nad Labem). Pero anche quest'ultimo soggiorno dell'Arciduca non fu di lunga durata. 'I'rascorreva il tempo lavorando al suo ultimo libro "Auslug- und Wachttürme MalJorcas" (Hubert, 1916, VIII) e le sue condlzioni di salute peg-gioravano di giorno in giorno. 1110 ottobre, infine, di-venne indispensabile un intervento chirurgico eseguito dal professor Rudolf ledlicka di Praga (Schwendinger, 1991, 220). E proprio lo stesso giorno Lodovico scrisse anche la sua ultima lettera ai Marchesetti. La sua bella scrittura era diventata quasi ilieggíbile, i caratteri erano or ma i piccolissimi e si confonde va no uno nell'altro. Non fece parola delle sue difficoltà, anzi, si mostró pre-occupato délia salute pubblica e delle condizioni sani-tarie di Trieste e dei dintorni sperando "che Trieste ri-prenderà presto un aspetto più gajo." (lettera del 10. 10.1915). Né avrebbe potuto più verificarsi la sua speranza cii potersi recare a Montreaux in Svizzera, "ove il vasto lago di Ginevra, gli avrebbe dato almeno f'il-lusione di trovarsi alie sponde del mare" (Marchesetti, 1915, I). Il 12 ottobre del 1915 S'Arciduca Lodovico Salvatoré mor). Si comprende il suo grande interesse per la salute pubblica, espressa anche varie voile nelle sue lettere de! 1911, 1912, e 1913, quando fra l'altro anche il colera minacciava Trieste, ed il Marchesetti gli fornîva oltre aile notizie ritagliate dal giornale persino le copie del Bollettino settimanale del cívico físico di Trieste (lettere di Marchesetti del 02.06.1912; 10.06.1912; 22.06.1912) che non fu solo da semplice preoccupazione in un'época ancora quotidianamente piena di épidémie e malattie contagióse che colpivano più fácilmente le città portuali, ma nacque piuttosto dalla sua esperienza, in quanto perse la sua carissima amica Catalina Homar, ámnij-nlstrátrice ma soprattutto la buon'anima délia sua fenuta a M i rama r, che nel 1905 morí di lebbra contratta durante il viaggio nella Terra Santa (Kleinmann, 1991, 108), Lodovico Salvatoré scrisse in onore e in memoria di Catalina Homar un opuscoietto (1905b), che Marchesetti lesse "con un senso di vera commozione" e lo ntenne "un monumento... beri più glorioso di quelli che s'inalzano a tanti eroi della spada o della penna." (let lera del 09.10.1905). Nella prefazione Lodovico trovó per Catalina delle parole che potrebbero essore valide anche per luí stesso, un personaggio straordinai io a cu i nonostante i suoi grandi meriti è stata rivolta ben poca attenzione rispetto ad altri componenti della famiglia degíi Asburgo: "Stranameiite gli uomini si occupano maggiormente delle azioni di coloro che gli creano dannn. La loro storia viene riportata in tutti i modi e sensi e si legge con bramosia. Falsi eruditi, che nei cuori adoloscenti spen-sero con erronee dottrine la fiaccola della credénza, ribelli che misero a fuoco e fíamme un paese tranquillo, conquistatori che condussero centinaia di migliaia di esseri al banco del maeeHaio - a loro si erige un monumento ... Della sroria di creature buone, che amatorio ed aiutarono il pioss/mo, di quella non ci si occupa appena; la loro voce rimane senza eco come quella degli utili uccelli canoi i che si perde nel silenzio del bosco e si; confonde nel mare delíe susseguenti onde di uomini."9 RINGRAZIAMENTI I miel più viví ringraziamenti per la disponibilité e la coliaborazione offerte nel corso delle mié ricerchc vanno a (in ordine alfabético): dr. Wíadimir Aichelburg. Vienna; Renzo Arcon, Ar-chivio Diplomático (Biblioteca Cívica) Trieste; dott. Adele Brandi, Archivio di Stato di Gorizia; dott. Ugo Cova, Archivio di Stato di Trieste: Albrecht Ho'nenberg, 3 Orig.: "Nachdem die Spannung mit Italien auf einen Punkt gediehen ist, so es schwer zu sagen ist welche Wendung die ganze--Austragung nehmen wird, halten Ihre Majestät den Zeitpunkt gekommen, so Seine kaiserliche Hoheit Götz besser verlasse« und einen nördlichen Aufenthalt suchen sollte. Natürlich müßte dies unter einem plausiblen Vorwand geschehen." 9 Orig : "Sonderbarer Weise beschäftigen sich die Menschen am meisten mit den Thaten derjenigen, die ihnen Schaden zufOßferi. Die Geschichte derselben wird nach aller. Arten und Richtunsen hin geschrieben und mit Gier gelesen. Falschen Gelehrten, welche durch ihre irrigen Lehren die Fackel clel Glaubens in den jugendlichen Herzen erlöschten, Empörern, die ein ruhiges Land in Feuer und Flammen setzten, Eroberern, welche Hunderttausende zur Schlachtbank führten - ihnen wird ein Denkmal errichtet ... Um die Geschichte woblihätiger Wesen, welche ihre Mitmenschen liebten, ihnen halfen., um die kümmert mars sich kaum; ihre Stimme verhallt ungehört wie die der nützlichen Singvögel in der Waldesstille verklingt und verschwimmt in dem Meere der aufeinanderfolgenden Menschenwogen." 160 ANN ALES 14/'98 Brigitta MAOER:"MI CREDASîMPRE 5UO AFF. A. LUIGI SAIVATORC ECC." .... 14M64 Vienna; Adriana Kosak de Farolfi e Valentina de Farolfi, Trieste; dott. Ruggero Calligaris, Museo di Storia Naturale Trieste: Dr. Peter Jung, Archivio di Stato di Vienna (Kriegsarchiv); Maja Kranjc, Inštitut za raziskovanje Krasa, ZRC SAZU, Postojna; María e Bruno Saule, Zindts; Dr. Elisabeth Springer, Archivio di Stato di Vienna (Haus-Hot- und Staatsarchiv); Dr. Robert Stangl, istituto Botánico dell'Universitä di Vienna; dott. Franco Stener, Muggia; Matej Župančič, Museo regionale di Capo-distria. "TVOJ GLOBOKO VDANI LUDVIK SALVATOR, NADVOJVODA ETC." Bivanje nadvojvode Ludvika Salvatorja v Trstu, kakor je razvidno iz njegove korespondence s Carlorn de Marchesettijem B ti gifts MADFR A-1050 VVien, Kriehubergassc- 25/11 POVZETEK V pozni jeseni leta 1876 je avstrijski nadvojvoda Ludovik Salva tor v Zindisu pri Miljah kupil podeželsko vilo s pripadajočimi zemljišči, ki je bila potem njegovo stalno letno bivališče vse do ieta I'll 4, ko je morai zaradi vojnih dogodkov po nasvetu svojega bratranca cesarja Franca Jožefa I. iz tega kraja oditi, t' Trstu je med drugimi spoznal botanika, prazgodovinama in direktorja Naravoslovnega muzeja Carta de Marchesettija, s katerim je ostal v prijateljskih stikih vse do svoje smrti oktobra leta 1915. Njegova bogata korespondenca z Marchesettijem na eni strani priča o njegovem zavzetem zanimanju za botaniko, speleologijo in prazgodovino ter o njegovih intenzivnih stikih /. različnimi znanstveniki tistega časa., na drugi strani pa osvetljuje tudi Marchesettijevo sodelovanje pri njegovih delih in odpira tudi pogled v njegovo zasebno življenje, v njegovo globoko prijateljstvo z avstrijskim prestolonaslednikom nadvojvodom Francem Ferdinandom in v njegove nemajhne zdravstvene težave zaradi elefantiaze Artorica na osnovi doslej neobjavljenega arhivskega gradiva (v državnih in zasebnih arhivih na Dunaju in v Trstu} ter na osnovi lastnih terenskih raziskav v Trstu in Miljah v svoji razpravi ni prikazala le bivanja Ludvika Salvatorja na Tržaškem, ampak predvsem živo in avtentično podobo tega zanimivega človeka; pri tem je postavila v ospredje veliko mnogostranskost. popolno predanost znanstvenemu raziskovanju ter veliko rahločutnost nadvojvode, ki je žal bil doslej - zgolj zaradi prepogosto samosvojega in za nadvojvodski stan povsem nenavadnega načina življenja - ožigosan kot "odpadnik" in "entant terrible" avstrijske cesarske hiše Ključne besede: Ludvvig Salvator, botanika, speleologija, Egipt, flora, Avstrijsko Primorje, Milje, Trst, Istra FONT! E BIBLIOGRAFIA Atti Mus. civ. Stor. nat. Trieste = Atti del Museo Cívico di storia naturale di Trieste. Abbreviazioni HHStAW Haus, Hof-und Staatsarchiv Wien AD - Archivio Diplomático - Biblioteca Civíca di Trieste KA - Kriegsarchiv Wien AdmR - Administrative Registratur LS - Habsburger Familienarchiv Ludwig Salvator Adria - ADR1A, Illustrierte Monatsschrift für Landes-u. Mit.G.G, - Mitteilungen der k.k. Geographischen Ge- A fam F - Archivio familiäre Farolfi Trieste Seilschaft in Wien. AMSI - Atti e Memorie della Societä Isíriana di Arche- NHMW - Naturhistorisches Museum Wien. "logia e Storia patria, (Parenzo, Venezia) Trieste. OMaA - Obersthof marsclallanl ASGo - Archivio di Stato di Gorizia OK - Öster. Kaiserhaus ASCC - Archivio Storico Coronini-Cronberg PI - Pagine Istriane, Capodistria. Alli Marchesetti - Atti Giornata internazionale di Studio Volkskunde, Volkswirtschaft und Touristik der adria- C. Marchesetti (9. ott. 1993), Tiieste. tischen Küstenländer Editore |osef Siradner, Triest. ANN ALES 14/'98 SriRitlo MADER: "Ml CRF.DA SEMPRE SUOAFF. A. LUICî SALVATOKE ECC ".... 141-164 Lettere ad Marchesetti a) Lettere di Marchesetti all'Arciduca Lodovico Saiva-tore: A fam F (le fotocopie)* 1 f> 02.1896 28.1 ¿,18% 02.06.1057 29.07.189!) 2fc.12.isn0 27.01.1901 11.07.IP04 26.12.1904 inaiApr. 1305 09.10.1905 0305.1907 29.04.1911 18.05.1911 0602.1911 02.06.1911 10.06.1912 22.06.1512 17.05.11)13 b) Minute di Marchesetti all'Arciduca Lodovico Salva-tore: AD (R.P.MS. Mise. 88/Q8P-Z) 28.12.1896 (2 miiwlc 09.111 R9fl ' 28.09.1906 22.03.1907 29 12.1908 pralicamenie ugualj) c) Lettere di A4archesefti ali'Arciduca Lodovico Salvatore: HHStAW LS 4,6 17.07,190 20.09,1913 01 09.1913 2 9.06.1914 10.07.1914 13.07.1914 25.07,1914 31.07.1914 Carla 4a Visite «mza «lala: HHSlAW, tS 6 d) Lettera di Marchesetti a Josef Szombatby del 20. 10.1904 si trova nell'archivio della sezione preistorica del Museo di Storia Naturale a Vienna {Prähistorische Abteilung des Naturhistorischen Museums in Wien); la lettera di Szombathy a Marchesetti del 06 09.1904: AD I.R.P. MS. Mise. 8S/Q/P-Z ßusta S6 e) Diari di Marchesetti: per l'anno 1898:R.P.MS. Misc88/A/1/222 AD, per l'anno 1911:88/A/1 f) Lettera di Schweinfurth a Marchesetti de! 27.10. 1910: AD, R.P.MS.Mise. 38/Q/P-Z, ßusta SI; Ja minuta di Marchesetti a Schweinfurth del 15.10.1905; AD, R.P.MS. Mise. 88/Q/P-Z. g) Manoscritto de! necrologio per Lodovico Salvatore: AD, R.P.MS.Mise. 88/M/25/1. ad Lodovico Salvatore a) Lettere deü'Arciduca a Marchesetti conservate: AD, R.P.MS.Mise. 88/P/G-O, ßusta L2„ 1109,1895 11.11,1895 23.02.18% 16.01.1697 0406.1597 22 05.1897 22.06.1897 2806,1897 0S,tJl.i89ö 19.0i.1S99 1-1.12.5899 23.12.1899 24.07 1903 0303.1905 16.03.190S 21.07.1910 30.10.1910 12.02.1911 17.04.1911 03.05,1911 14.05.t911 19.05,1911 24.0.5.1911 05.06-1911 14.12.1911 31.03,1913 29.07.1913 10.08.1913 30.08.1914 10.10.1913 b) Lettera deü'Arciduca a Marchesetti del 09.07. 1904 si trova A fam F c) Lettere della madre Maria Antonia a Lodovico Salvatore (1877-1884): HHStAW LSI; la corrispondenza familiäre di Lodovico Salvatore: HHStAW LSI d) Lettera del 21.06.1914 ed il telegramma del 24. 06.1914 deü'Arciduca Francesco Ferdinando a Lodovico Salvatore: HHStAW LS1 e) Lettera di Luisa Vives Cilimingras all'Arciduca del 29.06.1914 da Akrotirr; HHStAW LS2 f) Lettere di August Alber von Glanstätten a Lodovico Salvatore: HHStAW LS1 09.10.1876 27.10.1876 16.111876 g) Lettere di von Hohenlohe a Lodovico Salvatore del 20.06.1914 edel 24.06.1914: HHSlAW LS3 h) Lettera con fattura della ditta jasbitz, Trieste a Lodovico Salvatore del 11.08.1913; HHStAW LSI 2 i) Lettere di von Jordans a Lodovico Salvatore del 22. 07.1913 edel 23.10.1913; HHStAW LS6 j) Lettera di Lodovico Salvatore cd Augusto Murri del 11.08.1915: HHStAW, Adme OK, Fach1-68 Erzherzoge L-W, Akt 7, 78 093 1915 k) Telegramma del 14.08.1914 a Lodovico Salvatore: HHStAW LS 14 I) Lettere di Giovanni Vaseotto a Lodovico Salvatore del 09.06.1914 e del 23.04.1913 (Porto PI) e diverse fatlure da Maioica saldate da Vascotto negli anni 1912-1914; HHStAW, LSI 2 ex; Domanda di Marie Vascotto (moglie di Giovanni) all'Obersthofmarschallamt di Vienna del 15.02.1916: OMaA 508 III/B Nr. 224; 72 415 1916. m) Rapporli ufficiali concernenti lo stato di salute di Lodovico Salvatore del 07.07.1913 (Szentmiklosy da Barcelona), del 20.11.1913 (Szechenyi dal Cairo), döl 10.12.1913 (Szechenyi dal Cairo) e deü'08.06.1914 (Szechenyi da Bulkeley): HHStAW OK, Fach 1-68, Erz-: herzöge L-W n) Rapporto di autopsia fatto neIJa notte dopo la moite di Lodovico Salvatore (12.-13.10.19151: OMaA 508 ill/B Nr. 224 (1915-1918) o) Manoscritto di Lodovico Salvatore senza data e non pubblicato: HHStAW, LS 11 nella cosiddetta 'Villa di sotto": Protocollo del OMaA del 06.11.1915 (Iii 224, 1653, 1915) HHStAW OMaA 508 IH/B224; La eepia de! ; contratto di compravendita concernente la villa di Zindis ("villa di sopra") dei novembre 1876: HHStAW LS 12; Le notizie sui conlratti di compravendita ancöra in sospeso dopo la niorte di Lodovico Salvatore: HHStAW OMaA 508 lil/B 224, 103 654 1916.; La notizia sul tat» che Lodovico Salvatore tu anche cittadino onorario di; Muggia: lettera del Municipio di Muggia a Lodovico Salvatore del 08.01.1883, HHStAW LS 14 ad Johann Nepomuk Salvator 'Johann Orth": HHStAW, AdmR, OK, Fach 1-68, Erzherzoge L-W ad Carlo Coronini-Cronberg a) ad Carlo Telegramma di Coronini a Lodovico Salvatore del 22.08.1914 HHStAW LS 13 Lettera dell'Oberstmaischallamt di Vienna a Ccronini del 05.05.1915: AStGO, ASCC: Ii decreto di nomina a Kammervorstehei" del 2B.03.1907: AStGO, ASCC b) ad Giuglielmo Lellera a Florello di Farolfi del 25.01.1971: A fam F ad Muggia L'indicazione sul domioilio di Lodovico Salvatore nella cosiddetta "vifla di sotto": Protocollo de! OMaA del 06.11.1915 (III 224, 1653, 1915) HHStAW OMaA 508 IÜ/B224; La copia del contratto di compravendita concernente la villa di Zindis ("villa di sopra") del novembre 1876: HHStAW LS 12; Le nolizie sui contratti di com- * Cii ;origih«ji bi trovario .'-icurarnente nel lasc-to di I odovico Saîvaiore a MaiorcV I disœr.denti degli erodi, le Signore Ribas. non harinô pero dato nessuna risposta di conlerma alla mia ripeluta richiesta. ANN ALES 14/'98 Brígida MAiXfi: "Ml CRÍOA SfMJ'Rf SUO AFF. A. i.UICI SALVATORt EC.C." ..., 141-164 pravendita ancora in sospeso dopo la morte di l.odovico Salvatore: H HS t AW OMaA 508 lll/B 224,103 654 1916.; La noticia sol fatto che Lodovico Salvatore fu anche cittadino onorario di Muggia: lettera del (Municipio di Muggia a Lodovico Salvatore del 00.01.1883, H H St AW LS 14 ad Ramleh i.e indicazioni sull'acquisto dei terreni a Ramleh da parte di Lodovico Salvatore: del 30.03.1899 e del 24. 04.1900 (Administrativer Gegenstand Nr. L IV e), HHStAW, AdmR, OK, Fach 1-68, Erzherzoge L-W. ad Edouard Alfred Martel Lettera di Martel a Friedrich Müller del 29.09.1896: Arcliivio della sezione speleologica del Museo di Storia Naturale di Vienna (Abteilung tur Karst- und Höhlenforschung des NHM in Wien), ad "NIXE" Lo scritto deiril.04.1904 concernente la dichiarazione de! 26.03.1904 di Lodovico Salvatore di consegnare il "Nixe" in caso di guerra: KA: k.u.k. Seeiransportleitung, Operationskanzlei MS/OK, 1904, JX-7/7, Nr. 711; L'or-dine di consegna del "Nixe" (Beistellungs-Ordeij del 01. 08.1914 daila k.u.k. Seetransportleitung: HHStAW, LS 9. Adamovic, L. (1911): Die Pflanzenwelt Dalmatiens. Leipzig. Adamovic, L. (1929): Die Pflanzenwelt der Adrialänder. ; Jena. Aichélburg, W. (1984): Sarajevo 28. Juni 1914. Wien. André, D. (1997): La Plume et Jes Gouffres. Correspondance d'Edouard Alfred Martel (1868-1936). Association E.A.Martel. Lozère. Saldncci, A. (1910/11): La flora delle Isole Pelagose. 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