f % Voi sonerete le vostre trorrjbe, noi soderemo te nostre con/pane! Giornale ecgmomjco-politico settimanale Abbonamento annno Cor. 6.— Semestre Cor. 3.— Unione postale Cor. 8. Un numero separato cent. 10. — Pagamenti antecipati. PREZZO DELLE INSERZIONI per ogni riga di testo : Arrisi commerciali in III pagina cent. 10, in IV pagina cent. 8. Per comunicati in III pagina per ogni riga di testo cent. 20. Avvisi collettivi 2 cent, la parola. Esce tutti i mercoledì a mezzogiorno. PEI\ Iìfl COfìCOHDlR. L'ultimo congresso di Udine deve servire d'esempio a noi istriani. Là abbiamo veduto raccolti nel sacro nome di patria tutti i partiti d'Italia. Le ire di parte tacquero come per incanto: tutti gli italiani animati da un forte, da un nuovo patriotismo, si sono sentiti fratelli in quel memorando congresso; v'abbiamo veduto il monarchico accanto al republicano, il liberale accanto al socialista; Ricciotti Garibaldi fu visto a braccetto con l'abate Sii vostri. Gli italiani anno dimostrato che quando trattasi del bene, della grandezza della patria sono tutti d' un pensiero, sono tutti d' un cuore. E se un tanto fanno gli italiani del regno, perchè non lo potranno fare gli italiani dell' Istria? Che, corre nelle nostre vene forse altro sangue? O torse il pericolo che ci sovrasta non è dei più terribili? E' forse questo il momento d'esser disuniti? T'na delle peggiori piaghe che af tliggono il partito italiano dell' Istria è senza dubbio la disunione. Noi non formiamo una massa compatta, non formiamo una densa falange, ma siamo divisi in tanti gruppi e gruppetti, che sono una delle principali cause della nostra inferiorità di fronte ai vari avversari nostri. Anzitutto le rivalità fra città e città, fra borgata e borgata. Eh, dirà qualcuno con Paolo Tedeschi, queste inimicizie sono la patente della nostra italianità. Noi saremmo invece d'avviso che si dovrebbe dimostrare l'italianità nostra ben altrimenti, facendo proprio l'opposto, sacrificando sull'altare della patria tutti i risentimenti, tutte le ambizioncelle di campanile, e facendo tutti quanto si conviene all' interesse comune, quanto è utile all' italianità della nostra terra. AUSONIO POL ANO mn mtBBitira D' allora Giacometto menava la matita a cottimo in tutti i ritagli di tempo, dove si trovasse, nello studio del principale, per la via, lungo il pittoresco ponte di Semedella, sul verde cocuzzolo del monte San Marco, da cui lo sguardo, inebbriato dalla semplice poesia che viene dal nostro mare, accarezza mollemente quella visione medievale, circonfusa di luce e di colori, che è il romantico castello di Miramar, e una parte dell'amica e vicina Trieste, e lontan lontano, avvolte in un velo di nebbia trasparente e candida, le casette biancheggianti di Grado, la forte, la vetusta, la storica cittadella dei patriarchi, dei pescatori intrepidi, robusti, fieramente attaccati al proprio campanile, ai propri costumi puramente veneti e al natio vernacolo, per snellezza e tradizioni gloriose non ultimo fra i dialetti d'Italia. Intanto il cervello di Giacometto batteva ogr i giorno più la campagna; ed egli, invanitosi a quel primo in- Poi abbiamo entro le mura dei paesi i vari partiti (partiti a mo' di dire). Ogni città, ogni borgata, specie quelle dove il pericolo nazionale è più lontano, si prendono il lusso di esser divise in due o più fazioni; perfino paeselli che constano di poche case attorno al campanile, danno il triste esempio di discordie intestine. Anche da noi, che al dirla col nostro popolo siamo «quattro gamberi in t'un sesto" esistono i conservativi (pochini a dir vero), i liberali, i republicani, i socialisti e ultimamente anno alzato il capo anche i clericali. Non si vuol con ciò negare ad o-gnuno il diritto di aver le proprie idee, e nè pure quello di cercar di propagarle: ognuno è padrone di pensare e di fare ciò che meglio gli aggrada; ma. sunl certi denique fines; vi sono certi limiti, oltrepassati i quali, per cercar l'interesse proprio personale, o quello del proprio campanile o quello del propro partito, si corre ciscliio-di. recar- danua aliti santa cavici della italianità. La disunione e la conseguente sfiducia reciproca sono le prime cause della nostra apatìa, di quell'anemia morale che ci pervade tutti e che ci rende indifferenti davanti i continui insulti ai quali siamo soggetti. Orsù, uniamoci una bella volta, stringiamo le file, formiamo una falange compatta, che sia capace di resistere contro ogni assalto. Il momento è solenne! Dimentichiamo il passato; diamoci la mano l'un l'altro; chiamiamoci finalmente fratelli. Il momento é solenne, decisivo.. Se saremo uniti vinceremo; e allora i posteri troverai) scritto a caratteri d'oro nel gran libro della storia: „in fondo all'Adria, al confine orientale d'Italia, un manipolo di prodi à resistito alla sperato trionfo, correva a occhi chiusi dietro a una gloria ch'egli considerava ormai sua, senz'avvedersi che andava a capo fitto nelle braccia del ridicolo e della rovina. Stimolato dai giovani legali dell'avvocato Bimagi, dalla scolaresca a-vida di diversivi, da alcuni cittadini della buona compagnia, il misero, dopo lungo tentennare, divisò di raccogliere in un volume le sue foglie sparse, e non erano poche, e di darle alle stampe. A nulla valsero le minacce, lo preghiere, i consigli dei numerosi parenti, che, a giorno delle tristissime condizioni finanziarie del mattoide, risolutamente si opponevano a quella pubblicazione. Lui tenne duro, e un bel mattino, indossati gli abiti della festa, con gli occhi luccicanti di gioia e di pazzia, intascato il fascio prezioso dei manoscritti, si portò difilato al locale stabilimento tipografico. Il proprietario e direttore della tipografia, uomo onestissimo a prova di bomba, caldo patriota, appena si vide comparire dinanzi l'illustre vate, mangiò la foglia; e per non cantargli un bel no così fatto sul muso, promise d'imprimere tutta quella dantesca poesia, marea slava ed à vinto, ed à salvato l'italica civiltà" ; allora essi esclameranno: gloria a voi, figli di Roma! se invece saremo discordi e divisi, verremo di certo sopraffatti e allora la storia annoterà con caretteri di fango: .chiamati da Natura alla difesa della porta orientale d'Italia, gli I-striani. perchè divisi fra loro, perchè corrosi dalle intestine discordie, cedettero al violento urto dei nuovi venuti e scomparvero;" e i posteri pensando a noi, esclameranno con disprezzo: gli Istriani furono! Ordunque scegliamo! Congresso di studenti. Lunedi 5 corr. alle ore 18 ebbe luogo a Trieste, nella sala della Società Operaia, un' adunanza a par. 2 di studenti giuliani, convocata dal Sig. Visintini. Fu eletto a presidente Aldo Forti. Resinami tenne una lunga rela lazione : spiegò i vari motivi per cui1, tanti studenti, specie legali, non si recano ad lnnsbruck, il più importante dei quali, è di certo la mancanza di mezzi necessari. Propone alla fine di nominare un comitato, che abbia l'incarico di raccogliere a tale scopo denari tanto nelle nostre provincie quanto nel regno La proposta, buonissima, suscitò una lunga discussione, che verteva più sulla forma che sulla sostanza: vi presero parte il relatore, che diede gli schiarimenti necessari, Petronio Antonio, lacchia, Visintini, Ponis, Castelbolo-gnesH e molti altri. Accettata finalmente in massima 1' idea del Signor Resinami, fu nominato un comitato, con l'incarico di studiare i mezzi più opportuni per favorire 1' andata in massa ad lnnsbruck. come la chiamava Giacometto, previa lettura dei manoscritti. 11 mattoide accettò di buon grado le condizioni del tipografo. Ma il mattino seguente un garzoncello della stamperia gli recava di ritorno i parti.... rifiutati, i quali, stavolta, rincasavano scortati da un bigliettaio del princinale. 11 biglietto diceva: Caro Giacometto, „Ieri ho ripassato tutte le sue poesie, e se debbo dirle il vero, l'impressione che ne ho riportata è stata fortissima, tanto forse, che oggi sono inchiodato a letto a causa di una scellerata emicrania. I suoi versi quindi 11011 fanno per me, perchè superiori al mio tardo comprendonio. E lei sa essere mio principio di rifiutare tutto ciò che non è alla portata della mia povera intelligenza. Si rivolga altrove". Dopo quella lettura il vate respinto, irritatissimo, giurò eterna guerra alla patria ingrata; e in cento cartelle, piene di luoco „e di inagnanim' ira", c'antò la fenomenale ignoranza degli operai tipografi concittadini. Chiuso tappato in casa, si diede voluttuosamente «agli ozi operosi dell'ingegno", e per parecchi giorni non si mostrò Si comunicò alla fine che, essendo partiti per le università moltissimi studenti, il comizio di protesta contro la reazione verrà tenuto in epoca più opportuna. Quei liei tomi di studenti tedeschi ! Quelli fra gli studenti tedeschi che sono i più attaccati alle tradizioni medievali, i più benestanti e i.... meno studenti, formano delle società accademiche, che nel dolce gergo teutonico son dette Burschenscha/ìen. I membri di tali società, che sono quasi tutte di carattere pangermanista, vanno attorno con un berretto speciale, con la tracolla dai colori nazionali e con un piccolo bastoncino. Anno i loro locali di riunione (Kneipen), dove si beve molta birra, si mangiano molti Knódel e si canta molto e spesso malamente. I giorni delle grandi solennità' universitarie si recano in gran pompa all'università, in carrozza; alcuni, i capi, anno in quelle occasioni una divisa speciale: gran cappellone piumato, giacca di velluto, calzoni bianchi, stivaloni e.... un gran spadone al fianco. Un giorno della settimana è riserbato al Burnmel, ai passeggio cioè in massa nell' atrio dell'università. Fanno spesso dei duelli alla sciabola, senza però correre il rischio di ammazzarsi, chè tutte le parti vitali sono ben riparate e allo scoperto non stanno che le guance e la fronte! Le ferite non sono che di taglio; non di rado accade di incontrare di questi eroi con la fregia deturpata da lunghe cicatrici e chi più ne à gode maggior considerazione ed è un grande onore per le signorine 1' esser corteggiate da consimili individui. ad anima viva. Una mattina finalmente usci dal carcere volontario, e all' ora della partenza del piroscafo di Trieste, un giovane dell' avvocato Bimagi lo incontrò sul molo con un voluminoso piego di manoscritti in una saccoccia delia giubba. — Si parte, Giacometto? — Già... — Per dove ?... — Bella domanda! per Trieste.... — E . . dimmi : dove sei stato tutto questo tempo? — In casa: lavoravo.. — E... codeste carte? — ... Sono i miei manoscritti. Il legale rise sotto i baffi: cominciava a comprendere. — Di', Giacometto : hai forse intenzione di venderli in Ghetto?... Per le pupille gi'ige del poeta, fugace come un'ombra, passò un lampo d'indignazione; ma si contenne. — Altro che Ghetto, signor mio .... Da Sambo, dal litografo Sambo, capisce?. . Quella gloria che pochi invidiosi mi contendono in patria, m'attende a Trieste : là, almeno, gli operai tipografi non.... — Ma il principale è stato avvertito della tua partenza? I membri delle Bursclienschaften ben di rado frequentano la compagnia degli altri studenti, che son chiamati per ischerno col nome di fringuelli (Fin-Tcen). Una di queste società fu costituita, anni sono, indovinate dove... a Trieste! I suoi soci sono una ventina e si chiama nientemeno che Illyria (anche a quei messeri il dott. Bartoli darà fra breve una lezioncina di storia giuliana, essi che ne ànno tanto bisogno !). Per le vie di Trieste, come a Graz, come a Heidelberg, si vedevano marciare gli llliri con tanto di berretto e con tanto di tracolla dai colori germanici. Dapprima i Triestini non li curavano nè pure, limitandosi tutto al più a dar loro delle occhiate di compassione. Ma visto che quei signori 11011 la smettevano, che anzi si facevano sempre più burbanzosi e provocanti, i cittadini decisero di cambiar tattica. Fortuna volle che, alcune settimane fa, una comitiva di studenti triestini si incontrasse con una di tedeschi, fra i quali ve n'era uno in uniforme d'Miro : invitato quest' ultimo dai nostri a levarsi quei distintivi che offendevano i sentimenti della cittadinanza, egli naturalmente si rifiutò : ne nacque un tafferuglio, volarono delle legnate, ma volò via anche il berretto teutonico. II fatto ebbe di questi giorni il suo epilogo in pretura, dove tutti furono assolti, meno un tedesco La lezione che si ebbero i provocatori fu meritata. Con gli ospiti che da tali si comportano si deve esser gentili ; con quelli invece che credono d'esser padroni anche in casa degli altri non bisogna usar riguardi, bisogna, all' occasione, mostrarsi anche assai energici. Bravi gli studenti triestini! Fra ted.esclìi Persona degna di fede ci raccontava quanto segue. Alcuni giorni fa una società ginnastica tedesca di Trieste tenne una festicciòla li presidente in un suo discorso si lagnava che 1 tedeschi, che son ben'pochi ue\\'italiana città di Trieste non fossero più uniti e concordi. Non l'avesse mai detto! U11 socio, furibondo pangermanista, interruppe violentemente l'oratore, protestando contro le sue espressioni, che secondo lui offendevano i tedeschi: questi non essere pochi ma assai numerosi a Trieste, città non italiana e destinata a divenire un porto germanico! Ma l'assemblea, composta di persone imparziali e sincere, non condivise le idee del furibondo teutone e gii fece un baccano indiavolato, chiedendo che venisse scacciato dalla sala; il disturbatore mandò il cartello di sfida al presidente. -A-iniclìeicLe. L'Amico, nella sua ultima puntata, parlando di noi, non adopera più tanti Giacometto trinciò l'aria nitida e fresca di quel mattino d'estate con un gesto largo, solenne, che parve una benedizione Poi a bassa voce e con un vivo scintillamento negli occhi: — L'arte innanzi a tutto, dottore, l'arte! l'arte! Avverta lei il padrone. La sirena gemette lamentosamente per l'ultima volta : a quello strido prolungato, acutissimo, e ripercosso in mille guise dalla miraoile eco delle case vicine, il poeta, rivolgendo una occhiata paterna al fascio dei manoscritti, che, simili ai capponi di Renzo, erano sbattuti da una tipografia all'altra, con 1'agilità di un giovane di vent' anni s'imbarcò sul Risano, preceduto e seguito da uno sciame fittissimo di juske cariche di panieri di frutta d'ogni qualità, di vasi di latte, di ceste di pane fresco, che esse, vo-ciand» a squarciagola il loro ingrato idioma, andavano a vendere sul mercato della vicina Trieste. Il piroscafo si mosse lentamente, e Giacometto, ritto in piedi presso l'asta della bandiera di poppa, salutava il dottorino, agitando il cappello. * * * diminutivi, tanti vezzeggiativi ma ci chiama per la prima volta giornale; vi aggiunge però un epiteto: curioso e sapete il perchè, lettori carissimi? Perchè p. e. l'ultimo numero della Sveglia era per metà sequestrato e per metà conteneva articoli contro di lui. Clio mattacchioni quei preti! * * * L' organo dei cattolici (?) del Litorale se la prende con la società studentesca l'Innominata (per lui sempre l'Innominabile) e coi suoi soci (che 1' ultima volta chiamò ragazzaglia, oggi sbarbatelli) perchè fu deciso di tenere quanto prima un comizio studentesco contro la reazione. Bravi i nostri studenti!, diciamo invece noi: quando certi turbolenti ministri di Dio, dimentichi della veste che indossano, dimentichi delie parole del Vangelo, cercano d'invadere campi che loro 11011 spettano, cercano col pretesto della religione, di instillare negli animi degli incoscienti, degli illusi, teorie e massime contrarie allo spirito dei tempi nuovi, contrarie al progresso, è naturale che la gioventù accademica alzi la sua voce e protesti energicamente, solennemente. Bravi di nuovo i nostri studenti ! * * * L'organo dei clericali litoraleschi (scusate il termine, lettori carissimi; giuliani, alfe di Dio, non li voglio chiamare) si lagna che nella Lega nazionale spadroneggiano gli ebrei e i liberali (orrore!) e invita i cattolici ad un'entrata in massa nella medesima; nel Trentino e nel Friuli, stando sempre al su non lodato organo, i cattolici potrebbero conquistare tutti i gruppi, nell' Istria avere forti minoranze. V'ingannate a partito, carissimi. La nostra Lega è stata sempre sopra i partiti e sopra le confessioni religiose; chiunque si sente veramente italiano può farne parte. Ma statene certi : nel caso a voi saltasse il ticchio di introdurre il mal seme del clericalismo nella più santa delle nostre i-stituzioni, statene certi che sareste accolti come si conviene, e nel Trentino e nel Friuli e nell'Istria. * * * Ancora questa, poi basta. L'Amico quando parla delle armi dei nemici dei cattolici (?), da qualche tempo a questa parte, non tralascia mai di nominare gli sputi. Ma lo fa per cattiveria. Nessuno s'è mai sognato di combattere il suo partito a sputi. La cosa, diremo così, è affatto personale e va raccontata in questi termini : un anonimo corrispondente capodistriano di quel foglio, scrivendo di un lavoro del nostro dirigente scolastico Signor D. Venturini, dal titolo ,l)i G. R. Carli pedagogista* accusava 1' autore di.... introdurre il socialismo nelle scuole e invocava l'intervento delle autorità superiori. La persona dottn ed equa che lece la recensione del su citato studio nel Bollettino della società .L'Innominata", non potò fare a meno di accennar anche alle vigliacche insinuazioni del corrispondente capodistriano dell'a- li volume, il famoso Cigno, fu realmente stampato, e sulla copertina l'au -tore stesso aveva schizzato a matita un ritratto di donna, dai lunghi capelli ondati spioventi per le spalle, il petto e la testa infiorati come una greca dea, e fra le mani un'immensa arpa con un numero infinito di corde. Era a poesia. Ai piedi di quella imponente figura muliebre, accoccolato, stava un paffuto bambino in costume adamitico. Era il genio Queste spiegazioni, del resto necessarissime, le avemmo, s'intende, dalla bocca stessa di Giacometto, il quale, una sera, gongolando di gioia e con un grado di pazzia di più nel cervello, capitò in Belvedere, dove noi altri studenti, dopo il tramonto del sole, usavamo raccoglierci a lieto e spensierato convegno. Il suo arrivo fra noi fu salutato da un fragoroso evviva. — Viva Giacometto, gran maestro... — ...dell'italica favella!... — Fuori il volume! fuori il volume!... — Mostraci la famosa incisione... — No, no: niente incisione.... I versi! i versiiii!!! Il baccano era assordante: un vero mico, che fu definito degno di ricevere sul volto uno sputo, a condizione però che su quel volto vi fosse un posticino abbastanza pulito per accogliere lo sputo. Questa è la pura verità! LA PAGINA DI STORIA PATRIA E consuetudine di quasi tutti i giornali non letterari di rallegrare con qualche articolo straordinario il contesto, per sua natura arido, della cb-sidetta .cronaca politica". Noi faremo altrettanto: se 11011 che, in luogo delle rubriche dai titoli stranamente suggestivi, coni' è costume spezialmente dei periodici che vanno per la maggiore, noi abbiamo adottato quello, sempli cissimo, posto in testa al presente cappello, sorretti dalla speranza che i benevoli lettori della Sveglia vorranno approvare la nostra deliberazione. Apriamo la serie delle .pagine" con un' interessante lettera inedita del compianto marchese Anteo Gravisi indiritta al non meno benemerito ricercatore di cose patrie Gedeone Pusterla, al secolo Andrea Tommasich. COSE VECCHIE ISTRIANE Al signor Andrea Tommasich, segretario della locale Commissione archeologica Qui Pregiatissimo signore, Ora non è più dubbio quello che per semplice congettura le ho scritto giorni fa a sua richiesta: Il maestro di lingua italiana e tedesca di via Cavana è Girolamo Francesco Saverio Gravisi, figlio di Giangiacomo, morto come appare dall' albero, che ho sot tocchio, addì 13 luglio 1824 Neppure è più dubbio, secondo lo stesso albero, che quella famiglia sia di Pinguente e che Girolamo Fran cesco Saverio sia stato fratello di Giulio poeta, archeologo, legale e Cesareo Regio Commissario Vreloreo circolare della città e fortezza di Gradisca, coni' egli si dice in certe quartine stampate, che conservo, colla dedica al Nobil Uomo il Signor Francesco Filippo Cavalier de Ruth, Cesareo Regio Effettivo Consigliere presso il Governo della Sliria e Governa!ore del l'Istria ex Veneta ecc. come pure alti Nobili Signori Snidici e Membri del Consiglio dell Inclita Città di Capo-disl) •ia. Nella prima peraltro delle citate quartine, Giulio Gravisi, fa derivare i suoi avi da Capodistria, perchè nel 14(36 Nicolò Gravisi fu Vanto, capostipite da cui provengono tutte le fa migiie Gravisi passate e presenti, venne aggregato al Consiglio Nobile di Capodistria, come da Ducale Cristoforo Moro 26 marzo 1466 a Leonardo Balbo podestà e capitanio di Giustinopoli. Io posseggo la copia della Ducale Moro fatta rilevare dal podestà Dott. Pietro putiferio, parola d'onore ! Finalménte, allo scopo di mettere un po' d'ordine, uno di noi gridò: — In piedi sul sedile, sotto il fanale, 0 gran Giacomo, vanto e decoro dell'Istria nostra; e voialtri, gogliardi indemoniati, chiudete a chiave le vostre boccacce! Senza muover ciglia formammo circolo attorno alla panchina, su cui, cattedra improvvisata, col volume spiegato fra le mani tremanti dalla commozione, era salito il povero mattoide. La scena era stupenda: il plenilunio versava torrenti di luce chiarissima sulle acque immote, tremolanti del piccolo seno, tutto fosforescenze e bagliori fantastici, il quale, dalla Punta Grossa, pericolosissima nei giorni di bora, giù, giù, tino alle estreme capanne bianche delle saline di Valle d'Olirà, di notte, con la luna imminente, all'occhio attonito dello spettatore si presenta come una magnifica visione degl' incantevoli laghi delle nostre Alpi. In fondo, in fondo, proprio di fronte al Belvedere, civettava con le onde susurranti dell'Adriatico, in calma perfetta, la graziosa villa della famiglia Madonizza, illustre ca- Del Bello, il 19 febbraio 1841, dal vecchio Libro Ducali in pergamena, carte n. 191, il quale, coni'ella già sa, è custodito in questo Archivio Comunale. La certezza poi che Girolamo Francesco Saverio Gravisi fosse maestro a Trieste, io la traggo da una Fede battesimale, fatta il 26 giugno 1845 in oggetto d'insinuazione feudale dal cooperatore parrocchiale Ioseph Schinko-vich nell' Uffizio della parrocchia della Città Teresiana (Civitatis Theresianae) in Trieste. Rilevo dall'accennata Fede battesimale, 1.° Che Carlo Luigi fu figlio del marchese Francesco (Girolamo) Gravisi; qui, senza dubbio, il secondo nome fu preposto per ossequio al regnante d'allora Francesco 1.°, a cui tutti i figli di Giangiacomo saranno stati attaccati ; — basti a provarlo l'impiego di Giulio quale I. R. Commissario pre-toreo di Gradisca. 2.° Che Carlo Luigi fu battezzato al li 8 luglio 1816 a Trieste. Se Francesco era padre di un figlio nato a Trieste nel 1816, poteva benissimo essere maestro in quella città nel 1820, nell'anno cioè ch'ella m'indica. Dall'albero vedo ch'esso Francesco morì li 13 luglio 1824; dunque anche per questo poteva essere maestro in Trieste nel 1820. 3.° Che Carlo Luigi è detto nella Fede battesimale — Carolum Aloysium fdium legilimum Domini Francisci llieronymi Marchionis Gravisi — Scholarum magistri. — Con questo appellativo 11011 si accenna però se il detto Francesco fosse stato maestro pubblico 0 privato; ma che fosse stato maestro (Scholarum magister) lo è detto a chiare note. 4.° Che Carlo Luigi fu battezzato a Trieste nella Chiesa parrocchiale di S. Antonio di Padova, sita liei Distretto parrocchiale Civilatis Theresianae. Si sa che la Chiesa di S. Antonio di Padova, nota oggi col nome di S. Antonio Vecchio è presso la via Cavana; come si sa ( he nel 1816 11011 esisteva a Trieste altra chiesa di S. Antonio, ma che oggi ai Ponte Rosso è la Chiesa di S. Antonio Nuovo, precisamente detta così per distinguerla da quella che è presso via Cavana. Il distretto poi della Città Teresiana avrà certo compreso allora la via Cavana. 5." Che Carlo Luigi ebbe a padrino un Carlo Codelli professore. Questo titolo proverebbe anche, — che Francesco Girolamo Scholarum Magister, avesse voluto scegliere a padrino un uomo di professione consimile alla sua, anzi di grado superiore, o come si direbbe ad captandam benevolen-tiarn. Lo stesso cognome della matrina — losepha Iehel — indicherebbe una certa relazione del marchese Francesco con famiglie tedesche, e quindi la probabile conoscenza della lingua tedesca. Per completare ora quanto riguarda questo Scholarum magister, le dirò che consorte di lui era Luigia Cherse-vani. Nella Fede battesimale sta scritto sato istriano, il quale, tra i suoi tigli prediletti, conta quel!' Antonio Madonizza, sciolto ed elegante prosatore, che, in compagnia del Dall'Ongaro e del Valussi, fondò a Trieste la Favilla e, più tardi, collaborò nella famosa strenna istriana Porta Orientale, compito della quale fudi affermare l'italianità di queste terre, di farle amare e stimare maggiormente dagli stranieri e, sopratutto, di distruggere quella sciagurata nomèa d' ignoranti e di semibarbari, che qual cappa di piombo pesava su di noi, Istriani, ancora dalla storica disfida di Santo Gavardo Sui colli bassi, coltivati a terrazze, che sovrastano alla villa Madonizza, nel mite albore lunare sognavano le piccole casette coloniche, perdute fra il verde cupo del seminato. Davanti agli usci di quelle abitazioni campestri, la notte di S. Giovanni, cara alle streghe e ai cavalcanti, guizzano innumerevoli fiammate allegre, che, con un effetto sorprendente di luce, si riflettono, sanguigne, nel sottostante mare. (Continua) Kersesani (certo per errore), mentre nell' albero si legge chiaro Zhersevani. Le dirò ancora che il Nostro, aveva oltre il succitato fratello Giulio, altri fratelli, il secondogenito de' quali — Giuseppe — procreò Sigismondo Giuseppe (I. R. Maggiore). Questi nacque a Trieste nel 1784, fu pure battezzato a S Antonio di Padova nel Distretto della Città Teresiana, avendo a padrini il Signor Conte Sigismondo de Aresberg e la Signora Contessa Maria de Voi-novich, appai- Fede batt. 22 febb. 1828, rilasciata da Mons. Giuseppe Tognana de Tonnefeld canonico parroco della Città Teresiana. — Sigismondo Gravisi mori a Udine pensionato il 26 settembre 1855, e come pensionato abitò anche a Capodistria. Sigismondo poi procreò nel 1807 Alessandro, il quale a sua volta procreò Francesco Sigismondo Sebastiano, nato nel 1844. Il quinto ed ultimo fratello del maestro Francesco fu Ignazio, morto a Mlun nel Pinguentino il 2 agosto 1838 nell'età d'anni 77, senza discendenza Essendo Ignazio morto d'anni 77, nacque quindi nel 1761 ; e Francesco morto nel 1824, probabilmente sarà nato nel 1759-o0, perchè quarto dei fratelli. Questi lasciò due figli — Giacomo e Carlo: Giacomo sposò una Pierina Gravisi, pur essa di Pinguente. Questo è quanto ho potuto raccogliere da carte regalatemi. Salutandola me le dichiaro dev. Di cassa, 5 maggio 87 A. Gravisi PS. Le trascrivo qui alcune quartine della già menzionata poesia di Giulio Gravisi e precisamente quelle che riguardano l'Istria e più in particolare Capodistria: Canzone lirica Penisoletta amena sede del buon Giustino, a) che alterno a te il cammino presenti al peregrin ; Che d' anime gentili nutrice illustre sei, patria degli avi miei b) pur ti riveggo alfin ! Già 1' eco a' miei saluti da' lidi tuoi risponde, già il pino i remi asconde, già porto a terra il piè; c) Le sacre vie già seguo ai noti alberghi intorno, dolce per me soggiorno, cara tu fosti a me. Tesor ti manda il colle che sovra a te s'inchina, la suddita marina versa tesori in te : Tu nel materno seno il lor valore estendi e doviziosa rendi del produttor la fè. Le frutta a mille a mille lungi inviar ti scerno, mili' altre a steril verno industre conservar : De' pesci a te sol dati con providi argomenti per le rimote genti il cibo prolungar, d) Qui vien dalle tue greggi la prole tenerella ; la pingue bacca anch' ella linfa de' boschi è qui. f) Dall' uva inebrianti qui scorron dolci umori ; nè so de' due licori qual più lodar s' udi. g) Qui lacera la rupe il minerai tributa ; la selva aspetto muta e a veleggiar sen va. h) Febo che a te risplende con più cocenti raggi 1' autor de' tuoi vantaggi benefico si fa. Vedilo come ardente, specchiarsi, allor che appare, nelle chius' onde amare chimico mastro ei suol, i) Da quelle egli in un giorno ne succia il flemma ondoso, e '1 bianco e saporoso cristal congela al suol. Ma se dal suol felice gloriartene ben puoi ; chi mai de' figli tuoi le doti or ridirà ? O come coiman questi di genial favore le mnemosinee Suore cantar s' accingerà V Non v' à virtù sublime non dansi eroiche gesta, che quella stirpe o questa a te non insegnò. E s' or non reprimesse modestia in ine gli accenti, esempi ancor viventi che troverei ben so. L) Ma Temide mia Dea m) ornai mi chiama altrove; ella è che d' altre prove quest' anima invaghi. Parto, ma ti rammenta quando sarò lontano, del vate paesano che il vero non menti. Note dell' autore a) Capodistria, altrimenti detta Giustino-poli, da Giustino Augusto, che distrutta la riedificò, e che per questo si chiama buono, gode l'accesso di mare e di terra. b) La famiglia dell' autore da quattro secoli in qua gode la nobiltà nella medesima. c) La presente fu composta nell' ottobre 1799, portandosi il poeta in Istria, dopo anni 18 e più che non v' era stato. d) Quantità di frutta e fresche e secche, non che di pesce anco insalato da Capodistria depositario, come pure dalle altre contrade della provincia si spediscono fuori. f) Si parla dell' oliva che dà il rinomato olio istriano. g) Anche i vini e più i liquori istriani (tra quali il Montemoro di Capodistria, vino altra volta cantato dall' autore) sono celebri. h) Si accennano le miniere e i boschi da costruzione navale, che sono la dote della provincia. i) Le saline rimarchevole ricchezza del paese. I) A scanso d'immodestia si oinmette di noverare i tanti illustri casati di Capodistria, che diedero distinti soggetti in pace ed in guerra al servizio di molti sovrani. m) L' autore professa la giurisprudenza e coltiva per solo ornamento" la poesia. CRONACA LOCALE Cronaca Provinciale. La dieta. Apprendiamo che verso i 20 del corrente mese verrà convocata la nostra dieta provinciale e anche questa volta a Pola. Un buon prete. Sanvincenti, 1.10.03. Un buon prete è il nostro parroco. Slavo di nascita egli non odia per questo l'elemento italiano, anzi cerca di diffondere fra i suoi connazionali l'amore ed il rispetto verso tutti, sieno pur di differente nazionalità. E i frutti dell' azione veramente cristiana di questo ministro di Dio sono copiosi: le relazioni fra gli abitanti della campagna e quelli della borgata sono eccellenti; non succedono più quelle aggressioni che per lo passato resero tanto celebri i nostri dintorni, specie i villaggi di Smogliani e di Zabronich; si vive in pace e in buona armonia. Possa l'esempio del nostro parroco trovar degli imitatori! L' elezione della deputazione comunale. Mercoledì p. p. alle ore 17 la neoeletta rappresentanza comunale, al completo, tenne la sua prima seduta; ordine del giorno: elezione della deputazione comunale. Presiedeva il rappresentante anziano Giuseppe Gravisi - Barbabianca, che s'era scelto quali fiduciari per lo scrutinio i signori Francesco Almeri-gotti e Pietro Guccione. Rappresentava il governo austriaco il signor Giuseppe Gasser. Su proposta dell'on. Bennati la vo ■ tizione per la nomina del podestà viene fatta per appello nominale; risulta rieletto con 29 voti su trenta votanti l'avv. Nicolò Belli. L'on. Derin propone che il numero dei consiglieri sia fissato a sei; l'assemblea approva ; riescono eletti i signori : Gregorio ing. Calogiorgio, Giovanni Martissa-Carbonaio, avv. Stefano Der in, Bortolo Sardotsch. avv. Pietro Longo e Giovanni Bratti. Il neoeletto podestà occupa il posto presidenziale e tiene quindi il discorso di prammatica. Esordisce ringraziando i colleglli per la fiducia in lui riposta; la vita pubblica costa spine e amarezze più di quanto non si creda, arreca però talvolta anche dei conforti e delle sodisfazioni. Gode al vedersi contornato da quasi tutti i suoi vecchi colleghi, prova lampante che la città approva 1' indirizzo amministrativo della passata rappresentanza (voci di acconsentimento dal pubblico). Riassume l'attività dell'esecutivo nel decorso triennio, che si compendia nella costruzione dell'acquedotto di Verga-luzzo, nella creazione dell'ufficio tecnico, che diede ottima prova di sé e nella denominazione delle vie. Delinea quindi i compiti del futuro triennio: illuminazione elettrica, sviluppo dei tubi stradali dell' acquedotto, costruzione di un nuovo edificio scolastico a Lazzaretto e miglioramenti edili nel civico ospitale. Chiude invocando la cooperazione del consiglio e della rappresentanza. 11 numeroso pubblico applaudì vivamente il discorso-programma, che fu semplice, chiaro, scevro dalle solite frasi roboanti e menzognere. Il delegato politico saluta il nuovo consiglio, si congratula col signor po desta e promette l'appoggio del governo (in galleria si ride)-, accoglie infine da parte dei neoeletti la prescritta promessa; indi si chiude la seduta. Un grande stuolo di cittadini, preceduto dalla banda, si recò verso le 20 sotto alle finestre del signor podestà, ove proruppe in ovazioni di simpatia. Alcuni osservarono, e a ragione, che da qualche tempo in qua gli inni patriotici sono completamente banditi dal repertorio del .Corpo musicale capodistriano". Il prof. Emilio Silvestri di Vicenza fu lu nedi p. p. a Capodistria. Si fermò poche ore. Partì, accompagnato dal signor podestà, col treno delle 11 alla volta di Villa Decani, per fotografare la splendida vallata del Risano Gigi io-Toss a Capodistria. Dopo aver passato, alcuni giorni a Trieste, venne mercoledì scorso fra noi il prof. cav. Efisio Giglio-Toss, presidente senior dell'associazione studentesca internazionale »Corda Fra t res", accompagnato dall'av/. Molard di Torino. L'egregio giovane piemontese, che tanto ama queste terre, fu condotto da alcuni studenti universitari intorno per la città, a vedere le cose più degne di nota: fu in Belvedere, in Piazza del Duomo, nella chiesa di S. Anna, nei rioni popolari di Buserdaga e S. Pietro e in Ginnasio. Peccato eh' egli sia rimasto fra noi solo un'ora e mezzo! Parti, portando seco un'ottima impressione di Capodistria, che egli definì „una piccola Venezia". Importanza della lingua d'insegnamento. Cosi s'intitola un breve opuscolo edito, piuttosto scelleratamente anzichenò, dal Paternolli di Gorizia, e scritto, secondo le nostre deduzioni, da un giovane e distinto maestro goriziano, di presente addetto ad una scuola della Lega nazionale situata in un ameno e patriottico castello dell' Istria montana. Il lavoro è diviso in quindici capitoli e tende (ed egregiamente tende) a dimostrare 1' assurdità onde sembra inspirato l'austriaco governo nel voler imporre per forza in Istr ia il tedesco come lingua d' insegnamento. Fra le molte ragioni che il bravo autore adduce a conforto della sua tesi riporteremo quella che discorre dell' assurdità del metodo di usare per lingua d'insegnamento una GRANDI arrivi MASSIMO BUON PREZZO nel ben conosciuto negozio VALENTINI & DEVESCOVI TRIESTE PIAZZA DELLA BORSA N. 2 VIS-A-VIS PASTICCERIA URBANIS Telefono 1568 Stoffe di lana, Ultime Novità Fustagni in splendidi disegni Cortinaggi, Tappeti e Coperte Maglierie, Biancheria, Busti e Sottane Articoli Minuti Seterie, Guarnizioni, Articoli di Moda Peluclies e Velluti ecc. ecc. A PREZZI della MASSIMA CONVENIENZA Per la Provincia campioni gratis e franco Spedizioni superiori alle 20 Corone franco di porto lingua diversa di quella degli scolari. E la riportiamo nella temeraria ipotesi che coloro che possono ciò che vogliono abbiano, magari in un lontano avvenire, a ravvedersi e cambiare sistema. «Da noi non è soltanto la diversità grandissima ed originaria della lingua tedesca di fronte all'italiana, che è la nostra lingua naturale, quella che si oppone all' uso della lingua tedesca per lingua d'insegnamento : ma è anche la diversità della nostra indole, temperamento, e gusto naturale provenienti dal clima meridionale in cui viviamo, che non possono conformarsi ad .avere per lingua d'insegnamento una lingua del tutto contraria all' ambiente tisico e morale del paese in cui la si vuol tanto inculcare.*) Sarebbe cosa semplicemente ridicola I ella sua assurdità, se non fosse anche grandemente dannosa al nostro benessere e les va del nostro diritto naturale e positivo, il fatto che nelle nostre scuole medie s' insegna ad italiani persino la lingua latina, madre ed affine all' italiana, nonché la francese sua prossima sorella, per mezzo della lingua tedesca, la quale non ha la minima comunanza d' origine e nessuna parentela, ad eccezione che nei termini tolti, per mancanza di propri, alle lingue latine ; ed è di tipo originario, d'indole e spirito del tutto diversi, e quasi contrari ! Se ci s'imponesse per lingua d'insegnamento una delle varie lingue neolatine, sorelle ed affini alla nostra, come la francese, la spagnuola e simili, la cosa sarebbe ingiusta sempre, ma si potrebbe più facilmente tollerare, perchè meno dannosa; ma imporci per lingua d'insegnamento una lingua d' o-rigine, tipo, spirito, costruzione del tutto diverse e contrarie alla nostra lingua naturale, è cosa oltreché assurda, come si è veduto, anche del tutto rui-nosa, e perciò intollerabile ! E' pure da notarsi che la lingua, abbenchè apparentemente cosa accidentale, ha pur sempre alcunché di essenziale, in sé stessa, che proviene dal clima, dai costumi e dall'ambiente storico del paese in cui si parla. Perciò il voler cambiare la lingua agli abitanti d' un paese di clima, costumi, e ambiente storico proprio, è come voler cangiarne la natura, cosa in sé stessa assurdissima. Per comprendere 1' assurdità del metodo deplorato é inoltre da considerarsi che non essendo possibile d' imparare bene più cose in una sola volta, il pretendene che s'impari la lingua tedesca assieme alle altre materie di studio, equivale a! pretendere che si faccia F impossibile, o ad esser costretti ad imparare con grande difficoltà e malamente tutte ciò che viene insegnato, e che si potrebbe apprendere facilmente e bene mediante la propria lingua *) Vedi Opuscolo «Latini e Slavi» pubblicato in tre edizioni nel 1901-2 da,llo Stabilimento tipografico Paternolli, Gorizia, a pag. 7-11. La scuola Industriale é anche quest'anno bene frequentata; però non tutti i proprietari di officine brillano per troppo zelo nell'inviare i loro apprendisti alla scuola suddetta. Noi li esortiamo pertanto a corrispondere a questo loro obbligo — al che li deve spronare anche il pensiero, che colla frequentazione di queste scuole pratiche si può aprire ai giovani un futuro pieno di soddisfazioni morali e materiali. L'Associazione di Commercianti ed Industriali tenne domenica scorsa un Congresso Generale, in cui vennero istituite tre sezioni speciali, cioè una sezione commerciale, una industriale ed una agricola. A dirigere queste sezioni furono nominati ad unanimità: nella sezione commerciale a presidente il signor Antonio Apollonio ed a segretario il signor Antonio Aline-rigogna di Antonio. nella sezione industriale a presidente il signor Nicolò de Manzini e a segretario il signor Vittorio Co-cever; e nella sezione agricola a presidente il signor dott. P. Madonizza e a segretario il signor dott. Cario Nobile. Alla «Riunione Famigliare» seguirono la sera del 3 corr. le elezioni delle cariche sociali. Riuscirono eletti ad unanimità i seguenti signori : Giacomo Dr. Biscontini, presidente, Andrea Glierli vicepresidente, Lino Quarantotto segreiario e Francesco De Giusti cassiere. Le persone elette offrono affidamento che il simpatico sodalizio saprò continuare nella via del bene e saprà accattivarsi le simpatie dei concittadini ed ottenerne 1' appoggio La Direzione elaborerà in questi giorni il programma dei trattenimenti invernali, programma che promette di essere vario e scelto. È da sperarsi, che dovendo purtroppo rimaner chiuso anche quest' anno il nostro teatro, la «Riunione» attirerà nelle sue sale numeroso e scelto pubblico. Quod est in volis. Alle regate a vela che ebbero luogo domenica scorsa a Trieste, presero parte anche alcuni guzzi capodistriani. Si distinsero maggiormente „Italo" di F. Almerigotti, coni. A. Maiti; .Espero" di P. Manzini e .Gigina" dell'avv. Longo, com. avv. N. Belli Bravi! f Toni del bagno. La scorsa settimana cessò di vivere, quasi improvvisamente, Toni del bagno, recte Antonio Perini. Chi non lo conosceva? Alquanto burbero nei modi egli racchiudeva un cuore d' oro : era il vero tipo del lupo di mare. Noi tutti lo amavamo sinceramente. Egli ci avea insegnato a nuotare, e, da buon maestro, come si compiaceva dei nostri progressi! E quando ci dichiarava maturi, alla nostra gioia s' univa la sua. Anche adesso quando gli richiamavamo alla memoria le nostre birichinate degli anni giovanili, ei sorrideva con quel suo fare truce e bonario ad un tempo. Toni del bagno non è più. COMUNICATI *) LA BANCA POPOLARE CAPODISTRIANA Consorzio reiristrato h garanzia limitata Fa le seguenti operazioni : 1. Accorda prestiti verso cambiale con garanzia di due firme, per un termine non inferiore ad uno e non superiore a 6 mesi, al G°/0 P'ù VsYo per spese di provvigione. Previo avviso di otto giorni le cambiali potranno venir rinnovate, qualora venga restituito almeno un quinto della somma. 2. Accorda sovvenzioni sopra carte di valori pubblici e polizze di sicurtà sulla vita al (}% esenti di spese di provvigione. 3. Sconta cambiali con garanzia di due firme a scadenza non superiore a 6 mesi al (3% esenti di spese di provvigione. 4. Apre conti correnti garantiti con malleveria di due firme solventi, per la durata massima di due anni al 6% esenti di spesj di provvigione. 5. Investe danari in effetti di sicurezza pupillare ed in ipoteche di sicurezza prammatiche a condizioni da stabilirsi. Le operazioni dal N. 1 al 5 sono soggette all'approvazione del Consiglio d'Amministrazione. 6. Riceve in deposito somme di denaro in conto corrente: a) per qualunque importo, non prelevando però più di 500 Cor. al giorno, a vista al 2l/2°/0. b) per qualunque importo prelevabile verso preavviso di 3 giorni al 23/4%- c) per qualunque importo, a tre mesi fisso, prelevabile verso preavviso di 15 giorni al 3°/0. d) per qualunque importo, a 6 mesi fisso, prelevabile verso preavviso di 15 giorni a! 3l/4°/o- e) per qualunque importo, a 1 anno fisso, prelevabile verso preavviso di 1 mese al 3l/t°/0 7. Rilascia ad ogni singola, ditta non più di un libretto al piccolo risparmio con versamenti mensili non superiori a Corone 50 ad eccezione del primo versamento che viene accettato per qualunque importo. 11 piccolo rispar- *) La Sedazione si dichiara estranea tanto riguardo alla forma quanto al contenuto e non assume alcuna responsabilità fuori di quella voluta dalla legge. mio non potrà essere mai superiore all'importo massimo di Corone 1 ODO. Rimborsi si effettueranno con preavviso di cinque giorni al 4°/0 8. Assume operazioni di cambio e Compravendita di Moli, cartelle e promesse di lotteria ecc , anche in forma rateale. Tutte le condizioni indicale sono valevoli fino a nuovo avviso AVVISO La Banca popolare capodistriana per facilitare il cambio della moneta spicciola ed in argento riceve in versamento a titolo di deposito ed in pagamento la moneta stessa purché sia consegnata in sacchetti sigillati e muniti del timbro della ditta che effettua il versamento. 1 sacchetti .devono esser ...completati in Questo modo: Pezzi da 2 Cent. 1000 pari a Cor. 20 p „ 10 ,, 2000 „ , „ 2t)0 „ „ 20 „ 1000 „ „ „ 200 „ „ 1 Cor. 1000 „ „ , i 000 „ , 1 Fior. 500 „ „ „ 1000 „ „ 5 Cor. 200 ■„ „ „ 1000 BANCA POPOLARECAPODISTRIANA — e — Associazioni di Commercianti ed Industriali ORARIO D'UFFICIO: Nei giorni feriali dalle 9 alle 11 ant. e dalle 4 alle 6 pom. Nei giorni festivi dalle 9 alle 12 ant. Il Direttore di turno si troverà negli uffici nei giorni feriali : dalle 9 alle 10 ant. e dalle 5 alle 6 poni. Nei giorni festivi: dalle 11 alle 12 ant. Achille Piacentini, redattore responsabile. Tipografìa Cobol & Priora. La tipografia editrice Cobol & Priora renderà tra breve di pubblica ragione il lavoro di Domenico Venturini La famiglia Bruti Coloro che sono intenzionati di prenotarsi ad una o più copie del lavoro, sono pregati di mandare la loro adesione alla Tipografia. Prezzo Corone 1. W////A•///////j'/////////////////////W///W/W' Comperate sempre i fiammiferi della „LE